Daily Archives: 13 Novembre 2023

Da Firenze alla Svizzera, i mercatini di Natale 2023 più belli del mondo

A poco più di un mese dal Natale 2023, iniziano ad aprire i primi mercatini in tutto il mondo. Secondo la tradizione, sarebbero originari di Vienna, dove il primo sorse nel lontano 1291, dando il via a un vero e proprio must oggi immancabile in ogni Stato. La Cnn ha stilato un elenco dei più belli che hanno aperto o apriranno nel corso della prima metà di novembre, inserendo anche l’Italia. Il Belpaese è infatti presente con Firenze, nella cui piazza di Santa Croce gli stand arriveranno il 18 novembre per chiudere il 17 dicembre. Impossibile non assaggiare il panforte, dolce a base di mandorle e canditi tipico della Toscana. Sugli scudi anche il presepe di piazza Duomo e l’albero di Natale che verrà acceso in vista dell’Immacolata Concezione dell’8 dicembre. Accanto a Firenze, tuttavia, ci sono numerose altre mete che presentano, ognuna a modo proprio, esperienze interessanti per tutti i gusti e le tasche.

La tradizione di Vienna e l'innovazione di Singapore. Passando per Firenze. I mercatini di Natale più belli del mondo da visitare nel 2023.
Il mercato di Natale che aprirà a Firenze il 18 novembre (Facebook).

Mercatini di Natale 2023, non solo Italia: gli altri consigli nel mondo

Austria, viaggio a Vienna per respirare la tradizione dei mercatini

Impossibile non partire da Vienna, capitale dei mercatini di Natale nel mondo. Come ha spiegato la Cnn, nel periodo delle festività se ne attivano oltre 20, ma nessuno batte il Wiener Christkindlmarkt, o Rathausplatz, cuore della tradizione locale. L’evento, che ha già aperto il 10 novembre e chiuderà il 26 dicembre, si svolge di fronte al municipio e vede la presenza di una pista da pattinaggio sul ghiaccio da 150 metri quadri. Senza dimenticare l’albero dei cuori, gigantesco acero addobbato con centinaia di cuori pulsanti, sfondo ideale di una foto da cartolina. Quanto al cibo, consigliati i biscotti pan di zenzero e le salsicce austriache.

La tradizione di Vienna e l'innovazione di Singapore. Passando per Firenze. I mercatini di Natale più belli del mondo da visitare nel 2023.
I mercatini di Natale in Austria (Getty Images).

Svizzera, l’aria di Natale nel cuore di Basilea

Chi vuole festeggiare il Natale in montagna non può esimersi da un viaggio in Svizzera. Al di là delle Alpi, che anche in Italia offrono ottimi mercatini fra Trentino Alto Adige e Friuli Venezia-Giulia, la Cnn consiglia un viaggio a Basilea, il più grande evento rossocrociato dedicato alle festività invernali. Si divide infatti in due sezioni principali, situate a Barfusserplatz e Munsterplatz, dove 150 bancarelle vendono souvenir, decorazioni natalizie, candele e spezie di ogni genere. Per tutta la famiglia, dal 23 novembre fino al 23 dicembre, sarà aperto il bosco da favola di Natale con attività e laboratori per grandi e piccini. I turisti poi possono anche salire sulla Torre San Martino per ammirare lo skyline della città vecchia.

Germania, 80 mercatini a Berlino fra bancarelle e concerti

Restando in Europa, fra i mercatini di Natale più interessanti del 2023 meritano una menzione speciale gli oltre 80 che popolano fra novembre e dicembre la città di Berlino nel pieno rispetto della tradizione. Spicca però il Gendarmenmark, che aprirà il 27 novembre fra il Franzosischer Dom e il Deutscher Dom. Un vero e proprio labirinto di capanne in legno dove assaggiare bratwurst, vin brulè e pane allo zenzero mentre di acquistano i regali per tutta la famiglia. Senza dimenticare i numerosi concerti accompagnati da spettacoli di danza. In Baviera, invece, dal XVI secolo esiste il Christkindlesmarkt, che trasforma la piazza centrale di Norimberga in un mercato con 200 stand. Secondo i dati della Cnn, è in grado di attirare 2 milioni di persone ogni anno e, nel 2023, aprirà dall’1 al 24 dicembre.

La tradizione di Vienna e l'innovazione di Singapore. Passando per Firenze. I mercatini di Natale più belli del mondo da visitare nel 2023.
Il Gendarmenmark nel cuore di Berlino (Getty Images).

Singapore, i mercatini con richiami alla storia d’Italia

Un trenino di Natale, spettacoli di luci e suoni e una replica alta 20 metri del Castello di Mesola, residenza degli Estensi in provincia di Ferrara. Il Christmas Wonderland di Singapore, giunto alla decima edizione, è uno dei mercatini mondiali in rapida ascesa. Accanto alla Spalliera, che ricorda la rocca italiana, i turisti si possono  incamminare sulla Passeggiata delle Luci con le sue 75 mila lampadine. L’evento sorge nel cuore del parco naturale Gardens by the Bay che, dall’1 dicembre a Capodanno, riunisce in 27 mila metri quadri numerose attrazioni a tema. Non mancano infatti giostre, giochi in maschera, spettacoli dal vivo e una casa di marzapane che consente di entrare nel mondo delle favole.

New York, il villaggio invernale della Grande Mela

Già inaugurato il 27 ottobre, il Winter Village di New York rimarrà aperto al pubblico fino al 3 marzo 2024. Sorge nel Bryant Park di Manhattan che, per l’occasione, si trasforma in un villaggio invernale colmo di attrazioni ed esperienze per tutta la famiglia. Presenti infatti 150 chioschetti e bancarelle di ogni sorta e una pista di pattinaggio all’aperto da oltre 5 mila metri quadri disponibile gratuitamente a patto di procurarsi l’occorrente da soli. Accanto sorgono invece un bar e una sala ristorante, The Lodge, dove assaporare i piatti della tradizione locale e sorseggiare una birra o un cocktail.

Giulia Cecchettin scomparsa con l’ex fidanzato Filippo Turetta, il padre: «Lui non accettava fine del rapporto»

Due giovani di 22 anni, Giulia Cecchettin e il suo ex fidanzato Filippo Turetta, sono scomparsi a Marghera nella sera di sabato 11 novembre. Da quel momento di loro non si hanno più tracce. L’ultimo messaggio inviato dalla ragazza risale alle 22.43, mentre ora i cellulari di entrambi risultano spenti.

