Trump: "Cina molto ostile, nessun motivo per vedere Xi", poi annuncia nuovi dazi
Le parole del presidente Usa arrivano il giorno dopo l'annuncio di Pechino su una stretta nell'export delle cosiddette terre rare. Trump ha poi spiegato: "Ulteriori dazi del 100% alla Cina a partire dal primo novembre"

Donald Trump ha annunciato “ulteriori dazi del 100% alla Cina a partire dal primo novembre in aggiunta a qualsiasi tariffa attualmente in vigore". Il presidente degli Stati Uniti ha accusato la Cina di essere diventata "molto ostile" e ha affermato che non c'è più "alcun motivo" per incontrare il leader cinese Xi Jinping in Corea del Sud tra due settimane, dopo che le nuove restrizioni di Pechino sulle terre rare hanno segnato un'impennata nelle tensioni tra i due paesi.
Questa settimana la Cina ha annunciato nuove restrizioni alle esportazioni di minerali delle terre rare, componenti fondamentali di prodotti che vanno dai semiconduttori ai veicoli elettrici e ai caccia a reazione, specificando in particolare che le licenze relative a determinati contratti di esportazione saranno concesse caso per caso. La Cina ha un quasi monopolio sulla capacità di lavorazione dei minerali delle terre rare, il che le conferisce un vantaggio commerciale incomparabile.

In un messaggio pubblicato sul suo social network Truth Social, il presidente Usa ha dichiarato che sarà costretto a "contrattaccare sul piano finanziario" contro le decisioni di Pechino. "Non è possibile che alla Cina venga permesso di tenere il mondo 'prigioniero', ma questo sembra essere stato il loro piano per un bel po' di tempo", così il presidente Trump ha commentato la decisione della Pechino. Trump ha accusato la Cina di aver "silenziosamente ammassato in una sorta di posizione di monopolio" sia i magneti permanenti, sia le terre rare, in "una mossa piuttosto sinistra e ostile".
Era stato lo stesso Trump, dopo il colloquio telefonico con Xi del 19 settembre, ad annunciare di aver "concordato" con il leader cinese un incontro al vertice Apec in Corea del Sud: "Andrò in Cina all'inizio del prossimo anno e il presidente Xi verrà negli Stati Uniti al momento opportuno". Era stato il secondo colloquio telefonico con il leader cinese dal ritorno del tycoon alla Casa Bianca, ma il terzo dall'inizio dell'anno. La Cina è sempre rimasta in silenzio sulla possibilità di incontri futuri.
La controversia sui controlli alle esportazioni riecheggia una disputa che Washington e Pechino avrebbero risolto mesi fa. All'inizio di quest'anno, Pechino ha inasprito i controlli sulle esportazioni di minerali, causando allarme tra le industrie statunitensi. Il team di Trump ha risposto con controlli sulle esportazioni dei componenti per i quali la Cina dipende dagli Stati Uniti, e le due parti hanno infine concordato di allentare la maggior parte delle restrizioni.
Secondo il Peterson Institute for International Economics, le tariffe medie statunitensi sui beni provenienti dalla Cina si aggirano intorno al 57% e hanno raggiunto oltre il 140% al culmine delle controversie commerciali di Trump all'inizio di quest'anno.
Trump era stato nella Repubblica Popolare all'epoca del suo primo mandato alla Casa Bianca e nel 2019 aveva visto Xi a Osaka a margine del G20. Il vertice Apec (Asia-Pacific Economic Cooperation) è previsto per il 31 ottobre e il primo novembre a Gyeongju, in Corea del Sud. Riunirà i rappresentanti di 21 economie che si affacciano sull'Oceano Pacifico. Cina e Stati Uniti fanno parte del Forum, così come Hong Kong.
Fonte: www.rainews.it