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Basket, Achille Polonara ha un tumore a un testicolo: sarà operato

Achille Polonara, cestista della Virtus Bologna e della Nazionale italiana di basket, sarà operato il 10 ottobre per la rimozione di un tumore al testicolo. Lo ha annunciato la sua stessa società con un breve comunicato: «Virtus Pallacanestro Bologna S.p.A. comunica che, nella giornata di martedì 10 ottobre, Achille Polonara verrà sottoposto ad intervento chirurgico per la rimozione di una neoplasia testicolare riscontrata recentemente. Al termine dell’operazione verranno comunicati i tempi di recupero». Poi un messaggio di sostegno per l’atleta: «ACHI siamo tutti con te!».

Basket, Achille Polonara ha un tumore a un testicolo sarà operato
Achille Polonara durante un match con la Nazionale (Getty Images).

Polonara è sceso in campo contro Varese

Il giocatore è sceso in campo domenica 8 ottobre nella sfida tra la Virtus Bologna e Varese, vinta dalla sua squadra. Ha segnato 10 punti in 22 minuti. Al post sui profili social della società bolognese hanno risposto anche avversari e account dei campionati stranieri, mostrando la propria vicinanza all’atleta.

Chi è Achille Polonara

Achille Polonara compirà 32 anni il prossimo 23 novembre. Nato ad Ancona, vanta una lunga carriera e numerose vittorie. Il primo trofeo vinto risale al 2015, quando ha conquistato la Supercoppa italiana con la Pallacanestro Reggina. Vanta anche una Fiba Europe Cup con la Dinamo Sassari, nella stagione 2018-2019, un campionato spagnolo vinto nell’annata 2019-2020 con il Saski Baskonia, oltre ai campionati turco e lituano e alle relative coppe nazionali, con le casacche del Fenerbahce, dell’Anadolu Efes e della Zalgiris Kaunas. Con la Nazionale italiana ha recentemente disputato i Mondiali in Giappone, Filippine e Indonesia. Con la casacca azzurra ha disputato 87 gare mettendo a referto oltre 500 punti.

Basket, Achille Polonara ha un tumore a un testicolo sarà operato
Achille Polonara a canestro in Italia-Slovenia (Getty Images).

Guardiola: «La Juve non mi ha cercato. Allegri e De Zerbi? Vogliono vincere con le loro idee»

Risultatisti contro giochisti, corto muso oppure calcio spettacolo e ricerca del possesso palla. Da che parte state? Lo scontro che accende i social di solito prende le sembianze dei due allenatori italiani più discussi del momento: Massimiliano Allegri e Roberto De Zerbi. Chiacchierati per motivi opposti: gli “zero titoli” e il gioco scadente della Juventus allegriana, i risultati sorprendenti del Brighton che vince e soprattutto fa divertire. A intervenire sulla diatriba è stato addirittura Pep Guardiola, tecnico del Manchester City e vincitore dell’ultima Champions. Anche se di parte – in quanto appartenente alla fazione giochista – ha provato a fare il democristiano: «Pensate che Allegri non voglia vincere?», ha detto il catalano nel corso di un intervento all’evento Dialoghi sul talento svoltosi al Palazzetto dello sport di Cuneo. «Stesso discorso vale anche per De Zerbi, entrambi vogliono vincere. Allegri è convinto di poter vincere con le sue idee, idem De Zerbi. De Zerbi non cerca l’estetica, vuole vincere. E crede di poterlo fare giocando secondo quello che è il suo credo. Stesso discorso per Allegri, anche lui vuole vincere. Tutti gli allenatori vogliono vincere, nessuno pensa solo al bello e dice che non gli interessa vincere. Non ho mai visto un allenatore che non vuole vincere o un giocatore che non vuole giocare bene. Sono modi di interpretare il calcio».

I rapporti con la Juventus: «Non mi ha mai cercato»

Il tecnico del Manchester City ha anche smentito tutte le voci di mercato che lo hanno accostato, in passato o in ottica futura, alla Juventus. «No, non mi ha mai cercato», ha detto rimarcando però il suo amore per l’Italia, Paese che ha conosciuto alla fine della sua carriera da calciatore tra Brescia e Roma. «L’Italia però mi piace molto e ci vengo molto spesso in vacanza. E poi si mangia davvero bene».

Le condizioni di Dybala e i tempi di recupero dopo l’infortunio

Solo un grande spavento per Paulo Dybala dopo che nella partita della Roma contro il Cagliari l’argentino era stato costretto a uscire per via di un brutto colpo ricevuto sul ginocchio sinistro. Da subito sembrava che l’infortunio potesse essere qualcosa di molto serio, ma le analisi condotte nella notte dal calciatore hanno escluso il peggio. I menischi e soprattutto il legamento crociato di Dybala sono a posto, mentre il legamento collaterale del ginocchio sarebbe lievemente stirato. Si accorciano dunque i tempi di recupero del numero 21 giallorosso.

Gli esami a Villa Stuart

Così come riferito da alcuni amici sudamericani di Dybala, il giocatore nel corso della notte tra domenica 8 ottobre e lunedì 9 si sarebbe sottoposto in gran segreto a una risonanza magnetica a Villa Stuart a Roma e l’esito avrebbe escluso il peggio. Solo un lieve stiramento al collaterale del ginocchio sinistro che, per quanto doloroso, potrebbe permettere all’argentino di tornare in campo molto presto.

