Il critico e storico del cinema francese Michel Ciment, per oltre mezzo secolo voce della popolare trasmissione di France Inter Le Masque et la Plume, è morto all’età di 85 anni. Lo ha annunciato ieri sera la stessa emittente.
Chi era Michel Ciment
Appassionato di cinema, aveva cominciato a scrivere sulla settima arte durante gli studi, poi aveva cominciato a collaborare con diverse riviste. Ciment era stato anche presidente del sindacato della critica. Ha contribuito a diverse opere collettive e scritto libri, raccolte di interviste e biografie, in particolare su Stanley Kubrick e il cinema americano. Nel 1994, a Cannes, aveva ricevuto il primo premio Maurice Bessy, per il suo talento «nel campo della scrittura cinematografica».
Il ricordo della Biennale di Venezia: «Indimenticabile»
La Biennale di Venezia lo ricorda come «indimenticabile maestro della critica cinematografica francese e internazionale», sottolineando che «dal 1964 fino a due anni fa Michel Ciment ha onorato con la sua ininterrotta presenza e la sua lezione intellettuale e umana la Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica, a cui lo legavano rispetto e passione».
Un ciclista di 58 anni di origini rumene è morto a seguito di un incidente su via Casilina a Roma che, oltre al mezzo a due ruote, ha coinvolto anche un autocarro. Lo scontro si è verificato in zona Villa De Sanctis, all’altezza dell’incrocio tra la Casilina e via dei Gordiani, intorno alle 9.00 del 14 novembre. In base a quanto fin qui reso noto sul sinistro, il ciclista sarebbe morto sul colpo, con il personale medico intervenuto che avrebbe potuto soltanto accertarne il decesso.
L’emergenza sicurezza strade a Roma
Sul posto, oltre al personale sanitario, è intervenuta anche la polizia locale del V gruppo Prenestino che ha effettuato tutti i rilievi necessari ad accertare la dinamica dell’incidente. Per alcune ore il traffico sul tratto di strada tra viale della Primavera e via dei Gordiani è stato chiuso. Spetta ora alle forze dell’ordine il compito di ricostruire cosa abbia causato l’incidente mortale. Quanto avvenuto su via Casilina, purtroppo, segue un trend molto negativo che interessa Roma e le sue strade. Secondo il Focus 2022 dell’Istat sull’incidentalità stradale, il Lazio è stata la Regione con le strade meno sicure e più pericolose d’Italia. Lo scorso anno, infatti, le vittime di incidenti stradali sono state nel territorio ben 339. Quest’anno, nella sola Roma e provincia, si contano già 170 decessi avvenuti su strade urbane ed extraurbane.
La Protezione civile ha esteso alla mattina del 15 novembre l’avviso meteo di codice giallo in Toscana. Sono attesi vento e mareggiate e l’allerta interessa il mare a Nord dell’isola d’Elba e la costa pisano-livornese, fino alle ore 10 di mercoledì.
Previste piogge e raffiche di Libeccio
Prorogata anche l’allerta per vento per i crinali appenninici di Romagnatoscana, bacino del Reno e Valtiberina, fino alle 8, sempre di mercoledì. Martedì 14 sono possibili deboli piogge sulle zone centro-settentrionali, in particolare in prossimità dei rilievi. Raffiche di Libeccio fino a 60-80 km/h sono attese sull’arcipelago a Nord dell’Elba, fino a 70-100 km/h sui crinali appenninici. Possibili raffiche fino a 50-60 km/h anche sul litorale livornese. Moto ondoso in aumento, fino ad agitato, al largo. Mercoledì residue pioviggini fino alla prima parte del mattino sulle aree settentrionali. In mattinata raffiche di Libeccio fino a 60-80 km/h sull’arcipelago a Nord dell’Elba e fino a 70-100 km/h sui crinali appenninici e sottovento.
Una volta terminato il lungo sciopero degli attori di Hollywood, durato ben sei mesi, le star del cinema USA sono finalmente tornate a calcare i red carpet, compresi gli attori del cast di The Crown, protagonisti domenica 12 novembre della première londinese della nuova stagione della serie Netflix incentrata sulla famiglia reale inglese.
The Crown, il cast della serie sfila sul tappeto blu dopo lo sciopero
Dopo la quadra raggiunta tra il sindacato del mondo dello spettacolo (il SAG-AFTRA, guidato da Fran Drescher) e le principali major americane, gli attori del serial hanno avuto il nulla osta per sfilare all’anteprima mondiale della stagione conclusiva di The Crown, in occasione di un evento che si è svolto presso il Regency Village Theatre di Los Angeles dove la strada vicina è stata trasformata in una sorta di Buckingham Palace in miniatura. Un tappeto blu, bandiere britanniche, guardie con giacca rossa e cappello di pelliccia hanno creato un’atmosfera regale, con una nutrita folla di fan e curiosi schierati lungo le transenne in attesa dei loro idoli. Gli attori protagonisti, tra cui Elizabeth Debicki nei panni dell’indimenticabile Lady Diana Spencer, Jonathan Pryce (il Principe Filippo) e Khalid Abdalla nel ruolo di Dodi Fayed, hanno sfilato di fronte a paparazzi e telecamere prima di entrare in sala. Tra i presenti all’evento anche Rufus Kampa, Fflyn Edwards, Ed McVey, Luther Ford e Meg Bellamy.
