L’attore Gianmarco Tognazzi, nato a Roma l’11 ottobre 1967, è sposato con Valeria Pintori dalla quale ha avuto due figli. La sua carriera è stata costellata da numerosi successi e prosegue, con altrettanti riconoscimenti, sia teatro sia al cinema.
Gianmarco Tognazzi, i primi passi dell’attore
Figlio del noto attore Ugo Tognazzi e di Franca Bettoja, Gianmarco inizia la sua carriera partecipando ai film in cui recitava il padre, come L’anatra all’arancia di Salce, Romanzo popolare di Monicelli o Il petomane di Pasquale Festa Campanile. Negli anni ’80, poco più che ventenne, inizia a recitare in film come Vacanze in America di Carlo Vanzina (1984), Sposerò Simon Le Bon di Carlo Cotti (1986) e Una notte al cimitero di Lamberto Bava (1987). Nel 1989 ha iniziato a studiare recitazione cominciando la carriera in teatro e successivamente al cinema.
Gianmarco Tognazzi, i film dagli anni ’90 a oggi
Tra i primi film realizzati per il grande schermo vi sono Crack di Giulio Base (1991), Una storia semplice di Emidio Greco (1993), Teste rasate nel 1995 e I laureati di Leonardo Pieraccioni. In coppia con Alessandro Gassmann interpreta Uomini senza donne (1996) e Facciamo fiesta (1997), entrambi di Angelo Longoni.
Gianmarco Tognazzi (Getty Images).
Tra gli ultimi film interpretati vi sono Cielo e terra (2005) e Romanzo criminale (che gli vale la nomination ai Nastri d’Argento). Nel 2007 è nel film Guido che sfidò le Brigate Rosse, l’anno seguente in Il mattino ha l’oro in bocca con Elio Germano, nel 2012 in Bella addormentata di Marco Bellocchio, quattro anni dopo in Il Ministro di Giorgio Amato e nel 2019 in Sono solo fantasmi con Christian De Sica. Lo rivedremo al cinema dal 29 giugno 2023 con il film Lo Sposo Indeciso di Giorgio Amato.
Gianmarco Tognazzi, la vita privata: moglie e figli
L’attore, figlio d’arte, è fratello di Maria Sole e fratellastro di Ricky Tognazzi e Thomas Robsahm. Dal 2006 è sposato con Valeria Pintori, originaria di Sassari, che ha 11 anni in meno di lui. La coppia ha due figli: Andrea Viola nata nel 2007 e Tommaso Ugo nato nel 2012.
Gianmarco Tognazzi e Valeria Pintori (Getty Images).
Nel 2010 ha preso le redini dell’impresa di famiglia, La Tognazza amata, azienda eno-gastronomica fondata dal padre nel 1969 a Velletri e che ha trasformato ne La Tognazza azienda vitivinicola. Come il padre, è un grande tifoso del Milan.
Ci siamo quasi, a partire da domani, mercoledì 21 giugno, scatterà ufficialmente l’ora X per migliaia di studenti in giro per l’Italia: da domani riprendono i tanto temuti esami di Maturità con la classica prima prova di italiano, identica per tutti gli istituti. Ecco un breve vademecum per tutti i ragazzi e le ragazze maturandi che stanno preparando lo zaino per la prima di tre prove che li condurranno fuori dalle scuole superiori.
Prima prova di italiano alla Maturità 2023: cosa si può portare e cosa è proibito
Va da sé che per scrivere un tema come si deve sarà necessario portare con sé un dizionario di italiano cartaceo. Tanto più ricco di contenuti sarà, tanto meglio sarà per gli studenti impegnati nella prova. Si tratta ovviamente di uno strumento che i ragazzi di tutta Italia hanno imparato ad usare molto spesso nei temi redatti in questi 5 anni di scuole superiori. Secondo quanto riporta Studenti.it, la piattaforma per eccellenza di riferimento per i maturandi, non sarà invece in alcun modo possibile portare con sé il dizionario dei sinonimi e contrari.
Assolutamente vietati, anche tutti gli strumenti digitali come gli smartphone o i tablet, che saranno requisiti dalla commissione e riconsegnati agli studenti a fine esame. Qualsiasi tipo di strumento collegabile ad un wi-fi o un bluetooth, in generale, non sarà concesso in aula.
