Daily Archives: 22 Giugno 2023

Douglas Costa e la compagna Mariana Giordano morti per la puntura di una zecca

Sono morti così, a quattro ore di distanza l’uno dall’altro, Douglas Costa, pilota automobilistico di 42 anni e la sua fidanzata Mariana Giordano, di soli 36 anni. A colpirli entrambi è stata una rara malattia infettiva conosciuta come febbre maculosa delle Montagne Rocciose. I due l’avrebbero contratta dopo aver fatto un viaggio nella zona di Campinas, in Brasile, lo scorso 27 maggio, quando Costa stava partecipando all’AMG Cup Brasil, evento targato Mercedes Benz.

Douglas Costa e la compagna Mariana Giordano sono deceduti per le conseguenze del morso di una zecca stellare.
Douglas Costa e Mariana Giordano (foto Facebook)

Costa e la fidanzata morti per un’infezione da zecca

La coppia avrebbe cominciato ad accusare i primi sintomi verso il 3 giugno, manifestando febbre, malessere ed eruzioni cutanee rosse. Nonostante il ricovero in ospedale, per loro non c’è stato nulla da fare. I medici, a causa della sintomatologia manifestata, non sono riusciti a capire immediatamente che si trattava di febbre maculosa della Montagne Rocciose. Questa malattia è diffusa soprattutto in America Latina, meglio conosciuta come morbillo nero o tifo da zecca. Il contagio avviene dopo il morso di una zecca stellare, portatrice del batterio del genere Rickettsia, rimasta in contatto con il corpo ospite per almeno sei ore.

 

Sottomarino scomparso: trovati detriti e parte del telaio nell’area delle ricerche

La notizia sarebbe stata confermata dalla Guardia costiera degli Stati Uniti su Twitter: uno dei veicoli a pilotaggio remoto impegnati nelle ricerche del sommergibile Titan, scomparso domenica 18 giugno durante una escursione organizzata al relitto del Titanic, nell’Oceano atlantico, avrebbe trovato alcuni detriti nell’area in cui si stanno svolgendo le operazioni di soccorso. L’esperto di immersioni David Mearns ha dichiarato alla BBC che i tra i detriti sono stati ritrovati «un telaio di atterraggio e una copertura posteriore del sommergibile».

Secondo quando dichiarato dalla Guardia Costiera degli Stati Uniti, sarebbero stati trovati dei detriti nella zona del sottomarino scomparso.
Sottomarino OceanGate (foto Twitter)

Trovati dei detriti nell’area del sommergibile Titan 

Solo poche ore fa era stata diffusa la notizia sulla fine delle scorte di ossigeno, ma le operazioni di ricerca non si sono mai fermate. Il robot telecomandato sta infatti continuando a perlustrare il fondale, nella speranza di agganciare il Titan. Nella giornata di ieri, mercoledì 21 giugno, i ricercatori hanno sentito dei rumori provenienti da sotto il livello del mare, senza riuscire a identificarne l’origine.

Titan, si teme un’implosione

Secondo quanto riportato dalla BBC, alcuni esperti hanno ipotizzato che il sottomarino potrebbe aver subito una implosione a causa di un cedimento dello scafo. Il sommergibile deve ancora essere localizzato. Attesa una conferenza stampa della Guardia Costiera statunitense.

 

Neymar, tradimento svelato e l’accordo con la compagna Bruna Biancardi salta

L’accordo sul tradimento tra la stella del calcio brasiliano Neymar e la fidanzata, l’influencer Bruna Biancardi, è già saltato. A pochi giorni dalle rivelazioni dei quotidiani brasiliani, che parlavano delle tre condizioni da rispettare che avrebbero permesso al calciatore di tradire la compagna, ne è già saltata una. Tanto che Neymar si è pubblicamente scusato, chiedendo perdono a Bruna Biancardi. A venir meno è stata la prima delle tre condizioni poste dalla giovane influencer: la discrezione (le altre erano il divieto di baci e l’uso dei preservativi). Questo perché Fernanda Campos, anche lei personaggio celebre sui social in Brasile, ha rivelato che l’asso del Psg ha trascorso con lei la notte alla vigilia di San Valentino, che in Sud America si festeggia il 12 giugno. Addio discrezione e brutta lite all’interno della coppia.

Neymar si scusa pubblicamente per aver tradito la compagna: «Ho sbagliato, ti amo»
Neymar ai box durante l’ultimo Gran Premio di Montecarlo (Getty).

Le scuse di Neymar: «L’amore per il nostro bambino prevarrà»

Su Instagram Neymar ha pubblicato una foto che lo ritrae al fianco di Bruna Biancardi e si è scusato con un lungo post. «Lo faccio per voi due», esordisce riferendosi alla compagna e al bambino che porta in grembo, prima di spiegare di non voler «giustificare l’ingiustificabile». Poi ammette: «Ho sbagliato. Ho sbagliato con voi. Rischio di dire che sbaglio ogni giorno, dentro e fuori dai campi. Solo che i miei errori nella vita privata li risolvo a casa, nella mia intimità con la mia famiglia e i miei amici… Tutto questo ha colpito una delle persone più speciali della mia vita. La donna che sogno di avere al mio fianco, la madre di mio figlio».

Neymar si scusa pubblicamente per aver tradito la compagna: «Ho sbagliato, ti amo»
Bruna Biancardi sul red carpet a Cannes (Getty).

E infine: «Bru, ti ho già chiesto perdono per i miei errori, per l’esposizione inutile, ma mi sento in dovere di venire pubblicamente a ribadirlo. Se una questione privata è diventata pubblica, la richiesta di perdono deve essere pubblica. Non riesco a immaginarmi senza di te. Non so se funzioneremo, ma OGGI ho la certezza che voglio provarci. Il nostro scopo prevarrà, il nostro amore per il nostro bambino vincerà, il nostro amore l’uno per l’altro ci renderà più forti».

Teramo, bimbo di 3 anni resta chiuso nello scuolabus per 8 ore

Hanno presentato denuncia formale ai carabinieri, i genitori del piccolo di soli 3 anni dimenticato sullo scuolabus per 8 ore: «Chiediamo giustizia affinché quello che è successo a noi non capiti ad altri bambini». Spetterà ora alla procura di Teramo stabilire cosa sia realmente accaduto al bimbo di 3 anni dimenticato sullo scuolabus a Campli, in provincia di Teramo. Il reato ipotizzato è quello di abbandono di minori.

Un bimbo di soli 3 anni è rimasto chiuso per 8 ore all'interno dello scuolabus che avrebbe dovuto portarlo all'asilo.
Scuolabus (Getty images).

