Monthly Archives: Giugno 2023

Declan Rice e gli altri 15 calciatori pagati più di 100 milioni di euro

Declan Rice sarà presto un nuovo calciatore dell’Arsenal. I Gunners, secondo i media britannici, hanno raggiunto un accordo per il trasferimento del mediano vincitore della Conference League con il West Ham alla cifra di 105 milioni di sterline (circa 122 milioni di euro). Sarà così il campione britannico più costoso della storia del calcio, record finora appartenuto a Jack Grealish che nel 2021 passò al Manchester City per 117,5 milioni. Sarà il 15esimo acquisto a tripla cifra, serie inaugurata nel 2013 da Gareth Bale che passò dal Tottenham al Real Madrid per poco più di 100 milioni. Al fianco di talenti del calibro di Neymar Jr. e Kylian Mbappé, però, la lista comprende qualche flop. Ne sa qualcosa il Barcellona, che ha speso 270 milioni per portare al Camp Nou nel 2017 Philippe Coutinho e Ousmane Dembelé, che poi si sono dimostrati deludenti e incostanti.

Non solo Declan Rice, chi sono gli altri giocatori pagati più di 100 milioni di euro

14. Gareth Bale (101 milioni), il primo Mr. 100 milioni della storia

Sebbene abbia da poco dato addio al calcio per dedicarsi al golf, altra sua grande passione, Gareth Bale è il pioniere dei trasferimenti monstre. Nel 2013 passò dal Tottenham, con cui si distinse soprattutto in Champions League con una tripletta all’Inter, al Real Madrid per 101 milioni di euro. Pur non avendo mai brillato come avrebbe potuto, il gallese con le Merengues ha vinto tutto segnando 106 reti in 258 partite.

13. Jude Bellingham (103 milioni), il primo acquisto top del 2023

Al 13esimo posto c’è Jude Bellingham. Dal Borussia Dortmund è approdato al Real quest’anno per ben 103 milioni di euro. Centrocampista di interdizione e costruzione, da mezzala ha giocato 133 partite con i gialloneri segnando 24 reti. I Blancos lo hanno prelevato per far rifiatare Luka Modric e Toni Kroos.

L'Arsenal paghrà 122 milioni di euro per Declan Rice. Da Neymar a Coutinho, chi sono gli altri giocatori pagati più di 100 milioni.
Jude Bellingham alla presentazione del Real Madrid (Getty Images).

12. Paul Pogba (105 milioni), la massima plusvalenza della Juve

Vero crack del centrocampo bianconero nei primi anni, Paul Pogba sta faticando a ritrovare continuità per via dei troppi infortuni. Un calvario che ha avuto inizio al Manchester United, dove tornò nel 2016 dopo essere andato via a parametro zero proprio per approdare alla Juventus, per la cifra di 105 milioni di euro. Allora il più pagato della storia del calcio, ma ha rifatto le valigie per l’Italia dopo soli sei anni.

11. Romelu Lukaku (113 milioni), il deludente ritorno in Premier di Big Rom

All’11esimo posto troviamo Romelu Lukaku che nel 2021 lasciò l’Inter per approdare al Chelsea, squadra che lo aveva lanciato da giovanissimo. Un trasferimento da 113 milioni di euro che il belga non ha però ripagato con le prestazioni. Dopo appena 15 reti in 44 presenze fra Premier e coppe europee, nel 2022 è tornato in nerazzurro senza ritrovare i fasti iniziali.

L'Arsenal paghrà 122 milioni di euro per Declan Rice. Da Neymar a Coutinho, chi sono gli altri giocatori pagati più di 100 milioni.
Romelu Lukaku nella finale della Champions a Istanbul (Getty Images).

10. Eden Hazard (115 milioni), l’inizio della fine per un grande talento

Da un belga a un altro per parlare di Eden Hazard. Sei volte candidato per il Pallone d’oro fra 2013 e 2019, con la maglia del Chelsea ha segnato 110 reti in 352 partite fra tutte le competizioni. Nel 2019 però passò al Real Madrid che lo portò al Santiago Bernabeu per 115 milioni di euro. Fu l’inizio della sua fine, dato che in Spagna ha collezionato appena sette reti in 73 presenze.

9. Cristiano Ronaldo (117 milioni), lo sbarco di CR7 in Italia alla Juve

L’acquisto più costoso della Serie A è l’approdo di Cristiano Ronaldo dal Real Madrid alla Juventus nel 2018. Arrivato a Torino per 117 milioni di euro, è finora il trasferimento più oneroso della storia del club che lo portò in Italia per vincere la Champions League. Titolo che però non è arrivato nonostante 101 reti in appena 134 partite suddivise in tre stagioni.

L'Arsenal paghrà 122 milioni di euro per Declan Rice. Da Neymar a Coutinho, chi sono gli altri giocatori pagati più di 100 milioni.
Cristiano Ronaldo nella sua ultima partita con la Juventus (Getty Images).

8. Jack Grealish (117,5 milioni), l’acquisto più caro di Pep Guardiola

Tra i britannici più cari di sempre c’è Jack Grealish, esterno d’attacco del Manchester City. Fortemente voluto da Pep Guardiola, ha lasciato l’Aston Villa nel 2021 per 117,5 milioni di euro. Pur agendo da ala sinistra offensiva, con i Citizen ha faticato a trovare la via del gol, mettendo a referto 11 gol in 88 presenze. A giugno ha però coronato la stagione con il Treble, alzando Premier League, FA Cup e Champions.

7. Antoine Griezmann (120 milioni), “Le petit diable” si veste di blaugrana

Al settimo posto della classifica si piazza Antoine Griezmann, noto in terra francese come Le petit diable. Fantasista, trequartista della Nazionale transalpina, nel 2019 il Barcellona lo comprò dall’Atletico Madrid per 120 milioni di euro, affiancandolo al talento di Lionel Messi. Proprio la difficile convivenza con l’argentino non ha fatto decollare il rapporto, conclusosi nel 2021 con un ritorno fra le fila dei Colchoneros.

L'Arsenal paghrà 122 milioni di euro per Declan Rice. Da Neymar a Coutinho, chi sono gli altri giocatori pagati più di 100 milioni.
Antoine Griezmann con la maglia dell’Atletico Madrid (Getty Images).

6. Enzo Fernandez (121 milioni), la gemma nel faraonico mercato del Chelsea

La stagione 2022-23 del Chelsea ha rappresentato uno dei mercati più onerosi per un club nella storia del calcio. I Blues hanno speso oltre 600 milioni di euro per rinfoltire una rosa che, a fine anno, si è piazzata addirittura fuori dai piazzamenti per le coppe europee. Fra i giocatori arrivati a Londra ci fu anche Enzo Fernandez, preso dal Benfica per 121 milioni di euro.

5. Joao Felix (127,5 milioni), l’acquisto più caro della storia dell’Atletico Madrid

Oggi al Chelsea, Joao Felix nel 2018 passò all’Atletico Madrid dal Benfica per 127,5 milioni di euro. Pur essendo fra i giocatori portoghesi di maggior talento, alla corte di Diego Simeone ha faticato sempre ad adattarsi, fallendo molto spesso l’appuntamento con la consacrazione. Dopo 34 gol in 131 partite, ha lasciato la Spagna per la Premier League, dove però ha giocato ancora meno.

L'Arsenal paghrà 122 milioni di euro per Declan Rice. Da Neymar a Coutinho, chi sono gli altri giocatori pagati più di 100 milioni.
Joao Felix con la maglia del suo Portogallo (Getty Images).

4. Ousmane Dembelé (135 milioni), il primo acquisto poi fallimentare del 2017 blaugrana

Fra gli acquisti flop più eclatanti della storia del calcio c’è sicuramente Ousmane Dembelé, preso dal Barcellona nel 2017 per 135 milioni. L’ex ala destra del Borussia Dortmund, stabilmente in rosa nella Francia di Didier Deschamps, ha segnato 40 reti in 182 presenze con la maglia blaugrana, con cui nel 2023 si è laureato campione di Spagna. Con la Nazionale ha vinto il Mondiale 2018 e giocato da titolare gran parte dell’edizione 2022.

