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Cei: «Sono 54 le vittime di presunti abusi segnalati nel 2022»

Sono 32 i presunti sacerdoti, i catechisti e insegnanti di religione che hanno compiuto abusi sessuali a danno di 54 presunte vittime che hanno denunciato i fatti nel corso del 2022 agli sportelli della Chiesa cattolica (fatti avvenuti anche in passato). È quanto emerge dal secondo report della Cei presentato ad Assisi.

I presunti abusatori sono quasi tutti uomini

La maggior parte delle segnalazioni fa riferimento a casi dal vivo (29), meno ad episodi via web (tre). La maggior parte dei casi di abuso si è verificata in parrocchia (17 su 29). L’età delle presunte vittime all’epoca dei fatti si concentra nella fascia 15-18 anni (25 su 54) e sono in prevalenza ragazze (44) rispetto ai ragazzi (10). Nel rapporto della Cei vengono inquadrati i profili dei presunti abusatori, che sono sia chierici sia laici sia religiosi. Tra i laici, i ruoli ricoperti dai casi riscontrati sono educatore (cinque casi), catechista (un caso), fondatore di associazione ecclesiale, insegnante di religione, seminarista. Per lo più celibi, ma anche due persone sposate. I soggetti, di età compresa tra i 40 e i 60 anni, con una media di 43 anni, sono per la quasi totalità maschi (31 su 32).

Precettazione, Landini: «Stiamo lavorando per presentare ricorso»

Non è destinato a cessare nel breve termine lo scontro tra governo e sindacati sulla precettazione dello sciopero del 17 novembre decisa dal ministro Matteo Salvini. «Insieme alla Uil stiamo lavorando per presentare il ricorso», ha annunciato il segretario della Cgil Maurizio Landini, aggiungendo di aver «formalmente deciso» che lo faranno, e di aver per questo dato «mandato ai legali per predisporlo nei tempi previsti, quindi in pochi giorni». La precettazione durante uno sciopero può essere impugnata dai lavoratori interessati, che possono presentare ricorso al giudice amministrativo. Il giudice valuterà se la precettazione è stata disposta in conformità alla legge e se sono state rispettate le garanzie previste per i lavoratori.

 

Semi di piante infestanti germogliano dopo 144 anni

L’erba cattiva non muore mai. Proverbio della tradizione antica, ha ora una conferma in più grazie alle nuove rivelazioni di uno studio secolare della Michigan State University, negli Usa. Dopo 144 anni, infatti, alcuni semi hanno generato dei germogli di verbasco, specie erbacea appartenente alle angiosperme. Si tratta di una ricerca inaugurata nel lontano 1879 dal botanico William J. Beal, che intendeva aiutare gli agricoltori a combattere le erbacce ancor prima dello sviluppo dei fertilizzanti. Oggi fondamentale per il mantenimento delle banche dei semi e per la conservazione delle specie rare e in via di estinzione, tale analisi proseguirà almeno fino al 2100, quando è prevista la raccolta dell’ultimo campione.

Un esperimento secolare della Michigan University ha fatto germogliare 20 piantine da semi di 144 anni. Il prossimo rilevamento nel 2040.
Gli scienziati a lavoro per studiare i semi (MCU, Screenshot YouTube).

Semi di piante infestanti in bottiglia, i dettagli dell’esperimento secolare

Lo studio, che riporta anche l’identikit genetico delle piantine, è disponibile integralmente sulla rivista American Journal of Botany. Qui è possibile anche avere una panoramica dell’intero esperimento, che prosegue ininterrottamente da quasi 150 anni. Nel 1879, infatti, il professor Beal posizionò 50 semi di 23 specie differenti di piante infestanti in 20 bottigliette di vetro. Dopo averle riempite con sabbia, le mise a testa in giù nel terreno affinché l’acqua non potesse accumularsi e stagnare all’interno. Inizialmente, il protocollo prevedeva di disseppellirne una a cadenza regolare di cinque anni per verificare la salute dei semi e controllare che fossero in grado di germogliare. Nel 1920, tuttavia, si decise di allungare l’intervallo a 10 anni, mentre nel 1980 si optò per portarlo a un ventennio.

Il numero dei germogli si è ridotto sistematicamente con il passare del tempo. I semi conservati all’interno della 14esima bottiglia, prelevata nel 2021, hanno generato 20 piantine di verbasco. Sfruttando anche le moderne tecnologie della genetica, gli scienziati americani hanno scoperto sorprendentemente che si tratta di due specie distinte. Sebbene 19 infatti appartenessero al Verbascum blattaria, presente anche in Italia, una è invece un ibrido fra il blattaria e il Verbascum Thapsus. «Nell’Ottocento, il professor Beal disse di aver utilizzato solo semi di un tipo, ma eventualmente deve esserci stato un errore», ha spiegato Grace Fleming, assistente di biologia, sul sito della Michigan University. «Non poteva però saperlo, dato che la struttura del Dna era sconosciuta all’epoca».

La prossima raccolta dei campioni avverrà solamente nel 2040

«Negli oltre 140 anni trascorsi dall’inizio dell’esperimento, la questione della longevità dei semi ha acquisito maggiore rilevanza», ha dichiarato il professor Lars Brudvig. «I risultati aiuteranno a capire quali specie di piante infestanti possono risultare più problematiche di altre». Il prossimo rilevamento è attualmente in programma per il 2040, ma non si esclude che la tabella di marcia possa cambiare ancora. «Potremmo prendere in considerazione di allungare i tempi di raccolta a un trentennio», ha precisato David Lowry, che si è occupato di sequenziare il Dna delle piantine. «È però ancora troppo presto per fare progetti».

Raggiunto l’accordo sulla prima legge Ue per limitare le emissioni di metano

L’Ue ha raggiunto un accordo sulla sua prima legge specificatamente indirizzata alla riduzione delle emissioni di metano nel settore energetico. Secondo la norma le compagnie del carbone, del petrolio e del gas saranno tenute a segnalare le proprie emissioni di metano e, successivamente, ad adottare misure per evitarle, tra cui la limitazione dello sfiato (venting) e della combustione alla fonte (flaring).