La sesta e ultima stagione di The Crown su Netflix dal 16 novembre
La sesta stagione di The Crown si aprirà con la tragica morte di Diana, per poi fare un salto temporale di otto settimane narrando la sua prima estate da donna divorziata trascorsa con i figli William e Harry. Mentre Diana si trova in vacanza a Saint Tropez con i bambini, Carlo è a Balmoral con Camilla. I due organizzano il 50esimo compleanno di lei, ma Carlo deve chiedere il permesso a sua madre per partecipare alla festa. La regina Elisabetta, interpretata da Imelda Staunton, liquida il figlio con uno sguardo freddo, tornando poi a occuparsi dei suoi corgi. Le prime quattro puntate arriveranno su Netflix il 16 novembre, mentre le altre quattro saranno caricate in piattaforma dal 14 dicembre.
La Uefa Women’s Champions League sarà ancora una volta trasmessa in diretta su YouTube. Proprio nei giorni in cui la manifestazione ha il via ufficiale per la stagione 2023/2024, Dazn e la federazione europea hanno rinnovato la partnership, giunta al terzo anno. E la società di live streaming ha deciso di concedere a YouTube la possibilità di ribaltare in diretta tutte le 61 partite, e non soltanto 19 come prevedeva il precedente contratto. La Champions League femminile, lo scorso anno, ha toccato quota 55,2 milioni di visualizzazioni sul canale, con oltre 230 Nazioni coinvolte e un aumento del 19 per cento rispetto all’anno precedente. La sola finale è stata vista da 5,1 milioni di spettatori in diretta.
Lieke Martens del Paris Saint-Germain tira in porta nel match contro il Manchester United (Getty Images).
Hannah Brown: «Per Dazn è un’opportunità di crescita»
Come raccontato da Calcio e Finanza, la co-Ceo Women’s Sport di Dazn, Hannah Brown, ha espresso la propria soddisfazione. Secondo la manager è un’importante opportunità per la società: «La Coppa del Mondo femminile di quest’estate ha catturato l’attenzione e l’immaginazione di milioni di persone in tutto il mondo. Per DAZN il calcio femminile rappresenta un’opportunità di crescita unica, e acquisendone i diritti per quattro anni, dal 2021 al 2025, ha dato prova della propria leadership: stiamo lavorando alla creazione di un progetto unico dedicato al calcio femminile a livello globale che possa dare visibilità ai migliori club del mondo e coinvolgere un pubblico internazionale attraverso la nostra piattaforma e i nostri canali».
Un’esultanza della calciatrici del Paris Fc (Getty Images).
Hannah Brown: «Calcio femminile in crescita»
Brown ha proseguito: «Vantiamo un portfolio impareggiabile di alto livello, con competizioni come la Liga F, Google Pixel Frauen-Bundesliga, D1 Arkema, Serie A Femminile eBay, Barclays Women’s Super League, Women’s FA Cup e NWSL. Stiamo investendo in tutti i settori, dalla trasmissione e produzione di alta qualità, alla distribuzione capillare e al marketing multicanale. Questo approccio è fondamentale per la crescita del calcio femminile, in quanto potrà creare un ambiente economicamente interessante per i brand che vorranno avvicinarsi a un pubblico eterogeneo e internazionale».
Nulla cambi, perché tutto resti uguale. Sembra che i tempi del Gattopardo, almeno in televisione, siano passati. Perché se Tomasi di Lampedusa elevava a statuto di classico il concetto del gattopardismo, appunto un cambiamento apparente ed esteriore atto a lasciare che tutto rimanga immutato, Maria De Filippi, che della televisione contemporanea e volendo anche di quella del passato prossimo è regina incontrastata, ha stabilito che lasciare tutto com’è è il miglior modo per continuare a raccogliere risultati a dir poco incredibili, anche perché nel mentre tutto intorno a lei sembra sia arrivata l’apocalisse. Basta guardare a quel che succede nel programma Amici, talent in onda su Canale 5 ormai da tempo immemore: quella che sta scaldando i motori in queste settimane è l’edizione numero 23, se si contano anche le varie sfumature come Saranno famosi, Amici di Maria De Filippi e affini, una specie di standard che, a differenza di quanto succede nel jazz, non prevede né improvvisazioni né variazioni, ma la pedissequa riproposizione del sempre uguale a se stessa.
Molti concorrenti di Amici destinati al dimenticatoio
Cambiano giusto i nomi dei concorrenti, che spesso essendo solo nomi si ripropongono pure, ma come se Maria De Filippi fosse il colonnello Lobanovskij, mitico allenatore della nazionale sovietica quando ancora esisteva l’Urss, ideatore del calcio totale un attimo prima che questo divenisse pop per piede di Johan Cruijff e i suoi colleghi olandesi: i vari ruoli restano sempre gli stessi, portati a casa eseguendo ordini precisi, senza uscire dai binari e, ahiloro, con un destino segnato e molto spesso infelice, il dimenticatoio lì dietro l’angolo per la stragrande maggioranza dei concorrenti.
C’è quindi la ragazza che canta, caruccia di viso, voce limpida e potente, che però è totalmente o quasi priva di empatia. C’è il ragazzo ribelle, che fa perdere la testa alle colleghe concorrenti e a buona parte del pubblico femminile da casa. C’è qualcuno che ha già un piccolo fan club, perché magari ha già mosso i primi passi dentro un altro talent – X Factor – senza incontrare fortuna, o perché è passato da Sanremo Giovani o dal mercato, sempre e comunque in necessità di passare da Maria per avere su di sé qualche istante di celebrità. C’è, spesso ma non sempre, un vincitore predestinato, che non necessariamente poi sarà quello a avere maggior successo fuori di lì: ricordiamo che Amici non è solo un programma rivolto al canto, ma anche al ballo – chi scrive nulla sa di ballo e nulla vuole sapere – anche perché il successo, ultimamente, a chi passa da Amici arriva un po’ dopo esserci passato, e se così non è risulta solo perché il cammino verso quelle vette era già stato intrapreso da tempo.