3. Philippe Coutinho (135 milioni), doppio flop per il Barcellona dopo il francese

Assieme a Dembelé, nel 2017 il Barcellona acquistò per la stessa cifra Philippe Coutinho dal Liverpool. Il brasiliano, con un passato anche con la maglia dell’Inter, non ha mai brillato in Spagna tanto da passare nel 2019 al Bayern Monaco per una parentesi di un anno. Tornato in Inghilterra nell’estate 2022 per vestire la maglia dell’Aston Villa, in blaugrana ha segnato 26 reti in oltre 100 partite.

L'Arsenal paghrà 122 milioni di euro per Declan Rice. Da Neymar a Coutinho, chi sono gli altri giocatori pagati più di 100 milioni.
Philippe Coutinho con la maglia del Barcellona (Getty Images).

2. Kylian Mbappé (180 milioni), la stella della Francia fa felice il Monaco

Se terzo e quarto posto della classifica rappresentano due grandi flop, i due calciatori più pagati della storia sono invece stelle indiscusse del calcio. Nel 2018 il Paris Saint-Germain ha comprato dal Monaco il giovane Kylian Mbappé per 180 milioni di euro, mettendolo sempre più al centro del progetto. Sotto la Tour Eiffel ha segnato 212 reti in 260 partite, ma nel 2024 dovrebbe passare al Real Madrid.

1. Neymar Jr (222 milioni), l’acquisto più caro della storia del calcio

Il trasferimento più pagato di sempre è Neymar Jr, acquistato sempre dal Paris Saint-Germain nel 2017 per 222 milioni di euro dal Barcellona. La stella della nazionale brasiliana, dopo il triplete con Messi e compagnia, ha scelto Parigi per rilanciare la sua carriera e tentare l’assalto al Pallone d’oro. Nella capitale francese ha messo a referto 118 reti in 173 partite, ma ha fatto parlare più per i suoi infortuni e le bravate che per le magie sul rettangolo di gioco.

L'Arsenal paghrà 122 milioni di euro per Declan Rice. Da Neymar a Coutinho, chi sono gli altri giocatori pagati più di 100 milioni.
Neymar Jr. è il più pagato di sempre (Getty Images).

«A scuola con la Glock»: scoperta una chat in cui minori parlano di fabbricare armi ed esplosivi

Otto ragazzi in tutta Italia sono finiti al centro di un’indagine portata avanti dagli investigatori del Centro operativo per la sicurezza cibernetica di Milano. I giovani, tutti minorenni, si sono confrontanti per mesi su una chat di Telegram scambiandosi consigli su come fabbricare armi in casa e condividendo le proprie esperienze con esplosivi, pistole e coltelli portati anche a scuola. Così nella mattinata del 29 giugno sono scattate le perquisizioni da parte della Polizia postale e della Digos a Milano, Treviso, Pisa, Avellino, Lecce, Sassari e Nuoro. L’operazione, denominata Alchimia, ha avuto inizio nell’ottobre del 2022.

Otto minori in tutta Italia si scambiavano consigli su pistole ed esplosivi in chat: perquisizioni in tutta Italia
Gli agenti della Polizia postale hanno perquisito le case dei giovani (Imagoeconomica).

Nella chat si parla anche di molotov e napalm

Gli investigatori hanno indagato a lungo prima di intervenire con le perquisizioni. Studiata a fondo la chat di Telegram, in cui i minori non solo hanno discusso spesso delle rispettive esperienze, ma hanno anche inviato foto e video delle loro imprese. «Io avevo una Glock però poi ci sono andato a scuola perché lo avevo visto in un film americano», è ad esempio una delle frasi scritte da uno degli indagati. Ma c’è anche chi ha chiesto consigli su come modificare armi o come costruire dispositivi esplosivi, anche molotov e napalm. «Avete mai fatto una molotov? Io sì…», scrive uno, mentre un altro annuncia: «Martedì provo a fare del napalm». Tra i messaggi chiave, anche quelli di chi si vantava di aver portato con sé pistole da softair modificate o coltelli in giro nelle proprie città.

Nell’indagine si parla di «uso distorto dei social network»

L’operazione Alchimia è stata condotta tra l’ottobre 2022 e il febbraio 2023. Nei documenti relativi all’indagine si legge che rientra in «una più ampia problematica di utilizzo distorto dei social network e delle altre risorse della Rete da parte di giovani e giovanissimi». A coordinarla è stato il procuratore capo del tribunale per i Minorenni di Milano, Ciro Cascone, che ha autorizzato le perquisizioni del 29 giugno. La Polizia ha utilizzato anche le unità cinofile specializzate.

Otto minori in tutta Italia si scambiavano consigli su pistole ed esplosivi in chat: perquisizioni in tutta Italia
Un agente della Polizia postale (Imagoeconomica).

Carta risparmio spesa 2023: le istruzioni dell’Inps sul ritiro della postepay

Tempi di attesa più lunghi del previsto per il ritiro della carta risparmio spesa 2023. È questo quanto comunicato dall’Inps nel suo messaggio numero 2373 del 26 giugno  2023 che indica, nei motivi della proroga, la necessità di concedere ai Comuni più tempo per l’elaborazione delle liste dei beneficiari di questo bonus. Stando a quanto emerge dal documento dell’Istituto nazionale di previdenza sociale, i cittadini aventi diritto saranno chiamati a ritirare le postepay soltanto dopo il 18 luglio 2023.

Cos’è la carta risparmio spesa

La carta risparmio spesa rappresenta una misura di sostegno prevista dall’ultima Legge di bilancio che ha il principale scopo di assistere le famiglie con minori risorse economiche in questa fase fortemente contraddistinta dal caro prezzi. Possono beneficiarne i cittadini con un valore Isee pari o inferiore a 15 mila euro, con l’erogazione delle somme a loro vantaggio che verrà concessa direttamente dai Comuni. Non è necessario presentare alcuna domanda per ricevere la carta: sono gli enti locali che, dopo aver stilato una lista, provvederanno a contattare i cittadini per il ritiro della postepay. Quest’ultima ha un importo di 382,50 euro che potranno essere spesi per l’acquisto di beni alimentari nei negozi convenzionati.

Il ritiro delle postepay

Così come in parte già accennato, l’invito a ritirare la card arriva direttamente dal Comune di residenza che, a sua volta, ha ricevuto delle liste di potenziali beneficiari dall’Inps. È proprio in questo passaggio che si è accumulato il ritardo, con i Comuni che hanno bisogno di più tempo per definire quali siano i cittadini che hanno diritto alla misura. La tabella di marcia inizialmente prevista subisce quindi dei ritardi e la conferma all’Inps da parte dei Comuni passa dal 26 giugno al 5 luglio alle ore 18. Superato questo scoglio si dovrebbe procede all’invito ai cittadini di ritirare le carte che, stando ai nuovi piani, dovrebbe prendere il via dal 18 luglio.

Cicciolina denuncia e fa arrestare il figlio: «Mi ha minacciata con un taser»

Il tribunale di Roma ha emesso un provvedimento di divieto di dimora nella città di Roma contro Ludwig Koons, il figlio di Cicciolina, celebre diva degli anni ’80, nome d’arte di Ilona Staller. L’attrice, famosa per i suoi ruoli nel mondo del cinema porno, lo ha denunciato e fatto arrestare dopo essere stata minacciata con un taser. L’uomo ha tentato di estorcerle dei soldi, utilizzando la pistola a impulsi elettrici, considerata «un’arma propria» e il cui utilizzo «è sottoposto al possesso di un porto d’armi». Durante l’udienza per direttissima a piazzale Clodio, Koons si è difeso, ammettendo i litigi ma respingendo le accuse di minacce. E sul taser ha dichiarato che si tratta di «un regalo di un mio amico, non sapevo fosse illegale».

Ilona Staller, meglio nota come Cicciolina, ha fatto arrestare il figlio dopo minacce col taser
Ilona Staller, in arte Cicciolina, durante una trasmissione tv (Imagoeconomica).

