Daily Archives: 28 Giugno 2023

Santanchè, una Maserati e un appartamento al Pantheon sui conti della Visibilia

Il caso Santanchè continua a ingarbugliarsi. Mentre è slittata al 5 luglio l’audizione al Senato della ministra al Turismo, che dovrà rendere conto dei fatti inseriti nell’inchiesta di Report, spuntano nuovi dettagli legati a una delle sue aziende, la Visibilia Editore Spa. Il Fatto quotidiano svela due nuovi elementi, uno legato a una Maserati e l’altro a un appartamento in via della Rotonda a Roma, proprio dietro al Pantheon. L’auto è costata 77 mila euro ed è stata esclusivamente utilizzata dalla stessa Santanchè, che ne ha addebitato i costi sui conti della società. Azienda a cui, intanto, ha sublocato l’appartamento con un canone di 19 mila e 200 euro mensili, per farne la redazione di Ciak, una delle testate controllate da Visibilia. Ufficio mai allestito e nemmeno visitato dai giornalisti della rivista.

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La Maserati affittata nel 2014 e restituita nel 2019

Ciò che evidenzia Il Fatto quotidiano è che dal 2014 la Visibilia ha iniziato a indebitarsi e infatti oggi, nove anni più tardi, nei fascicolo dei pm si legge che i suoi bilanci erano inattendibili e il deficit «occultato». Nello stesso anno, però, Daniela Santanchè ha iniziato a viaggiare in Maserati e nessuno l’ha scoperto fino a quando, tre anni dopo, il suo autista ha ricevuto una multa per un semaforo rosso. Partendo da questo presupposto, il giornale evidenzia che il contratto stipulato per il noleggio dell’auto prevedeva un costo di 77 mila euro in 48 rate, oltre a 8 mila e 200 ero di assicurazione e una polizza kasko da 7 mila 193 euro. Tutte spese poi messe sui conti della Visibilia.

Il caso Santanchè si complica con nuovi dettagli: la Visibilia editore pagava la Maserati e un appartamento al Pantheon
Daniela Santanchè durante un incontro pubblico (Imagoeconomica).

La sede di Ciak aperta ma senza nessuno

Poi si passa al caso dell’appartamento dietro il Pantheon. Ufficialmente registrato nell’ottobre 2019, il contratto prevedeva 19 mila e 200 euro di affitto e 400 di spese. Il Fatto quotidiano rivela che il trasferimento della sede di Ciak è stato annunciato a fine novembre dello stesso anno, per poi essere effettivo dal gennaio 2020. Ma senza giornalisti, perché gli unici due rimasti avrebbero dovuto cambiare vita, da Milano a Roma, oppure decurtarsi del 40 per cento lo stipendio per poter restare in Lombardia. Da lì le dimissioni e poi la causa contro Visibilia e Santanchè per il versamento dei contributi. 

Il caso Santanchè si complica con nuovi dettagli: la Visibilia editore pagava la Maserati e un appartamento al Pantheon
La ministra al Turismo Daniela Santanchè (Imagoeconomica).

Decreti infilati in Cdm e il ministro Ciriani sorpreso: l’anarchia nel governo Meloni

Alla faccia del governo autoritario, temuto da molti. Qui siamo quasi all’anarchia. L’ultimo “incidente” si è registrato martedì 27 giugno. Intorno alle 15 la comunicazione di Palazzo Chigi diffonde l’ordine del giorno del Consiglio dei ministri, convocato per qualche ora dopo. È da questa comunicazione che alcuni ministri scoprono che in realtà il menù è più ricco di quello preventivato. Sul tavolo erano attesi solo i provvedimenti già inseriti all’odg del Cdm previsto per la settimana precedente (il ddl ricostruzione dopo l’alluvione e il ddl di riforma del codice della strada), saltato all’ultimo secondo burrascosamente per l’indisponibilità della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. Nella convocazione, invece, spuntano anche un decreto legge sempre sulla ricostruzione in Emilia-Romagna e un dl bollette. Il primo per nominare il generale Francesco Figliuolo a commissario post inondazioni, il secondo per rinnovare alcuni aiuti per far fronte al caro bollette di luce e gas.

Decreti infilati in Cdm e il ministro Ciriani sorpreso: l'anarchia nel governo Meloni
Il governo Meloni (Imagoeconomica).

Potrebbero arrivare guai sul termine di conversione, 60 giorni

Alcuni ministri sono “sorpresi”: non conoscevano l’ordine del giorno che li avrebbe attesi in Consiglio dei ministri. Alcune strutture non sapevano, se non dopo aver letto le agenzie, dei provvedimenti all’esame. Eppure, proprio nei giorni scorsi il ministero per i Rapporti con il parlamento aveva chiesto di non portare più decreti legge in Cdm. Il motivo? Il termine di conversione, 60 giorni, sarebbe coinciso con la chiusura agostana. Il rischio sarebbe stato, ma a questo punto sarebbe più corretto dire “è”, quello di mancare le scadenze. In parlamento, infatti, non mancano già adesso i decreti da convertire: il dl alluvioni (quello per le prime misure per far fronte all’emergenza che ha colpito l’Emilia-Romagna), il dl sulle infrazioni Ue, il decreto Pa, per non parlare della delega fiscale, l’Autonomia e la riforma della giustizia (questi ultimi tre non hanno termini di scadenza, ma il governo vorrebbe comunque accelerare).

Luca Ciriani e quei Rapporti che non controlla minimamente

Il punto però è un altro: l’esecutivo non riesce a controllare se stesso e i vari ministeri disattendono quanto indicato dalle proprie strutture, in primis dal ministero per i Rapporti con il parlamento, chiamato a regolare il buon andamento dei lavori nelle Camere per conto del governo. Alcune fonti del dicastero guidato da Luca Ciriani rivelano che non sapevano dell’approdo in Cdm dei due decreti.

Decreti infilati in Cdm e il ministro Ciriani sorpreso: l'anarchia nel governo Meloni
Luca Ciriani (Imagoeconomica).

Ma non solo. Gli stessi uffici dovranno ora affrontare un altro problema. Molto probabilmente infatti le poche norme inserite in questi due ultimi decreti dovranno essere trasferite in altri provvedimenti. Questo per non aumentare l’ingorgo parlamentare e per non sforare i tempi di conversione. La procedura, però, dovrà avvenire senza urtare la presidenza della Repubblica che il mese scorso ha richiamato i presidenti di Camera e Senato, Lorenzo Fontana e Ignazio La Russa, lamentando la non omogeneità dei provvedimenti, soprattutto a seguito di emendamenti parlamentari non coerenti con il decreto legge nel quale erano inseriti.