Elodie e Annalisa, il successo dopo essersi lasciate il talent alle spalle
Penso, a tal proposito, a quel che è accaduto a Irama, arrivato da Maria dopo essersi abbondantemente messo in evidenza, a Sanremo come nel mercato, o a Gaia, anche lei già vista: suo un secondo posto a X Factor, l’apertura di un tour per Giorgia, alcunibrani che erano anche passati per radio. Ma penso soprattutto alle due regine incontrastate del mercato pop femminile del momento. No, non sto parlando di Emma e Alessandra Amoroso, che sembrano ancora molto, se non troppo attaccate al cordone ombelicale che le lega a Maria De Filippi, l’una ora a girare per piccoli club con la scusa del “stiamo vicini vicini”, l’altra ferma al palo dopo la nota vicenda del video sfottò su TikTok. Parlo di Elodie e Annalisa, due non vincitrici di Amici – nelle loro edizioni hanno vinto rispettivamente tale Lele e Virginio, oggi autore di Laura Pausini -, artiste che hanno sì ottenuto il successo mainstream, ma lo hanno ottenuto dopo essersi lasciate Amici alle spalle, definitivamente, un po’ come del resto è successo a MarcoMengoni o ai Maneskin rispetto a X Factor.
Annalisa (Getty).
Angelina Mango, oggi una delle più amate sulla scena pop
Per certi versi, sempre attenti a non brindare prima della mezzanotte, penso anche ad Angelina Mango, anche lei approdata a Amici quando già era sul mercato, ma grazie a Amici, lei sì, esplosa con Ci pensiamo domani, oggi come oggi una delle artiste più amate sulla scena pop, anche lei non vincitrice dell’ultima edizione (stesso copione di Sangiovanni, a sua volta già attenzionato, esploso subito essere uscito di lì e oggi un po’ appannato).
La categoria ormai fissa dei “figli di”
Angelina Mango, che è un vero talento, è per altro appartenente a un’altra categoria ormai fissa nel copione, quella dei figli di: lei del mai abbastanza compianto e celebrato Pino Mango, oltre che della strepitosa voce post Antonella Ruggero dei Matia Bazar, Laura Valente. L’anno prima c’era Lda, a sua volta talentuoso figlio di Gigi D’Alessio, quest’anno tale Holden, figlio di Paolo Carta, meglio noto come Mr Pausini, in quanto compagno di Laura.
Perché Amici è una piece teatrale che va in replica con un copione fisso, e quando una piece funziona (Amici è un programma televisivo, non una agenzia di scouting) cambiarla in corsa sarebbe come rinunciare a un successo assicurato, forse addirittura darsi direttamente la zappa sui piedi. Quindi via di gare, amori, amicizie, pianti e critiche durissime ricevute sul campo, la voce neutra di Maria a riportare il tutto nell’alveo del nazional popolare, la carriera musicale è qualcosa di serio che si costruisce con sudore e fatica, ma alla fine arriva il successo. Poco importa allora se, su qualche centinaio di concorrenti passati da quelle parti, molti dei vincitori compresi, poco o nulla è rimasto a livello di percezione del pubblico: si pensi a nomi che sembravano destinati a fare sfaceli – che so? – Antonino, Sergio Sylvestre, Deborah Iurato, Moreno, ma anche gli stessi The Kolors, campioni di ascolti questa estate, ma per aver azzeccato una canzone come Italo Disco quando ormai la loro vittoria a Amici era stata quasi dimenticata e la loro carriera sembrava sulla via del declino.
Marco Carta, Valerio Scanu e Denis Fantina bruciati
Si pensi a Andrea Urso, Gerardo Pulli, Marco Carta, riemerso recentemente solo per faccende inerenti alla cronaca, Valerio Scanu, passato dal fare Anna Oxa a Tale e quale show a essere sparito dagli orizzonti, eccenzion fatta per i giornali di cronaca rosa, questo dopo aver contribuito a diventare memabile l’inciso «a far l’amore in tutti i luoghi, in tutti i laghi», in verità del talentuoso cantautore PierDavide Carone. Via via si arriva fino a Denis Fantina o Giulia Ottonello, per non dire di chi non ha vinto. Troppi nomi bruciati come meduse lasciate su un sasso sotto il solleone.
Rimane la compagnia di giro dei coach
Quello che rimane, per citare un romanzo di Paula Fox, è la compagnia di giro dei coach, e chi avrebbe anche sognato che un giorno su quelle poltrone si sarebbero seduti artisti come Elisa o J-Ax, per dire. Oggi invece abbiamo Lorella Cuccarini a vedersela con i miracolati Rudy Zerbi e Anna Pettinelli. È rimasta anche la compagnia dei giornalisti con paletta in mano, rinominati in Rete «gli amici a quattro zampe», a ragione, tutti a beneficiare della luce dei riflettori, oltre che del bacio benevolo di Maria, nostra Signora della televisione. Nulla cambi perché tutto resti uguale, tanto gli ascolti ci saranno e l’anno prossimo ci troveremo qui a dire le stesse cose sulla 24esima edizione.
Gianni Alemanno da tempo lavora per unire una galassia del dissenso, più “estremista” di Meloni, e ora punta a lanciare una nuova opposizione che «va al di là dei vecchi schemi destra-sinistra». Lo fa dando vita a un Forum per l’indipendenza italiana, alla cui assemblea di costituzione saranno presenti anche il presidente onorario del Partito comunista italiano Marco Rizzo e Moni Ovadia.