Nel 2010 Koons denunciato per spaccio di stupefacenti

Non è la prima volta che Ludwig Koons finisce in tribunale. Nel 2010, infatti, è stato denunciato dai carabinieri con l’accusa di spaccio di sostanze stupefacenti e resistenza a pubblico ufficiale, dopo aver detto no alla perquisizione di casa sua e della madre. Koons, all’epoca 17enne, è poi finito in comunità a Civitavecchia, in provincia di Roma. Nel garage dell’abitazione sono stati trovati 49 grammi di hashish e tre di cocaina. Anche Ilona Staller, tredici anni fa, è stata segnalata alla procura di Roma per aver impedito ai carabinieri di entrare in casa e condannata, nel 2013, a sette mesi di reclusione. Il suo avvocato ha accusato i militari di non aver avuto alcun «decreto del magistrato» per poter procedere con la perquisizione.

Ludwig nato dalla storia tra Cicciolina e l’artista Jeff Koons

Ludwig Koons è nato nel 1992 dalla relazione che Ilona Staller ha intrecciato con Jeff Koons, artista degli Stati Uniti e una vera icona del neo-pop in quel decennio. Il loro matrimonio, avvenuto nel 1991, è durato fino all’anno successivo. La rottura poco dopo la nascita di Ludwig, per cui è andata in scena una causa milionaria con al centro l’affidamento del bambino. Da lì la scelta dell’attrice, due anni dopo, di volare in America e riportare il figlio in Italia. Per questa vicenda è stata poi condannata nel 2002 a otto mesi di reclusione con la condizionale in Cassazione. Nella storia tra lei e l’artista ci sono diversi processi, ma il più importante è quello vinto da Cicciolina nel 1999, che le ha permesso di tenere con sé il figlio.

Ilona Staller, meglio nota come Cicciolina, ha fatto arrestare il figlio dopo minacce col taser
Cicciolina nel 2004 ha annunciato di voler tornare in politica (Getty).

Uk, Sunak attaccato dalle opposizioni per aver usato una penna cancellabile

Una penna cancellabile per firmare i documenti ufficiali. Questa è la nuova accusa mossa da Labour e Lib-Dem al premier britannico Rishi Sunak, prendendo spunto da un articolo del Guardian. Il primo ministro utilizza una Pilot V, una penna stilografica molto diffusa in tutta la Gran Bretagna, dal costo di 5 sterline. Il problema è l’inchiostro cancellabile. E così il quotidiano inglese ha sottolineato la caratteristica e ha avanzato dubbi sul suo utilizzo. Sunak è ritratto con la penna in mano in molte foto, sia durante i consigli dei ministri a Downing Street sia recentemente, quando a Windsor si è incontrato con Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea, per annunciare l’accordo tra Regno Unito e Unione Europea sull’Irlanda del Nord.

Il premier Sunak usa una penna cancellabile per i documenti ufficiali: le opposizioni lo attaccano
Rishi Sunak lascia Downing Street (Getty).

Sunak ha firmato molti documenti ufficiali con la penna Pilot V

Così il Guardian ha riesumato foto e video relativi agli ultimi anni, scoprendo che Sunak ha utilizzato la Pilot V anche da cancelliere dello Scacchiere, cioè da ministro delle Finanze, durante l’ultimo governo Boris Johnson. Andando a ritroso si scopre che il premier ha firmato molti documenti ufficiali di Downing Street con questo tipo di penna cancellabile e, sembrerebbe, anche tanti altri da ministro. Tra gli esempi citati dal quotidiano, c’è la firma sull’accordo bilaterale raggiunto dal Regno Unito con la Svizzera, ormai due anni fa.

Dall’opposizione accuse e sarcasmo. Downing Street: «Mai cancellato nulla»

Intanto le opposizioni insorgono. A protestare sono Labour e Lib-Dem, tra chi accusa il premier sottolineando la possibilità di cancellare le firme e chi lo attacca con sarcasmo. C’è chi scrive, ad esempio, che «neanche con la Pilot V Sunak riuscirà a cancellare i disastri fatti dal governo suo e di 13 anni di esecutivi conservatori». Dall’altra parte, il governo reagisce. La portavoce di Sunak da Downing Street risponde: «Questa penna è comunissima, è usata da milioni di britannici e anche a Whitehall è molto diffusa. Inoltre, il primo ministro non ha mai cancellato nulla delle sue note e dei suoi appunti sui documenti ufficiali».

Il premier Sunak usa una penna cancellabile per i documenti ufficiali: le opposizioni lo attaccano
Il primo ministro Rishi Sunak (Getty).

Primavalle, chi è il 17enne arrestato per l’omicidio di Michelle Causo

Il 17enne fermato mercoledì 28 giugno sera per il femminicidio di Michelle Maria Causo, a Primavalle, è stato arrestato. Il ragazzo, coetaneo della vittima, è stato interrogato per tutta la notte in questura dal pm. L’accusa è di aver accoltellato la giovane per poi tentare di disfarsi del corpo chiudendolo all’interno di un grosso sacco di plastica nero e trasportandolo su un carrello del supermercato fino ai cassonetti di via Stefano Borgia. Un testimone, allarmato dalla scia di sangue lasciata lungo la strada, ha allertato le forze dell’ordine. Gli inquirenti hanno smentito l’ipotesi di un legame sentimentale tra i due e che Michelle fosse incinta.

Il 17enne fermato per l'omicidio di Michelle Causo è stato arrestato
Un’auto della polizia (Imagoeconomica).

Chi è il 17enne arrestato per l’omicidio

Il 17enne è nato in Italia da genitori dello Sri Lanka. Sui suoi profili social, pubblici e aperti a tutti, come scrive Repubblica, il ragazzo invitava i suoi follower a contattarlo per acquistare cannabis e hashish che lui stesso, scorrendo le foto, fumava a casa e in giro per Roma. Tutto documentato su Facebook e Instagram, con riferimenti al gruppo di amici che frequentava, foto e video delle notti passate a ballare in discoteca. Post accompagnati spesso da emoticon con gocce di sangue. Su TikTok, invece, il giovane parla di un amore finito e si rivolge a una ragazza che chiama Gaia, scrivendo frasi come «ti ho dato un amore nessun altro ti poteva dare», oppure «io so di aver commesso sbagli».

I profili del 17enne invasi da insulti e minacce

Dopo il fermo e l’arresto, i profili del ragazzo sono stati presi di mira da utenti, coetanei e non, con insulti e minacce. Una ragazza, probabilmente un’amica di Michelle, scrive: «Mi hai portato via una delle persone più belle che la vita mi avesse mai dato, vergognati». Altri commentano: «Non meriti di vivere», «è meglio che ti guardi le spalle», «devi marcire in galera». In tanti utilizzano la parola «vergogna».

Il 17enne fermato per l'omicidio di Michelle Causo è stato arrestato
Agenti della polizia scientifica durante dei rilievi (Getty).

Voto Maturità 2023, chi può ottenere i cinque punti bonus?

Sono oltre 500 mila gli studenti italiani impegnati con l’esame di maturità 2023. Dopo le due prove scritte, del 21 e 22 giugno scorso, è tempo degli orali che seguono un ordine diverso in ogni scuola del Paese. L’attenzione dei maturandi è, naturalmente, al superamento dell’esame così come al voto finale che potrà essere maggiorato con cinque punti bonus che vengono concessi agli studenti più meritevoli al verificarsi di determinate condizioni.

A chi spettano i punti bonus nel voto di maturità

Così come stabilito dal ministero dell’Istruzione, il punteggio bonus potrà essere concesso solo ai maturandi in possesso di requisiti ben definiti. Entrando più nel dettaglio, il voto complessivo massimo resta sempre 100/100 (con possibilità di lode) diviso in 60 punti ottenibili in sede di esame (20 punti massimi per il primo scritto, 20 punti per il secondo scritto e 20 punti per la prova orale) e 40 punti derivati dal credito scolastico (quanto ottenuto con i voti dagli studenti nel triennio precedente). Il bonus di cinque punti incide proprio su quest’ultimo aspetto del voto, quello del credito scolastico, come forma di maggiorazione. Per poter aggiudicarsi questo benefit, gli studenti dovranno dimostrarsi meritevoli e, dunque, aver ottenuto un credito scolastico di almeno 30 punti su 40 e un risultato complessivo nelle prove di esame pari a 50 punti su 60.