Il padre della giovane: «Il ragazzo era molto giù di morale»

I due hanno avuto una relazione sentimentale di circa un anno dopo essersi conosciuti all’Università di Padova. Secondo quanto ha raccontato al Corriere del Veneto il padre della ragazza, Gino Cecchettin, l’ex fidanzato della figlia non avrebbe digerito la rottura del rapporto. «Temo che questo possa avere a che fare con la loro scomparsa ed è ciò che mi spaventa. I genitori di Filippo mi hanno detto che negli ultimi giorni il ragazzo mangiava a malapena, era molto giù di morale», ha commentato Cecchettin. Secondo una prima ricostruzione, i due ragazzi si sono incontrati sabato sera e il loro ultimo avvistamento risale alle ore 20 ai tavolini del McDonald’s all’interno del centro commerciale Nave da Vero a Marghera. La sorella di Cecchettin ha raccontato di essere rimasta in contatto con lei durante la serata: «Era serena come sempre, stavamo parlando di vestiti. Dopo le 22.43 lei non ha più risposto al telefono e da allora non ci sono state più sue notizie».

L’ultima traccia dal cellulare nei pressi di Fossò

Gli investigatori hanno rintracciato il cellulare di Turetta nei pressi di Fossò, distante 27 chilometri da Marghera, verso le 23.30, ma da quel momento i cellulari risultano spenti. Mentre le forze militari sono impegnate nella ricerca dei due giovani nella città metropolitana di Venezia e a Padova, sui social sono stati resi noti i dettagli di cosa indossavano per poter prestare aiuto nelle ricerche. Giulia Cecchettin indossava una gonna marrone e una maglia nera con sopra un maglioncino azzurro, mentre Filippo Turetta indossava un paio di scarpe bianche dell’Adidas, jeans chiari e un giubbotto impermeabile nero.

La presentazione del calendario della Polizia, l’altolà di Mara Venier a un sostituto per Domenica In, il ritorno di Vannacci da Porro: le pillole della giornata

Tempo di calendari, a Roma. Prima sono arrivati i Carabinieri, con Massimo Gramellini protagonista. Poi la Guardia di Finanza, con Paolo Mieli che ha elogiato la storia della forza armata «specializzata nell’economia». Oggi a chi tocca? Al fotografo Massimo Sestini, che ha scattato le immagini del calendario della Polizia di Stato: presentazione ufficiale a Palazzo Barberini con il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano e il Capo della Polizia, Vittorio Pisani, in un evento condotto da Tiberio Timperi e Bebe Vio.

Mara Venier bloccata dal Covid non si fa sostituire

Il Covid ha bloccato Mara Venier. Così il 12 novembre invece che la conduttrice in diretta è andato in onda un laconico Il meglio di Domenica in con interviste e spezzoni presi dalle puntate precedenti. La Rai aveva preso in considerazione l’idea di sostituirla pescando dalla scuderia dei suoi presentatori, ma Venier si è messa di traverso e alla fine non è restato che attingere all’archivio e mandare un po’ di vecchia minestra riscaldata.

La presentazione del calendario della Polizia, l'altolà di Mara Venier a un sostituto per Domenica In, il ritorno di Vannacci da Porro: le pillole della giornata
Mara Venier (Imagoeconomica).

Il ritorno del generale Vannacci da Porro 

«Che fine ha fatto il generale Roberto Vannacci?», si chiedono i vip romani, e non solo. Dopo il successo di vendite del suo libro Il mondo al contrario, il paracadutista d’assalto è sparito per qualche settimana dai radar, ma era solo per ricaricarsi in vista delle prossime battaglie, elezioni europee comprese. Nella serata di lunedì, Vannacci sarà a Quarta Repubblica, la trasmissione Mediaset di Nicola Porro. Con il generale ci saranno Paolo Mieli, Angelo d’Orsi, Andrea Ruggieri, Simonetta Matone, Susanna Turco. La serata si annuncia frizzante.

La presentazione del calendario della Polizia, l'altolà di Mara Venier a un sostituto per Domenica In, il ritorno di Vannacci da Porro: le pillole della giornata
Il generale Vannacci (Imagoeconomica).

Corriere ciociaro

Lunedì mattina era triste, Luciano Fontana, collegato dalla sede del Corriere della Sera con La7, in diretta a Omnibus per commentare la posizione dell’Italia sull’Ucraina e mille altre cose. C’è da compatirlo: il direttore domenica ha sofferto tantissimo, per colpa della partita tra Inter e Frosinone. Perché lui è nato proprio a Frosinone, e il cuore ciociaro batte sempre fortissimo per la squadra della sua città.

Grillo? È senza De Masi

Sì, ne ha dette di tutti i colori Beppe Grillo nel salotto televisivo americano di Fabio Fazio. Se l’è presa con il suo ex presidente del Consiglio Giuseppe Conte, ha bullizzato Giulia Bongiorno nella sua veste di avvocato, tanto che il conduttore per una volta lo ha bloccato visto che c’è il processo contro Ciro Grillo, ma la verità è una sola: Beppe non ha più il suo consigliere numero uno, fidatissimo, quel Domenico De Masi che è scomparso lo scorso 9 settembre. Per Grillo è stata una perdita importante, perché Mimmo, come raccontano alcuni veterani M5s, «era la testa pensante di tante idee che sono state portate avanti dal movimento. E senza De Masi, Grillo si sente molto solo».

Beppe Grillo ospite di Che tempo che ammette che qualcosa con il M5S non è andato come si pensava: «Sono il peggiore».
Beppe Grillo a Che tempo che fa con Fabio Fazio – (Imagoeconomica).

Mattarella e gli induisti

Sergio Mattarella ha aperto le porte della Presidenza delle Repubblica agli induisti. Nell’ambito della festività solenne del calendario Hindu, il Diwali, corrispondente alla nostra celebrazione del nuovo anno, domenica 12 novembre nella Cappella Paolina del Palazzo del Quirinale si è svolto il Diwali Concert. Un evento con protagonisti tre artisti indiani di prestigio internazionale, Partho Sarothi al sarod, Supriyo Dutto alla voce e Sanju Sahai al tabla, in “meditazione musicale”. Il concerto è parte del ciclo I concerti del Quirinale prodotto da Rai Radio3 in collaborazione con Rai-Quirinale e con la Presidenza della Repubblica, e trasmesso in diretta radiofonica. L’iniziativa, promossa e sostenuta dall’Unione Induista Italiana e la Fondazione Alain Danielou, è stata realizzata in collaborazione con Kama Productions. Una festa associata alla dea Lakshmi, la dea della ricchezza e della prosperità. Molte persone, soprattutto nell’India orientale, celebrano il Diwali venerando la dea Kali o Kalika, una delle principali divinità indù associata al tempo, al cambiamento, alla creazione, al potere e alla distruzione. La prima apparizione di Kali risale a quando emerse da Durga. Si dice che la dea distrugga il male per difendere gli innocenti. Il Diwali è una festa che simboleggia la vittoria della luce sulle tenebre, del bene sul male e della conoscenza sull’ignoranza.

