Giulia Schiff, tutti assolti nel caso di violenze e nonnismo in aeroporto a Latina
In un video il "rito" in cui la giovane viene colpita ripetutamente con rami di alloro, spinta con la testa contro l'ala di un aereo e infine gettata in piscina
In un'aula del Tribunale di Latina si è chiusa oggi, 6 ottobre, una pagina controversa della cronaca giudiziaria italiana: otto ex allievi piloti dell'Aeronautica Militare sono stati assolti con formula piena, "perché il fatto non sussiste", dalle accuse di violenza privata e lesioni personali a danno della collega Giulia Schiff.
La sentenza, emessa dal giudice monocratico Mario La Rosa, arriva al termine di un processo durato anni che ha riacceso i riflettori su un fenomeno persistente nelle forze armate: il nonnismo, mascherato da tradizioni goliardiche come il "battesimo del volo". Mentre le difese esultano per un verdetto "equilibrato", la parte civile di Schiff esprime rispetto formale, ma il dibattito etico e culturale rimane aperto.
Dal rito del 2018 all'espulsione e al processo
Per comprendere appieno la sentenza di oggi, è utile ripercorrere i passaggi salienti di una vicenda che ha scosso l'Aeronautica Militare e l'opinione pubblica. Tutto inizia nell'aprile del 2018, presso l'aeroporto "Enrico Comani" di Latina, sede del 70° Stormo, dove i giovani piloti si addestrano per diventare ufficiali dell'Arma Azzurra. Giulia Schiff, allora 19enne originaria di Mira (Venezia), aveva appena superato con successo il suo primo volo da solista, un momento cruciale per ogni allievo, celebrato con il tradizionale "battesimo del volo". Un rito che, secondo le difese, simboleggia l'ingresso nella "famiglia" dei piloti, ma che per Schiff si trasformò in un incubo.

Nel video girato quel giorno, elemento centrale del processo, si vede la giovane sergente sollevata a spalla dai colleghi, colpita ripetutamente con rami di alloro (circa 100 frustate sul fondoschiena), spinta con la testa contro l'ala di un aereo in mostra e infine gettata in piscina, nonostante le sue suppliche di essere messa a terra. Una voce fuori campo commenta in romanesco: "La stanno a massacrà", mentre Schiff cerca di difendersi con le mani, impossibilitata a muoversi. Le lesioni riportate, ecchimosi e contusioni, furono documentate da foto e perizie mediche, compatibili con i colpi subiti.
Schiff denunciò l'episodio nel gennaio 2019, rendendolo pubblico con il supporto del video. La Procura Militare di Roma aprì un'inchiesta, che portò al rinvio a giudizio di otto sergenti per lesioni personali pluriaggravate e continuate, in concorso. L'Aeronautica, inizialmente, minimizzò: l'addetto stampa definì il tuffo in piscina "un atto goliardico che conclude il percorso formativo", negando atti di nonnismo. Una commissione interna concluse che non c'erano "comportamenti vessatori", attribuendo i problemi di Schiff a "insufficienza attitudinale".
Ma la giovane non si arrese. Dopo aver perso il posto all'Accademia per "motivi comportamentali", vinse una causa al Consiglio di Stato per essere riammessa, salvo poi essere espulsa nuovamente nel 2020. Testimonianze nel processo rivelarono un clima di mobbing: Schiff manifestò depressione e senso di persecuzione, confermati da una psicologa che la seguì da ottobre 2018, legando i suoi disturbi all'episodio e all'ambiente ostile.
Altre colleghe descrissero il rito come "normale", con pacche e bagni in piscina come congratulazioni, ma ammisero lesioni simili su più allieve, inclusa Annalucia Rombolà, inizialmente vittima ma poi ritrattante. Un testimone parlò persino di "battesimi" con morsi in passato, sottolineando lo "spirito goliardico" ma anche i rischi.
Il processo penale, iniziato nel novembre 2021, vide sfilare decine di testimoni. Nel settembre 2025, il pm Antonio Sgarrella chiese un anno di reclusione per ciascuno degli imputati, più 70.000 euro di risarcimento, definendoli "bravi ragazzi" ma sottolineando l'illegalità del rito.
La Sentenza: "Fatto Non Sussiste" e reato derubricato
Oggi, dopo ore di camera di consiglio, il giudice La Rosa ha assolto tutti gli otto imputati. Il reato di lesioni è stato riqualificato in percosse, ma non procedibile per tardività della querela (oltre i tre mesi previsti). Per la violenza privata, il collegio ha ritenuto assente il dolo: il "battesimo" è stato visto come un rito lecito, consuetudinario e non coercitivo, in linea con la valutazione della commissione interna dell'Aeronautica.
Le reazioni sono state immediate. L'avvocato dello Stato Maurizio Greco ha definito l'assoluzione "nel nome dell'Aeronautica Militare", un verdetto che onora l'istituzione in un momento di "dolore" per l'Italia. Michela Scafetta, del collegio difensivo, ha elogiato il giudice per aver esaminato "l'istruttoria dibattimentale" anziché l'accusa: "I ragazzi sono sempre stati sereni, l'Aeronautica è stata vicina a loro. Siamo soddisfatti". Massimo Strampelli, legale di Schiff, ha replicato con compostezza: "Le sentenze si rispettano. Il tribunale ha ritenuto il rito lecito, confermando la commissione dell'Aeronautica".
Il contesto più ampio: il nonnismo
Il caso Schiff non è isolato. Il "caso Scieri" del 1999, con la morte per nonnismo di un parà a Pisa, portò riforme, ma episodi persistono: mobbing su donne (come nel caso Schiff, che ha evidenziato discriminazioni di genere), e riti estremi in caserme e accademie. Dopo questo processo, l'Aeronautica ha modificato il "battesimo": non più pratiche "violente ad occhi esterni", per evitare ricorrenze.
Schiff, oggi 26enne, ha lasciato l'Italia per fare volontariato in Ucraina, dove ha sposato un ex legionario. La sua storia, da quarta su 2.000 al concorso all'espulsione, solleva domande su come le forze armate proteggano i più vulnerabili, specialmente le donne in ambienti maschili.
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Fonte: www.rainews.it