Un commesso giudiziario in servizio alla procura di Palermo, accusato di essere una talpa al servizio della criminalità, è stato arrestato dalla polizia per favoreggiamento continuato e aggravato in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare. Il soggetto in questione è un addetto al trasporto dei fascicoli dalle segreterie dei pm agli altri uffici del tribunale. Secondo l’accusa, avrebbe illegittimamente consultato i procedimenti, fotografato e diffuso atti coperti dal segreto, portato all’esterno fascicoli, informato i diretti interessati su indagini in corso su intercettazioni avviate arrecando un grave danno a diverse inchieste.
Invece di investire per loro conto circa 4 milioni di euro di risparmi che le erano stati affidati da 31 persone, una 48enne di Osimo (Ancona) avrebbe fatto confluire il denaro su decine di propri conti correnti, di società a lei riconducibili e su portafogli elettronici in piattaforme di network marketing.
Una truffa secondo lo Schema Ponzi
Dopo la denuncia dei risparmiatori, sono entrati in azione i finanzieri del Comando provinciale di Ancona, in particolare della tenenza di Osimo, che hanno riscontrato una truffa secondo il cosiddetto Schema Ponzi che sarebbe stato messo in atto dalla donna, ex promotrice finanziaria, radiata dall’albo, ora indagata per abusivismo finanziario, auto-riciclaggio e truffa in danno di persone per lo più residenti a Osimo. In questo tipo di raggiro, vengono promessi cospicui guadagni agli investitori, in un primo momento garantiti da somme versate da nuovi ignari clienti. Il meccanismo prosegue per i successivi nuovi investitori fino a quando lo schema collassa ed emerge la truffa. Le Fiamme gialle hanno perquisito la casa della sedicente promotrice finanziaria e il suo ufficio nel centro di Osimo rinvenendo computer, telefoni cellulari e voluminosi fascicoli utilizzati nell’attività illecita che sono stati sequestrati.
Tra le vittime, commercianti, pensionati e lavoratori dipendenti
I finanzieri hanno analizzato dati informatici e documenti da cui sarebbe emersa la truffa. La sedicente broker avrebbe anche creato e gestito diversi account digitali registrati su network di vendita dove sono stati virtualmente generati voucher di spesa utilizzati per spese personali. Trovati anche documenti artefatti con intestazioni di note società collocatrici di prodotti finanziari utilizzati dalla 48enne per tranquillizzare i clienti sulla bontà degli investimenti. Quando la sedicente broker ha iniziato a negare il disinvestimento di somme ad alcuni investitori o ad evitare i contatti, i risparmiatori hanno capito di essere incappati in una truffa e hanno denunciato il fatto. Tra le vittime, commercianti, pensionati, lavoratori dipendenti, persone di ogni estrazione sociale che mediante gli investimenti contavano di concretizzare progetti dei propri figli, nuove attività commerciali e di godere di una pensione più serena. E invece hanno visto i loro risparmi andare in fumo.
C’è ancora domani è un film che ha debuttato nelle sale cinematografiche il 26 ottobre 2023 diretto e interpretato da Paola Cortellesi, per la prima volta regista. La pellicola è ambientata a Roma nel 1946 e sta riscuotendo un grande successo al cinema grazie alla presenza di un cast eccezionale formato, tra gli altri, da Vinicio Marchioni, Valerio Mastandrea, Giorgio Colangeli ed Emanuela Fanelli.
C’è ancora domani: la trama
Sulla scia della Seconda Guerra mondiale, tra voglia di cambiamento alimentata dal referendum istituzionale e dall’elezione dell’Assemblea costituente del 2 e 3 giugno e povertà assoluta, Delia è moglie del violento Ivano e madre di tre figli, tra i quali la giovane Marcella. La donna vive una vita difficile a causa del suo impegno domestico, del lavoro svolto come infermiera all’arcigno suocero Ottorino e in altri negozi della città. Delia, tuttavia, ha anche degli alleati che le rendono la vita meno pesante: Nino, Marisa e William, un soldato afroamericano che vorrebbe darle una mano. La vita della protagonista viene sconvolta dal fidanzamento di Marcella con Giulio, giovane rampollo di una famiglia benestante che deve la sua fortuna al bar che gestisce. Ivano vuole approfittare per farli convolare a nozze, ma Delia capisce che, se accettasse, condannerebbe sua figlia a una vita miserabile come la sua. Con l’aiuto di William decide dunque di ricorrere a un gesto estremo che fa da padrone in uno scenario in cui le donne non possono decidere per la loro vita.
C’è ancora domani: il cast
Nel weekend fra il 2 e il 5 novembre, C’è ancora domani ha totalizzato altri 3,5 milioni di euro, superando quota 7 milioni già nella sua seconda settimana in sala. Nel cast, oltre alla stessa Paola Cortellesi (Delia), troviamo personalità brillanti del cinema come Valerio Mastandrea, interprete di Ivano, Emanuela Fanelli, interprete di Marisa, Vinicio Marchioni, interprete di Nino, Giorgio Colangeli nei panni di Sor Ottorino, Romana Maggiora Vergano che interpreta Marcella e Francesco Centorame nei panni di Giulio.
Sono quasi 41,5 milioni gli italiani che fanno la dichiarazione fiscale Irpef, ma oltre il 40 per cento di questi dichiara di percepire un reddito sulle persone fisiche inferiore a 15 mila euro. Lo ha sottolineato Itinerari previdenziali in una ricerca spiegando che nel 2022 sono aumentati i dichiaranti (41.497.318) e i contribuenti/versanti, vale a dire coloro che hanno versato almeno un euro di Irpef, che salgono a quota 31.365.535 (valore più alto registrato dal 2008).