Quando può tornare Dybala

I tifosi della Roma guardano dunque al calendario degli impegni e sperano che Dybala possa tornare a guidare l’attacco giallorosso già dopo la sosta delle nazionali, con l’obiettivo che sarebbe quello vederlo in campo contro l’Inter a San Siro il 29 ottobre. Il giocatore comincerà al più presto una fisioterapia specifica, anche se non sarebbe da escludere che possa preferire attendere più tempo per tornare in campo ed evitare pericolose ricadute.

Kiptum ha vinto la Maratona di Chicago stabilendo il nuovo record mondiale

Un altro fantastico primato del mondo nella maratona dopo quello femminile dell’etiope Tigist Assefa a Berlino, dove lo scorso 24 settembre ha corso in 2h11’53”. Il 23enne keniano Kelvin Kiptum ha infatti vinto la maratona di Chicago con il tempo di 2h 00’35”, tempo che migliora il precedente record di 2h01’19” che apparteneva all’altro keniano Eliud Kipchoge, due volte campione olimpico.

Kiptum vince la Maratona di Chicago con nuovo primato mondiale. Il 23enne keniano ha chiuso con il tempo di 2h00'35".
Kelvin Kiptum (Getty Images).

Per Kiptum record mondiale alla terza maratona della carriera

Il 4 dicembre 2022, all’esordio nella maratona, Kiptum aveva conquistato il successo nella 42 km di Valencia con un tempo di 2h01’53”, diventando così il terzo uomo più veloce della storia (dietro a Kipchoge e Kenenisa Bekele) su tale distanza e, contestualmente, anche il più veloce esordiente di sempre. Il 23 Aprile 2023 a Londra, alla sua seconda maratona della carriera, Kiptum ha vinto ancora, chiudendo con il tempo di 2h01’25”, cioè a soli 16 secondi dal record del mondo fatto segnare dal connazionale Kipchoge a Berlino appena sei mesi prima. Alla terza maratona della carriera, ecco il sorpasso.

Verstappen campione del mondo di F1 per la terza volta consecutiva

Max Verstappen si è laureato campione del mondo di Formula 1 per la terza volta consecutiva in Qatar grazie all’uscita di pista nella gara sprint del compagno di squadra Sergio Perez, secondo nella classifica del Mondiale e unico ancora in grado di raggiungerlo aritmeticamente. Per tenere virtualmente aperto il campionato, il messicano avrebbe dovuto vincere la Sprint e sperare nel flop dell’olandese.

Il pilota della Red Bull Max Verstappen si è laureato campione del mondo di F1 per la terza volta consecutiva.
La Red Bull di Verstappen in Qatar (Getty Images).

Nella sprint race in Qatar la vittoria è andata a Piastri su McLaren

Verstappen ha ottenuto così il terzo titolo iridato della carriera quando mancano ancora sei gare alla fine della stagione. E, per la prima volta nella storia della F1, l’assegnazione del titolo è avvenuto durante la sprint race. La “mini gara” è stata vinta da Oscar Piastri (McLaren), primo davanti a Verstappen. Sul podio anche la seconda McLaren con Lando Norris. Sesto e settimo posto per le Ferrari di Carlos Sainz e Charles Leclerc, alle spalle delle Mercedes di George Russell, quarto, e Lewis Hamilton, quinto.

Il pilota della Red Bull Max Verstappen si è laureato campione del mondo di F1 per la terza volta consecutiva.
Il box della Red Bull (Getty Images).

Tre titoli per Max: come Senna, Lauda, Piquet, Stewart e Brabham

Verstappen aggiorna il suo curriculum stellare, in cui spiccano 48 Gp vinti (ad appena 26 anni). Con tre Mondiali in bacheca, l’olandese aggancia Ayrton Senna, Nelson Piquet, Niki Lauda, Jack Brabham e Jackie Stewart nella classifica all time. Il primato assoluto appartiene a Michael Schumacher e Lewis Hamilton, capaci di vincere il titolo sette volte. «È una sensazione fantastica, abbiamo fatto una stagione incredibile. Sono fiero di fare parte di questo team. Cercheremo di fare il meglio che possiamo anche in futuro». Queste le prima parole di Verstappen dopo la gara sprint in Qatar «La corsa è stata divertente anche con le tante safety car, sono molto contento. Piastri ha fatto una grande gara, specie perché aveva le gomme medie. Pensavo di andarlo a prendere ma non ci sono riuscito».

F1 Gp Qatar: Verstappen in pole position, quinto tempo per Leclerc

Max Verstappen conquista la pole position a Losail, in Qatar, e si avvicina sempre di più al titolo di campione del mondo per la terza volta di fila. Nella serata qatariota, non hanno invece brillato le Ferrari: Charles Leclerc, inizialmente settimo, domenica partirà in terza fila con il quinto tempo dopo la cancellazione dei crono delle McLaren di Norris e Piastri che avevano fatto meglio del monegasco e che si sono visti cancellare i tempi per “track limits” mentre venivano intervistati. Eliminato in Q2 con il 12/o tempo, Carlos Sainz.