La commissione d’esame

A giudicare gli studenti che sostengono la maturità 2023 c’è una commissione che, dopo alcuni anni di stop dovuti alla pandemia, torna ad essere mista con tre docenti interni e tre docenti esterni, con l’aggiunta di un presidente di commissione (anch’esso esterno). All’esame orale, dunque, gli studenti avranno di fronte quattro professori sconosciuti su sette e, in quell’occasione, verrà valutato il loro livello di preparazione interdisciplinare. Ai candidati viene richiesta la capacità di effettuare dei collegamenti tra le varie conoscenze acquisite sotto il profilo educativo, culturale e professionale.

Bonus bollette, c’è la proroga a settembre: tutto quello che c’è da sapere

Il forte caro prezzi degli ultimi tempi sta avendo un impatto deciso sull’economia delle famiglie italiane, sempre più attente ai consumi e alle possibili soluzioni di risparmio. I governi che si sono susseguiti a Palazzo Chigi hanno cercato di fornire assistenza ai cittadini attraverso la concessione di bonus e agevolazioni sulle bollette. È in quest’ottica che l’esecutivo guidato da Giorgia Meloni ha deciso di prorogare la scadenza del bonus bollette a settembre e, a sostegno della misura, sono stati stanziati 800 milioni di euro.

La proroga del bonus bollette

Stando a quanto deciso dal Consiglio dei ministri, nel terzo trimestre del 2023 sono state confermate molte misure a sostegno delle famiglie e delle aziende in difficoltà con il caro energia. Ecco dunque che rimane l’azzeramento degli oneri di sistema per il settore del gas e l’aliquota Iva ridotta al 5 per cento per il teleriscaldamento e per l’energia prodotta con il gas metano, così come è arrivata la proroga del bonus bollette fino al 30 settembre 2023. Si tratta, tuttavia, di un intervento che resta limitato a un fascia di popolazione ben definita, ovvero coloro che hanno un Isee uguale o inferiore a 15 mila euro. L’unica eccezione a questa regola generale è rappresentata dalle famiglie che hanno più di quattro figli: in questo caso, infatti, il valore Isee massimo per sfruttare il bonus bollette è di 30 mila euro.

I prezzi delle prossime bollette

Gli interventi del governo, almeno nelle intenzioni, dovrebbero servire a tenere a bada l’inflazione e il conseguente innalzamento dei prezzi nelle bollette di luce e gas. Sul tema Davide Tabarelli, presidente di Nomisma Energia, si è detto ottimista, con le bollette della luce sul mercato che dovrebbero rimanere pressoché uguali ad adesso (variazione tra -0,5 per cento e +1 per cento). Migliori, invece, le previsioni fornite per la bolletta del gas che potrebbe scendere del 2 per cento già ai primi di luglio.

Palermo, arrestato per spaccio lo chef dei vip Di Ferro: tra i clienti ci sarebbe anche Miccichè

Mario Di Ferro, gestore del ristorante palermitano Villa Zito frequentato da professionisti, vip e politici, è stato arrestato con l’accusa di spaccio di droga. L’ordinanza di custodia cautelare è stata firmata dal gip Antonella Consiglio su richiesta del procuratore Maurizio de Lucia e dell’aggiunto Paolo Guido. Nel provvedimento si legge che Di Ferro avrebbe procurato e ceduto cocaina, tra gli altri, all’ex presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè (che al momento non è indagato).

Di Ferro accusato di spacciare cocaina nel suo ristorante

Il procedimento nasce da un’intercettazione disposta nell’ambito di un’altra indagine che ha rivelato come il ristoratore portasse avanti, nel suo locale, un’intensa attività di spaccio di stupefacenti a una selezionata clientela. Secondo quanto emerso, i “fornitori” sarebbero Gioacchino e Salvatore Salamone, già condannati per spaccio in un processo sui traffici dei clan mafiosi palermitani. Di Ferro avrebbe anche usato tre suoi dipendenti come pusher. La magistratura ha iscritto nel registro degli indagati sia i Salomone che i tre lavoratori, disponendo per i primi la custodia cautelare in carcere e per i secondi l’obbligo di firma. A Di Ferro sono invece stati dati i domiciliari.

Miccichè tra i presunti clienti: «Sono onesto, ho la coscienza a posto»

Dall’indagine che ha condotto all’arresto del ristoratore è emerso, tra i clienti, il nome di Gianfranco Miccichè, ex presidente dell’Assemblea regionale siciliana. L’ex leader azzurro in Sicilia sarebbe andato ad acquistare la cocaina con l’auto blu della Regione, con tanto di lampeggiante acceso. Un fatto che l’esponente di Forza Sud ha «escluso in maniera categorica»: «Non mi muovo mai in macchina con lampeggiante acceso. È un errore che ho fatto nella vita di cui sono pentito. Considero molto più importante essere stato onesto, non avere mai fatto male a nessuno, non avere mai rubato un centesimo. Poi ognuno di noi qualche errore nella vita lo ha fatto. L’importante è essere a posto con la propria coscienza, e io lo sono». Senza aggiungere ulteriori dettagli – vuole prima capire i contenuti dell’inchiesta, ha ribadito -, ha poi espresso dispiacere per Di Ferro: «È un caro amico che conosco e frequento da moltissimi anni. Andavo alla sue feste che erano sempre molto divertenti, frequentate da tantissima gente e dove non ho mai visto della droga».

Le intercettazioni con le parole in codice per ordinare la droga

A poche ore dalla notizia dell’arresto di Di Ferro, il Corriere della Sera ha diffuso alcune intercettazioni tra il politico e il ristoratore che, secondo gli inquirenti, conterrebbero delle parole in codice per l’ordine e il ritiro degli stupefacenti. Il 18 novembre 2022, per esempio, l’ex senatore chiamò il pusher per fargli sapere che l’indomani sarebbe partito per cinque giorni alla volta di Milano. Una frase in codice che, per chi indaga, indicherebbe le dosi di cocaina che Miccichè avrebbe voluto acquistare. Sempre secondo l’accusa, Di Ferro avrebbe colto al volo il riferimento, si è informato sull’orario del volo e gli ha dato un appuntamento telefonico per il mattino successivo. Poco dopo ha contattato Salamone, il suo fornitore: «All’una meno un quarto puntuale, da me al bar, va bene?». Alle 13.55 dell’indomani, l’ex presidente dell’Ars è stato ripreso dalle telecamere di sorveglianza mentre arrivava a Villa Zito. È sceso lasciando il suo autista in attesa, è entrato e poi uscito alle 15.20. Per gli investigatori, il copione si sarebbe ripetuto una trentina di volte in due mesi tra novembre e dicembre del 2022.

Ululati contro Soumahoro, la denuncia: «Insulti razzisti riportati come commenti»

Come allo stadio, con la differenza che i fatti in questione, già di per sé gravi al di là del contesto in cui si possono verificare, non sono avvenuti davanti a una partita di calcio, ma in Parlamento. A «ululare» a ogni intervento dell’on. Aboubakar Soumahoro sarebbe stata la «curva» del centrodestra: l’episodio si è verificato nella giornata di ieri, mercoledì 28 giugno, proprio quando Soumahoro ha preso la parola. Immediata la reazione del parlamentare  Davide Faraone, Italia Viva: «Non è tollerabile che tutte le volte che interviene il collega Soumahoro ci sono ululati e cori che allo stadio vengono giudicati messaggi razzisti, non è accettabile: il collega non può intervenire che ogni volta da banchi della maggioranza ci sono ululati e brusii intollerabili». Ma la destra non ci sta, e rimanda la responsabilità all’atteggiamento provocatorio di Soumahoro.

Nella seduta di ieri alla Camera, l'intervento dell'on. Aboubakar Soumahoro è stato interrotto da «ululati» e insulti razzisti.
Aboubakar Soumahoro, deputato del Gruppo Misto (Imagoeconomica).

La denuncia di Soumahoro dopo gli insulti in Parlamento

Dopo quanto accaduto nella giornata di ieri alla Camera, il deputato del Gruppo Misto Aboubakar Soumahoro ha denunciato di aver subito «insulti razzisti» durante il suo intervento nel corso dell’esame del dl lavoro, più volte interrotto proprio dalle urla dei parlamentari del centrodestra. Soumahoro ha richiesto che «nel resoconto stenografico della seduta di ieri della Camera siano riportati gli insulti razzisti rivolti dai banchi della maggioranza, dopo un intervento nel corso dell’esame del decreto legge lavoro» specificando che «dalle voci, dalle urla che provenivano dai banchi della maggioranza, nel resoconto stenografico c’è menzionato commenti. […] Non si può scimmiottare, ululare in quest’aula, non si può continuare a vedere ciò che avviene negli stadi all’indirizzo di chi viene stigmatizzato in quanto diverso per il colore della pelle. Sentire in quest’aula le stesse urla, gli stessi atteggiamenti, penso che sia una violenza non alla mia persona ma alla nostra Carta costituzionale».

