Daily Archives: 27 Giugno 2023

Caso Kataleya, prelevato il dna agli occupanti dell’ex hotel Astor

Il caso della scomparsa della piccola Kataleya, sparita il 10 giugno dall’ex albergo Astor di via Maragliano, potrebbe raggiungere presto una svolta. Gli inquirenti hanno dato mandato di prelevare il dna a tutti gli occupanti della struttura, per organizzare una sorta di database in vista di future comparizioni. Dalla procura, però, non trapela nulla e secondo quanto rivela Repubblica non è ancora chiaro se si tratti di una pratica standard o se ci siano novità sulla scomparsa della bambina. Nei giorni scorsi erano stati utilizzati molti apparecchi elettronici per analizzare ogni angolo dell’ex albergo e sequestrati altri effetti personali di Kataleya e vari oggetti.

Controlli e prelievi del dna per tutti gli occupanti della struttura da cui è scomparsa la piccola Kataleya
La piccola Kataleya

Si cercano segni del passaggio dei rapitori

L’ipotesi più probabile è quella di un «sequestro premeditato» e per questo gli investigatori stanno scandagliando ogni angolo dell’ex Astor per tentare di trovare indizi sul passaggio dei rapitori. A più di due settimane dalla scomparsa, si analizzano soprattutto le immagini delle telecamere di videosorveglianza del circondario, soprattutto di fronte ai cancelli di via Boccherini, all’ingresso di via Maragliano e all’uscita di via Monteverdi. L’obiettivo è di stilare una cronologia di ingressi e uscite, per tentare di stringere il cerchio intorno alle ore che hanno preceduto la scomparsa. L’unica immagine certa, però, è quella delle 15.13 di sabato 10 giugno, che ritrae la piccola Kata sulle scale del cortile.

La madre non si è accorta subito della scomparsa

Secondo gli inquirenti, coordinati dalla pm della Dda Christine Von Borries e dal procuratore aggiunto Luca Tescaroli, la madre è rientrata a casa alle 15.45 dopo aver completato il proprio turno di lavoro in un supermercato. La donna ha poi chiesto notizie della figlia a un parente, che l’ha rassicurata, prima di andare a fare una doccia e assentarsi ancora. Soltanto dopo si è accorta dell’assenza della bambina, probabilmente già sparita da tempo. Il padre di Kataleya, Miguel Angel Romero Chicclo, al sostituto procuratore ha dichiarato che secondo lui la figlia sarebbe stata rapita per errore, al posto di un’altra bambina.

Docente universitaria sospesa per 4 mesi: insultava gli studenti agli esami

Una professoressa di lingua e letteratura latina all’Università del Salento è stata sospesa per quattro mesi a partire dall’1 luglio, rea di aver insultato diversi studenti durante gli esami. Erano state diverse le segnalazioni degli stessi universitari al rettore Fabio Pollice contro la docente, Sabina Tuzzo, fino a quando un collettivo di studenti non ha deciso di scrivere direttamente alla ministra dell’Università Anna Maria Bernini. Nelle mail inviate i ragazzi sottolineano alcuni comportamenti durante gli esami. Uno scrive: «Fingeva di non sentire le mie risposte. Mi ha bocciato in un minuto e mezzo perché non ricordavo un verbo». Tanti sottolineano che per rimproverare utilizzava «insulti».

Insultava gli alunni agli esami: sospesa professore dell'Università del Salento
Studenti durante un esame alla Sapienza di Roma (Imagoeconomica).

Tuzzo sospesa anche a causa del marito

La docente viene accusata anche di aver portato il marito, un ex professore dell’ateneo, ad assistere ai vari esami. E quest’ultimo non si sarebbe limitato a osservare ma avrebbe anche interrogato gli studenti, pur non avendo nessun ruolo ufficiale all’interno dell’Università del Salento. Il rettore ha parlato di «situazione assolutamente inammissibile». Nella lettera il passaggio chiave rivela che «a danneggiare la salute mentale di chi sostiene l’esame non è solo il comportamento del docente, già di per sé gravissimo, ma anche la figura del coniuge della titolare, ormai in pensione, che non sarebbe autorizzato a esaminare, ma che puntualmente lo fa, umiliando studenti e studentesse con urla e rimproveri, perfettamente udibili anche all’esterno dell’aula».

La precedente replica di Tuzzo: «Illazioni diffamatorie»

Il caso è esploso già a inizio anno e Sabina Tuzzo ha risposto l’11 febbraio 2023 al Corriere del Mezzogiorno, che le ha chiesto un parere sulla lettera degli studenti. La professoressa ha dichiarato: «Trovo del tutto infondate, offensive e diffamatorie le illazioni che mi sono state rivolte, supportate da studenti evidentemente delusi dall’esito dell’esame, istigati e strumentalizzati ad arte ed a fini speculativi, per screditare il mio lavoro e la mia correttezza e serietà professionale. Ho invitato spesso il rettore (o chi per lui) a presenziare a qualsiasi mio appello d’esame, anche a sorpresa, per rendersi conto non solo del modus agendi et operandi mio e della mia commissione d’esame, ma soprattutto del livello di preparazione e talvolta di supponenza di non pochi studenti. A oggi non ho avuto quest’onore. Invito chiunque a venire».

Insultava gli alunni agli esami: sospesa professore dell'Università del Salento
Studenti all’Università La Sapienza di Roma (Imagoeconomica).

Independence Day a Villa Taverna: chi c’era, dalla politica ai Servizi

Tremila ospiti e grande ressa per entrare a Villa Taverna, residenza romana dell’ambasciatore Usa e porta d’accesso all’establishment. Gli «omini della Cia» evocati tempo fa dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Giovanbattista Fazzolari avranno osservato con attenzione la voglia, o il bisogno, di America che si respira a Roma. Homini e domini, per dirla alla latina. La verità è che il nostro 2 giugno è sempre più un 4 luglio a stelle e strisce, celebrato con i festeggiamenti in vista dell’Independence Day, anticipati quest’anno a lunedì 26 giugno, presso la sede dei Parioli cuore della diplomazia americana in Italia. Chi vuole entrare a far parte dell’establishment necessita anche di solidi legami internazionali, e mai quanto quest’anno a Roma e dintorni c’è stata la ressa per ottenere gli ambiti inviti. Lo schema, in un certo senso, non è mutato rispetto allo scorso anno, quando la festa si tenne alla vigilia del crollo del governo Draghi: apparati di sicurezza a ranghi completi, tanta impresa, politica vecchia e nuova.

Independence Day a Villa Taverna: chi c'era
Giancarlo Giorgetti e la moglie Laura Ferrari (Imagoeconomica).

Presenti e a loro agio Vespa e Giorgetti, il ministro più atlantico del governo Meloni

Ad affacciarsi negli eleganti giardini di Villa Taverna, invitati dall’incaricato d’affari Shawn Crowley, tante figure bisognose di confermare il proprio legame con Washington, accolte dal diplomatico che debuttò nel nostro Paese proprio in occasione della festa dello scorso anno, per poi prendere servizio ufficialmente il 18 luglio 2022. Crowley si è distinto, secondo gli addetti ai lavori, per serietà e correttezza nel consolidare i legami bilaterali italia-Usa in attesa dell’arrivo dell’ambasciatore Jack Markell, nominato dall’amministrazione Biden. Ma veniamo agli invitati. Attivissimi e a loro agio due figure chiaramente di riferimento del sistema meloniano: Bruno Vespa in rappresentanza della Rai, convintamente schierata  con l’Ucraina di Volodymyr Zelensky, e Giancarlo Giorgetti, il ministro più vicino a Washington con il collega degli Esteri Antonio Tajani. La presidente del Consiglio non ha partecipato alla festa, ma era impegnata a confrontarsi telefonicamente con Biden sulle conseguenze della crisi aperta in Russia dall’ammutinamento della Wagner e sulla sua possibile visita a Washington nella seconda metà di luglio.

