Daily Archives: 8 Novembre 2023

Il padre di Indi Gregory: «I medici non ce la fanno portare via»

La storia di Indi Gregory, neonata di otto mesi affetta da una rara malattia del Dna miticondriale, continua a far discutere. Il papà della piccola, Dean Gregory, ha raccontato in un’intervista al Corriere della Sera il calvario che sta vivendo con sua moglie Claire. Secondo l’uomo, sua figlia è «vittima di discriminazioni e bullismo» e di un Paese «che vorrei fosse compassionevole come l’Italia».

Nonostante la cittadinanza italiana, Indi non può lasciare l’Inghilterra

Il governo italiano, il 6 novembre scorso, ha convocato un Consiglio dei ministri d’urgenza con l’obiettivo di conferire la cittadinanza italiana alla neonata di origini britanniche, così da poterla trasferire a Roma prima che venga staccata la spina. Nonostante questo, pare che la bambina non possa ancora partire: «Ci hanno detto che avrebbero fatto di tutto. “Fatecela solo arrivare”, ci hanno detto (lo staff dell’ospedale Bambino Gesù, ndr.). Ma è questo il problema. I medici non ce la fanno portare via. Abbiamo pensato anche al trasferimento». E ancora: «Non posso dire una sola parola negativa sulle infermiere che sono sempre state magnifiche. Anche Vienna, l’altra nostra figlia, che ha sei anni, si è affezionata a loro. A lei piace molto andare a trovare Indi, darle da mangiare, accarezzarla. Devo dire questo rende meno angoscianti le nostre visite. È con i medici che abbiamo un problema, sono loro a dire che non c’è nulla da fare».

La famiglia di Indi non si arrende: «Continuiamo a sperare»

Dean Gregory crede che «potenzialmente, se ricevesse le cure più indicate, la figlia potrebbe stare meglio. La nostra sensazione è che non sia stata vista dalle persone giuste. Noi continuiamo a sperare». In che modo? «Serve un’ambulanza aerea con assistenza medica. So che è una cosa per la quale dovremmo pagare noi, ma i soldi ci sono. Abbiamo ricevuto molte donazioni e in particolare siamo grati per l’intervento estremamente generoso di un nostro conoscente molto ricco. Questi, come l’interessamento del governo italiano, sono gesti che ti ridanno fiducia nell’umanità».

Manovra, Cisl in piazza il 25 novembre «per migliorarla»

Sabato 25 novembre alle ore 10.00 la Cisl scenderà in piazza Santi Apostoli, a Roma, per dar vita a una manifestazione nazionale dal titolo «Partecipare per crescere: migliorare la manovra, costruire un nuovo patto sociale». È quanto annuncia un comunicato della Segreteria Nazionale della Confederazione, «che ha esercitato oggi il mandato ricevuto dal Comitato Esecutivo del sindacato di via Po».

Cisl: «Il sindacato pretende maggiori risposte nella manovra economica»

«Sarà una giornata di mobilitazione in cui intendiamo incalzare governo e parlamento sui miglioramenti da apportare alla legge di Bilancio, ma anche indicare la via di una strategia di sviluppo pienamente partecipata dalle parti sociali», si legge nella nota. Che aggiunge: «Alzeremo le bandiere di un sindacato responsabile, autonomo, pragmatico, intransigente, che pretende maggiori risposte nella manovra economica a cominciare dalle pensioni, con una marcia indietro sulle rigidità introdotte nelle regole di flessibilità, e su aliquote e rendimenti dei trattamenti pensionistici di alcune categorie. Chiediamo più risorse sulla sanità, sull’istruzione, sugli enti locali, con lo sblocco delle assunzioni e le stabilizzazioni del precariato, più forti strumenti contro la povertà, sostegno della disabilità e della non autosufficienza. E daremo al governo, al sistema delle imprese e anche agli altri sindacati, la bussola di un’agenda sindacale fondata sul protagonismo sociale nella individuazione delle politiche di crescita e di coesione. Vuol dire migliorare la manovra, ma andare anche oltre, guardando alla piena attuazione del Pnrr, al necessario cammino delle riforme, al rinnovo dei contratti pubblici e privati e alla definizione di un nuovo patto sociale».

Jennifer Aniston devastata per la morte di Matthew Perry: amici preoccupati

Jennifer Aniston è devastata dalla morte di Matthew Perry, tanto che gli amici sono molto preoccupati. Secondo quanto ha riportato il sito di gossip Page Six, non uscirebbe più di casa e non risponderebbe ai messaggi. «Fra gli attori di Friends, lei e Courteney Cox l’hanno presa peggio», avrebbe detto una fonte molto vicina alla star. «Ha già perso cinque chili, è irriconoscibile». Per Aniston, si tratta del secondo lutto a distanza di un anno, dato che nel novembre 2022 aveva già perso il padre John. Stando a quanto aveva raccontato lo stesso Perry nel suo libro di memorie e in varie interviste, l’attrice è stata anche la collega che più di altri lo aveva aiutato a combattere le dipendenze da droga e alcolici. «Le sarò eternamente grato per questo», aveva ricordato l’attore. «Mi fu vicina mentre giravamo Friends, affrontandomi direttamente».

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Dopo la morte di Matthew Perry, Jennifer Aniston non esce più di casa e non risponde al telefono. Gli amici: «È completamente a terra».
Jennifer Aniston, Matthew Perry e Courteney Cox in Friends (Getty Images).

Jennifer Aniston distrutta al funerale: «Era sempre in disparte»

Le prime avvisaglie della difficile situazione di Jennifer Aniston sarebbero arrivate già durante il funerale. L’attrice ha partecipato alle esequie di Matthew Perry assieme al resto del cast di Friends, arrivando con Courteney Cox, Matt Le Blanc, David Schwimmer e Lisa Kudrow. Non ha però quasi mai camminato vicino agli altri, restando alle loro spalle e in disparte, con una sola guardia del corpo al suo fianco. «Non riusciva a rimanere nel gruppo, ogni persona era per lei fonte di ricordi dolorosi», ha proseguito ancora Page Six. «Aveva il volto scavato, ha singhiozzato per l’intera cerimonia». Come il resto del cast, stando a quanto ha sottolineato invece la rivista People, non ha assistito alla sepoltura, dove è stata suonata la hit di Peter Gabriel e Kate Bush Don’t Give Up.

