Monthly Archives: Giugno 2023

Casal Di Principe, ragazzo di 18 anni ucciso in strada a coltellate

Si chiamava Giuseppe Turco il 18enne massacrato nella notte a colpi di coltellate a Casal di Principe, in provincia di Caserta, dopo essere stato coinvolto in una violenta lite dal tragico epilogo.

Giovane accoltellato e ucciso a Casal di Principe: litigio per colpa di una ragazza

In base alla ricostruzione degli inquirenti che si stanno occupando del drammatico caso, sembra che il ragazzo, appena maggiorenne, si fosse ritrovato in mezzo ad un’accesa discussione con un altro coetaneo del suo paese, scatenatasi proprio nella piazza centrale di Casal di Principe forse per colpa di una ragazza. Prima sono volate parole pesanti, poi si è purtroppo passati anche ai fatti: ad un certo punto infatti l’aggressore ha tirato fuori un coltello, piantandolo con violenza nell’addome di Turco, per il quale non c’è purtrppo stato nulla da fare. Il giovane ha perso la vita sul colpo: a nulla, dunque, è servito l’immediato intervento dell’ambulanza, chiamata per intervenire sul posto prima che fosse troppo tardi. Quando il 118 è arrivato, infatti, il ragazzino era già morto da qualche minuto.

La cittadina del Casertano è, comprensibilmente, sconvolta: la vittima dell’aggressione era il figlio di un artigiano molto noto e amato nella zona di Villa Literno e lo stesso Turco veniva descritto, come riporta CasertaToday, come un ragazzo vivace e sempre molto educato.

Polizia al lavoro: il sindaco chiede maggior sicurezza

Le forze dell’ordine sono impegnate in queste ore nelle ricerche del responsabile del crimine, che però deve ancora essere individuato. La speranza è che le telecamere di sorveglianza presenti in piazza possano aiutare la polizia nella ricostruzione della dinamica dell’accaduto.

Nel frattempo Renato Natale, il sindaco di Casal di Principe, ha rilasciato una nota con la quale ha confermato ai suoi concittadini di essere intenzionato ad aumentare i controlli di sicurezza nel comune campano. Qui le dichiarazioni del primo cittadino: «Quanto è successo in Piazza villa ci lascia sgomenti, un ragazzo di 18 anni che perde la vita per mano di un altro giovane è una di quelle notizie che non vorremo mai sentire. Non conosciamo la dinamica di questo grave fatto di sangue; sappiamo che magistratura e forze dell’ordine stanno lavorando per definire e chiarire le modalità con cui si è arrivati alla tragica conclusione».

Il sindaco ha poi precisato: «Noi non possiamo che esprimere la nostra costernazione e la vicinanza alla comunità di villa Literno a cui apparteneva la vittima e alla sua famiglia. Ho già inviato ai responsabili dell’ordine pubblico, che già svolgono un importante lavoro sul territorio la richiesta di fare un ulteriore sforzo per garantire presidi permanenti nei luoghi di maggiore affluenza giovanile. Nel contempo ho convocato una riunione straordinaria per lunedì con le organizzazioni giovanili, per riflettere su quanto è avvenuto e verificare la possibilità con la collaborazione di tutti di mettere in campo adeguate iniziative socio culturali in grado di prevenire fenomeni di questo tipo».

Washington, latitante arrestato vicino alla casa di Obama: nel suo furgone armi ed esplosivo

A Washington, nei pressi dell’abitazione dell’ex presidente americano Barack Obama, è finito in manette un uomo che aveva partecipato all’assalto del Campidoglio del gennaio 2020 e che da allora era latitante. Taylor Taranto, 37 anni, è stato trovato in possesso di «diverse armi» e «materiale per fabbricare bombe», fa sapere la polizia. Originario di Seattle, era già raggiunto da un mandato di arresto in relazione ai fatti di Capitol Hill e aveva minacciato in precedenza un altro personaggio pubblico, di cui però non è stata rivelata l’identità.

Washington, latitante arrestato vicino alla casa di Barack Obama: nel suo furgone armi e materiale esplosivo.
Taylor Taranto.

Da tempo il latitante viveva in un furgone vicino al carcere di Washington

Gli agenti dei servizi segreti si sono messi all’inseguimento di Taranto, descritto dalla stampa Usa come «un sostenitore di Donald Trump dalla mentalità cospirativa», dopo averlo individuato a pochi isolati dalla casa degli Obama. Come riportano i media statunitensi, da tempo Taranto viveva in un furgone vicino al carcere di Washington, dove sono detenute diverse persone arrestate a seguito dell’assalto al Campidoglio. Il van, con armi e materiale esplosivo all’interno, è stato trovato vicino al luogo dell’arresto.

Taranto al Campidoglio avrebbe malmenato un agente, che poi si è suicidato

Per quanto riguarda i fatti di Capitol Hill, Taranto avrebbe picchiato quel giorno l’agente Jeffrey Smith, utilizzando un’asta metallica. Il poliziotto, che aveva riportato una commozione cerebrale, dopo otto giorni era stato richiamato in servizio, anche se aveva iniziato ad accusare repentini sbalzi di umore e sintomi depressivi: si è poi ucciso in auto mentre si recava sul posto di lavoro. Al Campidoglio, inoltre, Taranto sarebbe stato visto insieme ad Ashli Babbitt, l’attivista QAnon uccisa da un agente durante l’assalto.

Washington, latitante arrestato vicino alla casa di Barack Obama: nel suo furgone armi e materiale esplosivo.
Barack Obama (Getty Images).

Non ci sarebbe alcuna indicazione di una minaccia diretta agli Obama

La polizia del Campidoglio degli Stati Uniti «ha assistito nelle indagini a causa della preoccupazione per la sicurezza pubblica e del potenziale di violenza contro i membri del Congresso», ha affermato in una nota Jason Bell, assistente capo ad interim per le operazioni di protezione e intelligence. La Joint Terrorism Task Forces dell’Fbi sta continuando a investigare sulle azioni di Taranto. Al momento non esiste alcuna indicazione che ci fosse una minaccia diretta agli Obama, ha riferito la polizia alla Cnn.

Terza notte di scontri in Francia: 667 le persone fermate

Sale il numero delle persone fermate in Francia durante gli scontri giunti ormai alla terza notte. Secondo il quotidiano Le Monde sarebbero ben 667 e 249 gli agenti feriti. La città maggiormente colpita è Nanterre, la stessa dove, nella giornata di martedì 27 giugno, il giovane Nahel M. è stato ucciso da un agente di polizia durante una normale operazione di controllo stradale. Altri disordini sono stati registrati a Roubaix, Marsiglia, Reunion, Saint-Denis, Port e Saint-André.

Non si fermano gli scontri in Francia, giunti alla terza notte consecutiva. Gli arresti salgono a 667. Registrati 249 agenti feriti.
Francia, scontri tra polizia e cittadini (Getty Images).

Scontri in Francia: interrotto il traffico tranviario

Secondo quanto riportato dal quotidiano francese, sono state schierate 40 mila forze di polizia in tutto il territorio, di cui 5 mila a Parigi, per fronteggiare quanto sta accadendo. Si parla di auto e rifiuti incendiati, autobus «presi a sassate», e saccheggi in diversi negozi, tra cui Nike e Zara. Su richiesta della prefettura della polizia di Parigi, il traffico tranviario è stato interrotto per precauzione in alcune zone. A Pantin, riporta Le Monde, dodici autobus fermi in un centro di stoccaggio sono stati incendiati.

Macron, riunione per valutare lo stato di emergenza

A metà giornata Emmanuel Macron presidierà una nuova riunione della cellula di crisi, che discuterà se proclamare o meno lo stato di emergenza. Il capo dello Stato francese, che si trova a Bruxelles per il Consiglio europeo, potrebbe rientrare anticipatamente. Intanto, il poliziotto che ha sparato a Nahel M. ha chiesto «perdono alla famiglia». Il suo legale ha dichiarato alla BFM-TV: «Non si alza dal letto per uccidere le persone, non voleva uccidere», annunciando il ricorso contro l’arresto del suo assistito accusato di omicidio volontario.

Marracash torna a parlare della relazione con Elodie: «Mai più una storia così»

Una storia d’amore che ha fatto sognare quella tra Marracash ed Elodie, due fra gli artisti più amati della musica italiana, belli e di talento. Agli occhi dei fan erano la coppia perfetta, tanto che dopo due anni dalla loro rottura sono ancora nell’immaginario collettivo. Un peso mediatico che Marracash ha ammesso di non sopportare.