I contribuenti con redditi sopra i 35 mila euro sono il 13,94 per cento del totale
A ciascun contribuente corrispondono però di fatto 1.427 abitanti. I contribuenti con redditi superiori a 35 mila euro sono il 13,94 per cento del totale e versano il 62,52 per cento delle imposte dei redditi sulle persone fisiche. Da 0 fino a 7.500 euro lordi si collocano 8.832.792 soggetti, il 21,29 per cento del totale, che pagano in media 26 euro di Irpef l’anno. I contribuenti che dichiarano redditi tra i 7.500 e i 15 mila euro lordi l’anno sono 7.819.493, cui corrispondono 11,16 milioni di cittadini (il 18,84 per cento). Al netto del TIR, l’Irpef media annua pagata è di 358 euro e si riduce a 251 euro nel calcolo per abitante. Nel complesso, i contribuenti delle prime due fasce di reddito, compresi i negativi, sono il 42,59 per cento del totale e pagano solo l’1,73 per cento dell’Irpef complessiva, ampiamente insufficiente a ripagarsi anche il solo costo della spesa sanitaria. L’analisi di Itinerari previdenziali guidata da Alberto Brambilla evidenzia che il Nord contribuisce per 100,6 miliardi, pari al 57,43 per cento del totale, il Centro con 38,2 miliardi pari al 21,83 per cento del totale, mentre il Sud porta in dote 36,3 miliardi, pari al 20,74 per cento del gettito complessivo.
Due persone sono rimaste ferite in un incidente stradale avvenuto a Urgnano, comune in provincia di Bergamo, nella mattinata di martedì 7 novembre 2023.
Auto contro furgone a Urgnano: due feriti nell’incidente
La dinamica dei fatti è stata riportata da L’Eco di Bergamo, dove si legge che il sinistro è avvenuto poco prima delle sulla strada Francesca, nell’intersezione con Spirano. A rimanere coinvolti sono stati un’auto e un furgone e un totale di quattro persone, due uomini di 42 anni e altri due di 21 e 52 anni. Due di questi sono rimasti feriti nell’impatto, fortunatamente in modo non grave, e sono stati trasportatiin codice giallo ai Pronto soccorso degli ospedali di Seriate e di Bergamo. Immediato l’intervento dei vigili del fuoco di Dalmine, giunti in zona per mettere in sicurezza i mezzi e bonificare l’area compromessa, oltre ovviamente a quello dei soccorsi medici, che hanno raggiunto i passeggeri dell’auto e del furgone con tre ambulanze e un’automedica.
Un massiccio corteo di minatori lunedì 6 novembre si è riversato per le strade principali di La Paz per chiedere la legalizzazione delle cosiddette zone minerarie illegali e di ulteriori aree di sfruttamento. I dimostranti hanno chiesto al governo del presidente Luis Arce di soddisfare le loro richieste per evitare una serie di blocchi stradali e uno sciopero a oltranza. Durante la manifestazione, che ha bloccato il traffico in vari punti della capitale boliviana, sono scoppiati scontri con la polizia antisommossa.
Il ministero delle Miniere ha convocato il settore per discutere della questione
La marcia è stata indetta dalla Federazione nazionale delle cooperative minerarie della Bolivia (Fecmabol) per sollecitare, tra le altre cose, anche l’abrogazione dell’imposta del 4,8% sulle vendite lorde approvata a maggio. La massiccia protesta ha lasciato la vicina città di El Alto per dirigersi verso La Paz. Qui i minatori hanno camminato per le strade cittadine facendo scoppiare diversi esplosivi.
L’uso del mercurio da parte dei minatori per estrarre l’oro nei fiumi dell’Amazzonia boliviana ha generato ampia discussione negli ultimi anni. Il ministero delle Miniere ha nel frattempo convocato il settore per discutere della questione e per cercare di trovare un punto d’accordo.
Nel 2021 le imprese industriali e dei servizi erano quasi 4,4 milioni (+2,5 per cento rispetto al 2020) e hanno generato un valore aggiunto di 898 miliardi in crescita, rispetto all’anno precedente, del 21,6 per cento. Lo ha rilevato l’Istat spiegando che l’aumento è stato del 37,4 per cento nelle Costruzioni, del 20,5 per cento nell’Industria in senso stretto e del 20,3 per cento nei Servizi, recuperando la marcata flessione (-10,5 per cento) del 2020. L’aumento è significativo anche rispetto al 2019 (+8,8 per cento). Incrementi a due cifre si sono registrati sul 2020 per il margine operativo lordo-Mol (+33,9 per cento), il fatturato (+22,4 per cento) e il costo del lavoro (11,8 per cento). Rispetto al 2019, il Mol è cresciuto del 16,5 per cento il il fatturato de l’8,5 per cento e il costo del lavoro del 2,4 per cento.
Ha colpito con una testata al volto un insegnante che aveva rimproverato il figlio perché troppo irrequieto in classe. È avvenuto in un istituto scolastico nel Sud Sardegna. I carabinieri della Compagnia di Villacidro stanno valutando di denunciare l’aggressore per lesioni, violenza e resistenza a pubblico ufficiale. Protagonisti un professore di matematica di 56 anni, uno dei suoi studenti di 16 anni e il padre di quest’ultimo, un 53enne.