Bimbo di 3 anni dimenticato sullo scuolabus per 8 ore, indaga la procura

Secondo le prime informazioni, non ci sarebbero ancora dei nomi iscritti nel registro degli indagati, ma appare chiaro che le persone chiave per ricostruire l’accaduto siano l’autista e l’accompagnatrice dello scuolabus. Il servizio di trasporto è esternalizzato dal Comune di Campli a una società che opera da tempo e diffusamente nel settore e in vari comuni dell’Abruzzo. Il pm ha chiesto ai carabinieri di raccogliere le varie dichiarazioni degli interessati.

Lo sfogo dei genitori del bimbo dimenticato sullo scuolabus

Il padre del piccolo, come riportato da Il Centro, non ha dubbi: «Chi doveva controllare non lo ha fatto. Mio figlio è rimasto per otto ore sullo scuolabus. Per fortuna che erano giorni di brutto tempo e quindi non c’erano temperature alte. Quando si sono accorti di quello che era successo nessuno ha chiamato un’ambulanza, né dato dell’acqua a mio figlio. Il bambino è ora terrorizzato quando percorriamo il tratto di strada del pulmino».

Nessuno si sarebbe accorto del bimbo

Il piccolo si sarebbe addormentato sullo scuolabus, dopo esservi salito attorno alle 8, nel tragitto tra la fermata e l’asilo. Nessuno si sarebbe accorto del bimbo rinchiuso per 8 ore. La zia aveva raccontato sui social «Alle 16 l’assistente e l’autista hanno riportato mio nipote alla mamma dicendo che il piccolo era rimasto 8 ore nello scuolabus, hanno solo saputo dire non denunciateci, il piccolo era disidratato». In attesa delle indagini, l’accompagnatrice è stata sospesa dall’incarico.

 

Michele Marchesi lascia Caduta Libera: «Devo tornare al mio lavoro»

Michele Marchesi, concorrente di Caduta Libera, ha deciso di lasciare la trasmissione dopo 103 puntate e un montepremi da record. Durante la puntata di mercoledì 21 giugno 2023 ha annunciato di avere bisogno di ritornare al suo lavoro di neuropsichiatra.

Michele Marchesi lascia Caduta Libera

Il concorrente di Pavia ha vinto, durante la sua partecipazione al programma di Gerry Scotti, un montepremi complessivo di 656 mila euro. Una presenza da record che ha regalato al pubblico l’ultimo colpo di scena con l’annuncio del suo ritiro: «Vorrei dire che questa è stata la mia ultima puntata a Caduta libera e che questi saranno i miei ultimi dieci passi. Mi dispiace, ma ho sottratto molto tempo al mio lavoro. Adesso è giusto che torni a dedicarmi a quello. Io ho avuto una fortuna costante nella mia vita, che è quella di ricevere sempre più di quello che io abbia mai dato, di capitare sempre in mezzo a persone speciali e belle che mi hanno dato tanto e hanno avuto cura di me. Questa esperienza non ha fatto eccezione». Quindi il ringraziamento a Gerry Scotti: «Vorrei ringraziare tutte le meravigliose persone che qui si sono prese cura di me. E ovviamente te, Gerry, che sei l’anima e il cuore di questo programma. Trasmetti a chiunque emozioni pure, empatia. Poter stare qui vicino a te in questi mesi è stato un privilegio, una cosa che mi ha cambiato la vita».

Gerry Scotti (Instagram).

Le parole di Gerry Scotti 

Marchesi ha ringraziato anche chi gli ha permesso di partecipare al programma preservando comunque il suo posto di lavoro, dal primario ai suoi colleghi. Anche il conduttore ha voluto salutare il concorrente con parole di stima e affetto: «È un lavoro importante, devi tornare a farlo per te, per la tua carriera, per la tua vita. Ed è bello che tu abbia deciso spontaneamente di darci questa comunicazione. Forse speravi di perdere nei giorni scorsi e invece, essendo tu forte, non riuscivi a perdere. E quindi ci lasci con un grande saluto. Ricambiamo tutte le belle cose che ci hai detto».

Come sta Stefano Tacconi? Migliora e cammina con un supporto

Migliorano le condizioni di salute di Stefano Tacconi. L’ex portiere della nazionale e della Juventus è stato trasferito nell’ospedale Casa sollievo della sofferenza a San Giovanni Rotondo ed è lì che proseguirà la riabilitazione dopo la grave emorragia cerebrale che l’ha colpito nell’aprile del 2022. Il nuovo ricovero è avvenuto nella sera del 21 giugno e resterà nella struttura fino al settembre 2023, come spiega la famiglia dell’ex atleta. La moglie Laura ha sottolineato che «la scelta di essere qui, nell’ospedale di Padre Pio, è stata fortemente voluta da Stefano e dalla mia famiglia per il legame che ci ha sempre unito».

L'ex portiere migliora ed è tornato a camminare, mentre continua la riabilitazione dopo il malore di un anno fa
Stefano Tacconi ai funerali di Paolo Rossi, nel dicembre 2020 (Getty).

Le condizioni di Tacconi: «È migliorato molto»

Il figlio di Stefano Tacconi, Andrea, ha raccontato gli ultimi mesi del padre, che prosegue il proprio percorso verso la guarigione: «Cammina sempre con un supporto, però è migliorato molto. Ultimamente mi ha detto “me la sono vista brutta”, ha capito che è stata una cosa grave quella che ha avuto. Essere abituato ad allenarsi lo aiuta ad affrontare la riabilitazione. Anche i dottori dicono che la sua fortuna è aver sempre giocato a calcio, il suo fisico è diverso da quello degli altri pazienti. Ci vorrà del tempo, però ci sta mettendo la buona volontà come quando giocava». Poi il sogno: «Vorrei portarlo allo stadio per fare un giro di campo, così almeno saluta tutte le persone che gli sono state vicine in questo periodo».

L'ex portiere migliora ed è tornato a camminare, mentre continua la riabilitazione dopo il malore di un anno fa
L’allora allenatore della Juventus Dino Zoff e Stefano Tacconi, portiere e capitano bianconero, sollevano la Coppa Uefa appena vinta il 16 maggio 1990 (Getty).

La moglie: «Tragitto ancora lungo»

Laura, la moglie di Stefano Tacconi, parla speranzosa anche dell’effetto psicologico del luogo in cui è ricoverato adesso l’ex portiere: «Abbiamo la consapevolezza che per Stefano sia stata la decisione migliore. Il tragitto sarà ancora lungo ma essere in questo posto ci dà molta forza e molto coraggio». A oltre un anno di distanza dal 23 aprile del 2022, quando la rottura di un aneurisma portò all’emorragia cerebrale del 66enne, il peggio sembra ormai passato. Il primo trasferimento è arrivato nel marzo 2023. Ora Tacconi vede la fine del suo calvario.

