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Il piano di Trump per la pace Gaza in 20 punti, si parte con liberazione ostaggi
Gaza sarà governata da un comitato tecnocratico di palestinesi ed esperti internazionali, con la supervisione di un nuovo organismo internazionale di transizione in cui c'è anche Tony Blair
“Un giorno storico per la pace” avevano detto i due alleati a Washington all'annuncio di un piano Usa concordato con Israele per un cessate-il-fuoco nella Striscia. Trump e Netanyahu ne avevano parlato nel "quadro più grande di una pace eterna nel Medio Oriente”, disse il presidente Usa.
Poi la notizia della tregua raggiunta frutto dei negoziati in Egitto. Hamas da subito ha messo sul piatto la liberazione degli ostaggi ma è riluttante ad accettare la supervisione di un organismo internazionale sul governo, così come la presenza dell'esercito israeliano, sul territorio palestinese nel dopo-Gaza e il disarmo della sua milizia. Entro tre giorni dalla ratifica dell'accordo - dunque ormai nelle prossime ore - avverrà la consegna degli ostaggi vivi, mentre per quelli morti ci sarebbero pesanti incognite: Hamas non avrebbe contezza di dove si trovino alcuni corpi.
I familiari degli ostaggi hanno espresso il loro plauso, per loro quella di Trump è stata “una mossa coraggiosa di leadership” e ieri hanno applaudito al presidente Usa mentre in piazza degli ostaggi parlava l'inviato americano Witkoff, sul palco con Jared Kusher (i due sono stati protagonisti dei negoziati) e Ivanka Trump.
I 20 punti della proposta di pace
1- Gaza sarà una zona “deradicalizzata” e libera dal terrorismo che non rappresenterà una minaccia per i suoi vicini.
2- Gaza sarà riqualificata a beneficio della popolazione palestinese, che ha sofferto più che abbastanza.
3- Se entrambe le parti accetteranno la proposta, la guerra terminerà immediatamente. Le forze israeliane si ritireranno sulla linea concordata per preparare il rilascio degli ostaggi. Durante questo periodo, tutte le operazioni militari, inclusi i bombardamenti aerei e di artiglieria, saranno sospese e le linee di battaglia rimarranno congelate fino a quando non saranno soddisfatte le condizioni per il ritiro graduale e completo.
4- Entro 72 ore dall’accettazione pubblica di questo accordo da parte di Israele, tutti gli ostaggi, vivi e deceduti, saranno restituiti.
5- Una volta rilasciati tutti gli ostaggi, Israele rilascerà 250 ergastolani più 1700 cittadini di Gaza detenuti dopo il 7 ottobre 2023, comprese tutte le donne e i bambini detenuti in tale contesto. Per ogni ostaggio israeliano i cui resti saranno rilasciati, Israele rilascerà i resti di 15 cittadini di Gaza deceduti.
Su questo tema, il Forum delle famiglie degli Ostaggi israeliani ha annunciato, dopo la conferenza stampa di Trump e la pubblicazione del "piano in 20 punti", che “le famiglie degli ostaggi sperano di tirare un sospiro di sollievo alla luce dello storico annuncio del Trump e del primo ministro Netanyahu. Questa è una serata di grande speranza per l'intero popolo israeliano, per le famiglie in lutto e in particolare per gli ostaggi e le loro famiglie che vivono un incubo continuo da due anni”. Il forum ha ringraziato Trump per "la significativa svolta, la leadership e il coraggio".
6- Una volta restituiti tutti gli ostaggi, ai membri di Hamas che si impegnano a una coesistenza pacifica e a smantellare le proprie armi sarà concessa l’amnistia, mentre ai membri di Hamas che desiderano lasciare Gaza verrà garantito un passaggio sicuro verso alcuni Paesi di destinazione.