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Matthew Perry, la famiglia chiede di non rivelare la posizione della tomba

Morto il 28 ottobre nella sua casa di Los Angeles, Matthew Perry è stato seppellito con una cerimonia privata nel Forest Lawn Memorial Park della città californiana. Si tratta, come ha spiegato Tmz, del luogo in cui riposano diverse star del cinema e della musica, da Carrie Fisher e Ronnie James Dio, passando per Debbie Reynolds e Michael Clarke Duncan. La famiglia dell’attore tuttavia ha chiesto di non rivelare l’esatta ubicazione della tomba, sperando così di mantenere la privacy per un po’ di tempo e tenere lontani i fan di Friends che vogliono rendergli omaggio. Dopo la funzione funebre, infatti, le composizioni floreali sono state immediatamente rimosse, lasciando il sito completamente spoglio e pulito. Assente anche la targhetta sulla lapide, che secondo i media americani verrà affissa soltanto dopo alcune settimane.

Dopo la morte di Matthew Perry, Jennifer Aniston non esce più di casa e non risponde al telefono. Gli amici: «È completamente a terra».
Jennifer Aniston, Matthew Perry e Courteney Cox in Friends (Getty Images).

India, nuova diga sommergerà la riserva delle tigri di Panna

Migliaia di indiani stanno contestando nello Stato del Madhya Pradesh la diga di Dauhdan, la cui realizzazione è stata decisa 20 anni fa e che dovrebbe essere inaugurata tra pochi mesi. La diga costituisce il primo tratto dell’infrastruttura National Water Linking Project, un progetto del governo di Modi che collegherà il corso di 16 fiumi in tutto il territorio nazionale.

Con l’apertura della diga la Riserva delle Tigri di Panna verrà sommersa

Dauhdan unirà il corso di due fiumi, il Ken e il Betwa, con l’obiettivo di irrigare ogni anno 1.062 ettari di terra coltivabile nella regione del Bundelkhand, considerata una delle più arretrate del paese, e di portare acqua potabile a 6,3 milioni di persone. Gli ambientalisti segnalano che con l’apertura della diga verranno sommersi 6 mila ettari di terreno, ovvero il 40 per cento della Riserva delle Tigri di Panna, creata da zero nel 2008 e che oggi è l’habitat non solo di una cinquantina di tigri, ma di esemplari di altre specie in via di estinzione come leopardi, orsi labiati, gaviali, o coccodrilli del Gange. Oltre al territorio della Riserva, la diga sommergerà le case di fango di alcune tribù che vivono nei 21 villaggi lungo le sponde del fiume. Il governo ha promesso indennizzi pari a 150 mila rupie (1.600 euro) per ciascuna famiglia, e 80 mila rupie per ogni casa che verrà sommersa. Ma gli abitanti della zona denunciano che in tanti altri casi analoghi sono passati anni senza che il governo pagasse le cifre promesse.

Il diavolo veste Prada stasera su Canale 5: trama, cast e curiosità

Stasera 8 novembre 2023 andrà in onda il film Il diavolo veste Prada (2006), su Canale 5 alle ore 21.20. Il regista è David Frankel e la pellicola è tratta dall’omonimo romanzo di Lauren Weisberger. Nel cast ci sono Meryl Streep, Anne Hathaway, Emily Blunt e Stanley Tucci.

Il diavolo veste Prada: trama e cast del film in onda stasera 8 novembre su Canale 5

Andy Sachs è una ragazza neolaureata arrivata a New York con il sogno di diventare una grande giornalista. Il talento non le manca, così decide di affrontare un colloquio di lavoro per l’ambito ruolo di seconda assistente di Miranda Priestly, l’influente e tirannica direttrice della rivista di moda Runway. Tuttavia, la giovane non ha la minima inclinazione per la moda e lo dimostra anche il modo totalmente disinteressato in cui si veste. L’obiettivo di Andy, però, è fare esperienza per il curriculum, in modo da poter intraprendere in futuro una carriera da giornalista. Emily, la prima assistente di Miranda, non perde l’occasione di deriderla e le illustra i suoi compiti. Inizia così la carriera nel mondo della moda di Andy, la quale si ritroverà a prendere delle scelte discutibili che l’allontaneranno dai suoi affetti. La giovane capirà il prezzo di rincorrere la sua carriera a discapito dell’amore.

Il diavolo veste Prada ha messo ancora una volta in risalto il grande talento di Meryl Streep, interprete di Miranda Priestly. Con lei una giovane Anne Hathaway nei panni di Andrea “Andy” Sachs, Emily Blunt che interpreta Emily Charlton, Stanley Tucci nei panni del carismatico Nigel, Adrian Grenier interprete del fidanzato di Andy, Nate e, infine, Simon Baker nei panni dell’affascinante Christian Thompson.

Il diavolo veste Prada: quattro curiosità sul film 

Il film è tratto da un libro di Lauren Weisberger che compare in una scena

La pellicola di David Frankel è una delle più amate dal pubblico, soprattutto gli appassionati di moda. Non tutti sanno che il film è tratto dall’omonimo romanzo di Lauren Weisberger che compare anche in una delle scene, nello specifico quando legge alle bimbe l’agognato manoscritto di Harry Potter, la cui ricerca ha messo a dura prova la protagonista.

Il personaggio di Miranda è ispirato alla direttrice di Vogue Anna Wintour

Il personaggio di Miranda Priestly è ispirato ad Anna Wintour, direttrice di Vogue, diventata famosa proprio per essere severa ed esigente. Nonostante i riferimenti a lei, Wintour non fu invitata alla premiére del film. Presenziò solo a una proiezione destinata alla stampa, alla quale si presentò in un total look firmato Prada.

Il diavolo veste Prada stasera su Canale 5: trama, cast e curiosità
Anna Wintour, direttrice di Vogue (Getty Images).

Andy nel libro viene descritta in modo totalmente diverso dal film

Sembrerà assurdo ai fan più accaniti della pellicola, ma Andy nel libro è completamente diversa. Nel film appare mora e sempre positiva, pronta a soddisfare tutte le richieste della direttrice. Tuttavia, nel libro è bionda e sfiora spesso le crisi di nervi a causa del suo lavoro.