Il leghista Ziello: Soumahoro «istiga le reazioni»

La replica della destra non si è fatta attendere. Il leghista Edoardo Ziello ha giustificato  tali comportamenti  adducendo al fatto che: «Soumahoro ogni volta che interviene si rivolge con le dita e le braccia verso la maggioranza anziché, come prevede il regolamento, verso la presidenza, e questo provoca e istiga le reazioni». Anche Salvatore Caiata (FdI) si è espresso in merito alla questione sollevata alla Camera: «Voler strumentalizzare un atteggiamento di dissenso per insinuare altre cose non è sintomo di maturità. Qui non c’è nessun razzismo, ma c’è rispetto e siamo nella culla della democrazia e si può esprimere dissenso». Tra chi ha torto o ragione, non resta che invocarsi alle parole pronunciate proprio ieri alla Camera dal ministro dell’Istruzione e del merito Valditara che ha parlato della necessità di mettere al centro la «cultura del rispetto»

Spazio, scoperte le onde gravitazionali respiro dell’universo

Il cosmo respira. È l’incredibile scoperta di un team internazionale composto da 190 scienziati, tra cui esperti dell’Inaf di Cagliari e dell’Università Milano-Bicocca. Nuova pietra miliare dell’astrofisica, potrebbe gettare nuova luce sullo studio dell’universo finora sconosciuto. Il ronzio di sottofondo che risuona nel vuoto cosmico sarebbe frutto di onde gravitazionali create dalla fusione di due enormi buchi neri, molto più grandi del nostro Sole. La teoria, già proposta nel 1916 da Albert Einstein, non aveva ancora trovato riscontro concreto nonostante decenni di studi. Grazie a essa, sarà ora possibile una maggiore comprensione dello spazio, delle galassie e dei corpi celesti. Lo studio in lingua inglese è disponibile integralmente sulla rivista Astronomy and Astrophysics.

Scoperto il ronzio dell'universo, frutto delle onde gravitazionali scaturite dalla fusione di due buchi neri. Coinvolte Cagliari e Milano.
Una delle prime immagini di un buco nero presentate dalla Nasa (Getty Images).

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Cosa sono le onde gravitazionali che generano il “respiro” dello spazio

Le onde gravitazionali sono increspature nel tessuto dell’universo capaci di muoversi alla velocità della luce. Dapprima solo ipotizzate, furono scoperte per la prima volta nel 2015 quando un team italo-statunitense ne rilevò alcune scaturite dalla collisione di enormi buchi neri. Si trattava in quel caso solto di fenomeni ad alta frequenza, risultato di un violento impatto. La recente scoperta riguarda invece onde gravitazionali a bassa frequenza e ultra-lunghe, costantemente in movimento come un rumore di sottofondo. Per poterle misurare, gli scienziati hanno puntato 13 radiotelescopi su circa 115 pulsar, ossia i nuclei morti di stelle esplose in una supernova.

Si ritiene che le onde provengano stavolta dalla fusione, lenta ma inesorabile, fra due buchi neri miliardi di volte più grandi del nostro Sole. «Ora sappiamo che l’universo è inondato di onde gravitazionali», ha detto ad Afp Michael Keith dell’European Pulsar Timing Array (Epta), collaborazione europea che riunisce 11 istituzioni del Vecchio Continente. «Possono inoltre agire come un orologio molto preciso». Si ritiene che in futuro tali fenomeni potranno aiutare gli scienziati a comprendere ancor meglio il Big Bang e persino fare luce sulla materia oscura. Gli astrofisici le utilizzeranno anche per scavare più a fondo sul funzionamento di buchi neri e galassie. Oltre all’Epta, hanno partecipato alla ricerca l’Inpta indiana, la nordamericana NanoGrav, l’australiana Ppta e la cinese Cpta.

Il ruolo dell’Italia nella scoperta scientifica sull’universo

Fra i 13 radiotelescopi utilizzati per i rilevamenti, situati in Regno Unito, Germania, Francia e Olanda, c’è anche il Sardinia Radio Telescope, gestito dall’Inaf di Cagliari. «È una grande soddisfazione per l’astrofisica italiana», ha dichiarato all’Ansa Andrea Possenti, tra i fondatori dell’Epta. «Un nuovo traguardo che conferma il ruolo centrale dell’Italia». Gli ha fatto eco l’ex presidente dell’Inaf Nichi D’Amico, che ha preannunciato ulteriori studi «per molti decenni a venire». Soddisfatta anche la ricercatrice Caterina Tiburzi, secondo cui la scoperta permetterà magari di «svelare alcuni dei misteri finora irrisolti nell’evoluzione del cosmo».

Le gaffe di Biden riaprono il dibattito: troppo vecchio per la Casa Bianca?

Joe Biden c’è cascato di nuovo. Parlando con i giornalisti della tentata marcia su Mosca delle milizie del gruppo Wagner, coordinate da Yevgeny Prigozhin, il presidente americano ha detto che Vladimir Putin «sta chiaramente perdendo la guerra in Iraq». Un po’ troppo, persino considerando una certa prospettiva americano-centrica, attenuante da tenere in conto quanto a rilasciare dichiarazioni è un inquilino della Casa Bianca.

Baghdad come Kyiv, il deserto arabico come la steppa ucraina. Dal Make America Great Again trumpiano al Make American Gaffe Again bideniano è un attimo, un battito di ciglia e Joe può scivolare di nuovo. Se da questa parte dell’oceano gli svarioni del presidente Usa fanno sorridere, a Washington e dintorni se lo stanno chiedendo da tempo: sarà davvero il caso che l’80enne Joe resti per un altro quadriennio al 1600 di Pennsylvania Avenue?

Le gaffe di Biden riaprono il dibattito: troppo vecchio per la Casa Bianca?
Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden (Getty).

Quel «God save the Queen, man» diventato virale

«I’m a gaffe machine», ammetteva serenamente già anni fa Biden, con una buona dose di autoironia. Una macchina da gaffe, alimentata dalla propensione a lasciarsi andare a frasi sconvenienti e poco opportune. Di recente, durante un evento per la raccolta di fondi elettorali, Biden è tornato sul caso dei palloni-spia definendo «dittatore» Xi Jinping: peccato che il capo della diplomazia a stelle e strisce Anthony Blinken fosse appena tornato da un viaggio in Cina che aveva avuto lo scopo di allentare le tensioni tra i due Paesi. Pochi giorni prima aveva chiuso il suo intervento al National Safer Communities Summit con la frase «God save the Queen, man», ma la compianta Regina d’Inghilterra non c’entrava nulla, e nemmeno l’inno nazionale del Regno Unito: forse il modo di dire è stato “scambiato” con il «God bless America» spesso usato dai presidenti Usa per congedarsi. Ovviamente, la gaffe di Biden era diventata virale sui social.

La mano sul cuore durante l’inno… indiano

Sempre a fine giugno, durante la visita a Washington del presidente dell’India Narendra Modi, Biden si è messo la mano sul cuore durante l’inno… però quello indiano, non americano: quando si è accorto dell’errore, l’ha fatta scivolare lentamente, ma ormai pure l’ennesima figuraccia era entrata negli archivi.

La stretta di mano nel vuoto dopo il comizio

Ad aprile 2022, terminato un discorso all’Università statale della Carolina del Nord, Biden tra gli applausi si era girato alla sua destra, porgendo la mano per una stretta. Solo che al suo fianco non c’era nessuno. Dopo attimi di smarrimento super cringe, era poi sceso dal palco. Una scena praticamente identica si era verificata a ottobre 2021, sempre alla fine di un comizio.

A gennaio 2022, senza rendersi conto di avere il microfono ancora aperto, Biden aveva insultato un giornalista di Fox News, definendolo «stupido figlio di puttana». A marzo, nei primi giorni dell’invasione russa dell’Ucraina, aveva detto: «Putin potrà circondare Kyiv con i carri armati, ma non avrà mai il cuore degli iraniani». A giugno, in una conferenza stampa al termine del vertice della Nato a Madrid, aveva invece confuso la Svezia con la Svizzera.

