Archivio
- Maggio 2025 (241)
- Aprile 2025 (187)
- Agosto 2024 (1)
- Dicembre 2023 (73)
- Novembre 2023 (1333)
- Ottobre 2023 (1631)
- Settembre 2023 (1468)
- Agosto 2023 (1417)
- Luglio 2023 (1389)
- Giugno 2023 (441)
- Maggio 2020 (30)
- Marzo 2020 (65)
- Gennaio 2018 (10)
«A scuola con la Glock»: scoperta una chat in cui minori parlano di fabbricare armi ed esplosivi
Otto ragazzi in tutta Italia sono finiti al centro di un’indagine portata avanti dagli investigatori del Centro operativo per la sicurezza cibernetica di Milano. I giovani, tutti minorenni, si sono confrontanti per mesi su una chat di Telegram scambiandosi consigli su come fabbricare armi in casa e condividendo le proprie esperienze con esplosivi, pistole e coltelli portati anche a scuola. Così nella mattinata del 29 giugno sono scattate le perquisizioni da parte della Polizia postale e della Digos a Milano, Treviso, Pisa, Avellino, Lecce, Sassari e Nuoro. L’operazione, denominata Alchimia, ha avuto inizio nell’ottobre del 2022.

Nella chat si parla anche di molotov e napalm
Gli investigatori hanno indagato a lungo prima di intervenire con le perquisizioni. Studiata a fondo la chat di Telegram, in cui i minori non solo hanno discusso spesso delle rispettive esperienze, ma hanno anche inviato foto e video delle loro imprese. «Io avevo una Glock però poi ci sono andato a scuola perché lo avevo visto in un film americano», è ad esempio una delle frasi scritte da uno degli indagati. Ma c’è anche chi ha chiesto consigli su come modificare armi o come costruire dispositivi esplosivi, anche molotov e napalm. «Avete mai fatto una molotov? Io sì…», scrive uno, mentre un altro annuncia: «Martedì provo a fare del napalm». Tra i messaggi chiave, anche quelli di chi si vantava di aver portato con sé pistole da softair modificate o coltelli in giro nelle proprie città.
Nell’indagine si parla di «uso distorto dei social network»
L’operazione Alchimia è stata condotta tra l’ottobre 2022 e il febbraio 2023. Nei documenti relativi all’indagine si legge che rientra in «una più ampia problematica di utilizzo distorto dei social network e delle altre risorse della Rete da parte di giovani e giovanissimi». A coordinarla è stato il procuratore capo del tribunale per i Minorenni di Milano, Ciro Cascone, che ha autorizzato le perquisizioni del 29 giugno. La Polizia ha utilizzato anche le unità cinofile specializzate.