Il diavolo veste Prada stasera su Canale 5: trama, cast e curiosità
Scena del film Il diavolo veste Prada (X).

Meryl Streep stava per rifiutare il ruolo di Miranda Priestly

Non tutti sanno che Meryl Streep stava per rifiutare l’iconico ruolo di Miranda Priestly dopo aver letto la sceneggiatura. Il motivo? L’attrice era molto titubante e credeva che la pellicola non avrebbe riscosso successo. Inoltre, lo stipendio proposto era molto basso, dunque accettò dopo aver ricevuto il doppio di quanto le era stato offerto inizialmente. Infine, l’attrice decise di donare in beneficenza tutti gli abiti da lei indossati consapevole del loro valore.

Il diavolo veste Prada stasera su Canale 5: trama, cast e curiosità
Scena del film Il diavolo veste Prada (X).

Il figlio di La Russa, Geronimo, entra nel cda del Piccolo di Milano

Geronimo La Russa, figlio del presidente del Senato, entra a far parte del cda del Piccolo di Milano su designazione del ministero della Cultura. Sarà dunque lui, come riporta Repubblica, a rappresentare il governo nel board del teatro di prosa più importante del Paese. Una scelta che ha sollevato inevitabili polemiche, a partire dall’assenza di competenze specifiche in materia culturale e teatrale del neo consigliere.

Ignazio La Russa e il figlio Geronimo
Ignazio La Russa e il figlio Geronimo (Imagoeconomica).

La carriera di Geronimo La Russa 

Geronimo La Russa ha 43 anni, è il primogenito di Ignazio La Russa e lavora come avvocato nell’avviato studio legale di famiglia. Ricopre già poi numerose cariche tra cui quella di presidente dell’Aci, e siede nel consiglio di amministrazione di diverse aziende come M4 Spa, la società impegnata nella realizzazione della linea blu della metropolitana a Milano, Sara Assicurazioni, Milan RealEstate, M-I Stadio srl e alcune altre finanziarie. Geronimo è inoltre membro della holding H14 insieme agli amici Barbara, Eleonora e Luigi Berlusconi.

Il teatro Piccolo di Milano
Il teatro Piccolo di Milano (Imagoeconomica).

Il nuovo cda del Piccolo di Milano

Il consiglio di amministrazione del Piccolo di Milano è scaduto il 31 luglio scorso e, nella sua nuova formazione, sarà composto da Geronimo La Russa, nominato dal ministero della Cultura, Massimiliano Finazzer Flory, ex assessore alla cultura del Comune di Milano della giunta Moratti, ed Emanuela Carcano. Questi ultimi due membri rappresentano la quota della Regione Lombardia, mentre l’ex consigliere regionale capogruppo del Pd ed ex sindaco di Vimercate, Enrico Brambilla, è stato scelto come rappresentante dalla Camera di Commercio. Alla composizione totale mancano però ancora due caselle, ovvero quelle di pertinenza del Comune di Milano che ha il potere di nominare un consigliere e di scegliere il presidente del cda. In quest’ultimo caso il nome più gettonato è, al momento, quello di Piergaetano Marchetti. Potrebbe essere lui a sostituire Salvatore Carrubba.

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Telescopio Euclid, cos’è, come funziona e a cosa serve

Il telescopio spaziale Euclid lunedì 7 novembre ha trasmesso le prime immagini della missione che promette di svelare l’universo oscuro. La missione da 1 miliardo di euro dell’Agenzia spaziale europea (Esa) si concentra sulla materia oscura e sull’energia oscura, che insieme costituiscono il 95 per cento dell’universo ma la loro natura è quasi del tutto sconosciuta.

Gli obiettivi della missione di Euclid 

Come esseri umani, siamo riusciti a capire come funziona il 5 per cento dell’universo e abbiamo anche scoperto che c’è un altro 95 per cento che ci rimane sconosciuto. Il telescopio spaziale dell’Esa, lanciato con un razzo Falcon 9 di SpaceX a luglio del 2023, è in grado di rilevare galassie fino a 10 miliardi di anni luce (l’universo ha un’età di circa 13,787 miliardi di anni luce) e potrebbe aiutarci a capire nuove cose su quel 95 per cento ancora oscuro. L’obiettivo di Euclid, infatti, è quello di creare la più grande mappa cosmica 3D mai realizzata. Ciò consentirà agli astronomi di dedurre la distribuzione su larga scala della materia oscura e di rivelare l’influenza dell’energia oscura nell’universo primordiale. L’energia oscura è il nome dato a una forza enigmatica che costituisce il 25 per cento del contenuto dell’universo e si ritiene stia accelerando l’espansione di quest’ultimo. La materia oscura invece costituisce il 75 per cento e agisce come un collante cosmico che tiene insieme le galassie. Sappiamo della sua esistenza quindi per l’influenza gravitazionale che ha sulla materia ordinaria circostante, per esempio sul moto di stelle e galassie.

Perché alcune galassie riprese da Euclid sembrano “piegate”

Nei prossimi sei anni Euclid osserverà circa 8 miliardi di galassie utilizzando la luce visibile e infrarossa. In alcuni casi, la luce proveniente da questi corpi distanti passerà vicino alla materia oscura nel suo viaggio verso la Terra. La presenza del campo gravitazionale della materia oscura altera il tessuto spazio-temporale piegando il percorso della luce, e quando ciò accade le galassie nelle immagini di Euclid ci appaiono distorte. Questo effetto è chiamato “lente gravitazionale” e, analizzando le sue distorsioni, gli astronomi potranno dedurre la distribuzione della materia oscura nel cielo notturno e nella storia dell’universo. Si parla di “distribuzione” perché inizialmente la missione potrebbe non svelare cosa siano la materia e l’energia oscure, ma dovrebbe almeno rivelare dove si trovano e come hanno contribuito alla formazione e all’evoluzione dell’universo.

L’ammasso di galassia di Perseo (Esa).