Alemanno: «Serve destra sociale all’opposto di quello che fa il governo Meloni»
Il nuovo movimento dell’ex sindaco di Roma e storico esponente della destra radicale, passato per il Movimento sociale italiano, Alleanza nazionale e Fratelli d’Italia, oggi si colloca in una «destra sociale all’opposto di quanto sta facendo il governo Meloni». Saranno «due giorni di confronto e dibattito per far nascere un nuovo movimento che renda l’Italia una nazione libera e indipendente», dice Alemanno in un tweet in cui dà appuntamento per il 25 e 26 novembre al Midas Palace Hotel di Roma. Il clou, domenica 26 alle 11, sarà la tavola rotonda con Rizzo, Ovadia, Francesco Toscano, Elena Basile, Fabio Granata e Francesco Borgonovo come moderatore. «Da un lato abbiamo una politica blindata a dire le stesse cose. Giorgia Meloni e Elly Schlein dicono le stesse cose sui temi essenziali, sulla guerra, sull’appartenenza alla Nato, sull’appartenenza all’Europa», spiega Alemanno. «Dall’altro lato ci dobbiamo essere noi per cambiare l’Italia, per dar un contributo vero, al di là, di quelli che possono essere i vecchi schemi. L’Italia deve approfittare di questo momento eccezionale, con la nascita del mondo multipolare, per liberarsi dalle vecchie sudditanze e guardare verso il futuro».
?? ? ?? ????????
Unisciti a noi di Forum per l'Indipendenza Italiana per un evento unico, aperto a tutti: due giorni di confronto e dibattito per far nascere un nuovo movimento che renda l’Italia una nazione libera e indipendente pic.twitter.com/ORonaIC2hD
Nell’udienza di venerdì 17 novembre 2023 Shabbar, padre di Saman Abbas, «vuole rendere dichiarazioni». Lo hanno anticipato i suoi difensori, gli avvocati Simone Servillo e Enrico Della Capanna, alla Corte di assise di Reggio Emilia. «Oggi non è pronto», hanno specificato i legali.
Conclusa l’istruttoria dibattimentale
La presidente della Corte, Cristina Beretti, ha dunque dichiarato conclusa l’istruttoria dibattimentale e venerdì, oltre alle parole dell’imputato, è prevista la requisitoria dell’accusa. Nel processo, oltre a Shabbar, sono imputati anche lo zio di Saman, Danish Hasnain, i cugini Ikram Ijaz e Nomanhulaq Nomanhulaq e la madre Nazia Shaheen, latitante. La Corte di assise di Reggio Emilia ha anche comunicato che non accoglierà la produzione dell’audio registrato dall’agente della polizia penitenziaria del 25 ottobre 2022 dove si sentono parlare lo stesso poliziotto, Danish Hasnain, e un altro detenuto. La procura aveva spiegato che si trattava di un elemento utile a valutare la volontà dell’imputato di «fornire un apporto collaborativo», già «in tempo risalente».
Su 3,7 milioni di lavoratori pubblici con almeno una giornata retribuita nel 2022, 1,35 milioni ha più di 55 anni. Questo è quanto emerge dall’Osservatorio Inps sui lavoratori pubblici che sottolinea come entro 10 anni un terzo dei dipendenti accederà alla pensione. «Per quanto concerne la struttura per età emerge che, nel 2022, la classe di età modale è quella tra i 55 e i 59 anni con 694.911 lavoratori (18,8 per cento sul totale). Il 77,9 per cento della collettività ha età maggiore o uguale a 40 anni. Si può stimare che nell’arco di 10 anni (al massimo) oltre un terzo dei dipendenti pubblici transiterà alla pensione», spiega l’Inps.
Stasera 14 novembre 2023 andrà in onda la miniserie Circeo, su Rai 1 alle ore 21.35. È diretta da Andrea Molaioli, prodotta da Cattleya in collaborazione con Rai Fiction, Paramount Television International Studio e Paramount+ e scritta da Flaminia Gressi, Lisa Nur Sultan e Viola Rispoli. Le puntate verranno trasmesse il 14, il 21 e il 28 novembre in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. La serie racconta il massacro avvenuto a Roma nel 1975 e il processo che ne seguì.
Circeo: trama e cast della miniserie in onda da stasera 14 novembre su Rai 1
Il 29 settembre 1975, nel quartiere popolare della Montagnola a Roma, due giovani ragazze, Donatella Colasanti (interpretata da Ambrosia Caldarelli) e Rosaria Lopez (Adalgisa Manfrida), si preparano per uscire con dei ragazzi provenienti da famiglie agiate di Roma. Ignorano che alcuni di loro hanno un passato criminale e non possono immaginare che l’uscita si trasformerà in un terribile incubo. Le due ragazze vengono infatti sequestrate, picchiate e violentate per diverse ore in una villa al Circeo. Alla fine, vengono rinchiuse nel bagagliaio di un’auto perché si crede siano morte. La mattina del primo ottobre, le due ragazze vengono ritrovate in un’auto abbandonata a viale Pola, a Roma, avvolte in alcune coperte. Una di loro è deceduta, mentre l’altra, Donatella, è ancora viva. La notizia dell’atroce crimine al Circeo scuote l’Italia e il processo successivo è ampiamente coperto dai media nazionali. Donne provenienti da ogni parte del Paese si presentano al Tribunale di Latina per sostenere Donatella e assicurarsi che gli aggressori vengano condannati all’ergastolo. Da questo momento, Donatella diventa un simbolo del movimento femminista, poiché la sfida è quella di cambiare la mentalità di un Paese in cui lo stupro non è considerato solo un crimine contro l’individuo, ma anche un’offesa alla morale pubblica. A difendere Donatella c’è Teresa Capogrossi (personaggio di fantasia interpretato da Greta Scarano), una giovane e ambiziosa avvocata che inizialmente lavora per il rinomato penalista Fausto Tarsitano (interpretato da Enrico Ianniello) e successivamente per Tina Lagostena Bassi (interpretata da Pia Lanciotti), attiva in prima linea per la riforma della legge sulla violenza sessuale.