Marracash torna a parlare della relazione con Elodie

Il rapper è stato ospite da Gianluca Gazzoli nel podcast sul canale TikTok, Basement_BSMT, dove è stato invitato per parlare del suo nuovo singolo. Tra i vari argomenti trattati anche la relazione con Elodie. A tirare in ballo la vecchia storia d’amore con la cantante romana è stato proprio lui, che ha voluto sottolineare che la storia è stata esposta mediaticamente in maniera eccessiva, un peso che ancora si fa sentire. L’artista ha ribadito: «E’ un bel ca**o anche quello, anche quella è una bella cosa che non rifarò mai più. Perché poi anche lì non ti sganci mai più. Ancora c’è gente che scrive…Sono passati due anni da quando è finita la mia ultima storia e c’è ancora gente…Immagino anche a lei». Troppo clamore per il rapper, un peso che non riesce a gestire ed ammette: «È stata anche una storia che ha colpito tantissimo l’immaginario italiano, quindi lo capisco. Però, ecco, non fa per me tutto questo tam tam mediatico».

Marracash torna a parlare della sua storia con Elodie. Una relazione dal peso mediatico insopportabile.
Elodie (Getty Images).

Marracash si è detto insofferente a tutta questa attenzione e per questo in futuro, ha confidato, non vuole più storie così: «Il fatto che si parli continuamente di cosa fa uno, di cosa fa l’altro…Boh, a me è un po’ successo per caso. C’è gente che fantastica e anche che esige, che vuole, che critica, che rompe…Capisci? Cioè diventa veramente una storia in cui la gente dice la sua».

Il bando Cdp per la pubblicità, Galateri di Genola nel cda di Polifin e le altre pillole del giorno

Come bando è di quelli da urlo: in palio ci sono 4,2 milioni di euro. È quello di Cdp per «l’affidamento dei servizi di pianificazione, acquisto e monitoraggio di spazi pubblicitari». Termine per il ricevimento delle offerte il prossimo 10 luglio. Forse Dario Scannapieco ha capito che è meglio non avere il braccino corto oppure tutto sarà appannaggio di qualche amico? Ah, saperlo.

Un cda per Galateri

Chi ha detto che Gabriele Galateri di Genola, classe 1947, già presidente di Generali, andava in pensione? L’assemblea degli azionisti di Polifin ha nominato il nuovo consiglio d’amministrazione, ratificando l’ingresso di Galateri. Il gruppo controlla Gewiss, società italiana del settore elettrotecnico che opera nella produzione di soluzioni e prodotti per la domotica, l’energia e l’illuminotecnica per i settori residenziale, terziario e industriale, oltre a Costim e Chorus Life. E pensare che Galateri ha la stessa età di Mario Draghi

Il bando Cdp per la pubblicità, Galateri di Genola nel cda di Polifin e le altre pillole del giorno
Gabriele Galateri di Genola (Imagoeconomica).

Tassa per Velardi

All’estero gli italiani si fanno sempre riconoscere. Un esempio? Il comunicatore, e molto altro ancora, Claudio Velardi confessa di aver fatto un viaggio a Lipsia «alcuni giorni fa», e dopo un elogio del sistema tedesco dove «nessuno mi ha mai chiesto un documento d’identità», ammette di aver alloggiato in un albergo Best Western. Anche lì la permanenza di Velardi è passata liscia, «salvo inviarmi qualche giorno dopo una mail per chiedermi gentilmente il versamento della tassa di soggiorno che non avevo pagato».

Il bando Cdp per la pubblicità, Galateri di Genola nel cda di Polifin e le altre pillole del giorno
Claudio Velardi (Imagoeconomica).

Giubileo, addio a Maurizio Pucci

Se n’è andato Maurizio Pucci, storico dirigente delle aziende comunali romane, amico di Francesco Rutelli e Goffredo Bettini, oltre che dell’attuale sindaco di Roma Roberto Gualtieri che lo aveva incaricato di seguire il prossimo Giubileo del 2025 in qualità di “coordinatore funzionale per i servizi di accoglienza legati all’Anno Santo”. Vecchi scatti avevano ripreso il trio formato da Pucci, Bettini e Rutelli nel cantiere dell’Auditorium Parco della Musica. Pucci era un amante dell’arte, e fino a qualche tempo fa lo si poteva incontrare nelle gallerie nei dintorni di via dei Coronari, intento a comprare quadri. E pensare che sono passati pochi giorni fa dalla firma del “protocollo di legalità per il Giubileo 2025”, con le sigle del prefetto Lamberto Giannini e del primo cittadino Gualtieri.

Portavoce o portasilenzi?

Fuga di comunicatori dal governo, e Mario Sechi non sarà l’ultimo. Si parla di altri due professionisti pronti a fare le valigie, per la difficoltà di “rapportarsi” con il ministro di turno. Si registra intanto l’addio, riportato da Il Foglio, della portavoce di Daniela Santanchè Nicoletta Santucci, ufficialmente per ragioni personali. Per alcuni ministri, in effetti, più di che di portavoce ci sarebbe bisogno di portasilenzi.

Radio Italia Live – Il concerto stasera su Tv8: cantanti, conduttori e a che ora inizia

Stasera 30 giugno 2023 andrà in onda su Tv8, a partire dalle ore 20.40, il concerto Radio Italia Live. L’evento, che si terrà al Foro Italico di Palermo, è gratuito ed è tra i più grandi in Italia in campo musicale.

Radio Italia Live, i cantanti che si esibiranno sul palco stasera 30 giugno 2023

Per Radio Italia Live sono stati scelti alcuni tra i migliori cantanti del momento. L’annuncio dei partecipanti al concerto gratuito di Palermo è stato fatto dal presidente di Radio Italia solomusicaitaliana Mario Volanti. Si tratta di ben 14 cantanti che si esibiranno con i loro migliori successi. Nel dettaglio si tratta di Blanco, Boomdabash, Diodato, Emma, Irama, Levante, Ligabue, Marracash, Mr. Rain, Paola & Chiara, Max Pezzali, Rkomi, Rocco Hunt e Sangiovanni. Tutti gli artisti si esibiranno dal vivo con l’accompagnamento della Radio Italia Live Orchestra diretta dal Maestro Bruno Santori.

Radio Italia Live è un grande concerto gratuito che si terrà a Palermo e che vedrà la partecipazione di tanti ospiti.
Emma Marrone, tra gli artisti che si esibiranno sul palco (Getty Images).

Radio Italia Live, chi sono i conduttori del concerto

La conduzione di Radio Italia Live è stata affidata ai noti Luca Bizzarri e Paolo Kessisoglu, mentre Manola Moslehi sarà nel backstage a raccogliere le emozioni e le sensazioni degli artisti. Completa il cast dei conduttori Daniela Cappelletti che sarà sotto palco per raccontare l’entusiasmo del pubblico. Inoltre, durante il pre show, è previsto un momento di esibizione di Luca Ravenna, lo stand-up comedian dei record che si occuperà di far divertire il pubblico in attesa che gli artisti si esibiscano con i loro più grandi successi.

Radio Italia Live è un grande concerto gratuito che si terrà a Palermo e che vedrà la partecipazione di tanti ospiti.
I conduttori del concerto Luca Bizzarri e Paolo Kessisoglu (Getty Images).

Radio Italia Live, come guardare e a che ora inizia il concerto

L’appuntamento con Radio Italia Live è programmato per stasera venerdì 30 giugno a partire dalle 20.30. Ci sono diversi modi per guardare l’evento in tv in diretta, oltre che su Tv8. Per esempio sintonizzandosi su Radio Italia solomusicaitaliana o Radio Italia Tv, canale 70 e 570 DTT, canale 725 di Sky e canale 35 di TivùSat. Si può guardare il concerto anche via satellite su «Hot Bird» 13° Est. Per coloro che sono residenti in Svizzera è necessario sintonizzarsi su Video Italia HD e in streaming audio/video su radioitalia.it. Sarà inoltre visibile sulle app ufficiali Radio Italia per iOS, Android, Huawei e su tutti i dispositivi Echo, lo smart speaker di Amazon. Inoltre, la diretta sarà trasmessa in contemporanea su Sky Uno e in streaming sulla piattaforma NOW.

Radio Italia Live, le parole di Alessandro e Mario Volanti

Il presidente di Radio Italia solomusicaitaliana Mario Volanti ha voluto fare una promessa agli spettatori che assisteranno al concerto: «Il cast che siamo riusciti a creare per l’evento è sicuramente di altissimo livello e anche in questo caso proveremo ad accontentare tutte le generazioni di nostri ascoltatori che affolleranno il prossimo 30 giugno il Foro Italico. Abbiamo iniziato il conto alla rovescia che ci porterà (…) a vivere una serata di grande musica e partecipazione». Gli ha fatto eco Alessandro Volanti, direttore Marketing e Commerciale Radio Italia, che ha affermato: «Nel 2019 gli eventi di Milano e Palermo hanno raggiunto una total audience di 14 milioni di persone (fonte: GroupM). In questi cinque anni non abbiamo mai smesso di crescere e quindi ci aspettiamo di fare ancora meglio!».