Raggiunto l’accordo sulla prima legge Ue per limitare le emissioni di metano. L’intesa è stata raggiunta in vista della COP28.
Le aziende dell’Ue dovranno misurare, comunicare e verificare le emissioni di metano (Getty Images).

Entro quattro anni ogni fonte di metano nell’Ue dovrà essere segnalata e rendicontata annualmente

Il metano è un gas con un potenziale di riscaldamento dell’atmosfera oltre 80 volte superiore a quello dell’anidride carbonica. Questo nel breve periodo (inteso come 20 anni). Non dura però nell’atmosfera quanto la CO2: ridurne le emissioni è un modo tutto sommato semplice ed economico per impedire che le condizioni meteorologiche estreme diventino più violente nel breve termine. In base all’accordo, le aziende dovranno misurare, comunicare e verificare le emissioni di metano. Le società dovranno iniziare a riportare i dati a livello generale di fonte entro i 18 mesi successivi all’entrata in vigore. Entro quattro anni, invece, ogni singola fonte di metano nell’Ue dovrà essere segnalata e rendicontata annualmente. Le autorità, da parte loro, ispezioneranno periodicamente i siti – dalle miniere di carbone abbandonate ai pozzi di petrolio appena perforati – per verificare la conformità ai requisiti stabiliti. Il periodo tra un’ispezione e l’altra non supererà i tre anni.

Raggiunto l’accordo sulla prima legge Ue per limitare le emissioni di metano. L’intesa è stata raggiunta in vista della COP28.
Il rigassificatore Cavaou di Fos-sur-Mer, Francia (Getty Images).

Il regolamento prevede inoltre la limitazione di venting e flaring entro il 2027

Al centro della legge Ue c’è l’obbligo per le società energetiche di rilevare e riparare le perdite dalle infrastrutture del petrolio e del gas, eventualmente rilevate durante le ispezioni. Per quanto riguarda le perdite, i negoziatori hanno stabilito una soglia di 17 grammi di metano all’ora per quelle sottomarine, di cinque grammi per quelle sotterranee e di un grammo per quelle fuori terra. La riparazione/sostituzione dei componenti dovrà avvenire immediatamente dopo il rilevamento di una perdita, in ogni caso non oltre cinque giorni. Per una riparazione completa sono concessi 30 giorni. Il regolamento prevede poi la limitazione di venting e flaring del metano entro il 2027. A partire dal 2030, poi, inizieranno a essere applicati valori massimi di intensità di metano: ciò vuol dire che agli importatori dell’Ue potrebbe essere impedito l’acquisto di gas, petrolio e carbone. Ma tale disposizione si applicherà solo ai nuovi contratti.

L’accordo è stato raggiunto dall’Unione europea in vista della COP28

«L’Unione europea sta finalmente introducendo misure vincolanti per ridurre il metano, il killer del clima», ha dichiarato Jutta Paulus, verde tedesca che ha negoziato l’accordo per conto dell’Europarlamento. «In quanto maggiore acquirente mondiale di gas naturale, l’Ue è pronta a usare la sua influenza per contribuire a ridurre le emissioni globali di metano. È un messaggio molto chiaro da parte dell’Europa in in vista della COP28: la responsabilità climatica non si ferma ai suoi confini», ha detto al Guardian Flavia Sollazzo, esperta di energia della filiale europea del gruppo no-profit Environmental Defense Fund. Con la conferenza globale sul clima inizierà il 30 novembre: Cina e Stati Uniti avevano già annunciato in precedenza i propri piani per affrontare il problema del metano.

Le microplastiche possono influenzare il clima terrestre

Grandi quanto un chicco di sesamo, le microplastiche hanno invaso l’intero pianeta. Grazie a dimensioni non superiori ai cinque millimetri, si trovano in acqua, aria e cibo, persino nel sangue umano. Un team di scienziati dell’American Chemical Society ha scoperto che possono anche influenzare il clima terrestre. Analizzando una serie di campioni prelevati su una montagna della Cina, gli esperti hanno infatti ipotizzato che potrebbero giocare un ruolo cruciale nella formazione delle nubi. «Le particelle aerodisperse possono percorrere lunghe distanze e subire diversi processi», hanno scritto gli studiosi. «Sappiamo ancora molto poco sulle interazioni tra microplastiche e condizioni meteo».

Le microplastiche sono il collante per il vapore acqueo delle nuvole

La ricerca, disponibile integralmente sulla rivista Environmental Science & Technology Letters, ha analizzato i campioni di alcune nubi sulla cima del monte Tai, in Cina. Tracciando il percorso che le microplastiche hanno effettuato per raggiungere un’esatta posizione geografica, si è potuto scoprire un dettaglio finora sconosciuto sul loro possibile coinvolgimento nella meteorologia. Le nubi infatti, come ha spiegato la Cnn, si formano quando il vapore acqueo si tramuta in milioni di goccioline d’acqua che si aggregano fra loro. Per farlo, necessitano di un collante che di solito è rappresentato da polvere e cenere oppure dallo stesso sale marino che evapora dagli oceani. Gli scienziati hanno però intuito che le microplastiche si stanno aggiungendo all’elenco. Nello specifico, provengono dalle vicine metropoli cinesi dell’entroterra, vittima di un alto livello di inquinamento nell’aria e nel suolo. Sollevate dal vento, le particelle hanno potuto raggiungere anche le montagne.

Secondo uno studio americano, le microplastiche fungono da collante per il vapore acqueo nella formazione delle nubi. Influenzando il clima.
Una tipica microplastica sul palmo di una mano (Getty Images).

Sfruttando la loro proprietà idrofila, tipica degli elementi attratti dall’acqua, le microplastiche si attaccano alle goccioline d’acqua, formando così una catena che poi forma le nubi. Il processo, come hanno spiegato gli scienziati, è simile alla propagazione di un incendio in un campo. Come una scintilla può far bruciare un’intera foresta, così le microplastiche impattano sull’atmosfera originando precipitazioni e fenomeni temporaleschi. Numerose però sono ancora le domande senza risposta. Non si è ancora capito se una maggiore concentrazione di microplastiche possa portare alla formazione di maggiori nubi nel cielo né se tale eventualità possa incentivare la crisi climatica già in corso. Ulteriori ricerche già in programma per il prossimo futuro aiuteranno gli scienziati a comprendere il fenomeno.