Circeo stasera su Rai 1: lo sguardo femminile della storia
Andrea Molaioli, nelle note di regia, spiega che «questa storia ci racconta un’epoca, ma ci riporta continuamente al presente perché la cultura che ha alimentato quella violenza o altre simili è oggi tutt’altro che debellata e perché le conquiste sociali e civili che sono state raggiunte nel tempo vanno strenuamente difese anche con l’uso della memoria e della conoscenza della storia. Ci aiuta a ricordare di puntare sempre i riflettori verso i responsabili e non, come purtroppo ancora oggi spesso accade, verso chi la violenza la subisce».
Circeo stasera su Rai 1: le anticipazioni
La serie spazia dal delitto avvenuto il 29 settembre 1975 fino al processo di secondo grado nell’ottobre 1980, coprendo gli eventi cruciali del percorso di Donatella Colasanti. Da una giovane anonima di periferia diventa una vittima che, suo malgrado, domina le prime pagine dei giornali. Successivamente, si trasforma in un’icona del movimento femminista e, infine, in una donna consapevole che rivendica la libertà di essere se stessa, con tutti gli errori compresi. La televisione e i giornali fungono da sfondo, narrando le mode, i gusti e gli eventi dell’epoca. La serie mescola la severità e la crudezza del massacro e del processo con il desiderio di leggerezza di una ragazza che non si arrende al ruolo di vittima, ma desidera vivere appieno, ascoltare musica, ballare e innamorarsi come le sue coetanee.
Compleanno dal tono familiare, ma non privo di celebrazioni pubbliche e iniziative sociali simboliche, per re Carlo III, che il 14 novembre supera la boa dei 75 anni. È il secondo festeggiamento dalla sua ascesa al trono avvenuta l’8 settembre 2022 alla morte di sua madre Elisabetta II dopo 70 anni di regno.
Col fratello maggiore William pare resti ai ferri corti
Un evento tendenzialmente privato, quello dell’anagrafe, nella tradizione monarchica britannica, che destina le feste ufficiali a una data diversa: quella di un genetliaco simbolico del sovrano di turno viene celebrato di regola a giugno. Fra gli appuntamenti la Bbc ha sottolineato l’attesa di una telefonata di auguri del secondogenito Harry, il figlio ribelleauto-esiliatosi negli Usa con la moglie Meghan Markle e i due figli dopo il traumatico strappo dalla Royal Family del 2020. Telefonata confermata da fonti di Buckingham Palace e che sembra destinata a segnare un momento di distensione fra padre e figlio, anche in assenza di quell’incontro riconciliatorio faccia a faccia che, secondo il gossip dei tabloid, il re avrebbe cercato nelle settimane scorse di organizzare proprio per il suo compleanno, a dispetto di qualche resistenza attribuita a Camilla e più ancora all’erede al trono William, che col fratello minore pare resti tuttora ai ferri corti.
Il ministro per i Rapporti con il parlamento Luca Ciriani, di Fratelli d’Italia, ha lanciato un appello ambizioso alla segretaria dem Elly Schlein e alla premier Giorgia Meloni: «Collaborino per cambiare l’Italia insieme».
Il ministro Ciriani invita Schlein a collaborare sul premierato
Nello specifico, Ciriani ha invitato la segretaria del Partito democratico a collaborare con il governo sulla riforma del premierato. In un’intervista a La Stampa, quando gli è stato chiesto se la maggioranza abbia ricevuto dei «segnali» di apertura dalle opposizioni sulla riforma, il ministro ha detto che se lo auspica, sostenendo che per Schlein sia arrivato il momento di «misurarsi con la leadership del partito più importante dell’opposizione», e aggiungendo che «sarebbe bello che due donne, lei e Giorgia Meloni, cambiassero l’Italia insieme. Ma da una parte c’è una donna coraggiosa e determinata, dall’altra ancora non è chiaro. Spero che Schlein non scappi dal confronto».
La segreteria dem Elly Schlein a Mezz’ora in più critica duramente l’accordo sui migranti tra Italia e Albania (Imagoeconomica).
Ciriani: «La norma antiribaltone è perfettibile»
E a proposito di confronto, Ciriani ha sostenuto che sul testo della riforma costituzionale «abbiamo fatto di tutto, comprese delle consultazioni formali» e «abbiamo scritto un testo che è il frutto di una mediazione, anche per venire incontro alle richieste degli altri partiti». Il riferimento è all’aver accantonato il sogno del presidenzialismo, sostenuto con forza in campagna elettorale ma osteggiato dall’opposizione. Nel colloquio con La Stampa, il ministro non esclude ulteriori modifiche del testo, in particolare sulla norma antiribaltone: «È il punto di incontro tra una visione presidenzialista e la tradizione parlamentare nel nostro Paese. Secondo me è perfettibile». Mentre sul possibile referendum dice: «Non ci spaventa. E di per sé non sarebbe un male. Gli italiani devono poter decidere e noi crediamo che siano d’accordo con la nostra proposta».
