La vicenda di Ilaria Salis, l'eurodeputata: sono innocente, è un processo politico
La ricostruzione delle tappe della vicenda che ha come protagonista la deputata del Parlamento europeo Ilaria Salis
C'è un prima e un dopo nella vita di Ilaria Salis. Insegnante e attivista prima, detenuta ed eurodeputata poi. È nell'inverno di due anni e mezzo fa a Budapest che la sua vicenda personale prende una piega inaspettata. Salis viene fermata e presa in custodia insieme a due cittadini tedeschi, Tobias Edelhoff e Anna Christina Mehwald. È l'undici febbraio 2023. Tre giorni dopo scatta l'arresto. L'insegnante di Monza è nella capitale ungherese per partecipare a una manifestazione antifascista in occasione del Giorno dell'Onore che riunisce nostalgici del nazismo per celebrare le azioni militari delle SS contro l'Armata rossa.
Scoppiano tafferugli e Salis finisce tra i banchi degli imputati. L'attivista è accusata del pestaggio di tre cittadini ungheresi e tedeschi neonazisti.
"Associazione a delinquere e lesioni potenzialmente letali" le imputa la procura ungherese che chiede una pena di 24 anni di reclusione, 11 in caso di patteggiamento. Secondo i referti medici però gli aggrediti avrebbero riportato ferite guaribili in pochi giorni. L'incubo per Salis dura 15 mesi: l'insegnante viene reclusa in un carcere di massima sicurezza a Budapest in detenzione preventiva. È solo agli inizi del 2024 che esplode il caso. Il 29 gennaio, giorno dell'avvio del processo, le immagini di Salis portata nell'aula di tribunale in manette e coi ceppi alle caviglie, fanno il giro del mondo. "Sono trattata come una bestia al guinzaglio. Da tre mesi sono tormentata dalle punture delle cimici nel letto, l'aria è poca, solo quella che filtra dallo spioncino", annoterà in un memoriale sulle sue condizioni carcerarie.
La pressione che monta sulla vicenda porta a un primo risultato: il tribunale ungherese concede i domiciliari, ma la svolta arriva con la proposta di Alleanza verdi e sinistra (Avs) di candidare l'attivista alle europee del giugno 2024.
Ilaria Salis viene eletta al Parlamento europeo con 176mila preferenze. La vicenda non si chiude qui. Il 10 ottobre del 2024 le autorità ungheresi chiedono al Parlamento europeo la revoca dell'immunità, dossier affidato a dicembre alla commissione Affari giuridici (Juri), organo competente per l'applicazione del diritto dell'Ue. Dalla Juri il 23 settembre arriva un primo no alla richiesta di Budapest. Quello patito da Salis, è il giudizio, è fumus persecutionis da parte delle autorità ungheresi. Il rapporto è un j'accuse nei confronti dell'Ungheria di Viktor Orban. Oggi in Aula a Strasburgo l'epilogo: il Parlamento europeo ha deciso, seppur di un soffio, di mantenere l'immunità parlamentare di Salis. Vicenda finita, o quasi. L'eurodeputata ha chiesto di farsi processare in Italia dove si dice pronta a dimostrare la sua innocenza.
Fonte: www.rainews.it