Il rimprovero, la chiamata al padre e l’aggressione
Nella mattinata del 6 novembre, durante le lezione, il docente, secondo quanto ricostruito dai militari, avrebbe rimproverato lo studente perché parlava troppo in aula. Il ragazzino avrebbe risposto al rimprovero, arrivando anche a insultare l’insegnante, poi è fuggito dall’aula e ha chiamato il genitore. Il padre è entrato nella scuola e ha affrontato nei corridoi il professore, colpendolo con una testata al volto. Ne è scoppiato uno scontro culminato con l’arrivo dei carabinieri e del 118. Sia il padre dello studente che il professore sono stati trasportati all’ospedale di San Gavino per essere medicati. Al momento non si conosce la prognosi.
Rare Beauty, marchio di cosmetici fondato e guidato da Selena Gomez, farà una donazione in favore delle ong umanitarie palestinesi per aiutare la popolazione nella Striscia di Gaza. L’annuncio, tramite un lungo post sulla pagina ufficiale di Instagram, è giunto probabilmente anche per sedare le polemiche che hanno colpito l’attrice e cantante statunitense in merito ad alcuni suoi commenti sul conflitto in Medio Oriente. «Siamo devastati dalle immagini e dalle notizie», si legge nel messaggio online. «I civili devono essere protetti, punto». Nel post, sottolineando un Dna incentrato sull’inclusione e la parità di sesso, genere e religione, l’azienda ha condannato sia gli attacchi di Hamas del 7 ottobre sia i continui raid di Israele nella Striscia.
Rare Beauty di Selena Gomez farà donazioni a Unicef e Croce Rossa
«Migliaia di civili palestinesi innocenti sono morti negli attacchi israeliani e milioni sono gli sfollati senza accesso a cibo, acqua e medicine», si legge nel post Instagram di Rare Beauty. «Un gran numero di questi sono bambini». Per tale ragione, parlando di «crisi umanitaria» l’azienda di cosmetici di Selena Gomez ha annunciato donazioni alla Croce Rossa che sta fornendo continui aiuti sul campo alle persone in difficoltà. In arrivo anche proventi in favore dell’Unicef al fine di «dare una mano con medici e risorse urgenti per i bambini di Gaza». Oltre ai continui raid di Israele, la società di bellezza ha condannato anche gli attacchi di Hamas del 7 ottobre. «Non esiste alcuna situazione in cui la violenza sui civili sia accettabile», ha specificato Rare Beauty. «Condanniamo qualsiasi forma di antisemitismo e islamofobia. Ogni aiuto può fare la differenza».
Selena Gomez a un evento del suo Rare Impact Fund (Getty Images).
Il post, come ha ricordato anche Billboard, ha tuttavia un duplice scopo. Oltre ad annunciare il suo appoggio alle vittime in Medio Oriente, Rare Beauty ha voluto sedare le polemiche che hanno colpito Selena Gomez nel mese di ottobre. Sui social, infatti, migliaia di persone avevano criticato alcuni commenti della star con frasi di odio e minacce online, accusandola di non fare abbastanza per le persone in difficoltà nonostante la sua popolarità globale. «Vorrei poter cambiare il mondo, ma un post non può farlo», aveva scritto Gomez in una storia Instagram, dove vanta 430 milioni di follower. La dura reazione del web l’aveva spinta persino a minacciare di chiudere l’account, dicendosi sfinita per tutto quello che stava accadendo nel mondo. Ad oggi però il profilo è ancora attivo, anche se l’attrice e cantante non ha pubblicato più nulla.
Rare Beauty, l’azienda che combatte gli stereotipi di bellezza
Lanciata il 3 settembre 2020, la società prende il nome dall’album Rare, terza pubblicazione in studio di Selena Gomez. La linea di prodotti per make up comprende trucchi per il viso e per gli occhi, ma anche rossetti e vari accessori. Il tutto con l’obiettivo di abbattere gli stereotipi di bellezza e spingere le donne ad accettarsi per come sono. «Il trucco è qualcosa di cui godere, non ciò di cui avere bisogno», aveva spiegato l’artista in un comunicato ufficiale. «Voglio che ogni donna smetta di paragonarsi alle altre, ma si senta bella esattamente per com’è. Una foto o un like sui social non ci definiscono». Riferendosi al titolo del suo disco, Gomez aveva descritto Rare come una lotta al bisogno di perfezione e un messaggio di amore per tutti. La star ha lanciato il Rare Impact Fund per fornire accesso ai servizi di salute mentale per i meno abbienti.
Un ragazzino di 14 anni è stato investito da un’auto mentre si stava recando a scuola in bicicletta. Le sue condizioni sono molto gravi. Dopo essere stato stabilizzato sul posto, è stato trasportato, in elicottero, all’ospedale Santa Maria della Misericordia di Udine, in prognosi riservata. L’incidente è avvenuto nella mattinata di martedì 7 novembre poco prima delle 8, in via Polesan, a Palazzolo dello Stella (Udine), dove l’adolescente abita e studia. Un secondo incidente, dalla dinamica simile, si è verificato, negli stessi minuti a Latisana, in via Isonzo. Il giovane – le cui condizioni sono meno gravi del primo – è all’ospedale di Latisana.
La Squadra Mobile della Questura di Bari ha arrestato nella mattinata del 6 novembre un uomo di 66 anni della provincia di Bari accusato di violenza sessuale aggravata. A chiedere la misura cautelare è stato il gip del Tribunale di Bari su proposta della procura della Repubblica. L’uomo avrebbe costretto a rapporti sessuali la nipote di 11 anni.