Independence Day a Villa Taverna: chi c'era
Antonio Tajani con Shawn Crowley (Imagoeconomica).

I servizi segreti in grande spolvero, presenti anche Gianni Letta e Scaroni 

Presenti, come detto, tutti i big dei servizi segreti, compresi i direttori dell’Aise Giovanni Caravelli e dell’Aisi Mario Parente, a testimonianza della fedeltà dell’apparato ai principi dell’Alleanza Atlantica. Lo stesso dicasi dei vertici degli stati maggiori militari. Ma il dato da sottolineare è stata la presenza di molti cavalli di ritorno: figure delle istituzioni, del Deep State e delle Partecipate oggi desiderose di un ancoraggio privilegiato al mondo americano. E non è sfuggita la partecipazione di pezzi da novanta che in passato rare volte avevano risposto agli inviti dell’ambasciata. Dopo parecchio tempo si è rivisto Gianni Letta; presenti anche il presidente di Enel Paolo Scaroni, accompagnato dallo storico fedelissimo Leonardo Bellodi e Alberto Manenti, ex direttore Aise già nel cda di Banco Bpm.

Independence Day a Villa Taverna: chi c'era
Paolo Scaroni (Imagoeconomica).

Tra i “sussurratori” del potere e grandi ex delle istituzioni, l’ex direttore dei servizi segreti e capo della Polizia Gianni De Gennaro con il fratello Andrea, comandante generale della Guardia di Finanza, e l’attuale numero uno della Polizia Vittorio Pisani.

Independence Day a Villa Taverna: chi c'era
L’ex capo della Polizia Gianni De Gennaro (Imagoeconomica).

Ma chi c’era ha, più di ogni altro, notato la presenza di Marco Tronchetti Provera, ad di Pirelli su cui recentemente la Cina ha puntato i fari preoccupando il governo. Il manager milanese con trascorsi in Tim ha affrontato, con tempra nonostante i 75 anni di età, un tour de force dall’ombra del Duomo ai Sette Colli per raggiungere Villa Taverna, dove mai quanto quest’anno era necessario essere per consolidare reti e rapporti. Non prima però di aver partecipato a un pranzo con altri ambasciatori e manager organizzato dall’American Chamber alla presenza dell’ex segretario di Stato Usa Mike Pompeo.

Salvini e fidanzata con i capigruppo leghisti più il duo Schlein-Calenda osservato speciale

Il mondo delle aziende era pienamente rappresentato, come lo era la galassia dei pontieri molto stimata dagli apparati statunitensi tra cui Paolo Messa, top manager di Leonardo e responsabile delle Relazioni geo-strategiche con gli Usa, Antonio Vella, Manager Public Affairs & Political Intelligence presso Comin & Partners e Davide Burani, Head of Advocacy & Public Affairs alla Amercan Chamber of Commerce in Italy. Tra i giornalisti, non poteva mancare il direttore di Repubblica Maurizio Molinari. Sul fronte della politica, eccezion fatta per Giorgetti, non è sfuggito il corteo di coloro che necessitano di confermare la propria lealtà a Washington. Come il segretario leghista Matteo Salvini in compagnia della fidanzata Francesca Verdini, scortato dai capigruppo Massimiliano Romeo e Riccardo Molinari e dal suo braccio destro Andrea Paganella.

Independence Day a Villa Taverna: chi c'era
Matteo Salvini e Francesca Verdini (Imagoeconomica).

O il duo progressista Giuseppe Conte-Elly Schlein su cui l’attenzione americana resta alta. Del resto l’accreditamento alla periferia dell’Impero è fondamentale come viatico per il potere e quest’anno non ha fatto eccezione. Anche se, come hanno notati i ben inseriti, mancavano volti nuovi. A tessere i rapporti Usa-Italia sono infatti figure legate al passato. Costruire il nuovo, sull’asse Italia America, sarà la sfida di domani.

Independence Day a Villa Taverna: chi c'era
Elly Schlein con Alessandro Profumo (Imagoeconomica).

Gianni Mura sospeso dall’Ordine dei giornalisti Lombardia, ma è morto 3 anni fa

L’Ordine dei giornalisti ha sospeso un cronista per non aver seguito i corsi di aggiornamento professionale e deontologico negli ultimi tre anni e per non aver aperto una Pec, come da obbligo di legge. Tutto normale, se non fosse che il giornalista preso di mira è Gianni Mura, morto il 21 marzo 2020, scrittore e storica firma di Repubblica. La comunicazione è stata inviata a casa del defunto professionista, tramite raccomandata, da parte dell’Odg Lombardia, con tanto di sollecito a mettersi in regola per non rischiare la radiazione. La moglie, Laura Mura, ne ha parlato ai vecchi colleghi di Repubblica, che hanno raccontato la vicenda sulle pagine del quotidiano.

Lo storico giornalista Gianni Mura è stato sospeso per non aver aperto la Pec, ma è morto nel 2020
Gianni Mura intervistato da Udinese TV (Youtube).

Gianni Mura cancellato dall’Albo

La vicenda si è prontamente risolta con le scuse del presidente dell’Ordine dei giornalisti della Lombardia, Riccardo Sorrentino, e con la cancellazione dall’Albo di Gianni Mura. Su Repubblica è Luigi Bolognini a raccontare la vicenda, partendo da ringraziamenti ironici all’ordine che «ha tenuto in vita tre anni Gianni Mura, purtroppo all’insaputa nostra e dell’interessato». E il giornalista poco dopo rincara la dose: «Gianni è morto il 21 marzo 2020, e neanche uno del quale, leggendo gli articoli, sospettavamo spesso fosse sovrumano, può aprire caselle e-mail e seguire corsi di aggiornamento da morto». Poi insiste: «Sorprende che l’Ordine lombardo ignorasse ufficialmente la morte di uno dei suoi più grandi iscritti»,

Lo storico giornalista Gianni Mura è stato sospeso per non aver aperto la Pec, ma è morto nel 2020
Riccardo Sorrentino, presidente dell’Ordine dei giornalisti della Lombardia (Imagoeconomica).

La lunga carriera di Gianni Mura

Gianni Mura è senza dubbio uno dei più grandi e famosi giornalisti della storia italiana. Nato il 9 ottobre 1945 a Milano, è morto tre anni fa, il 21 marzo 2020, a Senigallia. Nel mezzo, una lunga carriera, iniziata nel 1964 da praticante alla Gazzetta dello Sport, quotidiano per cui ha lavorato per otto anni, diventando corrispondente del Giro d’Italia. L’iscrizione all’Ordine dei giornalisti arriva nel 1967, dopo aver abbandonato gli studi. Da lì un lungo peregrinare prima dell’inizio dei una lunga storia d’amore professionale con Repubblica, partita nel 1976. Nel 2007 ha firmato il suo primo romanzo, Giallo su giallo, che ha lanciato Mura nel mondo della narrativa. Si è spento a 74 anni a causa di un attacco cardiaco.

Poste Italiane, corre il progetto Polis: servizi Inps disponibili in 260 uffici

Polis, il progetto di Poste Italiane che ha l’obiettivo di favorire la coesione economica, sociale e territoriale del Paese e il superamento del digital divide nei piccoli centri e nelle aree interne, entra nel vivo con i servizi dell’Inps, già disponibili per i pensionati in 260 uffici postali – dei 7 mila coinvolti nell’iniziativa. Chi è titolare di pensione potrà richiederne allo sportello il cedolino, la Certificazione Unica e il modello OBIS M che riassume tutti i dati informativi relativi all’assegno pensionistico.

