Daily Archives: 1 Dicembre 2023

La guerra in Ucraina, i difficili equilibri all’interno della Nato e i timori di Zelensky

Nel 2019 il presidente francese Emmanuel Macron aveva definito la Nato clinicamente morta. Poi è arrivato Vladimir Putin con l’invasione dell’Ucraina a far resuscitare l’Alleanza, che è addirittura diventata più numerosa. La Finlandia è già entrata, sulla Svezia pende ancora il giudizio della Turchia, ma in sostanza è cosa fatta. La questione dell’Ucraina è un altro paio di maniche, visto che tutto dipende dall’andamento della guerra in corso: se, quando e come Kyiv farà il suo ingresso è ancora tutto da decidere. Anche perché dopo quasi due anni di conflitto, arrivato ormai alla boa dei 650 giorni, la stanchezza nei confronti della guerra nell’ex repubblica sovietica si manifesta anche all’interno della Nato. Sul fatto che l’Alleanza, gli Stati Uniti e i Paesi europei siano a fianco di Kyiv contro l’aggressione russa non ci sono dubbi. Nessuno tra Washington e Bruxelles manca mai di ricordare a ogni occasione che il sostegno occidentale continuerà sino a quando sarà necessario. Anche se in realtà non si è mai capito quale sia la necessità: quella di vincere la guerra? Di ricacciare i russi via dal Donbass e dalla Crimea? O di difendersi cercando di non lacerare ulteriormente il Paese? Di evitare quindi che la Russia fagociti mezza Ucraina da sud a est sino alla linea del Dnipro? Domande a cui finora gli alleati non hanno dato risposte. Almeno esplicite.

La guerra in Ucraina, i difficili equilibri all'interno della Nato e i timori di Zelensky
Volodymyr Zelensky, presidente dell’Ucraina (Getty Images).

Per Kyiv niente ingresso nella Nato a guerra in corso

Il segretario dell’Alleanza Atlantica Jens Stoltenberg, il capo della diplomazia statunitense Antony Blinken, la presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen, i leader dei Paesi europei, baltici e polacchi in in primis, lo hanno ripetuto senza sosta in questi giorni e la promessa dell’entrata dell’Ucraina nella Nato è stata ribadita anche al recente vertice di Bruxelles, ma lo stesso Stoltenberg ha precisato che non se ne parla finché è in corso la guerra. E questo per la leadership ucraina è un problema, ormai conosciuto, tanto che il presidente Volodymyr Zelensky lo ha anche ammesso pubblicamente. Ma al di là del fatto che la strada verso l’ammissione sia in salita, al momento Kyiv deve confrontarsi con problemi molto più concreti che riguardano proprio la piega che sta prendendo il conflitto. Al summit in Belgio il ministro degli Esteri Dmytro Kuleba si è sentito dire che nemmeno i tanto desiderati caccia da combattimento F16 potranno cambiare la situazione sul campo. Dovrebbero volare nei cieli ucraini già nella prima metà del prossimo anno, ma le operazioni di addestramento vanno a rilento e i piloti in training si contano col contagocce. Sistemi missilistici a lunga gittata sono da sempre richiesti, ma mai arrivati. L’Occidente sembra essere dunque d’accordo con il capo delle forze armate ucraine, il generale Valery Zaluzhny che ha affermato che da questa guerra di posizione è difficile uscire. Soprattutto a queste condizioni.

La guerra in Ucraina, i difficili equilibri all'interno della Nato e i timori di Zelensky
Il segretario di Stato Usa Antony Blinken e il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg al meeting dei ministri degli Esteri dell’Alleanza atlantica a Bruxelles del 29 novembre 2023 (Getty Images).

Le voci di un possibile accordo tra Berlino e Washington per un compromesso con Mosca, sebbene smentite, agitano Kyiv

Zelensky deve dunque fare buon viso a cattivo gioco e accontentarsi di quello che la Nato e gli altri gli passano. Gli aiuti militari e finanziari si sono ridotti in questo semestre in maniera evidente, parte di ciò che è stato assicurato non è addirittura stato consegnato, tanto che dalla Germania è arrivata la voce di un accordo tra Berlino e Washington proprio in tal senso: ridurre il sostegno all’Ucraina per facilitare un compromesso con Mosca. Anche se i diretti interessati hanno subito smentito, il dubbio resta, alla luce dei fatti, almeno per ora. C’è quindi chi sembra tirare i remi in barca, e se lo fanno gli Usa non ci si dovrà sorprendere se questa sarà la linea tutti gli altri seguiranno. Tra chi ha già smesso di stracciarsi le vesti per Kyiv, dall’Ungheria alla Slovacchia passando per l’Olanda, Paesi dove i nazionalpopulisti hanno manifestato apertamente scetticismo nei confronti degli aiuti militari, e chi invece vorrebbe ancora la sconfitta totale della Russia, vale dire le repubbliche baltiche e la Polonia. Senza dimenticare la Turchia di Erdogan, sempre buon amico di Putin e dopo lo scoppio della guerra tra Israele e Hamas ancora più distante dalle posizioni dei colleghi occidentali. La Nato insomma è resuscitata, ma in grande difficoltà di equilibrio per trovare una risposta davvero unitaria alla sfida lanciata dal Cremlino.

Sardegna, frode da 6 milioni su ristori Covid: maxi sequestro

Tre imbarcazioni, cinque auto tra cui due Porsche Cayenne, otto orologi Rolex e otto penne Montblanc, insieme a quote societarie del valore di quasi 14 mila euro e disponibilità finanziarie per circa 120 mila euro, sono i beni confiscati a tre imprenditori di Cagliari – marito, moglie e sorella dell’uomo – attualmente indagati per l’indebita percezione di erogazioni pubbliche legate all’emergenza Covid, l’uso di denaro, beni o utilità di origine illecita e auto-riciclaggio.

Frode da 6 milioni legata ai sostegni economici per la pandemia

Già coinvolti in passato in reati simili, i tre avrebbero ideato una vasta truffa legata ai ristori per la pandemia, generando e successivamente cedendo crediti d’imposta inesistenti per oltre 6 milioni di euro. I militari della Guardia di finanza del 2° Nucleo operativo metropolitano di Cagliari hanno condotto indagini approfondite sugli imprenditori, scoprendo che falsificavano dichiarazioni di canoni di locazione di abitazioni e negozi per ottenere i finanziamenti legati all’emergenza Covid. Secondo le fiamme gialle, gli indagati avrebbero «utilizzato più volte gli stessi contratti di locazione indicando importi di fantasia riuscendo in tal modo a truffare l’Agenzia delle Entrate che erogava le risorse finanziarie». I tre sono stati formalmente indagati e la Guardia di finanza ha eseguito il sequestro preventivo per l’equivalente dei loro beni.