In un accordo mediato da Vision Distribution, Universal Pictures International ha acquisito i diritti francesi di C’è ancora domani, film di esordio alla regia di Paola Cortellesi, che sta ottenendo un enorme successo al botteghino in Italia. Lo annuncia in esclusiva Deadline. Con quasi due milioni di spettatori dal lancio nelle sale il 26 ottobre, la pellicola – girata in bianco e nero e ambientata nella Roma del secondo dopoguerra – ha incassato circa 13 milioni di euro. Non è solo il miglior risultato per un film italiano nel 2023, ma anche il maggiore dall’inizio della pandemia di Covid-19.
«Il candore più bianco, delle pietre di Stone Mountain, il vento dell’autunno». Così scriveva nel settembre 1689 Matsuo Basho, uno dei massimi autori di haiku in Giappone. Poesie brevi di appena tre versi, racchiudono in poche parole l’essenza delle stagioni, il loro alternarsi costante e gli effetti sull’anima e la mente di un soggetto. Quasi 350 anni dopo, però, il quadro è drasticamente cambiato per colpa della crisi climatica. Tokyo e le città del Sol Levante affrontano sempre più spesso autunni afosi e caldi, con zanzare anche nei mesi di ottobre e novembre, ed estati piovose e fresche. Un mutamento che rende sempre più fuori luogo le tradizionali 17 sillabe nipponiche, che per generazioni hanno evocato sentimenti e ispirato la popolazione durante l’anno. Preoccupati soprattutto i poeti più puristi, che temono di vedere sparire un fattore che ha fatto la storia del Paese.
La fioritura dei ciliegi a Tokyo (Getty Images).
La crisi climatica condiziona la composizione e la lettura degli haiku
Ciascun haiku, per rispettare la tradizione inaugurata da Basho, deve contenere tre versi, rispettivamente di cinque, sette e nuovamente cinque sillabe per un totale di 17. Al suo interno, non deve mancare un kireji, la «parola tagliente» che contiene il significato stesso del componimento, e soprattutto un kigo, il riferimento esplicito a una delle quattro stagioni. Proprio in questo contesto si inserisce la crisi climatica che starebbe devastando il Saijiki, l’almanacco annuale dei termini che i poeti possono usare negli haiku per raccontare il caldo estivo, il pungente freddo dell’inverno o la fioritura dei ciliegi di marzo-aprile. Si tratta, come ha spiegato il Guardian, di particolari piante o animali, condizioni meteo, feste o colori del cielo che, se letti nel preciso giorno dell’anno, suscitano una serie di emozioni uniche. Con il surriscaldamento globale, ciò sta divenendo sempre più complesso.
«Il kigo comprime tre o quattro mesi in una sola parola», ha raccontato David McMurray, che ha curato una rubrica haiku per l’Asahi Shinbun. «Basti pensare alla zanzara, chiaro rimando al caldo dell’estate, oppure ai primi germogli dei sakura (ciliegi, ndr.) della primavera o l’arrivo dei tifoni autunnali». La crisi climatica però ha mutato tali elementi secolari, portando le tempeste in estate e le zanzare in autunno sia nel Nord che nel Sud dell’isola. «Rischiamo di perdere il ruolo centrale delle quattro stagioni nell’haiku», ha sottolineato McMurray. «Le parole del Saijiki non riflettono più la realtà». Altri autori nipponici, tra cui Toshio Kimura che dirige l’Associazione internazionale Haiku, hanno presupposto un adattamento da parte dei poeti, che però andrebbe a intaccare l’elemento cardine della tradizione. «Lo scopo non è lodare le stagioni stesse», ha ribadito l’autore. «Cerca di vedere l’essenza umana attraverso la natura».
Attivismo e adattamento potrebbero caratterizzare le nuove composizioni
Andrew Fitzsimons, professore di lingua e cultura inglese a Tokyo, ha ipotizzato che l’attivismo ambientale potrebbe presto prendere il sopravvento negli haiku. «Aumenta la sensazione di non essere al passo con i tempi», ha spiegato al Guardian. Sebbene descrivere la crisi climatica non rappresenti lo scopo principe dei celebri componimenti del Giappone, lo stesso Basho ne aveva involontariamente parlato nelle sue opere. «Rosso su rosso su rosso, il sole ancora implacabile, il vento dell’autunno», aveva scritto alla fine del XVII secolo. Lamentando la calura di settembre, il poeta aveva già narrato un fenomeno allora inusuale che però oggi rappresenta la normalità. «L’haiku riflette la quotidianità», ha concluso speranzoso Fitzsimons. «Il surriscaldamento globale e gli effetti che avrà sul nostro mondo ci saranno sempre».
Louis Vuitton ha annunciato di aver confermato Nicolas Ghesquière come direttore artistico delle collezioni Donna. «Sono immensamente orgoglioso di collaborare con Nicolas Ghesquière, un vero genio creativo. La sua ridefinizione dell’universo femminile di Louis Vuitton, che comprende una nuova silhouette di prêt-à-porter, modelli iconici di pelletteria e calzature e numerose sfilate con destinazioni sorprendenti, ha contribuito fortemente al successo della maison nell’ultimo decennio. Non vedo l’ora di continuare a costruire insieme il futuro di Louis Vuitton», ha detto Pietro Beccari, presidente e ceo di Louis Vuitton.
Queste le parole di Ghesquière: «È un vero onore continuare a scrivere la storia di Louis Vuitton. Abbiamo iniziato il primo capitolo 10 anni fa, definendo una nuova identità basata su un patrimonio straordinario e su una costante attenzione all’innovazione. Ho avuto il privilegio di collaborare con il talento e la competenza dei team della Maison per sviluppare nuovi codici. Sono sempre grato per la fiducia e il sostegno di Bernard Arnault e Pietro Beccari in questo incredibile viaggio».
