Incidente Casal Palocco, Di Pietro interrogato: «Vorrei tornare indietro»

Matteo Di Pietro, lo youtuber alla guida del suv Lamborghini protagonista dell’incidente del 14 giugno a Casal Palocco in cui è morto il piccolo Manuel, di appena 5 anni, si è presentato nella stanza della gip Angela Gerardi, negli uffici giudiziari di piazzale Clodio. Il 22enne, arrestato il 23 giugno e indagato per omicidio stradale, non si è avvalso della facoltà di non rispondere ed è arrivato puntuale negli uffici in cui era atteso. Di Pietro ha dichiarato: «Vorrei tornare indietro nel tempo e che tutto ciò non fosse successo». Lo youtuber è rimasto oltre un’ora nella stanza del gip, dove ha fornito la propria versione dei fatti.

Di Pietro è stato interrogato per oltre un'ora dal gip e ha fornito la sua versione sull'incidente di Casal Palocco
Una volante della polizia di fronte la sede del Tribunale di Roma in piazzale Clodio (Imagoeconomica).

L’avvocato di Di Pietro: «Due famiglie distrutte»

Ad assistere Matteo Di Pietro è l’avvocatessa Antonella Benveduti. Al termine dell’interrogatorio ha commentato ai cronisti: «Questa è una tragedia per tutti. Il mio assistito è distrutto così come la famiglia di Manuel: sono due famiglie distrutte. In questa questa attendiamo l’esito delle consulenze tecniche disposte dalla Procura sui dispositivi sequestrati e sulla velocità del Suv». Il riferimento è agli smartphone dei giovani youtuber che compongono il gruppo TheBorderline, ma anche alla videocamera nascosto a bordo dello stesso suv Lamborghini. Sul tema legato alla velocità del bolide, invece, si è già espresso il gip. Nell’ordinanza con cui ha disposto gli arresti domiciliari ha evidenziato che la Lamborghini viaggiava a 124 chilometri orari poco prima dell’impatto con la smart.

Di Pietro è stato interrogato per oltre un'ora dal gip e ha fornito la sua versione sull'incidente di Casal Palocco
Matteo Di Pietro (Facebook)

Ascoltati anche gli altri youtuber

Secondo quanto rivelato dal Corriere della sera, gli altri youtuber, ascoltati dal gip, avrebbero affermato di aver chiesto a Di Pietro di rallentare. Lo scrive anche il giudice nell’ordinanza, quando evidenzia che lo youtuber avrebbe noleggiato il suv per «impressionare e catturare l’attenzione di giovani visitatori del web per aumentare i guadagni della pubblicità» e che non si sarebbe preoccupato della sicurezza, «tanto più che alcuni dei passeggeri presenti all’interno della Lamborghini (Vito Loiacono, Simone Dutti, Marco Ciaffaroni e Gaia Nota) avevano più volte invitato a ridurre la velocità».

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