Netanyahu è stato chiaro su un punto: "Penso che dovremmo capire che stiamo dando a tutti la possibilità di farlo pacificamente, qualcosa che ci permetterà di raggiungere tutti i nostri obiettivi di guerra senza ulteriori spargimenti di sangue". "Ma se Hamas respinge il suo piano o se presumibilmente lo accetta e poi fa praticamente di tutto per contrastarlo, allora Israele finirà il lavoro da solo".
7- All’accettazione del presente accordo, tutti gli aiuti saranno immediatamente inviati nella Striscia di Gaza. Come minimo, le quantità di aiuti saranno coerenti con quanto previsto dall’accordo del 19 gennaio 2025 in materia di aiuti umanitari, tra cui la riabilitazione delle infrastrutture (acqua, elettricità, fognature), la ristrutturazione di ospedali e panetterie, e l’invio delle attrezzature necessarie per la rimozione delle macerie e la riapertura delle strade.
8- L’ingresso di distribuzione e aiuti nella Striscia di Gaza avverrà senza interferenze delle due parti attraverso le Nazioni Unite e le sue agenzie, e la Mezzaluna Rossa, oltre ad altre istituzioni internazionali non associate in alcun modo a nessuna delle due parti. L’apertura del valico di Rafah in entrambe le direzioni sarà soggetta allo stesso meccanismo implementato nell’accordo del 19 gennaio 2025.
Dopo la tregua, i nodi irrisolti
9- Gaza sarà governata da un comitato tecnocratico e apolitico, responsabile della gestione quotidiana dei servizi pubblici e delle amministrazioni comunali per la popolazione di Gaza. Questo comitato sarà composto da palestinesi qualificati ed esperti internazionali, con la supervisione di un nuovo organismo internazionale di transizione, il “Board of Peace”, che sarà presieduto dal Presidente Donald J. Trump, con altri membri e capi di Stato da decidere, tra cui l’ex Primo Ministro Tony Blair e forse anche Jared Kushner genero del tycoon americano. Questo organismo definirà il quadro e gestirà i finanziamenti per la riqualificazione di Gaza fino a quando l’Autorità Nazionale Palestinese non avrà completato il suo programma di riforme, come delineato in varie proposte, tra cui il piano di pace del Presidente Trump del 2020 e la proposta franco-saudita, e potrà riprendere il controllo di Gaza in modo sicuro ed efficace. Questo organismo farà appello ai migliori standard internazionali per creare una governance moderna ed efficiente al servizio della popolazione di Gaza e che favorisca l’attrazione di investimenti. Trump ha confermato che sarà lui a guidare il comitato della pace che si occuperà di portare a termine l'accordo.
Su un punto è già arrivato il no di Hamas. "Tony Blair è una figura inaccettabile per il nostro popolo. Abbiamo accettato la formazione di un comitato che non rappresenti alcuna fazione palestinese per gestire gli affari di Gaza dopo la guerra, e non accetteremo l'imposizione di una tutela straniera sul nostro popolo". Lo ha detto in una dichiarazione alla Reuters, pubblicata sul suo sito, l'alto funzionario di Hamas Taher al-Nunu. "Il nostro popolo è perfettamente capace di gestire i propri affari da solo", ha aggiunto.
10- Un piano di sviluppo economico di Trump per ricostruire e rivitalizzare Gaza sarà elaborato riunendo un gruppo di esperti che hanno contribuito alla nascita di alcune delle fiorenti e moderne città del Medio Oriente. Molte proposte di investimento ponderate e idee di sviluppo entusiasmanti sono state elaborate da gruppi internazionali ben intenzionati e saranno prese in considerazione per sintetizzare i quadri di sicurezza e governance per attrarre e facilitare questi investimenti che creeranno posti di lavoro, opportunità e speranza per la futura Gaza.
11- Verrà istituita una zona economica speciale con tariffe di accesso agevolate da negoziare con i paesi partecipanti.