Truffa sulle agevolazioni Covid anche a Torino

Non è la prima volta che la Guardia di finanza scopre truffe di questo tipo. A Torino, le fiamme gialle hanno scoperto una truffa sulle agevolazioni Covid destinate al sostegno della ripresa economica delle aziende. L’operazione ha portato all’iscrizione nel registro degli indagati di otto persone accusate di avere emesso fatture per operazioni inesistenti, per truffa aggravata, esercizio abusivo di una professione e falsità materiale.

Giulia Cecchettin, l’autopsia: è morta dissanguata subito dopo la lite

Sul corpo di Giulia Cecchettin sono state trovate tantissime ferite profonde per le coltellate ricevute. A rivelarlo è stata l’autopsia condotta sul cadavere della 22enne, uccisa a Vigonovo, in provincia di Venezia, prima di essere abbandonata sulle sponde del lago di Barcis. E qui, secondo quanto riscontrato dai medici della Uoc di Anatomia Patologica dell’università di Padova, è arrivata già morta. Giulia, secondo i medici, la causa del decesso è stato il dissanguamento dovuto alla recisione dell’aorta per una delle coltellate subite. I consulenti medico legali nominati dalla procura di Venezia e dalla famiglia della vittima e gli specialisti effettueranno altri controlli più approfonditi nella giornata di sabato 2 dicembre. L’esame è durato 7 ore.

I medici vogliono stabilire l’ora del decesso

L’obiettivo è quello di capire con precisione a che ora è morta Giulia Cecchettin, per il cui omicidio è accusato l’ex fidanzato Filippo Turetta, reo confesso. Tra i consulenti presenti c’è anche Stefano Vanin, entomologo forense, che ha affiancato il medico legale incaricato dalla procura, Guido Viel. Vanin ha il compito di datare la morte in base alle ferite presenti sul corpo e a ciò che è stato ritrovato all’interno.

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I funerali di Giulia slittati di qualche giorno

Originariamente sembrava che i funerali di Giulia potessero essere organizzati per sabato 2 dicembre. Ma in virtù dell’autopsia così ravvicinata e nell’eventualità, poi avveratasi, dell’esigenza di ulteriori controlli, sono stati rinviati di qualche giorno. Non appena saranno conclusi gli esami, il padre della 22enne, Gino Cecchettin, deciderà quando saranno celebrati. L’avvocato della famiglia della studentessa ha ipotizzato, nei giorni precedenti all’autopsia, che possano essere fatti tra lunedì 4 e martedì 5 dicembre. Nelle stesse ore del rinvio, è saltato l’incontro tra Filippo Turetta e i propri genitori in carcere, per l’esigenza di un adeguato supporto psicologico.

Genova, arrestato barbiere pusher: i carabinieri insospettiti dai clienti calvi

A Genova i carabinieri hanno arrestato un barbiere. L’uomo, di 55 anni, all’interno del suo salone spacciava sostanze stupefacenti. E gli agenti lo hanno capito grazie alla sua clientela. Dopo giorni di appostamenti, infatti, i militari si sono insospettiti quando hanno osservato un via vai costante di clienti di ogni età e professione, spesso calvi. Una particolarità non indifferente, visto che si trattava di un locale in cui, teoricamente, bisognava tagliarsi i capelli. E ancora più sospetto è stato l’atteggiamento di molte persone. Non appena entrate, infatti, salutavano e uscivano dopo qualche minuto senza alcun trattamento.

100 grammi di cocaina nel soppalco della barberia

I carabinieri hanno quindi deciso di perquisire la casa del barbiere. Gli investigatori hanno così trovato vari grammi di hashish. Dopo di che,  si sono diretti alla barberia e all’interno di un soppalco sono stati rinvenuti 100 grammi di cocaina. A questi si sono aggiunti quattro bilancini di precisione e materiale per il confezionamento della sostanza.

Castagnetti: «Serve un federatore delle opposizioni come fu Romano Prodi»

Per fare fronte alle destre in Italia, dopo le elezioni Europee del 2024, al centrosinistra servirà un federatore come Romano Prodi in grado di riunire le opposizioni in una coalizione eterogenea. A sostenerlo è l’ex deputato del Pd Pierluigi Castagnetti: «Servirà favorire una iniziativa federatrice delle opposizioni come avvenne a metà degli Anni 90 con Prodi, la frammentazione era la stessa di oggi. E la frammentazione è causa della sconfitta e bisogna risolverla», ha detto Castagnetti all’assemblea annuale dei Popolari, l’associazioni degli ex Ppi confluiti nella Margherita e nel Pd, tenutasi venerdì 1 dicembre.

Castagnetti: «Pd e M5s si contendono lo 0,1 per cento e ci portano a un brutto esito»

L’urgenza della nascita di questa colazione, secondo Castagnetti, nasce dal fatto che tra Pd e M5s sia «in atto una competizione non destinata a concludersi a breve, senza un contributo esterno che ora non immaginiamo». Queste forze, ha insistito l’ex deputato, «sono in competizione per guadagnare lo 0,1 per cento e poter guidare l’opposizione, ci portano a un brutto esito. E giusto dirlo ora affinché l’esito delle europee non infici questa proposta» di un federatore. «Questo è il senso del convegno di oggi, tirare fuori delle idee per sbloccare la situazione», ha concluso.

Castagnetti: «Serve un federatore delle opposizioni come fu Romano Prodi»
La segretaria del Pd Elly Schlein insieme al leader del M5s Giuseppe Conte (Imagoeconomica).

Schlein: «Mia candidatura alle Europee? Ultima cosa che affronteremo»

E a proposito delle elezioni che si terranno a giugno, in casa Dem è ancora tutto da decidere. La segretaria del Pd Elly Schlein, alla domanda dei cronisti sulla sua possibile candidatura alle Europee, ha risposto: «È l’ultima questione che affronteremo, non abbiamo ancora iniziato a discutere delle liste», ha dichiarato la leader ai giornalisti a Napoli, nel corso di Casa Corriere.