Al ministro sfuggono persino i colleghi del governo…

Un quadro preoccupante, insomma. Anche alla luce del fatto che proprio nelle ultime settimane Ciriani aveva scritto una lettera per richiamare i colleghi sulla «necessità di garantire da parte dei rappresentanti del governo un’assidua e costante presenza nelle commissioni e nelle aule parlamentari» e per richiamarli in merito «alle modalità e ai tempi di presentazione delle proposte emendative governative». Il risultato? A sfuggire al controllo erano stati due senatori di Forza Italia che hanno mandato sotto la maggioranza in un passaggio tecnico sul decreto Lavoro, con strascico di sospetti e polemiche. Ora al ministro sfuggono gli stessi colleghi al governo che infilano provvedimenti urgenti in Cdm senza preventiva comunicazione.

Kanye West, nuove accuse di antisemitismo in un documentario della Bbc

Kanye West ancora una volta sotto accusa per commenti antisemiti. In un nuovo documentario della Bbc, The Trouble with KanYe, disponibile dal 28 giugno, il suo ex socio d’affari Alex Klein ha ricordato alcune conversazioni avute con il rapper, che da qualche anno si fa chiamare Ye, prima di interrompere il loro rapporto di lavoro. «Sei esattamente come gli altri ebrei», avrebbe affermato West sottolineando l’accezione offensiva della sua dichiarazione con alcuni esempi. Eppure lo stesso artista a marzo aveva scritto su Instagram di aver cambiato idea sugli ebrei grazie al film 21 Jump Street. Oltre a Klein, ha parlato anche un senzatetto californiano, cui lo stesso West avrebbe voluto affidare la gestione della sua campagna alle presidenziali di Usa 2024.

Nuove accuse di insulti razziali a Kanye West. In un doc della Bbc anche la proposta a un senzatetto di gestire la corsa alla Casa Bianca.
Kanye West alla cerimonia dei premi Oscar nel 2020 (Getty Images).

Kanye West e le dichiarazioni antisemite nel documentario della Bbc

Imprenditore tecnologico e a lungo amico di Kanye West, Alex Klein ha contribuito a creare il dispositivo Stem Player, sbarcato assieme all’album Donda 2, con cui personalizzare a proprio piacimento le tracce. Nel documentario della Bbc, Klein ha però ricordato la conversazione che ebbe con il rapper quando decise di chiudere il loro rapporto di lavoro a seguito delle sue prime dichiarazioni antisemite. «Mi sento come se volessi darti uno schiaffo», avrebbe sbottato l’artista nei confronti dell’allora socio in affari, prima di iniziare a inveire con insulti a sfondo razzista. E alla domanda se credesse davvero che gli ebrei volessero fare fronte comune contro di lui avrebbe risposto: «Certo, guarda tutta l’energia negativa attorno a me». Kanye West, stando alle parole di Klein, non avrebbe nemmeno accennato a voler ritirare i suoi commenti, godendo di quanto le sue frasi potessero risultare offensive.

Il presentatore Mobeen Azhar, vincitore di un Bafta e conduttore del documentario, ha poi visitato anche la Cornerstone Christian Church in California, che Kanye West frequenta regolarmente. Qui ha incontrato Mark, un senzatetto che vive in un’auto, il quale gli ha raccontato un dialogo avuto con il rapper. «West ha iniziato a chiedermi la mia opinione su tante questioni», ha ricordato alla Bbc. «Dopo un po’ di tempo mi ha proposto di gestire la sua campagna per le presidenziali di Usa 2024». Contattato da Bbc e Deadline, l’artista non ha ancora replicato.

Arriva anche un podcast sulla vita e la carriera del rapper

Oltre al documentario, la Bbc ha realizzato anche un podcast in otto puntate, The KanYe Story, che ne racconta vita e carriera dai grandi successi alla recente caduta. Condotto anche in questo caso da Azhar, parte dai primi successi del rapper che ha scalato le classifiche americane. Fra i suoi brani più famosi Stronger, Gold Digger e All Falls Down, capaci di sfondare il muro dei 3 milioni di copie vendute. Il racconto arriva fino agli ultimi anni, per capire cosa lo abbia spinto a entrare in politica, prima di citare le esternazioni antisemite che lo hanno portato alla caduta. Fra gli ospiti degli episodi Malik Yusef, stretto collaboratore di Kanye West, il giornalista e critico musicale Dorian Lynskey e la reporter di Forbes Marisa Dellato.

Chi è Monica, moglie di Alberto Angela dal 1993

Alberto Angela è sposato dal 1993 con Monica, una sua coetanea conosciuta agli esordi della sua carriera mentre era una studentessa. La moglie è comparsa poche volte accanto al marito, ma è il suo braccio destro.

Chi è Monica, la moglie di Alberto Angela

Originaria di Parma, Monica è da sempre una persona riservata. Sembra proprio che a far innamorare Alberto Angela sia stata proprio la sua semplicità. Nonostante sia una figura discreta, ha un carattere affettuoso. Si hanno poche informazioni in merito alla donna, ma è noto che condivide con il marito numerose passioni, come il nuoto, e che i due si sostengono reciprocamente in ogni aspetto della loro vita. Quando il marito e la sua troupe furono picchiati in Nigeria, Monica è stata fonte di grande forza e sostegno per Alberto. I due si sono conosciuti negli Anni 90 quando lei era ancora una studentessa e lui era agli inizi della sua carriera nel mondo della divulgazione culturale. Oggi Monica rappresenta, per il marito, un pilastro importante della sua vita.

Chi è Monica Angela, la moglie di Alberto Angela: i tre figli
I figli di Alberto Angela e Monica (Facebook).

Il matrimonio e i figli

Monica e Alberto si sono sposati nel 1993 e nel 1998 è nato il loro primo figlio, Riccardo. L’anno seguente è nato il secondogenito Edoardo e nel 2004 il terzo, Alessandro. In tutti questi anni, Monica è apparsa raramente al fianco del marito, che ha voluto rispettare la scelta della moglie. L’unica volta in cui costei ha ricevuto un po’ di popolarità è stato quando sono uscite delle foto del loro secondo figlio che lo ritraeva in tutta la sua bellezza, ereditata dai genitori. Ben presto il ragazzo era diventato un sex symbol. Già qualche tempo prima, però, una foto di Edoardo e Riccardo in vacanza aveva fatto impazzire i fan di Alberto Angela.

