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Lissone, le frasi choc della consigliera FdI: «Tratto i gay come i normodotati»
Hanno alzato un polverone le frasi pronunciate durante il consiglio comunale di Lissone (Monza e Brianza) da Felicia Grazia Scaffidi, esponente di Fratelli d’Italia: «I gay li tratto come qualsiasi altra persona normodotata», ha detto durante la discussione di una mozione che chiedeva l’adesione alla carta della Re.a.dy, ovvero la “Rete nazionale delle pubbliche amministrazioni anti discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere”.
Bagarre nell'Aula del consiglio comunale di #Lissone (MB) per l'intervento della consigliera Felicia Grazia #Scaffidi (#FdI) in riferimento ad una mozione che chiedeva di far aderire il Comune alla rete Re.a.d.y.: "Non accetto che mi venga dato dell'omofoba. Tratto i gay come… pic.twitter.com/mxyOXlAt6I
— Ultimora.net – POLITICS (@ultimora_pol) June 27, 2023
Le due gaffe in rapida successione
«Non accetto che mi venga dato dell’omofoba da Luca De Vincentis. Ho più amici gay io che forse tu», ha detto Scaffidi prendendo la parola e rivolgendosi direttamente a un altro consigliere che l’aveva attaccata. «Mi dispiace ma è proprio così e li tratto come qualsiasi altra persona normodotata», ha aggiunto, provocando la reazione di buona parte dei presenti in aula. Correggendosi («persone etero» al posto di «normodotate»), la consigliera di Fratelli d’Italia, ha poi chiesto scusa spiegando che l’errore era dovuto a emozione e rabbia. Poi, nel tentativo di discolparsi, rivolgendosi a un altro consigliere ha commesso una seconda gaffe: «Guarda, veramente, ho più amici gay che normali, fidati». A questo punto del video si possono sentire alcune risate. Una anche accennata da Scaffidi, che non aveva trovato altre parole da usare al posto di “normali”.
Alla fine la mozione è stata bocciata
«Vengono trattati esattamente allo stesso modo. Siete voi che state discriminando, chiedendo questa carta, perché li state facendo passare come persone diverse. E non è così», ha proseguito Scaffidi. «Ribadisco che la nostra Costituzione tutela tutte le persone e non fa discriminazione. Poi chi vuol capire capisca». Dopo aver snocciolato i numeri relativi ai Comuni (pochi in tutta Italia) che hanno aderito alla carta della Re.a.dy., la consigliera del partito di Giorgia Meloni ha poi concluso l’intervento così: «Non mi sento omofoba e non mi piace neanche sentirmelo dire, Luca. Vorrei le tue scuse». La mozione, proposta in aula dalla minoranza di Vivi Lissone, è stata bocciata.