Dal cibo all’acqua, dove si trovano e come si formano le microparticelle di plastica

Le microplastiche hanno solitamente la dimensione di 100 micrometri, ossia 0,1 millimetri, ma possono anche raggiungere il mezzo centimetro. Si tratta di particelle minuscole, spesso impercettibili all’occhio umano, che si formano quando la plastica usata quotidianamente si decompone o si consuma in pezzi più piccoli. «Sono ovunque», ha spiegato la dottoressa Judith Enck del Beyond Plastics, progetto statunitense che lavora contro l’inquinamento. «Si trovano nell’aria che respiriamo, nell’acqua che beviamo e nel cibo che consumiamo ogni giorno». Più le microplastiche sono piccole, più è facile che penetrino nei vari cicli ambientali e finiscano nel corpo umano. Sebbene i loro effetti sulla salute non siano ancora chiari, una ricerca su Publimed del marzo 2023 ha supposto che possono causare danni preoccupanti tra cui malattie polmonari e tumori del sangue.

Secondo uno studio americano, le microplastiche fungono da collante per il vapore acqueo nella formazione delle nubi. Influenzando il clima.
Le microplastiche viste al microscopio (Getty Images).

Sciopero 17 novembre, NurSind: «Sperimentiamo il sistema sanitario del futuro: senza infermieri»

Alla vigilia dello sciopero nazionale di 24 ore proclamato dal NurSind, il sindacato degli infermieri e delle infermiere, per venerdì 17 novembre, il segretario Andrea Bottega mette in fila le principali ragioni della protesta. «La misura è colma. E il nodo pensioni è solo la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso. Oltre al ricalcolo degli assegni previdenziali, sul quale restano blande le rassicurazioni del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, infatti, la Manovra non dà le risposte che gli infermieri si aspettavano neppure sul fronte delle risorse per il prossimo rinnovo del contratto di comparto».

In piazza contro il ricalcolo retributivo degli assegni previdenziali

«In piazza ribadiremo il nostro no secco all’articolo 33 del ddl Bilancio, che riguarda appunto il ricalcolo retributivo degli assegni previdenziali, di cui chiediamo l’abrogazione. Tutte le altre soluzioni cui il governo sta pensando in questo momento, infatti, non fanno altro che accelerare la fuga degli infermieri. Un’ulteriore emorragia che davvero non possiamo permetterci», sottolinea Bottega. Ma è sul fronte delle risorse contrattuali che il sindacato è ancora più duro: «Sembra una farsa e invece è tutto vero. Col risultato che ancora una volta la tanto attesa e sbandierata valorizzazione della professione resterà lettera morta. Del resto, dei 1.450 milioni di euro in dote al monte salari per il comparto sanità, secondo le nostre stime, circa 1.050 milioni serviranno solo a evitare riduzioni stipendiali. Ci chiediamo quale valorizzazione sarà possibile con 400 milioni quando nel contratto 2022 alla specificità infermieristica sono stati assegnati 335 milioni di euro, pari soltanto a 73 euro lordi mensili».

La «drammatica» carenza del personale nel Ssn

Ma il NurSind è contrariato soprattutto di fronte alla totale assenza di iniziative concrete da parte delle istituzioni «per risolvere la drammatica carenza di personale». «Domani i cittadini toccheranno con mano il Ssn del futuro, con ospedali e territorio senza infermieri. La prospettiva purtroppo è proprio questa. La proposta di importarli in particolare dall’India, infatti, non risolve il problema. Casomai, lo sposta in avanti. Col rischio che più tempo passa e più sarà difficile da una parte fermare gli abbandoni, tra licenziamenti e fughe all’estero, e dall’altra attrarre giovani. Che cosa ci propongono di strutturale?», si domanda Bottega. Che aggiunge: «Se davvero si vuole cominciare a risolvere la questione alla radice, e non in maniera spot, la strada è una soltanto: agire innanzitutto sulla leva economica, visto che i nostri stipendi sono i più bassi d’Europa, e dare finalmente maggiore autonomia agli infermieri nello svolgimento del loro lavoro. Proprio quello che ribadiremo in piazza, convinti che sia l’unico modo per cominciare a invertire il trend e a vedere i numeri crescere, dando così sollievo anche a chi è già in servizio nel Ssn perché potrà sperare in una più equa distribuzione dei carichi professionali».

Previsioni meteo, ultime ore di bel tempo: poi tornano pioggia e vento

Ultime ore di bel tempo, poi già dalla serata di giovedì 16 novembre 2023 arriveranno le prime nuvole. Per venerdì 17 previste piogge e vento forte. In calo anche le temperature, che da sabato 18 novembre scenderanno di 6-9 gradi. Sono queste in sintesi le previsioni di Andrea Garbinato, responsabile redazione del sito www.iLMeteo.it.

In Italia torna il maltempo

Nella giornata di giovedì dominerà ancora l’alta pressione con prevalenza di sole, mentre dalla sera inizieranno ad arrivare nubi sparse, specie in Valle d’Aosta, settori alpini occidentali del Piemonte e Alta Toscana con qualche piovasco. Venerdì 17 una veloce fase instabile porterà qualche pioggia sulla fascia tirrenica dalla Toscana alla Campania al mattino e poi, dal pomeriggio, verso medio Adriatico e gran parte del Sud peninsulare. Prevista anche una rapida intensificazione dei venti verso le Alpi e tutto il Centro-Sud. Raffiche di burrasca sono previste soprattutto sulla Sardegna, sulla fascia appenninica e tra Calabria e Sicilia. Da sabato 18 novembre, invece, il cielo tornerà sereno ma il termometro crollerà di 6-9 gradi sia per quanto riguarda le temperature minime che quelle massime. A Milano si sfioreranno lo zero al mattino e massime di 10 gradi di giorno, a Roma è prevista una minima di 2 gradi e una massima di 15, a Catania le massime scenderanno fino a 19 gradi contro i 28 degli ultimi giorni. Anche la domenica vedrà temperature frizzanti al mattino complici i cieli stellati della notte che permetteranno un sensibile raffreddamento. I venti forti del sabato al Centro-Sud tenderanno ad attenuarsi, salvo in Puglia e Calabria.

