Daily Archives: 27 Giugno 2023

Valeria Pintore, chi è la moglie di Gianmarco Tognazzi

Nel salotto di Serena Bortone quest’oggi, 27 giugno, presenzierà tra gli altri anche Valeria Pintore, una donna piuttosto riservata legata da ormai moltissimi anni al celebre attore romano Gianmarco Tognazzi. Ecco dunque tutto quello che è dato sapere sul suo conto.

Chi è Valeria Pintore, la moglie di Gianmarco Tognazzi

Di lei si sa che è nata nel 1978 (quest’anno compie dunque 45 anni). Come riporta TPI, il padre è un degustatore di vini (si chiama Giovanni Pintore) e sappiamo che lei e Tognazzi si sono conosciuti in Sardegna, a Sassari per la precisione, nel 2003. A far scoccare la scintilla, dunque, sarebbe a quanto pare stata una cena organizzata da amici comuni dove i loro sguardi si sono incrociati per la prima volta.

Mentre Giamarco Tognazzi già ai tempi era un affermato attore di film e fiction, lei era una perfetta sconosciuta che lavorava in Comune. Si dice che fra i due la scintilla fosse scoccata immediatamente, come nel più romantico dei colpi di fulmine.

Valeria, ad ogni modo, si è voluta far desiderare per un po’. Sembra infatti che lui, conquistato dal suo fascino, l’avesse invitata a passare una cena insieme ma pare che lei in un primo momento avesse rifiutato. L’attore però non si sarebbe arreso facilmente, in un’intervista a proposito aveva infatti raccontato: «Ci siamo scambiati il numero e siamo andati avanti a messaggini finché io, ad un certo punto, le ho detto: basta, questo weekend prendo e ti porto via».

Il matrimonio e i figli

Il corteggiamento serrato di Gianmarco Tognazzi, dopo tanta insistenza, è stato ripagato. Dopo essersi trasferita nella tenuta dell’attore a Velletri, Valeria Pintore è finalmente convolata a nozze con lui tre anni dopo. La coppia oggi ha due figli: Andrea Viola, nata nel 2007, e Tommaso Ugo, nato nel 2012.

Valeria Pintore e Gianmarco Tognazzi si sono sposati nel 2006 e hanno avuto due figli: ecco chi è la moglie dell'attore.
Valeria Pintore e Gianmarco Tognazzi (Instagram)

La donna continua ad essere molto riservata e si limita solo a qualche uscita pubblica con il marito, che a volte la fa vedere ai suoi follower di Instagram.

Matteo Messina Denaro in ospedale a L’Aquila per accertamenti

Matteo Messina Denaro, rinchiuso nel carcere di massima sicurezza dell’Aquila in regime di 41-bis, è stato ricoverato all’ospedale aquilano per alcuni controlli urologici ai quali non si sarebbe potuto sottoporre nell’istituto penitenziario in cui è detenuto. Scattate straordinarie misure di sicurezza tanto durante il trasferimento quanto nel nosocomio, con la struttura al momento blindata. Gli accertamenti dovrebbero concludersi entro qualche ora.

Matteo Messina Denaro in ospedale

Il ricovero si è reso necessario per alcuni controlli medici che, secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, non sarebbero collegati al tumore al colon di cui il boss soffre da tempo e per cui si è operato due volte durante la latitanza. In carcere si sottopone periodicamente a sedute di chemioterapia in una stanza attigua a quella in cui trascorre la giornata. Ad assisterlo un’infermiera, un oncologo e un anestesista. Le sue condizioni di salute sarebbero stazionarie e non ci sarebbero stati peggioramenti.

 

 

Lotta all’antisemitismo, Piantedosi vieta il numero 88 sulle maglie dei calciatori

Tra le previsioni contenute nella dichiarazione di intenti per la lotta contro l’antisemitismo sottoscritta al Viminale con il mondo del calcio, c’è anche il divieto per i giocatori di indossare la maglia numero 88. Lo ha reso noto il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi: l’88 viene usato dai gruppi neonazisti per simbolizzare il saluto “Heil Hitler”, quanto l’acca è l’ottava lettera dell’alfabeto.

«Sarà inoltre valutato positivamente l’atteggiamento proattivo delle società»

Nel codice etico delle società, ha proseguito inoltre Piantedosi, «viene recepito il riferimento alla definizione internazionale di antisemitismo». C’è quindi «il divieto dell’uso da parte delle tifoserie di simboli che possano richiamare il nazismo; la responsabilizzazione dei tesserati a tenere un linguaggio non discriminatorio in tutte le manifestazioni pubbliche; la definizione delle modalità di interruzione delle partite in caso di episodi di discriminazione». Sarà inoltre valutato positivamente, ha aggiunto il ministro, «l’atteggiamento proattivo delle società in questo campo».

Piantedosi: «Vietato il numero 88 sulle maglie dei calciatori». In questa stagione lo hanno indossato in due in Serie A.
Toma Basic della Lazio in azione contro il Lecce (Getty Images).

In Serie A nell’ultima stagione lo hanno indossato in due, nel 2000 ci provò Buffon

Nel corso della stagione 2022/23, in Serie A hanno indossato la maglia con il numero 88 due calciatori, entrambi croati: Mario Pasalic dell’Atalanta e Toma Basic della Lazio. Il numero 88, nel calcio, non può non riportare alla mente una polemica risalente al 2000, che ha avuto come protagonista Gigi Buffon. Reduce da un infortunio alla mano rimediato in amichevole contro la Norvegia, che gli aveva impedito di difendere la porta dell’Italia a Euro 2000 (dove fu sostituito alla grande da Francesco Toldo), Buffon chiese di usare lo 00, a simboleggiare gli attributi.

Piantedosi: «Vietato il numero 88 sulle maglie dei calciatori». In questa stagione lo hanno indossato in due in Serie A.
Gianluigi Buffon nel 2000, con la maglia del Parma (Getty Images).

Incassato il no della Figc il portiere, che già aveva sfoggiato una maglietta con la scritta “Boia chi molla”, virò allora sull’88, attirandosi le ire della comunità ebraica. «Volevo lo 00, come in NBA, oppure lo 01, ma sono vietati. Il 99 era di Guardalben, col 69 qualcuno si sarebbe offeso, col 66 se la sarebbe presa il Vaticano. Così restava solo l’88, che per me è il numero della forza. Il nazismo? Nulla di più lontano da me. La mia famiglia mi ha sempre spiegato cosa fosse l’Olocausto», spiegò Buffon, che alla fine ripiegò sul 77.

