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Le gaffe di Biden riaprono il dibattito: troppo vecchio per la Casa Bianca?
Joe Biden c’è cascato di nuovo. Parlando con i giornalisti della tentata marcia su Mosca delle milizie del gruppo Wagner, coordinate da Yevgeny Prigozhin, il presidente americano ha detto che Vladimir Putin «sta chiaramente perdendo la guerra in Iraq». Un po’ troppo, persino considerando una certa prospettiva americano-centrica, attenuante da tenere in conto quanto a rilasciare dichiarazioni è un inquilino della Casa Bianca.
Biden was asked: "To what extent has Vladimir Putin been weakened by recent events?"
Biden: "It's hard to tell, but he is clearly losing the war in Iraq. He is losing war at home." pic.twitter.com/JXnaEwerda
— unusual_whales (@unusual_whales) June 28, 2023
Baghdad come Kyiv, il deserto arabico come la steppa ucraina. Dal Make America Great Again trumpiano al Make American Gaffe Again bideniano è un attimo, un battito di ciglia e Joe può scivolare di nuovo. Se da questa parte dell’oceano gli svarioni del presidente Usa fanno sorridere, a Washington e dintorni se lo stanno chiedendo da tempo: sarà davvero il caso che l’80enne Joe resti per un altro quadriennio al 1600 di Pennsylvania Avenue?
Quel «God save the Queen, man» diventato virale
«I’m a gaffe machine», ammetteva serenamente già anni fa Biden, con una buona dose di autoironia. Una macchina da gaffe, alimentata dalla propensione a lasciarsi andare a frasi sconvenienti e poco opportune. Di recente, durante un evento per la raccolta di fondi elettorali, Biden è tornato sul caso dei palloni-spia definendo «dittatore» Xi Jinping: peccato che il capo della diplomazia a stelle e strisce Anthony Blinken fosse appena tornato da un viaggio in Cina che aveva avuto lo scopo di allentare le tensioni tra i due Paesi. Pochi giorni prima aveva chiuso il suo intervento al National Safer Communities Summit con la frase «God save the Queen, man», ma la compianta Regina d’Inghilterra non c’entrava nulla, e nemmeno l’inno nazionale del Regno Unito: forse il modo di dire è stato “scambiato” con il «God bless America» spesso usato dai presidenti Usa per congedarsi. Ovviamente, la gaffe di Biden era diventata virale sui social.
Biden wraps up his remarks in Connecticut: "Alright, God save the queen, man" pic.twitter.com/NJShsIA1eg
— RNC Research (@RNCResearch) June 16, 2023
La mano sul cuore durante l’inno… indiano
Sempre a fine giugno, durante la visita a Washington del presidente dell’India Narendra Modi, Biden si è messo la mano sul cuore durante l’inno… però quello indiano, non americano: quando si è accorto dell’errore, l’ha fatta scivolare lentamente, ma ormai pure l’ennesima figuraccia era entrata negli archivi.
Breaking news: Joe Biden is Indian!
Okay, actually the US president just seems to have mixed up national anthems: Biden slowly lowers his hand from his heart after realizing that it’s the Indian national anthem playing
credit sputnik telegram. pic.twitter.com/VzpM5h0q1O
— Angelo Giuliano / living in (@Angelo4justice3) June 22, 2023
La stretta di mano nel vuoto dopo il comizio
Ad aprile 2022, terminato un discorso all’Università statale della Carolina del Nord, Biden tra gli applausi si era girato alla sua destra, porgendo la mano per una stretta. Solo che al suo fianco non c’era nessuno. Dopo attimi di smarrimento super cringe, era poi sceso dal palco. Una scena praticamente identica si era verificata a ottobre 2021, sempre alla fine di un comizio.
After Biden finished his speech, he turned around and tried to shake hands with thin air and then wandered around looking confused pic.twitter.com/ZN00TLdUUo
— Washington Free Beacon (@FreeBeacon) April 14, 2022
A gennaio 2022, senza rendersi conto di avere il microfono ancora aperto, Biden aveva insultato un giornalista di Fox News, definendolo «stupido figlio di puttana». A marzo, nei primi giorni dell’invasione russa dell’Ucraina, aveva detto: «Putin potrà circondare Kyiv con i carri armati, ma non avrà mai il cuore degli iraniani». A giugno, in una conferenza stampa al termine del vertice della Nato a Madrid, aveva invece confuso la Svezia con la Svizzera.