Germania, arrestato un 20enne iracheno: preparava un attentato a un mercatino di Natale

La polizia tedesca ha arrestato un 20enne iracheno con l’accusa di aver pianificato un attacco terroristico. L’obiettivo sarebbe stato un mercatino di Natale della Bassa Sassonia, forse nella città di Hannover. Secondo quanto riscontrato dagli investigatori, il ragazzo si stava preparando ad attaccare i visitatori con un coltello. Il 20enne si trovava in Germania da un anno. Si tratta del secondo caso in pochi giorni, dopo che in Nord Reno-Westafalia e a Brandeburgo, a fine novembre, sono stati arrestati due ragazzi di 15 e 16 anni con accuse simili.

Gli attacchi pianificati contro mercatini e sinagoghe

Il caso dei due ragazzi arrestati a fine novembre ha scosso la Germania, che ora fa i conti con un terzo arresto. I due ragazzini sono stati presi in due zone diverse. Il 15enne, fermato nel Nord Reno-Westfalia, stava preparando un attacco a un mercatino di natale. Su Telegram ha postato un video in cui evocava una «guerra santa» contro l’Occidente e ha parlato di un attentato che avrebbe portato a termine l’1 dicembre. Il secondo, invece, ha 16 anni ed è stato preso nello Stato di Brandeburgo. Il suo obiettivo sarebbe stato una sinagoga. Ora le autorità hanno alzato la soglia d’allerta.

Il capo dell’ufficio federale: «Attacco possibile ogni giorno»

Thomas Haldenwang, capo dell’Ufficio federale per la Protezione della Costituzione, ha dichiarato: «Ho sottolineato più volte come un attacco islamista potrebbe avere luogo in Germania ogni giorno». Già dal 7 ottobre, data dell’assalto di Hamas a Israele da cui è partita la guerra nella Striscia di Gaza, la polizia locale ha aumentato i presidi di sicurezza soprattutto nei centri ebraici. Il 18 ottobre a Berlino sono state lanciate due bombe molotov contro una sinagoga e alcuni edifici in un centro ebraico. Per fortuna non si sono registrati né danni alle strutture né feriti.

Germania, arrestato un 20enne iracheno preparava un attentato a un mercatino di Natale
La polizia sui luoghi del lancio delle bombe molotov il 18 ottobre (Getty Images).

«Carlo e Kate razzisti con Archie»: l’edizione olandese di Endgame fa i nomi per errore

A Buckingham Palace la Royal Family si sta interrogando da ore su come procedere dopo le rivelazioni fatte dall’edizione olandese di Endgame, il nuovo libro di Omid Scobie. Nella versione pubblicata in Olanda e già ritirata dal mercato, l’autore ha svelato i nomi di chi, all’interno della famiglia reale, avrebbe fatto commenti razzisti su Archie, il primo figlio di Harry e Meghan, prima ancora che nascesse. Si tratterebbe di Re Carlo e di sua nuora Kate Middleton, principessa di Galles.

«Carlo e Kate razzisti con Archie» l'edizione olandese di Endgame fa i nomi per errore
Re Carlo III insieme a Kate e William (Getty Images).

Il racconto di Meghan da Oprah Winfrey

A parlare per prima della vicenda è stata nel marzo del 2021 la stessa Meghan Markle. Ospite da Oprah Winfrey, la moglie del principe Harry ha raccontato che almeno un membro della famiglia avrebbe chiesto di che colore sarebbe stata la pelle del piccolo Archie dopo la nascita. Meghan, all’epoca, si è rifiutata di rivelare i nomi e l’unico dettaglio reso noto è stato che non si trattava della Regina Elisabetta. L’accusa di razzismo ha infastidito la famiglia reale già due anni fa, ma ora è diventata un caso. I giornalisti della Bbc hanno chiesto ai portavoce di Buckingham Palace se ci siano in procinto azioni legali. La risposta è stata: «Stiamo esplorando tutte le possibilità».

«Carlo e Kate razzisti con Archie» l'edizione olandese di Endgame fa i nomi per errore
Meghan ed Harry (Getty Images).

Scobie si è difeso: «Solo un errore»

La prima edizione di Endgame pubblicata in Olanda ha fatto il resto. La casa editrice l’ha ritirata dal mercato, ma centinaia di copie sono state vendute prima che l’errore venisse scoperto. E così il giornalista televisivo Piers Morgan ha rivelato i nomi in diretta nel Regno Unito: «Vi dirò i nomi dei due importanti reali citati nella versione olandese del libro perché, francamente, se un lettore olandese può entrare in una libreria e vedere questi nomi, anche i britannici, che pagano per la famiglia reale, hanno il diritto di saperli». Scobie è stato accusato di aver utilizzato questo espediente per incrementare le vendite. L’autore, però, si è difeso e ha dichiarato di non sapere come sia stato possibile. Si sarebbe trattato di «un errore». Avviata anche un’indagine interna alla casa editrice.

Carburanti, sospesa la sentenza del Tar: tornano i cartelli con i prezzi medi

Tornano i cartelli con i prezzi medi dei carburanti. Il Consiglio di Stato ha accolto l’istanza cautelare presentata dal ministero delle Imprese e del Made in Italy, sospendendo l’esecutività della sentenza del Tar del Lazio che ha annullato il decreto ministeriale sull’obbligo di esposizione e di aggiornamento del prezzo medio da parte dei benzinai. È stato ritenuto necessario «un più approfondito esame», da svolgersi durante l’udienza pubblica fissata per l’8 febbraio 2024.

Le motivazioni del ricorso presentato da Fegica e Figisc 

La sentenza del Tar che è stata sospesa aveva accolto, in primo grado, il ricorso presentato dalla Federazione gestori impianti carburanti e affini (Fegica) e dalla Federazione italiana gestori impianti stradali carburanti (Figisc). I ricorrenti sostenevano che il decreto che imponeva l’obbligo di esposizione e di aggiornamento del prezzo medio fosse «sproporzionato, ingiustamente afflittivo ed irragionevole», determinando «una ingiustificata e irragionevole disparità di trattamento a danno di una sola categoria di operatori in regime di libera concorrenza rispetto ad altri soggetti economici nelle medesime condizioni». Il Tar del Lazio annullò il decreto ministeriale dichiarandolo illegittimo per l’assenza della prevista e preventiva comunicazione alla presidente del Consiglio e del parere del Consiglio di Stato.