Trump punta molto sulle gaffe del rivale: «Demenza senile»

Il rivale Donald Trump punta da tempo sulle gaffe di Biden. «I dottori hanno sbagliato la diagnosi. Non ha di nuovo il Covid, altrimenti detto il virus della Cina, bensì la demenza senile», ha scritto a luglio 2022 il tycoon sul suo social Truth. Un commento offensivo, rivolto tra l’altro a un uomo poco più anziano di lui: se Joe è un classe 1942, Donald è del 1946. Premesso che dopo una certa età ogni anno può fare la differenza, a parziale “discolpa” di Biden c’è da sottolineare che lui, certe gaffe, l’ha sempre fatte.

Le gaffe di Joe Biden e il dibattito sulla sua età: il presidente degli Stati Uniti è troppo vecchio per ricandidarsi?
Il presidente statunitense Joe Biden (Getty Images).

Nel 2008 definì Obama «il primo afroamericano in politica pulito e di bell’aspetto»

Nel 2019, durante una riunione di raccolta fondi disse: «Margaret Thatcher è seriamente preoccupata per gli Stati Uniti sotto la guida di Trump», scambiando l’allora premier britannica Theresa May con la Lady di ferro morta nel 2013. Nel 2010, in occasione della Festa di San Patrizio, si rivolse all’allora capo di governo irlandese Brian Cowen, dicendogli: «Sua madre ha vissuto per 10 anni a Long Island, che riposi in pace». Di fronte allo stupore generale e a qualche risata si corresse: «Ah, è suo padre che è morto, la mamma è ancora viva». Nel 2008 fu accusato di razzismo per aver definito Barack Obama «il primo afroamericano in politica eloquente, brillante, pulito e di bell’aspetto». Nello stesso anno, in piena campagna presidenziale, nel corso di un comizio in Missouri si rivolse con grande trasporto a un senatore locale: «Dai alzati Chuck! Fatti vedere, goditi i meritati applausi. Alzati!». Peccato che Chuck Graham fosse paraplegico. Nel 2006, poco prima di candidarsi alle primarie democratiche disse: «Nel Delaware non puoi andare da 7-Eleven o Dunkin’ Donuts a meno che tu non abbia un leggero accento indiano». Voleva essere un tentativo di ingraziarsi gli elettori indo-americani.

Gli americani non vorrebbero alla Casa Bianca né Biden né Trump: troppo vecchi

Presidente statunitense più anziano di sempre – 78 anni – al momento dell’elezione nel 2020, schivando le accuse di demenza senile Biden ha annunciato il 25 aprile 2023 la ricandidatura per un secondo mandato assieme alla vice Kamala Harris: dovesse vincere, resterebbe alla Casa Bianca fino a 86 anni. Se la prospettiva fa venire il mal di testa ai repubblicani (trumpiani e non), non entusiasma nemmeno buona parte dei democratici. Secondo un sondaggio condotto a marzo da Nbc News, il 70 per cento degli americani non vorrebbe alla Casa Bianca né Trump né Biden, considerati entrambi troppo vecchi. In base a un’altra indagine condotta da YouGov, il 38 per cento dei cittadini si dice già esausto alla prospettiva della sfida tra lui e Trump, il 23 per cento triste e il 23 per cento arrabbiato. Per quanto riguarda gli elettori democratici, a Nbc News il 70 per cento degli intervistati avrebbe preferito che Biden non si fosse ricandidato, rispetto a solo il 26 per cento che invece si era detto favorevole. Tra coloro che non volevano la sua ricandidatura, il 69 per cento aveva citato l’età come motivo, con il 48 per cento che lo aveva definito un motivo importante. Secondo lo stesso sondaggio, a ogni modo, il 41 per cento degli elettori americani è pronto a votare Biden nel 2024, mentre il 47 per cento sosterrà il candidato repubblicano, chiunque esso sia.

Le gaffe di Joe Biden e il dibattito sulla sua età: il presidente degli Stati Uniti è troppo vecchio per ricandidarsi?
Joe Biden ha annunciato la ricandidatura per il 2024 (Getty Images).

Biden ha superato con successo il check-up di routine annuale

Per la cronaca, a febbraio Biden – che si allena cinque volte a settimana – si è sottoposto al check-up di routine annuale, che ha stabilito come sia «perfettamente in grado di svolgere con successo i doveri della presidenza». Nella norma i risultati degli esami condotti a testa, orecchie, occhi, naso e gola, in più un esame neurologico «particolarmente dettagliato» non ha evidenziato risultati coerenti con rischi di ictus, sclerosi multipla o morbo di Parkinson. Il medico si è limitato ha prescrivere dei plantari personalizzati a Biden, a causa della sua «andatura rigida».

Incidente a San Siro, morto un motociclista: l’altro è ancora grave

Poco dopo le ore 17 di ieri, mercoledì 28 giugno, è avvenuto un tremendo scontro frontale tra due moto sulla statale Regina a San Siro (in provincia di Como) in località Santa Maria. Nello schianto una persona ha perso la vita, mentre l’altra è stata ricoverata in ospedale e versa in gravi condizioni.

Incidente sulla statale a San Siro mercoledì 28 giugno: chi è la vittima e chi l’altra persona ferita

Si chiamava Cristian Braga e aveva 35 anni la vittima del sinistro stradale avvenuto ieri: in base a quanto riportano i media locali era residente nel comune di Dongo. La morte è sopraggiunta nel giro di poche ore: dopo lo scontro con l’altra moto il ragazzo è finito dritto contro il muro di un’abitazione, riportando ferite gravissime. Del tutto inutili i tentativi da parte del 118, che ha cercato di rianimarlo per diversi minuti dopo averlo ritrovato privo di sensi, per poi trasportarlo al vicino ospedale di Gravedona, dove è alla fine deceduto. In base a quanto riporta “La Provincia di Como” sembra che l’uomo stesse tornando dal lavoro.

A bordo dell’altro mezzo coinvolto nell’incidente c’era invece un 34enne di Grandola ed Uniti (Giorgio Vida) trasportato in elisoccorso in gravi condizioni all’ospedale di Varese, dove si trova in queste ore ancora ricoverato.

La dinamica dell’incidente: si parla di un possibile sorpasso fatale

Stando alla ricostruzione delle autorità locali giunte immediatamente sul posto, lo scontro tra i due mezzi a due ruote è avvenuto all’altezza della Chiesa di Santa Maria Assunta. Per consentire l’intervento dei soccorsi i carabinieri di Menaggio e la polizia stradale hanno tra l’altro dovuto interrompere la circolazione sulla carreggiata per quasi due ore dopo il dramma.

Le autorità stanno effettuando tutti gli accertamenti del caso sulla tragedia, ma secondo le prime indiscrezioni sembra che a causare il frontale fra le due moto ci sia stato un sorpasso azzardato.

Silvestrin chiarisce i motivi dell’attacco a Fedez: «LOVE MI fa danni ingenti»

Dopo l’attacco su Twitter a Fedez e al suo concerto di beneficenza LOVE MI, il regista e veejey Enrico Silvestrin ha voluto spiegare il perché dei suoi toni chiarendo cosa rappresenta per lui l’evento di Piazza Duomo.

Silvestrin chiarisce i motivi dell’attacco a Fedez

Dopo aver accusato il rapper di essere «il divulgatore della mer*a di questo paese» ed essersi scagliato contro la messa in onda in prima serata del suo concerto, Silvestrin ha così chiarito la sua posizione: «Per chiarire. LOVE MI fa danni ingenti tanto quanti ne fa una Virgin o una RadioFreccia. Quando l’alternativa al degrado odierno è la nostalgia da karaoke che non aggiunge nulla, allora l’ecosistema puzza pure di morto. Serve altro. Serve aprire la finestra. Il problema è non conoscere il pregresso. Pensare che in un tweet ci sia l’intera ed esaustiva riflessione. Quattro anni di battaglie contro questo sistema di cui non siete a conoscenza. Facile dire boomer. Non è confronto tra ieri e oggi. Per me è tra oggi ed oggi».