Oltre 200 scienziati italiani hanno lavorato su Euclid

Il telescopio spaziale Euclid è alto 1,2 metri con una risoluzione di 0,2 secondo d’arco, paragonabile al telescopio della Nasa Hubble. È costituito da tre componenti principali: il telescopio vero e proprio, il modulo di servizio per le comunicazioni con la Terra e per il generale funzionamento del satellite, e lo scudo solare rivesto in kapton, un materiale in grado di schermare l’intensa radiazione solare. L’Italia ha partecipato alla missione Euclid in diversi modi. L’Agenzia spaziale italiana (Asi) è stata una delle tre principali agenzie finanziatrici del progetto, contribuendo con circa il 13 per cento del costo totale. L’Asi ha anche fornito il modulo di servizio del telescopio, che ospita i sistemi di propulsione, alimentazione e controllo. L’Italia ha inoltre contribuito alla componente scientifica della missione. Oltre 200 scienziati italiani sono coinvolti nel progetto, provenienti principalmente dall’Istituto nazionale di astrofisica e dall’Istituto nazionale di fisica nucleare.

Telescopio Euclid, cos'è, come funziona e a cosa serve
Scienziati al lavoro su Euclid (Getty Images).

Papa Francesco, in primavera 2024 arriva la sua autobiografia Life

In arrivo la prima autobiografia di Papa Francesco. Nella primavera del 2024, HarperCollins pubblicherà Life – La mia storia nella Storia, un racconto dei principali eventi del XX secolo attraverso gli occhi del pontefice. Atteso in contemporanea mondiale, dall’Italia agli States, fornirà ai giovani uno strumento per riflettere sul mondo che li circonda e sugli errori di chi li ha preceduti, per evitare di ripeterli in futuro. La narrazione, cui contribuiranno anche interventi del vaticanista di Mediaset Fabio Marchese Ragona, intreccerà le vicende personali di Papa Bergoglio, che aprirà lo scrigno dei ricordi, con i fatti più eclatanti del Novecento fino ai giorni nostri. «Giunti alla mia età, anche per noi stessi, è importante fare memoria», ha spiegato Sua Santità in un comunicato ufficiale. «È un esercito di discernimento che tutti dovremmo fare, prima che sia troppo tardi».

HarperCollins pubblicherà Life - La mia storia nella Storia, la prima autobiografia di Papa Francesco. Uscirà nella primavera del 2024.
Papa Francesco saluta i fedeli in Piazza San Pietro (Getty Images).

Guerre, pandemia e sport, di cosa parlerà l’autobiografia di Papa Francesco

«Life – La mia storia nella Storia sarà un viaggio straordinario lungo decenni per ripercorrere le tappe più significative dei nostri tempi», ha spiegato l’editore in un comunicato. Il libro partirà dallo scoppio della Seconda guerra mondiale, quando Papa Francesco aveva appena tre anni, per raccontare lo sterminio degli ebrei per opera dei nazisti. Si passerà alla bomba atomica su Hiroshima e Nagasaki, prima di analizzare i grandi conflitti del XX secolo. Non mancheranno la caduta del muro di Berlino, il colpo di Stato del 1976 in Argentina e la grande recessione economica del 2008. Il pontefice racconterà la sua esperienza anche con il crollo delle Torri Gemelle l’11 settembre 2001 negli States, fino ad arrivare agli anni della pandemia e alle dimissioni di Benedetto XVI.

Sua Santità non dimenticherà anche eventi più leggeri, raccontando la sua passione per la cultura e per lo sport, in particolare per il calcio. Oltre a raccontare le sue memoria dello sbarco sulla Luna del 1969, Papa Francesco ricorderà la vittoria dell’Argentina al Mondiale di calcio del 1986 e il suo rapporto con il Pibe de Oro Diego Armando Maradona. Nell’autobiografia Life troveranno spazio anche tutti i temi dell’attualità, dalla crisi climatica alle diseguaglianze sociali, passando per i conflitti, le armi atomiche, la lotta alle discriminazioni razziali e di genere. «Siamo onorati di pubblicare il libro del pontefice», ha detto Brian Murray, presidente e Ceo di HarperCollins Publisher. «Ha vissuto una vita eccezionale, testimone di alcuni dei momenti decisivi della storia recente. Non vediamo l’ora di portare la sua esperienza ai lettori di tutto il mondo».

Le parole del pontefice: «Non ripetiamo gli errori del passato»

«Il volume vede la luce perché, soprattutto i più giovani, possano ascoltare la voce di un anziano e riflettere su ciò che ha vissuto il nostro pianeta», ha anticipato Papa Francesco in un comunicato. «Non ripetiamo gli errori del passato». Ricordando le guerre che hanno flagellato e continuano a interessare il mondo, il capo della Chiesa cattolica ha ricordato genocidi, persecuzioni e odio «tra fratelli e sorelle di diverse religioni». Attraverso il suo libro, il pontefice spera di aiutare a «guardare indietro nel tempo per ritrovare le cose non buone e i peccati commessi, ma anche per rivivere ciò che di buono Dio ci ha mandato».

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Segrate, cisterna perde materiale tossico: quattro operai in osservazione

Una perdita di materiale tossico si è verificato da una cisterna all’interno dello scalo ferroviario merci di Segrate (in provincia di Milano). Si tratta di Octanoyl Chloride, una sostanza tossica anche a basse concentrazioni. Ad accorgersi della perdita dalla cisterna in transito sono stati i dipendenti dello scalo, che hanno chiamato i vigili del fuoco. Quattro operai dello sono sotto osservazione medica dopo aver accusato una leggera irritazione agli occhi. La zona è stata ‘cinturata’ dalle squadre dei vigili del fuoco e messa in sicurezza, in attesa che vengano portate a termine le operazioni di bonifica. A raggiungere il luogo dell’incidente, oltre ai mezzi convenzionali, anche il personale del nucleo NBCR esperto nel fronteggiare questo tipo di interventi.

Scontri per Napoli-Berlino: 11 ultras tedeschi arrestati

Dopo i recenti fatti avvenuti sui Navigli di Milano tra i supporter di Milan e Paris Saint Germain, gli ultras hanno provocato nuovi tafferugli, questa volta in pieno centro nel capoluogo campano e a poche ore dal match che vedrà scontrarsi Napoli e Union Berlino.

Scontri per Napoli-Union Berlino: 11 tifosi tedeschi arrestati

Sono in totale 11 le persone di nazionalità tedesca ad essere state fermate dalle forze dell’ordine martedì 7 novembre. I soggetti hanno sfilato per le strade della città incappucciati e vestiti di bianco, scatenando una guerriglia contro la polizia locale. L’incontro tra le autorità e gli ultras ha generato alta tensione, con negozi distrutti tra la zona di Via Roma e Piazza Dante e il lancio di oggetti. Le forze dell’ordine presenti sul posto si erano attivate poche ore prima proprio per evitare che l’arrivo dei tifosi generasse caos e incidenti e per le potenziali incursioni dei gruppi ultras partenopei. Nonostante le misure precauzionali messe in atto, la furia degli ultras ha comunque portato al ferimento di alcuni membri delle forze di polizia.