L’Albatross – Oltre la tempesta stasera su Rai Movie: trama, cast e curiosità

Stasera 30 giugno 2023 su Rai Movie alle ore 21.10 andrà in onda il film L’Albatross – Oltre la tempesta. Questa produzione cinematografica appartiene ai generi avventura e drammatico e ha debuttato nei cinema di tutto il mondo nell’anno 1996. La pellicola è stata diretta dal famoso regista Ridley Scott mentre la sceneggiatura è stata scritta da Todd Robinson. Il cast del film comprende attori noti a livello internazionale come Jeff Bridges, Caroline Goddall, Jeremy Sisto e Scott Wolf.

Stasera su Rai Movie andrà in onda il film L'Albatross - Oltre la tempesta: ecco trama, cast e curiosità sulla pellicola.
Una scena del film (Facebook).

L’Albatross – Oltre la tempesta, trama e cast del film in onda stasera 30 giugno 2023 su Rai Movie

La trama ruota intorno alle vicende di un gruppo di 13  giovani studenti della Ocean Academy, una severa scuola di navigazione americana degli Anni 60. Tra i ragazzi ammessi al corso c’è il ricco e problematico Frank Beaumont (Jeremy Sisto), il timido Gil Martin (Ryan Phillippe), il ribelle Dean Preston (Eric Michael Col) e infine Chuck Gieg (Scott Wolf). Per conquistare il difficilissimo diploma, gli studenti devono passare un anno in mare a bordo dell’Albatross, una nave scuola simbolo dei grandi valori della marina americana. La barca a vela è guidata dallo scorbutico e incorruttibile proprietario e capitano Christopher Sheldon (Jeff Bridges), soprannominato da tutti Skipper. Durante il lungo viaggio per conquistare il diploma, in direzione del mare dei Caraibi, tra i membri della piccola ciurma si forma un profondo legame, che permette ai ragazzi di apprendere molte informazioni utili per la vita in barca ma non solo. Difatti, durante il viaggio gli studenti impareranno a essere uomini e ad affrontare le difficoltà della vita insieme.

A un certo punto del viaggio, superano la prova ottenendo il diploma tanto ambito. Il loro veliero è sulla strada di ritorno quando all’improvviso una tremenda e inaspettata bufera marina, identificata col nome di White Squall, mette in serio pericolo tutto l’equipaggio dell’Albatross. Le conseguenze sono catastrofiche e il capitano Skipper viene accusato dell’accaduto. Tuttavia alcuni ragazzi, che considerano Skipper un modello e una sorta di «padre», si schiereranno dalla sua parte, mentre altri  lo criticheranno. In quello che si dimostrerà essere un viaggio di vita, tutti i giovani capiranno cosa significa fare squadra e come questa esperienza li farà maturare.

L’Albatross – Oltre la tempesta, 4 curiosità sul film

L’Albatross – Oltre la tempesta, Jeff Bridges è un vero marinaio

L’attore scelto come protagonista nel film, Jeff Bridges, è un vero marinaio. Infatti, per diverso tempo, ha fatto parte della Guardia Costiera degli Stati Uniti. Questo lo ha aiutato durante le riprese e ha contribuito al carisma necessario per il suo personaggio, il duro capitano Christopher Sheldon.

Stasera su Rai Movie andrà in onda il film L'Albatross - Oltre la tempesta: ecco trama, cast e curiosità sulla pellicola.
L’attore Jeff Bridges, tra i protagonisti del film (Getty Images).

L’Albatross – Oltre la tempesta, la pellicola è tratta da una storia vera

Il film è tratto da una storia vera. Nel dettaglio, le vicende raccontate nella pellicola sono riprese nel libro The Last Voyage of the Albatross che a sua volte riprende una storia vera. Il libro è stato scritto da Felix Sutton e Charles Sieg, con quest’ultimo che nel film ha il ruolo di protagonista e narratore.

L’Albatross – Oltre la tempesta, i luoghi delle riprese 

Le riprese di quest’opera si sono svolte in gran parte in alcune zone dei Caraibi. Tuttavia, il film è stato girato anche in altre località, ovvero tra Londra, Malta e gli stati americani della Georgia e del South Carolina.

L’Albatross – Oltre la tempesta, gli incassi non sono stati soddisfacenti

Gli incassi del film L’Albatross – Oltre la tempesta non sono stati affatto soddisfacenti. Nonostante un regista di alto livello come Ridley Scott, il film ha incassato poco più di 10 milioni come riporta Wikipedia. Si può considerare dunque un vero e proprio flop, visto che il budget per realizzare il film è stato di 38 milioni di dollari. Curiosamente, anche il film diretto da Ridley Scott prima di questo fu un disastro in termini economici, vale a dire 1492 – La conquista del paradiso. Ma almeno quest’opera riuscì a superare come incassi il budget speso per la sua realizzazione, visto che ottenne 59 milioni di dollari al box office contro i 47 milioni spesi.

‘Ndrangheta, blitz nel Cosentino: 68 misure cautelari e sequestri per 5 milioni di euro

Dalle prime ore del mattino, nel Cosentino, i Carabinieri del Reparto Operativo Nucleo Investigativo – Comando Provinciale di Cosenza, il personale delle Squadre Mobili di Cosenza e Catanzaro e del Servizio Centrale Operativo di Roma, coordinati dalla Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro, sono al lavoro per  eseguire un’ordinanza cautelare, emessa dal gip di Catanzaro, nei confronti di 68 indagati. Le accuse vanno da quella di associazione di tipo ‘ndranghetistico, associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, aggravato dalle finalità mafiose, fino a diversi delitti, con l’aggravante delle modalità e delle finalità mafiose.

Nel Cosentino, dalle prime ore del mattino, è in corso un'operazione per eseguire un'ordinanza cautelare, emessa dal gip di Catanzaro.
Blitz carabinieri (Getty Images).

Eseguito sequestro preventivo di circa 5 milioni di euro

A Cassano allo Ionio e in altri centri della provincia di Cosenza, i militari del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale Carabinieri di Cosenza hanno eseguito contestualmente un sequestro preventivo di beni immobili, aziende, quote sociali, beni mobili registrati, rapporti finanziari, che sono riconducibili a plurimi indagati. Il valore stimato è di circa 5 milioni di euro.

La politica dell’assenza: quando i leader politici danno forfait

Il dilemma morettiano «mi si nota di più se vengo e me ne sto in disparte o se non vengo per niente?» i politici nostrani sembrano averlo risolto senza indugio visto che sempre più spesso scelgono la seconda opzione. Di assenze più o meno strategiche pullulano infatti le cronache recenti che riguardano i leader di partito. Per mandare messaggi e avvertimenti agli alleati, per marcare le distanze o più banalmente per rifuggire problemi, rogne e rese dei conti.

Con le sue assenze Salvini manda messaggi a Meloni

L’ultimo clamoroso forfait in ordine di tempo risale al 28 giugno scorso. Appuntamento in parlamento per le comunicazioni della premier in vista del Consiglio europeo: mentre Giorgia Meloni parla, al suo fianco c’è solo un vicepremier, Antonio Tajani, e non l’altro, ossia Matteo Salvini. La poltrona del leader della Lega, infatti, resta vuota. Non solo, il ministro dei Trasporti fa bella mostra anche degli impegni istituzionali che lo tengono lontano dall’Aula: un incontro al Mit, con tanto di foto diffusa dall’ufficio stampa, con il sindaco di Treviso Mario Conte. Nulla che non si potesse rinviare, insomma. Quanto basta per guadagnarsi l’appellativo di “sòla”, termine usato in romanesco per apostrofare chi è inaffidabile o comunque dà buca. Evidentemente dossier come il quarto lotto della tangenziale e la rete fognaria nella città veneta hanno avuto la meglio su temi centrali per l’Unione europea come i migranti, il Mes o gli investimenti strategici per l’industria Ue. Anzi, proprio sul Meccanismo europeo di stabilità, con la sua assenza, Salvini potrebbe aver deciso di mandare un messaggio all’inquilina di Palazzo Chigi. In realtà non è la prima volta che il numero uno di via Bellerio diserta le comunicazioni di Meloni in Aula in vista di un Consiglio europeo. Era già successo il 22 marzo scorso. Durante il dibattito rovente sulla tragedia di Cutro, ancora una volta, il banco al fianco della premier rimase vuoto. Solo due camicie verdi fecero capolino in staffetta: prima il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara e poi quello degli Affari regionali Roberto Calderoli. Nulla più. Insomma, Salvini sa come mandare i suoi messaggi all’indirizzo di Palazzo Chigi.