Spagna, centinaia di migliaia in protesta contro l’accordo di Sanchez con i secessionisti catalani

Centinaia di migliaia di persone hanno invaso le piazze dei capoluoghi spagnoli, rispondendo alla chiamata del Partito Popolare che per domenica 12 novembre ha chiamato i cittadini a protestare contro la fiducia al nuovo governo del socialista Pedro Sánchez.

Al centro delle protesta l’accordo sull’amnistia ai secessionisti catalani

I manifestanti hanno protestato contro l’accordo del Partito socialista con il partito separatista catalano Junts che prevede l’approvazione di una legge che garantisce l’amnistia alle persone condannate per il tentativo della Catalogna di secedere dalla Spagna nel 2017. L’accordo ha suscitato onde d’urto in tutto il Paese, con gli oppositori conservatori di Sànchez che lo hanno accusato di «golpe» contro la Costituzione spagnola. «Non staremo zitti finché non ci saranno nuove elezioni», ha detto il leader del Partito popolare, Alberto Nunez Feijoo, davanti a una folla esultante gremita nella piazza Puerta del Sol di Madrid.

Oltre 160 mila persone nelle piazze

Le autorità hanno riferito che a Madrid si sono radunate 80 mila persone, mentre a Barcellona ??la polizia locale ha detto che i manifestanti erano 6 mila. Il numero ha raggiunto le 30 mila persone a Granada e 50 mila a Siviglia, e altre proteste hanno avuto luogo a Malaga, Palma e Valencia. Molti portavano bandiere spagnole e dell’Unione Europea, altri avevano cartelli con la scritta «Sánchez traditore». «Molte persone che conosco che votano per i socialisti si sentono assolutamente deluse perché Sánchez non ha mai detto che l’amnistia sarebbe stata parte del suo programma», ha detto a Reuters una manifestante.

Ungheria, il progetto di legge di Orban per mettere a tacere le voci contro

Secondo un rapporto dell’organizzazione di ricerca Freedom House, finanziata dal governo degli Stati Uniti, nel 2023 in Ungheria la democrazia sotto il primo ministro Viktor Orbán è ulteriormente regredita: già nel 2022 una risoluzione approvata a larga maggioranza dal Parlamento Ue aveva definito «autocrazia elettorale» il Paese, dove dal suo ritorno al potere nel 2010 il leader nazionalista ha gradualmente ridotto le voci contro. E con il progetto di legge che si appresta a presentare il suo partito Fidesz, il bavaglio è destinato a diventare ancora più stretto.

Orban da sempre non vuole intromissioni straniere nella politica magiara

Da oltre un decennio Orban sostiene che entità straniere si stiano intromettendo nella politica magiara, operando sotto l’influenza di Bruxelles e/o Washington, in ogni caso contro l’interesse nazionale. Il progetto di legge del partito di governo Fidesz, di cui non sono stati rivelati i dettagli, prevede – questo si sa – la creazione di un nuovo ufficio incaricato di indagare sulle attività che minacciano la sovranità dell’Ungheria. La nuova legislazione dovrebbe applicarsi ai finanziamenti esteri dei partiti politici e, forse, anche dei media e delle organizzazioni della società civile che Orban ha accusato a più riprese di operare per conto di Ue e Stati Uniti.

Ungheria, il progetto di legge di Orban per mettere a tacere le voci contro. Nel mirino, ancora una volta, media e Ong.
Il Parlamento di Budapest (Getty Images).

La legge anti-Ong del 2017, poi bocciata dalla Corte di Giustizia europea 

Già nel 2017 Budapest aveva approvato una controversa legge anti-Ong, che introduceva un nuovo status di “organizzazione sostenuta dall’estero” per tutte le associazioni ungheresi che ricevono finanziamenti esteri superiori a 7,2 milioni di fiorini (circa 23.500 euro) all’anno. La legge, concepita secondo il governo per garantire la trasparenza delle Ong,nel 2020 era stata poi bocciata dalla Corte di Giustizia europea in quanto «restrizione discriminatoria e ingiustificata» al diritto comunitario della libera circolazione dei capitali e al rispetto della vita privata. Nel 2021 il parlamento magiaro l’aveva così abolita, in un’apparente concessione allo stato di diritto.

La nuova stretta alla libertà di stampa in vista delle elezioni del 2024

Nonostante gli intoppi legali e le critiche internazionali, Orban ha continuato a sostenere che i suoi oppositori siano sobillati da forze esterne. A settembre, durante una riunione del partito, si è lamentato ancora dei finanziamenti provenienti dall’estero, citando gruppi della società civile e media «finanziati da Bruxelles o attraverso la rete di Soros». E adesso, con il Paese che si appresta a entrare in modalità campagna elettorale in vista delle delle europee e delle amministrative del 2024, Orban è pronto a mettere a tacere ogni voce contro.

Ungheria, il progetto di legge di Orban per mettere a tacere le voci contro. Nel mirino, ancora una volta, media e Ong.
Viktor Orban (Getty Images).

Crescono i timori, ma se la nuova legge fosse invece tanto fumo e poco arrosto? 

Telex, uno dei pochi media indipendenti rimasti in Ungheria, ha avvertito i cittadini che, «con il pretesto di proteggere la sovranità», il governo di Orbán ha in realtà «dichiarato guerra alla stampa che lo critica». L’accettazione di finanziamenti esteri da parte dei partiti politici è già vietata e «ci sono buone ragioni dietro a ciò», ha detto Stefánia Kapronczay, direttrice strategica dell’Unione ungherese per le libertà civili. Tuttavia, c’è il timore che la legge voluta da Fidesz possa «limitare la partecipazione alla vita pubblica e il funzionamento della stampa libera». Gábor Polyák, professore ungherese specializzato in diritto e politica dei media, citato dal Guardian ha dichiarato che «è l’ennesima minaccia legale contro le Ong e i media indipendenti». C’è anche, però, chi sostiene che dietro al fumo ci sia poco arrosto. «Di solito Fidesz avvia una campagna diversiva quando vuole distrarre la gente da problemi reali, come l’inflazione, le condizioni dei nostri sistemi educativi, sanitari e di servizi sociali», ha affermato Márton Tompos, parlamentare del partito di opposizione Momentum. «Se il governo volesse davvero iniziare a reprimere le questioni che mettono a repentaglio la sovranità dell’Ungheria, dovrebbe iniziare con i propri accordi con Mosca e Pechino».