Social e minori: Meta introduce nuove funzionalità per aumentare la sicurezza

Aumentare la sicurezza dei minori online, dotando i genitori di maggiori strumenti di supervisione. Meta, la società madre di Instagram e Facebook, ha implementato alcune operatività per aiutare le famiglie a navigare sulla piattaforma con maggiore sicurezza. Secondo il nuovo processo, quando «un adolescente si iscrive, il sistema consentirà ai genitori di impostare limiti di tempo, vedere chi segue o da chi è seguito il loro bambino, consentendo loro di tenere traccia di quanto tempo il minore trascorre su Instagram». I genitori non potranno vedere il contenuto dei messaggi.

Meta cerca di rispondere all'allarme sui rischi dell'uso dei social per i minori introducendo nuove misure di supervisione.
Sicurezza su Facebook (Getty Images).

Obiettivo Meta: maggiore sicurezza online per i minori

Le novità introdotte tuttavia non convincono completamente. Alcune funzionalità infatti richiedono che i minori – e i loro genitori – aderiscano, sollevando pertanto dubbi sull’efficacia delle misure. Instagram, ad esempio, ora invierà un avviso agli adolescenti dopo che hanno bloccato qualcuno, incoraggiandoli a lasciare che i loro genitori «supervisionino» il loro account, vedendo quanti amici ha in comune il loro bambino con gli account che segue o da cui è seguito. Ecco dunque che, se il bambino fosse seguito da qualcuno che non segue nessuno dei suoi amici, potrebbe comparire una bandiera rossa, a indicare che il minore non conosce quella persona nella vita reale.

Social e minori: i genitori potranno monitorare il tempo trascorso online

Come affermato da Meta, per aiutare i genitori «a capire quanto bene i loro figli conoscono questi account» e per «contribuire a stimolare conversazioni offline su tali connessioni» verrà aggiunta anche la funzione che consentirà loro di vedere quanto tempo trascorre il loro figlio sul servizio di messaggistica, senza vedere con chi sta chattando. Le novità introdotte dall’azienda arrivano a circa un mese di distanza dall’allerta lanciata da Vivek Murthy, demandato alla guida del servizio di Salute pubblica nazionale degli Stati Uniti e portavoce delle questioni di salute pubblica all’interno del governo federale, che il 23 maggio ha avvertito che non ci sono prove sufficienti per dimostrare che i social media sono sicuri per bambini e adolescenti, invitando le aziende a intraprendere «azioni immediate per proteggere i bambini».

Meta chiederà ai bambini di «prendersi una pausa da Facebook»

Una semplice notifica incoraggerà, ma non costringerà, i bambini a prendersi una pausa da Facebook, proprio come avviene su Instagram. Dopo 20 minuti di navigazione, gli utenti adolescenti riceveranno un avviso per sospendere l’utilizzo dell’app. Se volessero continuare a scorrere, potranno semplicemente chiudere la notifica. TikTok, di recente, ha già introdotto un limite di tempo pari a 60 minuti per gli utenti sotto i 18 anni, sistema aggirabile  inserendo un passcode, impostato dagli stessi adolescenti o, nel caso di minori sotto i 13 anni, dal genitore.

Max Angioni: età, fidanzata e biografia del comico e conduttore del LOVE MI 2023

Max Angioni, nato nel 1990 a Como, è un noto comico e conduttore televisivo. Dal 2023 ha sostituito Teo Mammuccari alla conduzione del fortunato programma di Italia 1 Le Iene accanto a Belen Rodriguez.

Max Angioni: biografia e carriera

Dopo aver conseguito il diploma superiore, ha capito di essere predisposto per la recitazione e la comicità e ha iniziato a frequentare la scuola Teatro in Centro diretta da Ester Montalto. Ha poi proseguito gli studi a Milano iscrivendosi all’Accademia del Comico. Nel 2018 è riuscito a salire sul palcoscenico di Zelig per il programma Zelig Time. Durante la trasmissione si è fatto conoscere per alcuni suoi cavalli di battaglia che prendono spunto da personaggi di serie televisive o film, come ad esempio il John Snow de Il trono di spade e Aquaman.

Max Angioni, la carriera tra comicità e conduzione
Max Angioni (Profilo Instagram).

Italia’s Got Talent è il talent show che l’ha lanciato definitivamente nel 2021. Arrivato in finale, Angioni ha portato in scena un monologo che ha ottenuto molto successo, una rilettura comica del Vangelo e dei miracoli di Gesù che lo ha fatto classificare secondo. Lo stesso anno è apparso nel programma Lui è peggio di me con Marco Giallini e Giorgio Panariello. Sul palco di Zelig, il comico ha presentato poi il personaggio di Kevin Scannamanna e a inizio 2022 è stato tra i concorrenti della seconda stagione di LOL – Chi ride è fuori in onda su Amazon Prime Video. Ad aprile 2022 ha portato in giro per l’Italia uno spettacolo tutto suo, scritto con Alessio Tagliento e intitolato Miracolato. Lo show è stato trasmesso su Italia 1 il 22 settembre dello stesso anno in prima serata. Il 27 giugno 2023 è tra i conduttori del concerto gratuito di beneficenza LOVE MI 2023, ideato dal rapper Fedez.

Max Angioni: la fidanzata

Max è molto riservato per quanto riguarda la sua vita privata. In una recente intervista a Radio Deejay ha confessato che la sua fidanzata si chiama Laura, ma non ha aggiunto alcun dettaglio in merito.

Michele Zarrillo: età, canzoni, moglie e figli del cantautore

Una rosa blu, Cinque giorni, La notte dei pensieri sono soltanto alcune delle più celebri canzoni della discografia di Michele Zarrillo, fra i più apprezzati cantautori italiani attivo fin dalla fine degli anni ’70. Ecco tutte le curiosità sulla sua lunga e fortunata carriera.

Chi è Michele Zarrillo: la storia e la biografia

Nato il 13 giugno 1957 (ha dunque da poco compiuto 66 anni) Zarrillo nasce a Roma, nel quartiere Centocelle, da padre originario della provincia di Potenza e da madre originaria della provincia di Salerno.