La politica dell'assenza: quando i leader politici danno forfait
Matteo Salvini con il sindaco di Treviso Mario Conte.

Anche le premier a volte non si presentano

Va detto però che la comunicazione a mezzo forfait non è affatto unidirezionale. Quello della settimana scorsa, per esempio, è stato un Cdm flash (meno di 10 minuti) per l’assenza improvvisa della premier. «Motivi personali», secondo la versione ufficiale. Ma in realtà le ricostruzioni circa le frizioni con la Lega si sono sprecate: dalle fibrillazioni sul Mes al caso Santanchè. Sta di fatto che il Consiglio dei ministri ha dovuto rinviare misure care al segretario del Carroccio come il nuovo Codice della strada che ha incassato il sì il 28 giugno. Passi per le assenze che sono diventate una forma di comunicazione tra alleati, un modo per mandarsi dei segnali senza parlare, ci sono anche quelle delle quali è più difficile comprendere la ratio. È il caso di Meloni che disertò la dolorosa visita alla camera ardente allestita a Crotone dopo il naufragio di Cutro. Forse per sottrarsi alle polemiche che già avevano investito il suo ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi. In ogni caso rimane una scelta molto discussa, che neppure con il Cdm indetto in Calabria, in prefetto stile berlusconiano, riuscì a riparare. Anzi.

La politica dell'assenza: quando i leader politici danno forfait
Giorgia Meloni (Imagoeconomica).

Schlein, chi l’ha vista?

Se Sparta piange, però, Atene non ride. Che dire infatti del ritardo con cui la segretaria del Pd Elly Schlein ha visitato la sua Emilia-Romagna dopo la violenta alluvione del mese scorso? Episodio diventato un caso soprattutto per diversi sindaci dem che ne avevano subito lamentato l’assenza. Il tormentone alla “chi l’ha visto”, in realtà, era nato già dopo i primi 40 anni giorni al Nazareno, quando Schlein annunciò tutto a un tratto di voler prendere qualche giorno di pausa, pure in questo sparigliando nel partito. L’ex leader di OccupyPd avrà di certo portato una ventata d’aria fresca e di colori (a proposito di armocromia), ma alcune caratteristiche non la differenziano poi molto dai big di partito. E così dopo la débâcle delle Amministrative, sommersa dalle critiche, il 30 maggio scorso la segretaria ha deciso di rinchiudersi nel suo fortino e di annullare il viaggio a Bruxelles per incontrare la delegazione di europarlamentari Pd. Appuntamento, neanche a farlo apposta, recuperato mercoledì 28 giugno. E così mentre Meloni riferiva in Aula, Schlein era a Bruxelles. Ciaone, avrebbero detto i renziani.

La politica dell'assenza: quando i leader politici danno forfait
La segretaria del Pd Elly Schlein (Imagoeconomica).

Le accuse incrociate tra renziani e calendiani

Ecco, i renziani. Nelle ore calde della battaglia all’ultimo colpo tra Matteo Renzi e Carlo Calenda, infatti, il titolo di una intervista al tesoriere di Italia viva Francesco Bonifazi del 15 aprile a La Stampa – “Sempre in tv e mai in Parlamento. Carlo è strutturalmente inaffidabile” – ha fatto adirare non poco il leader di Azione. La risposta per le rime dell’ex ministro dello Sviluppo economico non si è fatta attendere: «A Bonifazi che mi accusa di assenze», scrisse in un post scriptum sui social: «Quando non ero in Senato ero a fare iniziative sul territorio per Azione e Iv». Con tanto di stoccata al suo gemello diverso: «Non ero a Miami con il genero di Trump o in Arabia a prendere soldi dall’assassino di Khashoggi».

La politica dell'assenza: quando i leader politici danno forfait
Matteo Renzi e sullo sfondo Carlo Calenda (Imagoeconomica).

Giuseppe Conte, ti vedo e non ti vedo

In perfetto stile Ecce bombo, infine, sono alcuni significativi forfait targati Giuseppe Conte. Il leader del M5s sta soffrendo non poco la competizione con la movimentista Elly. Le praterie che aveva davanti con la guida del Pd in mano a Enrico Letta, infatti, si sono ridotte notevolmente. E ora l’ex premier teme di finire in un cono d’ombra. Sarà per questo che a distanza di pochi giorni ha bucato prima (il 4 maggio) la leopolda cigiellina con Maurizio Landini a Firenze e poi (il 6 maggio) anche la manifestazione contro il Dl lavoro dei sindacati a Bologna. Chissà, il dubbio rimane. Di sicuro l’assenza dell’avvocato pugliese che più si è notata è stata quella ai funerali di Stato di Silvio Berlusconi. Soprattutto perché l’ex presidente del Consiglio l’onore delle armi al Cav lo aveva concesso, riconoscendogli in un post Facebook «coraggio, passione, tenacia». Tutto, quindi, lasciava presupporre la sua presenza in Duomo. E, invece, folgorato dagli strali di base ed eletti, si è ritirato in buon ordine. Rientrando a pieno titolo nella categoria tutta romana dei “sòla”.

La politica dell'assenza: quando i leader politici danno forfait
Il leader M5s Giuseppe Conte (Imagoeconomica).

1918 – I giorni del coraggio stasera su Rai 3: trama, cast e curiosità

Stasera 30 giugno 2023 andrà in onda, sul canale Rai 3 alle ore 21.30, il film intitolato 1918 – I giorni del coraggio. Si tratta di un progetto che appartiene ai generi cinematografici guerra e drammatico e ha debuttato nei cinema di tutto il mondo nel 2018. Il regista della pellicola è Saul Dibb mentre a scrivere la sceneggiatura è stato Simon Reade. Essendo una produzione del Regno Unito, all’interno del film ci sono molti attori provenienti dalla Gran Bretagna come Asa Butterfield, Sam Claflin, Paul Bettany, Tom Surridge e Toby Jones.

1918 - I giorni del coraggio è il film che andrà in onda stasera 30 giugno sul canale televisivo Rai 3: ecco trama, cast e curiosità.
L’attore Sam Claflin in una scena del film (Facebook).

1918 – I giorni del coraggio, trama e cast del film in onda stasera 30 giugno 2023 su Rai 3

La trama di 1918 – I giorni del coraggio si incentra sugli ultimi attimi della Prima guerra mondiale. Nel 1918 si sta preparando l’offensiva di Primavera: l’esercito tedesco ha l’ultima opportunità per poter rovesciare le carte in tavola e cercare di vincere sul campo la guerra contro gli eserciti avversari. In particolar modo, gli attacchi che i tedeschi stanno preparando sono concentrati nell’area dell’Aisne sul fronte occidentale francese. Proprio in questo luogo si trova il Capitano Denis Stanhope (Sam Claflin), che ha il compito di guidare un manipolo di soldati cercando di resistere contro gli attacchi degli avversari rimanendo in prima linea. Stanhope, comunque, da buon capitano vuole salvare la vita di tutti i suoi uomini, limitando le perdite.

Il giovane sottotenente Jimmy Raleigh (Asa Butterfield), nonostante i consigli dello zio generale (Rupert Wickham), decide di farsi assegnare alla compagnia del Capitano Stanhope. Jimmy conosce il Capitano perché in passato era suo amico e conosceva anche sua sorella. Tuttavia, una volta arrivato al fronte, il giovane sottotenente capirà che la persona che conosceva ormai non esiste più. Gli orrori della guerra hanno cambiato Stanhope, che ora si concentra su altre cose e sembra aver perso la spensieratezza di un tempo. Ci vorranno ben sei giorni per resistere agli attacchi dei tedeschi e Jimmy e Denis combatteranno fianco a fianco in quella che sembra essere una carneficina senza precedenti. Comunque, non perderanno mai la speranza di voler tornare a casa e manterranno fino alla fine l’illusione di vedere una nuova alba.

1918 – I giorni del coraggio, 5 curiosità sul film 

1918 – I giorni del coraggio, la storia è tratta da un’opera teatrale

Il soggetto da cui è tratto 1918 – I giorni del coraggio si basa sull’opera teatrale conosciuta come Journey’s End dell’autore Robert Cedric Sherriff. Quest’ultimo, prima di diventare un artista, aveva sperimentato sulla propria pelle gli orrori della guerra. Non a caso, tutti i personaggi dell’opera sono basati sugli uomini che hanno servito fianco a fianco con Sherriff nel nono battaglione dell’East Surrey Regiment.