Allerta in città per l’arrivo dei sostenitori della Union Berlino

Piazza Garibaldi già era presidiata per l’arrivo dei primi tifosi dell’Union, con carabinieri e blindati della polizia che stanno sorvegliando la zona in attesa del transito dei sostenitori del team tedesco. I timori delle autorità sono essenzialmente legati al precedente dello scorso marzo, quando in città era sbarcata l’Eintracht Francoforte e si era assistito a scontri e disordini. Nella mattinata di mercoledì 8 novembre, il giorno del match, si prevede l’arrivo a Napoli di altre diverse centinaia di tifosi tedeschi ed è attualmente in allerta il dispositivo di sicurezza.

Addio alla Rai, botta e risposta tra Augias e il direttore generale Rossi

Dopo 63 anni di quasi ininterrotta militanza, Corrado Augias ha lasciato la Rai, prendendosela con il governo Meloni, «approssimativo e incompetente», nonché in grado di produrre «il massimo di efficienza nella progressiva distruzione della Radiotelevisione italiana». L’89enne Augias traslocherà così a La7, dove ad attenderlo c’è La torre di Babele, trasmissione in prima serata che andrà in onda una volta a settimana. L’addio del veterano Rai sta lasciando strascichi: si è infatti innescato un caldissimo botta e risposta tra Augias e il direttore generale Giampaolo Rossi.

Addio alla Rai e passaggio a La7, botta e risposta tra Corrado Augias e il direttore generale Giampaolo Rossi.
Giampaolo Rossi (Imagoeconomica).

Rossi: «Se la Rai è sopravvissuta all’addio di Pippo Baudo, sopravviverà anche a quello di Augias»

Nel corso dell’audizione in commissione Cultura alla Camera, Rossi ha detto che «se la Rai è sopravvissuta all’addio di Pippo Baudo, sopravviverà anche a quello di Augias», sottolineando che spesso le decisioni di lasciare l’emittente pubblica vengono «dettate da legittime scelte personali e da ragioni economiche». Quello che dispiace, ha aggiunto, «è che siano state accompagnate da polemiche e commenti ideologici che lasciano il tempo che trovano». E poi l’affondo: «Il nostro obiettivo non è salvaguardare lo stipendio di Augias, ma occuparci di 12 mila dipendenti».

Addio alla Rai e passaggio a La7, botta e risposta tra Corrado Augias e il direttore generale Giampaolo Rossi.
Corrado Augias (Imagoeconomica).

Augias: «Un alto dirigente dovrebbe trovare il modo di polemizzare senza lasciarsi andare all’ingiuria»

Insomma, senza tanti giri di parole Rossi ha detto che Augias ha lasciato per soldi. La replica del giornalista, affidata alle pagine di Repubblica, non si è fatta attendere. «Le parole con le quali il direttore generale della Rai Giampaolo Rossi ha commentato la mia uscita dall’azienda sono così improprie da suonare come smarrite, gravate per di più da un’ombra di volgarità», ha detto. E poi: «Peccato, quando l’ho incontrato ho avuto l’impressione di un bel signore, molto curato nell’aspetto, il bell’ovale del volto esaltato da una corta barba impeccabile. Un bell’uomo capace nella conversazione di citare a giusto titolo un paio di libri e qualche toccante precedente familiare di cui ovviamente taccio. Forse era solo apparato, recita». Così sull’accusa di aver lasciato per questioni di “vile denaro”: «Chi ha mai parlato di soldi in questa malinconica faccenda? Lanciare in aria un pugno di monete è sempre stato un espediente piuttosto diffuso da che mondo è mondo. Ma che c’entrano, qui, i soldi, tanto più se si mette a confronto lo stipendio di uno contro il benessere di 12 mila famiglie?». Infine, ha aggiunto Augias, «un alto dirigente dovrebbe trovare il modo di polemizzare senza però lasciarsi andare all’ingiuria. Rispondere nel merito non è impossibile se si ha netta coscienza del proprio operato e delle proprie scelte culturali».

I dettagli del protocollo d’intesa tra Italia e Albania sui migranti

Nove pagine, 14 articoli in tutto, una durata di cinque anni rinnovabile per un altro lustro, «salvo che una delle parti avvisi entro sei mesi dalla scadenza». Il protocollo Italia-Albania sulla gestione dei migranti siglato da Giorgia Meloni e dall’omologo albanese Edi Rama sta facendo discutere parecchio. L’Unione europea, informata in extremis ma molto vagamente, ha chiesto lumi. Il Partito democratico ha depositato un’interrogazione alla Commissione europea, le Ong e le associazioni per i diritti umani sono sul piede di guerra, mentre il ministro degli Esteri Antonio Tajani assicura che il patto con Tirana «rispetta tutte le norme comunitarie». L’intesa Italia-Albania, ha detto Meloni, potrà diventare «un modello di collaborazione tra Paesi Ue e Paesi extra-Ue sul fronte della gestione dei flussi migratori». Sarà. Intanto, ecco cosa prevede l’accordo, secondo i dettagli pubblicati dall’Agenzia media per l’informazione, ente dipendente dal governo.
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Due centri, uno sull’Adriatico e l’altro nell’entroterra. Dove verranno ospitati al massimo 3 mila migranti. Ogni spesa (già 16,5 milioni di euro nel primo anno) a carico dell’Italia. Cosa prevede l'accordo sui migranti firmato da Meloni e Rama.
La prima pagina del protocollo d’intesa tra Italia e Albania sui centri per migranti.