Inizia a muovere i primi passi nel mondo della musica nel 1972 con la band prog Semiramis, per la quale lavora come chitarrista e vocalist. Nel gruppo però rimarrà pochissimo, un anno appena, per poi entrare in un’alttra band, i Rovescio della medaglia. Verso la fine degli anni ’90 inizia anche a pubblicare le sue prime canzoni con lo pseudonimo (imposto dai discografici che lo seguivano ai tempi) di Andrea Zarrillo.

Il primo vero successo lo ottiene vincendo il Festival di Castrocaro nel 1979 con il brano Indietro no: in questo stesso periodo inizierà anche a lavorare come autore, scrivendo pezzi per colleghi del calibro di Renato Zero e Ornella Vanoni. Il periodo d’oro saranno per lui gli anni ’80: qui pubblicherà il suo primo grande successo Una rosa blu, con il quale si presenterà al Festival di Sanremo 1982, dopo aver partecipato l’anno prima con Su quel pianeta libero.

Ad oggi Michele Zarrillo ha pubblicato un totale di 10 album, di cui l’ultimo, Vivere e rinascere, uscito nel 2017. Alle spalle ha inoltre due album dal vivo, quattro raccolte e un album di cover (Vivere e rinascere – Passioni). Sono 13 le sue partecipazioni totali al Festival di Sanremo: l’artista si è portato a casa la vittoria una sola volta, nel 1987, grazie alla celebre La notte dei pensieri.

La storia d’amore con Anna Rita Cuparo e la malattia

Zarrillo, che nel 2013 è stato colpito da infarto e ricoverato in codice rosso, è oggi felicemente sposato con la musicista Anna Rita Cuparo, da cui ha avuto i due figli (Luca, classe 2010, e Alice, classe 2012).

Tra i più apprezzati cantautori italiani, Michele Zarrillo si è sposato con Anna Rita Cuparo, da cui ha avuto due figli.
Michele Zarrillo con i figli e la moglie Anna Rita Cuparo (Instagram).

L’artista è in realtà stato legato negli anni ’80 anche ad un’altra donna, di cui non si sa nulla, che l’ha reso padre della sua primogenita Valentina, nata nel 1981.

Calabria, maxioperazione della Dda: tra gli indagati anche l’ex governatore Oliverio

I carabinieri del Ros, coadiuvati dai comandi provinciali di numerosi capoluoghi italiani e dallo Squadrone Eliportato Calabria, hanno portato a termine una maxi operazione nell’ambito di un’inchiesta della Dda di Catanzaro in cui risultano complessivamente indagati 123 soggetti (di cui 43 arrestati). Tra questi diversi esponenti del Partito democratico tra cui l’ex presidente della Calabria Mario Oliverio, gli ex assessori regionali Nicola Adamo e Antonietta Rizzo e l’ex consigliere regionale Seby Romeo.

Maxi operazione in Calabria: le accuse, gli arresti e le indagini

Secondo gli inquirenti, gli indagati avrebbero messo in piedi un comitato d’affari per la gestione di un «diffuso sistema clientelare» nell’ambito di una serie di appalti pubblici, in particolare quelli banditi dalla Regione Calabria. Al centro dell’inchiesta, denominata Glicine akeronte, anche lo smaltimento dei rifiuti e una serie di nomine ed incarichi politici. Gli indagati sono accusati a vario titolo di associazione di tipo mafioso (22), associazione per delinquere (9), associazione per delinquere finalizzata alla commissione di truffe aggravata dalle finalità mafiose (3), turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, estorsione, illecita concorrenza con minaccia o violenza, omicidio, trasferimento fraudolento di valori, concorso esterno in associazione di tipo mafioso, turbata liberà degli incanti, corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio, falsità ideologica e materiale commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici, scambio elettorale politico mafioso e truffa aggravata. Dei 43 arrestati, 22 sono finiti in carcere e 12 ai domiciliari. Disposti, inoltre, tre obblighi di dimora, quattro interdizioni dai pubblici uffici e due divieti di contrattare con la pubblica amministrazione.

Indagati Oliverio e altri esponenti della politica calabrese

L’ipotesi di reato a carico di Mario Oliverio, che è stato in carica dal 2014 al 2020, è quella di associazione per delinquere aggravata dalle modalità mafiose. Nell’elenco degli indagati figurano anche Mimmo Pallaria, ex dirigente della Regione Calabria, ex sindaco di Curinga (Catanzaro) e attuale consigliere comunale dello stesso centro, e Orsola Reillo, ex direttore generale del Dipartimento ambiente e territorio sempre della Regione Calabria. E ancora, nel registro sono stati iscritti Alfonso Dattolo, attuale sindaco di Rocca di Neto ed ex consigliere regionale eletto con la lista dell’Udc, e Raffaele Vrenna, imprenditore del settore dei rifiuti ed ex presidente del Crotone calcio, società attualmente presieduta dal fratello Gianni.

 

 

 

 

Scavi di Pompei, in un affresco spunta l’antenato della «pizza»

Interessante scoperta negli scavi della città antica di Pompei, alle porte di Napoli. Stando a quanto confermato dagli archeologi al lavoro nelle ultime ore nel Parco Archeologico di Pompei sarebbe stato trovato, in un dipinto risalente a 2000 anni fa, una sorta di antenato della pizza che tutti conosciamo.

L’antenato della «pizza» trovato in un affresco di Pompei

La storia della deliziosa pietanza, si sa, è storicamente legata alla vicina città di Napoli. Eppure sembra a questo punto che anche gli antichi conoscessero in qualche modo la preparazione, seppur (com’è ovvio) il loro piatto differisse in modo sostanziale da quello che oggi viene servito sulle nostre tavole.

Quello che gli archeologi hanno scoperto in un nuovo affresco è un alimento molto diverso da quello attuale, visto che sopra ad esso mancano i due ingredienti più classici, il pomodoro e la mozzarella. Tuttavia, in base ad una prima analisi iconografica sull’affresco apparso nello scavo situato nell’insula 10 della Regio IX sembra proprio che ciò che i romani avevano dipinto fosse una specie di focaccia tonda che, con un po’ di fantasia, si potrebbe definire come un lontano antenato della moderna pizza.