Putin, il difficile equilibrio del sistema di potere russo

Vladimir Vladimirovic Putin è sempre stato un arbiter, più che un dominus. Da quando è al Cremlino, le cui molteplici torri sono anche il simbolo di un potere condiviso, VVP ha sempre dovuto bilanciare le spinte dei vari gruppi concorrenti: dagli oligarchi ai siloviki, gli uomini dell’apparato amministrativo, militare e d’intelligence, dai liberali ai battitori più o meno liberi, dagli eredi del decennio yeltsiniano degli Anni 90 ai nuovi rampanti del Terzo millennio. In questo processo di selezione delle élite guidata dall’alto, il ruolo di Putin è stato quello di mantenere un certo equilibrio che però è andato sempre più problematizzandosi accompagnato dall’involuzione autoritaria all’interno e dal peggioramento delle relazioni internazionali. Gli ultimi 10 anni, in sostanza dallo scoppio della crisi ucraina e dall’avvio della guerra nel Donbass nel 2014, il sistema si è irrigidito, ristretto e i meccanismi stabilizzatori hanno mostrato i loro limiti.

Putin, il difficile equilibrio del sistema di potere russo
Putin con Sergei Shoigu e Valery Gerasimov (Getty Images).

Il cerchio magico di Putin si è ridotto al minimo

L’avvio del conflitto su larga scala nel 2022 ha segnato la cesura definitiva, con il cerchio magico del Cremlino ridotto al minimo, l’emarginazione o i silenziamento delle componenti tecnico-liberali e l’emergere di elementi poco controllabili. Che tradotto significa: Putin si è isolato ancor più, circondato solo da un pugno di fedelissimi, come il segretario del Consiglio di sicurezza Sergei Patrushev e i capi dei servizi, Alexander Bortnikov (Fsb) e Sergei Naryshkin (Svr), a cui si aggiungono, volenti o nolenti, il ministro degli Esteri Sergei Lavrov, quello della Difesa Sergei Shoigu, il generale Valery Gerasimov, i vertici dell’Amministrazione presidenziale, la macchina che muove tutto ciò che il capo di Stato vuole, guidata da Anton Vaino e Sergei Kirienko. Gli oligarchi più in vista o si sono dati alla fuga, come Oleg Tinkoff o Alexander Tchubais, o si sono allineati, come la grande maggioranza, mantenendo un basso profilo, tra vicinanza obbligata al regime e sanzioni occidentali, da Oleg Deripaska ad Alisher Usmanov. I tecnici come il premier Mikhail Mishustin e la governatrice della Banca centrale Elvira Nabiullina hanno dovuto fare buon viso a cattivo gioco e sono rimasti al loro posto; infine il partito della guerra, del quale Ramzan Kadirov e Evgeni Prigozhin sono gli elementi di spicco, si è diviso tra chi obbedisce, il leader ceceno, e chi invece semina zizzania, il capo della compagnia Wagner.

Putin, il difficile equilibrio del sistema di potere russo
Putin con il leader ceceno Ramzan Kadyrov (Getty Images).

Vertici istituzionali, da Shoigu a Gerasimov, contro l’ala radicale di Prigozhin 

In questa costellazione e con la guerra in casa che per il Cremlino e la Russia è diventata esistenziale, il Putin arbiter si è trovato a mediare soprattutto tra le correnti di maggior peso, quelle militari, e quelle più rumorose e ribelli e così lo scontro interno, amplificato dal corso del conflitto, si è cristallizzato tra i vertici istituzionali, da Shoigu a Gerasimov, e l’ala radicale, incarnata da Prigozhin. Quest’ultimo, diventato l’icona sul campo di battaglia del nazionalismo russo e anti-ucraino, ha coltivato negli ultimi 16 mesi di guerra la sua immagine di uomo forte, grazie anche al ruolo, per certi versi essenziale, giocato sul terreno dalla Wagner. Sino ad ora VVP si è mostrato relativamente equidistante: da un lato Shoigu e Gerasimov, al netto di errori e difficoltà, non sono pedine sostituibili facilmente e non si tratta solo di una questione militare, ma politica; dall’altro Prigozhin non ha risparmiato critiche nemmeno al Cremlino, in modi nemmeno velati e dai toni poco oxfordiani, rimanendo comunque un perno di quella che viene chiamata ancora a Mosca ‘operazione speciale’. Putin non può e non vuole nemmeno fare a meno degli uni e degli altri, almeno per adesso, proprio perché paradossalmente pur minando da vari punti la stabilità del sistema, ne sono in qualche modo anche le travi portanti e togliendone una verrebbe meno quel contrappeso che concede al Cremlino di decidere sugli equilibri interni. Fino quando il conflitto non avrà preso per Mosca una piega chiara sarà difficile vedere cambiamenti nei gangli decisivi, poi le cose cambieranno.

Alessandro Nasi, chi è il marito di Alena Seredova e padre del suo terzo figlio

Alessandro Nasi è il marito di Alena Seredova con cui è convolato a nozze il 17 giugno 2023. I due stanno insieme dal 2015 e hanno una bambina, Vivienne. Lui ha 49 anni ed è il top manager del gruppo Exor nonché il cugino di Lapo e Jhon Elkann.

Chi è Alessandro Nasi, marito di Alena Seredova

Alessandro Nasi è un dirigente e imprenditore italiano nato a Torino il 18 aprile 1978, ma cresciuto a New York dove ha studiato e si è formato professionalmente. È tornato in Italia per laurearsi in amministrazione aziendale e ha iniziato a lavorare come analista finanziario per alcune banche estere, ma la sua carriera imprenditoriale è iniziata nel 2005 diventando dirigente del Corporate Business Development in Fiat. Attualmente ricopre il ruolo di vicepresidente del gruppo Exor, l’holding finanziaria di proprietà delle famiglie Agnelli e Nasi. Suo padre è stato sposato con Caterina Aniceta Agnelli, figlia di Giovanni Agnelli, fondatore della Fiat. Alessandro è cugino di John e Lapo Elkann.

Alena Seredova e Alessandro Nasi (Getty Images).