Le previsioni in dettaglio

  • Giovedì 16 novembre: al Nord sarà poco nuvoloso, ma coperto entro sera. Al Centro poco nuvoloso, peggiora dalla sera/notte. Al Sud è previsto bel tempo e caldo oltre la media del periodo;
  • Venerdì 17 novembre: al Nord prevalenza di bel tempo, ventoso. Al Centro attesi piovaschi occasionali sugli Appennini, e vento. Al sud previsto un peggioramento in serata con qualche pioggia sulle peninsulari, ventoso;
  • Sabato 18 novembre: al Nord e al Centro ci sarà sole e freddo al mattino, con molti venti sul Medio Adriatico. Al Sud prevalenza di bel tempo con vento forte.

Sciopero generale 17 novembre: chi aderisce dai trasporti alla sanità

Venerdì 17 novembre in Italia saranno diverse le categorie di lavoratori che limiteranno le ore di impiego per via dello sciopero contro la manovra, rimodulato per il settore dei trasporti dopo la precettazione. Lo stop è stato ridotto a quattro ore, appunto, nei trasporti, da bus e metro, ai treni e traghetti. Rimane invece di otto ore per le altre categorie, dalla scuola alla sanità alle poste, a livello nazionale. Da chiarire che l’astensione dal servizio per la data del 17 novembre interesserà solo le regioni del Nord-Italia, essendo lo sciopero indetto da Cgil e Uil articolato su cinque giornate.

Quattro ore di sciopero per trasporti e vigili del fuoco

Nel trasporto pubblico locale lo stop durerà dalle 9 alle 13 e riguarderà autobus, tram e metropolitane – ma non a Milano, dove Atm ha chiarito che non parteciperà all’agitazione. Stessi orari di stop nel trasporto ferroviario per il personale viaggiante e addetto alla circolazione dei treni e per il trasporto marittimo e il trasporto merci ferroviario. In una nota Ferrovie dello Stato ha annunciato «possibili disagi per chi viaggia in treno con ripercussioni sulle Frecce, gli Intercity e i treni regionali». E ha aggiunto che «gli effetti sulla circolazione, in termini di cancellazioni, limitazioni e ritardi, potranno verificarsi anche prima e protrarsi oltre l’orario di termine dello sciopero.? Trenitalia invita tutti i passeggeri a informarsi sui collegamenti e i servizi attivi, prima di intraprendere il viaggio, attraverso l’app Trenitalia, la sezione Infomobilità del sito web trenitalia.com, i canali social e web del Gruppo FS Italiane, il numero verde gratuito, oltre che nelle biglietterie e negli uffici assistenza delle stazioni ferroviarie, le self-service e le agenzie di viaggio convenzionate». Anche per i vigili del fuoco l’astensione durerà quattro ore, sempre dalle 9 alle 13. Resta invece dallo sciopero il trasporto aereo, come già deciso da Cgil e Uil insieme al personale di volo e di terra (gestori, handler, catering, servizi in appalto della vigilanza privata aeroportuale) e al personale Enav.

Sanità, scuola e pubblico impiego fermi per l’intero turno di lavoro

Lo sciopero di otto ore o dell’interno turno di lavoro riguarda inveve il pubblico impiego, la sanità, la scuola, l’università e ricerca, le poste e i servizi postali. Insieme a questi settori, le attività di servizio collegate come le mense. Anche per i taxi prevista fino alle 24 l’astensione della prestazione o di parte di essa. Così come per gli addetti alla viabilità di autostrade e Anas (ad eccezione del personale addetto alla circolazione e sicurezza stradale).

Le date dello sciopero nel resto d’Italia

Come anticipato, la mobilitazione di Cgil e Uil si articola su cinque giornate a livello interregionale: lunedì 20 novembre sarà la volta della Sicilia; venerdì 24 delle regioni del Nord; lunedì 27 della Sardegna e, infine, venerdì 1 dicembre delle regioni del Sud.

Cameron, a Kyiv il primo viaggio da ministro degli Esteri britannico

Prima visita ufficiale del nuovo ministro degli Esteri britannico David Cameron, tornato in pista dopo la batista delle Brexit e le conseguenti dimissioni da premier del 2016. L’ex primo ministro del Regno Unito si è recato a Kyiv, dove ha incontrato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.

David Cameron, a Kyiv il primo viaggio da ministro degli Esteri britannico: l'incontro con Volodymyr Zelensky.
David Cameron (Getty Images).

Zelensky: «Grati per il costante sostegno da parte del Regno Unito»

Zelensky si è congratulato con Cameron per la nomina e lo ha ringraziato per aver scelto Kyiv come meta della sua prima visita ufficiale all’estero. «È molto importante, soprattutto ora che il mondo sta prestando attenzione non solo alla situazione sul campo di battaglia in Ucraina», ha detto Zelensky, alludendo al Medio Oriente. «Siamo grati per il costante sostegno all’Ucraina da parte del Regno Unito. Siamo grati per la calorosa accoglienza che hanno ricevuto i cittadini ucraini nel Regno Unito. E siamo lieti che lei sia venuto in Ucraina».

Cameron: «Volevo che fosse questa la mia prima visita»

Il presidente ucraino ha pubblicato un breve filmato dell’incontro sui social media, durante il quale si può sentire Cameron dire: «Volevo che fosse questa la mia prima visita». Il nuovo ministro degli Esteri britannico ha poi dichiarato: «La mia presenza qui significa che continueremo a darvi il sostegno morale, il sostegno diplomatico, il sostegno economico e soprattutto il sostegno militare di cui avete bisogno non solo quest’anno e l’anno prossimo, ma per tutto il tempo necessario». Le parti hanno discusso della fornitura di armi destinate al fronte, del rafforzamento della difesa aerea, della protezione del popolo ucraino e delle infrastrutture critiche.