1918 – I giorni del coraggio, le altre pellicole basate sullo stesso soggetto

Non è la prima volta che l’opera di Robert Cedric Sherriff viene trasposta cinematograficamente. Nel 1930 debuttò un film omonimo dal titolo Journey’s End diretto dal regista James Whale. L’anno successivo, nel 1931, venne realizzato un remake tedesco chiamato The Other Side. Nel 1970, l’opera ha avuto anche un adattamento radiofonico, trasmesso sull’emittente BBC.

1918 – I giorni del coraggio, il cast ideale per la produzione

La produzione aveva in mente un determinato cast per realizzare questo film. Infatti, voleva dare la parte di protagonisti principali ad attori come Tom Hiddleston, Benedict Cumberbatch ed Eddie Redmayne. Tuttavia, nessuno di questi ottenne il ruolo. La produzione decise allora di affidarsi a coloro che avrebbero completato il cast definitivo come Asa Butterfield, Sam Claflin e Paul Bettany. La scelta si è rivelata comunque vincente, visto che gli attori hanno ottenuto il plauso della critica specializzata e, in particolare, Sam Claflin è stato nominato come Miglior attore agli Evening Standard British Film Awards.

1918 - I giorni del coraggio è il film che andrà in onda stasera 30 giugno sul canale televisivo Rai 3: ecco trama, cast e curiosità.
L’attore Sam Claflin (Getty Images).

1918 – I giorni del coraggio, gli incassi del film al botteghino

Oltre a ricevere il consenso della critica, questo film ha ottenuto un buon successo al botteghino. Difatti, secondo i dati riportati dal sito Wikipedia, ha ottenuto in totale un incasso da 1 milione di dollari.

1918 – I giorni del coraggio, un antenato di Sam Claflin ha combattuto nella vera battaglia del film

L’attore Sam Claflin, prima delle riprese del film, ha deciso di indagare sulla storia della sua famiglia. Dopo svariate ricerche, ha scoperto che un suo antenato ha realmente combattuto come membro di un battaglione nella battaglia di Saint-Quentin, ovvero quella che viene raccontata nel film.

Russia, «Surovikin membro vip segreto della Wagner»

Il generale Sergei Surovikin risulterebbe essere un membro segreto vip del gruppo di mercenari di Yevgheny Prigozhin. Lo rivela la Cnn sulla base di documenti ottenuti dal Russian investigative Dossier Center secondo cui Surovikin – sempre elogiato dal ‘cuoco del Cremlino’ in contrapposizione al ministro della Difesa Sergei Shoigu e al capo di Stato maggiore Valery Gerasimov – avrebbe addirittura un numero personale di registrazione della compagnia come un’altra trentina di alti militari e membri dell’intelligence di Mosca.

Il giallo di Surovikin: dove si trova il generale Armageddon?

Dove si trovi al momento Surovikin resta invece un mistero. Certo è che il ‘generale Armageddon’ non appare in pubblico da sabato scorso, quando ha pubblicato un video in cui esortava Prigozhin a fermare la sua insurrezione. Da allora di lui non si hanno notizie certe. Secondo il Moscow Times è stato arrestato e, come sostiene il blogger filo-Putin Vladimir Romanov, si troverebbe nel centro di detenzione Lefortovo di Mosca. Per Bloomberg, Surovikin è attualmente recluso in un luogo sconosciuto mentre stando al sito iStories sarebbe stato fermato e poi subito rilasciato dopo l’interrogatorio. L’arresto è stato confermato anche dal Financial Times.

Putin ha annunciato un «un giro di vite sui simpatizzanti della Wagner» 

Che Surovikin avesse legami con la Wagner era noto, ora però i documenti sollevano interrogativi circa la vicinanza di altri vertici dell’esercito russo alla compagnia di Prigozhin. Del resto durante l’insurrezione e la marcia da Rostov sul Don verso Mosca, i mercenari non avevano incontrato alcuna resistenza. Secondo numerosi analisti è infatti improbabile che Prigozhin abbia messo in atto il suo piano senza contare sull’appoggio di alcune parti dell’esercito regolare. Vladimir Putin dal canto suo ha annunciato «un giro di vite sui simpatizzanti della Wagner dopo il fallito ammutinamento della milizia la scorsa settimana».

LEGGI ANCHE: Come Lukashenko è passato da vassallo di Putin a interlocutore (credibile?)

Omicidio Michelle Causo, la rabbia del padre: «L’ha uccisa perché lei lo ha respinto»

Prosegue il lavoro degli inquirenti per ricostruire le ultime ore di vita di Michelle Causo, la diciassettenne uccisa e gettata in un carrello della spesa abbandonato vicino ai rifiuti e ritrovata mercoledì 28 giugno, nel quartiere Primavalle, a Roma. Dopo l’arresto del 17enne, nato in Italia, ma originario dello Sri Lanka, bloccato con le scarpe ancora sporche di sangue, è stata ritrovata anche l’arma del delitto, un coltello da cucina. Ad accompagnarla a casa del ragazzo, secondo quanto riportato da Repubblica, è stata la stessa zia, Viviana: «L’ho accompagnata io in macchina, doveva andare da quel ragazzo, ma eravamo rimaste che sarebbe tornata a pranzo: voglio cucinare io, aveva detto», ma dalle 12 e 50 gli squilli del telefono di Michelle si sarebbero interrotti.

A poche ore di distanza dal ritrovamento del corpo senza vita di Michelle Causo, ritrovata l'arma del delitto. Lo sfogo dei genitori.
Michelle Causo (foto Facebook)

Michelle Causo, parla la madre: «Non può aver fatto tutto lui»

La giovane, che frequentava il liceo psicopedagocico Vittorio Gassman, è stata uccisa con almeno 5 o 6 coltellate, ma secondo quanto dichiarato dalla madre Daniela al quotidiano l’omicida non può aver agito da solo: «Me l’hanno massacrata. Non può aver fatto tutto lui. L’hanno ammazzata di botte e poi finita a coltellate. Mia figlia era troppo forte, si menava pure con i maschi». Al momento tuttavia, il ragazzo resta l’unico accusato e sarà sottoposto a interrogatorio nella giornata di lunedì. Sul corpo di Michelle, con l’autopsia, sono stati disposti anche gli esami tossicologici.

La rabbia del padre: «L’ha uccisa perché lei lo ha respinto»

Non si da pace il padre di Michelle, che durante un’intervista per Fanpage smentisce tutto ciò che è stato detto nelle prime ore dopo l’omicidio della figlia in riferimento a una presunta relazione con l’assassino: «L’ha uccisa perché lui ci ha provato ed è stato respinto. Gli ha detto ma levati, io sono fidanzata». Uno sfogo in cui l’uomo racconta dell’attività di volontariato della giovane nelle mense: «Mia figlia andava a dare da mangiare agli extracomunitari. […] Non ha mai saltato un giorno di scuola, sempre promossa, una ragazzina d’oro. Come fai a non essere arrabbiato». I genitori di Michelle conoscevano l’assassino, che la stessa ragazza gli aveva presentato. Il 17enne solo poche ore prima del delitto avrebbe detto alla madre: «Non si preoccupi signora, voglio bene a sua figlia».

 

Trovato il turista che ha sfregiato il Colosseo: è un personal trainer e vive a Bristol

Il turista che ha inciso su una delle pietre del Colosseo il proprio nome e quello della fidanzata è stato trovato. Ivan è un giovane residente in Inghilterra e i carabinieri del comando di Roma Piazza Venezia, coordinati dalla procura di Roma, sono riusciti a scovarlo dopo la denuncia presentata dall’Ente Parco del Colosseo e sfruttando al meglio i video e le foto circolate dal 26 giugno scorso sui social. Una scena che ha indignato l’Italia intera, compreso il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, che oggi esulta: «Grazie ai carabinieri, l’atto del giovane ha offeso tutti».

Ivan Dimitrov ha inciso il proprio nome e quello della fidanzata sul Colosseo: ora è stato identificato
Gennaro Sangiuliano, ministro della Cultura (Imagoeconomica).

Chi è l’autore dell’incisione

Ad aver compiuto il gesto è il 27enne Ivan Dimitrov, giovane di origini bulgare che vive a Bristol, in Inghilterra. Secondo quanto rivela il Daily Mail, è un istruttore di fitness. Per trovarlo, i carabinieri hanno setacciato gli alberghi e le prenotazione di biglietti aerei, documenti e foto. Non risulta indagata, invece, la fidanzata Hayley. Decisivo invece un altro turista, l’americano Ryan Lutz, autore del video. Per legge il ragazzo, che ha utilizzato una chiave e ha anche insultato chi lo stava riprendendo, rischia sanzione e perfino la reclusione. Si parla di una multa da 15 mila euro e fino a cinque anni di carcere.