Polis entra nel vivo con i servizi dell’Inps

Prosegue dunque l’attuazione del progetto di Poste, presentato lo scorso gennaio, approvato con il Dl 59/2021 e finanziato con 800 milioni di euro di fondi nell’ambito del Piano Nazionale per gli Investimenti Complementari al PNNR. I servizi Inps saranno attivi entro il mese di luglio nella totalità degli uffici postali coinvolti nell’iniziativa.

Poste Italiane, corre il progetto Polis nei 7 mila uffici postali dei piccoli centri
Giuseppe Lasco, condirettore generale di Poste Italiane (Poste Italiane).

Oltre ai certificati previdenziali e ai certificati giudiziari, nei prossimi mesi sarà possibile ottenere certificati anagrafici e di stato civile, la carta d’identità elettronica, il passaporto, il codice fiscale per i neonati e numerosi altri servizi che si aggiungono a quelli postali, finanziari, logistici, assicurativi e di telecomunicazione. I nuovi servizi saranno erogati fisicamente attraverso gli sportelli e le sale dedicate e, successivamente, anche in modalità digitale grazie a 4 mila totem, operativi sette giorni su sette 24 ore su 24, che permetteranno al cittadino di effettuare le richieste in modalità self.

Entro il 2023 i nuovi uffici Polis saranno 1.500

I lavori di ristrutturazione del progetto Polis sono stati avviati in circa 500 uffici postali e sono oltre 300 i cantieri completati in tutta Italia. Entro la fine del 2023, saranno complessivamente 1.500 i nuovi uffici Polis. L’iniziativa punta a trasformare le poste nella casa dei servizi digitali, uno sportello unico per rendere semplice e veloce l’accesso ai servizi della Pubblica Amministrazione ai cittadini residenti in 7 mila comuni con meno di 15 mila abitanti. «L’ufficio postale non servirà solo per spedire una lettera o pagare una bolletta o per depositare i propri risparmi, ma diventerà un centro di fornitura di servizi pubblici che consente, grazie al digitale, di avvicinare lo Stato ai cittadini», aveva spiegato il giornalista Corrado Chiominto nel podcast di Ansa Voice Economia a proposito del progetto. Polis contribuisce anche ad una maggiore efficienza energetica e alla mobilità verde attraverso l’installazione di 5 mila colonnine di ricarica per i mezzi elettrici e di 1.000 impianti fotovoltaici.

Incidente Casal Palocco, Di Pietro interrogato: «Vorrei tornare indietro»

Matteo Di Pietro, lo youtuber alla guida del suv Lamborghini protagonista dell’incidente del 14 giugno a Casal Palocco in cui è morto il piccolo Manuel, di appena 5 anni, si è presentato nella stanza della gip Angela Gerardi, negli uffici giudiziari di piazzale Clodio. Il 22enne, arrestato il 23 giugno e indagato per omicidio stradale, non si è avvalso della facoltà di non rispondere ed è arrivato puntuale negli uffici in cui era atteso. Di Pietro ha dichiarato: «Vorrei tornare indietro nel tempo e che tutto ciò non fosse successo». Lo youtuber è rimasto oltre un’ora nella stanza del gip, dove ha fornito la propria versione dei fatti.

Di Pietro è stato interrogato per oltre un'ora dal gip e ha fornito la sua versione sull'incidente di Casal Palocco
Una volante della polizia di fronte la sede del Tribunale di Roma in piazzale Clodio (Imagoeconomica).

L’avvocato di Di Pietro: «Due famiglie distrutte»

Ad assistere Matteo Di Pietro è l’avvocatessa Antonella Benveduti. Al termine dell’interrogatorio ha commentato ai cronisti: «Questa è una tragedia per tutti. Il mio assistito è distrutto così come la famiglia di Manuel: sono due famiglie distrutte. In questa questa attendiamo l’esito delle consulenze tecniche disposte dalla Procura sui dispositivi sequestrati e sulla velocità del Suv». Il riferimento è agli smartphone dei giovani youtuber che compongono il gruppo TheBorderline, ma anche alla videocamera nascosto a bordo dello stesso suv Lamborghini. Sul tema legato alla velocità del bolide, invece, si è già espresso il gip. Nell’ordinanza con cui ha disposto gli arresti domiciliari ha evidenziato che la Lamborghini viaggiava a 124 chilometri orari poco prima dell’impatto con la smart.

Di Pietro è stato interrogato per oltre un'ora dal gip e ha fornito la sua versione sull'incidente di Casal Palocco
Matteo Di Pietro (Facebook)

Ascoltati anche gli altri youtuber

Secondo quanto rivelato dal Corriere della sera, gli altri youtuber, ascoltati dal gip, avrebbero affermato di aver chiesto a Di Pietro di rallentare. Lo scrive anche il giudice nell’ordinanza, quando evidenzia che lo youtuber avrebbe noleggiato il suv per «impressionare e catturare l’attenzione di giovani visitatori del web per aumentare i guadagni della pubblicità» e che non si sarebbe preoccupato della sicurezza, «tanto più che alcuni dei passeggeri presenti all’interno della Lamborghini (Vito Loiacono, Simone Dutti, Marco Ciaffaroni e Gaia Nota) avevano più volte invitato a ridurre la velocità».

I flop di Harry e Meghan: i Sussex hanno perso il tocco magico

È decisamente un brutto momento per i Sussex. Dopo le continue voci sul divorzio e la rottura del contratto con Spotify da 20 milioni di dollari per il podcast Archetypes di Meghan Markle – Bill Simmons, responsabile dell’innovazione e della monetizzazione per Spotify, li ha definiti «due fottuti imbroglioni» – a stroncare gli ex reali è arrivato pure il Wall Street Journal che ha pubblicato un articolo dal titolo eloquente: «Harry e Meghan hanno prodotto un flop a Hollywood: loro stessi», in cui si ripercorrono i flop della coppia.

A rischio il contratto da 100 milioni con Netflix in scadenza nel 2025

L’ultimo, sempre secondo il quotidiano, sarebbe il mancato rinnovo da parte di Netflix di un contratto da 100 milioni di euro in scadenza nel 2025. A conti fatti, a oggi l’unico progetto streaming dei Sussex arrivato a compimento è stata la docuserie Harry&Meghan. Nonostante sia stata un successo di pubblico, la critica l’ha bocciata definendola una riproposizione delle solite lamentele nei confronti della Royal Family. Altri progetti infatti erano già stati scartati dalla piattaforma, da un documentario sulla disinformazione a Pearl, la serie animata per bambini ideata da Meghan, e altre due idee per la tv sono state rifiutate in partenza. Dal canto suo Netflix ha parzialmente smentito il Wsj: «Apprezziamo la nostra partnership con Archewell Productions», ha commentato il colosso, «Harry & Meghan è stato il più grande documentario d’esordio di sempre di Netflix e continueremo a lavorare insieme su una serie di progetti, inclusa la prossima serie di documentari Heart of Invictus».

Zimmer e i dubbi sul talento di Meghan Markle

Insomma pare che i due abbiano perso il tocco magico, complice anche Spare, la biografia in cui Harry non ha risparmiato alcun colpo a Buckingham Palace e bocciata all’uscita dal New York Times che aveva bollato lo storytelling dei Sussex «ripetitivo e noioso». Ora ad attaccare i duchi è persino uno degli agenti più potenti di Hollywood, Jeremy Zimmer, della United Talent. «Viene fuori che Meghan Markle non era un grande talento audio», ha detto fuori dai denti in un’intervista, «o in ogni caso nessun tipo di talento». «Solo perché sei famoso non significa che sei bravo a fare qualcosa», ha aggiunto Zimmer.