Le violenze ripetute dello zio
In base a quanto fin qui emerso sulla vicenda, l’uomo di 66 anni avrebbe in più occasioni commesso delle violenze sessuali ai danni della nipote. Il primo episodio risalirebbe all’estate del 2020 quando la ragazza, all’epoca 11enne, si sarebbe recata nel paese di residenza della nonna per farle visita. Qui avrebbe incontrato lo zio, anch’esso residente in quella zona, il quale l’avrebbe portata in un luogo isolato e l’avrebbe costretta a compiere dei rapporti sessuali.
Magistrato in tribunale (Imagoeconomica).
Un altro episodio simile si sarebbe verificato anche qualche mese dopo, a Natale, quando il 66enne avrebbe approfittato della riunione di famiglia per palpeggiare le parti intime della nipote. Quest’ultima, fortemente turbata dai fatti, avrebbe trovato successivamente il coraggio di raccontare i fatti ai suoi cari e con loro di avviare un procedimento contro lo zio. Alla denuncia della ragazzina di 11 anni ha fatto seguito un’audizione protetta della minore che è stata descritta come molto provata nel corpo e nella mente per quanto accaduto. Le successive indagini e i riscontri ottenuti dalle forze investigative, anche grazie alle ricostruzioni fornite da alcuni testimoni, hanno consentito di definire il quadro indiziario che ha portato al provvedimento cautelare per il 66enne e alla sua carcerazione.
Scampò solo per un caso fortuito alla strage del 15 agosto 2007 a Duisburg, in Germania, in cui furono uccise sei persone nell’ambito della faida di San Luca. Antonio Strangio, il 44enne arrestato dalla Polizia locale nella città tedesca in esecuzione di un mandato di arresto europeo emesso su richiesta della Dda di Reggio Calabria perché risultato latitante per un traffico di droga per il quale deve scontare una condanna a cinque anni di reclusione comminatagli a conclusione del processo Pollino.
Chi è Antonio Strangio e come si salvò nel 2007
Strangio, ritenuto dagli inquirenti contiguo alla cosca Pelle-Vanchelli, nel 2007 lavorava nel ristorante Da Bruno, nel parcheggio del quale fu commessa la strage. Gli inquirenti ritengono che proprio per i suoi legami di parentela con i Pelle-Vottari, Strangio potesse essere uno degli obiettivi degli assassini. L’uomo si salvò per il fatto che aveva lasciato il locale prima di mezzanotte dopo avere concluso il suo turno di lavoro. Nel corso degli accertamenti e delle perquisizioni che fecero seguito alla strage, nell’armadietto di Sebastiano Strangio, proprietario del locale e una delle sei vittime, fu trovato un fucile d’assalto di fabbricazione statunitense, mentre in quello dello stesso Antonio Strangio furono rinvenute 280 cartucce calibro 357 magnum. Il nome di Strangio, inoltre, compare anche nell’informativa dell’inchiesta antimafia Crimine, condotta dalla Dda di Reggio Calabria nel settembre del 2009. Il latitante, infatti, fu ripreso mentre, alla guida della sua auto, si recava a Polsi in occasione della festa della Madonna della montagna, giorno in cui le cosche più importanti di ‘ndrangheta tenevano tradizionalmente un summit nella località aspromontana.
Corrado Augias lascia la Rai dopo 63 anni di quasi ininterrotta militanza. Ha spiegato in lungo e in largo che se ne va perché i nuovi padroni di viale Mazzini vogliono riscrivere la storia, e non certo nel senso che la nostra Costituzione auspica. Siccome i nuovi padroni sono arrivati a ottobre del 2022, ci ha messo più di un anno a rendersene conto. Per carità, ognuno ha i suoi tempi di elaborazione, però possiamo dire che il suo è stato quanto meno un processo laborioso. In questi casi la domanda maliziosa è irresistibile: ma se ne sarà andato per convinzione o perché nei palinsesti della tivù di Stato non c’era più posto per i suoi programmi?
La7 di Cairo è sempre più la ridotta dei perseguitati di ogni regime
Un indizio viene da una delle sue tante considerazioni sulla vicenda che lo riguarda: non mi trovavo più a mio agio, e poi nessuno mi ha trattenuto. Insomma, ha perso la sua confort zone («vorrei lavorare con persone amiche in un ambiente cordiale»), ma i dirigenti Rai non hanno fatto nulla per fargli cambiare idea costringendolo a lasciare quella che considerava la sua casa. Per la cronaca, andrà a La7, la tivù di Urbano Cairo che è sempre più la ridotta dei perseguitati di ogni regime. Operazione che ricorda, ma con altri presupposti, il trasferimento nell’allora nascente tivù berlusconiana di star della Rai allettate dai soldi più che perseguitate dall’ideologia. Andò male, perché all’epoca le regole della tivù commerciale divergevano da quelle della tivù pubblica e i transfughi ritornarono a capo chino sui loro passi. Ma i tempi sono cambiati, e il clamoroso successo del passaggio di Fabio Fazio a Discovery per il giornalista-scrittore suona benaugurante. Lui, e lo si vede dalle numerose esternazioni che stanno accompagnando il suo addio, è un incrollabile e convinto rappresentante della superiorità morale della sinistra così derisa e offesa dalla barbara orda meloniana che sta affossando i palinsesti della tivù di Stato. A La7 troverà sicuramente un ambiente ben disposto a riconoscerglielo.
Corrado Augias (Imagoeconomica).