Ivan Dimitrov ha inciso il proprio nome e quello della fidanzata sul Colosseo: ora è stato identificato
Una vista della parte interna del Colosseo (Getty).

Sangiuliano: «Ora applicare le leggi in maniera rigorosa»

Il ministro della Cultura è tornato sulla questione sfruttando Twitter. Due i tweet in cui annuncia che Ivan è stato identificato dalle autorità. Sangiuliano scrive: «Sono grato all’Arma dei Carabinieri per aver prontamente individuato il presunto responsabile del gesto incivile quanto assurdo commesso al Colosseo. Un atto che ha offeso tutti coloro che nel mondo intero apprezzano il valore dell’archeologia, dei monumenti e della storia». E poi rincara la dose: «Ora auspico che la giustizia faccia il suo corso applicando rigorosamente le leggi. Se si arriverà a un processo, il ministero della Cultura si costituirà parte civile. Intanto prosegue l’iter in Parlamento del disegno di legge presentato dal Governo per fare in modo che chi oltraggia il nostro patrimonio ne risponda in prima persona anche dal punto di vista patrimoniale. Chi danneggia paga».

Rogo del Corano, Erdogan contro la Svezia: «Insultare i musulmani non è libertà di pensiero»

A poche ore dal rogo del Corano davanti alla più importante moschea di Stoccolma, la Svezia incassa le critiche del mondo musulmano e del leader della Turchia, Recep Tayyip Erdogan. Durante un evento del proprio partito, l’Akp, il presidente turco prende posizione e lo fa in maniera netta, condannando il gesto. «La Turchia reagirà nel modo più forte fino a quando non verrà condotta una lotta decisa contro le organizzazioni terroristiche e i nemici dell’Islam», ha dichiarato Erdogan. «Chi consente questo crimine con il pretesto della libertà di pensiero e chi chiude un occhio davanti a questa insolenza non raggiungerà i propri obiettivi. Alla fine insegneremo ai monumenti occidentali di arroganza che insultare i musulmani non è libertà di pensiero».

Il presidente turco Erdogan attacca la Svezia per l'autorizzazione al rogo del Corano mentre monta la protesta dei Paesi musulmani
Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan (Getty).

Il no della Turchia all’ingresso nella Nato della Svezia

Quanto accaduto il 28 giugno a Stoccolma, dove un 37enne ha preso a calci il Corano prima di bruciarlo, rischia di compromettere ulteriormente i rapporti già tesi tra la Svezia e la Turchia. Da tempo Ankara si oppone all’ingresso del Paese svedese, storicamente neutrale, nella Nato. Il governo di Stoccolma deve avere i sì di tutti gli Stati membri e fino ad ora Erdogan e Viktor Orban, leader dell’Ungheria, hanno posto il proprio veto. Adesso appare ancora più difficile che il leader turco possa cambiare idea. Erdogan si fa portavoce del mondo musulmano e l’11 luglio, al vertice Nato di Vilnius, sembra ormai scontato l’ennesimo no.

Proteste all’ambasciata svedese a Baghdad

Intanto le proteste generate dal rogo del Corano montano sia in Iraq sia in Marocco e in diversi altri Paesi musulmani. A Baghdad l’ambasciata svedese è stata presa d’assalto da alcuni sostenitori del leader sciita Moqtada al Sadr. I manifestanti hanno fatto irruzione e sono rimasto all’interno per un quarto d’ora prima di andare via all’arrivo delle autorità. Distribuiti anche volantini con la frase: «La nostra Costituzione è il Corano». Bruciate diverse bandiere arcobaleno, simbolo della comunità Lgbtq+. Il Marocco intanto ha richiamato il proprio ambasciatore in Svezia parlando di «nuovo atto offensivo e irresponsabile» che «ignora i sentimenti di oltre un miliardo di musulmani, in questo periodo sacro del grande pellegrinaggio alla Mecca e della festa benedetta di Eid al Adha». Proteste anche in Egitto, Iran, Arabia Saudita, Kuwait, Siria, Emirati arabi uniti, Palestina, dai talebani in Afghanistan e dall’Hezbollah libanese.

Il presidente turco Erdogan attacca la Svezia per l'autorizzazione al rogo del Corano mentre monta la protesta dei Paesi musulmani
Proteste nei Paesi musulmani: bruciate anche le bandiere della Svezia (Getty).

Alvaro Soler si è sposato con Melanie Kroll: il matrimonio svelato solo un mese dopo

Alvaro Soler e Melanie Kroll si sono sposati, ma la notizia delle nozze è stata resa nota solo un mese dopo. Il 28 giugno la neo sposa ha condiviso sui social alcuni scatti del grande momento.

Le nozze di Alvaro Soler e Melanie Kroll

Il matrimonio tra la modella tedesca e il cantante spagnolo si è celebrato lo scorso 23 maggio nel massimo riserbo. La notizia, infatti, è emersa solo settimane dopo quando la neo sposa ha pubblicato su Instagram alcune foto della giornata. La coppia, insieme dalla scorsa estate, è riuscita a non far trapelare nulla.

Gli scatti non lasciano dubbi: gli sposi sono ritratti felici e sorridenti nel loro grande giorno e, sotto le foto, si legge la data del 23 maggio 2023 scritta tra due cuori bianchi. La modella, che ha deciso di condividere l’evento con i suoi fan, non ha però svelato altri dettagli come il luogo o gli invitati presenti. Dal commento postato dal cantante Nico Santos a corredo delle foto del matrimonio, «Ed è stato magico!», si evince che il collega di Soler fosse presente alla cerimonia, ma non si conoscono altri nomi.

Sono insieme da un anno

Alvaro Soler e Melanie Kroll avevano ufficializzato la loro storia nell’estate 2022, quando erano stati visti insieme a un evento a Berlino. La modella di nazionalità tedesca ha 25 anni ed è nata negli Stati Uniti nel 1998. Alvaro Soler ha 32 anni ed è nato in Spagna nel 1991. Il cantante è salito alla ribalta internazionale grazie al successo dei singoli El mismo sol e Sofia, brani che hanno scalato le hit in gran parte d’Europa. Prima di avere al suo fianco Melanie Kroll, Soler è stato fidanzato per cinque anni con Sofia Ellar. I due parlavano anche di matrimonio che rimandarono a causa del Covid e che non riprogrammarono più, interrompendo la relazione nell’aprile 2021. Poi lo scorso anno, a giugno, l’artista è stato visto per la prima volta con la Kroll.

FS, Polo Infrastrutture: 3,6 miliardi di gare assegnate e lanciate in 72 ore

Il Gruppo FS guidato dall’amministratore delegato Luigi Ferraris prosegue senza sosta nel mettere a terra gli investimenti sulle infrastrutture. Sono infatti pari a oltre 3,6 miliardi di euro le gare assegnate e lanciate in sole 72 ore dal Polo Infrastrutture di FS, dalla Roma-Pescara all’Anello di Palermo fino al collegamento tra la stazione di Bergamo e l’Aeroporto Orio al Serio.

Le gare assegnate e lanciate dal Polo Infrastrutture di FS 

Nel dettaglio sono 2 i miliardi di euro per le nuove opere ferroviarie di RFI, di cui è ad Gianpiero Strisciuglio, e 1,6 i miliardi lanciati da ANAS, con l’ad Aldo Isi, per quelle stradali. Oltre 1 miliardo è dedicato ai lavori di manutenzione delle reti ferroviarie e stradali in tutto il territorio nazionale. Le gare di questi giorni rientrano nel piano del Gruppo FS e dell’ad Ferraris per rendere il sistema di trasporti del Paese più integrato, performante, veloce, accessibile e intermodale sia per i passeggeri che per le merci, con un investimento di oltre 180 miliardi in ferrovie e strade nei prossimi 10 anni. Ad oggi, sono già attivi 4 mila cantieri in tutta Italia per oltre 49 miliardi di euro tra nuove opere e manutenzione delle linee esistenti. Il PNRR, con circa 24 miliardi affidati a RFI di cui oltre l’80 per cento già in fase realizzativa, ne rappresenta una parte importante per realizzare infrastrutture che entreranno in funzione entro il 2026.

