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Independence Day a Villa Taverna: chi c’era, dalla politica ai Servizi
Tremila ospiti e grande ressa per entrare a Villa Taverna, residenza romana dell’ambasciatore Usa e porta d’accesso all’establishment. Gli «omini della Cia» evocati tempo fa dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Giovanbattista Fazzolari avranno osservato con attenzione la voglia, o il bisogno, di America che si respira a Roma. Homini e domini, per dirla alla latina. La verità è che il nostro 2 giugno è sempre più un 4 luglio a stelle e strisce, celebrato con i festeggiamenti in vista dell’Independence Day, anticipati quest’anno a lunedì 26 giugno, presso la sede dei Parioli cuore della diplomazia americana in Italia. Chi vuole entrare a far parte dell’establishment necessita anche di solidi legami internazionali, e mai quanto quest’anno a Roma e dintorni c’è stata la ressa per ottenere gli ambiti inviti. Lo schema, in un certo senso, non è mutato rispetto allo scorso anno, quando la festa si tenne alla vigilia del crollo del governo Draghi: apparati di sicurezza a ranghi completi, tanta impresa, politica vecchia e nuova.
Presenti e a loro agio Vespa e Giorgetti, il ministro più atlantico del governo Meloni
Ad affacciarsi negli eleganti giardini di Villa Taverna, invitati dall’incaricato d’affari Shawn Crowley, tante figure bisognose di confermare il proprio legame con Washington, accolte dal diplomatico che debuttò nel nostro Paese proprio in occasione della festa dello scorso anno, per poi prendere servizio ufficialmente il 18 luglio 2022. Crowley si è distinto, secondo gli addetti ai lavori, per serietà e correttezza nel consolidare i legami bilaterali italia-Usa in attesa dell’arrivo dell’ambasciatore Jack Markell, nominato dall’amministrazione Biden. Ma veniamo agli invitati. Attivissimi e a loro agio due figure chiaramente di riferimento del sistema meloniano: Bruno Vespa in rappresentanza della Rai, convintamente schierata con l’Ucraina di Volodymyr Zelensky, e Giancarlo Giorgetti, il ministro più vicino a Washington con il collega degli Esteri Antonio Tajani. La presidente del Consiglio non ha partecipato alla festa, ma era impegnata a confrontarsi telefonicamente con Biden sulle conseguenze della crisi aperta in Russia dall’ammutinamento della Wagner e sulla sua possibile visita a Washington nella seconda metà di luglio.
I servizi segreti in grande spolvero, presenti anche Gianni Letta e Scaroni
Presenti, come detto, tutti i big dei servizi segreti, compresi i direttori dell’Aise Giovanni Caravelli e dell’Aisi Mario Parente, a testimonianza della fedeltà dell’apparato ai principi dell’Alleanza Atlantica. Lo stesso dicasi dei vertici degli stati maggiori militari. Ma il dato da sottolineare è stata la presenza di molti cavalli di ritorno: figure delle istituzioni, del Deep State e delle Partecipate oggi desiderose di un ancoraggio privilegiato al mondo americano. E non è sfuggita la partecipazione di pezzi da novanta che in passato rare volte avevano risposto agli inviti dell’ambasciata. Dopo parecchio tempo si è rivisto Gianni Letta; presenti anche il presidente di Enel Paolo Scaroni, accompagnato dallo storico fedelissimo Leonardo Bellodi e Alberto Manenti, ex direttore Aise già nel cda di Banco Bpm.
Tra i “sussurratori” del potere e grandi ex delle istituzioni, l’ex direttore dei servizi segreti e capo della Polizia Gianni De Gennaro con il fratello Andrea, comandante generale della Guardia di Finanza, e l’attuale numero uno della Polizia Vittorio Pisani.
Ma chi c’era ha, più di ogni altro, notato la presenza di Marco Tronchetti Provera, ad di Pirelli su cui recentemente la Cina ha puntato i fari preoccupando il governo. Il manager milanese con trascorsi in Tim ha affrontato, con tempra nonostante i 75 anni di età, un tour de force dall’ombra del Duomo ai Sette Colli per raggiungere Villa Taverna, dove mai quanto quest’anno era necessario essere per consolidare reti e rapporti. Non prima però di aver partecipato a un pranzo con altri ambasciatori e manager organizzato dall’American Chamber alla presenza dell’ex segretario di Stato Usa Mike Pompeo.
Salvini e fidanzata con i capigruppo leghisti più il duo Schlein-Calenda osservato speciale
Il mondo delle aziende era pienamente rappresentato, come lo era la galassia dei pontieri molto stimata dagli apparati statunitensi tra cui Paolo Messa, top manager di Leonardo e responsabile delle Relazioni geo-strategiche con gli Usa, Antonio Vella, Manager Public Affairs & Political Intelligence presso Comin & Partners e Davide Burani, Head of Advocacy & Public Affairs alla Amercan Chamber of Commerce in Italy. Tra i giornalisti, non poteva mancare il direttore di Repubblica Maurizio Molinari. Sul fronte della politica, eccezion fatta per Giorgetti, non è sfuggito il corteo di coloro che necessitano di confermare la propria lealtà a Washington. Come il segretario leghista Matteo Salvini in compagnia della fidanzata Francesca Verdini, scortato dai capigruppo Massimiliano Romeo e Riccardo Molinari e dal suo braccio destro Andrea Paganella.
O il duo progressista Giuseppe Conte-Elly Schlein su cui l’attenzione americana resta alta. Del resto l’accreditamento alla periferia dell’Impero è fondamentale come viatico per il potere e quest’anno non ha fatto eccezione. Anche se, come hanno notati i ben inseriti, mancavano volti nuovi. A tessere i rapporti Usa-Italia sono infatti figure legate al passato. Costruire il nuovo, sull’asse Italia America, sarà la sfida di domani.