 

 

Emilia-Romagna, Figliuolo nominato commissario per l’alluvione

Il generale Francesco Paolo Figliuolo è stato nominato commissario per la ricostruzione dell’Emilia-Romagna dopo l’alluvione. L’ufficialità è arrivata dal Cdm di martedì pomeriggio. Figliuolo ha avuto la meglio su Guido Bertolaso, già a capo della Protezione civile e attuale assessore al Welfare della Regione Lombardia. Il militare che gestì la campagna vaccinale anti-Covid sotto il governo Draghi, era alla guida del Comando operativo vertice interforze.

Emilia-Romagna, Figliuolo sarà il commissario per l'alluvione superando la concorrenza di Bertolaso
Il generale Francesco Paolo Figliuolo durante una conferenza stampa da commissario per l’emergenza Covid (Imagoeconomica).

Figliuolo la spunterebbe su Bertolaso e Bonaccini

Il generale Figliuolo non l’ha spuntata solo su Bertolaso, che tra l’altro sembrava essere la prima scelta di Giorgia Meloni. Il terzo nome in lizza, che ha perso quota nelle ultime ore, era quello di Stefano Bonaccini, presidente della stessa Regione Emilia-Romagna. Il governatore del Pd aveva, secondo i rumors, l’appoggio del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Figliuolo nei giorni scorsi aveva commentato: «Penso che il governo farà le sue scelte, io sono un servitore dello Stato. In questo momento ho un incarico che mi piace molto, in caso vedremo. Sono abituato a obbedire perché chi sa obbedire sa comandare». Un altro nome scartato nelle scorse ore era quello del viceministro meloniano Galeazzo Bignami. E tra i papabili c’era anche il commissario alla siccità Nicola Dell’Acqua.

Emilia-Romagna, Figliuolo sarà il commissario per l'alluvione superando la concorrenza di Bertolaso
Guido Bertolaso, assessore al Welfare della Regione Lombardia (Imagoeconomica).

Salvini: «Contiamo di trovare soluzione condivisa»

«Conto che il consiglio dei ministri di oggi sia quello che, valutando le richieste di tutti, troverà la soluzione più utile e condivisa», aveva commentato nella mattinata del 27 giugno Matteo Salvini. Un ottimosmo espresso anche da Riccardo Molinari, capogruppo della Lega alla Camera dei deputati: «La buona notizia è che probabilmente oggi verrà scelto il nome, e probabilmente sarà un tecnico, come abbiamo capito».

Lissone, le frasi choc della consigliera FdI: «Tratto i gay come i normodotati»

Hanno alzato un polverone le frasi pronunciate durante il consiglio comunale di Lissone (Monza e Brianza) da Felicia Grazia Scaffidi, esponente di Fratelli d’Italia: «I gay li tratto come qualsiasi altra persona normodotata», ha detto durante la discussione di una mozione che chiedeva l’adesione alla carta della Re.a.dy, ovvero la “Rete nazionale delle pubbliche amministrazioni anti discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere”.

Le due gaffe in rapida successione

«Non accetto che mi venga dato dell’omofoba da Luca De Vincentis. Ho più amici gay io che forse tu», ha detto Scaffidi prendendo la parola e rivolgendosi direttamente a un altro consigliere che l’aveva attaccata. «Mi dispiace ma è proprio così e li tratto come qualsiasi altra persona normodotata», ha aggiunto, provocando la reazione di buona parte dei presenti in aula. Correggendosi («persone etero» al posto di «normodotate»), la consigliera di Fratelli d’Italia, ha poi chiesto scusa spiegando che l’errore era dovuto a emozione e rabbia. Poi, nel tentativo di discolparsi, rivolgendosi a un altro consigliere ha commesso una seconda gaffe: «Guarda, veramente, ho più amici gay che normali, fidati». A questo punto del video si possono sentire alcune risate. Una anche accennata da Scaffidi, che non aveva trovato altre parole da usare al posto di “normali”.

Lissone, le frasi choc della consigliera di Fratelli d'Italia Felicia Grazia Scaffidi: «Tratto i gay come i normodotati»
Felicia Grazia Scaffidi insieme con Giorgia Meloni (Facebook).

Alla fine la mozione è stata bocciata

«Vengono trattati esattamente allo stesso modo. Siete voi che state discriminando, chiedendo questa carta, perché li state facendo passare come persone diverse. E non è così», ha proseguito Scaffidi. «Ribadisco che la nostra Costituzione tutela tutte le persone e non fa discriminazione. Poi chi vuol capire capisca». Dopo aver snocciolato i numeri relativi ai Comuni (pochi in tutta Italia) che hanno aderito alla carta della Re.a.dy., la consigliera del partito di Giorgia Meloni ha poi concluso l’intervento così: «Non mi sento omofoba e non mi piace neanche sentirmelo dire, Luca. Vorrei le tue scuse». La mozione, proposta in aula dalla minoranza di Vivi Lissone, è stata bocciata.

Lissone, le frasi choc della consigliera di Fratelli d'Italia Felicia Grazia Scaffidi: «Tratto i gay come i normodotati»
Felicia Grazia Scaffidi, consigliera comunale di Lissone (Facebook).

Trump, l’audio che lo inchioda sul possesso di documenti segreti

Una registrazione di circa due minuti sembra inchiodare Donald Trump sulle carte segrete prelevate dalla Casa Bianca. La Cnn ha infatti diffuso un audio in cui l’ex presidente degli Stati Uniti parla di documenti classificati top secret del Pentagono su un possibile attacco all’Iran. Si tratta di un incontro che il tycoon ebbe nel luglio 2021 all’interno del suo resort di Bedminster, nel New Jersey, con alcuni membri del suo staff, uno scrittore e un editore. «Queste sono le carte», si sente dire a Trump mentre si riferisce a file «altamente confidenziali» che avrebbe mostrato ai presenti. La registrazione smentisce dunque le recenti dichiarazioni di Trump a Fox News, in cui aveva negato la presenza di documenti riservati, parlando solo di articoli di giornale e riviste. L’ex presidente si è difeso su Truth Social: «La solita caccia alle streghe è un’interferenza alle elezioni», ha postato online. «Sono imbroglioni e banditi».

La Cnn ha pubblicato un audio in cui Trump sembra ammettere di avere file top secret della Casa Bianca. La replica: «Caccia alle streghe».
L’ex presidente Usa Donald Trump in un evento di giugno (Getty Images).

Il contenuto dell’audio e la risposta di Trump e del suo staff

Il dialogo proviene da un’intervista che Donald Trump avrebbe rilasciato, in presenza di alcuni uomini di fiducia, a uno scrittore e un editore per il libro di memorie su Mark Weadows, suo ex capo dello staff. Nell’audio, riferendosi al generale Mark Milley che già durante la sua presidenza si dimostrò preoccupato per una possibile escalation in Medioriente, il tycoon sostiene: «Ha detto che volevo attaccare l’Iran, non è assurdo?». La registrazione prosegue poi con il rumore di alcune carte, che ha presentato ai suoi ospiti come riservate. «Questa è opera dei militari ed è stata data a me», si difende Trump, prima di notare che il documento è top secret. «Come presidente avrei potuto declassificarlo, ma ora non posso più». Quando un membro dello staff gli fa poi notare che potrebbe sorgere un problema, l’ex presidente glissa parlando di questioni «non importanti» e chiedendo una bibita gassata.