Il 78 per cento di ragazzi tra gli 11 e i 13 anni usa internet sullo smartphone

La XIV edizione dell’Atlante dell’infanzia a rischio in Italia, dal titolo Tempi digitali, diffuso da Save the Children, mostra alcuni dati relativi all’utilizzo di smartphone, internet e tecnologie. In Italia, il 78,3 per cento dei ragazzi nell’età compresa tra 11 e 13 anni si connette a internet quotidianamente, prevalentemente tramite smartphone. L’età in cui i bambini e adolescenti possiedono o utilizzano uno smartphone sta diminuendo, con un notevole aumento di coloro che, tra i sei e i 10 anni, utilizzano il telefono ogni giorno dopo la pandemia. Questa percentuale è passata dal 18,4 per cento (2018-2019) al 30,2 per cento (2021-2022).

Competenze digitali: l’Italia è quart’ultima

Nonostante l’età stia diminuendo, il nostro Paese è quart’ultimo, tra quelli presi in esame, per le competenze digitali. La percentuale di giovani con competenze digitali scarse o nulle è del 42 per cento, superiore alla media europea del 31 per cento. Guardando invece ai giovani con competenze digitali avanzate, solo poco più di 1 su 4 (il 27 per cento) in Italia possiede tali competenze, a differenza del 50 per cento dei loro coetanei francesi e del 47 per cento degli spagnoli. La media nazionale italiana cela notevoli disparità regionali, con il Sud che registra oltre il 50 per cento dei giovani con competenze digitali scarse o nulle. Nel Nord e nel Centro, invece, i valori sono più vicini alla media europea, con percentuali del 34 per cento e del 39 per cento rispettivamente.

Tra gli adolescenti cresce il tempo trascorso online

Tra gli adolescenti, aumenta il tempo dedicato alle attività online: all’inizio del 2023, quasi la metà (il 47 per cento) dei 3.400 giovani tra gli 11 e i 19 anni coinvolti in un sondaggio durante il Safer Internet Day ha dichiarato di trascorrere più di cinque ore al giorno online (rispetto al 30 per cento nel 2020). Il 37 per cento di loro controlla lo smartphone più di dieci volte al giorno. Nonostante la legge stabilisca che l’accesso ai social media sia consentito solo dopo i 13 anni, la realtà mostra una presenza considerevole di preadolescenti che aprono profili indicando un’età maggiore o utilizzano quelli di adulti, spesso con il consenso più o meno consapevole dei genitori. Il 40,7 per cento degli 11-13enni in Italia utilizza i social media, con una maggioranza femminile (47,1 per cento) rispetto a quella maschile (34,5 per cento). Tra gli 11 e i 13 anni, si osserva un aumento dei casi di cyberbullismo. Le ragazze risultano più frequentemente vittime di atti di cyberbullismo, ma è presente anche una percentuale di bulle che attaccano le compagne con l’intento di isolarle e deriderle.

Dipendenza da internet: sale al 13,5 per cento

L’Atlante di Save the Children mette in luce che in Italia, il 13,5 per cento delle ragazze e ragazzi di 11, 13 e 15 anni manifesta un uso problematico dei social media. Questo fenomeno colpisce principalmente le ragazze, con l’età critica che si attesta sui 13 anni. Tra le principali ragioni dietro l’utilizzo intensivo dei social media c’è il desiderio di fuggire da sentimenti negativi. Per quanto riguarda, invece, i videogiochi, il 24 per cento dei giovani di 11, 13 e 15 anni ne fa un uso problematico, con i ragazzi maggiormente esposti e l’età critica che si abbassa a 11 anni. I comportamenti a rischio di dipendenza tecnologica, sia da social media che da giochi online, sono correlati a un aumento dell’ansia sociale, depressione e impulsività. Questi comportamenti sono anche associati a una qualità del sonno compromessa e a un rendimento scolastico inferiore.

Daniela Fatarella di Save the Children: «Luci e ombre»

Daniela Fatarella, direttrice generale di Save the Children, ha dichiarato: «Tra opportunità e rischi, questo Atlante dell’Infanzia vuole essere una fotografia delle luci e delle ombre che le nostre ragazze e i nostri ragazzi stanno affrontando nel percorso lungo le autostrade digitali. C’è chi è stato messo nelle condizioni di percorrerle in fretta e di evitare gli ostacoli, chi con quegli ostacoli si è scontrato e chi, invece, quelle autostrade le vede solo da lontano».

Firenze, Villa Michelangelo venduta per 8 milioni di euro

Villa Michelangelo, l’antico edificio in cui ha vissuto e lavorato Michelangelo Buonarroti, è stata venduta per 8 milioni di euro a un fondo di investimenti straniero. La storica dimora si trova sulle colline di Firenze ed è stata costruita tra il XIV e il XV secolo. A curare la vendita è stata la Building Heritage, partner esclusivo di Forbes Global Properties per l’Italia. La villa è stata citata nelle sue biografie dallo stesso Michelangelo, che ha raccontato di come si è trasferito in collina dopo la nascita. Ed è lì che è ancora conservata un’opera originale abbozzata, il Tritone, o Satiro, rimasta intatta ma non venduta insieme alla villa stessa.

La villa su quattro livelli

La struttura della dimora di Michelangelo non è stata cambiata negli anni. Si estende per circa 900 metri quadri e si sviluppa su quattro livelli. Il terreno intorno alla villa ha un piccolo frutteto, oltre a una piantagione di circa 200 ulivi, per quasi un ettaro. E ancora ci sono due terrazze esterne ad arco aperte, mentre al piano terra un terrazzo scoperto, come nella struttura originale.

Building Heritage: «Orgogliosi della vendita»

Nel comunicato, a commentare la vendita è la Ceo di Building Heritage, Cinzia Romanelli: «Questa vendita arriva a poca distanza dalla cessione del prestigioso Boutique Hotel di Firenze, ceduto per 28 milioni di euro. Siamo particolarmente orgogliosi di poter annoverare nel nostro patrimonio, ville di altissimo valore storico e artistico, appartenute ai più importanti artisti italiani e non solo». E ancora: «La passione per il bello, il buon gusto e l’estrema competenza tecnica rappresentano, per Building Heritage, il mix di alte performance con cui si distingue, riuscendo a valorizzare ogni immobile di prestigio».