Trump punta molto sulle gaffe del rivale: «Demenza senile»
Il rivale Donald Trump punta da tempo sulle gaffe di Biden. «I dottori hanno sbagliato la diagnosi. Non ha di nuovo il Covid, altrimenti detto il virus della Cina, bensì la demenza senile», ha scritto a luglio 2022 il tycoon sul suo social Truth. Un commento offensivo, rivolto tra l’altro a un uomo poco più anziano di lui: se Joe è un classe 1942, Donald è del 1946. Premesso che dopo una certa età ogni anno può fare la differenza, a parziale “discolpa” di Biden c’è da sottolineare che lui, certe gaffe, l’ha sempre fatte.
Nel 2008 definì Obama «il primo afroamericano in politica pulito e di bell’aspetto»
Nel 2019, durante una riunione di raccolta fondi disse: «Margaret Thatcher è seriamente preoccupata per gli Stati Uniti sotto la guida di Trump», scambiando l’allora premier britannica Theresa May con la Lady di ferro morta nel 2013. Nel 2010, in occasione della Festa di San Patrizio, si rivolse all’allora capo di governo irlandese Brian Cowen, dicendogli: «Sua madre ha vissuto per 10 anni a Long Island, che riposi in pace». Di fronte allo stupore generale e a qualche risata si corresse: «Ah, è suo padre che è morto, la mamma è ancora viva». Nel 2008 fu accusato di razzismo per aver definito Barack Obama «il primo afroamericano in politica eloquente, brillante, pulito e di bell’aspetto». Nello stesso anno, in piena campagna presidenziale, nel corso di un comizio in Missouri si rivolse con grande trasporto a un senatore locale: «Dai alzati Chuck! Fatti vedere, goditi i meritati applausi. Alzati!». Peccato che Chuck Graham fosse paraplegico. Nel 2006, poco prima di candidarsi alle primarie democratiche disse: «Nel Delaware non puoi andare da 7-Eleven o Dunkin’ Donuts a meno che tu non abbia un leggero accento indiano». Voleva essere un tentativo di ingraziarsi gli elettori indo-americani.
Gli americani non vorrebbero alla Casa Bianca né Biden né Trump: troppo vecchi
Presidente statunitense più anziano di sempre – 78 anni – al momento dell’elezione nel 2020, schivando le accuse di demenza senile Biden ha annunciato il 25 aprile 2023 la ricandidatura per un secondo mandato assieme alla vice Kamala Harris: dovesse vincere, resterebbe alla Casa Bianca fino a 86 anni. Se la prospettiva fa venire il mal di testa ai repubblicani (trumpiani e non), non entusiasma nemmeno buona parte dei democratici. Secondo un sondaggio condotto a marzo da Nbc News, il 70 per cento degli americani non vorrebbe alla Casa Bianca né Trump né Biden, considerati entrambi troppo vecchi. In base a un’altra indagine condotta da YouGov, il 38 per cento dei cittadini si dice già esausto alla prospettiva della sfida tra lui e Trump, il 23 per cento triste e il 23 per cento arrabbiato. Per quanto riguarda gli elettori democratici, a Nbc News il 70 per cento degli intervistati avrebbe preferito che Biden non si fosse ricandidato, rispetto a solo il 26 per cento che invece si era detto favorevole. Tra coloro che non volevano la sua ricandidatura, il 69 per cento aveva citato l’età come motivo, con il 48 per cento che lo aveva definito un motivo importante. Secondo lo stesso sondaggio, a ogni modo, il 41 per cento degli elettori americani è pronto a votare Biden nel 2024, mentre il 47 per cento sosterrà il candidato repubblicano, chiunque esso sia.
Biden ha superato con successo il check-up di routine annuale
Per la cronaca, a febbraio Biden – che si allena cinque volte a settimana – si è sottoposto al check-up di routine annuale, che ha stabilito come sia «perfettamente in grado di svolgere con successo i doveri della presidenza». Nella norma i risultati degli esami condotti a testa, orecchie, occhi, naso e gola, in più un esame neurologico «particolarmente dettagliato» non ha evidenziato risultati coerenti con rischi di ictus, sclerosi multipla o morbo di Parkinson. Il medico si è limitato ha prescrivere dei plantari personalizzati a Biden, a causa della sua «andatura rigida».