12- Nessuno sarà costretto a lasciare Gaza, coloro che lo desiderano saranno liberi di farlo e di tornare. Incoraggeremo le persone a rimanere e offriremo loro l’opportunità di costruire una Gaza migliore.
13-Hamas e le altre fazioni concorderanno di non avere alcun ruolo nella governance di Gaza, direttamente, indirettamente o in qualsiasi forma. Tutte le infrastrutture militari, terroristiche e offensive, inclusi tunnel e impianti di produzione di armi, saranno distrutte e non ricostruite. Ci sarà un processo di smilitarizzazione di Gaza sotto la supervisione di osservatori indipendenti, che includerà la messa fuori uso permanente delle armi attraverso un processo concordato di dismissione, supportato da un programma di riacquisto e reintegrazione finanziato a livello internazionale, il tutto verificato da osservatori indipendenti. La Nuova Gaza sarà pienamente impegnata a costruire un’economia prospera e a una pacifica coesistenza con i propri vicini.
14- I partner regionali forniranno una garanzia per assicurare che Hamas e le fazioni rispettino i propri obblighi e che la Nuova Gaza non rappresenti una minaccia per i propri vicini o per la sua popolazione.
15- Gli Stati Uniti collaboreranno con i partner arabi e internazionali per sviluppare una Forza Internazionale di Stabilizzazione (ISF) temporanea da dispiegare immediatamente a Gaza. L’ISF addestrerà e fornirà supporto alle forze di polizia palestinesi selezionate a Gaza e si consulterà con Giordania ed Egitto, che vantano una vasta esperienza in questo campo. Questa forza costituirà la soluzione di sicurezza interna a lungo termine. L’ISF collaborerà con Israele ed Egitto per contribuire a proteggere le aree di confine, insieme alle forze di polizia palestinesi di recente addestramento. È fondamentale impedire l’ingresso di munizioni a Gaza e facilitare il flusso rapido e sicuro di merci per ricostruire e rivitalizzare Gaza. Un meccanismo di “deconflittualità” sarà concordato dalle parti.
16- Israele non occuperà né annetterà Gaza. Man mano che le Forze di Difesa Israeliane (IDF) ristabiliscono il controllo e la stabilità, si ritireranno in base a standard, tappe e tempistiche legate alla smilitarizzazione che saranno concordate tra le IDF, le ISF, i garanti e gli Stati Uniti, con l’obiettivo di una Gaza sicura che non rappresenti più una minaccia per Israele, l’Egitto o i suoi cittadini. In pratica, le IDF cederanno progressivamente il territorio di Gaza che occupano alle ISF in base a un accordo che stipuleranno con l’autorità di transizione fino al loro ritiro completo da Gaza, fatta eccezione per una presenza di un perimetro di sicurezza che rimarrà finché Gaza non sarà adeguatamente protetta da qualsiasi minaccia terroristica.

17- Nel caso in cui Hamas ritardi o respinga questa proposta, quanto sopra, inclusa l’intensificazione dell’operazione di aiuti, proseguirà nelle aree libere dal terrorismo consegnate dall’IDF. Il 3 ottobre il presidente Trump ha lanciato un ultimatum alla milizia terroristica armata: “Rispondete entro domenica o saà l'inferno”.
18- Sarà avviato un processo di dialogo interreligioso basato sui valori della tolleranza e della coesistenza pacifica per cercare di cambiare la mentalità e le narrazioni di palestinesi e israeliani, sottolineando i benefici che possono derivare dalla pace.
19- Con l’avanzare dello sviluppo di Gaza e la fedele attuazione del programma di riforma dell’Autorità Nazionale Palestinese, potrebbero finalmente crearsi le condizioni per un percorso credibile verso l’autodeterminazione e lo Stato palestinese, che riconosciamo come l’aspirazione del popolo palestinese.
20- Gli Stati Uniti avvieranno un dialogo tra Israele e i palestinesi per concordare un orizzonte politico per una coesistenza pacifica e prospera.

Fonte: www.rainews.it