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha risarcito con 250 dollari almeno 104 donne della Repubblica Democratica del Congo, che hanno dichiarato di aver subito abusi sessuali da parte di funzionari della Nazioni Unite che si trovavano nel Paese africano tra il 2018 e il 2020 per contrastare la diffusione dell’ebola. Lo rivelano documenti interni ottenuti dall’Associated Press.
Una donna congolese vittima di abusi sessuali (Getty Images).
L’indennità giornaliera per lo staff Oms varia da 144 a 480 dollari
Si tratta di un importo irrisorio, anche per una nazione dove molte persone sopravvivono con meno di 2,15 dollari al giorno: copre infatti le spese di nemmeno quattro mesi. La cifra è ridicola anche se rapportata all’indennità giornaliera standard a cui ha diritto ogni membro dello staff dell’Oms impegnato nella Repubblica Democratica del Congo, che varia da 144 a 480 dollari. Gaya Gamhewage, direttrice dell’Oms per la prevenzione e la risposta a sfruttamento, abuso e molestie sessuali, per un viaggio di tre giorni a Kinshasa, avrebbe ricevuto 693 euro.
Staff dell’Oms impegnato in Africa (Getty Images).
Molte donne vittime di abusi non hanno ancora ricevuto nulla
Molte donne congolesi che hanno subito abusi sessuali non hanno ancora ricevuto nulla. Secondo l’Oms, circa un terzo delle vittime conosciute si è rivelato «impossibile da localizzare», mentre una dozzina di donne ha rifiutato l’indennizzo. Questo perché, evidenzia l’Associated Press, per ottenere il risarcimento le vittime devono completare corsi di formazione destinati ad aiutarle ad avviare «attività generatrici di reddito»: ciò le espone allo stigma sociale e in tante preferiscono perciò rinunciare.
Sono almeno 17 i bambini nati a seguito delle violenze sessuali
Il totale di 26 mila dollari che l’Oms ha fornito alle vittime equivale a circa l’1 per cento dei 2 milioni di dollari del Fondo di assistenza ai sopravvissuti creato dall’organizzazione per le «vittime di cattiva condotta sessuale», principalmente nella Repubblica Democratica del Congo. Gamhewage ha ammesso, parlando con l’Associated Press, che i risarcimenti non bastano per compensare i danni subiti dalle donne abusate, e che l’Oms si sta impegnando per aiutarle anche in altro modo. Sono almeno 17 i bambini nati a seguito di violenze sessuali: l’Oms ha reso noto di aver contribuito a sostenere le relative spese mediche.
Rosangela Tegiacchi, 65 anni, è morta martedì 13 novembre 2023 a causa di un’onda anomala mentre stava passeggiando sulla spiaggia vicino alle piscine naturali di Alcalà, nella zona Sud Ovest di Tenerife, la più grande delle isole Canarie. A nulla è servito il tentativo del compagno Dino di trattenerla: la donna è stata trascinata con forza dalle onde che non le hanno lasciato scampo.
La donna è stata recuperata dopo due ore
Da circa 10 giorni la donna si trovava a Tenerife, un’isola che amava profondamente e che frequentava regolarmente dopo il pensionamento l’anno precedente. Prima di andare in pensione aveva lavorato presso l’ufficio Caccia e Pesca della Provincia di Sondrio. Purtroppo, durante il soggiorno sull’isola, è stata vittima di un’onda anomala che l’ha trascinata al largo. Due bagnini presenti sulla spiaggia sono intervenuti per soccorrerla ma, nonostante i loro sforzi, è stato possibile afferrarla e riportarla a riva solo dopo due ore. Gli operatori sanitari hanno tentato a lungo di rianimarla, ma purtroppo ogni sforzo è risultato vano. Rosangela è deceduta a causa dell’annegamento.
Rosangela era una volontaria della Protezione civile
Riccardo Tangherloni, responsabile del gruppo di Protezione civile Ana di Tresivio dove la donna era una volontaria, ha espresso il suo rammarico: «Una tragedia che ha colpito tutta la comunità. Rosy era una nostra volontaria, da sempre tra le più attive. Era specializzata in antincendio boschivo ed era stata in Romagna durante la recente alluvione. Ogni volta che la chiamavo lei rispondeva sempre. Siamo vicini a Dino, il suo compagno, anche lui volontario della Protezione civile».
Il precedente ad agosto: 25enne trascinato da un’onda
C’è un caso simile avvenuto in precedenza nello scorso agosto. Anche Luca Brignone, giovane di 25 anni originario di Cuneo, ha perso la vita annegando sull’isola spagnola a seguito dell’urto di un’onda anomala. La sua fidanzata aveva assistito impotente alla scena, con il mare che lo aveva trascinato verso il fondo. Il corpo di Luca è stato recuperato solo il giorno successivo, a una distanza di 150 metri dal luogo della tragedia, in una caletta lungo la costa di Los Gigantes, a Santiago del Teide.
È di 30 misure cautelari il bilancio della maxi operazione antidroga effettuata alle prime ore di martedì 14 novembre 2023 dalla polizia e coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Roma. Gli indagati sono ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, tentato omicidio, detenzione illegale di armi da fuoco, trasferimento fraudolento di valori e auto riciclaggio.