Francia, poliziotto uccide 17enne a Nanterre

Il fermo al posto di blocco, la pistola puntata verso la portiera dell’auto, il tentativo di allontanamento da parte del ragazzo a bordo e poi lo sparo. Un ragazzo di soli 17 anni è stato ucciso a Nanterre da un agente della polizia: gli abitanti del quartiere, dopo la diffusione del video dell’omicidio verificato dal canale France Info, sono insorti. La folla ha dato fuoco a bidoni della spazzatura e a delle automobili parcheggiate, come riportato da Adnkronos, mentre i reparti di emergenza sono stati bersaglio di alcuni petardi. Durante i disordini, sono state erette delle barricate tra i palazzi, che hanno ostacolato le operazioni dei vigili del fuoco.

L’omicidio e la rivolta: cosa è successo

Come riportato dal quotidiano Actu.fr, la squadra di agenti del Dipartimento ordine pubblico e traffico, nella giornata di ieri martedì 27 giugno, era impegnata in normali attività di controllo, quando ha imposto l’alt a una Mercedes in transito, presumibilmente noleggiata. All’interno del veicolo viaggiavano Naël M., 17enne, e altre due persone. A quel punto, ha reso noto il prefetto di polizia di Parigi Laurent Nuñez, il conducente avrebbe in un primo momento rifiutato di fermarsi, rimandendo bloccato nel traffico. I poliziotti avrebbero così tentato di riprendere le attività di controllo, ma il ragazzo alla guida dell’auto, che aveva intanto spento il motore, lo avrebbe riacceso improvvisamente per poi ripartire. Secondo Nuñez, è stato questo il contesto nel quale «il poliziotto ha usato la sua arma» e ha ferito a morte il giovane.

Scontri a Nanterre e nelle zone limitrofe

Gli scontri sono iniziati ieri sera con una manifestazione davanti alla stazione di polizia di Nanterre, ma in breve tempo si sono estesi alle località vicine. A Mantes-la-Jolie è stato tentato di dare fuoco al municipio: la polizia, che ha usato gas lacrimogeni e proiettili di gomma, ha dovuto ritirarsi. Secondo le autorità sarebbero 15 le persone arrestate. La rabbia dei cittadini è esplosa dopo la diffusione del video dell’incidente nel quale si vede un agente che punta la pistola contro la portiera del conducente dell’auto ferma. In quel momento, il giovane al volante si allontana improvvisamente e l’ufficiale spara a distanza ravvicinata, uccidendolo. France Info ha reso noto che l’agente è stato preso in custodia dalla polizia perché sospettato di omicidio colposo, mentre in base a quanto confermato dal ministro dell’Interno Gérald Darmanin, l’organo di controllo della polizia (IPGN) avrebbe avviato un’indagine interna sull’incidente.

Chi l’ha visto?, stasera su Rai 3 nuovi dettagli sul caso di Kata

Stasera 28 giugno 2023 su Rai 3 alle ore 21.25 ritorna il programma televisivo Chi l’ha visto? condotto da Federica Sciarelli. In questa puntata verranno analizzati nuovi dettagli sul caso di Kata, la bambina scomparsa nelle vicinanze dell’ex albergo Astor di Firenze. Inoltre, verranno approfondite diverse segnalazioni arrivate direttamente alla redazione del programma. Questa puntata di Chi l’ha visto? sarà disponibile anche in streaming e on demand grazie alla piattaforma Rai Play.

Chi l'ha visto? le anticipazioni di stasera 28 giugno 2023, si parlerà del caso della piccola Kata ma non solo.
La piccola Kata scomparsa a Firenze (Facebook).

Chi l’ha visto?, le anticipazioni di stasera 28 giugno 2023 su Rai 3

Come anticipato, la puntata si concentrerà ancora una volta sul caso della piccola Kata, la bambina scomparsa a Firenze. Nonostante le indagini sembrino essere a un punto fermo, il team di Chi l’ha visto? è riuscito a reperire ben due filmati che mostrerà al pubblico questa sera: nel primo è possibile vedere la bimba pochi minuti prima della sua scomparsa, mentre nel secondo si assiste a una violenta lite tra nuclei familiari per l’occupazione delle camere dell’ex hotel Astor di Firenze. In effetti, questo sembra essere uno dei punti chiave per risolvere questo caso, ovvero il racket che si cela dietro l’occupazione delle stanze dell’albergo ormai abbandonato ma ancora utilizzato da diverse famiglie che lì trovano rifugio. Non a caso, gli inquirenti negli ultimi giorni hanno deciso anche di prelevare il dna degli occupanti dell’ex struttura ricettiva. Oltre a ciò, Chi l’ha visto? ha raccolto le testimonianze, le dichiarazioni e le impressioni di coloro che sono i protagonisti di questa storia, cercando come sempre di scoprire la verità e dare un briciolo di speranza ai genitori di Kata che sperano di poter rivedere la figlia.

Oltre al caso di Kata, la puntata di Chi l’ha visto? approfondirà anche una telefonata arrivata al centralino della trasmissione. In quest’ultima, un uomo chiedeva a gran voce: «Cercate mia moglie». Tuttavia, il caso si infittisce perché per la giustizia italiana l’uomo ha ucciso la moglie e si è occupato anche di occultare il cadavere. Com’è possibile che costui sia disperato e chieda ancora della moglie scomparsa lanciando un appello plateale? Il team di Chi l’ha visto? cercherà di far luce sulla vicenda, analizzando i dettagli che riguardano il caso. In aggiunta, verrà trattata la storia di Maria, 82enne scomparsa dalla provincia di Campobasso. Secondo la figlia, che interverrà in puntata, la donna sarebbe stata investita da un pirata della strada e il suo corpo occultato per evitare problemi con la legge. Ovviamente, per togliersi qualsiasi dubbio, la ragazza farà un appello a tutti coloro che abbiano assistito a un incidente simile il giorno della scomparsa.

Come sempre, poi, nel corso della puntata ci sarà spazio per le segnalazioni, le richieste di aiuto e gli appelli per ritrovare le persone scomparse nell’ultimo periodo in Italia.

Lula si è lamentato del cibo mangiato al Quirinale

Come si mangia in Italia, non si mangia da nessuna altra parte al mondo. Un pensiero condiviso da molti connazionali e non solo. Però potrebbe anche non essere il solito elogio della cucina tricolore. Lo dimostrano le recenti dichiarazioni del presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva, il quale si è lamentato del cibo che gli è stato offerto al Quirinale e all’Eliseo, durante le recenti visite ufficiali in Italia e in Francia. A deluderlo, in particolare, le porzioni ridotte. E anche una certa sofisticatezza, poco gradita al suo palato.