La Juventus è stata galeotta

Alessandro Nasi ha conosciuto Alena Seredova nel periodo in cui la modella stava affrontando la separazione da Gigi Buffon. Sembra che i due si siano conosciuti allo stadio durante una partita della Juventus e, dopo una corte serrata, la loro relazione è stata ufficializzata nel 2015. Nel 2020 la coppia ha avuto una bambina, Vivienne, e, dopo il suo arrivo, la decisione di sposarsi. Il manager, infatti, ha fatto alla Seredova la fatidica proposta mentre si trovavano a Mykonos per siglare il loro sogno d’amore reso già unico dalla nascita della figlia. Le nozze sono state celebrate il 17 giugno 2023 a Noto, in Sicilia, con una cerimonia con pochi intimi fra amici e familiari. Tra gli ospiti presenti John Elkann, Lavinia Borromeo (che ha fatto da testimone e grazie alla quale si sono conosciuti) e il calciatore Giorgio Chiellini con la compagna.

Cambio cognome per Harry e Meghan, pronti a diventare Spencer

Aumenta la distanza tra Harry e Meghan, e la famigia reale. I Duchi di Sussex vorrebbero infatti cambiare il cognome in Spencer, come Lady Diana. Secondo quanto pubblicato in un’intervista dal royal watcher inglese Tom Bower, la coppia sarebbe già al lavoro con le autorità britanniche per capire come procedere. La direzione è chiara: prendere il più possibile le distanze dalla royal family per avvicinarsi maggiormente all’immagine di Lady Diana, la principessa morta ormai 25 anni fa.

La coppia formata da Harry e Meghan sarebbe pronta a cambiare il proprio cognome in Spencer, come quello della principessa Lady D.
Harry e Meghan (Getty Images).

Harry e Meghan pronti a prendere il cognome di Diana

Secondo le dichiarazioni di Bower, per Meghan essere vista come Lady D «è sempre stato l’obiettivo principale. Diana è sempre stata la sua passione, oltre a essere un’ossessione per Harry. E considerato il silenzio degli ultimi tempi, è chiaro che i Sussex si stanno preparando per qualcosa di grosso». Un passaggio di cognomi che rappresenterebbe uno smacco alla famiglia reale, che ha adottato il cognome Windsor nel 1917, durante il regno di Giorgio V (nonno di Elisabetta) che durante la Prima guerra mondiale lo scelse al posto di Saxe-Coburg and Gotha, giudicato troppo tedesco.

SACE presenta il Rapporto Export 2023: vendite oltre i 660 miliardi di euro

In un mondo ancora esposto a shock e incertezze, investire in digitalizzazione, innovazione e transizione energetica è la chiave per le imprese italiane per rafforzare sempre di più la competitività sui mercati internazionali e crescere in modo sostenibile. È il messaggio che emerge dal Rapporto Export 2023 di SACE dal titolo Il futuro è adesso. Insieme, una guida che da ormai 17 anni aiuta le imprese a orientarsi sui mercati esteri e a cogliere le opportunità di internazionalizzazione in un contesto globale complesso come l’attuale, caratterizzato da condizioni finanziarie meno favorevoli, minori spazi di manovra di politica fiscale, progressiva erosione del potere d’acquisto dei consumatori, rallentamento della produzione industriale e molteplicità di tensioni commerciali.

Il Rapporto Export 2023 di SACE

In questo scenario, il 2023 sarà un anno dalle prospettive macroeconomiche deboli, ma positive, a cui seguirà un 2024 di maggiore slancio, con il PIL globale atteso in crescita a +1,7 per cento quest’anno e +2,5 per cento il prossimo. Lo stesso trend varrà per il commercio internazionale di beni, mentre quello di servizi registrerà un buon dinamismo già quest’anno. Il grado di apertura commerciale – calcolata come incidenza degli scambi complessivi sul PIL mondiale – è sostanzialmente stabile, senza quindi arretramenti del processo di integrazione dei mercati o fine della globalizzazione: si può pertanto parlare di ri-globalizzazione, ossia di un aggiustamento delle catene globali del valore nell’ottica di una maggiore diversificazione dei fornitori e dei mercati di sbocco.

L’export si conferma solido motore di sviluppo dell’economia italiana. Dopo la performance sostenuta registrata lo scorso anno (+20 per cento), attribuibile principalmente alla componente prezzi, le esportazioni di beni nel 2023 cresceranno del 6,8 per cento, superando i 660 miliardi di euro. L’anno prossimo il ritmo rimarrà sostenuto al +4,6 per cento per poi assestarsi al +3,8 per cento medio annuo nel biennio successivo. Un forte impulso all’innovazione è rappresentato dagli investimenti green e in nuove tecnologie.

Dati e tendenze delle vendite all'estero secondo il Rapporto Export 2023 di SACE
Esportazioni italiane di beni e servizi in valore (SACE).

Dove esportare?

Le principali economie come Germania, Stati Uniti, Francia e Cina si confermano le maggiori geografie di riferimento per le vendite italiane, ma ci sono importanti cambiamenti in atto: Paesi del Golfo, India, Thailandia e Vietnam, senza dimenticare Messico, Brasile e Croazia – la new entry dell’Eurozona – presentano opportunità sempre più significative per il nostro export. Fra i principali mercati di destinazione la maggiore spinta è attesa dalla Cina (+17 per cento nel 2023), la cui completa riapertura dopo anni di restrizioni anti-Covid rappresenta un beneficio per i settori industriali non solo cinesi ma anche di quei paesi ben inseriti nelle sue catene di approvvigionamento.

Pechino, insieme a Nuova Delhi, farà da traino a tutta l’area asiatica e, di riflesso, a quella mondiale. L’India (+10,3% nel 2023), infatti, si conferma tra i mercati in maggiore espansione per l’export italiano di beni grazie all’importante evoluzione del suo sistema produttivo, già in atto da diversi anni e sulla quale il governo appare intenzionato a puntare con decisione. L’andamento delle vendite italiane risentirà inoltre positivamente della robusta crescita economica del Vietnam, mercato che vedrà una crescita del nostro export dell’8,1 per cento nel 2023 e del 6,5 per cento nel 2024, favorita da un contesto politico stabile e dal crescente ruolo di hub manifatturiero nella regione.

Dati e tendenze delle vendite all'estero secondo il Rapporto Export 2023 di SACE
Mappa Export (SACE).

L’insorgere del conflitto russo-ucraino ha accelerato il riassetto energetico dello scacchiere internazionale, favorendo le economie del Golfo che hanno potuto stanziare ulteriori e consistenti risorse per piani d’investimento finalizzati alla diversificazione produttiva, con effetti positivi anche per la domanda di beni italiani, in particolare in Arabia Saudita (+15,6 per cento) ed Emirati Arabi Uniti (+10 per cento), dove il nostro export mostra tassi di crescita a doppia cifra quest’anno e non inferiore al 5 per cento per il 2024.