La registrazione contiene anche alcune battute su Hillary Clinton, sua avversaria nella corsa alla Casa Bianca nel 2016. Parlando con lo staff, Trump scherza dicendo che lei non solo avrebbe stampato le carte top secret, ma le avrebbe inviate a Anthony Weiner, ex marito della sua assistente Huma Abedin. Intanto il portavoce della campagna di Trump, Steven Cheung, ha definito la registrazione «una prova, ancora una volta, che il presidente non ha fatto niente di male». Lo stesso tycoon, come detto, ha commentato la pubblicazione dell’audio sui social. «Lo squilibrato procuratore speciale (Jack Smith, che supervisiona l’inchiesta federale, ndr) lavora con il dipartimento di Giustizia e l’Fbi per diffondere illegalmente una registrazione e una trascrizione, che in realtà mi assolve».

LEGGI ANCHE: Trump, quali sono i 34 capi d’accusa e cosa rischia

Promossi con 9 in condotta dopo i pallini contro la prof, Valditara fa riconvocare il consiglio di classe

Gli studenti di Rovigo che hanno sparato pallini di plastica contro una delle loro professoresse sono stati promossi nei giorni scorsi con 9 in condotta. Una decisione presa dagli stessi docenti che adesso sarà rivista. A chiederlo è stato il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, che ha personalmente contattato l’istituto per chiedere di rivalutare il caso. Il ministro ha scritto alla scuola nelle ore scorse: «Visti gli esiti della relazione degli ispettori e considerata la non corretta applicazione del Dpr 122/2009 e del regolamento di istituto, ho avvertito l’esigenza di invitare la dirigente scolastica a riconvocare il consiglio di classe, al fine di riconsiderare in autotutela le decisioni prese». Un messaggio rilanciato anche su Twitter.

Valditara: «Dobbiamo ridare autorevolezza ai docenti»

Durante il congresso nazionale Confsal, Valditara ha spiegato: «Dobbiamo lavorare per ridare autorevolezza ai docenti, per ridare dignità al mondo della scuola. È un passaggio fondamentale per la nostra società. Senza rimettere al centro del nostro sviluppo la scuola, noi non abbiamo futuro. Dobbiamo essere consapevoli che l’insegnamento è il lavoro più bello del mondo perché dà un futuro ai nostri giovani. Da qui l’impegno sul contratto con 100 milioni in più per alzare gli stipendi. Ridare dignità vuol dire estendere l’assicurazione contro gli infortuni a un milione e 200mila lavoratori che erano discriminati».

I ragazzi che avevano sparato pallini contro la prof sono stati promossi con 9 in condotta. Valditara chiede di modificare
Studentesse e studenti in una classe di liceo (Imagoeconomica).

La preside Sgarbi: «Riconvocheremo il Consiglio di classe»

Dopo la richiesta di Valditara, la preside dell’istituto Viola Marchesini di Rovigo, Isabella Sgarbi, è intervenuta: «Ha parlato il ministro. Ora riconvocheremo il Consiglio di classe per riflettere e rivalutare la situazione». La dirigente ha anche spiegato che la comunicazione del ministro è arrivata «dall’Ufficio scolastico regionale». La docente presa di mira, Maria Cristina Finatti, è invece intervenuta a Morning news, talk mattutino condotto da Simona Branchetti e in onda su Canale5. Oltre ad aver sottolineato di essersi sentita umiliata, ha parlato anche dei 9 in pagella: «I voti in condotta sono stati studiati, non so cosa sia successo nel consiglio di classe perché mi hanno allontanato ma io li avrei affrontati questi ragazzi. Le scuse? Solo dopo la mia denuncia: sono arrivate davanti al vicepreside perché indotte, ma nessuno ha ammesso di aver commesso il fatto».

I ragazzi che avevano sparato pallini contro la prof sono stati promossi con 9 in condotta. Valditara chiede di modificare
Una classe di liceo il primo giorno di scuola (Imagoeconomica).

Federico Nicotera e Carola Carpanelli si sono lasciati: «Rispettate la nostra privacy»

L’ex tronista di Uomini e Donne Federico Nicotera ha annunciato, nelle sue Instagram stories, la fine della storia con l’ex corteggiatrice Carola Carpanelli chiedendo di rispettare la loro privacy: «È finita, basta cattiverie, ipotesi e teorie assurde. Ora rispettate la nostra privacy».

Federico Nicotera e Carola Carpanelli si sono lasciati

Senza scendere troppo nei dettagli, Federico ha reso noto che la loro relazione si è conclusa avanzando la richiesta di rispettare questo momento: «Le motivazioni le sappiamo solo io e lei. Non è una colpa averci creduto. Comunicando quanto segue non voglio far passare un messaggio sbagliato e non voglio creare dinamiche per far ricadere la colpa su nessuno. Ma fare finta di niente non mi piace e ritengo sia giusto nei confronti delle persone che mi hanno seguito e sostenuto per mesi fare un pò di chiarezza. Con Carola è finita».

L’ex tronista vuole evitare teorie e ipotesi che non sono vere

Federico Nicotera tiene non solo a tutelare la privacy dell’ormai ex coppia ma soprattutto vuole evitare che si diffondano voci false: «Dicendo di averci creduto fino alla fine pensavo fosse chiara la situazione tra me e Carola ma evidentemente non è così. Voglio dirlo in maniera esplicita perché per troppi giorni ho letto cattiverie, ipotesi e teorie assurde che non rappresentano la realtà dei fatti. Purtroppo le cose non sono andate come speravo. Le motivazioni le sappiamo io e lei quindi vi chiedo per favore di rispettare la nostra privacy in un momento delicato come questo».

Europeo Under 21, le combinazioni sul passaggio del turno dell’Italia e l’incubo biscotto

Ultima giornata della fase a gironi dell’Europeo Under 21. L’Italia di Paolo Nicolato gioca il 28 giugno, alle 20.45 in diretta su Rai1, contro la Norvegia. La classifica vede in testa la Francia a punteggio pieno dopo due partite, seguita dagli Azzurrini e dalla Svizzera a quota tre punti. Ultima proprio la Norvegia, sconfitta sempre di misura nelle precedenti due uscite. Per raggiungere i quarti di finale e sperare di qualificarsi per l’Olimpiade di Parigi 2024, la Nazionale italiana deve vincere il suo match e guardare alla partita fra Svizzera e Francia. Seppur complesso, è possibile un “biscotto” tra le due formazioni, un punteggio cioè tacitamente concordato che le qualificherebbe entrambe a spese dell’Italia. Incubo che conosciamo bene, soprattutto dopo il famigerato 2-2 fra Danimarca e Svezia a Euro 2004.

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Le combinazioni per la qualificazione dell’Italia ai quarti dell’Europeo Under 21

Oltre che con una vittoria, la Nazionale italiana potrebbe qualificarsi anche con un pareggio. In tal caso bisognerà sperare che la Svizzera ottenga al massimo lo stesso risultato contro la Francia, in quanto a pari punti passerebbero gli Azzurrini in virtù dello scontro diretto. Qualora gli svizzeri dovessero vincere contro la Francia e in contemporanea l’Italia battesse la Norvegia, le tre squadre arriverebbero invece a quota sei, rendendo necessario il ricorso alla classifica avulsa. I criteri principali riguardano gli scontri diretti e, in ordine di importanza, contano punti, differenza reti e gol fatti.

Contro la Norvegia l'Italia Under 21 si gioca il passaggio ai quarti. Occhio al pericolo biscotto fra Svizzera e Francia. Gli scenari.
Il commissario tecnico della Nazionale Paolo Nicolato (Getty Images).

