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Lotta all’antisemitismo, Piantedosi vieta il numero 88 sulle maglie dei calciatori
Tra le previsioni contenute nella dichiarazione di intenti per la lotta contro l’antisemitismo sottoscritta al Viminale con il mondo del calcio, c’è anche il divieto per i giocatori di indossare la maglia numero 88. Lo ha reso noto il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi: l’88 viene usato dai gruppi neonazisti per simbolizzare il saluto “Heil Hitler”, quanto l’acca è l’ottava lettera dell’alfabeto.
«Sarà inoltre valutato positivamente l’atteggiamento proattivo delle società»
Nel codice etico delle società, ha proseguito inoltre Piantedosi, «viene recepito il riferimento alla definizione internazionale di antisemitismo». C’è quindi «il divieto dell’uso da parte delle tifoserie di simboli che possano richiamare il nazismo; la responsabilizzazione dei tesserati a tenere un linguaggio non discriminatorio in tutte le manifestazioni pubbliche; la definizione delle modalità di interruzione delle partite in caso di episodi di discriminazione». Sarà inoltre valutato positivamente, ha aggiunto il ministro, «l’atteggiamento proattivo delle società in questo campo».
In Serie A nell’ultima stagione lo hanno indossato in due, nel 2000 ci provò Buffon
Nel corso della stagione 2022/23, in Serie A hanno indossato la maglia con il numero 88 due calciatori, entrambi croati: Mario Pasalic dell’Atalanta e Toma Basic della Lazio. Il numero 88, nel calcio, non può non riportare alla mente una polemica risalente al 2000, che ha avuto come protagonista Gigi Buffon. Reduce da un infortunio alla mano rimediato in amichevole contro la Norvegia, che gli aveva impedito di difendere la porta dell’Italia a Euro 2000 (dove fu sostituito alla grande da Francesco Toldo), Buffon chiese di usare lo 00, a simboleggiare gli attributi.
Incassato il no della Figc il portiere, che già aveva sfoggiato una maglietta con la scritta “Boia chi molla”, virò allora sull’88, attirandosi le ire della comunità ebraica. «Volevo lo 00, come in NBA, oppure lo 01, ma sono vietati. Il 99 era di Guardalben, col 69 qualcuno si sarebbe offeso, col 66 se la sarebbe presa il Vaticano. Così restava solo l’88, che per me è il numero della forza. Il nazismo? Nulla di più lontano da me. La mia famiglia mi ha sempre spiegato cosa fosse l’Olocausto», spiegò Buffon, che alla fine ripiegò sul 77.