In America Latina, Messico e Brasile, oltre a essere i due principali mercati, sono tra le geografie con prospettive di domanda più favorevoli. Il Messico (+8,4 per cento), unico paese davvero manifatturiero dell’area, si trova oggi in una posizione molto più centrale nello scenario regionale e globale ed è rafforzato anche dal fenomeno del nearshoring, in atto dallo scorso anno. L’ambizione del Brasile (+7,2 per cento) di aumentare il peso del comparto manifatturiero sul totale del valore aggiunto stimolerà le nostre vendite. Anche la Croazia (+14,4 per cento), entrata nell’Eurozona a gennaio 2023, geografia a noi prossima e porta d’ingresso alla regione balcanica, rappresenterà un mercato di opportunità.

Infine, le grandi dimensioni del mercato interno e l’indipendenza energetica continuano a imprimere una discreta performance dell’economia degli Stati Uniti, che si rafforzerà ulteriormente grazie alla spinta che l’Inflation Reduction Act imprimerà a molti settori con risvolti positivi anche per il nostro export (+6 per cento). Le nostre imprese potranno, infatti, beneficiare degli ingenti investimenti del piano, non solo investendo direttamente nel mercato statunitense ma anche allacciando contratti di fornitura in loco con clienti lungo l’intera catena di valore.

Le dichiarazioni dei vertici

Alessandra Ricci, amministratore delegato di SACE, ha così commentato il contenuto del Rapporto: «Rivoluzione tecnologica e transizione sostenibile sono le sfide che tutti noi, insieme, siamo chiamati ad affrontare oggi per disegnare il mondo di domani. Le imprese che investono in sostenibilità e in digitalizzazione sono anche quelle che esportano, di più e meglio. Il nostro Rapporto Export 2023 evidenzia proprio questa connessione e accompagnare le imprese in questi processi è la missione che noi del Gruppo SACE abbiamo fatto nostra, per contribuire al benessere duraturo della collettività. L’invito che voglio rivolgere ai nostri partner, le circa 40 mila imprese che supportiamo ogni giorno, è di investire in questo percorso contando sempre sui nostri strumenti informativi, formativi e assicurativo-finanziari e sul nostro network di relazioni, per rafforzare la capacità di gestire i rischi, cogliere le opportunità e trarre profitto dai cambiamenti in atto».

Le ha fatto eco Alessandro Terzulli, chief economist di SACE: «In un contesto sicuramente non semplice, la performance dell’export italiano, pur in fisiologico rallentamento, quest’anno e il prossimo si conferma robusta. Il nostro Rapporto Export rappresenta una bussola di riferimento per le imprese che vogliono crescere all’estero, anche in nuove geografie e con uno sguardo sempre attento a intercettare i segnali del mercato».

Cimitero dei feti, maxi multa a Roma Capitale e Ama: «No alla diffusione dei dati delle donne»

Il Garante della privacy ha deciso: Roma Capitale e Ama, la società a cui è affidata la gestione dei servizi cimiteriali, saranno sanzionate per aver diffuso i dati delle donne che avevano affrontato un’interruzione di gravidanza, scrivendone i nomi sulle targhette delle sepolture al Cimitero Flaminio. Una violazione del «rigoroso regime di riservatezza» previsto dalla legge 194 del ’78, oltre che del divieto di diffusione dei dati sanitari, che costerà 176 mila euro al Comune e 239 mila euro alla società in-house. Il Garante ha anche richiamato l’Asl Roma 1, chiudendo una vicenda di cui si parla già da quasi tre anni.

Il Garante della privacy ha sanzionato il Comune di Roma Capitale e l'azienda che si occupa dei servizi cimiteriali per aver scritto i nomi delle donne che hanno subito un'interruzione di gravidanza
Peluche e fiori ai piedi della croce di una tomba di un bambino (Getty).

La normativa prevede «le informazioni del defunto sul cippo»

Proprio l’Asl Roma 1 ha trasmesso ai servizi cimiteriali tutta la documentazione, ma questi ultimi hanno violato la normativa. Questa prevede che sulla targhetta vengano indicate le informazioni relative al defunto. Nessun riferimento alle madri, che invece hanno trovato nell’ottobre del 2000 il proprio nome scritto sulle croci. L’azienda sanitaria non dovrà più riportarle nemmeno sulle autorizzazioni al trasporto, alla sepoltura e sui certificati medico legali. Il Garante della privacy nel suo provvedimento specifica altre misure, tra cui la cifratura dei dati o l’oscuramento delle informazioni che identificano le donne.

Crivellini e Mingiardi: «Pronuncia storica del Garante»

Giulia Crivellini e Francesco Mingiardi, avvocati rispettivamente di Radicali Italiani e della causa per la campagna Libera di Abortire, come riportato da Repubblica commentano: «Dopo due anni di denunce, udienze, inchieste giornalistiche nazionali ed internazionali che, con la campagna Libera di Abortire, abbiamo promosso per sostenere le centinaia di donne che dopo aver abortito a Roma hanno scoperto il loro nome su una croce cattolica al Cimitero Flaminio di Prima Porta, oggi viene resa pubblica una pronuncia storica del Garante per la protezione dei dati personali che condanna Roma Capitale al pagamento della somma di 176mila euro per la diffusione illecita di dati relativi alla sfera di riservatezza e salute delle donne, riconoscendo al contempo le responsabilità di Ama e della Asl Roma 1 nella violazione del diritto all’anonimato».

Il Garante della privacy ha sanzionato il Comune di Roma Capitale e l'azienda che si occupa dei servizi cimiteriali per aver scritto i nomi delle donne che hanno subito un'interruzione di gravidanza
Fiori in un cimitero (Imagoeconomica).

Sondaggi politici, Forza Italia supera la Lega

Dopo la morte di Silvio Berlusconi, l’ascesa di Forza Italia nei sondaggi in cui si rilevano le intenzioni di voto degli italiani appare senza sosta. Il partito del Cavaliere cresce ancora, per la seconda settimana consecutiva, e stavolta il dato è ancora più eclatante perché gli azzurri superano la Lega di Matteo Salvini. Secondo l’ultima rilevazione della Supermedia Agi/Youtrend, infatti, Forza Italia guadagna quasi due punti, l’1,8 per cento, e si assesta a quota 8,8. Contemporaneamente tutti gli altri partiti di centrodestra frenano o registrano flessioni: Fratelli d’Italia, partito della premier Giorgia Meloni, perde lo 0,3 per cento e scende al 28,8; la Lega perde la stessa percentuale e si ferma all’8,6, subendo superata sebbene di poco da Fi.