Carburanti, sospesa la sentenza del Tar: tornano i cartelli con i prezzi medi
Il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso (Imagoeconomica).

L’Agcm smentisce il ministero delle Imprese sull’efficacia dell’obbligo di esposizione

Secondo il ministero delle Imprese «l’esposizione del cartello sul prezzo medio dei carburanti in questi mesi ha riscontrato piena efficacia, come dimostrano la sensibile riduzione del margine di distribuzione in Italia, nonché la progressiva contrazione dei prezzi alla pompa dei carburanti». Tuttavia, l’Autorità garante della concorrenza e del mercato (Agcm) ha condotto un’analisi dei dati dei prezzi medi dei carburanti pubblicati dal Mise nel periodo successivo all’entrata in vigore dell’obbligo di esposizione dei cartelli, rilevando che i prezzi e il margine di distribuzione della benzina e del gasolio sono rimasti sostanzialmente stabili nel periodo successivo all’entrata in vigore dell’obbligo, che risale al 31 marzo.

Delmastro, ripartita la causa per diffamazione nei confronti di un magistrato

Andrea Delmastro rischia un nuovo rinvio a giudizio, stavolta per diffamazione. A denunciarlo è stato, a inizio 2023, il procuratore generale della Corte dei Conti di Torino, Quirino Lorelli. La vicenda si è protratta per mesi, tra richieste di archiviazione e fascicoli a rimbalzare tra Roma e Torino. Finché Teresa Angela Camelio, procuratore di Biella, non ha deciso di approfondire e presentare un ricorso in Cassazione contro l’archiviazione preventiva per cui aveva optato il gip. Il ricorso è stato accolto con formula piena, ha spiegato La Stampa, ripercorrendo la notizia. Mentre è stata respinta la richiesta di rigettarlo presentata da Erica Vasta, legale del sottosegretario alla Giustizia Delmastro. Ora il fascicolo tornerà a Biella e poi a Roma, dove sarà la Giunta per le Autorizzazioni a decidere se bloccarlo o se si procederà con una nuova udienza di rinvio a giudizio.

Delmastro aveva attaccato Lorelli in un video

L’episodio per cui Lorelli ha denunciato Delmastro risale al 2021. Il sottosegretario, allora solo esponente di Fratelli d’Italia, lo ha attaccato in video per aver aperto un fascicolo sull’assessore regionale di FdI, Elena Chiorino. Quest’ultima aveva deliberato di acquistare alcuni volumi sulla storia di un martire delle Foibe, da donare poi alle scuole. Ma l’acquisto non ha avuto luogo a causa della pandemia di Covid. Tra le frasi incriminate, come ricorda Open, Delmastro ha definito Lorelli «Capitan Fracassa» e in un post ha scritto che «per la sinistra giudiziaria è vietato ricordare le Foibe». Da qui la denuncia per diffamazione aggravata.

Delmastro, ripartita la causa per diffamazione nei confronti di un magistrato
Elena Chiorino durante un consiglio regionale nel 2021 (Imagoeconomica).

Delmastro alle prese con il caso Cospito

Intanto il sottosegretario ha ribadito che non si dimetterà, nonostante il rinvio a giudizio con l’accusa di rivelazione del segreto d’ufficio. Alla notizia ha risposto: «Resto orgoglioso di quello che ho fatto. Non ho passato alcuna carta. Ho risposto alla domanda di Donzelli, cosa che è mio dovere fare e faccio con qualsiasi parlamentare. Sono orgoglioso di aver fronteggiato l’attacco frontale al 4.1 bis di terroristi e anarchici in combutta con la criminalità organizzata e della mafia». E sulla richiesta di dimissioni da parte delle opposizioni risponde: «Intendo continuare a esercitare il mio ruolo, al meglio, all’interno del ministero della Giustizia».

Omicidio Primavalle, a giudizio immediato il presunto killer di Michelle Causo

Svolta nel caso dell’omicidio di Primavalle, quartiere di Roma. Il presunto killer di Michelle Maria Causo andrà a giudizio immediato. Il gip del Tribunale per i minorenni ha accolto la richiesta del pm e ha fissato il processo per il 6 febbraio 2024. Il giovane, cittadino cingalese di 17 anni, è accusato di aver ucciso la ragazza e di aver tentato di disfarsi del corpo lasciandolo su un carrello della spesa a bordo strada. I reati contestati all’imputato sono omicidio aggravato dalla premeditazione, dall’occultamento e dal vilipendio del cadavere. Gli avvocati Antonio Nebuloso e Claudia Di Brigida sono i legali della famiglia della vittima.

Le parole del ragazzo dopo il fermo: «Ho fatto una ca….a»

Il corpo della ragazza è stato ritrovato il 29 giugno 2023 mentre l’1 luglio, tre giorni dopo, è stato convalidato il fermo del 17enne. Subito smentita l’ipotesi di una relazione tra i due giovani. Il presunto killer, sia agli agenti della Squadra Mobile sia a quelli del commissariato Primavalle, ha dichiarato più volte: ««Ho fatto una ca….a». Davanti al pubblico ministero della procura minorile di Roma, Anna Di Stasio, avrebbe invece affermato: «Michelle era infuriata perché non avevo i soldi che le dovevo. Ha iniziato a offendermi e urlare, ho visto il coltello davanti a me e l’ho preso. Non ho capito più nulla. Abbiamo avuto una lite per 30-40 euro, poi la discussione è degenerata perché io ero fatto».

Rafael Nadal annuncia il suo ritorno in campo dopo un anno

L’annuncio più atteso nel mondo del tennis è finalmente arrivato: Rafael Nadal tornerà in campo. «Dopo un anno è arrivato il momento di tornare. Giocherò a Brisbane nella prima settimana di gennaio. Ci vediamo in Australia», ha detto il campione spagnolo in un video pubblicato su Instagram. Il torneo di Brisbane apre la stagione e sarà la prova del nove prima degli Australian Open, il primo dei quattro tornei del Grande Slam in programma dal 14 al 28 gennaio.