La griglia di partenza

  • 1/a fila: Max Verstappen (Ola/Red Bull) George Russell (Gbr/Mercedes)
  • 2/a fila: Lewis Hamilton (Gbr/Mercedes) Fernando Alonso (Spa/Aston Martin)
  • 3/a fila: Charles Leclerc (Mon/Ferrari) Oscar Piastri (Aus/McLaren-Mercedes)
  • 4/a fila: Pierre Gasly (FRA/Alpine) Esteban Ocon (FRA/Alpine)
  • 5/a fila: Valtteri Bottas (Fin/Alfa Romeo) Lando Norris (Gbr/McLaren)
  • 6/a fila: Yuki Tsunoda (Jpn/AlphaTauri) Carlos Sainz Jr (Spa/Ferrari)
  • 7/a fila: Sergio Pérez (Mex/Red Bull) Alexander Albon (Tha/Williams)
  • 8/a fila: Nico Hulkenberg (Ger/Haas) Logan Sargeant (Usa/Williams)
  • 9/a fila: Lance Stroll (Can/Aston Martin) Liam Lawson (Nzl/AlphaTauri)
  • 10/a fila: Kevin Magnussen (Den/Haas) Zhou Guanyu (Cin/Alfa Romeo)

Calcio, Pogba: confermata la positività alle controanalisi

La positività al testosterone del giocatore della Juventus Paul Pogba è stata confermata. Le controanalisi sono state effettuate giovedì 5 ottobre nel laboratorio dell’Acqua Acetosa a Roma. Il centrocampista della squadra bianconera il 20 agosto, al termine di una partita con l’Udinese che lui non aveva nemmeno giocato, era stato sottoposto ai controlli dai quali era risultata la positività. Il 30enne francese era stato poi sospeso in via cautelare dal tribunale nazionale antidoping.

Le parole di Allegri

Sul caso Pogba, si è pronunciato anche il tecnico bianconero Massimiliano Allegri che ha incontrato i giornalisti durante la conferenza stampa prima del derby Juve-Torino. «Confermata la positività di Pogba? Non lo sapevo» ha dichiarato, aggiungendo: «Mi dispiace. Attendiamo l’esito di quello che sarà il continuo. Parlarne ora non serve a niente».

Osimhen diventa Cicciobello bomber ma il Napoli blocca la vendita

Victor Osimhen diventa Cicciobello bomber. La foto del bambolotto ispirato all’attaccante nigeriano, con tanto di maglia del Napoli, mascherina nera e capelli ricci biondi, ha fatto il giro dei social. A lanciarlo è stata l’azienda Giochi Preziosi e si pensava che il bambolotto potesse essere messo sul mercato già nei prossimi giorni. Intorno al giocattolo si è creato però un giallo, perché sembra che il Napoli non abbia concesso la licenza per il prodotto. La società detiene i diritti d’immagine dei propri tesserati e sarebbe intenzionata a passare alle vie legali se Cicciobello bomber dovesse essere messo in vendita.

Il pupazzo di Osimhen costerà 70 euro

Il presso di Cicciobello bomber sarà di 70 euro. Non poco, nonostante sembri non interessare ai tanti tifosi che hanno commentato la notizia e si preparano ad acquistarlo, in vista anche del periodo natalizio, per regalarlo a figli e nipoti. Si tratta dell’ennesimo oggetto ispirato dall’attaccante nigeriano. Osimhen è diventato un idolo grazie ai tanti gol nella scorsa annata e allo scudetto conquistato dal Napoli. E così a lui sono state dedicate torte, uova di Pasqua, pizze, panini, caffè e perfino una versione della zeppola di San Giuseppe. La sua mascherina protettiva, utilizzata dopo un brutto infortunio, è stata per mesi un oggetto di tendenza.

Osimhen diventa Cicciobello bomber il Napoli blocca la vendita
Victor Osimhen durante il match del Napoli contro il Real Madrid (Getty Images).

De Laurentiis sul rinnovo di Osimhen: «Nessun problema»

Intanto il club è alle prese con il caso del rinnovo del calciatore. Dopo la frattura generata dai video pubblicati su TikTok dal profilo ufficiale, che hanno indispettivo l’attaccante, Osimhen ha ripreso a giocare e segnare. L’accordo con la società sembra però lontano e il nigeriano rischia di svalutarsi, con l’avvicinarsi della scadenza prevista per giugno 2025. Il presidente Aurelio De Laurentiis però è apparso sereno e ha dichiarato: «Non c’è problema, non c’è mai un problema. Nel Napoli sono sempre tutti contenti. Il problema è semmai quando vanno via da Napoli che non riescono più a trovare la strada maestra. Osimhen è sempre forte, un giocatore che fa squadra da solo, non è in discussione».

Del Piero in Arabia Saudita: l’Al Nassr lo vuole come ds

Alessandro Del Piero potrebbe diventare il nuovo direttore sportivo dell’Al Nassr, club di punta della Saudi League e attuale squadra di un altro ex calciatore della Juventus, Cristiano Ronaldo. L’indiscrezione circola sui social, soprattutto su X, dove i fan bianconeri attendono di conoscere il futuro della loro vecchia bandiera. Del Piero non ricopre alcun ruolo all’interno della Juventus e da anni la tifoseria spera in un suo ritorno a Torino, da dirigente o nello staff. Si attendono conferme dai media locali, che non hanno ancora ripreso la notizia.