Dalla Roma-Pescara all’anello di Palermo

Tra le principali gare lanciate da Rete Ferroviaria Italiana vi sono: la Roma-Pescara (due tratte per 477 milioni complessivi), la Potenza-Metaponto (265 milioni), il tunnel del Virgolo (73 milioni), la linea diretta Torino Porta Nuova-Porta Susa (67,7 milioni) e l’anello di Palermo (93 milioni). Oltre a queste, si aggiunge una gara da 900 milioni per la manutenzione straordinaria delle infrastrutture ferroviarie in tutta Italia. Sono state inoltre aggiudicate le gare per il collegamento tra la stazione di Bergamo e l’aeroporto Orio al Serio (113 milioni) e quella per l’elettrificazione della linea Cagliari-Oristano (45 milioni).

 

Lotito sconfitto sulla lotta alla pirateria: quale sarà la prossima battaglia?

Claudio Lotito perde la sua battaglia per rendere ancora più stringenti le maglie della normativa per contrastare la pirateria dei contenuti audiovisivi a pagamento. Il senatore di Forza Italia, infatti, aveva spinto per modificare la proposta di legge in materia, arrivata a Palazzo Madama dopo il via libera dalla Camera. Per evitare un nuovo ritorno a Montecitorio – dove il testo era stato approvato all’unanimità – maggioranza e governo avevano deciso di non fare modifiche, così da arrivare all’approvazione in via definitiva più rapidamente. Tra le altre cose, si stabilisce il potere dell’Agcom di bloccare gli streaming illegali entro i 30 minuti di trasmissione.

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Quelle chiacchierata assenza in commissione Bilancio

Lotito, che è anche presidente della Lazio che vede tra le principali voci di ricavo la vendita dei diritti tivù delle partite, avrebbe voluto un giro di vite più stretto. Per questo aveva spinto Forza Italia a presentare una serie di emendamenti – unico tra i gruppi di maggioranza – per modificare il testo. Interventi tecnici per rendere più stringente la normativa. Di questa sua battaglia se ne era parlato nei giorni scorsi quando l’assenza di Lotito – e del collega di partito, Dario Damiani – in commissione Bilancio aveva mandato la maggioranza sotto su un passaggio tecnico del decreto Lavoro. Alcuni lessero nell’assenza del patron laziale un segnale proprio sulla legge anti-pirateria.

Lotito sconfitto sulla lotta alla pirateria: quale sara? la prossima battaglia?
Il senatore di Forza Italia e patron della Lazio Claudio Lotito (Imagoeconomica).

Spalma debiti, Molise e tutte le sue battaglie molto personali

A conti fatti, Lotito ha dovuto tirare i remi in barca. Alla fine gli emendamenti sono stati rimangiati e il via libera in commissione è andato liscio. Ma c’è da scommettere che non sarà l’ultima battaglia di Lotito, che in questi primi mesi di legislatura ha lottato non poco su temi che considerava importanti (dallo spalma debiti per le società sportive ai fondi per la diga di Ripaspaccata in agro del Comune di Montaquila in Molise, dove è stato eletto). C’è da aspettare solo il prossimo provvedimento sul quale mettersi il coltello in mezzo ai denti.

Mutui, Meloni a Bruxelles: «Sensibili al tema, ma bisogna fare di più»

«I mutui? Un grande tema». La premier Giorgia Meloni è intervenuta all’Europa Building di Bruxelles per il Consiglio europeo e tra i tanti temi toccati c’è anche il rialzo dei tassi da parte della Banca centrale europea. Una strategia che non piace al governo italiano. Il 28 giugno, dopo l’annuncio di Christine Lagarde, presidente della Bce, dell’inasprimento dei tassi, è stato il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani a criticare la decisione: «Così si rischia la recessione». Poche ore più tardi anche la presidente del Consiglio torna sull’argomento e ammette che «bisogna fare di più».

Meloni critica la Bce e parla dei mutui a Bruxelles: «Dobbiamo fare di più»
Giorgia Meloni arriva a Bruxelles (Getty).

Meloni: «Sui mutui sensibili fin dall’inizio»

Nel punto stampa del Consiglio europeo, Giorgia Meloni dichiara: «Sulla strategia della Bce ho già detto cosa penso. Sui mutui il governo era già intervenuto: è un grande tema, al quale siamo stati sensibili sin dall’inizio. Nella nostra legge finanziaria abbiamo immaginato una norma per consentire a tutti di poter convertire il loro mutuo a tasso variabile in mutuo a tasso fisso. Bisogna fare di più, ne sto discutendo col ministro dell’Economia Giorgetti. È una di quelle materie su cui l’impegno del governo deve essere quotidiano».

Critiche dal M5s: «In tavola non si porta la sua sensibilità»

Il capogruppo del Movimento 5 stelle alla Camera, Francesco Silvestri, passa all’attacco e accusa la premier: «Alla prova dei fatti la sensibilità di Giorgia Meloni è unicamente rivolta alle banche. A ogni modo la Presidente del Consiglio sappia che i cittadini non possono portare a tavola la sua sensibilità, quello che gli serve è il suo coraggio di tassare chi sta lucrando sull’aumento delle rate sui mutui. Il Movimento 5 Stelle ha presentato una proposta con la quale sarebbe stato possibile intervenire sugli extra-profitti miliardari di quelle banche che stanno facendo utili enormi a seguito di questi aumenti per istituire un fondo che aiuti chi è in difficoltà. Ma l’esecutivo ci ha detto di no. La verità è che il governo Meloni fa favori a evasori, corrotti, squadre di calcio della seria A indebitate, istituti di credito e grandi potentati economici, mentre per i cittadini ha solo mera propaganda. Quella che si è venduta come una destra sociale, è in realtà una destra da salotto».

Meloni critica la Bce e parla dei mutui a Bruxelles: «Dobbiamo fare di più»
Francesco Silvestri, capogruppo alla Camera del Movimento 5 stelle (Imagoeconomica).

L’ultima di Renzi: guru della dieta col digiuno intermittente

«Ho perso sei chili grazie al digiuno intermittente, corro quasi tutti i giorni e dormo meglio». È un Matteo Renzi tirato a lucido quello che, intervistato di recente dal magazine Sette del Corriere della Sera, ha parlato del suo ritrovato stile di vita in cui l’alimentazione ha un ruolo di primissimo piano.

Il fatidico incontro con il maestro Fiorello

Il leader di Italia viva, sentito sul tema – destinato a dettare l’agenda politica – anche da Porta a Porta, ha tenuto poi ad aggiungere: «Occhio, bisogna fare anche movimento», probabilmente non a 5 stelle. Da sempre appassionato di running, il senatore di Rignano ha raccontato di aver iniziato a seguire il digiuno intermittente a inizio 2023, folgorato sulla via di Viva Rai2!: «Fiorello è il maestro di tutti noi, quando sono andato in trasmissione da lui a gennaio mi ha mostrato come dopo le 16 ore di pausa si stesse praticamente sbranando un toro da quanto stava mangiando». Digiuno intermittente ed esercizio: tutti i parametri fisici, cardiaci e del sonno di Renzi, ha spiegato lui stesso, vengono monitorati da un anello 3.0 collegato a un’app, che gli ha regalato la moglie Agnese per programmare gli allenamenti.

L'ultima di Matteo Renzi: guru della dieta col digiuno intermittente. Il leader di Italia Viva ha perso sei chili.
Renzi a Porta a Porta: sullo sfondo l’immagine di Calenda (Imagoeconomica).

Il dubbio: avrà mangiato al royal wedding in Giordania?

Si fa presto a dire digiuno intermittente. Ma di cosa si tratta? Chiamato anche digiuno controllato, è un sistema alimentare che comporta la quotidiana astensione dall’assunzione di cibo, in uno specifico arco temporale. Il whole-day fasting comporta regolari digiuni della durata di un giorno, alternati a giorni di normale alimentazione. Quello di Renzi, stando a quanto svelato, è il time-restricted feeding, che concede di alimentarsi solo in un intervallo di ore nell’arco di ogni giornata: la formula 16:8 – la più popolare – richiede di concentrare l’assunzione di cibi e bevande caloriche a una sola finestra temporale di 8 ore, mentre nelle restanti 16 sono concesse esclusivamente acqua e bevande non caloriche. Per intenderci, un esempio: tarda colazione alle 10 e cena già finita alle 18, come uno svedese qualsiasi. In mezzo magari un pranzo frugale come quello consumato da Mario Draghi a Fiumicino. Non è dato sapere se, al royal wedding in Giordania, Renzi sia riuscito a far inserire il rinfresco nella sua finestra temporale.

L’atleta ritrovato che all’Italia mancava da troppo tempo

Conquistato dal digiuno intermittente, Renzi si è poi ripreso tutto quello che era suo. Da sempre appassionato di running, si è rimesso a correre come faceva una volta. Anzi, persino di più: il 2 aprile ha infatti chiuso la Milano Marathon in 3 ore e 58 minuti (First reaction: shock!), prendendosi una grossa soddisfazione personale.