Considerando solo le sfide tra Francia, Svizzera e Italia, al momento la situazione della differenza reti vede la Francia con +1 (Italia-Francia 1-2), gli Azzurrini a zero (Italia-Francia 1-2 e Svizzera-Italia 2-3) e gli svizzeri a -1 (Svizzera-Italia 2-3). Se la Svizzera dovesse battere la Francia per 4-3, la differenza reti sarebbe zero per tutti e a quel punto entrerebbero in ballo i gol segnati negli scontri diretti. In tal caso avremmo Svizzera con sei fatti e sei subiti, Francia con cinque all’attivo e al passivo e azzurri fermi a quattro segnati e incassati, dunque fuori dai giochi. C’è però anche un secondo caso: se la Svizzera dovesse battere la Francia 3-2, sarebbero primi nel girone, mentre Francia e Italia in parità per scontri diretti, differenza reti negli stessi e numero di reti all’attivo. A questo punto la sconfitta contro i transalpini, viziata però dal Var, ci condannerebbe.

Il biscotto contro gli Azzurri, dal caso più recente al più famoso

Svizzera e Francia potrebbero concretizzare l’incubo biscotto che già diverse volte ha fatto piangere l’Italia. Il caso più recente risale all’Europeo Under 21 del 2019, quando la fase a gironi si comprendeva di soli tre raggruppamenti. Alle semifinali accedevano solo le prime classificate e la migliore seconda. L’Italia chiuse a sei punti come Spagna e Polonia nel Gruppo A ma, per colpa della differenza reti, al secondo posto. Il 24 giugno, due giorni dopo l’ultimo incontro degli Azzurrini, Francia e Romania giunsero al match decisivo con sei punti a testa. Temendo di farsi male a vicenda, chiusero la partita sullo 0-0 senza mai tirare in porta. Con sette punti, la Francia fu la migliore seconda del torneo e sbarcò in semifinale, persa contro la Spagna poi campione.

Il biscotto più incredibile che ha penalizzato l’Italia in un torneo ufficiale risale a Euro 2004. Nel Gruppo C, gli Azzurri vennero eliminati con cinque punti, a pari merito con Danimarca e Svezia, che pareggiarono 2-2 nello scontro diretto all’ultima giornata. L’unico risultato che, in caso di contemporanea vittoria azzurra contro la Bulgaria, avrebbe permesso loro di andare a braccetto ai quarti. Nei giorni antecedenti il match, Gennaro Gattuso chiese «50 telecamere» per sorvegliare il campo, Alex Del Piero parlò di un «risultato sporco che non si sarebbe mai verificato». Gli svedesi, fra cui militava un giovanissimo Zlatan Ibrahimovic, pareggiarono all’89’ su errore del portiere danese. Nel frattempo, Antonio Cassano segnava il vantaggio azzurro, tuttavia inutile ai fini del passaggio del turno.

Contro la Norvegia l'Italia Under 21 si gioca il passaggio ai quarti. Occhio al pericolo biscotto fra Svizzera e Francia. Gli scenari.
Il tabellone luminoso con il celebre 2-2 di Euro 2004 (Getty Images).

Trovato a copiare con lo smartphone durante la seconda prova di maturità: bocciato

Uno studente del liceo umanistico Giambattista Vico di Sulmona, in provincia dell’Aquila in Abruzzo, è stato bocciato dopo essere stato trovato in possesso del proprio smartphone durante la seconda prova agli esami di Maturità. Il ragazzo lo stava utilizzando per completare una parte dell’esercizio scelto per l’indirizzo economico-sociale ed è stato estromesso. I professori e la preside hanno deciso di dichiarare nullo tutto l’esame e ora il giovane dovrà ripetere il quinto anno. A commentare è stata la stessa dirigente scolastica, Caterina Fantauzzi. Su Repubblica la preside commenta: «Non entro nel merito della vicenda non facendo parte della commissione ma non si è fatto altro che rispettare le regole. Dispiace per il ragazzo ma sul punto non si transige».

Uno studente è stato bocciato per aver copiato usando lo smartphone
Ragazzi in attesa di dare il via all’esame in una scuola di Milano (Imagoeconomica).

Lo studente rischia un procedimento giudiziario

Il ministero dell’Istruzione aprirà un fascicolo dopo la segnalazione dell’istituto, che ha avviato un’indagine interna. Ma non è finita, perché lo studente rischia anche un procedimento giudiziario secondo una legge che risale a quasi cento anni fa. La legge n.475 del 19 aprile 1925 stabilisce, infatti, che copiare durante gli esami è un reato che può portare anche alla reclusione dai tre mesi a un anno per i trasgressori. Difficile che si possa procedere in tal senso, ma la norma esiste e bisognerà capire cosa vorrà fare il ministero. Nelle norme che hanno preceduto la Maturità 2023, si sottolineava il divieto a cellulari, smartphone, smartwatch, tablet e ogni dispositivo elettronico in grado di inviare foto o utilizzare infrarossi e leggere file.

L’articolo 1 della legge 475 del 19 aprile 1925

Nel primo articolo della legge è specificato un passaggio chiave: «Chiunque in esami o concorsi, prescritti o richiesti da autorità o pubbliche Amministrazioni per il conferimento di lauree o di ogni altro grado o titolo scolastico o accademico, per l’abilitazione all’insegnamento od all’esercizio di una professione, per il rilascio di diplomi o patenti, presenta, come propri, dissertazioni, studi, pubblicazioni, progetti tecnici e, in genere, lavori che siano opera di altri, è punito con la reclusione da tre mesi ad un anno. La pena della reclusione non può essere inferiore a sei mesi qualora l’intento sia conseguito».

Zuppi in missione di pace a Mosca, probabile incontro con Kirill

«Si comunica che nei giorni 28 e 29 giugno 2023, il Card. Matteo Maria Zuppi, Arcivescovo di Bologna e Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, accompagnato da un Officiale della Segreteria di Stato, compirà una visita a Mosca, quale Inviato di Papa Francesco». Lo rende noto la Santa Sede. «Scopo principale dell’iniziativa è incoraggiare gesti di umanità, che possano contribuire a favorire una soluzione alla tragica situazione attuale e trovare vie per raggiungere una giusta pace».

Zuppi in missione di pace a Mosca, probabile incontro con Kirill. Il presidente della Cei sarà in Russia il 28 e 29 giugno.
Zuppi ospite in tv (Imagoeconomica).

Il 5 e 6 giugno era stato a Kyiv e Bucha

La prima tappa della missione del presidente della Cei come inviato del papa si era svolta il 5 e 6 giugno, quando Zuppi era stato a Kyiv. Nella capitale dell’Ucraina aveva incontrato il presidente Volodymyr Zelensky, così come i suoi più stretti consiglieri, la vicepremier Iryna Vereshuck e i referenti del governo per le questioni umanitarie. Poi si era recato a Bucha, dove aveva reso anche omaggio alle vittime sepolte nella fossa comune e visitato la chiesa di Sant’Andrea, al cui interno è stata allestita una mostra fotografica che racconta le atrocità compiute dai russi in città nei giorni dell’occupazione.

Zuppi in missione di pace a Mosca, probabile incontro con Kirill. Il presidente della Cei sarà in Russia il 28 e 29 giugno.
Il cardinale Matteo Zuppi, presidente della Cei (Getty Images).