Per il primo anno l’Italia verserà 16,5 milioni di euro «quale anticipo forfettario dei rimborsi dovuti»

Dalla primavera 2024, una parte dei migranti messi in salvo nel Mediterraneo dalle navi italiane sarà trasferita in Albania, che fornirà gratuitamente gli spazi in cui verranno costruite due strutture: una nel porto di Shengjin per le procedure di sbarco e identificazione, e un’altra destinata all’accoglienza temporanea dei migranti a Gjader, una ventina di chilometri nell’entroterra. Non si tratterà di Cpr, ma di centri «come quello di Pozzallo-Modica, dove si trattengono persone, con provvedimento convalidato del giudice, per il tempo necessario per svolgere le procedure accelerate di identificazione e gestione della domanda di asilo di persone provenienti da Paesi sicuri», ha spiegato il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. L’Italia realizzerà interamente a proprie spese i due centri e si farà carico di tutti i costi legati a trasporto, sistemazione e assistenza medica dei migranti. Per il primo anno, l’Italia verserà all’Albania 16,5 milioni di euro «quale anticipo forfettario dei rimborsi dovuti». E ci sarà anche un fondo di garanzia, da circa 100 milioni di euro, congelati su un apposito conto bancario.

Il testo del protocollo d’intesa tra Italia e Albania sui centri per migranti firmato il 6 novembre da Meloni e Rama.
Giorgia Meloni (Getty Images).

Nei centri non potranno essere presenti contemporaneamente più di 3 mila migranti

«Una volta a regime, ci potrà essere un flusso annuale di 36-39 mila persone», ha spiegato Meloni. Ma nei centri, precisa il protocollo, non potranno essere presenti contemporaneamente più di 3 mila migranti. Che vi resteranno non oltre il periodo massimo di trattenimento consentito dalla vigente normativa italiana (ed europea) in materia di asilo e protezione. Al termine delle procedure, sarà la parte italiana a effettuare a proprie spese la partenza dei migranti dall’Albania. In caso di nascita o morte, precisa il protocollo, i migranti sono sottoposti alla legge italiana. In caso di decesso, l’Albania mette a disposizione dell’Italia l’obitorio per la salma, da trasferire entro 15 giorni dalla morte.

Il testo del protocollo d’intesa tra Italia e Albania sui centri per migranti firmato il 6 novembre da Meloni e Rama.
Le spese per il trasporto dei migranti saranno a carico dell’Italia (Getty Images).

Le strutture di Shengjin e Gjader saranno sotto la giurisdizione italiana

Nei centri di Shengjin e Gjader il diritto di difesa verrà assicurato consentendo l’accesso alle strutture di avvocati e ausiliari, organizzazioni internazionali e agenzie Ue che prestano consulenza e assistenza ai richiedenti protezione internazionale, nei limiti della legislazione italiana, europea e albanese. Le strutture, si legge, saranno sotto la giurisdizione italiana, mentre le autorità albanesi dovranno garantire la sicurezza all’esterno dei centri e durante il trasferimento dei migranti: potranno entrare nei centri solo «in caso di incendio o di altro grave e imminente pericolo che richiede un immediato intervento». L’Italia invierà in Albania alcuni funzionari, che non avranno bisogno del permesso di soggiorno o di visto di lavoro: i dipendenti italiani non saranno soggetti alla legislazione albanese mentre sono in servizio, ma – com’è logico – potranno essere processati secondo le leggi locali in caso di reati commessi al di fuori delle due strutture.

L’opposizione di centrodestra albanese: «Non dobbiamo sostituire i nostri con gli africani» 

A pagare sarà l’Italia, ma l’accordo appena annunciato non è piaciuto all’opposizione albanese di centrodestra, fortemente critica nei confronti di Rama. «Nonostante la gratitudine verso l’Italia per quanto fatto negli ultimi 33 anni a nostro sostegno, non siamo ancora pronti a intraprendere un simile passo», ha scritto su Facebook il vicepresidente del parlamento, Agron Gjekmarkaj, esponente del Partito democratico. «Dobbiamo creare le condizioni per far tornare gli abitanti della zona di Alessio (il Comune di cui è frazione Shengjin, ndr) a lavorare e costruire la loro vita, non sostituirli con africani». A Lampedusa e in altre parti del Sud Italia, «si è verificato un drastico calo del turismo dovuto alla presenza di profughi e alla crescente criminalità», ha continuato Gjekmarkaj, puntando il dito contro Rama che «non dovrebbe trasferire in Albania questa crisi».

Abusi su 10 minori, arrestati due giovani in Lombardia

Adescavano i minori sia per produrre di materiale pedopornografico sia per costringerli o convincerli ad atti sessuali con due adulti. Per questi abusi sono stati arrestati due giovani, di 27 e 39 anni – un italiano e un ecuadoregno – residenti in Lombardia, rispettivamente in provincia di Cremona e Monza Brianza.

L’arresto dopo un anno di indagini

Le indagini hanno permesso di identificare 10 vittime tra le province di Monza Brianza, Milano e Treviso. L’operazione – condotta dalla Polizia Postale di Milano e dalla sezione operativa dei carabinieri di San Donato Milanese – è durata quasi un anno e si è conclusa a fine settembre 2023.

Agente della polizia postale
Agente della polizia postale (Imagoeconomica).

L’indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Milano, è partita dalla denuncia presentata alla stazione Carabinieri di Peschiera Borromeo (Milano) da una coppia di genitori preoccupati per gli improvvisi cambiamenti nelle abitudini e nei comportamenti del proprio figlio adolescente. I militari, intuendo che il ragazzo poteva essere vittima di un adescamento su internet, hanno subito comunicato il caso autorità giudiziaria.

Snapchat celebra i Rolling Stones con la realtà aumentata

Per celebrare l’uscita del nuovo album dei Rolling Stones Hackney Diamonds, l’Ar Studio di Snapchat ha lanciato una nuova serie di emoticon in realtà aumentata. Utilizzando le tecnologie di Snapchat, come le 3d Bitmoji Lens, è possibile riprodurre nel proprio ambiente gli avatar della band.