Goldman Sachs: «Primo taglio tassi dei Bce nel terzo trimestre 2024»

Goldman Sachs ha abbassato le sue previsioni sui tassi di riferimento della Bce per il 2024 al 3,5 per cento e si aspetta il primo taglio nel terzo trimestre del 2024, viste anche le sue previsioni su un’inflazione core più debole. Lo si legge in un report della banca d’affari statunitense, che abbassa «le previsioni sull’inflazione core per l’area euro nel 2024 al 2,6 per cento su base annua». Gli analisti di Goldman Sachs hanno anche limato le loro stime sul rapporto tra euro e dollaro a tre/sei/12 mesi rispettivamente a 1,04/1,06/1,10 anche per «la crisi energetica e altri fattori che continuano a pesare sull’euro».

32enne morto in un incidente nel Sud Sardegna: l’automobilista si è costituito

Si è presentato ai carabinieri di Dolianova il 38enne che era al volante della Bmw finita contro il guardrail e in cui è morto Daniele Picciau, di 32 anni. L’incidente è avvenuto nella notte tra sabato 11 e domenica 12 novembre 2023 sulla statale 387 nel Sud Sardegna. Il giovane, che dopo i fatti si era reso irreperibile, sarà denunciato per omicidio stradale. I carabinieri lo hanno interrogato per ricostruire dettagliatamente la dinamica della tragedia ed è emerso che il 38enne non aveva mai conseguito la patente. Forse proprio per questa ragione era fuggito dal luogo dell’incidente, all’altezza di Soleminis, abbandonando sull’auto Daniele e altri due 30enni rimasti feriti, trasportati al 118 al Brotzu e al Policlinico di Monserrato. Per tutta la giornata di domenica 12 novembre i carabinieri hanno cercato di rintracciare il guidatore, controllando la sua abitazione, quella dei parenti ma anche le persone a lui vicine. La mattina successiva lui stesso si è presentato in caserma.

Movida violenta tra Napoli e provincia: tre giovani feriti

Indagini dei carabinieri sono in corso per fare luce sul ferimento di due cugini, di 15 e 17 anni, avvenuto nella notte del 12 novembre 2023 a Casoria, davanti al bar MiSvago della strada statale Sannitica. I due sarebbero stati colpiti – forse con il coltello – da un altro giovane per motivi che non sono ancora chiari. I militari della stazione di Casoria sono intervenuti nell’ospedale di Frattamaggiore dove il 15enne, incensurato di Afragola, è stato medicato e giudicato guaribile in 14 giorni. 15 giorni di prognosi per il cugino, invece, medicato nella clinica Villa dei Fiori. Un altro episodio analogo e non collegato al precedente si è registrato a Napoli, precisamente a Port’Alba, nei pressi di piazza Dante, dove un 18enne è stato ferito alla gamba destra con un’arma da taglio. Nel pronto soccorso dell’ospedale Vecchio Pellegrini è intervenuta una pattuglia mobile di zona dei carabinieri. A ferire il 18enne sarebbe stato un gruppo di ragazzi. Per la vittima 10 giorni di prognosi.

Brasile, caldo record a Rio De Janeiro: sensazione termica di 50 gradi

Le due città più grandi del Brasile, San Paolo e Rio de Janeiro, hanno segnato domenica 12 novembre le temperature più alte del 2023. Nella megalopoli di San Paolo, i termometri hanno registrato 36,9 gradi, superando i 36,5 gradi registrati il 24 settembre. A Rio, dove le spiagge sono state prese d’assalto, la temperatura è stata ancora più alta: a Irajá, nella zona Nord della città, si sono registrati 42,5 gradi. Il picco precedente era stato osservato il 17 febbraio, con 41,8 gradi. Secondo il sistema Alerta Rio (la stazione meteorologica comunale), la sensazione termica a Irajá, attorno alle 13.55 locali di domenica 12 novembre (le 17:55 italiane), ha raggiunto i 50,5 gradi.

Uno scenario già visto a settembre

Non si tratta, purtroppo, di una situazione del tutto inedita per il paese sudamericano, che già a settembre aveva dovuto affrontare un’ondata di caldo eccezionale, con temperature roventi che avevano costretto le autorità a dichiarare lo stato di allerta in ben nove Stati, obbligando alcune scuole in Amazzonia a interrompere le attività sportive all’esterno.

È morta Daniela Romano, storica ballerina della prima edizione di Amici

È morta all’età di 40 anni Daniela Romano, storica ballerina della prima versione del talent Amici nel 2002, che ai tempi si chiamava ancora Saranno famosi. Da tempo conviveva con una malattia.

Il ricordo degli amici e dei concorrenti di Saranno famosi

La ballerina, originaria di Napoli, durante Saranno famosi si avvicinò sentimentalmente all’attore Paolo Idolo, che le ha dedicato un toccante post su Instagram: «Ci fu un primo sguardo, quando eravamo sui lati opposti degli spalti, solo che io l’avevo già notata un paio di sguardi prima… ma erano solo i miei, lei doveva ancora accorgersi di me. Speravo che non solo alzasse lo sguardo verso di me, ma che mi notasse anche. Hai fatto parte della mia vita in un modo speciale, oserei definire unico. Ti porterò sempre nel mio cuore», si legge sotto una foto che li ritrae insieme nel programma. Anche un’altra concorrente del programma e sua amica, la cantante Mirna Brancotti, l’ha ricordata così in una storia su Instagram: «Si stringe lo stomaco, si stringe il cuore, ci stringiamo noi in un forte abbraccio di dolore. Ti pensiamo Daniela. Ti pensiamo forte da quaggiù».

Regno Unito, la ministra dell’Interno Suella Braverman rimossa dall’incarico

Il premier britannico di Rishi Sunak ha annunciato un rimpasto di governo, formalizzando in particolare il siluramento della sua controversa ministra dell’Interno, Suella Braverman, falco della destra Tory più oltranzista, resasi protagonista di un inedito attacco a mezzo stampa ai vertici della polizia, da lei accusati di non aver represso gli eccessi durante i raduni di protesta filo-palestinesi.

Regno Unito, la ministra dell'Interno Suella Braverman rimossa dall'incarico. Il rimpasto di governo di Rishi Sunak.
Suella Braverman e Rishi Sunak (Getty Images).

Al suo posto James Cleverly, che era ministro degli Esteri

Al suo posto James Cleverly, dal 6 settembre 2022 Segretario di Stato per gli Affari esteri, del Commonwealth e dello Sviluppo e in precedenza ministro dell’Istruzione. Il Partito conservatore ha scritto su X che il premier Rishi Sunak sta «rafforzando la sua squadra al governo per prendere decisioni a lungo termine per un futuro migliore».

Le accuse alla polizia di doppi standard durante le manifestazioni

Di origine indiana (come lo stesso premier inglese) e convinta sostenitrice della Brexit, Braverman era già finita nell’occhio del ciclone per aver definito l’immigrazione nel Regno Unito «un’invasione», proponendo respingimenti severissimi, e i senzatetto persone che hanno fatto «una scelta di vita». In un recente e contestato articolo pubblicato sul Times, aveva poi accusato la polizia di doppi standard: «I manifestanti di destra e nazionalisti che commettono aggressioni vengono giustamente accolti con una dura risposta, ma le folle filo-palestinesi che mostrano un comportamento quasi identico vengono ampiamente ignorate, anche quando violano chiaramente la legge».