Nadal si era infortunato alla gamba sinistra

Nadal, che si allena regolarmente da ottobre, non gioca una partita ufficiale da quando ha perso il 18 gennaio al secondo turno degli Australian Open, dove partecipava da campione in carica, contro Mackenzie McDonald. Ma l’infortunio che lo ha tenuto lontano dalle competizioni per quasi un anno, la lesione all’ileopsoas della gamba sinistra, sembra essere acqua passata. «Ho lavorato così tanto per tutta la mia carriera sportiva e non merita di concludersi con un’infortunio», aveva detto il maiorchino in conferenza stampa dopo la sconfitta a inizio anno. Il 22 volte vincitore dello slam, a gennaio era testa di serie n.1 agli Australian Open, ora è precipitato a numero 663 nel ranking mondiale Atp, e per partecipare al primo major della stagione avrebbe bisogno di una wild card.

Mosca, l’Fsb arresta un cittadino italo-russo: è accusato di atti terroristici

I servizi di sicurezza di Mosca hanno arrestato un uomo, un cittadino italo-russo. È accusato di aver commesso «atti di sabotaggio e atti terroristici presso infrastrutture militari e siti di trasporto nella regione di Rjazan». Si tratta di un’area a 200 chilometri da Mosca e gli attentati sarebbero stati organizzati per conto dell’Ucraina. A comunicarlo è stato l’Fsb, cioè l’ex Kgb russo. L’uomo, di cui ancora non sono state confermate le generalità, sembra essere Ruslan Sidiki, 35enne residente a Rjazan e con doppio passaporto, italiano e russo. La notizia è stata rilanciata da diversi media russi secondo cui Sidiki, sul proprio profilo di Vkontakte, il Facebook della Russia, pubblicava aggiornamenti periodici su visite in zone vicino Cernobyl.

Sidiki indagato per terrorismo

Adesso l’italo-russo è indagato per «atto terroristico» e «acquisizione, trasferimento, deposito, trasporto, spedizione o trasporto illegale di esplosivi o ordigni esplosivi». Rischia fino a 32 anni di reclusione. L’Fsb ha anche sottolineato che Ruslan Sidiki ha ammesso la sua colpevolezza durante il primo interrogatorio. E ha raccontato di essere stato reclutato a Istanbul, nel febbraio 2023, da un ufficiale ucraino. Poi l’uomo è stato addestrato al sabotaggio in Lettonia, prima di tornare in Russia. Sidiki, il 20 luglio 2023, sarebbe poi stato protagonista dell’attacco all’aeroporto militare Djaghilevo a Rjazan. Con quattro droni imbottiti di esplosivo, avrebbe provocato un cratere nel parcheggio dello scalo.

Mosca, l'Fsb arresta un cittadino italo-russo è accusato di atti terroristici
Fumo nero dopo un attentato intorno alla bandiera russa (Getty Images).

L’uomo accusato di aver fatto deragliare un treno

Ma l’accusa più grave riguarda l’11 novembre, quando con diversi ordigni avrebbe fatto deragliare un treno merci. 19 vagoni sono usciti dai binari. 15 di essi si sono addirittura ribaltati. Adesso l’Fsb ha accusato Sidiki anche di questo attentato e ha comunicato che durante le perquisizioni in casa dell’italo-russo sono stati trovati componenti di esplosivi, foto e video che rappresentano prove della sua attività. Aleksandr Kots, corrispondente militare di Komsomolskaja Pravda, su Telegram ha commentato: «È un altro esempio di come i servizi speciali ucraini formino agenti non solo tra gli stessi ucraini, ma anche tra cittadini russi che esprimono il loro disaccordo con l’attuale corso politico».

L’adunata sovranista di Salvini a Firenze tra assenze e identitarismo spinto

Sicché, domenica 3 dicembre, Matteo Salvini riunisce i suoi alleati preferiti a Firenze. Fortezza da Basso, sede prestigiosa, laddove una volta, quando il Partito democratico aveva i quattrini, venivano organizzate le feste dell’Unità nazionali con Walter Veltroni e Massimo D’Alema come ospiti. Gli alleati in questione, per il leader leghista, non sono quelli del governo di cui fa parte come ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture (al quale Francesco Lollobrigida avrebbe potuto dare la colpa, arrivando un paio d’ore in ritardo, anziché fermarsi a Ciampino, e spiegando perché, proprio con questa maggioranza, i treni devono arrivare in orario). No, non è una rimpatriata con Antonio Tajani e Giorgia Meloni per lanciare l’assalto a Firenze in vista delle Amministrative del 2024. Il capo della Lega porta in Toscana la meglio gioventù sovranista, quella che vuole spezzare l’intesa tra popolari e socialisti che governa attualmente l’Unione europea. Un vasto programma, beninteso, per il leader di un partito che cinque anni fa aveva il 34 per cento, e ora non si sa, e tenta di togliersi di dosso i granelli di sabbia del Papeete Beach. Non è la prima riunione, per l’euro-destra, in Italia. Ai tempi in cui la Lega aveva ancora il Nord nel simbolo, era il 2016, Salvini organizzò un’assemblea a Milano dal titolo “Più liberi, più forti!”. Il sottotitolo era di quelli altermondialisti, quasi da no global: “Un’altra Europa è possibile”.

L'adunata sovranista di Salvini a Firenze tra assenze e identitarismo spinto
Matteo Salvini (Imagoeconomica).

Lega ancora più a destra, ma Le Pen e Wilders mancano all’appello

Un tempo qua era tutta campagna No Euro, adesso la Lega di governo non può permetterselo. Dunque si butta ancora più a destra, chiamando a raccolta il Rassemblement National di Marine Le Pen, il Partij voor de Vrijheid di Geert Wilders, fresco vincitore delle elezioni olandesi, e vari altri. I due leader però non ci saranno; la prima, come annunciato dallo stesso Salvini, parteciperà solo in collegamento, mentre in presenza ci sarà Jordan Bardella, classe 1995, presidente del Rassemblement National. Wilders è invece impegnato nelle trattative di governo in Olanda, quindi non potrà scendere in Italia. La stampa progressista ha ironizzato sulle assenze, ma Salvini se lo aspettava. Quando sta per nascere un governo dopo che hai vinto le elezioni ma non sai se riuscirai a formare l’esecutivo dei suoi sogni, non è che ti metti a far campagna elettorale per altri in un Paese che non è il tuo, no?