Ha manifestato la volontà di incontrare Kirill

La visita a Mosca, come ha già spiegato il segretario di Stato Vaticano Pietro Parolin, «non ha come scopo immediato la mediazione», ma ha l’obiettivo di «cercare di favorire un ambiente che possa portare a percorsi di pace». Il viaggio in Russia di Zuppi era stato annunciato, ma senza date certe. Prima della visita di Zuppi a Kyiv, Zelensky era stato ricevuto da papa Francesco: il presidente ucraino e il pontefice avevano parlato della necessità di un intervento della Santa Sede per favorire il rilascio dei bambini deportati in Russia. Non si conoscono ancora i programmi di Zuppi, che però di recente ha manifestato il desiderio di incontrare il patriarca ortodosso Kirill. Un colloquio tra i due è molto probabile, davvero difficile invece un incontro con Vladimir Putin.

Fedez contro Gerry Scotti dopo gli attacchi a Muschio Selvaggio: cos’è successo

Durante l’ultima puntata di Muschio Selvaggio, Fedez si è rivolto a Gerry Scotti citando un video che lo storico conduttore di Canale 5 ha registrato per ironizzare sul podcast e soprattutto sull’uscita di scena di Luis Sal. «Ce l’ha con Muschio Selvaggio, ma cosa gli abbiamo fatto?», si è chiesto il rapper.

Botta e risposta tra Gerry Scotti e Fedez

Si è chiusa la stagione di Muschio Selvaggio che, in questo periodo, ha tenuto banco per gli scontri intercorsi tra Fedez e Luis Sal. L’ultima puntata ha visto come ospite Morgan ed è stata anche l’occasione, per il rapper, di replicare al conduttore Gerry Scotti che in un video su TikTok aveva ironizzato sulla trasmissione e sullo scontro con l’ex collega. «Brutto da dirsi, ma questo è ciò che rimane del muschio selvaggio», aveva detto Gerry davanti a una pianta. «Noi tentiamo di annaffiarlo tutti i giorni, ma se ne sta andando», aveva continuato il conduttore postando anche un messaggio a corredo del video in cui riprendeva la frase di Luis diventata virale «Non ditelo alla mamma (e soprattutto non ditelo all’avvocato).

@loziogerry

non ditelo alla mamma (e soprattutto non ditelo all’avvocato)

? suono originale – Gerry Scotti

Secondo il rapper, il volto noto di Canale 5 avrebbe preso di mira il suo podcast da quando fu ospite in una puntata: «Caro amico Gerry Scotti, da quando sei venuto a Muschio Selvaggio, io non so perché ci continui ad insultare. È venuto qua, abbiamo fatto una puntata bellissima e io ho azzardato a dire che non sapevo chi fosse Strehler, ha fatto un’intervista dove io dicevo che ero un ignorante. Eppure, quel giorno, le ricerche su Strehler subirono un’impennata su Google, quindi in qualche modo ho contribuito a divulgare il nome di Strehler».

La gaffe su Strehler

Fedez fa riferimento alla partecipazione di Gerry Scotti ad una puntata di Muschio Selvaggio durante la quale ammise insieme a Luis Sal di non sapere chi fosse Giorgio Strehler, il regista teatrale tra i più importanti del teatro italiano. Una gaffe che Gerry raccontò durante un’intervista al Messaggero, commentando: «Questi ragazzi hanno un ego talmente grande che riempie tutto quello che li circonda. Diventati popolari in pochissimo tempo, Fedez e tanti altri sono bravi nel loro campo, come gli sportivi. Peccato che parlino di futuro senza sapere nulla del passato. C’è tanta ignoranza». Un episodio che secondo Fedez avrebbe intaccato il rapporto con il conduttore, che da quel momento ha preso di mira il format.

Omicidio a Milano: giovane morto per presunto pestaggio. Sconosciute le generalità

Il corpo del giovane, di circa 20 anni, è stato ritrovato senza vita, di fianco alla Strada provinciale 162 a Cornaredo, all’alba di oggi, martedì 27 giugno. Secondo le prime ricostruzioni, diffuse da MilanoToday, tra gli investigatori dei carabinieri si fa strada l’ipotesi di omicidio. Ad accorgersi del cadavere è stato un passante, attorno alle 5.30. Immediato l’arrivo dei soccorsi che hanno tentato invano di rianimarlo.

Il corpo di un giovane di circa 20 anni è stato ritrovato provinciale 162 a Cornaredo, Milano. L'ipotesi è di omicidio.
Carabinieri (Getty Images).

Ipotesi omicidio: sul corpo del giovane tumefazioni e lividi

La compagnia locale dei carabinieri ha notato le numerose lesioni sul  corpo del giovane, ancora da indentificare. Elementi che hanno quasi definitivamente escluso l’ipotesi che la vittima possa aver perso la vita a causa di un incidente dovuto a un pirata della strada. Scalzo e in posizione supina, il corpo del ragazzo, presumibilmente di orgine sudafricana, presentava numerose tumefazioni e lividi sulle gambe, di cui si sospetta la frattura. Il cellulare trovato nelle tasche dei vestiti era privo di sim.

Disposta l’autopsia sul cadavere

Spetterà ora alla Sezione investigazioni scientifiche del Nucleo investigativo, al lavoro dalle prime ore della mattina per effettuare i rilievi, ricostruire le ultime ore di vita del giovane. Le autorità giudiziarie hanno disposto l’autopsia sul cadavere.

Carolina Crescentini: età, marito, film e fiction dell’attrice

Carolina Crescentini, nata a Roma il 18 aprile 1980, è un’attrice italiana. Ha vinto un Nastro d’Argento come miglior attrice non protagonista nel film 20 sigarette del 2010. Nel 2011 è stata vincitrice, come migliore attrice non protagonista, del Ciak d’oro per Boris – Il film e nel 2023 ha vinto lo stesso premio come migliore attrice in una serie tv per Mare fuori, Tutto chiede salvezza e Boris.

Carolina Crescentini: biografia e carriera

Dopo essersi diplomata nel 2006 al Centro sperimentale di cinematografia di Roma, ha cominciato la sua carriera tra teatro, cinema e tv. La sua prima parte l’ha ottenuta nella miniserie tv, in onda su Canale 5, Carabinieri – Sotto copertura per poi approdare nel cast della sit-com Boris diretta da Luca Vendruscolo. Nel 2008, sul piccolo schermo, la Crescentini ha interpretato nuovamente il ruolo di Corinna Negri nella seconda stagione di Boris. Ha esordito al cinema con il film H2Odio nel 2006 diretto da Alex Infascielli. L’anno seguente è stata protagonista di Notte prima degli esami – Oggi  insieme a Nicolas Vaporidis, con il quale, nello stesso anno, ha recitato anche in Cemento armato, film d’esordio di Marco Martani.

Carolina Crescentini, vita privata con Francesco Motta e carriera tra tv e cinema
Carolina Crescentini al Festival di Roma del 2022 (Getty Images).

Nel 2008 è tornata al cinema con il film Parlami d’amore, debutto di Silvio Muccino per il quale la Crescentini ha ricevuto una candidatura come miglior attrice non protagonista ai David di Donatello.  Nel 2011 è stata impegnata con Ti amo troppo per dirtelo, il terzo film di Marco Ponti, nel 2014 ha recitato nel film di Fernand Ozpetek Allacciate le cinture e tra gli altri film importanti degli ultimi anni ci sono A casa tutti bene di Muccino del 2018 e Per tutta la vita di Costella del 2021. Impossibile poi non citare il ruolo in Mare Fuori, la serie di successo di Rai 2 dove è stata presente dalla prima alla terza stagione.