Lula si è lamentato del cibo mangiato al Quirinale e all’Eliseo. Colpa soprattutto delle porzioni troppo piccole.
Lula e Sergio Mattarella a Roma (Imagoeconomica).

«Non riesco ad abituarmi, mi piace la quantità»

«Ho pranzato con i presidenti Emmanuel Macron e Sergio Mattarella. Due pasti a palazzo, che non sono stati un granché», ha raccontato Lula in un’intervista sul suo canale YouTube. Il leader brasiliano ha poi aggiunto che, in generale, non apprezza il cibo di pranzi e cene ufficiali perché «tutto è minuscolo». In queste occasioni, ha detto, «non c’è un grande vassoio da cui scegliere e prendere quello che vuoi». In Brasile è molto comune mangiare nei ristoranti a buffet ed è inoltre diffuso il rodízio (ossia l’all-you-can-eat) di carne e pizza. «Onestamente non riesco ad abituarmi. Sarà forse golosità da parte mia, ma mi piace la quantità». Nel suo viaggio, Lula ha fatto tappa anche in Spagna e Portogallo.

Lula si è lamentato del cibo mangiato al Quirinale e all’Eliseo. Colpa soprattutto delle porzioni troppo piccole.
Lula ed Emmanuel Macron a Parigi (Getty Images).

«Tutto è sofisticato e non sai nemmeno cosa mangi»

Lula ha detto poi ai suoi ascoltatori che, quando è impegnato in visite all’estero, sente sempre la mancanza di piatti tradizionali brasiliani come la rabada o la galinhada: la prima è una sorta di coda alla vaccinara, servita con polenta, mentre la seconda è uno stufato di riso e pollo, profumato allo zafferano. «Fuori dal Brasile non è facile trovare queste cose. Tutto è così sofisticato e spesso non sai nemmeno cosa mangi». Amante dei piatti caserecci e della tradizione, Lula si è infine lamentato del fatto che il servizio diplomatico del Brasile ha respinto la sua richiesta di servire la feijoada alle cene di Stato. Lula sarà presto in visita a Bruxelles, per un vertice tra l’Ue e i Paesi del Mercosur.

Mentre Meloni parla alla Camera, Salvini incontra il sindaco di Treviso

Volete una rappresentazione plastica dell’aria di maretta che si respira dentro la maggioranza, in particolare a proposito delle voci di rottura tra Giorgia Meloni e Matteo Salvini? Basta guardare una foto, per nulla nascosta ma anzi diffusa dagli uffici stampa del ministero, che ritrae il leghista nella mattina del 28 giugno: il Capitano ha ricevuto nelle stanze del suo dicastero, quello dei Trasporti, il sindaco di Treviso Mario Conte, alfiere del Carroccio e appena rieletto per il suo secondo mandato alla guida della città veneta.

In parlamento si parlava anche di Mes, l’argomento di rottura

Gli argomenti sul tavolo non erano proprio così politicamente impellenti, diciamo: i due, tra le altre cose, hanno fatto il punto su alcuni dossier come il quarto lotto della tangenziale, la rete fognaria e le infrastrutture in generale. Piccolo particolare: negli stessi momenti Giorgia Meloni stava parlando alla Camera, chiamata a fornire comunicazioni al parlamento in vista del Consiglio europeo del 29-30 giugno. Sul tavolo, temi giusto un pelo più caldi di una fogna veneta: l’Europa, la gestione dei migranti, la ratifica del Mes sul quale – guarda caso – si è consumata la spaccatura più grossa all’interno del centrodestra e specialmente dentro la Lega, dopo la presa di posizione, a favore, del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, in contrasto col resto del suo partito e pure con la presidente del Consiglio. I rumor di Palazzo hanno anche riportato telefonate di fuoco tra la premier e il suo vice Salvini, minacciato con l’arma delle urne: «Guarda che ci metto un attimo a portarti al voto», avrebbe detto Meloni nei giorni scorsi. La distanza tra i due a quanto pare non è stata colmata. E ora c’è anche una foto che lo certifica.

Terremoto tra Firenze e Siena: scossa di magnitudo tra 3.7

Una mattinata davvero da dimenticare per molti cittadini di Firenze e di Siena, che prima hanno ricevuto un allarmante messaggio sui loro dispositivi elettronici e successivamente hanno sentito chiaramente la terra tremare. Ecco i dettagli del terremoto delle scorse ore.

Terremoto avvertito tra Firenze e Siena: l’epicentro e la magnitudo

Come confermato anche dall’Istituto Nazionale di Geologia e di Vulcanologia, il sisma di questa mattina (mercoledì 28 giugno) è stato registrato dai sismografi e percepito da parte della popolazione alle ore 12:19. Secondo gli esperti l’epicentro del terremoto è stato registrato alle coordinate geografiche (lat, lon) 43.5000, 11.1750, indicativamente a 4 km a nord est del comune di Poggibonsi (in provincia di Siena).

Il sisma, che si è prodotto ad una profondità di 10 chilometri (è stato dunque piuttosto superficiale) ha avuto magnitudo di 3,7 gradi della scala Richter. Proprio in funzione della sua forza e della posizione dell’epicentro, il sisma è stato percepito non soltanto nel capoluogo di Regione, Firenze, ma anche in tutta la Toscana.

Il terremoto ha spaventato molti, che si sono riversati su Twitter per raccontare la propria esperienza. In men che non si dica «Toscana» è così entrato nei trending topic italiani con le parole di molti cittadini che hanno fatto riferimento ad una bizzarra coincidenza.

Il messaggio di allarme a pochi minuti dal terremoto

Curiosamente, proprio pochi minuti prima che la terra iniziasse a tremare, gli abitanti della Toscana hanno ricevuto sui loro smartphone un messaggio di test dell’alert pubblico IT Alert. Il messaggino recitava: «Questo è messaggio di test del sistema di allarme pubblico italiano. Una volta operativo ti avviserà in caso di grave emergenza. Per informazioni vai sul sito www.it-alert.it e compila il questionario» .

Nonostante la paura (e questo strano scherzo del destino) non sembra almeno per il momento che il sisma in Toscano abbia causato danni di sorta, né agli edifici e tantomeno alle persone.

Fabrizio Bentivoglio: età, moglie, figli e film dell’attore

Fabrizio Bentivoglio, nato a Milano il 4 gennaio 1957, è un attore, regista e sceneggiatore. Ha ricevuto nove nomination ai David di Donatello e ha vinto tre premi: nel 1997 come migliore attore protagonista per Testimone a rischio, nel 1999 come migliore attore non protagonista per Del Perduto Amore e nel 2012, nella medesima categoria, per L’Incredibile Storia dell’Isola delle Rose.

