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Montecitorio, finisce in bagarre il convegno per la Giornata mondiale contro le droghe
Il convegno alla Camera dei deputati in occasione della Giornata mondiale contro le droghe è finito in bagarre. Durante l’intervento della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, alcuni parlamentari di +Europa – tra cui il segretario Riccardo Magi – assieme all’associazione Meglio Legale si sono alzati dai banchi per esporre dei cartelli di protesta, prima di essere accompagnati fuori dal personale della Camera.
Magi è stato criticato da alcuni ragazzi arrivati a Montecitorio dalle comunità di recupero
A Montecitorio erano presenti il ct della Nazionale Roberto Mancini, la campionessa di short track Arianna Fontana, il comico Max Giusti, così come decine di ragazzi delle comunità con le loro famiglie, buona parte del governo, diversi parlamentari e il presidente della Camera Lorenzo Fontana, il quale ha aperto i lavori ricordando come «le droghe minano le fondamenta della società, delle famiglie e delle relazioni umane» e che occorre «lottare contro questa schiavitù proprio a partire dalla prevenzione». Gli interventi più attesi, in un convegno da cui certo nessuno si aspettava un’apertura verso la legalizzazione della cannabis, erano quelli del sottosegretario alla presidenza del Consiglio con deleghe alle Politiche antidroga Alfredo Mantovano e della premier Meloni.
Noi oggi siamo minoranza. Ma non ci rassegniamo a questo approccio proibizionista e punitivo del governo, un approccio che è stato e continua ad essere il principale alleato delle narco-mafie. Con @LegaleMeglio lo abbiamo voluto dire direttamente a Giorgia Meloni.@riccardomagi pic.twitter.com/pWLrrLOvV0
— Più Europa (@Piu_Europa) June 26, 2023
«Cannabis, se non ci pensa lo Stato ci pensa la mafia» recitava il cartello sollevato da Magi durante l’intervento della presidente del Consiglio. «Abbiamo visto i numeri e i risultati del lavoro che avete fatto in questi anni: dovreste portare rispetto per i ragazzi che sono qui. Lei, onorevole, deve sapere che non sono una persona che si lascia intimidire», ha detto Meloni al segretario di +Europa. Immediatamente accompagnato fuori dal personale di Montecitorio, Magi è stato criticato da alcuni ragazzi arrivati dalle comunità, caduti nella dipendenza dopo aver iniziato con la classica “canna”.
Meloni: «Finita la stagione dell’indifferenza, del lassismo, del disinteresse»
Meloni ha poi ribadito la sua posizione sulle droghe, anche leggere: «Fanno male, tutte, e chi vi dice che non hanno conseguenze mente», ha detto rivolgendosi ai ragazzi presenti. «È finita la stagione dell’indifferenza, del lassismo, del disinteresse». Il governo, ha spiegato la premier, «non vuole avere un atteggiamento paternalistico, lo Stato etico non c’entra niente. C’entra invece la responsabilità delle istituzioni, serve un’altra narrazione sul piano educativo e culturale», in quanto la droga «non può essere considerata una forma di libertà». Alla fine, Meloni è anche andata all’attacco di Netflix: «Abbiamo visto fiction con spacciatori dipinti come eroi trasmesse su piattaforme che hanno trasmesso documentari contro un uomo come Vincenzo Muccioli».
Magi: «Governo incapace, già raggiunto il livello massimo di detenuti per reati legati alla droga»
«Siamo convinti dell’incapacità del governo di affrontare questa situazione, che crea danni e che soprattutto è il principale alleato della criminalità organizzata. Aggiungo che sono stati chiamati a parlare dei risultati della legalizzazione in alcuni stati americani, non gli stati stessi, ma dei lobbisti proibizionisti a ripetere le solite cazzate come quella della cannabis come sostanza di accesso alle droghe pesanti. Qui dentro si vive in un mondo ovattato dove ognuno se la racconta come vuole», ha dichiarato Magi fuori da Montecitorio. «Non si capisce cosa voglia fare il governo, aumentare le pene? Abbiamo già raggiunto il livello massimo di detenuti per reati legati alla droga. Il presidente Fontana, che mi ha allontanato dal convegno, non ha nemmeno avuto la decenza di andare alla presentazione della relazione del Garante dei detenuti dove si è detto al governo cosa è meglio fare».