I dettagli dell’opera pittorica

Nell’affresco portato alla luce con gli ultimi scavi appare un calice di vino, posato su un vassosio d’argento. Di fianco troviamo una focaccia piatta come supporto per altri frutti: nell’opera possiamo notare un melograno e probabilmente anche un dattero. Al di sopra di questa pizza d’epoca sembra ci fossero anche delle spezie oppure un particolare tipo di pesto, chiamato dagli antichi Romani «moretum», la cui presenza è evidenziata da alcuni puntini gialli e color ocra. Il vassoio dipinto vanta inoltre della frutta secca e una ghirlanda di corbezzoli di colore giallo.

Ciò che è rappresentato fa parte dei cosiddetti «xenia», ovvero quei doni dedicati agli ospiti che i romani predisponevano sulle loro tavole, seguendo una tradizione in origine ellenica.

Durante la rivolta di Prigozhin, gli alleati occidentali hanno chiesto a Kyiv di non colpire la Russia

Nel pieno della rivolta di Yevgeny Prigozhin, mentre il gruppo Wagner stava ancora marciando da Rostov sul Don verso Mosca, gli alleati occidentali avrebbero contattato Kyiv chiedendo alle forze ucraine di non approfittare del caos per colpire la Russia. Lo ha rivelato alla Cnn un funzionario occidentale. Un eventuale attacco in territorio russo, nel bel mezzo dell’ammutinamento, sarebbe stato letto dal Cremlino come una minaccia alla sovranità russa e naturalmente un aiuto al leader della Wagner alimentando le teorie del complotto che tuttora circolano nella Federazione.

Durante la rivolta di Prigozhin, gli alleati occidentali hanno chiesto a Kyiv di non colpire la Russia
Il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba (Getty Images).

La rivolta di Prigozhin va considerata «una questione interna alla Russia»

«Il messaggio era di non alimentare il caos», ha riferito la fonte. Aggiungendo che il messaggio è stato trasmesso al ministero degli Esteri ucraino tramite i livelli più alti delle diplomazie. «È una questione interna russa», è stato ribadito a Kyiv, sulla linea di quanto i leader occidentali hanno dichiarato pubblicamente. Nessuna “provocazione” in territorio nemico, quindi. Né tanto mento un coinvolgimento diretto. Alle forze ucraine sarebbe stato solo consigliato di sfruttare i disordini sul fronte interno. Non a caso nelle prime ore dell’ammutinamento il presidente Usa Joe Biden è rimasto in silenzio. La Casa Bianca aveva solo riferito che aveva discusso della situazione con i leader di Gran Bretagna, Francia e Germania. Biden ha parlato in pubblico solo il 26 giugno, definendo ancora la marcia di Prigozhin «parte della lotta all’interno del sistema russo» e sottolinando la totale estraneità degli Usa.

LEGGI ANCHE: Putin supera la rivolta di Prigozhin indebolito o rafforzato?

L’obiettivo è smontare la narrazione del Cremlino 

Nella guerra scatenata da Vladimir Putin, l’Ucraina è sospettata di aver effettuato blitz e sabotaggi a strutture militare russe. Tra cui il bombardamento della regione di Belgorod, vicina al confine, e l’attacco con droni al Cremlino. Più volte Washington ha ripreso Kyiv, chiedendo maggiore condivisione delle informazioni. L’obiettivo degli alleati resta smontare la narrazione del Cremlino secondo cui gli Usa e l’Europa minaccerebbero l’esistenza stessa della Russia.

Russia, chiuso il procedimento penale contro la Wagner: consegnerà le attrezzature militari pesanti all’esercito

I mercenari del Gruppo Wagner consegneranno alle autorità russe le «attrezzature militari pesanti». Lo ha reso noto il ministero della Difesa russo in una nota. «Sono in corso i preparativi per il trasferimento dell’equipaggiamento militare pesante della Wagner alle unità attive delle forze armate», recita il testo. La notizia arriva a stretto giro da quella dell’archiviazione del procedimento giudiziario per rivolta armata avviato dopo la ribellione guidata da Yevgeny Prigozhin.

Russia, chiuso il procedimento penale contro la Wagner: consegnerà le attrezzature militari pesanti all’esercito.
Soldati della Wagner a Rostov sul Don (Getty Images).

La comunicazione del Servizio di sicurezza federale russo

La decisione di archiviare il procedimento giudiziario per rivolta armata è legata all’ordine dato alle truppe di fermare l’avanzata verso Mosca. Durante le indagini, spiega Servizio di sicurezza federale (Fsb) – citato dalla Tass – «è stato stabilito che i partecipanti alla rivolta hanno messo fine il 24 giugno alle loro azioni, finalizzate direttamente a commettere reato». Tenendo conto di questa e di altre circostanze rilevanti per le indagini, «l’autorità inquirente ha deciso il 27 giugno di adottare un provvedimento di archiviazione».

Russia, chiuso il procedimento penale contro la Wagner: consegnerà le attrezzature militari pesanti all’esercito.
Un carro armato del Gruppo Wagner a Rostov (Getty Images)

Un aereo di Prigozhin è atterrato in Bielorussia

Le due notizie sono state precedute dall’atterraggio di un aereo del leader del gruppo Wagner in Bielorussia. Lo riferisce il media indipendente di monitoraggio militare Belaruski Hayun, citando i dati di Flight Radar: alle 7.40 (ora locale) alla base militare dell’aeronautica di Machulischy, vicino a Minsk, ha toccato terra il jet Embraer Legacy 600 con il numero di coda RA-02795, che si ritiene appartenga proprio a Prigozhin, partito da Rostov sul Don.

Alle 7.58, aggiunge Belaruski Hajun, un altro business jet è arrivato alla base aerea di Machulischy da San Pietroburgo. Dopo due giorni di misteri e speculazioni, il 26 giugno Prigozhin ha diffuso un audio di 11 minuti sui suoi canali Telegram, nel quale ha detto che il motivo della sua ribellione non era la sua volontà di rovesciare il presidente Vladimir Putin ma bensì di impedire la distruzione del Gruppo Wagner.

Giochi erotici online con bimba di 9 anni: condanna da 10 a 4 anni per «vizio parziale di mente»

A seguito della richiesta di rinnovo dell’istruttoria dibattimentale e dello svolgimento di una perizia psichiatrica, richiesti dall’avvocata Antonina Proetto del Foro di Catania, per il 29enne autore del reato è emerso, come riportato da Il Messaggero, un «vizio parziale di mente». L’imputato, che ha già scontato un anno in carcere, trascorrerà gli altri 3 anni in una struttura psichiatrica detentiva, non ancora individuata.

