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Caso Kataleya, prelevato il dna agli occupanti dell’ex hotel Astor
Il caso della scomparsa della piccola Kataleya, sparita il 10 giugno dall’ex albergo Astor di via Maragliano, potrebbe raggiungere presto una svolta. Gli inquirenti hanno dato mandato di prelevare il dna a tutti gli occupanti della struttura, per organizzare una sorta di database in vista di future comparizioni. Dalla procura, però, non trapela nulla e secondo quanto rivela Repubblica non è ancora chiaro se si tratti di una pratica standard o se ci siano novità sulla scomparsa della bambina. Nei giorni scorsi erano stati utilizzati molti apparecchi elettronici per analizzare ogni angolo dell’ex albergo e sequestrati altri effetti personali di Kataleya e vari oggetti.

Si cercano segni del passaggio dei rapitori
L’ipotesi più probabile è quella di un «sequestro premeditato» e per questo gli investigatori stanno scandagliando ogni angolo dell’ex Astor per tentare di trovare indizi sul passaggio dei rapitori. A più di due settimane dalla scomparsa, si analizzano soprattutto le immagini delle telecamere di videosorveglianza del circondario, soprattutto di fronte ai cancelli di via Boccherini, all’ingresso di via Maragliano e all’uscita di via Monteverdi. L’obiettivo è di stilare una cronologia di ingressi e uscite, per tentare di stringere il cerchio intorno alle ore che hanno preceduto la scomparsa. L’unica immagine certa, però, è quella delle 15.13 di sabato 10 giugno, che ritrae la piccola Kata sulle scale del cortile.
La madre non si è accorta subito della scomparsa
Secondo gli inquirenti, coordinati dalla pm della Dda Christine Von Borries e dal procuratore aggiunto Luca Tescaroli, la madre è rientrata a casa alle 15.45 dopo aver completato il proprio turno di lavoro in un supermercato. La donna ha poi chiesto notizie della figlia a un parente, che l’ha rassicurata, prima di andare a fare una doccia e assentarsi ancora. Soltanto dopo si è accorta dell’assenza della bambina, probabilmente già sparita da tempo. Il padre di Kataleya, Miguel Angel Romero Chicclo, al sostituto procuratore ha dichiarato che secondo lui la figlia sarebbe stata rapita per errore, al posto di un’altra bambina.