Fabrizio Bentivoglio: biografia e carriera

Appassionato di recitazione sin da adolescente, si è iscritto alla scuola del Piccolo Teatro di Milano dove ha debuttato con il Timone d’Atene di William Shakespare. Il debutto sul grande schermo è arrivato con il film di Alfredo Giannetti Il bandito dagli occhi azzurri. Dopo questa pellicola ha recitato in La storia vera della signora delle camelie (1981) di Mauro Bolognini, Morte in Vaticano (1982), Regina (1987) di Salvatore Piscicelli e Rebus (1989) con Charlotte Rampling. Tra i tanti film a cui ha preso parte vi sono La balia (1999) di Marco Bellocchio e diversi lavori di  Carlo Mazzacurati: La lingua del santo (2000), A cavallo della tigre (2002) e La giusta distanza (2007). Dagli anni Duemila ha girato film come Hotel (2001) con John Malkovich, Ricordati di me (2003) di Gabriele Muccino Una sconfinata giovinezza (2010) di Pupi Avati.

Fabrizio Bentivoglio, tra carriera al cinema e in tv e vita privata
Fabrizio Bentivoglio al Festival del Cinema di Roma del 2018 (Getty Images).

Nel 2011 è stato protagonista di Scialla! di Francesco Bruni e più tardi è stato nel film di Virzì Il capitale umano. Nel 2014 l’abbiamo visto nel cast de Il ragazzo invisibile di Gabriele Salvatores e nel 2016 in quello di Forever Young di Fausto Brizzi. Più tardi ha fatto parte del cast del film di Paolo Sorrentino, Loro, uscito al cinema in due parti.

Fabrizio Bentivoglio: la vita privata

Per diversi anni Bentivoglio ha fatto coppia fissa con l’attrice e regista Valeria Golino, poi nel 2004 ha conosciuto la sua attuale moglie Silvia Pippia sul set del film L’amore ritorna. Dopo essersi frequentati a lungo, i due sono passati da essere colleghi ad amici fino a quando è sbocciato l’amore. Il matrimonio è stato celebrato nel 2012 e dalla loro unione sono nati tre figli: Matteo, Vera e Federico.

Classifica migliori università del mondo, ci sono tre italiane: svetta il Politecnico di Milano

Quali sono le migliori università del mondo nel 2023? A rispondere a questa domanda nelle scorse ore è stato QS World University Rankings, che mettendo insieme i dati a sua disposizione ha stilato la tradizionale classifica degli atenei mondiali che più si sono distinti negli ultimi tempi. Ci sono anche alcune università italiane, ecco quali.

Le università migliori del mondo: la classifica aggiornata

La prima posizione se l’è guadagnata il Massachusetts Institute of Technology (MIT) di Cambridge, negli Stati Uniti, che si è portato a casa un onorevole 100 come valutazione globale, per quanto riguarda la qualità degli insegnamenti, i servizi, le opportunità di lavoro post laurea ma anche la sostenibilità a livello ambientale (un tema oggi certamente molto delicato e attuale). A seguire troviamo la University of Cambridge nel Regno Unito (con un punteggio di 99,2) e in terza posizione l’università di Oxford (98,9).

Nella top 10 figurano ben 4 università statunitensi e 4 istituti del Regno Unito; fanno inoltre molto bene l’ETH di Zurigo in Svizzera (7° con 93,3) e la National University of Singapore (ottavo con 92,7).

Come si classificano le università italiane?

Per riuscire a trovare uno dei nostri atenei è necessario scendere in classifica: il primo ateneo nostrano che troviamo è il Politecnico di Milano, attualmente in 123° posizione; a seguire troviamo La Sapienza di Roma (134°), mentre al 154° c’è l’Alma Mater Studiorium di Bologna. Niente da fare invece per la ben più blasonata Università Luigi Bocconi di Milano: la scuola di management non è infatti apparsa almeno per quest’anno in classifica. Soddisfazione da parte della rettrice del Polimi, che ha commentato così questo risultato: «Questo importante posizionamento nel World University Ranking di QS rappresenta un traguardo significativo per il Politecnico di Milano, testimoniando il costante impegno dell’ateneo verso l’eccellenza accademica e la promozione della ricerca scientifica di livello internazionale».

Quest’anno, per il resto, le valutazioni della prestigiosa agenzia britannica Quacquarelli Symonds hanno preso in considerazione un totale di 2.963 università di 104 Paesi differenti.

Svezia, la polizia autorizza il rogo del Corano fuori da una moschea di Stoccolma

La polizia svedese ha dichiarato di aver concesso un permesso per una protesta durante la quale l’organizzatore Rasmus Paludan intende (di nuovo) bruciare un Corano, questa volta fuori dalla moschea principale di Stoccolma. Il rogo dovrebbe avvenire nel pomeriggio di mercoledì 28 giugno, all’inizio della tre giorni di festa musulmana di Eid al-Adha. Il via libera è arrivato dopo una sentenza di una corte d’appello svedese, che aveva respinto il divieto di bruciare il Corano imposto dalla polizia a seguito del rogo del libro sacro musulmano davanti all’ambasciata turca a Stoccolma, avvenuto a gennaio: la protesta dell’attivista della destra estremista Paludan aveva provocato settimane di proteste, con numerosi arresti, e inviti a boicottare i prodotti svedesi.

Svezia, la polizia autorizza il rogo del Corano fuori da una moschea di Stoccolma. L'iniziativa dell'estremista di destra Rasmus Paludan.
Bandiera della Svezia data alle fiamme a Kandahar, in Afghanistan (Getty Images).

A gennaio il rogo del Corano aveva provocato anche le proteste della Turchia

L’iniziativa aveva suscitato forti proteste non solo in Svezia, ma anche in gran parte del mondo islamico, come l’Afghanistan e la Turchia, complicando ancora di più la strada della Svezia verso l’adesione alla Nato, già ostacolata da Ankara per la questione dei rifugiati politici curdi che si trovano nel Paese scandinavo e che il governo turco considera terroristi. «Non è un segreto che il governo svedese ritenga importante la libertà di espressione, è un principio che difendiamo», aveva detto il ministro degli Esteri svedese Tobias Billstrom dopo aver incontrato a Bruxelles l’omologo turco Mevlut Cavusoglu.