Blitz di Ultima Generazione a Milano, imbrattato l’Arco della Pace

Nuovo blitz di Ultima Generazione a Milano. I giovani attivisti ambientalisti hanno imbrattato con vernice rosa l’Arco della Pace di piazza Sempione, monumento neoclassico considerato uno dei simboli della città. Un’attivista si è anche incollata la mano al suolo. «Sono sempre i ricchi e i potenti che agiscono a nostro discapito e aggravano da anni la crisi climatica e il collasso sociale. Per questo è nostro dovere gridare ed entrare in resistenza civile», hanno spiegato i manifestanti sui social.

Sette gli attivisti portati in Questura

Sette attivisti che hanno partecipato all’azione sono stati portati in Questura, per valutare la loro posizione in relazione all’imbrattamento del monumento. I ragazzi hanno esposto lo striscione con la scritta “Fondo Riparazione”: si tratta di un riferimento a una delle loro richieste, ovvero all’istituzione di un fondo di 20 miliardi di euro da spendere per ripagare i danni da calamità ed eventi climatici estremi.

Non è il primo blitz a Milano: i precedenti

Lunedì 13 novembre sempre Ultima Generazione aveva bloccato il traffico in viale Lucania, mostrando lo stesso striscione. A marzo erano stati ancora loro a vandalizzare con vernice arancione il monumento equestre di Vittorio Emanuele II in piazza Duomo, poi rimasta per mesi coperta da un telone. Ancora prima, a dicembre 2022, gli ambientalisti avevano invece preso di mira la facciata del Teatro alla Scala.

Previsioni meteo, caldo anomalo con temperature sopra la media

Con massime di 30 gradi e una quota zero oltre i 4 mila metri, oltre a temperature del mare attorno ai 20 gradi in pieno novembre, l’Italia sta sperimentando un clima insolito con un meteo fuori dalla norma. Lorenzo Tedici, meteorologo, ha confermato che stiamo attraversando una fase quasi estiva. Gli ultimi mesi sono stati caratterizzati da record termici e, molto probabilmente, il 2023 diventerà l’anno più caldo nella storia a livello globale, superando persino il 2016.

Caldo anomalo fino a fine anno

Questa fase insolita di temperature superiori alla media probabilmente persisterà fino alla fine dell’anno, con qualche breve parentesi meno calda in un contesto comunque alterato. Nei prossimi giorni ci attendono ancora temperature di 5-8 gradi al di sopra delle medie stagionali, con una breve parentesi autunnale più tipica tra venerdì 17 novembre e la prima parte di sabato. L’Estate di San Martino continuerà dunque fino a giovedì 16, con prevalenza di sole, qualche nuvola in più sulle aree tirreniche e un po’ di vento. Venerdì 17 potrebbe portare un passaggio perturbato al Centro-Sud con qualche pioggia e ancora vento. Tuttavia, dal weekend in poi, seguendo il trend climatico, ci aspettiamo un ritorno prolungato del sole. Il freddo e il maltempo sembrano confinati nelle regioni polari, con temperature che hanno raggiunto anche i -32 gradi a 500 metri di quota in Scandinavia.

Le previsioni nel dettaglio

  • Mercoledì 15 novembre. Al Nord: nubi basse al mattino e poi soleggiato. Al Centro: nubi in Toscana, sole altrove con caldo anomalo. Al Sud: qualche nuvola sul settore tirrenico, altrove soleggiato e caldo.
  • Giovedì 16 novembre. Al Nord: poco nuvoloso, ma coperto entro sera. Al Centro: poco nuvoloso, peggiora dalla sera/notte. Al Sud: bel tempo e caldo oltre la media.
  • Venerdì 17 novembre. Al Nord: prevalenza di bel tempo. Al Centro: piogge sparse sugli Appennini. Al Sud: peggiora con qualche pioggia sulle peninsulari.

Ragusa, bimbo abbandonato alla nascita dovrà tornare dai genitori biologici dopo tre anni in affido

Tre anni fa è stato abbandonato alla nascita, all’interno di un sacchetto della spazzatura. Ora, se entro il 28 dicembre il tribunale per i minorenni di Catania non si pronuncerà in maniera diversa, dovrà tornare dai genitori biologici e lasciare quelli affidatari, che lo hanno cresciuto in tutto questo tempo. La storia di un bambino e della sua famiglia sta facendo il giro d’Italia, partendo da Ragusa, dov’è stato abbandonato, e fino a Siracusa, dove invece vive. I genitori affidatari del piccolo hanno lanciato anche una petizione su Change.org per fermare il decreto.

L’abbandono nel novembre 2020

Il bambino, soprannominato Miele per proteggere la sua privacy, è stato ricoverato d’urgenza il 4 novembre 2020 all’ospedale Giovanni Paolo II di Ragusa, con ancora attaccato il cordone ombelicale. A trovarlo in strada è stato un commerciante, che ha allertato le autorità. I medici lo hanno salvato e a 16 giorni di vita è stato affidato alla nuova famiglia. Ma diverse settimane dopo gli investigatori hanno scoperto che l’uomo che ha dichiarato di averlo trovato è in realtà il padre naturale. Il bambino, come spiega Repubblica che ha ripercorso la vicenda, è nato da una relazione extraconiugale con una donna che ha altri due figli.

L’uomo condannato a due anni

Gli avvocati del padre naturale hanno parlato di uno squilibrio psichico che lo avrebbe fatto agire in modo irrazionale. L’uomo, però, è stato condannato a due anni di carcere. La madre, invece, è ancora in attesa di giudizio e ha sempre dichiarato di non aver mai avuto intenzione di abbandonare il piccolo, ma soltanto di farsi aiutare dal commerciante. E per questo ha presentato ricorso al tribunale dei minori di Catania, chiedendo l’annullamento della dichiarazione di adottabilità del bambino. Il tribunale ha autorizzato poi «i servizi sociali ad avvalersi persino delle Forza dell’ordine per il ritiro coatto del piccolo da casa nostra, nel “pieno interesse del minore”».