Un giovane aquilano che avrebbe adescato online una bimba di 9 anni, si è visto ridurre la pena in appello da 10 a 4 anni.
Aula tribunale (Getty Images).

Il 29enne avrebbe conquistato «la fiducia della bambina» 

Il Tribunale di Catania aveva emesso una condanna in primo grado a 10 anni di reclusione, nonostante la richiesta del pm a 6 anni. Con la sentenza della Corte d’Appello, il giovane si è visto ridurre la pena a 4 anni di reclusione. A denunciare quanto accaduto all’epoca dei fatti, nel 2022, fu la stessa madre della bambina di 9 anni che sarebbe stata adescata attraverso Instagram e WhatsApp.

L’accusa e gli esiti dell’attività investigativa

Secondo l’accusa, il 29enne avrebbe indotto la minorenne a inviargli immagini e video a contenuto pornografico, conquistando «la fiducia della bambina convincendola ad intrattenere con lei giochi erotici online». L’attività investigativa, che ha portato anche al sequestro di materiale informatico sottoposto ad analisi nei laboratori specializzati del Corpo, è stata condotta dagli agenti della Polizia Postale dell’Aquila, diretti dal commissario, David Palmieri.

Federico Huisman, chi era il ragazzo di 17 anni morto in moto a Monrupino

Federico Huisman aveva tutta la vita davanti, ma dopo quella terribile caduta in motocicletta per lui non c’è purtroppo stato nulla da fare: il giovane ha perso la vita in sella al suo mezzo preferito a soli 17 anni in un incidente avvenuto intorno alla mezzanotte del 26 giugno.

Tragedia a Monrupino, morto il giovane Federico Huisman

Il ragazzo vittima del sinistro stradale era originario di Repen e ha trovato la morte a Monrupino in provincia di Trieste, a breve distanza da un campo da calcio. Dopo aver perso il controllo della motocross KTM dov’era in sella Huisman è crollato a terra in modo molto violento, provocandosi ferite che non gli hanno lasciato scampo. Sembra, ad ogni modo, che nell’incidente non siano stati coinvolti altri mezzi.

Il corpo del giovane è stato trovato dal padre che non vedendo il figlio tornare a casa si è preoccupato ed è andato a cercarlo. Il genitore del 17enne ha così attivato immediatamente la macchina dei soccorsi, chiamando il numero di emergenza Nue112: i sanitari giunti sul posto hanno capito fin da subito la gravità della situazione e hanno così trasportato il giovane al vicino ospedale di Cattinara, dove è poi deceduto.

Una vita dedicata alla moto: chi era Federico Huisman

Chi lo conosceva bene sapeva che nel suo cuore Federico aveva due enormi passioni: da un lato il calcio, dall’altro la moto. Da ormai diverso tempo si stava facendo conoscere nell’ambiente calcistico giovanile, grazie ad una carriera iniziata nelle fila del Kras Repen, la squadra di Monrupino. Successivamente il ragazzo è passato alla Trieste Victory Academy, la squadra di Borgo San Sergio mentre più di recente era sbarcato al Tabor di Sistiana.

Federico Huisman era però anche un grandissimo amante dei motori: il ragazzo era molto attivo sui social, TikTok in modo particolare, dove amava condividere i video della sua adorata moto.

Mariasole Pollio, chi è la conduttrice del LOVE MI 2023

Mariasole Pollio, nata a Napoli il 18 luglio 2003, è un’attrice e conduttrice televisiva e radiofonica. Nell’estate 2023 è stata confermata per la conduzione di Battiti Live, accanto a Elisabetta Gregoraci e Alan Palmieri, e di LOVE MI in coppia con Max Angioni.

Mariasole Pollio: biografia e carriera

Mariasole ha esordito a soli 15 anni, nel 2017, conducendo il programma Battiti Live insieme ai due conduttori, prima in onda su Radio Norba e poi su Italia 1. L’anno seguente ha fatto un provino per entrare a far parte del cast della serie Don Matteo dove ha ottenuto il ruolo di Sofia Gagliardi. Nello stesso anno è stata scelta anche da Leonardo Pieraccioni per recitare nel suo film Se son rose con il ruolo di Yolanda, ricevendo il Premio Charlot Rivelazione fiction 2018. Nel 2020 ha condotto, all’età di 17 anni, il programma evento in streaming MAS for From Milan With Love – Next Gen insieme a DJ Khaled e Max Brigante. L’anno successivo ha interpretato il ruolo di Martina nel cortometraggio La regina di cuori diretto da Thomas Turolo e ha pubblicato il suo primo libro edito da Mondadori, Oltre.

Mariasole Pollio, chi è la giovane conduttrice e attrice
Mariasole Pollio al Festival del Cinema di Venezia del 2022 (Getty Images).

Nel 2022 ha condotto, sempre insieme ad Elenoire Casalegno e Nicolò De Devitiis, Battiti Live presenta: MSC Crociere – Il viaggio della musica, lo spin-off di Battiti Live. Nel medesimo anno è stata al timone, insieme a Rebecca Staffelli del Coca Cola Summer Festival in onda su Radio 105, dove attualmente lavora.

La conduzione del LOVE MI 2023

Mariasole è stata anche scelta come conduttrice della seconda edizione del concerto gratuito per beneficenza LOVE MI ideato da Fedez per raccogliere soldi e finanziare il progetto ODV. La serata, in programma il 27 giugno 2023, è stata organizzata per sostenere l’Associazione Andrea Tudisco ODV impegnata dal 1997 a offrire accoglienza e assistenza ospedaliera ai bambini nei reparti specializzati di Roma.

Montecitorio, finisce in bagarre il convegno per la Giornata mondiale contro le droghe

Il convegno alla Camera dei deputati in occasione della Giornata mondiale contro le droghe è finito in bagarre. Durante l’intervento della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, alcuni parlamentari di +Europa – tra cui il segretario Riccardo Magi – assieme all’associazione Meglio Legale si sono alzati dai banchi per esporre dei cartelli di protesta, prima di essere accompagnati fuori dal personale della Camera.