Partecipante illustre della 42,195 km lombarda, Renzi aveva già corso due maratone a Firenze, quando era sindaco del capoluogo toscano, siglando un personal best di 4h 11’01 nel 2011. Ai tempi di Palazzo Vecchio, Renzi andava spesso a correre da solo, all’ora di pranzo, nel parco delle Cascine o sulla strada che porta al piazzale Michelangelo. Approdato poi a Palazzo Chigi, aveva cercato di mantenere le buone abitudini da podista, anche durante i viaggi ufficiali all’estero: indimenticabile l’immagine della corsa sul lungomare dell’Avana con indosso la maglia della Nazionale. A Chicago, invece, si era allenato insieme con l’allora sindaco Rahm Emanuel.

L'ultima di Matteo Renzi: guru della dieta col digiuno intermittente. Il leader di Italia Viva ha perso sei chili.
Renzi di corsa sul lungomare dell’Avana (Facebook).

I quattro etti di pasta burro e parmigiano sono un ricordo

Ma la realtà dei continui spostamenti e delle più stringenti misure di sicurezza lo aveva poi costretto a ripiegare dalla corsa (non sempre praticabile) al tennis. «Sveglia all’alba e partita alle 7», aveva raccontato. Alla fine del 2016 Renzi si dimise da presidente del Consiglio, certo non da sportivo: «Mi ha detto che ora ha più tempo per andare a correre, ma sta studiando di dedicarsi al triathlon: ha fatto molta piscina in questi mesi. In bici va bene, la corsa si arrangia, quindi potrebbe andare bene. Non è ingrassato, l’ho trovato abbastanza in forma», disse in quei giorni il suo pizzaiolo di fiducia, Maurizio Mandola, proprietario di un locale a Pontassieve. Stava mentendo sapendo di mentire: Renzi era clamorosamente ingrassato nei quasi tre anni da premier. Nel 2019 il futuro fondatore di Italia viva avrebbe confessato i suoi peccati di gola a Myrta Merlino, su La7: «La sera a palazzo Chigi quando restavo solo a dormire mi facevo tre-quattro etti di pasta con burro e parmigiano». Poi il digiuno, anche di voti.

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L'ultima di Matteo Renzi: guru della dieta col digiuno intermittente. Il leader di Italia Viva ha perso sei chili.
Renzi a inizio 2017, poco dopo le dimissioni da premier (Imagoeconomica).

La sfida dei chili buttati giù l’ha vinta però Calenda

Dal digiuno intermittente di Renzi alla dieta intermittente: quella di Carlo Calenda, i cui buoni propositi a lungo non sono stati seguiti dai fatti. Nel 2018, commentando su Twitter una foto di un piatto di spaghetti, l’ex ministro dello Sviluppo economico aveva scritto: «Sono a dieta. Per ora solo soddisfazioni dello spirito. Buona pasta».

Nell’aprile del 2021, in risposta a un meme contro di lui creato da un consigliere comunale di Roma, che aveva usato la foto di un ragazzino sovrappeso, ospite da Myrta Merlino (sempre lei), Calenda aveva detto: «Devo dimagrire per ragioni di salute ma si dica che sono grasso io, ma si può mettere un bambino così sbattuto come un mostro in prima pagina? È una roba abominevole, questo è oltre il limite della decenza». Pochi mesi dopo, al seggio per le elezioni comunali della Capitale, aveva dichiarato: «Oggi la prima giornata di riposo dopo un anno. E ricomincio la dieta». Nel 2022, in vista delle politiche, ha poi raccontato al Corriere della Sera di non aver cambiato le sue abitudini in vista della tornata elettorale, continuando a mangiare ciò che voleva (e a fumare): «Tutti i miei amici che facevano sport sono morti da tempo» (citazione Andreottiana). La dieta, tanto citata e sempre rimandata, infine c’è stata. Sono 15 i chili persi da Calenda negli ultimi mesi, complice un intervento programmato, come ha spiegato lui stesso a Libero: «Me lo ha imposto il dottore. Ma appena lo risolvo mi sono ripromesso di riprenderli tutti. La cura dell’immagine è la fine della politica. E se ingrasserò un po’ non sarà un dramma». E nel caso, ci sarà sempre Renzi per un consiglio. Sempre che gli risponda al telefono.

Fondazione Veronesi e Autogrill insieme per la ricerca scientifica d’eccellenza

Al via la seconda edizione de La macedonia per la ricerca, il progetto di Fondazione Umberto Veronesi, realizzato in partnership esclusiva con Autogrill, per sostenere il lavoro di medici e ricercatori che dedicano la propria vita alla ricerca scientifica.

Fondazione Veronesi e Autogrill insieme con La macedonia per la ricerca

Dal 29 giugno al 30 luglio 2023, per ogni confezione di macedonia di frutta da 200 grammi venduta in tutti i punti vendita Autogrill sul territorio, l’azienda devolverà parte del ricavato alla fondazione per finanziare eccellenti ricercatori e ricercatrici che lavorano nel campo della nutrigenomica, ossia la scienza che studia le relazioni tra patrimonio genetico e cibo – come le molecole che introduciamo con la dieta influenzano i nostri geni e quindi la nostra salute, sia positivamente che negativamente. La nutrigenomica va dunque di pari passo con la prevenzione, soprattutto delle malattie croniche cardiovascolari, cerebrovascolari e soprattutto dei tumori, responsabili dei tre quarti dei decessi nei paesi sviluppati.

Fondazione Veronesi e Autogrill insieme con La macedonia per la ricerca
L’importanza di mangiare frutta (Autogrill).

Consumare frutta è un’abitudine importante per un’alimentazione sana, varia ed equilibrata. Le linee guida suggeriscono infatti di consumare dalle due alle tre porzioni di frutta al giorno e la macedonia è un’ottima soluzione che unisce praticità e gusto, soprattutto se si è in viaggio. La frutta è la fonte migliore di zuccheri semplici e apporta minerali, vitamine, molte molecole bioattive utili come i polifenoli e fibra, che aumenta il senso di sazietà e favorisce un microbiota in salute. Può essere consumata a colazione, come spuntino ma anche dopo i pasti principali, così da favorire l’assorbimento dei nutrienti e soddisfare la voglia di dessert con un apporto calorico moderato. Autogrill, partner tecnico ed esclusivo del progetto, è al fianco di Fondazione Umberto Veronesi dal 2021, con l’obiettivo di sensibilizzare chi viaggia sull’importanza di un’alimentazione equilibrata per uno stile di vita sano. Un sostegno concreto che ha permesso, grazie alla prima edizione de La macedonia per la ricerca, di finanziare interamente per l’anno 2023 il progetto di ricerca della Dottoressa Rosarita Nasso, impegnata quotidianamente a valutare gli effetti benefici dei polifenoli sui processi coinvolti nella progressione del tumore gastrico.

Le dichiarazioni dei vertici 

Monica Ramaioli, direttore generale di Fondazione Umberto Veronesi, ha così commentato l’iniziativa: «Da 20 anni siamo impegnati nel finanziamento della ricerca scientifica d’eccellenza e nella divulgazione dei corretti stili di vita che comprendono anche l’alimentazione, quale arma di prevenzione contro numerose patologie. Progetti come La macedonia per la ricerca hanno come obiettivo quello di informare e sensibilizzare i consumatori a intraprendere scelte responsabili in materia di salute». Le ha fatto eco Luca D’Alba, general manager di Autogrill Italia: «Anche quest’anno insieme a Fondazione Umberto Veronesi scegliamo di sostenere la ricerca scientifica in campo nutrizionale. Rinnoviamo quindi l’impegno a sensibilizzare ulteriormente i nostri clienti promuovendo stili di vita e di consumo sostenibili e di qualità, con l’obiettivo di rispondere al meglio alle nuove esigenze di una crescente fascia di consumatori alla ricerca di un’alimentazione sana e bilanciata».

Fondazione Veronesi e Autogrill insieme con La macedonia per la ricerca
Luca D’Alba, Marco Bianchi e Monica Ramaioli (Autogrill).

Queste infine le dichiarazioni di Marco Bianchi, food mentor e divulgatore scientifico per Fondazione Umberto Veronesi e testimonial de La macedonia per la ricerca: «Sono onorato di essere anche quest’anno al fianco di un progetto così importante e che sono certo verrà nuovamente accolto e sostenuto da moltissime persone. Questo bicchiere di frutta non solo finanzia la ricerca scientifica d’eccellenza, ma è fondamentale per ricordare l’importanza dei benefici dati dall’assunzione quotidiana di frutta, soprattutto se di stagione».

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