Strage in Myanmar, l’esercito bombarda il festival diventato protesta: le urla e le fiamme nel buio
L’esercito birmano ha bombardato con parapendii a motore la folla riunita per il festival del plenilunio di Thadingyut: oltre 40 morti e decine di feriti tra cui diversi bambini
Le urla nella notte, le fiamme e una distesa di corpi: sono le drammatiche immagini che arrivano da Chaung-U, nella regione centrale di Sagaing, e che documentano l’ennesimo attacco dell’esercito birmano contro i civili. Lunedì sera, in occasione del festival del plenilunio di Thadingyut, centinaia di persone si erano riunite per una celebrazione che si è trasformata in una manifestazione di dissenso contro la giunta militare.
Intorno alle 19:00, secondo i testimoni, due parapendii motorizzati dell’esercito hanno sorvolato l’area e hanno sganciato ordigni esplosivi sulla folla. Il bilancio è di almeno 40 morti e più di 80 feriti, tra cui diversi bambini. Una parte dei presenti era riuscita a fuggire dopo il primo passaggio, ma le bombe successive hanno colpito il centro del raduno. «Stavamo ancora soccorrendo i feriti quando il secondo velivolo è tornato», ha raccontato un membro del comitato locale.
L’attacco è stato confermato da diverse fonti locali e da organizzazioni per i diritti umani. Si tratta di una delle operazioni più sanguinose condotte con l’uso di paramotori, una tattica introdotta dal regime nel 2024 per colpire le zone in cui le milizie di resistenza hanno scarse capacità di difesa aerea. Secondo il progetto di monitoraggio ACLED, l’esercito birmano ha effettuato oltre mille raid aerei nei primi cinque mesi del 2025, un numero significativamente maggiore rispetto agli anni precedenti.
La regione di Sagaing è uno dei principali teatri della guerra civile scoppiata dopo il colpo di Stato del 2021, che ha rovesciato il governo democraticamente eletto e spinto i movimenti pro-democrazia a unirsi alle milizie etniche nella People's Defence Force (PDF). In molte aree, come Chaung-U, l’amministrazione locale è di fatto controllata da queste forze ribelli.
Amnesty International ha definito l’attacco «un crimine di guerra» e «un macabro promemoria della vulnerabilità dei civili in Myanmar». L’organizzazione accusa la giunta di «intensificare una campagna brutale approfittando della ridotta attenzione internazionale» e chiede all’ASEAN di aumentare la pressione sul regime in vista del vertice di fine mese.
La giunta, che non ha rilasciato commenti, continua a presentare le elezioni, previste per dicembre, come un passo verso la riconciliazione. Ma le opposizioni e le Nazioni Unite le considerano una manovra per legittimare il potere militare.
Fonte: www.rainews.it