Forza Italia cresce ancora nel gradimento della popolazione e supera la Lega di Salvini
Salvini, Berlusconi e Meloni insieme sul palco dopo il successo alle elezioni del settembre 2022 (Getty).

In calo anche Pd e M5s

Fratelli d’Italia resta però nettamente in testa al 28,8 per cento, staccando sensibilmente anche il Pd di Elly Schlein, sceso al 20,4 e in calo dello 0,2, e il Movimento 5 stelle di Giuseppe Conte, che perde lo 0,4 per cento fermandosi a quota 15,5. Resta da capire quanto durerà l’effetto generato dalla morte del leader politico: Forza Italia continuerà a correre anche dopo la riorganizzazione del partito?

Forza Italia cresce ancora nel gradimento della popolazione e supera la Lega di Salvini
La segretaria del Pd, Elly Schlein (Imagoeconomica).

Gli altri partiti: sale solo Verdi/Sinistra italiana

Stazionari o in fase calante anche gli altri partiti di opposizione. Azione di Carlo Calenda, scivola al 3,5 per cento (-0,3) ed è tallonato da Verdi e Sinistra italiana, unico altro gruppo in risalita oltre a Forza Italia. La sinistra ha guadagnato lo 0,2 per cento, salendo al 3,2 e allungando le distanze da Italia Viva data al 2,7 per cento (-0,3). Infine +Europa resta stabile al 2,3, mentre Italexit cala all’1,9 (-0,3). Tra le coalizioni, il centrodestra guadagna l’1,1 e vola a quota 47,2 per cento, nettamente avanti al centrosinistra, ora al 25,9 per cento.

Musk e Zuckerberg uno contro l’altro al Vegas Octagon

Quanta verità ci sia nello scambio a colpi di tweet è ancora da accertare: Elon Musk e Mark Zuckerberg hanno accettato di trovarsi l’uno contro l’altro in un’area da combattimento in Nevada, almeno e soltanto durante un botta e risposta sul social. La notizia è stata diffusa dalla BBC dopo che Musk ha pubblicato un messaggio sulla sua piattaforma di social media, Twitter, scrivendo di essere «pronto per una sfida» con Zuckerberg. Il proprietario della società madre di Facebook e Instagram Meta, ha replicato pubblicando uno screenshot del tweet di Musk con la scritta «inviami la posizione».

I due miliardari avrebbero accettato di sfidarsi, almeno su Twitter, dopo un botta e risposta iniziato da Musk.
Tweet di Mark Zuckerberg (foto Twitter).

Sfida tra Musk e Zuckerberg

La risposta del miliardario Musk non si è fatta attendere: «Vegas Octagon», ha twittato, riferendosi all’area utilizzata per gli incontri dell’Ultimate Fighting Championship (UFC). L’UFC ha sede a Las Vegas, Nevada. L’imprenditore ha poi twittato: «Ho questa grande mossa che chiamo The Walrus, dove mi sdraio semplicemente sopra il mio avversario e non faccio nulla». In seguito ha pubblicato brevi video di animali, facendo intendere che la sua sfida verso Zuckerberg non fosse seria. La BBC ha contattato Twitter per delle conferme, ma non è stata rilasciata alcuna dichiarazione. Intanto, il consulente aziendale Seyi Taylor ha twittato: «Scegli il tuo combattente» con le immagini dei due miliardari.

Anna Pettinelli ha un nuovo amore? Avvistata con Andrea di Carlo, ex di Arisa

La conduttrice radiofonica Anna Pettinelli, voce storica di Rds, è stata vista con Andrea Di Carlo, ex fidanzato di Arisa. I due hanno passato la serata insieme in un ristorante romano.

Anna Pettinelli avvistata con Andrea Di Carlo

Il manager del mondo dello spettacolo, che segue artisti come Can Yaman, Morgan e il calciatore Zlatan Ibrahimovic, è conosciuto per la sua relazione con la cantante di Controvento, con la quale si è lasciato poco più di un anno fa. Non è la prima volta che la coppia viene vista insieme e alcuni indizi fanno pensare che non si tratti di un rapporto professionale. Per la Pettinelli potrebbe essere un nuovo capitolo sentimentale dopo la fine della storia con Stefano Macchi, durata otto anni. Stando a quanto riporta Novella 2000, che ha pubblicato le foto, il manager dello spettacolo e la speaker radiofonica si starebbero frequentando già da un po’ di tempo. Lo stesso Di Carlo ha pubblicato uno scatto con lei sul suo profilo social.

Al momento nessuno dei due ha ancora confermato o smentito il rumors ma, sulla pagina Instagram di Andrea Di Carlo, da qualche tempo compaiono scatti di Anna Pettinelli che il manager correda con delle dediche particolari.

Le dichiarazioni della conduttrice a Verissimo

Non solo, un altro indizio sulla loro frequentazione sarebbe giunto da una dichiarazione fatta dalla Pettinelli ai microfoni di Silvia Toffanin. La conduttrice, ospite di Verissimo nel mese di marzo 2023, aveva confidato di avere una nuova persona al suo fianco ma di voler camminare con i piedi di piombo per evitare delusioni dopo la sofferenza provata per la fine della storia con Macchi. L’ex insegnate di Amici, a differenza della conduttrice, si è subito rifatto una vita: pochi mesi dopo rese infatti nota la sua nuova relazione con la modella Elisa D’Ospina.

Tonali e le promesse al Milan tradite: altro che bandiera

«Sandrino, perché?». Questa è la domanda che nelle ultime ore si pongono i tifosi del Milan e rivolgono al centrocampista Sandro Tonali. Il 23enne sembrava destinato a diventare una bandiera del club, ma ha già le valigie in mano e si accaserà in Premier League. Dopo tre stagioni, 95 presenze e 7 gol, a meno di clamorosi dietrofront dell’ultima ora, la sua prossima squadra sarà il Newcastle, che gli garantirà tra i 7 e gli 8 milioni di euro a stagione, cifra tre volte superiore a quella che attualmente riceve a Milano. Il Milan, che dal canto suo non si è opposto alla cessione ma ha soltanto rilanciato, dovrebbe ricevere intorno agli 80 milioni di euro. Un colpo al cuore per i tifosi milanisti, che nel tempo hanno assistito, credendoci, alle tante dichiarazioni d’amore del calciatore e ora vivono l’addio di Tonali come un tradimento.

Tonali andrà al Newcastle dopo che negli anni ha professato più volte il suo amore per il Milan
Tonali applaude i tifosi (Getty).