Magi è stato criticato da alcuni ragazzi arrivati a Montecitorio dalle comunità di recupero

A Montecitorio erano presenti il ct della Nazionale Roberto Mancini, la campionessa di short track Arianna Fontana, il comico Max Giusti, così come decine di ragazzi delle comunità con le loro famiglie, buona parte del governo, diversi parlamentari e il presidente della Camera Lorenzo Fontana, il quale ha aperto i lavori ricordando come «le droghe minano le fondamenta della società, delle famiglie e delle relazioni umane» e che occorre «lottare contro questa schiavitù proprio a partire dalla prevenzione». Gli interventi più attesi, in un convegno da cui certo nessuno si aspettava un’apertura verso la legalizzazione della cannabis, erano quelli del sottosegretario alla presidenza del Consiglio con deleghe alle Politiche antidroga Alfredo Mantovano e della premier Meloni.

«Cannabis, se non ci pensa lo Stato ci pensa la mafia» recitava il cartello sollevato da Magi durante l’intervento della presidente del Consiglio. «Abbiamo visto i numeri e i risultati del lavoro che avete fatto in questi anni: dovreste portare rispetto per i ragazzi che sono qui. Lei, onorevole, deve sapere che non sono una persona che si lascia intimidire», ha detto Meloni al segretario di +Europa. Immediatamente accompagnato fuori dal personale di Montecitorio, Magi è stato criticato da alcuni ragazzi arrivati dalle comunità, caduti nella dipendenza dopo aver iniziato con la classica “canna”.

Montecitorio, Magi contro Meloni: finisce in bagarre il convegno per la Giornata mondiale contro le droghe
Giorgia Meloni (Imagoeconomica).

Meloni: «Finita la stagione dell’indifferenza, del lassismo, del disinteresse»

Meloni ha poi ribadito la sua posizione sulle droghe, anche leggere: «Fanno male, tutte, e chi vi dice che non hanno conseguenze mente», ha detto rivolgendosi ai ragazzi presenti. «È finita la stagione dell’indifferenza, del lassismo, del disinteresse». Il governo, ha spiegato la premier, «non vuole avere un atteggiamento paternalistico, lo Stato etico non c’entra niente. C’entra invece la responsabilità delle istituzioni, serve un’altra narrazione sul piano educativo e culturale», in quanto la droga «non può essere considerata una forma di libertà». Alla fine, Meloni è anche andata all’attacco di Netflix: «Abbiamo visto fiction con spacciatori dipinti come eroi trasmesse su piattaforme che hanno trasmesso documentari contro un uomo come Vincenzo Muccioli».

Montecitorio, Magi contro Meloni: finisce in bagarre il convegno per la Giornata mondiale contro le droghe
Magi e alcuni esponenti di Meglio Legale con i cartelli antiproibizionisti (Twitter).

Magi: «Governo incapace, già raggiunto il livello massimo di detenuti per reati legati alla droga»

«Siamo convinti dell’incapacità del governo di affrontare questa situazione, che crea danni e che soprattutto è il principale alleato della criminalità organizzata. Aggiungo che sono stati chiamati a parlare dei risultati della legalizzazione in alcuni stati americani, non gli stati stessi, ma dei lobbisti proibizionisti a ripetere le solite cazzate come quella della cannabis come sostanza di accesso alle droghe pesanti. Qui dentro si vive in un mondo ovattato dove ognuno se la racconta come vuole», ha dichiarato Magi fuori da Montecitorio. «Non si capisce cosa voglia fare il governo, aumentare le pene? Abbiamo già raggiunto il livello massimo di detenuti per reati legati alla droga. Il presidente Fontana, che mi ha allontanato dal convegno, non ha nemmeno avuto la decenza di andare alla presentazione della relazione del Garante dei detenuti dove si è detto al governo cosa è meglio fare».

Raniero Monaco Di Lapio: età, fidanzata, Grande Fratello e origini dell’attore

Raniero Monaco Di Lapio, nato a Londra il 25 gennaio 1983, è un attore ed ex modello. Ha partecipato al Grande Fratello 7 e, tra le sue ultime apparizioni televisive, si cita quella nella serie di Canale 5 Il patriarca. Sua madre è metà inglese è metà siciliana mentre il padre è partenopeo.

Raniero Monaco Di Lapio: biografia e carriera

Dopo aver lavorato a lungo come modello, è stato concorrente del reality Mediaset per poter poi intraprendere la carriera da attore. Si è formato alla Actor’s Academy di Milano e nel 2009 ha esordito nel film So che ritornerai con Manuela Arcuri e la regia di Eros Puglielli. Nello stesso anno è stato scelto per essere il protagonista del film diretto da Federico Moccia Amore 14, mentre nel 2010 è stato nel cast della terza stagione di Caterina e le sue figlie. L’anno seguente ha avuto un altro ruolo accanto a Manuela Arcuri nella miniserie Sangue caldo e nello stesso anno ha recitato in Viso d’angelo accanto a Gabriel Garko.

Raniero Monaco Di Lapio, tra carriera e vita privata
Raniero Monaco Di Lapio (Profilo Instagram).

Nel 2012 è stato co-protagonista, insieme a Terence Hill, della seconda stagione della fiction Un passo dal cielo. Due anni dopo ha preso parte alla serie tv Rai Catturandi – Nel nome del padre, mentre nel 2015-2016 alla decima di Don Matteo. Nel 2016 ha interpretato Davide Gerace nella soap opera di Rai 3 Un posto al sole e l’anno seguente è stato nel cast della serie di Rai 2 La porta rossa. Nel 2019, accanto a Elena Sofia Ricci, è stato uno dei protagonisti di Che Dio ci aiuti e nel medesimo anno ha partecipato come concorrente alla prima edizione di Amici Celebrities condotto da Maria De Filippi su Canale 5.  Nel 2023 ha invece interpretato il ruolo di Mario Rizzi nella serie in onda su Canale 5 Il Patriarca, insieme all’attore Claudio Amendola e recitato nel film Una mamma all’improvviso insieme a Giulia Bevilacqua e Simone Corrente.

Raniero Monaco Di Lapio: la vita privata

Da qualche anno Raniero fa coppia fissa con Beatrice Olla. La ragazza ha 30 anni e fa la ballerina e attrice. Da tempo la giovane è protagonista sui palcoscenici dei teatri e ha fatto qualche piccola apparizione sul piccolo schermo e al cinema. Sia Beatrice che Raniero sono due persone molto riservate, anche se sono comparsi in televisione partecipando in coppia al talent show Dance Dance Dance prima di essere eliminati dopo qualche puntata. I due pare convivano a Roma.

