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Docente universitaria sospesa per 4 mesi: insultava gli studenti agli esami
Una professoressa di lingua e letteratura latina all’Università del Salento è stata sospesa per quattro mesi a partire dall’1 luglio, rea di aver insultato diversi studenti durante gli esami. Erano state diverse le segnalazioni degli stessi universitari al rettore Fabio Pollice contro la docente, Sabina Tuzzo, fino a quando un collettivo di studenti non ha deciso di scrivere direttamente alla ministra dell’Università Anna Maria Bernini. Nelle mail inviate i ragazzi sottolineano alcuni comportamenti durante gli esami. Uno scrive: «Fingeva di non sentire le mie risposte. Mi ha bocciato in un minuto e mezzo perché non ricordavo un verbo». Tanti sottolineano che per rimproverare utilizzava «insulti».
Tuzzo sospesa anche a causa del marito
La docente viene accusata anche di aver portato il marito, un ex professore dell’ateneo, ad assistere ai vari esami. E quest’ultimo non si sarebbe limitato a osservare ma avrebbe anche interrogato gli studenti, pur non avendo nessun ruolo ufficiale all’interno dell’Università del Salento. Il rettore ha parlato di «situazione assolutamente inammissibile». Nella lettera il passaggio chiave rivela che «a danneggiare la salute mentale di chi sostiene l’esame non è solo il comportamento del docente, già di per sé gravissimo, ma anche la figura del coniuge della titolare, ormai in pensione, che non sarebbe autorizzato a esaminare, ma che puntualmente lo fa, umiliando studenti e studentesse con urla e rimproveri, perfettamente udibili anche all’esterno dell’aula».
La precedente replica di Tuzzo: «Illazioni diffamatorie»
Il caso è esploso già a inizio anno e Sabina Tuzzo ha risposto l’11 febbraio 2023 al Corriere del Mezzogiorno, che le ha chiesto un parere sulla lettera degli studenti. La professoressa ha dichiarato: «Trovo del tutto infondate, offensive e diffamatorie le illazioni che mi sono state rivolte, supportate da studenti evidentemente delusi dall’esito dell’esame, istigati e strumentalizzati ad arte ed a fini speculativi, per screditare il mio lavoro e la mia correttezza e serietà professionale. Ho invitato spesso il rettore (o chi per lui) a presenziare a qualsiasi mio appello d’esame, anche a sorpresa, per rendersi conto non solo del modus agendi et operandi mio e della mia commissione d’esame, ma soprattutto del livello di preparazione e talvolta di supponenza di non pochi studenti. A oggi non ho avuto quest’onore. Invito chiunque a venire».