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Mosca, l’Fsb arresta un cittadino italo-russo: è accusato di atti terroristici
I servizi di sicurezza di Mosca hanno arrestato un uomo, un cittadino italo-russo. È accusato di aver commesso «atti di sabotaggio e atti terroristici presso infrastrutture militari e siti di trasporto nella regione di Rjazan». Si tratta di un’area a 200 chilometri da Mosca e gli attentati sarebbero stati organizzati per conto dell’Ucraina. A comunicarlo è stato l’Fsb, cioè l’ex Kgb russo. L’uomo, di cui ancora non sono state confermate le generalità, sembra essere Ruslan Sidiki, 35enne residente a Rjazan e con doppio passaporto, italiano e russo. La notizia è stata rilanciata da diversi media russi secondo cui Sidiki, sul proprio profilo di Vkontakte, il Facebook della Russia, pubblicava aggiornamenti periodici su visite in zone vicino Cernobyl.
Sidiki indagato per terrorismo
Adesso l’italo-russo è indagato per «atto terroristico» e «acquisizione, trasferimento, deposito, trasporto, spedizione o trasporto illegale di esplosivi o ordigni esplosivi». Rischia fino a 32 anni di reclusione. L’Fsb ha anche sottolineato che Ruslan Sidiki ha ammesso la sua colpevolezza durante il primo interrogatorio. E ha raccontato di essere stato reclutato a Istanbul, nel febbraio 2023, da un ufficiale ucraino. Poi l’uomo è stato addestrato al sabotaggio in Lettonia, prima di tornare in Russia. Sidiki, il 20 luglio 2023, sarebbe poi stato protagonista dell’attacco all’aeroporto militare Djaghilevo a Rjazan. Con quattro droni imbottiti di esplosivo, avrebbe provocato un cratere nel parcheggio dello scalo.
L’uomo accusato di aver fatto deragliare un treno
Ma l’accusa più grave riguarda l’11 novembre, quando con diversi ordigni avrebbe fatto deragliare un treno merci. 19 vagoni sono usciti dai binari. 15 di essi si sono addirittura ribaltati. Adesso l’Fsb ha accusato Sidiki anche di questo attentato e ha comunicato che durante le perquisizioni in casa dell’italo-russo sono stati trovati componenti di esplosivi, foto e video che rappresentano prove della sua attività. Aleksandr Kots, corrispondente militare di Komsomolskaja Pravda, su Telegram ha commentato: «È un altro esempio di come i servizi speciali ucraini formino agenti non solo tra gli stessi ucraini, ma anche tra cittadini russi che esprimono il loro disaccordo con l’attuale corso politico».