Del Piero attualmente vive a Los Angeles

Dopo aver chiuso la carriera in Australia e in India, Del Piero si è trasferito all’estero. L’ex stella della Juventus, oggi 48enne, vive da anni in California, a Bel Air, in una villa da 6 milioni di dollari insieme alla moglie Sonia e ai tre figli. Lì è diventato un apprezzato ristoratore dopo l’apertura del suo ristorante N.10, a Los Angeles. Inoltre Del Piero ha aperto diverse scuole calcio ed è diventato uno dei commentatori di punta di Sky ed Espn.

Del Piero in Arabia Saudita l'Al Nassr lo vuole come ds
Del Piero insieme alla moglie Sonia e ai tre figli durante una cerimonia (Getty Images).

All’Al Nassr troverebbe Ronaldo, Brozovic e Manè

Qualora dovesse davvero diventare il nuovo ds dell’Al Nassr, Del Piero non solo andrebbe in uno dei club di punta del calcio arabo, ma ritroverebbe anche diversi campioni che hanno giocato nel calcio europeo a grandi livelli. Oltre al già citato Cristiano Ronaldo, basti pensare all’ex Liverpool Sadio Manè e al centrocampista croato Marcelo Brozovic, fino allo scorso anno all’Inter. L’obiettivo sarebbe quello di portare il club alla vittoria non soltanto della Saudi Pro League, sfuggita durante la passata stagione, ma anche della Champions League asiatica.

Del Piero in Arabia Saudita l'Al Nassr lo vuole come ds
L’esultanza dell’attaccante Cristiano Ronaldo dopo un gol con la maglia dell’Al Nassr, club dell’Arabia Saudita in cui gioca da due stagioni (Getty Images).

Infantino: «Mondiali 2030 in sei Paesi è un messaggio di inclusione»

Celebrare «nel modo più appropriato» i 100 anni della Coppa del mondo di calcio. Con questo intento, ha spiegato il presidente Gianni Infantino, il Consiglio della Fifa ha deciso «all’unanimità» che nell’edizione del 2030 assegnata a Portogallo, Spagna e Marocco, tre Paesi sudamericani Uruguay, Argentina e Paraguay ospitino ciascuno una partita. «La prima di queste si giocherà, ovviamente, nello stadio in cui tutto è iniziato, il mitico Estadio Centenario di Montevideo» ha continuato Infantino.

Infantino: «La Fifa e il calcio uniscono, esempio di accordi in cui vincono tutti»

Rispetto ai tre Paesi organizzatori, Infantino ha sottolineato: «Due continenti: Africa ed Europa uniti non solo nella celebrazione del calcio, ma anche nel fornire una coesione sociale e culturale unica. Un grande messaggio di pace, tolleranza e inclusione». L’edizione del 2034, ha quindi anticipato, «si sposterà a est, in Asia e Oceania, per garantire un’adeguata rotazione tra i continenti. In un mondo diviso, la Fifa e il calcio si uniscono dando così un altro esempio di come il dialogo e la comprensione reciproca possano sfociare in accordi in cui in realtà vincono tutti, in particolare i tifosi, i giocatori e tutte le regioni del mondo».

Da peccatore a eroe di Pechino, la parabola di Sinner che ha dovuto battere pure le critiche

«È stata una settimana meravigliosa, ma ci sono ancora tante cose su cui devo lavorare». Con queste parole Jannik Sinner, 22 anni compiuti il 16 agosto, ha commentato il suo successo contro Daniil Medvedev nella finale del China Open. Un doppio 7-6, con due punti concessi in ogni tie-break all’avversario, che valgono quanto una doppia stoccata non soltanto al rivale russo, sua bestia nera nel circuito, ma anche alle critiche e alle polemiche che lo hanno accompagnato dalla fine dell’estate. Già, perché nove titoli tra cui un Masters 1000, tre dei quali conquistati nel 2023, non sono bastati per renderlo immune agli attacchi. Ha pesato il suo rifiuto, nel mese di settembre, di indossare la maglia della Nazionale in Coppa Davis, dove ha declinato per la fatica dei troppi incontri ravvicinati. Una competizione minore che gli stessi assi della racchetta criticano da anni.

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Un 2023 con tre trofei e oltre 45 successi, ma anche di polemiche per il rapporto con la Nazionale. Così Sinner scaccia le critiche in Italia.
Jannik Sinner dopo la vittoria a Pechino contro Medvedev (Getty Images).

Jannik Sinner, un 2023 da record con la «macchia» Nazionale

Tra i tre trofei conquistati e i 45 successi nel 2023 – primo azzurro di sempre a vincere così tanti match in un anno solare per tre volte di fila – Jannik Sinner è stato anche un «Caso Nazionale». Almeno secondo La Gazzetta dello Sport, che non gli ha perdonato il rifiuto di vestire la maglia azzurra in Coppa Davis. «Sono molto stanco e non ho recuperato dalla fatica», aveva scritto sui social l’altoatesino nell’annunciare il suo forfait nei match di Malaga. Pochi giorni prima aveva chiuso la sua esperienza agli Us Open in preda ai crampi dopo cinque set contro Sasha Zverev. Una dichiarazione che ha aizzato i critici, che lo hanno definito un «peccatore (giocando con la traduzione del suo cognome, Sinner, ndr) ingrato per cui l’azzurro non è che un accessorio». Il tutto per non aver partecipato a un torneo che gli stessi tennisti boicottano per snellire il calendario già troppo denso di impegni.