 

 

 

Cameriere italiano trovato morto in spiaggia a Tenerife: indagini in corso

Macabra scoperta nelle scorse ore a Puerto Colon, nella zona meridionale dell’isola di Tenerife, nell’arcipelago delle Canarie: le autorità locali hanno infatti recuperato su una spiaggia il corpo ormai senza vita del giovane Gianmarco Fenzi, che in Spagna lavorava come cameriere.

La scoperta del cadavere dello chef italiano Gianmarco Fenzi

La vittima aveva solo 29 anni ed era originario di Livorno. Fenzi era a quanto pare sparito dalla circolazione da qualche giorno ed è stato ritrovato purtroppo senza vita su una spiaggia non distante dalla costa di Los Cristianos, nella zona più a sud dell’isola canaria.

Gianmarco Fenzi si trovava sull’isola per motivi di lavoro da ormai diversi anni: proprio qui, infatti, aveva deciso di aprire un ristorante insieme al padre, che è volato proprio in queste ore verso l’isola spagnola per cercare di far chiarezza su una morte sulla quale ancora adesso aleggia il mistero. A diverse ore dal ritrovamento del cadavere di Fenzi, infatti, le autorità spagnole non hanno reso noti ulteriori dettagli sulla vicenda. Le indagini sono tuttora in corso.

La famiglia della vittima è stata avvisata a giorni di distanza dalla morte

Secondo quanto riportato in anteprima da Il Tirreno, il corpo di Fenzi è stato ritrovato sul litorale dell’isola nel corso della scorsa settimana. Eppure, incredibile ma vero, i familiari del giovane sono venuti a conoscenza della sua prematura scomparsa quasi per caso, nel weekend appena trascorso. Sembra che il padre fosse stato avvertito da alcuni amici della scomparsa del figlio, e del relativo ritrovamento del cadavere di un uomo non meglio identificato sulla spiaggia. L’uomo si è così attivato e con una serie di chiamate ha scoperto la tragica verità riguardante il sangue del suo sangue.

Gianmarco Fenzi aveva iniziato a lavorare da tempo come cameriere in un ristorante di Santa Cruz de Tenerife e in passato aveva avuto occasione di collaborare anche con diversi locali in Sardegna, prima del trasferimento in pianta stabile all’estero.

«Harrison Ford folgorato da Marina Di Guardo»: la reazione della mamma di Chiara Ferragni

In occasione della 69esima edizione del Taormina Film Festival, Harrison Ford è arrivato in Sicilia e rumor sostengono che l’attore sia rimasto molto colpito da Marina Di Guardo, la mamma di Chiara Ferragni.

Harrison Ford incontra Marina Di Guardo 

La scrittrice ha partecipato alla conferenza stampa dell’attore giunto alla kermesse per presentare l’ultimo film di Indiana Jones, Il Quadrante del Destino, al cinema dal 28 giugno 2023. Ford ha risposto alle domande dei presenti tra i quali c’era anche la stessa Marina, che è salita sul palco del festival proprio con l’attore americano. Un incontro professionale che ha dato vita però ad alcune indiscrezioni da parte di Dagospia. Sul sito di gossip, infatti, si legge: «Harrison Ford folgorato da Marina Di Guardo». Un rumor al quale la mamma di Chiara Ferragni non ha mancato di rispondere con un «Magari» pubblicato tra le storie del suo profilo Instagram con tanto di emoticons ed occhi a cuore.

Harrison Ford folgorato da Marina Di Guardo la reazione della mamma di Chiara Ferragni
Storia di Marina Di Guardo (Instagram).

 

Un momento da condividere

L’incontro sul palco ha comunque lasciato il segno e Marina Di Guardo ha dedicato un post alla circostanza. «Oggi ho avuto l’onore di conversare con il mitico Harrison Ford in occasione del lancio di Indiana Jones e il quadrante del destino. Un’esperienza davvero indimenticabile per chi come me ha adorato fin da ragazzina questi film, grazie a Disney che ha realizzato questo sogno», ha scritto la Di Guardo.

Anche le figlie, Chiara e Francesca, non hanno perso l’occasione per dire la loro. «Harrison ha fatto di proposito il film è la premiere in Sicilia così poteva conoscere la Marina», ha commentato Francesca mentre Chiara ha semplicemente risposto al post pubblicando emoticons di occhi innamorati.

Titanic torna su Netflix in Usa e Canada: è polemica sui social

Mentre la Guardia costiera è ancora al lavoro per comprendere l’implosione del sottomarino Titan, Netflix è pronta a riportare sulla piattaforma il film Titanic. Come ha riportato l’Hollywood Reporter, il gigante dello streaming renderà nuovamente disponibile il cult di James Cameron dal prossimo primo luglio negli Usa e in Canada (in Italia è invece visibile su Disney+). Una scelta che diversi utenti hanno accolto con insulti e critiche, in quanto priva di rispetto per le cinque vittime della tragedia. Eppure la decisione di Netflix è ben precedente al disastro, in quanto gli accordi sono stati stipulati diverse settimane prima dell’effettiva messa in onda. Sotto accusa anche un documentario con protagonista Alessia Zecchini, campionessa italiana di apnea detentrice del record mondiale.

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Titanic di nuovo su Netflix, i commenti negativi sui social network

«Il tempismo è totalmente sbagliato», ha sottolineato un utente di Twitter in riferimento alla tragedia del Titan. «Netflix sta oltrepassando il limite della decenza», ha invece precisato un altro, parlando di un gesto sgradevole per raccogliere spettatori. Sempre secondo l’Hollywood Reporter, che per primo ha raccontato la notizia, americani e canadesi hanno accusato lo streamer di voler lucrare sull’implosione del sottomarino grazie alle ore di visualizzazione del film di Cameron. Tuttavia, si tratta di una sfortunata coincidenza, dato che il calendario delle nuove uscite viene stilato con ampio anticipo rispetto alla pubblicazione. Titanic era infatti fra le novità di Netflix per l’inizio di luglio già molto prima del disastro. Altri utenti hanno ricordato però come lo streamer avrebbe potuto cambiare i suoi programmi per rispetto dei morti.

Critiche sui social per il ritorno di Titanic su Netflix poco dopo la tragedia del Titan. Intanto il cast del film dice addio a Lew Palter.
Kate Winslet e Leonardo DiCaprio in una scena del film (Twitter).

