«Purtroppo l’antisemitismo rimane nascosto. Lo si vede, nei giovani per esempio, di qua e di là, che fanno qualche cosa. Non è sempre sufficiente vedere l’Olocausto che hanno fatto nella Seconda Guerra mondiale, questi sei milioni uccisi, schiavizzati. E non è bastato. Purtroppo, non è bastato. Non saprò spiegarlo e non ho spiegazioni è un dato di fatto che io vedo e non mi piace». Sono queste le parole scelte da Papa Francesco nella sua intervista al Tg1 per commentare i sempre maggiori episodi di odio antisemita che si registrano in Europa e nel mondo. Una lezione del passato che, per il Pontefice, gli esseri umani sembrano ancora non aver appreso, tanto da continuare con le guerre e le discriminazioni.
«Non si risolve nulla con la guerra»
Al centro del dibattito internazionale c’è, naturalmente, il nuovo scenario drammatico della guerra tra Israele e Palestina, con il Papa che al direttore del Tg1 Gian Marco Chiocci ha ribadito: «Ogni guerra è una sconfitta. Non si risolve nulla con la guerra. Niente. Tutto si guadagna con la pace, con il dialogo. Sono entrati nei kibbutz, hanno preso ostaggi. Hanno ucciso qualcuno. E poi la reazione. Gli israeliani vanno a prendere quegli ostaggi, a salvarli». E ancora: «Nella guerra uno schiaffo provoca l’altro. Uno forte e l’altro più forte ancora e così si va avanti. La guerra è una sconfitta. Io l’ho sentita come una sconfitta in più. Due popoli che devono vivere insieme. Con quella soluzione saggia: due popoli due Stati. L’accordo di Oslo: due Stati ben limitati e Gerusalemme con uno status speciale».

La salute, gli amori di gioventù e il calcio
Il Santo Padre ha poi spaziato su vari aspetti, dal suo stato di salute – dicendo, scherzosamente, di essere «ancora vivo» – al calcio, passando per le passioni di gioventù. Su quest’ultimo aspetto, Francesco ha ricordato la sua fidanzata di quando era ragazzo, conosciuta e amata prima di prendere i voti: «Una ragazza molto buona. Lavorava nel cinema. Poi l’ha ritrovata l’arcivescovo di Rosario in una parrocchia con il marito, i figli». Un ricordo non troppo doloroso per il Papa, che ha anche dichiarato non aver avuto mai la sensazione di sentire vacillare la sua fede: «Nel senso di perderla, no. Ma nel senso di non sentirla e di camminare nei sentieri bui: dove sta il Signore? Si sente che il Signore si nasconde, dove sta lui solo? O noi andiamo indietro e ci allontaniamo da lui. E tu dove stai Signore? E perché non risolvi questo? E tu senti il Signore che ti dice dentro, perché non ho la bacchetta magica. Il Signore non è Mandrake, no. È un’altra cosa». Infine il calcio e la sorpresa: alla domanda delle domande, ovvero meglio Messi o Maradona, l’argentino ha risposto: «Io metterei un terzo, Pelé».