Un 2023 con tre trofei e oltre 45 successi, ma anche di polemiche per il rapporto con la Nazionale. Così Sinner scaccia le critiche in Italia.
Le critiche su Sportweek e Gazzetta dello Sport (X).

Nonostante la difesa pubblica del capitano della Davis Filippo Volandri, che su Sportweek, l’inserto settimanale della Gazzetta, ha parlato di un Sinner «sempre disponibile per la convocazione» e di un torneo «che arriva in un periodo complicato», la campagna non ha accennato a fermarsi. Troppo grave l’ennesimo – ma solo il quarto – rifiuto alla Nazionale in carriera, di cui i primi due ad appena 18 anni e il terzo per un infortunio alla mano. A far tacere le critiche ci ha pensato lo stesso tennista con un successo che lo ha di nuovo riportato sull’Olimpo del tennis. «Sinner Fantastico 4, non fermarti più» si legge ora sulle pagine dei quotidiani sportivi. «Una vittoria dedicata a quei deficienti che lo avevano criticato dopo la Davis», ha dichiarato invece il presidente della Fitp Angelo Binaghi. «Sinner ha un cuore d’oro e ci tiene alla maglia azzurra. Spero che le critiche, senza senso, continuino perché gli danno una grande carica».

I complimenti di Panatta e il nuovo attacco di Pietrangeli

La divisione della stampa si materializza anche in due pareri contrapposti di altrettante leggende del tennis italiano. Sinner infatti si divide, dopo i successi in Oriente, fra i complimenti di Adriano Panatta e una nuova stoccata di Nicola Pietrangeli. «Sono davvero contento», ha spiegato in un videomessaggio su X il romano. «Sia per lui, perché è un bravissimo tennista, e mi dicono anche un bravissimo ragazzo». Una lezione di stile corredata da un augurio per il futuro, che non potrà che rendere «ancora più felici». Opposta la posizione di Pietrangeli, che ha puntualizzato con decisione di non voler cedere il suo record. Nel 1959 e 1960, «quando non c’erano ancora i computer», fu infatti numero tre al mondo, un posto più in alto di Sinner. «Per battere me non gli basteranno due vite», ha spiegato l’ex campione del Roland Garros. Una caduta di eleganza sottolineata su X da Alessandro Gassmann, che ha puntualizzato la «mancanza di solidarietà».

Fra chi lo critica e non perde occasione per fargli notare i difetti, c’è però anche chi ne elogia la qualità. Lo ha sempre fatto Carlos Alcaraz, fenomeno spagnolo nonché vincitore di Wimbleon 2023, che dopo ogni partita mette in risalto la rivalità accesa e i match entusiasmanti in campo. Come il 3 ottobre, dopo la semifinale di Pechino. «Complimenti e in bocca al lupo per la finale», aveva scritto Carlitos su X. «Grande partita». Una lezione di stile da cui forse certi commentatori italiani dovrebbero imparare.

Il Mondiale 2030 sarà in Marocco, Spagna e Portogallo: ma ci saranno tre partite in Sud America

La Coppa del Mondo di calcio, organizzata dalla Fifa, toccherà un nuovo traguardo nel 2030: le gare si disputeranno su tre continenti e in sei Paesi diversi. Con una nota ufficiale, l’organo guidato dal presidente Gianni Infantino ha ufficializzato l’assegnazione a Marocco, Portogallo e Spagna, che hanno inviato l’unica candidatura per ospitare la manifestazione. Ma il 2030 sarà anche l’anno del Centenario dell’evento e per questo le prime tre partite si disputeranno in Uruguay, Argentina e Paraguay, dove si è tenuta la prima edizione.

Il comunicato ufficiale

Nel comunicato si legge: «Nel 2030, la Coppa del Mondo Fifa unirà tre continenti e sei Paesi, invitando il mondo intero a unirsi alla celebrazione di questo bellissimo gioco, del Centenario e della stessa Coppa del Mondo FIFA. Il Consiglio Fifa ha concordato all’unanimità che l’unica candidatura sarà l’offerta combinata di Marocco, Portogallo e Spagna, che ospiteranno l’evento nel 2030 e si qualificheranno automaticamente in base all’assegnazione degli slot esistenti, subordinatamente al completamento di una procedura di gara condotta con successo dalla Fifa».

E inoltre il Consiglio ha «concordato all’unanimità di ospitare una cerimonia di celebrazione del centenario unica nella capitale dell’Uruguay, Montevideo, dove si è tenuta la prima edizione della Coppa del Mondo FIFA, oltre a tre partite della Coppa del Mondo rispettivamente in Uruguay, Argentina e Paraguay».