Due sodalizi criminili operavano tra Pomezia e Nettuno
Impegnati nell’operazione scattata all’alba gli agenti della Squadra Mobile di Roma, che hanno operato con il supporto di equipaggi del Reparto Prevenzione Crimine, del Reparto Mobile, del Reparto volo della Polizia e con l’ausilio delle Squadre mobili di Latina, Benevento e Ravenna, per un totale di circa 300 operatori. Decisive per le indagini, avviate dalla Squadra Mobile tra il 2019 e il 2020 e coordinate dalla Procura Distrettuale Antimafia capitolina, anche le dichiarazioni di un collaboratore di giustizia. È stata documentata l’esistenza di due distinti sodalizi criminali, che operavano nella zona sud della Capitale con ramificazioni sul basso litorale tra i comuni di Pomezia e Nettuno, in concorrenza fra loro per il predominio del monopolio del mercato della droga in quei territori. Uno dei sodalizi avrebbe anche messo in atto una spedizione punitiva nei confronti di uno spacciatore del gruppo rivale. Scattato anche il sequestro preventivo di una villa con piscina e di tre società nel settore delle scommesse sportive.
Ha salvato la vita alla madre praticandole la “manovra di Heimlich“. È accaduto a Cesena, dove un 17enne è prontamente intervenuto quando ha visto la madre soffocare a causa di un boccone di carne andatole di traverso durante il pranzo. A raccontare i fatti è stato Il Resto del Carlino. La donna ha spiegato al quotidiano di aver fatto in tempo a ingerire un sorso d’acqua (cosa da non fare, spiegano i medici, perché l’ostruzione viene spinta ancora più in basso) e pochi secondi dopo ha perso conoscenza. Vano è stato l’intervento del marito con alcuni colpi sulla schiena. A questo punto è intervenuto il ragazzo, che ha praticato la manovra che porta il nome del medico statunitense che l’ha codificata.
La mamma: «Ha frequentato corsi di primo soccorso»
Consiste, in particolare, nell’esercitare delle rapide e profonde pressioni sulla zona addominale, fra sterno e ombelico, dirette verso l’alto per comprimere il diaframma. Una manovra che provoca un violento colpo di tosse tale da espellere l’ostruzione. La mamma ha poi raccontato: «Perché mio figlio è stato così bravo? Perché ha frequentato corsi di primo soccorso in uno stabilimento balneare e a scuola. Abbiamo deciso, io e mio marito, di dare notizia dell’accaduto perché simili corsi dovrebbero essere estesi al massimo». Anni prima era stata la donna a praticare la stessa manovra al figlio che stava soffocando per un boccone di traverso. «Quando mi sono ripresa mio figlio mi ha spiegato l’accaduto dicendo “adesso siamo pari mamma” e ci siamo dati un cinque», ha chiosato la signora.
A quasi quattro di distanza dalla fine di Suburra, gli amanti italiani delle serie tv sulla criminalità e gli intrighi di palazzo romani potranno tornare ad appassionarsi alle storia con il sequel Suburræterna, prodotta da Cattleya e Netflix e liberamente ispirata al romanzo Suburra di Giancarlo De Cataldo e CarloBonini, dal 14 novembre su Netflix. La serie, la cui trama è stata scritta da Ezio Abbate, Fabrizio Bettelli, Andrea Nobile, Camilla Buizza, Marco Sani e Giulia Forgione, è composta da otto episodi girati da due registi – i primi quattro da Ciro D’Emilio e gli altri da Alessandro Tonda. Nel cast di Suburræterna alcune conferme di quello originale, come nel caso di Giacomo Ferrara nel ruolo di Spadino, e qualche novità tutta da scoprire.
La trama di Suburræterna è ambientata a Roma nel 2011, dunque tre anni dopo la conclusione di Suburra. Sperando di non fare spoiler, ricordiamo che la precedente serie si era conclusa con la morte di Aureliano Adami, interpretato da Alessandro Borghi, tra le braccia dell’amico Spadino. Proprio quest’ultimo ha deciso di lasciare la Capitale e stabilirsi a Berlino, dove ha aperto un locale e trovato l’amore. Il potere romano di Samurari, invece, è passato tutto nelle mani dell’ex politico Amedeo Cinaglia, interpretato da Filippo Nigro, che nel mondo di mezzo ha imparato a muoversi tanto da fare affari con Ferdinando Badali, Adelaide Anacleti, Angelica Sale e Nadia Gravone. L’insorgere di nuovi filoni narrativi mette però la famiglia di Spadino in pericolo, tanto che l’esiliato in Germania decide di tornare a Roma e provare a contrastare la sete di potere dei suoi avversari.
Filippo Nigro e Giacomo Ferrara (Getty Images).
Il nuovo cast della serie, tra conferme e novità
Nel cast di Suburræterna, come detto, trovano spazio le conferme di personaggi del vecchio filone come Spadino, Amedeo Cinaglia e Angelica Sale, ma anche delle new entry. ?C’è, ad esempio, MarlonJoubert nel ruolo di Damiano Luciani, il nuovo amore di Angelica e padre dei suoi figli, così come YaminaBrirmi e MorrisSarra rispettivamente nei ruoli della sorella e fratello di Luciani, Giulia e Cesare. E ancora AlioshaMassine nel ruolo di Ercole Bonatesta, giovane politico romano al soldo della malavita, e Federico Ceci nella parte di Armando Tronto, un cardinale tornata da una missione in Colombia. Chiudono il nuovo cast Giorgia Spinelli nel ruolo di Miriana Murtas, il capo di gabinetto del sindaco e braccio destro di Cinaglia in Campidoglio e Gabriele Di Stadio nel ruolo di Victor Anacleti, il figlio adolescente di Manfredi Anacleti.