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Marwan Barghouti resta in carcere, la lettera della moglie
Hamas ha chiesto di metterlo nella lista dei detenuti da scarcerare, Israele ha rifiutato

Nel giorno del rilascio degli ostaggi israeliani nelle mani di Hamas e dei detenuti palestinesi da parte di Israele, parla o meglio scrive Fadwa Barghouti, moglie di Marwan. Il 66enne politico palestinese è in carcere in Israele dal 2002 quando, nel corso della seconda Intifada, fu arrestato con l'accusa di essere il mandante di diversi attentati che hanno provocato la morte di 5 persone. Barghouti, palestinese residente in Cisgiordania, non riconobbe l'autorità della corte israeliana ma si disse estraneo alle violenze citate. Fu condannato a 5 ergastoli. Esponente di spicco di Fatah è stato più volte indicato come favorito in caso di elezioni in Palestina. Hamas ha chiesto la sua liberazione insieme a quella degli altri detenuti ma Israele si è opposto.

Fadwa scrive: "Gaza merita il tuo sacrificio. La Palestina merita il tuo sacrificio. Il popolo palestinese merita il tuo sacrificio" e poi ricorda che "I sei nipoti che non ti hanno mai visto chiedono sempre di te. I nostri figli sono cresciuti con il dolore della tua assenza. Ma io ti conosco e so che ciò che ti aiuta a sopportare la tua sofferenza è vedere la fine della distruzione" a Gaza.
La 62enne, avvocato e membro di Fatah, si dice convinta che il marito gioisca "anche nel tuo isolamento, perché il massacro è finalmente finito".
"Saluti coloro che sono stati liberati - prosegue l'attivista- conforti i prigionieri che rimangono in questo inferno e, anche se solo con i tuoi pensieri, rifletti a nome di un popolo che desidera ardentemente la libertà: come aprire la strada verso la libertà e una vita dignitosa, come proteggere i nostri diritti e la nostra causa, come alleggerire il peso di questi giorni difficili sulle nostre famiglie".
Fadwa conclude poi con una nota personale: "Nonostante tutto il tormento, il cuore di madre che è in me prova sollievo e porta con sé il sogno di una nuova alba per tutte le madri. Ti stiamo aspettando: la tua famiglia, le persone che ti amano e che tu ami. Sei sempre stato del popolo e per il popolo, mio amato. E presto ci rivedremo..."
Fonte: www.rainews.it