Infantino: «Decisione unanime»

Soddisfatto Gianni Infantino. Il presidente Fifa ha dichiarato: «In un mondo diviso, la FIFA e il calcio si stanno unendo. Il Consiglio FIFA, che rappresenta l’intero mondo del calcio, ha deciso all’unanimità di celebrare nel modo più appropriato il centenario della Coppa del Mondo FIFA, la cui prima edizione si è giocata in Uruguay nel 1930. Di conseguenza, si svolgerà una festa in Sudamerica e tre paesi sudamericani,  Uruguay, Argentina e Paraguay, organizzeranno una partita ciascuno della Coppa del Mondo FIFA 2030. La prima di queste tre partite si giocherà ovviamente allo stadio dove tutto ha avuto inizio, nel mitico Estádio Centenário di Montevideo, proprio per celebrare l’edizione del centenario della Coppa del Mondo FIFA».

Vince la candidatura unica di Marocco, Spagna e Portogallo, che si aggiudicano il Mondiale 2030 della Fifa. Ma ci saranno tre partite in Uruguay, Argentina e Paraguay
Gianni Infantino (Getty Images).

Il presidente Fifa: «Impronta globale unica»

Poi Infantino ha proseguito: «Il Consiglio Fifa ha inoltre concordato all’unanimità che l’unica candidatura per ospitare la Coppa del Mondo Fifa 2030 sarà quella congiunta di Marocco, Portogallo e Spagna. Due continenti, Africa ed Europa, uniti non solo in una celebrazione del calcio ma anche nel fornire una coesione sociale e culturale unica. Un grande messaggio di pace, tolleranza e inclusione. Nel 2030, avremo un’impronta globale unica, tre continenti, Africa, Europa e Sudamerica, e sei paesi, Argentina, Marocco, Paraguay, Portogallo, Spagna e Uruguay, accoglieranno e uniranno il mondo celebrando insieme il bellissimo gioco del calcio, il centenario e la Coppa del Mondo Fifa».

Sinner batte Medvedev 7-6, 7-6 e vince il China Open

Jannik Sinner ce l’ha fatta. Nella finale del China Open di Pechino, l’altoatesino ha infatti battuto il russo Daniil Medvedev in due set con il punteggio di 7-6, 7-6 concedendo solo due punti in entrambi i tiebreak all’avversario. È solo la prima vittoria contro il 27enne tennista di Mosca che lo precede al terzo posto nella classifica Atp e che lo aveva sempre battuto nei precedenti sei incontri su tutte le superfici. Per il neo numero 4 del ranking si tratta del nono titolo in carriera, il terzo del 2023 dopo Montpellier e il più prestigioso Masters 1000 di Toronto. L’azzurro ha giocato un’ottima partita, giocata sul filo dell’equilibrio nei turni di servizio, prima di dominare nei due tiebreak.

Il tennista altoatesino Jannik Sinner ha vinto il China Open 2023. Battuto in finale a Pechino Daniil Medvedev con un doppio 7-6
Jannik Sinner a Pechino per il China Open (Getty Images).

Sinner numero 4 al mondo, i complimenti di Adriano Panatta

Con la vittoria in semifinale contro l’amico e rivale spagnolo Carlos Alcaraz, Sinner si era già assicurato la quarta posizione nella classifica mondiale. Il primo azzurro a riuscirci dopo Adriano Panatta nel 1976, anno in cui il romano centrò la doppietta agli Internazionali d’Italia e soprattutto nello Slam del Roland Garros.«E anche questa è fatta», ha detto lo stesso Panatta in un videomessaggio su X. «Non ci crederete, ma sono molto contento, perché lui è un bravo tennista e mi dicono che è anche un bravissimo ragazzo». È invece arrivata una stoccata da Nicola Pietrangeli, altra leggenda della racchetta azzurra. «È un predestinato», ha dichiarato il due volte vincitore a Parigi parlando di Sinner. «Non si può parlare di record perché io arrivai al numero 3 del mondo, quando ancora non esisteva il computer dell’Atp ma le classifiche già le stilavano. I record sono fatti per essere battuti».

 

Honda ufficializza il divorzio da Marc Marquez

«Honda Racing Corporation e Marc Marquez hanno deciso di comune accordo di rescindere anticipatamente il loro contratto quadriennale alla fine della stagione 2023 del campionato MotoGp. Entrambe le parti hanno convenuto che fosse nel loro migliore interesse perseguire altre strade in futuro per raggiungere al meglio i rispettivi obiettivi e traguardi e continueranno a dare il loro pieno sostegno per i restanti appuntamenti della stagione». L’annunciato divorzio tra la Honda e Marc Marquez dopo 11 anni di competizioni e vittorie nel Mondiale MotoGp è stato ufficializzato così dalla casa giapponese.

Honda-Marquez, una coppia da sei titoli mondiali in MotoGP

Honda Racing Corporation ha ricordato che il pilota spagnolo e il team hanno vinto insieme sei campionati del mondo della classe regina, ottenendo 59 vittorie, 101 podi e 64 pole position. Grazie alla vittoria d’esordio in MotoGp con la Honda RC213V al Gp delle Americhe ad Austin, nel 2013, Marquez era diventando il più giovane vincitore della classe regina e quindi a fine stagione il più giovane campione del mondo. Nel 2014 ha difeso il suo titolo e ha vinto le prime 10 gare consecutive dell’anno, conquistando titoli anche nel 2016, 2017, 2018 e 2019.