L'adunata sovranista di Salvini a Firenze tra assenze e identitarismo spinto
Marine Le Pen e Geert Wilders (Getty).

Una partita interna con Fratelli d’Italia su elezioni europee e amministrative

Ma alla Lega va bene così. La riunione di Salvini è una sfida anzitutto interna al destra-centro. Le elezioni europee, con il sistema proporzionale, inevitabilmente produrranno un aumento di identitarismo spinto. E poi c’è anche una dimensione più locale. L’anno prossimo si vota a Firenze e nel 2025 si vota alle elezioni regionali. Fratelli d’Italia in entrambi i casi potrebbe indicare il candidato. Eike Schmidt, direttore degli Uffizi, a Firenze, e Alessandro Tomasi, sindaco di Pistoia, molto apprezzato anche dall’elettorato non di destra, alle Regionali, nel 2025. Salvini evidentemente non vuole farsi cogliere impreparato.

Il Pd invoca la contro-manifestazione in nome dell’antifascismo

Come avvenne a Milano, anche stavolta sono attese delle contro-manifestazioni. Promosse dal Pd nel nome di don Lorenzo Milani e Giorgio La Pira e dai centri sociali nel nome dell’antifascismo. Il sindaco Dario Nardella ha invitato la cittadinanza a «farsi sentire». L’assessora al Welfare e candidata sindaca in pectore Sara Funaro ha attaccato l’incontro con i «rappresentanti di una destra razzista e negazionista. La nostra città, da sempre aperta e inclusiva, non sarà il loro “cantiere nero” che ci riporta indietro nel tempo. Qui non c’è spazio per l’odio e l’intolleranza». A qualcuno tutto questo appello alla piazza deve essere sembrato eccessivo, tant’è che lo stesso Nardella, in tivù, ha precisato: «So che domenica ci sarà una manifestazione promossa dalla rete democratica, mi auguro che sia basata sui contenuti, non ci deve essere nessun atteggiamento di intolleranza e violenza perché si farebbe soltanto il gioco di Salvini e dei suoi amici sovranisti».

L'adunata sovranista di Salvini a Firenze tra assenze e identitarismo spinto
Il sindaco di Firenze Dario Nardella (Imagoeconomica).

Come finirà? Ah, chissà. Ci dice Giovanni Galli, ex portiere della Nazionale di calcio e oggi consigliere regionale della Lega in Toscana: «Ritengo offensivo per Firenze, città universale, aperta, inclusiva, sinceramente globalista per sua stessa natura, che alcuni rappresentanti delle istituzioni cittadine, che citano, disturbandoli tra l’altro, Don Milani e La Pira, abbiano l’ardire di ergersi a generali di un popolo di soldati pronti a dare battaglia contro il nemico nero, cattivo, che al massimo può essere… Calimero! Io, il 3 dicembre, sarò alla manifestazione e ascolterò e confronterò le mie idee con quelle dei rappresentanti europei delle forze politiche di destra: perché come è giusto che ci sia una sinistra è giusto che ci sia anche una destra, con i propri valori e i propri programmi inseriti all’interno di una cornice condivisa, che è ben delimitata e definita nella nostra costituzione. Firenze, non ascoltare i canti delle sirene che ipnotizzano le menti. Sei sempre stata libera e accogliente. Continua a esserlo». Ne riparliamo dopo le elezioni.

Allerta meteo rossa in Emilia-Romagna per rischio piene dei fiumi e frane

L’Arpae ha lanciato per sabato 2 dicembre una allerta rossa meteo in Emilia-Romagna, per il rischio di frane, ruscellamenti, piene dei fiumi nella pianura reggiana e parmense, nonché vento forte nell’Appennino bolognese e romagnolo. Sulle coste, atteso al largo mare agitato con possibili mareggiate ed erosione del litorale sulla costa ferrarese.

Allerta arancione nella parte centrale-occidentale dell’Emilia-Romagna per rischio idraulico

La situazione dovrebbe attenuarsi nelle successive 48 ore. Nel dettaglio, sono previsti «venti sud-occidentali di tempesta (89-102 chilometri orari), più probabili sulla fascia appenninica centro-orientale; venti sud-occidentali di burrasca forte (75-88 chilometri orari), con possibili rinforzi o raffiche di intensità superiore sulla fascia appenninica occidentale e pianura orientale, e venti di burrasca moderata (62-74 chilometri orari) da nord-ovest sul restante territorio». Sono inoltre previste «precipitazioni intense, localmente anche a carattere di rovescio e più probabili sul settore appenninico centro-occidentale». A parte l’allerta rossa nel reggiano, in tutta la parte centrale e occidentale della regione si prevedono possibili criticità idrauliche, con allerta arancione.

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Rottura nei Verdi: così da accusatrice di Bonelli Eleonora Evi è diventata l’accusata

Del caso di Eleonora Evi, che se n’è andata dal partito dei Verdi sbattendo la porta, colpiscono due cose: l’accusa di gestione personale e patriarcale rivolta al co-leader Angelo Bonelli: «Non ci sto a fare la marionetta del pinkwashing» con tanto di immagine postata sui social di un Pinocchio che taglia i fili del suo burattinaio (Geppetto? Mangiafuoco, la saccentissima Fata Turchina?). Il fatto che le critiche più feroci le siano arrivate proprio dalle a questo punto ex compagne di partito. Siamo di fronte al caso di una donna che accusa un uomo che viene puntutamente difeso da altre donne. Nessuna solidarietà femminile, anzi. «Ha goduto di due seggi blindati… Colpiscono l’asprezza e l’ostilità ingiustificata delle sue dichiarazioni, finanche la falsità: come si fa a dire che sarebbe stata penalizzata per la sua gravidanza? Questo è diffamatorio».

Le ragioni politiche di un dissidio spesso restano in secondo piano

Insomma, siamo in presenza di due analisi contrapposte ed è oggettivamente difficile scegliere quale sia la più aderente al vero. Spesso rivendicazioni fatte in nome di una giusta causa coprono antipatie e rancori che portano a un ineluttabile deterioramento dei rapporti personali. Cui specularmente obbediscono anche quelle di chi si sente ingiustamente accusato. In alcuni casi, e questo potrebbe essere tra quelli, i confini tra buoni e cattivi tendono a confondersi. Così che magari le vere ragioni di un dissidio, quelle politiche, passano in secondo piano. Nel caso in questione Evi era per rompere il sodalizio con la Sinistra italiana di Nicola Fratoianni in vista delle prossime Europee, gli altri suoi colleghi la pensavano diversamente.