I genitori affidatari: «Il peggiore degli incubi»

Nella petizione sono poi intervenuti i genitori affidatari, con cui il bambino ha vissuto per tre anni e che ha raccolto oltre 22 mila firme. Hanno spiegato: «Miele aveva solo 16 giorni di vita quando lo abbiamo preso in braccio la prima volta, una tutina calda e un ciuccio molto grande; noi gli occhi pieni di stupore e il cuore che scoppiava di felicità. Sembrava l’inizio di una meravigliosa storia d’amore, ma presto si è tramutato nel peggiore degli incubi». E ancora: «Per un decreto che abbiamo appena ricevuto Miele verrà tolto dalla nostra famiglia e “collocato” dalla madre biologica che non ha mai visto, né incontrato». I genitori sono «increduli e sconvolti davanti a questa violazione di legge, oggi, dopo 3 anni di vita con la sua mamma e il suo papà, Miele rischia di essere “riconsegnato” alla donna che lo ha partorito e che è ancora sotto processo penale per concorso in abbandono di minore».

Precettazione, Landini: «Confermiamo sciopero trasporti dalle 9 alle 13»

Per i trasporti lo sciopero di venerdì 17 novembre è stato ridotto da otto a quattro ore e durerà dalle 9 alle 13, in conseguenza alla precettazione disposta dal ministro dei Trasporti Matteo Salvini. Lo ha confermato il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, in conferenza stampa con il segretario generale della Uil Pierpaolo Bombardieri.

Negli altri settori resta lo sciopero di otto ore

«C’è una ragione in più per confermare le mobilitazioni e gli scioperi. Contemporaneamente, siccome siamo persone responsabili e facciamo i conti» con la precettazione, «ne prendiamo atto e lo sciopero nel settore dei trasporti sarà dalle 9 alle 13», ha affermato Landini, così «tuteliamo i lavoratori», altrimenti esposti a «sanzioni economiche e penali». Soddisfatto Salvini, che dopo la comunicazione dei sindacati ha detto: «Hanno vinto il buonsenso, i lavoratori e i cittadini. Non è messo in discussione il diritto allo sciopero». Negli altri settori dell’impiego pubblico (come scuola e sanità) e privato (come le industrie del Centro Italia, al Nord e al Sud lo sciopero si svolgerà in altre giornate) lo sciopero resterà di otto ore. Allo sciopero dei trasporti non parteciperà il personale Atm di Milano, perciò tutte le linee metropolitane e di superficie del capoluogo lombardo funzioneranno regolarmente per tutta la giornata.

Corteo degli studenti alla Sapienza e a Tor Vergata al grido di «Palestina libera»

Con fumogeni rossi e bandiere palestinesi, un gruppo di studenti in corteo è entrato nei cortili della Sapienza, dentro la facoltà di Scienze Politiche, invitando tutti a partecipare alla manifestazione e aprendo le aule al motto «Palestina libera». Una ragazza, in testa al corteo, ha tenuto tra le mani un lenzuolo bianco arrotolato, a simboleggiare i bambini morti a Gaza. Sui palazzi della Sapienza, all’ingresso di Giurisprudenza e di Scienze Politiche, sui muri sono comparsi manifesti con scritto, in blu, «questa facoltà collabora con Israele». Oltre alla Sapienza, anche all’università romana di Tor Vergata il gruppo Cambiare Rotta ha dato vita a una manifestazione spontanea.

Emilia-Romagna, al via i rimborsi per famiglie e imprese alluvionate: come fare domanda

Dopo mesi di attesa, le famiglie e le imprese dell’Emilia-Romagna potranno richiedere i rimborsi per i danni subiti dall’alluvione di maggio. La domanda per ottenerli potrà essere presentata dalle 15 di mercoledì 15 novembre sulla piattaforma Sfinge alluvione 2023. Ecco i dettagli e le modalità.

Come certificare il danno subito

La piattaforma informatica è la versione aggiornata di quella utilizzata per la richiesta dei danni dovuti al sisma in Emilia nel 2012. I danni che verranno riconosciuti sono indicati dettagliatamente nelle ordinanze commissariali, disponibili sul sito www.commissari.gov.it/alluvionecentronord2023. A breve saranno anche disponibili domande e risposte (Faq) illustrative, nelle quali si troveranno anche casi particolari e le risposte ai quesiti e dubbi più frequenti. La quantificazione del danno subito, ma soprattutto il nesso di causalità tra il danno e gli eventi calamitosi dovrà essere giustificato tramite perizia asseverata o, a seconda dei casi, tramite perizia giurata, utilizzando l’apposito modello riportato negli allegati delle ordinanze, e dovrà essere redatta da un tecnico abilitato, iscritto a un Ordine o a un Collegio, privo di interessi comuni con il committente.

Come presentare domanda

Per accedere a Sfinge alluvione 2023 occorre essere in possesso di Spid, Carta d’Identità Elettronica o Carta Nazionale Servizi, e possedere un indirizzo di posta certificata (Pec). La domanda per ottenere i rimborsi deve essere presentata dagli interessati o da un loro delegato, munito di procura speciale, solo tramite la piattaforma informatica dedicata. Alla domanda dovranno essere allegati obbligatoriamente i seguenti documenti: scheda di rilevazione dei danni, redatta da un professionista abilitato, secondo lo schema riportato negli allegati; perizia tecnica asseverata o giurata; progetto degli interventi proposti, con l’indicazione degli interventi di ricostruzione, di ripristino e di riparazione necessari, corredati da computo metrico estimativo, da cui risulti l’entità del contributo richiesto.

Salgono a 137 i casi di Dengue in Italia nel 2023

Sono saliti a 76 i casi di febbre Dengue autoctoni (ovvero trasmessi localmente) in Italia, in aumento rispetto ai 72 notificati la scorsa settimana. I nuovi casi sono riferiti a quattro episodi di trasmissione non collegati tra loro in provincia di Lodi (37 casi confermati), in provincia di Latina (due casi) e in provincia di Roma (36 casi con esposizioni in diverse parti della città metropolitana di Roma più un caso ad Anzio). Tutti i casi, di cui è noto l’esito, sono guariti o in via di miglioramento. Dall’inizio dell’anno sono stati notificati anche 241 casi di Dengue importati da altri Paesi, per un totale di 317. È quanto emerge dal bollettino della febbre Dengue aggiornato dall’Istituto Superiore di Sanità.