Il pilota spagnolo è pronto a guidare la Ducati del team Gresini

Marquez ha ringraziato Honda con un post sui social: «Risate, lacrime, gioie, momenti duri, ma soprattutto un rapporto unico e irripetibile». Il campione spagnolo è in procinto di accasarsi per la prossima stagione con la Ducati, nel Gresini Racing Team.

Asian Games, in una foto due atlete abbracciate formano il numero 6-4: scatta la censura cinese

Un abbraccio di incoraggiamento tra due atlete, catturato in una foto, ma non una foto qualunque. È successo domenica primo ottobre durante le finali dei 100 metri a ostacoli degli Asian Games di Hangzouh, quando Lin Yuwei e Wu Yanni, due atlete cinesi si sono abbracciate per sostenersi e qualcuno ha scattato loro una foto. Nell’immagine è ben visibile il numero di corsia di Lin vicino a quello di Wu, più precisamente un 6 e un 4 insieme. La foto, che aveva iniziato a circolare su tutti i giornali e social media cinesi, è stata censurata.

Il motivo della censura è da ricercare nell’accostamento dei numeri 6 e 4, associato al massacro di piazza Tienanmen datato 4 giugno 1989. A riportare la notizia è stato il Guardian, dove si legge che i post su Weibo, principale social network cinese, contenenti la foto delle due atlete, sono stati oscurati con dei riquadri grigi che nascondono i loro numeri di gara. Lo scatto è tuttavia comparso nella sua interezza nell’account X di un artista cinese (@whyyoutouzhele) residente in Italia, già noto per aver mostrato cosa succedeva durante le proteste contro la strategia zero Covid del governo di Xi Jinping.

 

Sinner come Panatta, batte Alcaraz e diventa numero 4 al mondo

Il 3 ottobre 2023 è diventata una giornata da ricordare per il tennis italiano. Grazie alla vittoria ottenuta contro Carlos Alcaraz nella semifinale nell’Atp 500 di Pechino, Jannik Sinner ha infatti raggiunto il quarto posto nel ranking mondiale. Prima di lui (nell’era del computer) c’era riuscito solo Adriano Panatta nel 1976, anno in cui il tennista romano centrò la doppietta Internazionali di Roma-Roland Garros.

Sinner come Panatta, batte Alcaraz ed è numero 4 al mondo: eguagliato il miglior piazzamento di un tennista italiano (nell’era del computer).
Jannik Sinner (Getty Images).

Nella finale del torneo di Pechino lo attende la bestia nera Medvedev

Dopo aver conquistato la semifinale dl torneo di Pechino battendo il bulgaro Grigor Dimitrov in tre set con il punteggio di 6-4, 3-6, 6-2 in 2 ore e 31 minuti di gioco, Sinner ha regolato Alcaraz in due set con il punteggio di 7-6 (4), 6-1 in poco meno di 2 ore, ottenendo i punti necessari per scavalcare Holger Rune e Stefanos Tsitsipas e approdare così alla quarta posizione del ranking Atp. La partita è stata molto equilibrata nel primo set, mentre Sinner si è aggiudicato senza difficoltà il secondo. Ora in finale lo attende la bestia nera Daniil Medvedev, contro cui non è mai riuscito a vincere: un altro tabù da sfatare.

Pietrangeli era arrivato al terzo posto, ma prima dell’introduzione del ranking Atp

Curiosità: in assoluto, il miglior piazzamento di un italiano sarebbe il terzo posto di Nicola Pietrangeli, che ha occupato nel 1959 e nel 1960 questa posizione nella classifica mondiale, proprio negli stessi anni in cui vinse due edizioni del Roland Garros. Tuttavia, il piazzamento risale a prima del 1973, anno di introduzione del ranking Atp.

Rebecca Tarlazzi, campionessa di pattinaggio artistico, si ritira a 24 anni: «Troppa pressione»

La pluricampionessa di pattinaggio artistico a rotelle, Rebecca Tarlazzi, ha annunciato il suo ritiro dalle scene a soli 24 anni. Lo ha fatto poche ore dopo aver conquistato, nel weekend a cavallo tra la fine di settembre e l’inizio di ottobre, il suo sedicesimo titolo mondiale tra junior e senior. Ai Mondiali di Ibagué-Tolima, in Colombia, l’atleta ha trionfato nonostante il terzo posto nello short, con cui ha rischiato di compromettere la gara. Poi è arrivato l’annuncio: «Con questa medaglia saluto il pattinaggio». Tarlazzi ha anche sottolineato che «non è un addio: proseguirò la mia carriera come allenatrice».

Tarlazzi: «Troppa pressione, ho avuto anche attacchi di panico»

La pattinatrice è stata intervistata dal Quotidiano Nazionale al rientro in Italia. Ed è durante l’intervista che ha spiegato il perché della sua scelta di ritirarsi: «Bisogna lasciare spazio alle giovani generazioni e non bisogna mai tirare troppo la corda». Poi ha proseguito: «Ho sofferto di attacchi di panico e ne soffro ancora. Anche se li gestisco meglio. Essere sempre al centro dell’attenzione non è semplice. In gara c’è la pressione di confermarsi ai vertici. Ci si aspetta molto, mi aspetto molto da me. E allora si complica tutto». Tarlazzi ha assicurato che gli attacchi di panico non hanno influito sulla sua scelta. Ma ha anche ammesso di aver sentito «odio sportivo» nei propri confronti non appena raggiunti i vertici della sua disciplina.