Rottura nei Verdi: così da accusatrice di Bonelli Eleonora Evi è diventata l'accusata
Nicola Fratoianni, Eleonora Evi e Angelo Bonelli (Imagoeconomica).

Almeno questa volta è stata evitata la solita scissione a Sinistra

L’altra considerazione inerisce alla vocazione frazionista che si rivela ancora una volta malattia endemica della Sinistra, che in verità ultimamente – magra consolazione – ha contagiato anche il centro con le tragicomiche liti che hanno ucciso in culla il Terzo polo. Stavolta un’ulteriore scissione dell’atomo pare evitata, visto che la protesta di Evi non ha fatto proseliti e lei andrà a ingrossare la schiera degli indipendenti seduti nei banchi di Montecitorio. Caso chiuso, per ora. E per i Verdi è un bene visto che devono ancora smaltire le scorie della vicenda Soumahoro. Restano, come pietre, le parole. «Deludente constatare che questo valore (la biodiversità) non si riesca ad applicarlo all’interno del partito stesso» dice l’ex pentastellata passata sotto le bandiere della causa ecologista. «Evi, verdina ingrata», ribattono le colleghe, rispolverando un’accusa, quella di ingratitudine, che è la stessa usata dai giornali di destra quando Veronica Lario, stanca di stare col drago che si abbeverava del sangue di giovani vergini, si separò da Silvio Berlusconi.

Decreto flussi, sabato 2 dicembre il primo click day per i lavoratori stranieri

Fra sabato 2, lunedì 4 e martedì 12 dicembre avranno luogo i primi tre click day previsti dal ministero dell’Interno, relativi agli ingressi regolari per lavoratori stranieri. Saranno complessivamente 136mila i lavoratori non comunitari che potranno entrare regolarmente in Italia grazie al decreto flussi 2023, di cui 52.770 per lavoro subordinato non stagionale, 680 ingressi per lavoro autonomo e 82.550 ingressi per lavoro subordinato stagionale.

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Inoltrate già oltre 600 mila domande

Per agevolare le operazioni, dal 30 ottobre al 26 novembre 2023, era stata data la possibilità di precompilare i moduli di domanda, tramite il “Portale servizi Ali”. Al termine della fase di precompilazione, risultano inserite 607.904 istanze, delle quali, in particolare, 253.473 relative al lavoro subordinato non stagionale, 260.953 relative al lavoro stagionale, 86.074 al settore dell’assistenza familiare e socio-sanitaria. Le domande potranno essere trasmesse, in via definitiva, esclusivamente con le consuete modalità telematiche, a decorrere dalle 9 di sabato 2 dicembre per i lavoratori non stagionale, dalle 9 del 4 dicembre per il settore dell’assistenza familiare e socio-sanitaria e dalle 9 del 12 dicembre per lavoro stagionale.

 

 

Israele sapeva dell’attacco di Hamas da oltre un anno

L’intelligence israeliana era a conoscenza del piano di Hamas per il 7 ottobre più di un anno prima che l’attacco avvenisse, ma l’aveva trascurato ritenendolo troppo difficile da realizzare per le capacità militari del gruppo radicale palestinese. A rivelarlo è un articolo del New York Times. La ricostruzione del quotidiano si inserisce in un contesto già fragile per la leadership di Netanyahu e delle forze di sicurezza israeliane, accusati dall’opinione pubblica di aver commesso una serie di errori di valutazione sui progetti di Hamas, e di non essere per questo riusciti a proteggere il Paese.

Un’analista aveva avvertito di addestramenti in linea con il piano di Hamas

Il documento in possesso delle autorità israeliane è denominato “Mura di Gerico” e contiene 40 pagine che descrivono dettagliatamente il piano di battaglia di Hamas, esattamente come è avvenuto: dal lancio di razzi e missili dalla Striscia di Gaza all’utilizzo di droni per disabilitare i sistemi di sicurezza presenti al confine, fino all’irruzione via terra e via aria di centinaia di miliziani in Israele, alcuni dei quali utilizzando dei parapendii. Il piano era circolato ampiamente tra le agenzie d’intelligence, e il New York Times riporta delle email riservate che dimostrano l’esistenza di divisioni interne rispetto alla sua realizzabilità. Una parte maggioritaria dell’intelligence lo ha valutato inattuabile rispetto alle capacità militari di Hamas e all’opinione diffusa che il gruppo fosse concentrato a rafforzarsi politicamente all’interno della Striscia, e che per questo non avesse l’obiettivo di attaccare all’esterno. Ma nelle email in possesso del quotidiano americano è presente anche l’avvertimento di un’analista dell’intelligence che aveva riferito della presenza di addestramenti militari di Hamas in linea con quanto descritto nel piano di battaglia. Tuttavia, un colonnello della divisione dell’esercito israeliano che si occupa dell’area della Striscia di Gaza aveva sminuito la sua allerta.

New York Times: «Israele sapeva dell’attacco di Hamas da oltre un anno»
Proteste a Gerusalemme contro il governo di Netanyahu a seguito dell’attacco di Hamas del 7 ottobre (Getty Images).

Accoltellato durante una festa, grave un giovane nel Nuorese

Un giovane di Siniscola è stato accoltellato nella notte di giovedì 30 novembre, in un’abitazione della frazione de La Caletta, nella costa orientale della Sardegna in provincia di Nuoro, dove nel corso di una festa è scoppiata una rissa. Subito soccorso, il giovane è stato trasportato in gravi condizioni all’ospedale di Sassari dove è stato sottoposto a un delicato intervento chirurgico.

È accusato di tentato omicidio

Una decina di giovani sono già stati interrogati dai carabinieri della compagnia di Siniscola che cercano l’aggressore e il coltello che ha ferito il giovane. Secondo una prima ricostruzione dei militari la lite sarebbe scoppiata per futili motivi, al termine della quale uno dei ragazzi ha impugnato un coltello e inferto diverse ferite alla schiena al coetaneo, che avrebbe perso la sensibilità delle gambe. I militari cercano di risalire all’aggressore che dopo il fatto è scappato portando con sé il coltello utilizzato. È accusato di tentato omicidio.