Ascolti tv 12 novembre 2023: Che tempo che fa con Beppe Grillo vola al 12 per cento

Continua a registrare ottimi ascolti Che tempo che fa, che domenica 12 novembre 2023 ha registrato uno share del 12,1 per cento nella prima parte (per un totale di 2.487.000 spettatori) e del 9,7 per cento nella seconda, chiamata Il Tavolo (1.342.000 spettatori). La puntata, condotta come sempre da Fabio Fazio e Luciana Littizzetto sul Nove, ha avuto come ospiti l’attesissimo Beppe Grillo, ex attore e comico nonché fondatore del Movimento 5 stelle, il cantautore Francesco Guccini, Elodie, Michele Serra, Roberto Burioni, la vicedirettrice del Corriere della Sera Fiorenza Sarzanini e l’editorialista de La Repubblica Massimo Giannini.

Gli ascolti tv del 12 novembre 2023

Per quanto riguarda le altre reti, su Rai 1 la prima puntata di Lea – I Nostri Figli ha conquistato 3 milioni e 400 mila spettatori pari al 15,9 per cento di share. Su Canale 5 Terra Amara ha totalizzato 2 milioni e 507 mila spettatori pari al 15,3 per cento di share. Su Rai 2 la prima puntata de La Caserma ha raccolto 766 mila spettatori con il 3,8 per cento. Su Italia 1 Harry Potter e il prigioniero di Azkaban ha conquistato 1 milione 3 133 mila spettatori (6,4 per cento). Su Rai 3 Report ha raccolto 1 milione e 443 mila spettatori con il 7,2 per cento. Su Rete 4 Dritto e Rovescio è stato visto da 755 mila spettatori con il 5,1 per cento. Su La7 In Onda ha collezionato 388 mila spettatori (2,2 per cento). Su Tv8 Star Wars – Una nuova speranza è stato visto da 392 mila spettatori con il 2,2 per cento.

Incassi in Italia, Cortellesi in vetta batte anche The Marvels

Prosegue l’enorme successo di C’è ancora domani, esordio alla regia di Paola Cortellesi presentato alla Festa del Cinema di Roma. Grazie al terzo weekend in vetta alla classifica degli incassi in Italia, il film ha superato così i numeri de La Sirenetta, issandosi al quinto posto generale per l’anno 2023. Dal 9 al 12 novembre, infatti, ha totalizzato altri 4,5 milioni di euro, arrivando a 12,9 dall’uscita. È così il più grande risultato italiano della stagione, alle spalle solo di colossi Usa come Barbie, Oppenheimer, Super Mario e Avatar – La via dell’acqua, uscito però a fine 2022. Registrata una crescita del 28 per cento rispetto alla settimana precedente, con quasi 2 milioni di biglietti totali venduti.

Incassi in Italia, dopo Cortellesi si piazza il flop dei Marvel Studios

Il film di Paola Cortellesi ha sbaragliato anche la concorrenza temuta di The Marvels, nuovo capitolo del Marvel Cinematic Universe con Brie Larson, che si è dovuto accontentare di 1,5 milioni di euro. Il secondo capitolo sulla supereroina intergalattica ha incassato appena 88 milioni a livello globale, di cui 47 negli Stati Uniti. Frutto di un’apertura al di sotto delle aspettative, il film ha segnato un record negativo per la saga dei supereroi tratti dai fumetti di Stan Lee, prima appartenente a L’incredibile Hulk con 55,4 milioni, uscito però nel 2008 ancor prima del successo degli Avengers. I dati americani risultano persino inferiori a The Flash, peggior incasso della DC Comics. Un flop che risulta ancor più grave se rapportato agli enormi costi per la produzione del film. Stando ai media Usa, Disney e Marvel avrebbero investito 274 milioni di dollari, tanto da diventare il quarto progetto più costoso della saga.

C'è ancora domani di Paola Cortellesi domina il box office in Italia. Regina degli incassi, ha battuto The Marvels con Brie Larson.
Brie Larson è protagonista di The Marvels (Getty Images).

Il podio degli incassi al cinema in Italia nel weekend 9-12 novembre si completa con l’horror Five Nights at Freddys’, adattamento dell’omonimo videogame per console. Pur calando del 67 per cento rispetto al fine settimana precedente, ha totalizzato altri 876 mila euro salendo a un totale che ha superato i 4,8 milioni in due settimane. In Top 5 anche Trolls 3 – Tutti insieme, nuovo capitolo della saga di animazione che vanta anche l’inedito degli Nsync con Justin Timberlake. Il film ha incassato infatti 874 mila euro grazie a circa 127 mila spettatori, superando il milione in totale. Al quinto posto c’è invece la seconda pellicola italiana della classifica, Comandante con Pierfrancesco Favino. Il progetto di Edoardo De Angelis ha guadagnato 700 mila euro nel weekend, per un totale di 2,6 milioni dall’inizio della distribuzione in sala.

Ancora in Top10 Scorsese, i Me contro Te e Saw X

Resta ancora in classifica Killers of the Flower Moon di Martin Scorsese, che sfiora i 5 milioni in totale grazie ad altri 288 mila euro incassati nel weekend. Nel mondo ha raggiunto quindi 137 milioni, di cui 59 negli Usa dopo un’apertura magra da 23,2 milioni di dollari. Settimo posto nel box office italiano per Saw X, pellicola che si svolge tra gli eventi del primo e del secondo capitolo. L’horror ha guadagnato altri 273 mila euro per un totale di 3,3 milioni dall’uscita. Seguono Me contro Te Il film – Vacanze in Transilvania  (180 mila) e la Palma d’Oro a Cannes Anatomia di una caduta (136 mila). Chiude la Top 10 Joika – A un passo dal sogno con incassi per 70 mila euro.

La volta buona con Caterina Balivo: ospiti e anticipazioni del 13 novembre 2023

Primo appuntamento settimanale lunedì 13 novembre 2023 con La volta buona, il programma di Rai 1 condotto da Caterina Balivo dalle 14.00 alle 16.00. Tra gli ospiti del salotto c’è Carlotta Proietti. Seguirà poi un focus su Ballando con le Stelle in compagnia di Leonardo Tano, i ballerini Lucrezia Lando e Giuliano Peparini e, da Tale e Quale Show, passeranno in studio Antonino Spadaccino ed Elena Ballerini.