La carriera di Tarlazzi

Nata il 9 gennaio 1999, Rebecca Tarlazzi ha vinto i primi titoli internazionali a 13 anni. Nel 2012, infatti, si è assicurata gli europei ad Arnas e i mondiali a Auckland in coppia nella categoria Junior. Tra i giovani ha poi vinto altri due mondiali in coppia (2013 e 2014) e altrettanti in singolo (2017 e 2018), oltre agli europei 2015 e 2016 nella categoria Jeunesse. Tra i senior, con Luca Lucaroni, ha poi vinto i mondiali 2015, 2016, 2017, 2018 e 2019. Nel 2019 è scattata anche la doppietta, grazie all’oro conquistato in singolo. E lo stesso risultato è stato bissato con gli ori a Buenos Aires nel 2022. Tra i successi, si annoverano anche l’oro in singolo alla World Cup di Gottinghen 2022 e l’oro in coppia artistico ai World Game 2017 di Wroclaw.

Calcio: Real Madrid accusato di tangenti agli arbitri, il club risponde con una querela

Scandalo in Spagna per le rivelazioni di un presunto coinvolgimento del Real Madrid in un’operazione di corruzione degli arbitri della Liga. L’accusa è stata lanciata da José Manuel Villarejo, ex commissario di polizia e discusso personaggio più volte coinvolto in numerosi scandali politici e finanziari che ne hanno determinato anche l’arresto.

Secondo Villarejo, intervistato dalla radio locale catalana Rac1, il club madrileno e il suo presidente, Florentino Perez, negli scorsi anni avrebbero pagato delle tangenti. Accusa che l’uomo ha rivolto anche al Barcellona. «Ma in questo paese don Florentino non può essere toccato», ha detto l’accusatore.

Immediata la replica di Florentino Pérez che ha annunciato un’azione legale. «Il presidente del Real Madrid ha disposto la presentazione immediata della corrispondente azione giudiziaria contro l’ex commissario Villarejo per le false accuse mosse all’emittente catalana Rac1», ha sottolineato il Real Madrid in un comunicato».

Stop notturne, gli Australian Open 2024 dureranno un giorno in più

Gli Australian Open 2024 dureranno un giorno in più, dal 14 al 28 gennaio 2024. Il tradizionale primo torneo del Grande Slam dell’anno si terrà, quindi, per 15 giorni con l’obiettivo dichiarato di evitare partite di notte.

Il tennista Andy Murray si era lamentato dell’organizzazione

Lo ha annunciato la direzione, facendo indirettamente riferimento al fatto che nell’edizione 2023 Andy Murray aveva concluso un incontro con Thanasi Kokkinakis alle 4.05 del mattino dopo cinque ore e 45 minuti di gioco. Il direttore del torneo, Craig Tiley, ha dichiarato: «Abbiamo ascoltato il feedback dei giocatori e dei fan e siamo lieti di annunciare una soluzione per ridurre la fine delle partite tardive. Il giorno in più raggiungerà questo obiettivo e offrirà una migliore programmazione a fan e giocatori». La riflessione sulle modifiche di calendario è iniziata quando Andy Murray, durante il suo match notturno di inizio 2023, si è lamentato con l’organizzazione: «Perché giochiamo alle 3 del mattino? Non va bene per gli arbitri, per i funzionari. Non credo che sia una bella cosa per i fan. Non va bene per i giocatori». Gli Australian Open 2024 inizieranno così domenica, anziché lunedì, aumentando il numero di sessioni nelle tre arene da 47 a 52. La sessione alla Rod Laver Arena e alla Margaret Court Arena, quella diurna, prevede un minimo di due partite, anzichè tre, per evitare che gli incontri finiscano in notturna.

Nba: si lavora al nuovo Dream Team per Parigi 2024, ok da Durant

Una squadra di stelle Nba per le Olimpiadi di Parigi 24: sono sempre di più i big del campionato professionistico americano di basket che stanno manifestando il proprio interesse a prendere parte ai Giochi parigini in programma il prossimo anno. L’ultimo campione ad aver annunciato di voler esserci è Kevin Durant: «Giocherò alle Olimpiadi l’anno prossimo», ha dichiarato.

La composizione del nuovo Dream Team

A sciogliere le riserve precedentemente è stato anche Steph Curry, idolo dei Golden State Warriors: «Voglio giocare – ha detto – È l’unica cosa che non ho fatto… Voglio assolutamente esserci». Tra le stelle che potrebbero brillare al torneo olimpico c’è anche Lebron James: «Sì, lo faccio. Ho interesse. Vedremo cosa succede», ha detto il giocatore dei Lakers. La lista sembra sempre più allungarsi. La squadra americana è reduce da un deludente quarto posto ai Mondiali di questa estate: partiti come favoriti hanno deluso le aspettative e ricevuto numerose critiche per il gioco espresso. Come accadde nel 1992 ai Giochi di Barcellona, per riscattare l’immagine del basket professionistico nord-americano negli Usa si pensa ad allestire un nuovo Dream Team.

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