Carolina Crescentini: la vita privata

Dal 2017 l’attrice è legata sentimentalmente al cantautore Francesco Motta, noto semplicemente come Motta. I due sono usciti allo scoperto in occasione del red carpet del film A casa tutti bene dandosi un bacio appassionato davanti ai fotografi. Il 7 settembre 2019 si sono uniti in matrimonio e non hanno figli. La coppia si è sposata da sola a New York, lei vestita con una maglia degli Aereosmith e lui casual. Riguardo alle nozze, la Crescentini ha dichiarato: «È stato un matrimonio deciso in 24 ore, è stato bello farlo da soli. Poi l’abbiamo fatto in Italia, ma è stato diverso: era l’unione delle nostre famiglie e dei nostri amici».

Il Molise ringalluzzisce Renzi, ma il centro resta ancora un enigma

Matteo Renzi stavolta ha puntato sul cavallo giusto e ora la vittoria del candidato azzurro in Molise, Francesco Roberti, appoggiato anche dal Terzo polo, è un’ulteriore carta da giocare sul tavolo del governo, qualora le fibrillazioni in seno alla maggioranza costringessero la premier Giorgia Meloni a chiedere qualche soccorso esterno.

Centro sì, ma quale?

Ma se il senatore di Rignano può ostentare un successo rispetto al fallimentare risultato del ricomposto campo largo, che ha appoggiato la corsa a governatore del sindaco M5s di Campobasso Roberto Gravina, ha maggiori difficoltà nel costruire una narrazione su quanto sia determinante il suo centro. Guardando al Molise, infatti, viene subito da chiedersi, appunto: quale centro? Tanto per cominciare il neo governatore proviene dalle fila di Forza Italia che, soprattutto in funzione anti-Renzi, si è sempre dichiarata l’unica vera forza moderata. Senza contare il variegato voto centrista che ha premiato Roberti raggranellando in tre distinte liste quasi il 18 per cento di consensi. Dettagli, però, visti dal quartier generale renziano che comunque manda segnali a Palazzo Chigi. Le parole dell’ex coordinatore nazionale di Iv Ettore Rosato al Messaggero ne sono la prova: «Dire di essere al centro e pensare che le alleanze vadano fatte solo col centrosinistra è una contraddizione in termini», ha sottolineato. E poi ancora: «Fare il centro significa decidere non in base all’opportunismo delle situazioni, ma scegliere le proposte migliori per ogni specifico territorio».

Il Molise ringalluzisce Renzi, ma il centro resta ancora un enigma
Ettore Rosato (Imagoeconomica).

Renzi, bastone e carota con Palazzo Chigi

Insomma, la consacrazione della più classica politica del pendolo o, se si preferisce, dei due forni. Peccato, però, che non sia facile da attuare, se non con una davvero disinvolta postura sui diversi dossier. E così, rispetto all’esecutivo, mentre sul caso Santanché Renzi si sfila, parlando a Metropolis di una «vicenda che non è politica», di contro c’è da registrare una linea dura di tutto il Terzo polo sul Mes e più dialogante sulle riforme istituzionali e della giustizia. Oscillazioni che non forniscono grosse rassicurazioni a Palazzo Chigi. Per quanto, alla fine della fiera – e questo potrebbe essere il vero punto di forza renziano –, in caso di bisogno difficilmente la maggioranza rifiuterebbe l’apporto di una terza gamba. Con buona pace di Meloni che, sempre se costretta, preferirebbe nel caso tornare alle urne, dovendo però fare i conti con gli eletti (di maggioranza e di minoranza), sempre contrari a rinunciare alla poltrona.

Il Molise ringalluzisce Renzi, ma il centro resta ancora un enigma
Matteo Renzi (Imagoeconomica).

Il Terzo polo e l’incognita Europee

Ma i punti di forza dell’ex premier finiscono qui. Le Europee, infatti, sono una prova complessa per i renziani. Intanto deve reggere l’intesa con Azione. Tuttavia, per superare la soglia di sbarramento del 4 per cento occorre raggiungere un accordo anche con altre forze, a cominciare da +Europa. Ed ecco che per prima cosa ci sarebbe da chiedersi: come si giustifica il dialogo di Iv col governo mentre il partito guidato dal deputato Riccardo Magi si scontra con la premier Meloni, come è successo ieri in occasione della giornata mondiale contro le droghe? Senza contare inoltre che, in vista dell’appuntamento col rinnovo del Parlamento Ue, ci sarebbe da stabilire un dialogo, per esempio, pure con Cateno De Luca. E qui, non per ridimensionare le ambizioni renziane, le premesse non sono le migliori visto che il sindaco di Taormina e leader di Sud chiama Nord ha tutta l’intenzione di non farsi divorare in primis proprio da Renzi e ha già messo in chiaro la sua disponibilità solo a un «matrimonio d’interessi»: «Ci interessa individuare», ha ribadito l’11 giugno scorso in un’intervista a QN, «con chi saremo in condizione di valorizzare il nostro brand». Non senza dettare le sue condizioni: essere capolista nelle due circoscrizioni del Sud e delle Isole. Il Molise, dunque, potrebbe sì rivelarsi una sorta di laboratorio per il centro, ma anche rimanere un caso isolato. Come lascia presagire uno dei prossimi dossier nell’agenda politica e cioè il salario minimo. Su questo, d’altronde, Carlo Calenda ha fatto una scelta di campo: intraprendere un dialogo con il centrosinistra. Da qualunque prospettiva lo si guardi, il centro si prefigura il solito fritto misto. Sarà pur vero, come sostiene Rosato, che non possono esserci abbracci a prescindere, a destra come a sinistra. Ma è altrettanto vero che un mix di ingredienti troppo eterogenei non ha mai portato bene.

Elisa Esposito e la pausa da TikTok: «Ho attacchi di pianto, di nervoso e di rabbia»

Elisa Esposito, l’influencer diventata famosa per le sue lezioni di corsivo, ha annunciato, in un video pubblicato sul suo profilo, di volersi prendere una pausa da TikTok: «Nell’ultimo mese sono stata presa di mira – non so neanche io come – dalla piattaforma, nel senso che continua a eliminare e bannare i miei video e addirittura a togliermi il profilo. Ho perso il mio profilo Tiktok da un milione e mezzo (di follower, ndr) nove volte e per me che ci lavoro è grave. Ammetto che per questa cosa sono un po’ stressata e quasi tutti i giorni mi vengono attacchi di pianto, di nervoso e di rabbia”.

Elisa Esposito, l'influencer che ha guadagnato migliaia di follower insegnando il «corsivo» su TikTok, si prende una pausa dai social.
Elisa Esposito (foto Facebook).

Elisa Esposito «Accantonerò Tiktok, ma continuerò su Youtube»

Non proprio un addio, ma un arrivederci: «So già che le persone saranno contente perché purtroppo la maggior parte degli italiani questo vuole: vedere il fallimento della vita degli altri. Ma sappiate che con me non sarà facile, io continuerò all’infinito. E per questo sono qui a dirvi che per il momento accantonerò TikTok ma continuerò a pubblicare tantissimi video su YouTube. Quindi, in poche parole, mi trasferisco». Una sorta di «trasloco», ma non solo: «Ho deciso anche di prendermi tre-quattro giorni di pausa dai social in generale perché ho proprio bisogno di staccare la testa da questo mondo».

L’influencer accusa il social: «TikTok in questo periodo fa abbastanza schifo»

L’influencer ha inoltre attribuito il calo delle visualizzazioni dei suoi video a un errore dell’algoritmo: «Se notate nell’ultimo periodo i miei video hanno pochissime visualizzazioni. Inizialmente ero anche preoccupata perché pensavo che alla gente non piacessero più, ma in realtà non è così perché gli stessi filmati che metto su TikTok li metto anche su YouTube e fanno milioni e milioni e milioni di visualizzazioni. È l‘algoritmo di TikTok che in questo periodo fa abbastanza schifo, passatemi il termine».

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