Svezia, la polizia autorizza il rogo del Corano fuori da una moschea di Stoccolma. L'iniziativa dell'estremista di destra Rasmus Paludan.
La polizia turca schierata all’esterno del consolato svedese a Istanbul (Getty Images).

La festa di Eid al-Adha ricorda l’atto di sottomissione a Dio del profeta Abramo

Eid al-Adha è la festa con la quale i musulmani ricordano la sottomissione a Dio di Abramo, pronto a sacrificare il figlio primogenito Ismaele avuto dalla schiava Agar, secondo la tradizione araba prima di avere Isacco dalla moglie Sara. Le celebrazioni durano tre giorni, con date variabili in base agli avvistamenti della luna in diverse parti del mondo. Nel corso della festa, che nel 2023 cade dal 28 giugno al primo luglio, i musulmani fanno visita a parenti e amici, si scambiano regali e saluti, visitano i cimiteri per rendere omaggio ai defunti.

Klimt, l’ultimo ritratto venduto a 86 milioni di euro: record europeo

Un nuovo record europeo per la vendita di un’opera d’arte è stato battuto nelle scorse ore con un’asta da Sotheby‘s da Guiness da Primati: il quadro di cui si sta parlando in questo caso è l’ultimo ritratto del pittore Gustav Klimt (1862-1918) intitolato Dama con ventaglio.

La Dama con Ventaglio di Gustav Klimt venduta al prezzo record di 86 milioni di euro

L’opera del pittore austriaco (celeberrimo il suo Bacio) è finito all’asta presso la celebre casa d’aste Sotheby’s ed è stato venduto al miglior offerente, che in questo caso è stato disposto a pagare l’astronomica cifra di 74 milioni di sterline, corrispondenti a circa 86 milioni di euro.

Al momento della morte dell’artista l’opera si trovava posizionata sul cavalletto. L’artista morì all’improvviso a causa di un ictus che l’aveva colpito all’età di 55 anni (era il 1918) come conseguenza dell‘influenza spagnola che aveva contratto. Fino ad oggi, l’opera era rimasta uno dei pochissimi prodotti del genio del pittore ad essere ancora in mano a privati. Secondo Sotheby’s, si tratta di «un’ode alla bellezza assoluta».

Le caratteristiche dell’opera di Klimt

Il quadro è un omaggio all’arte nipponica, ma anche all’Art Nouveau e al Simbolismo. Iniziata nel 1917 e poi rimasta incompiuta, è di fatto un quadro che racchiude in sé tutta la filosofia pittorica del suo artista, rappresentando una donna sensuale e ammiccante circondata da tessuti colorati pregiati e con in mano un ventaglio. Il personaggio al centro dell’opera è misterioso, fiero e invita l’osservatore ad apprezzare tutti i dettagli pittorici intorno, immergendosi nella bellezza di uno stile unico nel suo genere.

Secondo quanto dichiarato dal responsabile delle vendite di quadri impressionisti e moderni di Sothebys, Thomas Boyd-Bowman, «La bellezza e la sensualità del ritratto è da ritrovarsi nei dettagli.[…] le pennellate di blu e di rosa che ravvivano la pelle della protagonista, le linee eteree delle ciglia e le labbra socchiuse che danno carattere al volto».

Claudia Zanella: età, compagno, figlia e film dell’ex moglie di Fausto Brizzi

Claudia Zanella, nata a Firenze il 30 marzo 1979, è un’attrice e modella. Ha recitato in diversi film importanti di Salvatores e Bellocchio e fino al 2018 è stata sposata con il regista Fausto Brizzi.

Claudia Zanella: biografia e carriera

La Zanella ha esordito al cinema interpretando alcuni cortometraggi e per poi prendere parte, all’inizio degli anni Duemila, ai film L’amore ritorna per la regia di Sergio Rubini e Quo vadis, baby? diretto da Gabriele Salvatores. Nel 2006 ha recitato in Il giorno + bello, regia di Massimo Cappelli, e Il regista di matrimoni per la regia di Marco Bellocchio. Nel 2007 è stata una degli interpreti del film di Giovanni Veronesi Manuale d’amore 2 – Capitoli successivi e l’anno seguente della pellicola Amore che vieni, amore che vai, regia di Daniele Costantini. L’ex marito Fausto Brizzi l’ha diretta in film come Pazza di me del 2013 e Forever Young nel 2016. Ha poi lavorato per la televisione in film come Briciole (2005) sul tema dell’anoressia, Troppi equivoci e nella miniserie tv Fidati di me. Nel 2020 ha partecipato all’ultimo episodio della dodicesima stagione di Don Matteo, mentre nel 2021 è entrata nel cast del film Diversamente di Max Nardari.

Claudia Zanella, tra carriera e vita privata
Claudia Zanella e Giulia Bevilacqua al Festival di Cannes 2011 (Getty Images).

Claudia Zanella: la vita privata

Claudia è stata sposata dal 19 luglio 2014 al 2018 con il regista romano Fausto Brizzi. Il 28 febbraio 2016 è nata la loro prima figlia, Penelope Nina, ma i due si sono separati due anni dopo. Pare che l’attrice nel 2019 stesse già con un altro uomo, l’insegnante di pugilato Luigi Cesolini 11 anni più giovane di lei. Oltre a essere attrice, la Zanella è anche un’attivista vegana e il suo ultimo libro, Meglio un giorno da vegana – La scelta che ha cambiato le nostre vite, tratta proprio quest’argomento. L’attrice ha però dichiarato di non apprezzare i vegani estremisti, dicendo anche che i confronti con loro sono molti aspri perché sono contrari anche ai vegetariani.

Pink, un fan le lancia le ceneri della madre morta durante il concerto

Si sta svolgendo proprio in queste ultime settimane la nuova tournée di Alecia Moore in arte Pink, una delle cantanti pop più amate al mondo che però ancora una volta ha deciso di non passare per l’Italia, nemmeno per una misera data. Un vero peccato, visto che il suo Summer Carnival Tour 2023 sta riservando a tutti i suoi fedelissimi fan tante sorprese inaspettate e momenti capaci di lasciare a bocca aperta, proprio come quello avvenuto pochissime ore fa al British Summer time Festival di Londra.

Una fan lancia a Pink un sacchetto con le ceneri della madre: la reazione della cantante

Ad un certo punto, nel pieno dell’esibizione live del brano Just like a pill, una persona tra il pubblico ha voluto “omaggiare” l’artista con uno strano sacchetto lanciatole dal parterre. All’interno c’erano, udite udite, nientepopodimeno che le ceneri della sua defunta madre. Non è dato sapere come l’artista sia venuta a conoscenza del contenuto del sacchetto ma probabilmente la fan che gliel’ha lanciato stringeva fra le mani un cartello dove veniva spiegato cosa si trovasse al suo interno.