Salgono a 137 i casi di Dengue in Italia nel 2023. Più della metà sono autoctoni. Tutti i pazienti guariti o in via di miglioramento.
Zanzara (Imagoeconomica).

Dalla febbre alta ai rush cutanei, i sintomi della Dengue

Febbre alta e prolungata, associata a malessere diffuso, dolori osteoarticolari e rush cutanei. Sono questi sintomi iniziali della malattia. La Dengue è causata da quattro virus molto simili, trasmessi agli esseri umani dalle punture di zanzare che hanno, a loro volta, punto una persona infetta. Nell’emisfero occidentale il vettore principale è la zanzara Aedes aegypti, ma sono stati registrati anche casi trasmessi da Aedes albopictus. Per avere la certezza di avere la Dengue serve un esame del sangue specifico, un test diagnostico riservato a centri qualificati.

Il James Webb individua la galassia più lontana simile alla Via Lattea

Dal suo lancio nel Natale 2021, il telescopio James Webb ha consentito di scoprire incredibili dettagli sulla formazione e la struttura del cosmo. In appena due anni di attività, ha fornito informazioni sull’evoluzione delle stelle e dei pianeti nonché sullo sviluppo di condizioni adatte alla vita. Le nuove immagini fornite dalla Nasa hanno permesso di osservare la galassia simile alla nostra Via Lattea più lontana di sempre. Si tratta di Ceers-2112, sistema stellare a spirale barrata risalente a 11,7 miliardi di anni fa. «Ci permette di guardare l’Universo primordiale, creatosi poco dopo il Big Bang», ha spiegato alla Cnn Luca Costantin, ricercatore del Centro di Astrobiologia di Madrid e autore dello studio. «La sua struttura esisteva appena 2,1 miliardi dopo la formazione dell’intero cosmo». La ricerca, che promette di aggiornare sensibilmente le conoscenze, è disponibile integralmente sulla rivista scientifica Nature.

LEGGI ANCHE: Il telescopio James Webb scopre pianeti che vagano nello spazio

L’evoluzione delle galassie primordiali e la presenza della materia oscura

Per ottenere le immagini, il telescopio James Webb ha fatto ricorso alla NIRCam, sua principale fotocamera che consente di coprire lunghezze d’onda vicine agli infrarossi. Lo strumento della Nasa riesce così a vedere dettagli prima d’ora impossibili, nonostante le già ampie potenzialità di Hubble, lanciato in orbita bassa nel 1990. Le ultime foto che ha inviato sulla Terra hanno inquadrato una galassia a spirale barrata, ossia dotata di un bulbo centrale da cui si ramificano due prolungamenti di stelle che ricordano, appunto, una barra. Un fenomeno che gli scienziati non credevano possibile agli albori del cosmo. «Nell’Universo primordiale il caos regnava incontrastato e pochissime strutture ricordavano la Via Lattea», ha sottolineato il dottor Alexander De La Vega, ricercatore in California. «Non credevamo potesse esserci una stabilità tale da consentire una formazione delle barre e persino il loro mantenimento ordinato».

Scoperta la galassia a spirale barrata risalente a 2 miliardi di anni dopo il Big Bang. Così il James Webb apre una finestra sul passato.
Il telescopio James Webb prima del lancio (Getty Images).

La scoperta di Ceers-2112 ha suggerito però che l’evoluzione delle galassie a spirale barrata abbia richiesto appena 1 miliardo di anni, forse anche meno. «Sono maturate molto più velocemente di quanto credevamo finora», ha proseguito De La Vega. «Alcune teorie sulla formazione del cosmo richiedono una revisione». Gli astronomi potranno concentrare i prossimi studi anche sulla materia oscura. Sebbene nessuno sia riuscito a rilevarla, si ritiene che costituisca l’85 per cento dell’Universo e che potrebbe aver giocato un ruolo cruciale anche nella nascita delle galassie. In aiuto arriveranno anche le scoperte del telescopio Euclid dell’Agenzia spaziale europea, realizzato con il contributo di 200 scienziati italiani e progettato proprio per mappare la materia oscura nello spazio.

LEGGI ANCHE: Le prime immagini del telescopio Euclid dell’Esa

James Webb e Hubble creano l’immagine più sgargiante dell’Universo

Pur lavorando distintamente, i due telescopi James Webb e Hubble hanno dato anche vita a scatti condivisi davvero spettacolari. Il 10 novembre la Nasa ha svelato infatti un ammasso di stelle situato a 4,3 miliardi di anni luce dalla Terra e composto da due galassie in rotta di collisione. L’immagine combina la vista a infrarossi del Webb e i dati nello spettro di luce visibile di Hubble, tramite cui distinguere le varie lunghezze d’onda e dunque la distanza delle galassie. Le più lontane assumono, anche per l’abbondanza di polvere cosmica, un colore rosso, mentre quelle blu sono relativamente vicine e ospitano processi di formazione stellare.

Perché il personale Atm di Milano non parteciperà allo sciopero del 17 novembre?

Venerdì 17 novembre 2023 ci sarà lo sciopero generale, indetto da Cgil e Uil, del settore pubblico e privato con l’esclusione dei trasporti del settore aereo. La mobilitazione di 24 ore è stata precettata lunedì 13 novembre dal ministro Matteo Salvini, che ne ha ridotto l’orario dalle 9 alle 13. A rischio in quella fascia oraria ci saranno dunque i treni, autostrade, settore marittimo e mezzi urbani come metro, tram e bus. A Milano, però, il trasporto pubblico locale (tpl) non si fermerà e i mezzi Atm circoleranno regolarmente.

L’Atm aveva già aderito a uno sciopero il 10 novembre

I lavoratori del gruppo Atm non potranno scioperare perché venerdì 10 novembre avevano aderito a un’altra agitazione di settore, rappresentati da Al Cobas. La commissione di Garanzia prevede che prima di poter partecipare a un altro sciopero, con incidenze sul medesimo bacino di utenza, debbano trascorrere almeno 20 giorni. La stessa società dei trasporti milanesi ha ritenuto necessario sottolineare che venerdì 17 lo sciopero non riguarda i servizi Atm: «Tutte le linee metropolitane e di superficie funzioneranno regolarmente».

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