Il ministro Ciriani: «Elly Schlein e Giorgia Meloni cambino insieme l’Italia»

Il ministro per i Rapporti con il parlamento Luca Ciriani, di Fratelli d’Italia, ha lanciato un appello ambizioso alla segretaria dem Elly Schlein e alla premier Giorgia Meloni: «Collaborino per cambiare l’Italia insieme».

Il ministro Ciriani invita Schlein a collaborare sul premierato

Nello specifico, Ciriani ha invitato la segretaria del Partito democratico a collaborare con il governo sulla riforma del premierato. In un’intervista a La Stampa, quando gli è stato chiesto se la maggioranza abbia ricevuto dei «segnali» di apertura dalle opposizioni sulla riforma, il ministro ha detto che se lo auspica, sostenendo che per Schlein sia arrivato il momento di «misurarsi con la leadership del partito più importante dell’opposizione», e aggiungendo che «sarebbe bello che due donne, lei e Giorgia Meloni, cambiassero l’Italia insieme. Ma da una parte c’è una donna coraggiosa e determinata, dall’altra ancora non è chiaro. Spero che Schlein non scappi dal confronto».

Il ministro Ciriani: «Elly Schlein e Giorgia Meloni cambino insieme l’Italia»
La segreteria dem Elly Schlein a Mezz’ora in più critica duramente l’accordo sui migranti tra Italia e Albania (Imagoeconomica).

Ciriani: «La norma antiribaltone è perfettibile»

E a proposito di confronto, Ciriani ha sostenuto che sul testo della riforma costituzionale «abbiamo fatto di tutto, comprese delle consultazioni formali» e «abbiamo scritto un testo che è il frutto di una mediazione, anche per venire incontro alle richieste degli altri partiti». Il riferimento è all’aver accantonato il sogno del presidenzialismo, sostenuto con forza in campagna elettorale ma osteggiato dall’opposizione. Nel colloquio con La Stampa, il ministro non esclude ulteriori modifiche del testo, in particolare sulla norma antiribaltone: «È il punto di incontro tra una visione presidenzialista e la tradizione parlamentare nel nostro Paese. Secondo me è perfettibile». Mentre sul possibile referendum dice: «Non ci spaventa. E di per sé non sarebbe un male. Gli italiani devono poter decidere e noi crediamo che siano d’accordo con la nostra proposta».

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