Fedez contro Morgan: «Io non devo leccare i piedi a Meloni e Sgarbi»

Nel corso della semifinale di X-Factor ci sono state nuove frizioni tra Fedez e Morgan che, nonostante sia stato allontanato dal programma, ha attaccato il rapper accusandolo di favoreggiamento nei confronti di un concorrente della squadra di Dargen D’Amico, gli Stunt Pilots, il cui cantante, Lorenzo, avrebbe collaborato a un disco del marito di Chiara Ferragni prima di entrare nel talent show. A queste critiche a mezzo social, Fedez ha risposto in diretta a Morgan, usando dei toni decisamente poco pacifici: «Se pensa che io abbia fatto del clientelismo in questo programma deve dirlo, non insinuarlo».

La conoscenza pregressa, smentita, con il cantante degli Stunt Pilots

«Morgan ha fatto questo dossieraggio venuto male in cui ha raccontato che Lorenzo ha contribuito a lavorare a un mio album lasciando, così, intendere che ci fossero dei favoritismi», ha detto Fedez, che poi ha aggiunto: «Voglio mettere le cose in chiaro: io Lorenzo (il cantante dei concorrenti Stunt Pilots, ndr) non l’ho mai conosciuto, non ci siamo mai visti. Lui ha semplicemente collaborato con Michele Canova a Los Angeles per la produzione di alcuni brani, che è una cosa normalissima. Ma mettiamo anche il caso che io lo conoscessi: quale sarebbe il problema? A me risulta che Morgan, per sua stessa ammissione, conosceva Anna Castiglia. Quindi, quale sarebbe stato il problema?».

Fedez attacca Morgan sui rapporti con il governo

Al chiarimento, Fedez ha fatto seguire un nuovo attacco diretto a Morgan, che si è esteso anche oltre la questione di specie ed è arrivato alla vicinanza politica dell’ex giudice al governo di centrodestra e ad alcuni suoi esponenti. «Se vuoi essere davvero un ribelle, caro Morgan, e pensi che qua dentro sia tutto pilotato, queste cose le dici quando sei dentro al programma, non quando ti danno un calcio in c*lo e te ne vai via, perché così è troppo semplice». Poi l’accusa diretta: «Io non sono un ribelle: sono un ragazzo con una piccola azienda che lavora con la mamma e con l’avvocato ma che, per ottenere quello che ha, non ha mai dovuto leccare i piedi né a Giorgia Meloni né a Vittorio Sgarbi. Ciao Marco».

TIM, al via la nuova campagna istituzionale “La parità non può aspettare”

È on air la nuova campagna istituzionale La parità non può aspettare lanciata da TIM per sensibilizzare e creare consapevolezza sul tema del gender gap. Perché, come sottolinea il manifesto dell’iniziativa, «all’Italia che vuole crescere serve il talento, la passione, il coraggio e l’impegno di tutte e tutti», ed è quindi necessario mettersi «in connessione per superare gli stereotipi, offrire opportunità alle donne e contrastare la violenza di genere». Nelle strade delle principali città italiane – Roma, Milano, Napoli, Venezia e Torino – e sui media, si alternano immagini che lanciano messaggi su cui riflettere, perché se in Italia «la parità di genere sarà raggiunta solo nel 2155», sono tanti gli aspetti con cui si manifesta il divario di genere.

Sofia Goggia e Giulia Dragoni tra le protagoniste della campagna

Protagoniste dei sette soggetti sono Sofia Goggia, campionessa del mondo di discesa libera, Danielle Madam, campionessa italiana getto del peso, Giulia Dragoni della Nazionale italiana calcio femminile, Pamela D’Alessandro, che lavora come tecnica in TIM, Laura De Dilectis, presidente di DonneXStrada, Carla Nisio, manager TIM, e il volto di una giovane ragazza che richiama l’attenzione sulla necessità di accelerare il cambiamento. Sono loro a testimoniare che «la parità non può aspettare» per lo sviluppo sociale ed economico del nostro Paese, dallo sport all’imprenditoria, dal gap salariale alla copertura mediatica degli sport femminili, dalla cultura della leadership all’occupazione delle donne nei settori tecnologici. La campagna è declinata sulla stampa periodica, sul web e sui social.

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Campagna istituzionale TIM per la parità di genere (TIM).

Labriola: «Siamo un’azienda all’avanguardia anche sul piano sociale»

Pietro Labriola, amministratore delegato del Gruppo TIM, ha così affermato: «TIM è un’azienda all’avanguardia nell’innovazione e nei servizi e deve essere all’avanguardia anche sul piano sociale e ambientale. Esprimere il valore della parità tra uomini e donne significa molto per la crescita della società italiana perché un’economia che vuole correre ha bisogno del meglio di tutte le sue risorse umane: per questo sentiamo la responsabilità di farci portatori di questo valore».

Le altre iniziative di TIM per la parità di genere e contro la violenza sulle donne

TIM si è già mossa in questa direzione con una serie azioni concrete. Tra queste Women Plus, l’app che supporta le donne nella ricerca del lavoro e nei percorsi di carriera. La soluzione, che ha avuto il patrocinio della Commissione Europea, nasce dall’esperienza di Mulheres Positivas – il progetto che TIM ha sostenuto in Brasile insieme all’imprenditrice Fabi Saad – e mette a disposizione in un unico sistema numerose posizioni aperte, grazie a strumenti di matching tra le loro competenze e il lavoro disponibile, ma anche mentoring, formazione e talk ispirazionali. I punti vendita TIM presenti su tutto il territorio nazionale sono inoltre diventati Punti Viola, ovvero luoghi sicuri grazie alla collaborazione con l’associazione no profit DonneXStrada. Gli addetti alla vendita hanno seguito percorsi di formazione e sensibilizzazione, con il supporto di esperti legali e psicologi, per essere pronti ad accogliere eventuali vittime o testimoni di molestie o violenze e intervenire correttamente. Nel corso del 2024, infine, saranno installate le prime cabine digitali che prevedono anche un tasto dedicato al primo soccorso, denominato Women Plus, che permetterà di richiedere supporto in tempo reale a un operatore in situazioni di potenziale pericolo. Si tratta di una funzionalità a forte valenza sociale che mette a disposizione della collettività uno strumento di contrasto agli episodi di violenza e microcriminalità.

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