Inutile scandalizzarsi per l’horror vacui di un quasi 90enne
Forse per giustificare la sua uscita bastava dire che molti programmi Rai e relativi conduttori sono inguardabili, ma conveniamo che il tentativo di riscrivere la storia in senso sovranista e aspirazionalmente autoritario ne rinforza le motivazioni. Per altro, non tutti i programmi di Augias sono riusciti col buco. Specie ultimamente, dove risultavano un po’ tirati via (pensiamo a Città segrete) e sembravano obbedire più al suo spasmodico desiderio di apparire che a una ben congegnata filosofia di prodotto. Perché il nostro, e il suo è un destino condiviso da molti presenzialisti del piccolo schermo, se non sta dietro la lucina di una telecamera soffre di horror vacui. Cosa che rende oziosa l’altra obiezione che gli è stata mossa, cioè che alla vigilia degli 89 anni uno potrebbe serenamente chiudere e lasciare spazio alle nuove generazioni e andare a vedere i cantieri. Un passaggio che a parole tutti riconoscono come ineludibile e doveroso. Il problema è che il sentimento dell’horror vacui non ha età, e non perdere la scena è l’unico modo per esorcizzarlo pena lunghe sedute psicoanalitiche. Quindi scandalizzarsi è inutile quanto teorizzare il proprio auto-pensionamento. Ci avevano provato nel 2007 un gruppo di intellettuali, giornalisti e manager che avevano firmato un Patto generazionale che impegnava moralmente i contraenti a fare un passo indietro dai loro ruoli apicali una volta compiuti i 60 anni. Su internet il manifesto, con relativi firmatari tutt’ora molto noti, è ancora facilmente reperibile. Ce ne fosse uno che quel passo indietro l’ha fatto.
Allarme bomba nella mattinata di martedì 7 novembre 2023 nel palazzo di giustizia che a Perugia ospita la Corte d’appello dopo che una telefonata anonima ha annunciato la presenza di un ordigno esplosivo per «vendicare i fratelli di Hamas». L’edificio è stato evacuato e sono partite le verifiche di carabinieri e polizia. La telefonata è giunta poco dopo le 8 alla polizia municipale della città. A parlare, sembra, una voce maschile. Dal palazzo di giustizia – che ospita anche la procura generale e l’Ordine degli avvocati – sono stati allontanati tutti i presenti. Sul posto anche il procuratore generale Sergio Sottani che ha disposto da inizio ottobre l’intensificazione dei controlli di sicurezza in tutti gli edifici giudiziari dell’Umbria.
Una doppia perturbazione è in arrivo: il periodo di totale tranquillità meteorologica, caratterizzato da un clima piuttosto mite di giorno e in prevalenza soleggiato, verrà sostituito dal continuo viavai di perturbazioni atlantiche che proprio nel giorno in cui si festeggia San Martino, sabato 11 novembre, si organizzeranno dando vita a un ciclone. È la previsione di Antonio Sanò, fondatore del sito www.iLMeteo.it. La prima perturbazione raggiungerà l’Italia nelle prossime ore e interesserà dapprima il Centro, soprattutto il Lazio e poi, nel corso di mercoledì, si sposterà al Sud. Il tempo sarà più stabile al Nord anche se con tante nuvole, locali nebbie in pianura e qualche piovasco sul Triveneto. Dopo che questa perturbazione avrà bagnato gran parte del Sud nella giornata di mercoledì, giovedì arriverà il secondo fronte perturbato, più forte del precedente.
Maltempo e piogge in tutta la penisola
La giornata di giovedì 9 novembre partirà quindi all’insegna di un tempo soleggiato al Centro-Sud e sulle Alpi, spesso nebbioso invece sulla Pianura Padana. Nel corso del pomeriggio inizierà a peggiorare al Nord a partire da Ovest verso Est con precipitazioni via via più diffuse e moderate o a tratti forti sulla Liguria e sull’arco alpino. La perturbazione, alimentata da aria fredda in quota, riporterà la neve sulle Alpi sopra i 1200 metri. Entro sera la pioggia inizierà a interessare anche la Toscana per portarsi in nottata su Umbria e Lazio. Venerdì, mentre al Nord il tempo migliorerà lentamente, le piogge anche molto forti colpiranno Toscana, Umbria, Lazio, ma soprattutto la Campania. Per quanto riguarda infine il prossimo weekend, se sabato sarà una giornata di tregua dalle piogge con bel tempo prevalente, dalla sera si avvicinerà il ciclone di San Martino che nel corso di domenica si posizionerà sul Mar Tirreno per poi raggiungere velocemente il medio e basso Adriatico.
RosarioFiorello anticipa i tempi e, dopo aver annunciato soltanto nel suo programma Viva Rai 2 che nella prima serata di Sanremo 2024 al fianco di Amadeus ci sarà Marco Mengoni alla co-conduzione, guarda anche all’anno successivo, al 2025, quando la kermesse potrebbe essere affidata a un personaggio estraneo all’emittente pubblica. «Ho uno scoop sul Festival di Sanremo del 2025: non lo presenterà un personaggio della Rai», ha detto lo showman durante il suo morning show facendo, di fatto, partire il totonomi.
Per i social Fiorello si riferiva a Gerry Scotti
«Non è del canale 1, non del 2, non del 3, non del 4, non del… 6», ha precisato Fiorello (mancando di citare il 5). «Chi ha orecchie per intendere, intenda», ha aggiunto. Sui social, nel frattempo, sono stati avanzati già molti nomi e l’indiziato numero 1 è Gerry Scotti, se non altro perché nel corso della sua lunga carriera televisiva non ha mai guidato il Festival della canzone italiana.