Tonali nel 2021: «Non farei mai l’errore di andare via»

Mentre in tanti già piangono l’addio, c’è anche chi rilancia le sue vecchie parole, chiedendosi se l’amore professato dal centrocampista fosse vero o soltanto una facciata. Al Corriere della sera, nel 2021, Tonali dichiara: «So cosa ho fatto per arrivare a questa maglia e non farei mai l’errore di andarmene. So che è difficile, soprattutto nel calcio di oggi, ma il mio sogno è diventare una bandiera del Milan. E farò di tutto per riuscirci». E prima, nel dicembre 2020, a metà della sua prima annata (complicata) in rossonero, durante un’intervista a Sky aveva raccontato: «Penso al Milan, da giocatore e da tifoso. Quando fai il calciatore, giochi con amore perché è la tua passione. In più giocare nel Milan, che è la tua squadra del cuore, è una cosa bellissima. Queste cose vanno tenute in considerazione perché è la squadra che ho sempre avuto dentro di me per tutta la mia vita».

Le dichiarazioni d’amore di Tonali: «Certo di voler stare qui»

Possibile che nel tempo l’amore sbiadisca? Sì, soprattutto in un calcio in cui le bandiere sono ormai merce più unica che rara. Tonali, però, sembrava essere l’eccezione e per questo la ferita nel cuore dei tifosi del Milan sembra essere insanabile. Il classe 2000 troppe volte ha parlato del suo «sogno» di «diventare una bandiera». Anche a Dubai, durante lo scorso ritiro invernale, aveva detto: «Voglio rimanere il più a lungo possibile. Se me lo chiedete oggi dico anche per tutto il resto della mia storia. Ma per lanciarsi in promesse del genere è troppo presto, nella nostra carriera non conta solo la voglia, incidono tanti altri fattori: la salute, gli infortuni, la famiglia. È impossibile fare previsioni così a lungo termine». Un anno fa ha fatto lo stesso: «Voglio stare qui, contratto dopo contratto. Sarebbe bello diventare una bandiera, ma non guardo così tanto oltre per scaramanzia». Quasi una profezia che oggi si avvera, con buona pace del tifo milanista.

Tonali andrà al Newcastle dopo che negli anni ha professato più volte il suo amore per il Milan
Tonali sconfortato al termine della gara contro l’Inter, valida per la semifinale di ritorno di Champions League (Getty).

Verona, morto l’operaio travolto da una trave d’acciaio

Non ce l’ha fatta il giovane che, nella giornata del 16 giugno, era rimasto vittima di un grave incidente sul lavoro. Il venticinquenne era rimasto colpito da una trave d’acciao del peso di circa undici tonnellate. L’operaio era stato soccorso immediatamente, per poi essere trasferito d’urgenza al policlinico di Borgo Trento, a Verona, dove era stato ricoverato in prognosi riservata.

Verona, un giovane venticinquenne è morto a causa dei traumi riportati dopo un incidente sul lavoro avvenuto venerdì 16 giugno.
Ambulanza (Getty Images).

L’operaio colpito da una trave d’acciaio è morto

La triste notizia del decesso, diffusa da VeronaSera, è stata commentata dall’amministrazione comunale di Valeggio sul Mincio che, attraverso una nota, ha voluto esprimere il proprio «profondo cordoglio per la scomparsa del lavoratore di 25 anni coinvolto nella scorsa settimana in un tragico incidente sul lavoro avvenuto nello stabilimento valeggiano di Fincantieri». Alessandro Gardoni, sindaco di Valeggio, ha dichiarato: «Di fronte a fatti come questo, che purtroppo si verificano troppo spesso, le parole rischiano di essere vane. Il mio pensiero va innanzitutto al giovane lavoratore e alla sua famiglia, a cui vanno le condoglianze mie e dell’amministrazione tutta».

Il sindaco: «Serve l’investimento di risorse congrue»

Il primo cittadino ha aggiunto: «Al di là delle eventuali responsabilità che saranno accertate nelle sedi opportune, voglio porre una riflessione sulla necessità di impegnarci tutti per aumentare la sicurezza nei luoghi di lavoro. Unitamente alla consapevolezza da parte delle istituzioni e delle imprese, serve l’investimento di risorse congrue alla prevenzione degli incidenti sul lavoro. Dobbiamo eliminarne le cause e fare in modo che tutti non allentino la loro attenzione su questa priorità fondamentale».

Vasco Rossi scrive «slurp» a una foto di Victoria dei Maneskin: polemiche dei fan

Vasco Rossi e Victoria De Angelis sono i protagonisti dell’ultima polemica sui social. Tutto è partito da un commento che il rocker di Zocca ha postato sotto a una foto della giovane bassista dei Maneskin. Vasco ha scritto «slurp» e a corredo ha inviato anche l’emoticon del fuoco, a testimonianza del commento hot. Un apprezzamento, quello del cantante emiliano, che però in tanti non hanno per nulla gradito. E così sono partiti gli attacchi, soprattutto dai fan di Victoria e dei Maneskin, che contestano al rocker tanto ciò che ha scritto quanto la differenza d’età. Vasco ha compiuto, il 7 febbraio scorso, 71 anni, mentre la musicista il 28 aprile ne ha festeggiati 23.

Vasco scrive «slurp» alla foto di Victoria dei Maneskin e viene attaccato
Victoria De Angelis dei Maneskin durante un concerto a Los Angeles (Getty).

Fan contro Vasco: «Victoria potrebbe essere tua nipote»

I commenti contro il rocker sono stati tanti, praticamente tutti con un’unica idea: «Vasco, Victoria potrebbe essere tua nipote». E così mentre i Maneskin si godono qualche giorno di vacanza, in vista del prossimo concerto del 16 luglio a Trieste, il profilo della bassista, fidanzata con la brasiliana Luna Passos, viene invaso dai fan che la difendono. «Hai 71 anni e non ti vergogni?», scrive un utente. Un altro chiede incredulo: «Slurp sulla foto di una ragazzina?». Un commento tira l’altro e c’è chi sottolinea come servirebbe «un po’ di decenza. Qui non si tratta più di essere trasgressivi».

Vasco scrive «slurp» alla foto di Victoria dei Maneskin e viene attaccato
Vasco Rossi (Imagoeconomica).

Vasco non risponde e stasera canta a Palermo

Nonostante gli insulti, Vasco non risponde e si prepara, invece, a due giorni di concerti a Palermo. Una grande emozione per il rocker, che torna allo stadio Barbera a quasi 40 anni dall’ultima volta. E su Instagram carica i fan: «Mi ricordo quando siamo venuti a suonare in questo stadio era il 1985. Naturalmente facevamo solo la curva. Poi sono tornato un sacco di volte a Palermo ma al Velodromo Borsellino. La prima volta che ritorno allo stadio Barbera ..è un’emozione molto forte. È una pacca incredibile!! Stasera ci divertiremo come dei pazzi.. e vi farò impazzire di gioiaaaa!!!! Evvivaaaa!!».