Chi è Carlotta Proietti

Attrice e cantautrice, è figlia del compianto attore Gigi Proietti. Carlotta lavora sia a teatro sia al cinema e sia in televisione. Si è diplomata nel 2012 al corso biennale di formazione per attori professionisti il Cantiere Teatrale di Paola Tiziana Cruciani e ha da subito iniziato a lavorare a teatro. In tv ha interpretato Marzia nella serie tv Una pallottola nel cuore e Una pallottola nel cuore 2, per la regia di Luca Manfredi (2014 e 2016). Al cinema, invece, è stata nel cast del film Il Principe di Roma di Edoardo Falcone (2022). Per quanto riguarda la musica, Carlotta ha scritto la prima canzone a nove anni e a 16 ha iniziato a studiare canto. Più tardi ha cominciato a esibirsi in locali live con un repertorio jazz. Ha poi fondato la band Lotta’s, quintetto con cui ha sperimentato dal vivo i suoi primi brani inediti e cover riarrangiate. Nel 2012 è uscito il suo primo album da cantautrice. In seguito ha fondato la band Carlotta Proietti e i Blatters con cui collabora su brani originali. Essendo una persona molto riservata, non è noto se sia fidanzata o sposata.

Palermo, 13enne morto suicida: si indaga su presunti atti di bullismo

Nella serata di sabato 11 novembre un ragazzo di 13 anni è morto suicida nella sua abitazione a Palermo mentre i genitori erano fuori casa. Sono stati proprio loro a trovarlo senza vita al loro rientro, ma all’arrivo dei soccorsi non c’era più nulla da fare. Il ragazzo frequentava le scuole medie presso l’istituto Vittorio Emanuele Orlando di viale Strasburgo. Dalle chat tra compagni di classe e genitori è emerso che il 13enne fosse stato preso di mira con vessazioni omofobe da parte di alcuni suoi coetanei. La procura dei minori di Palermo ha aperto un’indagine per appurare la veridicità di quanto emerso e se ci sia un nesso tra la presunta persecuzione e il gesto estremo dell’adolescente. Il dirigente scolastico ha deciso di sospendere le attività didattiche per «il lutto improvviso che ha colpito la comunità scolastica».

Europee, le preoccupazioni di Forza Italia per l’assenza di battaglie elettorali forti: basterà il peso di Tajani a Bruxelles?

Si candiderà come capolista nelle cinque circoscrizioni per dare la volata a Fratelli d’Italia? Difficile avere una risposta al riguardo da Giorgia Meloni. Almeno per ora. Una cosa è certa, però, l’effetto sorpresa ottenuto annunciando l’accordo Italia-Albania sui migranti non le riuscirebbe. Tant’è che nei partiti alleati si cominciano prendere le misure. Diverse fonti intercettate da Lettera43 la fanno facile: «Se Meloni scende in campo, gli altri leader faranno lo stesso». Sarebbero ovviamente candidature di bandiera visto che si sta parlando della premier e dei due vice Antonio Tajani e Matteo Salvini. A pesare, più dei capolista di facciata, sono però le battaglie identitarie che ogni leader deciderà di cavalcare. Ed è qui che l’azzurro Tajani rischia di finire come un vaso di coccio tra due vasi di ferro.

La Lega può giocare sul Ponte sullo Stretto mentre FdI sul premierato e sull’accordo con l’Albania

La Lega e Fratelli d’Italia le bandiere da piantare ce le hanno già bell’e pronte. Calendario del Senato permettendo, infatti, il Carroccio potrà sventolare il vessillo dell’autonomia differenziata e il partito di maggioranza il primo via libera del Cdm alla «madre delle riforme», copyright Meloni, e cioè il premierato (sperando che l’iter non si inceppi prima). Senza contare che, secondo i piani della premier, il taglio del nastro dei centri per migranti in Albania, sempre che Edi Rama non si tiri indietro, dovrebbe cadere proprio a ridosso del voto per Bruxelles. Certo, un bello sgambetto al Carroccio che, però, può giocare la sua campagna elettorale sul Ponte sullo Stretto e le prime risorse strappate in manovra per realizzarlo. Con buona pace dei forzisti. Se sui migranti, infatti, è la Lega a masticare amaro, sul Ponte tocca a Forza Italia, dal momento che la mega infrastruttura è sempre stata una voce chiave del programma di Silvio Berlusconi.

Europee, le preoccupazioni di Forza Italia per l'assenza di battaglie elettorali forti: basterà il peso di Tajani a Bruxelles?
Matteo Salvini (Imagoeconomica).

Le preoccupazioni di Forza Italia: a differenza degli alleati manca una battaglia identitaria

«Fosse solo il Ponte sullo stretto il problema». Si sfogano dal partito azzurro dietro garanzia di anonimato. «La questione vera è che mentre i nostri alleati hanno ben chiare le sfide per la campagna elettorale, noi su cosa puntiamo?». In effetti, a ben guardare una battaglia identificativa degli azzurri non la si vede. È vero, sugli extraprofitti delle banche il partito guidato da Tajani è riuscito a sbattere i pugni sul tavolo e ad annacquare la misura voluta da Meloni in persona. È altrettanto vero, però, che non si tratta di un tema che possa generare consenso popolare. Tutt’altro. I risultati raggiunti sugli affitti brevi e sul rialzo delle pensioni minime invece un valore ce l’hanno. Ma non sembrano sufficienti a dare ossigeno al partitofino alle Europee. È evidente che gli azzurri non possono certo costruirci una narrazione come potranno fare FdI e Lega su riforme, immigrazione e infrastrutture. Di qui la preoccupazione che comincia ad aleggiare tra i forzisti.

Europee, le preoccupazioni di Forza Italia per l'assenza di battaglie elettorali forti: basterà il peso di Tajani a Bruxelles?
Antonio Tajani (Imagoeconomica).