Paolo Bonolis e Gerry Scotti Getty Images).
Molto gettonata è anche la possibilità che la direzione artistica e la conduzione della kermesse possa essere affidata a Paolo Bonolis, che per ben due volte ha già ricoperto questo ruolo, nel 2005 e nel 2009. Difficile sembrerebbe invece al momento che la scelta possa ricadere su una donna volto di Canale 5. In questo caso il primo nome sarebbe quello di Maria De Filippi, già sul palco di Sanremo come super ospite in passato, ma la conduttrice avrebbe già molti programmi a cui pensare e, per questo, verrebbe esclusa dal totonomi.
Il bodyguard con la croce celtica
Lo showman siciliano è anche tornato sul caso del bodyguard con la croce celtica inquadrato nel corso della prima puntata del suo programma che aveva portato non poche critiche alla Rai. «Ci danno dei fascisti a noi? Ma vi pare? Siamo a TeleMeloni, al Foro Italico, con l’obelisco di Mussolini dietro… guarda, vicino il mio orecchio», ha detto Fiorello, che poi ha aggiunto: «La croce celtica l’ho regalata io. Noi siamo della Rai: ignoranza totale! Quelli di cultura se ne sono andati. Pensate che io sappia cosa vuol dire la croce celtica? Per me, la croce celtica è come Dragon Ball…».
Ricky Tognazzi, nome d’arte di Riccardo Tognazzi, è nato a Milano l’1 maggio 1955 ed è un attore, regista, sceneggiatore e produttore cinematografico. Nella sua carriera ha ricevuto diversi David di Donatello, come quello nel 1985 come miglior attore non protagonista per il film Qualcosa di biondo, di Maurizio Ponzi. Nel 1990 ha ottenuto lo stesso premio come miglior regista esordiente con il film Piccoli equivoci, l’anno seguente come miglior regista per Ultrà e nel 1993 come miglior regista per La scorta.
Ricky Tognazzi: biografia e carriera
Figlio dell’attore Ugo Tognazzi e della ballerina Pat O’Hara, morta nel 2018, Ricky ha tre fratellastri, nati dai due successivi matrimoni del padre: Thomas Robsahm, Gianmarco e Maria Sole Tognazzi. Dopo aver frequentato numerosi set cinematografici fin da piccolo, ha intrapreso la sua strada studiando in Inghilterra, al DAMS di Boogna e all’Istituto di Stato per la Cinematografia e Televisione Roberto Rossellini di Roma, diplomandosi nel 1975. Ha poi iniziato a lavorare come aiuto regista per Luigi Comencini, Pupi Avati e Maurizio Ponzi. Il debutto dietro la macchina da presa è avvenuto nel 1987 con Fernanda, un episodio della serie tv Piazza Navona progettata da Ettore Scola. Come regista ha girato film come Piccoli equivoci(1989), Canone inverso – Making Love (2000), Il padre e lo straniero (2010), Tutta colpa della musica(2011) e, insieme alla moglie Simona Izzo, Io no (2003).
Simona Izzo e Ricky Tognazzi alla Mostra del Cinema di Venezia nel 2022 (Getty Images).
Per il piccolo schermo ha girato le fiction I giudici – Excellent Cadavers (1998), Il papa buono (2003), L’isola dei segreti – Korè (2009), Mia madre (2010), Il caso Enzo Tortora – Dove eravamo rimasti? (2012), L’assalto (2014), Pietro Mennea – La freccia del Sud(2015), Boris Giuliano – Un poliziotto a Palermo (2016), La vita promessa (2018-2020) e Svegliati amore mio (2021). Come attore, ha recitato in film e serie come La tragedia di un uomo ridicolo, regia di Bernardo Bertolucci (1981), I pompieri, regia di Neri Parenti (1985),Un eroe borghese, regia di Michele Placido (1995), Commedia sexy, regia di Claudio Bigagli (2001), Il più bel giorno della mia vita, regia di Cristina Comencini (2002) e Nine, regia di Rob Marshall (2009).
Ricky Tognazzi: la vita privata
Il regista è stato sposato con Flavia Toso, da cui ha avuto una figlia, Sarah e nel 1995 si è sposato con Simona Izzo, attrice, doppiatrice e sceneggiatrice.
Stasera 7 novembre 2023 andrà in onda il film The Peacemaker – Il conciliatore, sul canale Nove alle ore 21.25. La regista è Mimi Leder mentre la sceneggiatura è stata scritta da Michael Schiffer. Nel cast ci sono George Clooney, Nicole Kidman, Marcel Lures e Randall Batinkoff.
Locandina della pellicola (X).
The Peacemaker – Il conciliatore, trama e cast del film in onda stasera 7 novembre 2023 sul Nove
La trama racconta un evento catastrofico che improvvisamente scuote la quiete in una desolata regione russa: due treni, di cui uno che trasporta delle testate nucleari, si scontrano e ciò provoca un’enorme esplosione. Le autorità decidono di intervenire e dichiarano lo stato dall’allarme. Tuttavia, non è chiara la dinamica dell’incidente e sull’accaduto indagano diversi agenti. Per comprendere al meglio le causa dello scontro tra i due mezzi, indaga anche la scienziata statunitense Julia Kelly (Nicole Kidman), un’esperta di fisica nucleare che al tempo stesso collabora con il dipartimento che combatte il contrabbando di armi atomiche.