Reggio Calabria, morto quattordicenne alla guida di un trattore

Si era messo alla guida del trattore all’insaputa dei genitori, Vincenzo Cordì, il quattordicenne morto a Laureana di Borrello, in provincia di Reggio Calabria, dopo essere stato travolto dal mezzo che si è ribaltato. Il tragico incidente è accaduto in un terreno di proprietà della famiglia del ragazzo, che gestisce un agriturismo in contrada Barbasano.

In Calabria un ragazzo di soli quattordici anni è morto dopo che il trattore su cui si era messo alla guida si è ribaltato.
Vincenzo Cordì (foto Facebook).

Trattore si ribalta, muore quattordicenne

Secondo le prime informazioni raccolte, il ragazzo avrebbe trovato le chiavi del mezzo, senza targa, in un cassetto e si sarebbe messo alla guida. Nonostante la tempestività dei soccorsi, per il giovane, a causa della gravità delle ferite riportate, non c’è stato nulla da fare. Sul posto, in contrada Barbasano, sono intervenuti i Vigili del fuoco e la Polizia che ha avviato gli accertamenti per ricostruire l’esatta dinamica di quanto accaduto. Il quattordicenne, solo lo scorso mercoledì, aveva sostenuto gli esami di terza media. A dicembre, Vincenzo Cordì scomparve per quasi un giorno, per poi essere ritrovato a Rosarno a casa di un amico.

Milano, betoniera travolge e uccide una donna in bici

Una donna di 60 anni è morta dopo essere stata travolta da una betoniera mentre, in bici, si trovava nei pressi di piazza Durante, a Milano. La ciclista, giovedì 22 giugno intorno alle 9.15, proveniva da via Predabissi mentre il mezzo pesante, girando a destra verso la piazza, potrebbe non averla vista. Poi lo schianto. Sul posto è immediatamente intervenuto il personale del 118 che è riuscito a rianimarla. Poi è stata trasportata al Policlinico di Milano in codice rosso. Dopo poche ore, la donna non ce l’ha fatta. Si tratta dell’ennesima tragedia con protagonisti un mezzo pesante e un ciclista.

Una ciclista di 60 anni è rimasta vittima di un incidente con una betoniera
Alcuni ciclisti lungo la pista ciclabile di Porta Nuova a Milano (Getty).

La donna è la quinta ciclista morta negli ultimi mesi

La 60enne è la quinta persona a rimanere uccisa in bici in incidenti con mezzi pesanti. L’ultimo in ordine temporale era stato Li Tianjao, il 17 maggio, cuoco di 53 anni travolto da un tir in via Comasina. Circa un mese prima, il 20 aprile, è stata Cristina Scozia a perdere la vita, anch’essa in bicicletta, travolta da una betoniera in corso Porta Vittoria. Il primo di febbraio, invece, Veronica D’Incà è stata investita in piazzale Loreto, mentre il 2 novembre del 2022 Silvia Salvarani è molta ai Bastioni di Porta Nuova per un incidente simile. A loro si aggiunge anche la 95enne Angela Bisceglia, che il 9 febbraio 2023 è stata schiacciata da un furgone in retromarcia mentre camminava sul marciapiede. L’8 novembre 2022, inoltre, il 14enne Luca Marangoni è morto dopo essersi scontrato con la sua bicicletta contro un tram.

Una ciclista di 60 anni è rimasta vittima di un incidente con una betoniera
A novembre, in un altro incidente, un 14enne è rimasto ucciso dopo essersi scontrato in bici con il tram (Imagoeconomica).

Legambiente Lombardia: «Ancora nessun provvedimento è stato preso»

Sulla vicenda interviene anche Legambiente Lombardia: «Nessun provvedimento effettivo ed efficace dopo l’ordine del giorno approvato dal consiglio comunale il 4 maggio sulle prescrizioni alla circolazione dei mezzi pesanti. Il sindaco deve agire adesso, agghiacciante stillicidio di vittime a fronte di imbarazzanti ritardi amministrativi». Sul Fatto quotidiano, anche le testimonianze di altri ciclisti che assistito la donna in attesa dei soccorsi: «Mi sono venuti i brividi quando ho saputo dell’incidente: faccio questa strada tutte le mattine e ogni giorno rischio la vita».

Mosca, il giornalista statunitense Evan Gershkovich resta in carcere

A stabilirlo è il tribunale di Mosca con la decisione secondo la quale il giornalista del Wall Street Journal Evan Gershkovich deve rimanere in prigione, con l’accusa di spionaggio, almeno fino alla fine di agosto. Come riportato da AP, l’appello del giornalista americano per il rilascio è stato presentato tramite impugnazione della decisione del tribunale da parte dei suoi legali, ma è stato respinto.

Mosca, il giornalista Evan Gershkovich, del Wall Street Journal, resta in carcere per spionaggio. Il processo si è volto a porte chiuse.
Manifestazione per Evan Gershkovich (Getty Images).

Mosca, resta in carcere il giornalista del Wall Street Journal

Evan Gershkovich, con indosso una maglietta nera e jeans azzurri, è apparso teso e camminava avanti e indietro all’interno dello spazio riservato agli imputati, prima dell’inizio dell’udienza presso il tribunale della città di Mosca, ma ha anche sorriso e chiacchierato con i suoi genitori, presenti in aula. Il procedimento si è svolto a porte chiuse e ai giornalisti è stato chiesto di uscire. La sentenza è stata trasmessa su due grandi schermi in ??una stanza separata del tribunale.

Visite in prigione negate all’ambasciata americana 

L’ambasciatrice statunitense Lynne Tracy, sul posto, ha dichiarato che: «Evan ha continuato a mostrare una forza e una resilienza notevoli in queste circostanze molto difficili», ma si è detta «estremamente delusa» dalla sentenza, ribadendo che Gershkovich è «innocente» e che le accuse della Russia contro di lui sono prive di fondamento. Tracy ha concluso dicendo: «chiediamo alla Federazione Russa di rilasciarlo», rivelando che all’ambasciata degli Stati Uniti è stato negato l’accesso in prigione in tre occasioni dall’ultima volta, risalente al mese di aprile. Il vice ministro degli Esteri russo Sergei Ryabkov ha detto ai giornalisti che il ministero sta valutando un’altra richiesta di visita da parte dell’ambasciata.

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