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Allarme droni in Germania e Belgio "Tutta l'Ue rischia"
Velivoli sull'hub di Monaco. Maxi-raid russo su siti gas ucraini. I cieli d'Europa violati. Il timore di una guerra ibrida su vasta scala lanciata da Putin
Ancora un allarme, ancora stop ai voli sull'aeroporto di Monaco di Baviera, nella notte: uno degli scali più importanti l'Europa. Non accennano na diminuire gli avvistamenti su paesi europei e si fa strada sempre di più il timore di una guerra ibrida su vasta scala lanciata da Putin.

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I cieli d'Europa violati
Lasciata Copenaghen senza un accordo - nemmeno sul lessico da usare, se 'muro di droni' o, con più cautela, 'sistema anti-drone' - l'Europa si è riscoperta nel giro di poche ore con i suoi cieli nuovamente violati. Prima a Monaco, dove l'avvistamento di velivoli di grandi dimensioni ha imposto la chiusura del secondo scalo più trafficato della Germania. Poi in Belgio, sopra l'area militare di Elsenborn bersaglio di uno sciame di quindici droni non identificati che hanno solcato i cieli. L'ennesimo segnale, nel monito ripetuto ormai senza tregua da Bruxelles, che "tutti sono a rischio".
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L'allerta arriva fino a Ginevra
Un'allerta che ha trovato eco immediata anche a Ginevra, da dove l'Alto commissario Onu per i diritti umani, Volker Tuerk, ha messo in guardia su un "rischio di escalation che cresce ogni giorno". E che per l'Ucraina è una realtà quotidiana: Mosca ha sferrato un attacco senza precedenti contro i siti di produzione del gas - 35 missili e 60 droni - provocando danni definiti "critici", mentre nel Donbass un raid ha ucciso il fotoreporter francese Antoni Lallican, 37 anni, e ferito il giornalista ucraino Heorgiy Ivanchenko.
Il caos nei cieli in Germania è scoppiato nel pieno dell'Oktoberfest che da tradizione satura lo scalo bavarese.
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Monaco, al centro del traffico di droni "misteriosi"
Poco dopo le dieci della sera di giovedì, sopra le piste di Monaco sono apparsi diversi velivoli senza pilota sospetti, con aperture alari fino a un metro: un passaggio rapido, prima di dissolversi nel buio. Sufficiente però a causare una paralisi dell'hub internazionale: diciassette voli cancellati, altri quindici dirottati su Stoccarda, Norimberga, Vienna e Francoforte, tremila passeggeri a terra. Un'incursione non isolata, ha rivelato la Bild, secondo cui quegli stessi droni erano già comparsi un'ora prima, spingendosi a sorvolare un centro di innovazione dell'esercito tedesco dove si progettano velivoli di prossima generazione.
Un obiettivo simbolico che si aggiunge agli avvistamenti segnalati nei giorni scorsi nello Schleswig-Holstein e in Meclemburgo-Pomerania. Lì, nelle informazioni documentate da Der Spiegel, gli intrusi avevano sorvolato infrastrutture di importanza vitale: una centrale elettrica, un ospedale universitario, la sede del governo regionale, una raffineria e soprattutto i cantieri navali di Kiel, dove la Thyssenkrupp produce sottomarini militari.


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Una mappa di bersagli che, nella preoccupazione espressa dal governatore bavarese Markus Soeder, non lascia spazio al caso e che somiglia piuttosto a un chiaro segnale di "quanto alta sia la pressione". "Da adesso" una sola regola: "abbatterli subito invece di aspettare", ha attaccato l'esponente della Csu alleata della Cdu del cancelliere Friedrich Merz, impegnato nelle stesse ore da Berlino a lanciare un messaggio di fermezza sul riarmo europeo accanto al presidente francese Emmanuel Macron, già netto al vertice di Copenaghen sulla possibilità di neutralizzare i velivoli non autorizzati.
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Il fianco orientale della Nato e le allerte
L'attenzione resta concentrata sul fianco orientale della Nato. La Danimarca ha messo in allerta due caccia F-35 e la fregata Niels Juel, dotata di radar e sensori di ultima generazione, per la missione Sentinella dell'Est, avamposto dell'Alleanza a protezione della Polonia. Il fronte più vulnerabile alle incursioni russe, ha ribadito Bruxelles, resta quello dell'est ma l'orizzonte del muro di droni sarebbe "più vasto", è tornata a rassicurare la portavoce di Ursula von der Leyen, in un tentativo - finora senza esito - di rassicurare anche il fianco meridionale del continente (Italia compresa), ricompattare i Ventisette e instillare fiducia anche in Paesi partner come la Moldavia gravata dalle mire del Cremlino. Le richieste però si moltiplicano anche per mettere a frutto l'expertise maturata in questi anni di guerra da Kiev che, dall'altra parte dell'Atlantico, negozia con il Pentagono un'intesa senza precedenti: trasferire agli Stati Uniti la propria tecnologia sui droni in cambio di royalties.
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Fonte: www.rainews.it