Le rassicurazioni azzurre: «Siamo concentrati sui nostri obiettivi, nessun effetto speciale»

Non tutti, naturalmente. Roberto Bagnasco, deputato molto legato a Silvio Berlusconi, parlando con Lettera43 si dice fiducioso. «Sono convinto che l’obiettivo delle due cifre per noi sia raggiungibile», dice subito. «Quanto ai temi, tanto per cominciare il Ponte sullo Stretto è da sempre un nostro obiettivo, il fatto che il progetto lo porti avanti Salvini perché è ministro dei Trasporti non cambia la sostanza delle cose». Secondo Bagnasco, inoltre, il taglio del cuneo fiscale su cui il partito continuerà a insistere così come l’aumento delle pensioni minime «sono temi concreti che riguardano la vita delle persone. Ed è questo ciò che ci interessa. Il nostro primo cavallo di battaglia, infatti, è la serietà delle proposte. Non mirare a stupire con effetti speciali», punge. C’è poi chi invece non è interessato a fare confronti con gli alleati, ma è fiducioso nel programma del partito. È il caso, per esempio, del deputato vicino al segretario Tajani, nonché portavoce di Fi, Raffaele Nevi che mette subito in chiaro: «Noi ci interessiamo poco degli altri. Siamo concentrati sui nostri obiettivi. L’attenzione è massima sulla crescita economica, perché il sistema produttivo europeo diventi fattore di sviluppo sociale, sulla crescita infrastrutturale, perché l’Europa sia sempre più interconnessa. E poi ci sono questioni come la difesa comune, su cui Berlusconi era impegnato, ma anche della sostenibilità ambientale».  Il problema, però, è la reale presa sui cittadini di questi temi. «Roba da fare la figura del brutto anatroccolo», riassume una fonte dietro anonimato. «La verità è che noi restiamo alla finestra. E meno male che questa prova elettorale dovrebbe rappresentare l’occasione per dimostrare che camminiamo sulle nostre gambe, anche senza Berlusconi». Una prospettiva pessimistica che non sfiora affatto Nevi che, anzi, rilancia: «Stiamo registrando tanti ingressi e ciò vuol dire che c’è attenzione nei nostri confronti. Non solo, ma poi invito a non dimenticare cosa significhi ‘maggioranza Tajani’, una maggioranza che a Bruxelles teneva insieme popolari, conservatori e liberali. Ecco, scegliere Forza Italia alle elezioni di giugno prossimo è anche un voto utile perché aiuta a rafforzare un progetto europeo che escluda il Pse».

Europee, le preoccupazioni di Forza Italia per l'assenza di battaglie elettorali forti: basterà il peso di Tajani a Bruxelles?
Raffaele Nevi di Fi (Imagoeconomica).

Il peso di Tajani a Bruxelles sarà sufficiente?

Un punto di vista diametralmente opposto a quello di un altro esponente di punta azzurro che si sfoga: «Andrà a finire così: il nostro peso specifico nel Ppe si ridurrà ai minimi termini. E ci troveremo a fare il socio di minoranza, un po’ come ci siamo ridotti a fare nella maggioranza di centrodestra, scegliendo di esseri succubi di Meloni». Cattivi pensieri che non sfiorano il deputato della minoranza di Fi Alessandro Cattaneo, responsabile Dipartimenti del partito, che a Lettera43 dice: «Alle Europee noi ci presentiamo come abbiamo sempre fatto: con la nostra identità chiara su cui non vogliamo negoziare. È la nostra anima liberale che deve farsi sentire e si farà sentire. Pensioni, tasse e casa non sono bandierine per noi e gli elettori ne sono consapevoli. Conoscono la nostra battaglia sulle pensioni minime, le avevamo lasciate a un milione di lire e siamo 620 euro in poco più di anno. Così come sanno che finché ci sarà Forza Italia non ci saranno mai tasse sulla prima casa o patrimoniali». La scommessa vitale è proprio se ci sarà il partito, se sopravviverà. Dietro le quinte i timori crescono. E qualcuno prova a scongiurarli, autoconvincendosi che non ci sia «nulla da temere». E si consola così: «Al di là delle bandierine, guardiamo alle persone: se si candidassero Tajani e Salvini, gli italiani non avrebbero dubbi. Da un lato c’è il nostro segretario che ha ricoperto ruoli importanti a Bruxelles e dall’altro c’è il leader della Lega che si è distinto per il suo assenteismo in Europa». Sarà sufficiente?

Elon Musk, da Nicolas Cage all’IA: chi lo interpreterà nel biopic di Aronofsky?

Con la fine dello sciopero degli attori a Hollywood si moltiplicano gli annunci di nuovi film e progetti per la televisione o il grande schermo. Ha catturato maggiormente l’attenzione un atteso biopic su Elon Musk, il patron di X, Tesla e SpaceX, che uscirà per A24 con la regia di Darren Aronofsky, Leone d’oro a Venezia per il suo The Wrestler nel 2008. Il film, stando alle prime anticipazioni, si baserà sulla biografia scritta da Walter Isaacson, pubblicata nel settembre 2023. Immediatamente, appassionati e critici hanno iniziato a interrogarsi su quale attore possa interpretare il magnate americano, incarnandone spirito e personalità sempre sui generis. In risposta, sono spuntati diversi nomi, da Nicolas Cage a Robert Downey Jr., passando per Brendan Fraser. È intervenuto persino ChatGPT, chatbot di OpenAI, che ha fornito a Variety un suo consiglio personale.

Sui social è partito il casting per il biopic di Aronofsky su Elon Musk. Spuntano in nomi di Nicolas Cage e Rami Malek, ma anche l'IA.
Elon Musk a Londra per il vertice sull’IA (Getty Images).

I potenziali candidati per interpretare Elon Musk nel nuovo biopic

Dopo l’annuncio del nuovo biopic su Elon Musk, sebbene non ci siano ancora indicazioni ufficiali sul vero casting del film, gli appassionati si sono scatenati su Reddit, un forum dove i fan possono pubblicare notizie o esprimere opinioni sotto forma di brevi testi o post. Virale la possibilità che vedrebbe Nicolas Cage o Rami Malek nei panni del magnate della Silicon Valley. Il primo, come dimostrano i tanti ruoli diversi della lunga carriera in cui ha spaziato dalla commedia all’horror, sarebbe in grado di incanalare le caratteristiche più istrioniche del protagonista. Si tratterebbe inoltre della seconda performance per A24 a distanza di pochi mesi dopo Dream Scenario, atteso per il 16 novembre. Il secondo invece vanta l’esperienza vincente di un film biografico, dato che si è aggiudicato l’Oscar per la sua performance nei panni di Freddie Mercury in Bohemian Rhapsody.

Sui social è partito il casting per il biopic di Aronofsky su Elon Musk. Spuntano in nomi di Nicolas Cage e Rami Malek, ma anche l'IA.
Nicolas Cage alla premiere di Dream Scenario negli Usa (Getty Images).

Fra le scelte degli appassionati anche Jesse Eisemberg, che nel 2010 vestì i panni di Mark Zuckerberg in The Social Network. Variety ha ipotizzato anche un coinvolgimento di Brendan Fraser, icona action degli Anni 90 nonché premio Oscar per The Whale proprio sotto la direzione di Aronofsky. Si è fatto il nome anche di Matt LeBlanc, il Joey di Friends, che ha recitato anche in due film della saga di Charlie’s Angels. Infine, non sono mancati Kevin Durand (X Men le origini – Wolverine) e John Barrowman, che in carriera ha preso parte anche alla serie della Bbc Doctor Who. Alcuni hanno proposto anche il nome di Matthew Broderick, star sia del cinema sia del teatro statunitensi.