Nel negozio di accessori dell’app è stata lanciata la collezione Band Tees

Mick Jagger, Keith Richards e Ronnie Wood appariranno come Bitmoji in tre dimensioni proprio davanti all’utente, mentre suonano il loro ultimo brano Angry. Il Bitmoji dell’utente, ossia l’avatar personale, li accompagnerà ballando sul palco insieme ai personaggi. Nel negozio di accessori dell’app è stata inoltre lanciata la collezione Band Tees per consentire ai fan della musica di tutto il mondo di sostenere gli artisti che amano e di esprimere la loro passione attraverso il proprio outfit Bitmoji, con inclusa una maglietta dei Rolling Stones. Per far apparire Jagger e soci basterà aprire la fotocamera di Snapchat, selezionare la Lente Rolling Stones Bitmoji Show e toccare due volte lo schermo per rompere virtualmente il vetro e iniziare l’esperienza. Si potrà inoltre scattare una foto e pubblicarla nella propria Storia o su Spotlight, sostituendo le tradizionali foto profilo. Come spiega una nota di Snapchat: «I Bitmoji offrono un modo divertente e unico di esprimersi visivamente e creativamente. Questa funzione migliora la comunicazione e l’interazione degli utenti all’interno dell’app ed è diventata una parte integrante, popolare e coinvolgente del social. Oggi, oltre il 70 per cento degli utenti attivi quotidianamente ha creato la propria Bitmoji associata al profilo Snapchat e oltre 250 milioni di persone le utilizzano ogni giorno».

Commercio in calo dello 0,3 per cento a settembre 2023: trimestre fermo

Anche a settembre le vendite al dettaglio in Italia sono in calo e scendono dello 0,3 per cento in valore rispetto al mese precedente. La flessione raddoppia allo 0,6 per cento in volume. Rispetto all’anno precedente, come nelle rilevazioni precedenti, c’è un aumento dell’1,3 per cento della spesa, in valore, a fronte di un calo del 4,4 per cento delle quantità acquistate in volume. A rilevarlo è stato l’Istat.

Gli e-commerce subiscono la prima contrazione dopo un anno

L’incremento in valore riguarda solo le vendite dei beni alimentari. Nel terzo trimestre del 2023, rispetto al precedente, le vendite al dettaglio sono ferme in valore e diminuiscono in volume (-1,3 per cento). È il primo stop dopo cinque trimestri in espansione per i valori. Il commercio elettronico è quello più penalizzato dalla debolezza dei consumi a settembre, secondo i dati Istat. Rispetto all’anno precedente, perde il 2,6 per cento delle vendite in valore, ancora di più di quanto perdono i piccoli negozi (-1,2 per cento). Per l’e-commerce si tratta della prima contrazione da oltre un anno, a partire da giugno 2022, mentre per le imprese operanti su piccole superfici è il terzo calo consecutivo. Le vendite al dettaglio crescono invece nella grande distribuzione (+4 per cento a settembre) e al di fuori dei negozi, per esempio del commercio ambulante (+1,6 per cento). I supermercati, per questo mese, battono i discount alimentari con un incremento degli scontrini del 6,8 per cento contro uno del 6,3 per cento.

Catania, investita mentre attraversa la strada: morta 19enne

Una 19enne è morta a Catania dopo essere stata investita prima da uno scooter e poi da un’auto mentre attraversava la strada in via Andrea Dori, sulla circonvallazione della città siciliana, all’altezza del rifornimento di benzina nei pressi della Cittadella. La vittima è Chiara Adorno, originaria di Solarino, nel Siracusano, che a Catania studiava presso la facoltà di Scienze biologiche. Nell’incidente è rimasto ferito anche un’altro ragazzo, trasportato in gravi condizioni in ospedale.

La dinamica dell’incidente

Stando a quanto fin qui emerso sulla dinamica dell’incidente, la vittima, insieme all’altro ferito dello scontro, stava attraversando lungo le strisce pedonali in un tratto della circonvallazione non lontano dal Policlinico intorno alle ore 22 del 7 novembre. I due sarebbero stati prima investiti da uno scooter Honda e, a causa dell’impatto, Chiara Adorno sarebbe stata successivamente travolta da un altro veicolo, una Fiat Punto, che sopraggiungeva ad alta velocità. L’altra persona investita, invece, è sopravvissuta e trasportata in condizioni gravi in ospedale. Sul caso è stata aperta un’inchiesta per omicidio stradale dalla Procura di Catania che ha disposto che i mezzi coinvolti nel sinistro vengano posti sotto sequestro. Per chiarire la dinamica dei fatti sono stati ascoltati anche i conducenti dei due veicoli coinvolti.

Vino, nel 2023 crolla la produzione mondiale: ai minimi da 60 anni

La produzione mondiale di vino è in crisi. Stando agli ultimi report, nel 2023 si è registrato il rendimento peggiore dal 1961, con un calo del 7 per cento rispetto all’anno precedente. Un fenomeno sempre più evidente per colpa della crisi climatica, che sta condizionando le colture fra gelate, allagamenti e siccità. È quanto afferma l’Organizzazione internazionale della Vigna e del Vino (OIV), che ha presentato stime ancor più negative per l’Italia. A fronte di una decrescita in tutta l’Unione europea, il Belpaese ha una resa inferiore del 12 per cento rispetto al 2022, ai minimi dal 2017. Un fattore che ha fatto perdere il primato mondiale in favore della Francia, che torna così in vetta alla classifica dei maggiori produttori dopo nove anni di assenza.

La produzione di vino nel 2023 è crollata ai minimi dal 1961. Male anche l'Italia, superata dalla Francia, e la Spagna. Bene gli Usa.
La produzione mondiale di vino è in calo (Getty Images).

I dati della produzione mondiale di vino in Italia e nel mondo

«Una tempesta perfetta negli emisferi nord e sud ha creato una situazione catastrofica», ha spiegato alla Bbc Giorgio Delgrosso, responsabile dell’analisi di OIV. Il report ha passato in rassegna il 94 per cento della produzione globale di vino, il cui 60 per cento proviene dall’Unione europea. Nel dettaglio, nel mondo la resa ha raggiunto 244,1 milioni di ettolitri (ciascuno equivale a 133 bottiglie standard), il record negativo dal 1961 quando non superò i 214 milioni. I Paesi europei ne hanno prodotti 150 milioni, il terzo livello più basso dall’inizio del secolo. Pesa soprattutto la situazione in Italia e Spagna, le due nazioni che hanno fatto registrare le variazioni di rendimenti più importanti. In Italia la produzione è scesa del 12 per cento rispetto al 2022, in Spagna addirittura del 14, il minimo da 20 anni.