Quando Pink si è resa conto di cosa stava succedendo si è guardata intorno spaesata e basita per quanto accaduto, per poi poggiare il sacchetto a terra proseguendo a cantare come se nulla fosse successo. Ecco il video di quello che è accaduto.

Non si è nemmeno trattato dell’unico bizzarro regalo che la cantante ha ricevuto sul palco. A poche ore di distanza, infatti, un altro fan nel pubblico ha omaggiato l’artista con un’enorme forma di brie che in qualche modo è riuscito a far passare dai controlli di sicurezza.

Una tournée davvero spettacolare

Anche questi nuovi live di Pink sono caratterizzati, al di là delle sorprese dei fan, da idee di messa in scena per molti versi folli. La cantante dà infatti il via al concerto appesa a due enormi elastici, calandosi da diversi metri d’altezza. Anche la chiusura è spettacolare: come già fatto in tour passati, l’artista vola letteralmente sul pubblico appesa a dei cavi sospesi intonando So What? una delle sue canzoni più celebri.

Kevin Spacey, al via a Londra il processo per aggressioni sessuali

Inizia il 28 giugno presso la Southwark Crown Court di Londra il processo contro Kevin Spacey, accusato di aver aggredito sessualmente quattro uomini tra il 2001 e il 2013. Vincitore di due Oscar per I soliti sospetti (1995) e American Beauty (1999), l’attore 63enne è stato accusato di molestie per la prima volta nel 2017, nelle prime settimane del movimento #MeToo, cominciato con le rivelazioni degli abusi commessi dal produttore cinematografico Harvey Weinstein.

Kevin Spacey, al via a Londra il processo per aggressioni sessuali nei confronti di quattro uomini, avvenute tra il 2001 e il 2013.
Kevin Spacey, due volte premio Oscar (Getty Images)

Il processo durerà quattro settimane, 12 gli abusi di cui è accusato

Nel corso del processo, che durerà quattro settimane, verranno dibattute 12 accuse di aggressione sessuale. A maggio del 2022 Spacey (che si dichiara innocente) è stato incriminato dalla procura della Corona britannica per cinque presunte violenze nei confronti di tre uomini, commesse tra il 2005 e il 2013, in un periodo durante cui Spacey era direttore artistico dell’Old Vic Theatre di Londra. A novembre dell’anno passato sono state poi aggiunte altre sette incriminazioni per violenze sessuali nei confronti di un altro uomo, che avrebbe costretto a una «relazione sessuale non consensuale» tra il 2001 e il 2004.

Le accuse di Anthony Rapp, da cui Spacey è stato poi prosciolto

Come detto, però, le prime accuse per la star di Hollywood erano arrivate già nel 2017, quando a puntare il dito contro di lui era stato il collega Anthony Rapp. Quest’ultimo aveva accusato il collega di averlo molestato sessualmente durante una festa nel 1986, quando Rapp aveva 14 anni e Spacey 26. A ottobre 2022 l’attore due volte Premio Oscar è stato prosciolto: la giuria ha concluso che non avesse toccato le parti intime di Rapp, il quale aveva presentato le accuse sfruttando il Child Victims Act, legge dello stato di New York che permette di rendere temporaneamente ammissibili vecchie accuse di molestie, anche trascorsi i normali tempi della prescrizione.

Kevin Spacey, al via a Londra il processo per aggressioni sessuali nei confronti di quattro uomini, avvenute tra il 2001 e il 2013.
Kevin Spacey nel 1999, all’apice della fama (Getty Images)

Dal 2017 Spacey ha praticamente smesso di lavorare come attore

Da quando è stato accusato da Rapp, Spacey ha praticamente smesso di recitare. Nel 2017 le sue scene in Tutti i soldi del mondo, in cui originariamente interpretava J. Paul Getty, sono state tagliate e girate nuovamente con Cristopher Plummer al suo posto. Nello stesso anno è stato escluso da House of Cards, serie Netflix di cui era stato protagonista per cinque stagioni nel ruolo di Frank Underwood. Otto persone della troupe della serie hanno raccontato che il set era un posto «tossico» per i giovani maschi, a causa dei comportamenti inappropriati di Spacey. A gennaio 2023, la decisione del Museo nazionale del Cinema di Torino di consegnargli il premio alla carriera Stella della Mole ha sollevato aspre critiche, proprio a causa dei procedimenti giudiziari in corso.

Scuola, abbassati i voti di condotta degli studenti che hanno colpito la prof con i pallini

Dietro front da parte dell’istituto Viola Marchesini di Rovigo, la scuola dove lo scorso anno due studenti si erano permessi di portare in classe una pistola a pallini con la quale avevano ferito la loro insegnante, Maria Cristina Finatti. Grazie alla richiesta di revisione fatta da parte del ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, l’istituto veneto ha preso la decisione di abbassare il voto di condotta dei due responsabili della grave aggressione, da più parti considerato fin troppo alto.

Abbassato il voto di condotta agli studenti che spararono alla loro docente in classe

I fatti risalgono allo scorso 11 ottobre: Finatti si trovava impegnata come ogni giorno a fare lezione di scienze, quando ad un certo punto un ragazzo della sua classe aveva deciso di tirare fuori una pistola a pallini sparandole un paio di colpi, tutto questo mentre un suo compagno complice filmava la scena e mentre gli altri ridacchiavano. Il motivo dietro al gesto sconsiderato dei due giovani era la loro volontà di caricare il filmato sui social, per diventare virali. Peccato che la professoressa in questione, evidentemente sconvolta per quanto accaduto, ha rischiato di perdere un occhio e, alla fine, ha preso la decisione di denunciare l’intera classe.

Giorni fa era emersa la notizia che alcuni dei responsabili del gesto non solo erano stati promossi all’anno successivo, ma che avevano preso persino 9 in condotta, quasi il massimo. Una decisione da parte della scuola che aveva lasciato senza parole non solo la docente ma anche tutta l’opinione pubblica. Da qui il necessario cambio di rotta richiesto dal ministero, con Valditara che aveva dichiarato: «Non basta mandare gli ispettori, interverremo anche sul voto di condottae».

La decisione del consiglio di classe e i nuovi voti

I docenti dell’istituto, riunitisi nelle scorse ore in consiglio di classe, hanno così accolto la richiesta del MIUR e della preside della scuola Isabella Sgarbi: alla fine allo studente che aveva preso 9 in condotta è stato attribuito un 7, mentre agli studenti coinvolti che avevano inizialmente avuto un 8 è stato dato un 6.