Le opzioni più singolari, dall’IA alla proposta di ChatGPT

Variety ha riportato anche alcune possibilità singolari e avveniristiche che, sebbene difficilmente potranno realizzarsi, hanno stuzzicato l’immaginazione dei fan. Elon Musk potrebbe essere interpretato da una sua versione generata e gestita dall’intelligenza artificiale? «Gli show creati dall’IA saranno estremamente buoni», ha detto lo stesso patron di Tesla su X, quindi potrebbe accogliere con entusiasmo la proposta. In alternativa, potrebbe egli stesso recitare nel biopic. Non è infatti nuovo al grande schermo, dato che ha preso parte a un piccolo cameo nel film Iron Man 2 del 2010, in cui propone al protagonista un’idea per un elicottero elettrico. Infine, merita una menzione la proposta di ChatGPT, chatbot creato da OpenAI. «È difficile prevedere chi interpreterà Elon Musk in un film», ha spiegato l’IA. «Potenziali candidati potrebbero però essere Tom Hardy e Robert Downey Jr. o talenti non ancora ampiamente riconosciuti ma capaci di catturare la personalità unica di Musk».

Marcia contro l’antisemitismo, in 105 mila per le strade di Parigi

Nella giornata del 12 novembre in 105 mila hanno sfilato a Parigi in occasione della marcia contro l’antisemitismo organizzata nella capitale transalpina. Presenti la premier Elisabeth Borne e buona parte della classe politica francese, incluso il Rassemblement National di Marine Le Pen, che ha ricevuto molti fischi. C’erano anche gli ex presidenti Nicolas Sarkozy e François Hollande. Assenti invece Jean-Luc Mélenechon e in generale i rappresentanti di France Insoumise, così come il presidente Emmanuel Macron, che su X ha scritto: «Una Francia in cui i nostri connazionali ebrei hanno paura non è la Francia. Una Francia in cui dei francesi hanno paura a causa della propria religione o della propria origine non è la Francia. Nessuna tolleranza per l’intollerabile».

Le Pen contestata dall’organizzazione ebraica di sinistra Golem

La presenza di rappresentanti di estrema destra del Rassemblement Nazional ha provocato momenti di tensione durante la marcia. Alcuni attivisti di un’organizzazione ebraica di sinistra, Golem, hanno tentato di opporsi alla partecipazione di Marine Le Pen a causa del passato antisemita dell’ex Front National, partito fondato dal padre Jean-Marie, condannato più volte per incitamento all’odio razziale: nel 1987 definì le camere a gas «un dettaglio nella storia della Seconda guerra mondiale», per poi ripetersi nel corso dei decenni. I vertici del partito di sinistra France Insoumise non hanno partecipato alla manifestazione parigina a causa della presenza dell’estrema destra.

Marcia contro l’antisemitismo, in 105 mila per le strade di Parigi. Contestata la leader della destra Marine Le Pen.
Marine Le Pen (Getty Images).

Con 500 mila persone la Francia ha la principale comunità ebraica d’Europa

Dietro lo striscione “Pour la République, contre l’antisémitisme”, slogan del corteo, una marea di persone ha camminato dall’Esplanade des Invalides, vicino all’Assemblea Nazionale, per raggiungere il Senato, lungo il Boulevard Saint-Germain. Non solo Parigi, però: simili manifestazioni contro l’antisemitismo si sono tenute in oltre 70 città di Francia, tra cui Nizza, Strasburgo, Rouen, Brest, Tours e Lione. In totale oltre 180 mila persone sono scese in strada nel Paese per rispondere all’impennata degli atti di odio dovuti all’origine ebrea della vittima. Con 500 mila persone, la Francia ha la principale comunità ebraica d’Europa.

Elicottero militare americano precipita nel Mar Mediterraneo: cinque morti

Un elicottero delle forze speciali militari degli Stati Uniti è precipitato nel Mar Mediterraneo orientale durante un’esercitazione. Secondo quanto riferito dal Comando europeo degli Usa, cinque militari sono rimasti uccisi nello schianto.

Il Pentagono esclude attività ostili

L’esercitazione, avvenuta venerdì 10 novembre al largo della costa Sud-orientale di Cipro, faceva parte del recente schieramento di un gruppo d’attacco di portaerei di Washington nell’area mediterranea, come parte degli sforzi per evitare l’espansione della guerra tra Israele e Hamas nella regione e in preparazione di potenziali evacuazioni da Israele e Libano. Nello specifico, secondo quanto ha riportato il comando, l’incidente è accaduto «durante una missione di rifornimento in volo di routine come parte dell’addestramento militare», e ha coinvolto un elicottero MH-60, una variante del Black Hawk. È stata avviata un’indagine per verificare le cause dell’incidente, ma il Pentagono ha escluso che possa essersi trattato di attività ostili.

Portogallo, il primo ministro Costa si è dimesso a causa di un errore di trascrizione nelle intercettazioni

L'”Antonio Costa” che appare nelle trascrizioni delle intercettazioni telefoniche della Procura portoghese nell’ambito dell’Operazione influencer che ha portato alle dimissioni del primo ministro e di conseguenza alle elezioni anticipate il prossimo 10 marzo non sarebbe il leader socialista bensì il ministro dell’Economia e quasi omonimo António Costa Silva. Si tratterebbe dunque, come scrive Cnn Portugal, di un errore di trascrizione.

Nelle intercettazioni telefoniche si faceva il nome del ministro dell’Economia Antonio Costa Silva

La Procura della Repubblica ha ammesso di aver commesso l’errore trascrivendo un colloquio telefonico avvenuto tra Lacerda Machado, consulente della società Start Campus, e Afonso Salema, amministratore della stessa società. I due cercavano un modo per semplificare alcune pratiche burocratiche grazie all’intercessione del governo. «Va bene», assicurava Machado, «cercherò di capire se si tratta di Economia o Finanze. Se riguardasse le Finanze, parlerò con Medina (ministro) o con Antònio Mendes, il segretario di Stato. Se si trattasse dell’Economia, troverò un modo per raggiungere Antònio Costa». Secondo fonti vicine alla difesa degli imputati, l’errore, cioè l’omissione del cognome di Costa Silva, sarebbe stata inclusa nell’ordinanza già resa pubblica.

L’Operazione influencer per corruzione, abuso di ufficio e traffico di influenze

?Come chiarito da fonti vicine alla procura, ci sarebbero comunque altre intercettazioni in cui compare il nome del primo ministro. L’inchiesta vede gli imputati accusati di corruzione, abuso d’ufficio e traffico d’influenze legati a grossi investimenti nell’ambito della transizione energetica, in particolare nel business delle miniere di litio, l’idrogeno verde e la creazione di un grosso data center nella città di Sines. Il primo ministro socialista annunciando le dimissioni, si era detto estraneo ai fatti.

 

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