La dottoressa inoltre, si ritrova a indagare sull’evento in compagnia del colonnello Thomas Devoe (George Clooney), un agente dei servizi segreti americani. I due insieme scoprono che l’incidente era una copertura per rubare le testate nucleari. Chi si cela dietro questo furto non è ancora noto ma, come intuiscono i due collaboratori, deve essere qualcuno che non ha intenzioni pacifiche. Kelly e Devoe, nonostante le loro divergenze operative e caratteriali, decidono di scoprire la verità dietro al caso. Emergerà una cospirazione segreta che potrebbe minare la pace nel mondo e stravolgere completamente la situazione politica e sociale in terra sovietica.
The Peacemaker – Il conciliatore, 5 curiosità sul film
The Peacemaker – Il conciliatore, l’abilità di George Clooney
Per questo film, George Clooney non ha avuto controfigure ma ha voluto recitare lui stesso nelle scene d’azione più pericolose. Per questa ragione, la regista Mimi Leder lo definì «senza paura». Durante le riprese, Clooney imparò anche come calarsi da un elicottero e definì l’esperienza «strana ma divertente».
The Peacemaker – Il conciliatore, l’ammirazione di un attore sul set
A quanto pare, George Clooney rimase stupito dall’attore Armin Mueller-Stahl. Proprio per questo, sembra che Clooney offrisse tutti i giorni del caffè al suo collega. Sul set sembra che Clooney abbia stabilito un rapporto d’amicizia anche con la sua collega Nicole Kidman.
George Clooney nel film (X).
The Peacemaker – Il conciliatore, le location per le riprese del film
Anche se nel film i protagonisti girano in diverse parti del mondo, in realtà la maggior parte delle scene sono state girate in Slovacchia.
The Peacemaker – Il conciliatore, il primo progetto per una nota casa di produzione
Anche se molti magari non ricordano questo lungometraggio d’azione, è stato molto importante per una famosa casa di produzione: The Peacemaker è la prima pellicola prodotta dalla DreamWorks SKG, creata da Steven Spielberg, Jeffrey Katzenberg e David Geffen.
The Peacemaker – Il conciliatore, un grande successo al botteghino
Il film ha ottenuto un grande successo al botteghino. Infatti, secondo il portale Box Office Mojo, il budget della produzione è stato di 50 milioni di dollari mentre gli incassi a livello globale hanno raggiunto i circa 110 milioni di dollari.
Stasera 7 novembre 2023 andrà in onda sul canale Rai Movie alle ore 21.10 il film Alien: Covenant. Il regista è Ridley Scott mentre la sceneggiatura è stata scritta da Michael Green, Jack Paglen e John Logan. Nel cast ci sono Michael Fassbender, Katherine Waterstone, Noomi Rapace, Guy Pearce e Billy Crudup.
La locandina del film (X).
Alien: Covenant, trama e cast del film in onda stasera 7 novembre 2023 su Rai Movie
La trama racconta la storia dell’astronave Covenant che atterra sul pianeta Origae-6 per cercare di creare una nuova colonia dell’umanità. Tuttavia, la nave viene colpita e, per evitare il peggio, l’androide Walter (Michael Fassbender) decide di svegliare l’equipaggio che era in stato di ibernazione. Una volta sveglio, l’equipaggio, comandato da Christopher Oram (Billy Crudup), decide di cambiare meta e raggiungere un pianeta dal quale arriva uno strano messaggio radio.
Una volta sul pianeta sconosciuto, l’ambiente sembra ospitale e favorevole alla vita umana, ma ben presto i pionieri dello spazio capiranno di aver fatto un grosso errore. Il pianeta è infatti popolato dai Neomorfi, delle creature spaventose e assetate di sangue. Inaspettatamente, i membri dell’equipaggio vengono salvati da una figura incappucciata che li conduce in quella che sembra una città abbandonata. L’astronauta Daniels (Katherine Waterstone) prenderà il comando del gruppo e a poco a poco scoprirà delle agghiaccianti verità, cercando poi di salvare la sua vita e quella dei suoi compagni.
Alien: Covenant, 5 curiosità sul film
Alien: Covenant, la cronologia del film
Gli eventi narrati nel film iniziano il 5 dicembre 2104 e terminano poco dopo l’inizio del 2105. Cronologicamente, quindi, questo film si svolge ben 17 anni prima il primo capitolo, Alien diretto da Ridley Scott nel 1979, che inizia nel 2122.
Alien: Covenant, un omaggio al primo film della serie
Gli spettatori più attenti potranno ascoltare nel primo atto il tema musicale del capitolo originale. Infatti, il regista Ridley Scott ha usato parte della colonna sonora creata da Jerry Goldsmith nel 1979 per omaggiare il suo lavoro e cercare di ricreare la stessa atmosfera.
Alien: Covenant, il design di una mostruosa creatura
Nel film viene mostrato una nuova e terrificante creatura chiamata Neomorfo. I disegnatori per realizzare il design di questo mostro si sono ispirati allo squalo goblin, predatore che vive negli abissi marini.
Alien: Covenant, un progetto completamente cambiato
Questo film è il sequel di Prometheus del 2012 ma ha subito molte modifiche prima di essere prodotto. L’idea originale di Ridley Scott era quella di concentrarsi sulla storia e il passato degli Ingegneri, razza aliena mostrata nel prequel. Scott credeva che i fan erano stufi del solito film del franchise con lo xenomorfo come antagonista principale e voleva provare un approccio diverso. Tuttavia, in seguito alla reazione del pubblico verso Prometheus, capì che gli spettatori volevano ancora vedere il terribile mostro sullo schermo e decise di stravolgere tutto, realizzando Alien: Covenant.