Questione delicata anche per quanto riguarda The Deepest Breath, documentario sull’apnea che vede al centro l’italiana Alessia Zecchini. Come si può notare dal trailer, disponibile sui canali social di Netflix dal 20 giugno, le telecamere hanno seguito l’atleta italiana durante la sua preparazione per conquistare il record mondiale di immersione, ottenuto a maggio. Restando quattro minuti in acqua, ha raggiunto la profondità di 123 metri, uno in più del primato precedente che apparteneva alla slovena Alenka Artnik. Pur privo di qualsiasi legame diretto con il Titanic o il sottomarino della OceanGate, il trailer è stato aspramente criticato online, con ulteriori commenti negativi per il tempismo errato.

Addio a Lew Palter che nel colossal interpretò Strauss

L’Hollywood Reporter ha riportato anche la notizia della morte di Lew Palter. L’attore vestì i panni di Isidor Strauss in una delle scene più commoventi del colossal di James Cameron. È possibile vederlo abbracciato alla moglie Ida (Elsa Raven) sul letto di una cabina mentre il livello dell’acqua sale rapidamente e il quartetto d’archi continua a suonare. Palter è deceduto a 94 anni nella sua casa di Los Angeles dopo una lunga lotta contro il cancro il 21 maggio, ma la figlia Catherine ha dato solo ora la notizia ai media. Docente di recitazione e poi preside della CalArts School of Theatre di Santa Clarita, ha insegnato a grandi star di Hollywood come Ed Harris e Don Cheadle.

Critiche sui social per il ritorno di Titanic su Netflix poco dopo la tragedia del Titan. Intanto il cast del film dice addio a Lew Palter.
Lew Palter in una scena cult del film “Titanic” (Twitter).

Ravenna, morta la bimba di 7 anni che era stata travolta da un’onda mentre faceva il bagno

Non c’è stato purtroppo nulla da fare per la piccola Isabel Zanichelli, la bambina travolta lo scorso 25 giugno da un’onda sulla costa del Ravennate.

Isabel Zanichelli, morta dopo essere stata travolta da un’onda sul litorale di Ravenna

La tragedia si è consumata nella giornata di domenica scorsa, 25 giugno, a Lido di Classe. La bambina di soli 7 anni si trovava in mare con il padre e il cuginetto quando un’onda più alta di altre l’ha travolta. La piccola una volta a riva era priva di coscienza e manifestava un principio di annegamento. Immediato l’intervento del bagnino e di una dottoressa e un operatore del 118 fuori servizio. Nel frattempo il padre, sotto shock, non è stato in grado di spiegare ai soccorsi cosa fosse accaduto con precisione.

Inutile l’intervento dei soccorsi

La bambina, che abitava con i genitori a Bagnolo in Piano (in provincia di Reggio Emilia) è stata quindi soccorsa con il supporto di un’automedica e di un’ambulanza accorse immediatamente sul litorale. Molto presto però ci si è resi conto che si sarebbe reso per lei necessario un trasporto d’urgenza all’ospedale Sant’Orsola di Bologna.  Nonostante le speranze dei familiari e dei medici alla fine non c’è stato per lei più nulla da fare: il personale medico è infatti stato costretto a confermarne la morte nella giornata di ieri, 26 giugno. La comunità di Bagnolo in Piano in queste ore si è stretta alla famiglia. L’amministrazione comunale ha espresso il suo cordoglio sui social: «Sgomento. È quello che oggi, come mai prima, proviamo per la morte, improvvisa e assurda, della piccola Isabel. Un incidente avvenuto in un contesto di divertimento, quando la spensieratezza delle vacanze e la bellezza dell’essere al mare non dovrebbero mai lasciare spazio a una simile tragedia. Non ci sono parole per esprimere il cordoglio di un intero paese per il dolore che stanno provando papà Enzo e mamma Ulyana. L’Amministrazione comunale si stringe ai genitori, agli amici e a tutti coloro che volevano bene alla piccola Isabel».

Incidente Casal Palocco, gli amici di Di Pietro: «Gli avevamo chiesto di rallentare»

Continuano a emergere dettagli sull’incidente, avvenuto a Casal Palocco, che ha causato la morte del piccolo Manuel, di soli 5 anni. Secondo le ultime rivelazioni diffuse dal Corriere, gli amici a bordo del Suv Lamborghini guidato da Matteo Di Pietro, gli avevano chiesto di rallentare, ma lui non aveva ascoltato le richieste del gruppo, arrivando a toccare i 124 chilometri all’ora prima di schiantarsi contro la Smart di Elena Uccello, come riportato nell’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Angela Gerardi ed eseguita dai carabinieri giovedì scorso.

Matteo Di Pietro (foto Facebook).

Caso TheBorderline, le parole del giudice «Unico fine, impressionare e catturare l’attenzione»

Il giudice non ha dubbi e, come riportato dal quotidiano, sottolinea che Di Pietro avrebbe noleggiato la Lamborghini «con l’unico ed evidente fine di impressionare e catturare l’attenzione di giovani visitatori del web per aumentare i guadagni della pubblicità, a scapito della sicurezza e della responsabilità e di conseguenza a procedere ad una velocità superiore ai limiti indicati. Tanto più che alcuni dei passeggeri presenti all’interno della Lamborghini (Vito Loiacono, Simone Dutti, Marco Ciaffaroni e Gaia Nota) avevano più volte invitato a ridurre la velocità».

Gli altri youtuber prendono le distanze da Di Pietro

La ricostruzione degli ultimi momenti prima dello schianto, secondo la quale le altre persone a bordo del suv avrebbero richiesto ripetutamente al giovane alla guida dell’auto di rallentare, è stata possibile proprio grazie alle dichiarazioni degli indagati. Intanto la polizia locale, dopo aver ricostruito gli spostamenti del Suv con il sistema gps, ha rilevato che, dopo l’imbocco di via di Macchia Saponara, il suv aveva raggiunto «in soli 14 secondi i 124 km/h», esattamente prima dell’impatto. Sull’asfalto, nessuna traccia di frenata. Di Pietro, la cui personalità è stata descritta come «non tranquillizzante», rischia ora una condanna da due a sette anni di carcere per il legame con il pericolo di inquinamento delle prove e della reiterazione del reato.

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