«A criticare siamo capaci tutti»

Il conduttore radiofonico ha poi risposto agli utenti che l’hanno criticato per le sue esternazioni: «Siamo una provincetta. Si attacca la persona per screditare l’opinione. Ci si infastidisce al solo pensiero di poter intaccare lo status quo. Si attacca più la soluzione che non il problema. Spiace dirlo, ma questo siamo. A criticare siamo capaci tutti. A fare, a costruire, a decostruire, a proporre, purtroppo solo pochissimi. Ecco perché non andiamo da nessuna parte. E la cosa risibile è che critichiate le alternative tanto quanto il mainstream. Criticate perché vi da l’idea di esistere». Ha infine concluso il suo sfogo sottolineando, ancora una volta, il suo pensiero: «Questo paese è chiuso in se stesso ma, prima di chiuderlo, era già povero culturalmente. Ora si replica una matrice scadente con copie ancora più scadenti. Non sappiamo nulla di cosa sia la musica nel resto del mondo. Si stanno facendo danni immensi. Ai giovani serve il presente».

Squid Game 2, svelato il cast completo: le novità sulla serie Netflix

Squid Game si appresta a tornare con la seconda stagione e iniziano a circolare le prime anticipazioni. Sebbene la produzione non debba iniziare prima della fine del 2023, con uscita prevista per l’anno successivo, il cast è finalmente completo. La serie cult ha infatti trovato gli ultimi interpreti che andranno ad affiancare i volti della prima stagione nei nuovi e sadici giochi di sopravvivenza. Si sa invece ancora poco sulla trama, che dovrebbe riprendere là dove la storia si era conclusa. Con oltre 2,2 miliardi di ore di visualizzazione in tutto il mondo Squid Game è, a due anni dall’uscita, ancora la serie Netflix più vista di sempre. Intanto a novembre debutterà Squid Game: The Challenge, il reality show ispirato alla serie.

LEGGI ANCHE: Netflix annuncia le novità di luglio 2023: da Il Principe a Mare Fuori 3

Squid Game 2, i nuovi nomi del cast e le anticipazioni sulla trama della serie

Come riporta l’Hollywood Reporter, Netflix ha completato il cast di Squid Game 2 arruolando otto nuovi attori sudcoreani. Molti di loro hanno già lavorato in importanti produzioni orientali che hanno avuto un grande successo in patria. Hanno firmato per la seconda stagione infatti Park Gyu-youn e Lee Jin-uk, noti per aver partecipato alle prime due stagioni di Sweet Home. Ci saranno anche Kang Ae-sim, già visto in Move to Heaven e Won Ji-an, che ha debuttato sul piccolo schermo nella serie D.P., mentre Lee David e Lee Jin-uk hanno lavorato in passato con il regista Hwang Dong-hyuk. A loro si aggiungeranno anche Jo Yu-ri, Choi Seung-hyun e Roh Jae-won. Al Tudum del 17 giugno invece Netflix aveva annunciato altre quattro new entry di Squid Game 2, ossia ??Yim Si-wan, Kang Ha-neul, Park Sung-hoon e Yang Dong-geun. Ignote ancora le parti che interpreteranno nella serie così come la trama.

Netflix ha annunciato gli attori di Squid Game 2. A novembre arriva il reality show ispirato alle puntate ma già al centro delle polemiche.
I nuovi attori nel cast di “Squid Game 2” (Netflix, Twitter).

In attesa che inizino le riprese, i fan iniziano a ipotizzare sui social come potrebbe proseguire la storia. Alla fine della prima stagione Gi-hun (Lee Jung-jae), il protagonista della serie, aveva scoperto che la vera mente della macchina mortale fosse il suo compagno di avventure, il giocatore 001. Ridotto in miseria nonostante la vittoria della competizione e di un ricco premio in denaro, Gi-hun aveva deciso di dedicare la sua vita a distruggere l’organizzazione criminale una volta per tutte. È probabile dunque che Squid Game 2 riparta proprio da questo punto, con il protagonista intento ad architettare un piano in grado di riportare l’ordine e salvare migliaia di vite. Per farlo, è possibile che dovrà ancora una volta affrontare le sfide mortali per distruggere il gioco dall’interno.

A novembre il primo reality show ispirato alla serie tv

Durante il Tudum del 17 giugno Netflix ha anche mostrato il primo trailer di Squid Game: The Challenge, reality show che si ispira alla serie tv. Girato in inverno, arriverà sulla piattaforma nel mese di novembre. Come nelle puntate di Hwang Dong-hyuk, 456 concorrenti provenienti da tutto il mondo si sono ritrovati in un hangar dove hanno affrontato particolari sfide che ricordano molto quelle del cult televisivo. Con l’unica differenza che nessuno muore in caso di mancata qualificazione al turno successivo. «Il destino peggiore sarà tornare a casa a mani vuote», ha assicurato Netflix nel presentare il reality. Identico il premio in palio: 4,56 milioni di dollari. Nel filmato è possibile vedere i giocatori nella celebre prova “Un, due, tre, stella” con la bambola robot Hyung-hee.

Nonostante le rassicurazioni di Netflix, tre concorrenti hanno raccontato in anonimato a Variety «condizioni disumane sul set», prontamente smentite dallo streamer. Costretti a svegliarsi alle 3.30 del mattino, hanno lavorato al freddo per sessioni di oltre sette ore, inframezzate da poche pause di appena 15 minuti. In tanti avrebbero accusato malori tanto da rendere necessario l’intervento del personale medico.

Silius, minatori occupano due pozzi a 600 metri di profondità per protesta

Tumulti nel Sud Sardegna, dove in queste ore sono in corso delle feroci proteste da parte di alcuni minatori che si stanno lamentando per le loro attuali condizioni di lavoro, considerate non adeguate.

Minatori in rivolta a Silius, occupati due pozzi a 600 metri di profondità: la denuncia della CGIL

Sta succedendo tutto in queste ore a 50 km circa da Cagliari, nel comune di Silius, dove i lavoratori della miniera locale (ricca di materiali come la fluorite e il quarzo) hanno occupato due pozzi di 600 metri di profondità per protestare contro i loro attuali datori di lavoro. A spiegare più nel dettaglio le motivazioni dietro alla protesta è stata la CGIL, che con un comunicato ha precisato che le rimostranze dei dipendenti sono legate «all’assenza di certezze sul futuro in vista della ripartenza dell’attività estrattiva assegnata dalla Regione attraverso una concessione pubblica a una società privata dal primo luglio».

I lavoratori si sono così calati in profondità nelle due miniere, dove hanno intenzione di rimanere senza spostarsi di un centimetro, perlomeno fino a quando le richieste riguardo al loro futuro sul posto di lavoro non verranno accettate.

Parla Giampiero Manca della CGIL di Cagliari.

A esprimersi nel merito della delicata questione in queste ore anche il portavoce del sindacato del capoluogo sardo Giampiero Manca, che a proposito ha sottolineato: «Ci sono diversi problemi per quanto riguarda la miniera di Gennas Tres Montis. Intanto il 23 giugno i lavoratori hanno saputo che non sarebbe stata pagata questa mensilità ai minatori che operano in questo sito. Poi a fronte di una delibera della giunta regionale che definisce che i lavoratori possono essere impiegati a San Basilio e Silius e nelle aeree limitrofe, per alcuni di loro è stato previsto il trasferimento anche a Lula, nel Nuorese, a 200 km di distanza. Infine il privato che subentrerà l’1 luglio non si è mai presentato né ai sindacati né ai lavoratori: è stato convocato per venerdì un incontro e non sappiamo se verrà».

Scuola, crediti vincolati alla condotta e bocciatura per violazioni del regolamento

Si è tenuta ieri mercoledì 28 giugno alla Camera, la seduta durante la quale è stata presentata, tra le varie, l’interrogazione a risposta immediata con riferimento alle «iniziative relative al voto di condotta, anche al fine di tutelare l’autorevolezza del corpo docente e di ricomporre il patto educativo scuola-famiglia (Sasso – LEGA)». L’onorevole Sasso, in relazione agli ultimi fatti sull’aggressione dell’insegnante a Rovigo, ha parlato di atti spesso «derubricati in bravata» e ha chiesto al ministro dell’Istruzione e del merito Giuseppe Valditara quali misure avrebbe intrapreso per contrastare episodi di tale entità, ribadendo che la Lega sarebbe stata al suo fianco.