Teo Teocoli: età, moglie, figli e malattia del comico

Teo Teocoli, nato a Taranto il 25 febbraio 1945, è un attore, comico, imitatore, cabarettista e conduttore televisivo. Lo si ricorda per le sue imitazioni, tra i tanti, di Gabriele Albertini, Franco Califano, Ray Charles, Maurizio Costanzo e Massimo Moratti ma anche per il personaggio di Felice Caccamo.

Teo Teocoli: biografia e carriera

Nel 1965 ottenne il suo primo contratto discografico e debuttò con la canzone Una mossa sbagliata alla Caravella dei successi di Bari, nella quale conobbe e si fidanzò con Wilma Goich. Teocoli esordì negli Anni 70 come cabarettista al Derby insieme a Massimo Boldi, Cochi e Renato e Giorgio Faletti e continuò la sua carriera da cantante. Arrivò in televisione nel 1973 con una partecipazione di contorno nella trasmissione Il poeta e il contadino trasmesso da Rete 2, con Cochi e Renato. Dopo Drive In e Una rotonda sul mare, nel 1989 propose nella trasmissione Emilio il personaggio di Peo Pericoli (un tifoso del Milan). Sempre negli Anni 80 è diventato protagonista di svariati film come Una vacanza bestiale (1981), Eccezzziunale… veramente (1982) e I miei primi 40 anni (1987), tutti di Carlo Vanzina, e Grandi magazzini (1986) di Castellano e Pipolo. Nel 1991 ha condotto Striscia la notizia, mentre l’anno seguente è stato il presentatore di Scherzi a parte e uno dei primi a condurre Mai dire gol.

Teo Teocoli e la sua carriera, tra film e imitazioni
Teo Teocoli in un suo show (Facebook).

Tra gli Anni 90 e 2000, è stato nel cast di Papà dice messa di Renato Pozzetto del 1996, Bar Sport (2011) di Massimo Martelli, I 2 soliti idioti (2012) di Enrico Lando e Forever Young (2016) di Fausto Brizzi. Tornando alla tv, nella stagione 2006-2007 ha partecipato alla trasmissione Che tempo che fa in onda il sabato sera su Rai 3, a Rockpolitik su Rai 1 e alla Domenica Sportiva su Rai 2. Nel 2014 era entrato a far parte del cast di Ballando con le stelle in coppia con Natalia Titova, ma è stato costretto a ritirarsi dopo tre puntate per problemi fisici. Teocoli è tornato a esibirsi in tv nel novembre del 2021 partecipando a Zelig con il suo celebre personaggio Felice Caccamo.

Teo Teocoli e la sua carriera, tra comicità e vita privata
Teo Teocoli in un suo show (Facebook).

Teo Teocoli: la vita privata e la malattia

Il comico è sposato con Elena Fachini dal 1989, quando nacque anche la loro prima figlia Anna Adele Letizia, seguita dalle sorelle Paola (1991) e Chiara (1992). Purtroppo nel 2021 ha dovuto annullare le tappe del suo spettacolo Tutto Teo a causa di un problema di salute che ha avuto già in passato, circa vent’anni fa. Nella nota ufficiale sui canali social non ha mai fornito ulteriori precisazioni, ma il presentatore nei mesi successivi è apparso sereno e totalmente ristabilito. In un post Facebook aveva scritto: «Ciao a tutti, grazie dell’interessamento, mi ha fatto piacere che molta gente si sia interessata. Mi dispiace anche per le altre serate che purtroppo salteranno, però grande solidarietà e benevolenza. Si è rotta una sequenza di quasi vent’anni senza un intoppo, stavolta c’è stato. Succede, grazie a tutti comunque».

Caltagirone show in Commissione finanze del Senato

Parata da grandi occasioni in Commissione finanze del Senato ad ascoltare Francesco Gaetano Caltagirone, uno dei grandi nomi del capitalismo italiano, convocato per conoscere le sue osservazioni in merito al Ddl Capitali. Il costruttore-editore non ha deluso la platea dei big della politica di solito assenti alle audizioni, discettando contro con il meccanismo della lista del cda per le società quotate, che «rischia, con un’iperbole, di creare una autocrazia». Ad ascoltarlo con grande interesse c’erano Matteo Renzi, che pur facendoci parte in commissione non va quasi mai, e una parata di capigruppo, da Stefano Patuanelli a Francesco Boccia, da Lucio Malan alla portavoce di Azione Mariastella Gelmini.

Spazio, la nuova tuta dell’Esa parlerà anche italiano

Pensatela come la nuova ‘divisa’ spaziale di AstroSamantha. Con un tocco molto italiano. La tuta degli astronauti dell’Esa, l’Agenzia spaziale europea (7,2 miliardi di euro di bilancio e 2.200 dipendenti), nascerà infatti sulla base di cinque proposte che hanno vinto il concorso lanciato dalla stessa agenzia. Sono arrivati 90 progetti da tutta Europa e la giuria ha scelto i progetti di Alberto Piovesan (Vicenza), Flavio Gentile (Fasano, in provincia di Brindisi), João Montenegro (Lisbona), Oussama Guarraz (Rennes, Francia), Maurizio de Vincentiis (Roma). Il 28enne Piovesan, in particolare, è il direttore creativo di D air Lab, la società di Lino Dainese che oltre ad aver creato l’air bag per i motociclisti, sta elaborando – fra l’altro – le nuove tute per la vita in Antartide. La sua idea però, ha sottolineato, è stata sviluppata al di fuori del D air Lab. I cinque sono stati premiati nel centro aerospaziale vicino Colonia dagli astronauti Marco Alain Sieber, Raphäel Liégeois, Sophie Adenot, Pablo Álvarez Fernández, Meganne Christian.

Spazio, la nuova tuta dell'Esa parlerà anche italiano
Il progetto di Piovesan.

L’obiettivo è realizzare la futura tuta Esa per le attività extraveicolari

L’obiettivo è creare la futura tuta dell’Esa per attività extraveicolari (Eva), tenendo naturalmente conto delle condizioni estreme in cui operano gli astronauti. Ai partecipanti  è stato chiesto di progettare una tuta che fosse immediatamente riconoscibile. La giuria ora è al lavoro per mixare le idee vincitrici. Il nuovo design sarà utilizzato, in prima istanza, per produrre repliche per mostre o registi, per la divulgazione delle attività Esa e dell’esplorazione spaziale in generale. In seguito, i modelli serviranno per realizzare tute di addestramento.

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