Una scena con Michael Fassbender (X).
Alien: Covenant, il commento di Scott
Il regista Ridley Scott ha rivelato che il tema di fondo del film è quello dell’evoluzione dell’Intelligenza Artificiale. Non a caso, il vero antagonista si può identificare nell’androide David che ha come scopo quello di creare una nuova forma di vita letale e perfetta.
Martedì 7 novembre 2023 alle ore 14.00 andrà in onda la seconda puntata settimanale del programma di Rai 1 La volta buonacondotto da Caterina Balivo. Tra gli ospiti nel salotto televisivo ci saranno Ricky Tognazzi, Fabio Canino, Rossella Erra e Paola Minaccioni. Nel corso della trasmissione ci sarà spazio anche per i giochi, il divertimento, l’attualità e le storie della gente comune.
Ricky Tognazzi: film, moglie e figli
Regista, attore e sceneggiatore, Tognazzi è figlio dell’attore Ugo Tognazzi. Dopo aver frequentato numerosi set cinematografici fin da piccolo, ha intrapreso la sua strada studiando in Inghilterra, al DAMS di Boogna e all’Istituto di Stato per la Cinematografia e Televisione Roberto Rossellini di Roma, diplomandosi nel 1975. Ha poi iniziato a lavorare come aiuto regista per Luigi Comencini, Pupi Avati e Maurizio Ponzi. Il debutto dietro la macchina da presa è avvenuto nel 1987 con Fernanda, un episodio della serie tv Piazza Navona progettata da Ettore Scola. Come regista ha girato film come Piccoli equivoci (1989), Canone inverso – Making Love (2000), Il papa buono(2003), Il caso Enzo Tortora – Dove eravamo rimasti? (2012). Come attore, ha recitato in film e serie come La tragedia di un uomo ridicolo, regia di Bernardo Bertolucci (1981), I pompieri, regia di Neri Parenti (1985), Un eroe borghese, regia di Michele Placido (1995), Commedia sexy, regia di Claudio Bigagli (2001), Il più bel giorno della mia vita, regia di Cristina Comencini (2002) e Nine, regia di Rob Marshall (2009). Il regista è stato sposato con Flavia Toso, da cui ha avuto una figlia, Sarah, e nel 1995 si è sposato con Simona Izzo.
Ricky Tognazzi e Fabio Canino.
Fabio Canino: biografia e carriera
Attore e conduttore televisivo e radiofonico, Canino è noto per essere uno dei giurati del programma Ballando con le stelle (dal 2007). Ha iniziato la sua carriera a teatro e ancor prima come animatore in alcuni villaggi turistici. Il suo esordio in televisione è stato con il programma Macao(1996-1998), seguito da Le Iene (1998-2000) e dal programma comico Assolo, su La7 (2001). Sulle reti Mediaset ha presentato Cronache marziane e Frankenstein. Negli stessi anni è stato impegnato anche alla conduzione di Star System su Radio Monte Carlo e di Hot Settanthot su Raisat Premium. Dichiaratamente omosessuale, è impegnato su temi di carattere LGBT e sociale ed è testimonial della campagna Giù le mani dai bambini. Essendo una persona molto riservata, non si sa se sia fidanzato o single.
Rossella Erra e Paola Minaccioni.
Rossella Erra: biografia, marito e figlia
Nota per essere un’opinionista tv, per 25 anni ha fatto la commercialista e, chiusa l’azienda di cui era proprietaria insieme a un socio, si è reinventata in televisione. Ha trovato sui social un annuncio per partecipare alla trasmissione Vieni da me condotta da Caterina Balivo e, una volta passati i provini, è diventata ambasciatrice del pubblico, chiamata poi signora Rossella. Ha ricoperto lo stesso ruolo anche ai programmi di Milly Carlucci Ballando con le stelle e Il cantante mascherato, intervistando i concorrenti e raccontando quanto accade dietro il backstage. Nel 2021 è stata chiamata da Bianca Guaccero per partecipare a Detto fatto. L’opinionista è sposata con Attilio Russo, un ufficiale delle Forze armate, e ha una figlia, Beatrice.
Paola Minaccioni: biografia e carriera
Attrice, comica e conduttrice radiofonica, Minaccioni ha debuttato al cinema nel 1993 con il film Le donne non vogliono più, regia di Pino Quartullo, e durante gli Anni 90 si è divisa tra teatro e cabaret collaborando, tra gli altri, con Lillo e Greg. Ha fatto il suo esordio in televisione con la miniserie La forza dell’amore (1998). Nel 2o03 è tornata a recitare sul grande schermo con il film Cuore sacro diretto da Ferzan Ozpetek, che l’ha diretta anche in Magnifica presenza e Allacciate le cinture. Di seguito è apparsa in ruoli minori in film come Fascisti su Marte, regia di Corrado Guzzanti, Notte prima degli esami – Oggi, di Fausto Brizzi (2007) e Cemento armato, per la regia di Marco Martani (2007). Dal 2007 al 2011 ha riscosso successo entrando nel cast della fiction Un medico in famiglia. In televisione ha preso parte a Notte prima degli esami ’82(2011), Le fate ignoranti – La serie, regia di Ferzan Ozpetek (2022) e A muso duro – Campioni di vita, regia di Marco Pontecorvo (2022). Essendo una persona molto riservata, non è noto se sia sposata o abbia figli.