Valditara: «Ripensato voto condotta e misura sospensione»

Il prof. Valditara ha annunciato di essersi riunito ieri con lo staff tecnico, proprio poche ore prima della seduta alla Camera: «Abbiamo delineato alcune misure che ridanno centralità alla condotta dello studente, al comportamento, abbiamo ripensato l’istituto della sospensione, abbiamo immaginato delle attività di cittadinanza solidale, abbiamo immaginato anche la necessità di più scuola, più impegno, più studio nei confronti di quei ragazzi che si sono resi responsabili di atti di bullismo». Il ministro ha confermato che molto presto veranno annunciate le misure in questione, definite come un modo per dare un segnale di «rigore e serietà» al corpo docente.

Voto in condotta e valutazione del comportamento

Secondo le novità a firma del ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara gli studenti delle scuole medie e superiori potrebbero vedersi «rimandati in condotta». Chi chiude l’anno con il 6 in comportamento alle scuole superiori avrà il debito in educazione civica, che potrà recuperare a settembre. Sì alla valutazione della bocciatura per cattivo comportamento quando si è davanti a ripetute condotte di violazione del regolamento di istituto. Particolare attenzione verrà prestata al comportamento dello studente durante l’intero anno scolastico, non solo per singolo quadrimestre, comportamento che potrebbe diventare l’ago della bilancia per l’attribuzione dei crediti alla Maturità.

 

 

 

Alessandro Barbero: biografia e vita privata dello storico

Alessandro Barbero, nato a Torino il 30 aprile 1959, è uno storico e scrittore. La fase in cui si è specializzato è il Medioevo ed è appassionato di storia militare.

Alessandro Barbero: biografia e carriera

Il giornalista si è laureato nel 1981 in Lettere con una tesi sulla Storia Medievale all’Università degli studi di Torino. Tre anni dopo ha conseguito un dottorato presso la Scuola Normale di Pisa e, dal 1998, è stato prima professore associato e poi ordinario di Storia medievale al Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università degli Studi del Piemonte Orientale Amedeo Avogadro. Lo scrittore è stato membro del comitato direttivo del Premio Strega, da cui si è dimesso nel marzo 2013, ed è inoltre membro del comitato di redazione della rivista Storica. Collabora poi con la rivista Medioevo e i quotidiani La Stampa e Il Sole 24 Ore. Nel 2012 ha vinto il Premio Le Goff e nel 2018 il Premio Alassio per l’informazione culturale. Due anni dopo è stato riconosciuto come Testimone del tempo durante la 53ª edizione del Premio Acqui Storia. Nel 2010 è diventato famoso su YouTube per i suoi video su temi come il Medioevo, la storia greca e romana ma anche le guerre napoleoniche.

Alessandro Barbero, una vita dedicata alla divulgazione storica in tv e non solo
Alessandro Barbero (Facebook).

Dal 2013 è conduttore del programma a.C.d.C. in onda su Rai Storia e dal 2013 al 2017 è stato membro del comitato scientifico della trasmissione Rai 3 Il tempo e la storia. Nel 2021 ha partecipato a molti convegni e incontri in tutta l’Italia per le celebrazioni del settecentesimo anniversario della morte di Dante Alighieri.

Alessandro Barbero: la vita privata

Essendo una persona molto riservata, poco si sa sulla sua sfera privata. È sposato con una donna di nome Flavia che con lui condivide la passione per la cultura e la storia. La coppia ha anche un figlio che lavora a Parigi nel mondo del giornalismo.

Monica Bellucci conferma la relazione con Tim Burton: «Sono felice, lo amo»

Monica Bellucci e Tim Burton sono ufficialmente una coppia, adesso non ci sono proprio più dubbi di sorta a riguardo. Dopo settimane di gossip scatenati da uno scatto rubato apparso di recente sulla stampa francese, la coppia è definitivamente uscita allo scoperto.

Monica Bellucci conferma la relazione con Tim Burton: «Sono felice, lo amo»

La conferma del rapporto amoroso è giunta nelle scorse ore sulle pagine del magazine ELLE France, a cui Monica Bellucci (naturalizzata francese da anni) ha concesso una lunga intervista esclusiva. «Sono felice di averlo incontrato, è il compagno della mia vita, lo amo», ha dichiarato l’attrice di Città di Castello, che ha poi aggiunto «Quello che posso dire è che sono molto felice di aver incontrato l’uomo, prima di tutto. È uno di quegli incontri che ti capitano raramente nella vita, conosco l’uomo, lo amo, e ora conoscerò il regista. Inizia un’altra avventura. Io amo Tim. E ho un grande rispetto per Tim Burton».

I due si sono incontrati per la prima volta in assoluto in occasione del Festival di Cannes del 2006. La passione vera però è sbocciata soltanto di recente, nell’estate del 2022, dopo che entrambi hanno avuto la possibilità di partecipare al Lumière Film Festival di Lione. A febbraio di quest’anno, poi, l’esclusiva del magazine francese Paris Match: i paparazzi della rivista avevano pizzicato i due insieme a braccetto mentre passeggiavano tranquillamente per la strada. Nessuno dei due aveva mai commentato la foto, perlomeno fino alla conferma di queste ore da parte della diretta interessata.

Un nuovo progetto insieme: è in arrivo Beetlejuice

Bellucci avrà l’onore di lavorare al fianco del nuovo compagno videomaker proprio in questi mesi: l’ex modella è infatti stata scelta da Burton per un ruolo molto importante nella commedia horror Beetlejuice 2, il sequel del celeberrimo film anni ’80 diretto dal medesimo regista con protagonisti Michael Keaton e Winona Ryder. La pellicola uscirà nelle sale il 5 settembre 2024.

Giulia De Lellis nel cast di Mare Fuori? L’influencer avvistata ai provini per il musical

Giulia De Lellis è stata avvistata ai provini per il musical di Mare Fuori. Lo spettacolo teatrale sarà diretto da Alessandro Siani e debutterà al Teatro Augusteo di Napoli il 14 dicembre.

Giulia De Lellis avvistata ai provini del musical di Mare Fuori

Dopo il grande successo televisivo della serie televisiva, c’è grande attesa per l’arrivo in teatro del format. Lo spettacolo, prodotto da Best Live, avrà tra i protagonisti alcuni dei volti più amati della fiction come Maria Esposito, l’attrice che interpreta Rosa Ricci. Ma ai provini del cast è stata avvistata a sorpresa anche Giulia De Lellis. A rendere nota la notizia è stato il settimanale Chi che intitola: «Ai provini di #MareFuori, il musical teatrale con la regia di Alessandro Siani, tra gli aspiranti attori si è presentata anche Giulia De Lellis. L’influencer sogna un futuro sul palcoscenico?». Al momento non è arrivato alcun commento dall’ex di Uomini e Donne. La realizzazione del musical era stata anticipata qualche mese fa e lo scorso 19 luglio, al teatro Brancaccio di Roma, si sono tenute le selezioni per il cast – proprio in questa circostanza è stata notata la De Lellis. In realtà non è chiaro se fosse lì per i provini o se abbia accompagnato qualcuno. Per l’influencer, comunque, non si tratterebbe di un debutto nella recitazione in quanto ha preso parte, come attrice protagonista, al film Genitori vs Influencer al fianco di Fabio Volo.

Alessandro Siani (Getty Images).

Le date dello spettacolo

Alessandro Siani, regista del musical, ha così dichiarato in merito al progetto: «Volevamo portare questa meravigliosa storia che racconta una realtà cruda di Napoli ma che è molto altro. Grazie al cast di Mare Fuori ci buttiamo in questa nuova sfida musicale, anche con le canzoni originali della serie». Qui tutte le date e i luoghi della tournée:

  • Napoli Teatro Augusteo dal 14 dicembre 2023
  • Ragusa Teatro Duemila dal 20 gennaio 2024
  • Torino Teatro Alfieri dal 1° febbraio 2024
  • Milano Teatro Arcimboldi dal 14 febbraio 2024
  • Bari Teatro Team dal 23 febbraio 2024
  • Roma Teatro Brancaccio dal 1° marzo 2024
  • Bologna Teatro Europa dal 15 marzo 2024.

 

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