In controtendenza la situazione in Francia, dove i dati sono rimasti invariati tanto da garantirle il primato mondiale. In positivo anche la resa negli Stati Uniti che, assestandosi attorno ai 25 milioni di ettolitri di vino, ha registrato un incremento del 12 per cento rispetto al 2022 ed è salita al quarto posto al mondo dietro a Francia, Italia e Spagna. Lo shock più evidente arriva però da Cile, il massimo produttore dell’America Latina, e Australia, dove i numeri hanno confermato rispettivamente un calo del 20 e del 25 per cento in appena 12 mesi per colpa di incendi e siccità.

Le principali cause del calo e l’equilibrio del mercato

L’impatto della crisi climatica si riscontra maggiormente nelle zone del Mediterraneo e del Sud America. Non solo in Italia e Spagna, ma anche in Grecia, Sudafrica e Brasile, la siccità e le improvvise precipitazioni torrenziali hanno messo in ginocchio la produzione più che in altre aree del mondo. Germania, Portogallo e Romania, assieme agli States, hanno giovato di condizioni ambientali molto più favorevoli. Ci sono però potenziali buone notizie all’orizzonte. «La bassa produzione non è mai positiva», ha spiegato Delgrosso. «Tuttavia, i livelli di consumo in calo potrebbero aiutare a bilanciare i prezzi». Ad agosto, infatti, il governo francese aveva stanziato 200 milioni di euro per distruggere le scorte in eccesso, invendute per via della scarsa domanda.

La produzione di vino nel 2023 è crollata ai minimi dal 1961. Male anche l'Italia, superata dalla Francia, e la Spagna. Bene gli Usa.
Gli effetti della crisi climatica sui vigneti (Getty Images).

Clima, Copernicus: «È stato l’ottobre più caldo mai registrato»

Quello del 2023 è stato il mese di ottobre più caldo mai registrato al mondo, proseguendo una successione di record mensili iniziata a giugno. Lo ha annunciato mercoledì 8 novembre l’osservatorio europeo sui cambiamenti climatici Copernicus (C3s), per il quale il 2023 supererà «quasi certamente» il record annuale del 2016.

Brugges: «Urgente intraprendere un’azione ambiziosa sul clima in vista della Cop28»

Tali temperature che provocano siccità, incendi devastanti e violenti uragani, alimentano gli avvertimenti degli scienziati che faranno da sfondo alla 28esima conferenza sul clima delle Nazioni Unite in programma a Dubai dal 30 novembre al 12 dicembre. Samantha Burgess, vicecapo di C3s, in una nota ha affermato: «Possiamo dire con quasi certezza che il 2023 sarà l’anno più caldo mai registrato». E poi ha aggiunto che «la sensazione di necessità urgente di intraprendere un’azione ambiziosa sul clima in vista della Cop28 non è mai stata più forte»

Bianca Guaccero sulla chiusura di Liberi Tutti: «Fiera di aver combattuto contro i giganti»

Il nuovo format della Direzione Intrattenimento Prime Time Rai, Liberi Tutti, ha ufficialmente chiuso i battenti: a comunicarlo è l’azienda di Viale Mazzini, che lo scorso 7 novembre ha pubblicato una nota confermando la doccia fredda per la sua conduttrice, Bianca Guaccero, che via social ha reagito alla brutta notizia a testa alta.

Bianca Guaccero sull’esperienza di Liberi Tutti: «Mi sono stati mostrati principi solidi ed etica»

Con un lungo messaggio su Instagram, Guaccero ha tenuto a esprimere la sua gratitudine per l’esperienza vissuta, e questo nonostante l’insuccesso dello show. In particolare, la conduttrice ha voluto sottolineare la sua soddisfazione per i rapporti costruiti all’interno del programma, sottolineando al contempo l’importanza di mettersi in discussione, imparare dai propri errori e cercare di proporre qualcosa di nuovo nonostante i rischi. Citando una frase tratta dal film Oltre i sogni,  ha precisato che a volte si può vincere anche quando si perde e ha evidenziato il valore dei ricordi e delle relazioni che costruiamo con gli altri. «Io questa esperienza, ho vinto rapporti nuovi, sodalizi di abbracci complici, paure condivise, così come mi sono stati dimostrati principi solidi ed etica», ha scritto Guaccero, che ha poi aggiunto: «Mi sembra di aver capito che ciò che lasciamo agli altri, i ricordi che costruiamo con e per gli altri, siano la vera essenza dello stare al mondo. E che la ricerca, il mettersi in discussione, il capire perché le cose non hanno funzionato, sono processi che non finiscono mai».

“Fiera di aver combattuto contro i giganti»

Nel post, Bianca Guaccero ha anche voluto rispondere, con garbo, a chi in questi giorni le ha dato contro, provando a metterla in difficoltà con parole non lusinghiere. «Abbiamo combattuto contro i giganti, nuotato contro critiche feroci, e talvolta con paragoni improbabili. Tenacemente provato a farvi arrivare tutto l’amore che abbiamo dentro. Ed abbiamo avuto anche quella “sana follia” che il rischio comporta, nel proporre qualcosa di nuovo. Ed io sarò sempre fiera di averlo fatto», ha scritto la presentatrice, che si definisce «fiera» di aver rischiato in prima persona.

Case occupate a Napoli, mancata riscossione di affitti per 133 milioni di euro

La mancata riscossione dei canoni d’affitto ha causato una perdita di 133 milioni di euro nelle casse del Comune di Napoli: lo dichiara la Procura della Corte dei conti della Campania, nell’invito a dedurre notificato dai Carabinieri alla preside di una scuola partenopea e ad altri sei indagati tra funzionari del Comune e della società in-house Napoli Servizi, in relazione a un danno erariale da 92.349. Secondo gli investigatori, i funzionari comunali sono responsabili di «non avere mai contestato i ritardi clamorosi della Napoli Servizi in sede di riscossione, consentendo l’accumulo nel tempo di una ingente e stratosferica morosità».

La vicenda: alloggio occupato abusivamente

A partire dal settembre 1988, l’abitazione del custode deceduto della scuola è stata occupata abusivamente dai suoi eredi, i quali non hanno mai pagato né l’affitto né i consumi idrici al Comune di Napoli. Questa situazione ha portato a sette notificati dai carabinieri del Nucleo operativo del Vomero a funzionari comunali, dirigenti della Napoli Servizi (società del Comune) e alla preside della scuola dell’infanzia e primaria L. Vanvitelli – plesso Caccavello, situata nel quartiere Vomero.

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