I consigli utili
La prova sarà lunga e complessa e durerà molte ore. Inoltre, si svolgerà nel pieno di un’importante ondata di calore che interesserà il nostro Paese in concomitanza con il solstizio d’estate. È dunque importante vestirsi in modo adeguato per l’evenienza (si parla pur sempre di un contesto scolastico), preferendo abiti comunque leggeri che assicurino la traspirazione della pelle. Di estrema importanza è inoltre l’idratazione: è consigliabile portarsi con sé un buon quantitativo d’acqua, possibilmente all’interno di una borraccia riutilizzabile.
A dare la notizia è la stessa coppia dei Me contro Te con un video postato sul loro canale YouTube nella notte di ieri, lunedì 19 giugno, dal titolo «Sofì e Luì scappano dall’hotel per incendio». I due ragazzi, Luigi Calagna e Sofia Scalia, mostrano la struttura alle loro spalle e raccontano di essere stati evacuati dall’albergo a causa di «un principio di incendio».
Luigi Calagna e Sofia Scalia (foto Facebook)
I Me contro Te evacuati dall’albergo per un incendio
Durante il video si vede Luì che conferma: «Hanno appena evacuato il nostro hotel, hanno fatto uscire tutte le persone, anche noi, ci sono i vigili del fuoco e questo è il nostro hotel» aggiunge volgendo le riprese alla struttura ricettiva, l’albergo Martinez, a Cannes, in Francia. Alla fine del video, Luì si gira ironicamente verso Sofì, domandandole: «Ma tu hai spento la piastra in camera giusto?». Uno scambio di battute per ironizzare su un incidente che, per fortuna, sembra non aver avuto conseguenze gravi.
Non c’è modo migliore che far sentire una presenza se ci si dedica a coltivare la propria assenza. Sembra diventata questa la regola cui obbedisce Mario Draghi, uno che anche quando da presidente del Consiglio era sotto i riflettori cercava di spegnerli. E non c’è modo migliore che far sapere di essere fuori dalla vita pubblica per creare le condizioni per potervi ritornare. Da quando non è più a Palazzo Chigi, l’ex premier e governatore della Banca centrale europea ha limitato uscite pubbliche e interventi. Fa eccezione la doppia apparizione, doverosa, ai funerali di Silvio Berlusconi e Flavia Franzoni, moglie di Romano Prodi che però, come in precedenza alle esequie romane di Benedetto XVI, non è stata accompagnata da esternazioni. Solo che a volte il silenzio dice più delle parole, come proprio lo stesso Draghi ha dimostrato dopo l’uscita dalla Bce. Cui seguì un lungo silenzio rotto in rare occasioni, come la celebre lettera al Financial Times del marzo 2020 sulla «guerra» al Covid-19, che letta col senno di poi fu la premessa della sua chiamata alla guida del governo.
Dei fedelissimi, solo Cingolani allineato con Meloni
Ma l’averlo visto se pur silente di nuovo in pubblico ha rinfocolato gli interrogativi: cosa ha in mente oggi Draghi? Davvero ha detto basta a politica e ruoli istituzionali o invece lui e i suoi lavorano al grande ritorno? L’inner circle che tra il 2021 e il 2022 ha blindato governo e apparati di Palazzo Chigi ha preso strade diverse: lo si trova in banche, aziende, ruoli nella pubblica amministrazione. Pochi di loro, primo fra tutti il neo amministratore delegato di Leonardo, Roberto Cingolani, in sinergia col governo Meloni. La maggior parte in aperta divergenza, a testimoniare la presenza di uno Stato profondo legato agli apparati di potere che trovano in Draghi un punto di riferimento, che non ha certo legittimato il “destra-centro” conservatore e con venature sovraniste.
Roberto Cingolani (Imagoeconomica).
Giavazzi fulmina Giorgia sullo scaricabarile del Pnrr
A volte i Draghi boys esternano, e si intuisce che esprimono una posizione ampiamente condivisa con il loro ispiratore. Aveva iniziato a marzo 2023 Francesco Giavazzi, ex super consulente economico di Palazzo Chigi, oggi dominus della Scuola di amministrazione della Bocconi, fulminando Meloni e i suoi per lo scaricabarile sui ritardi sulla messa a terra del Piano nazionale di ripresa e resilienza: «Chi parla di ritardi del Pnrr non sa come funziona», ha tagliato corto il professore, per altro rimbrottato su Repubblica dal duo Boeri–Perotti, ossia due suoi colleghi bocconiani.
Francesco Giavazzi (Imagoeconomica).
Funiciello e il manifesto che è un’antitesi del melonismo
Ha proseguito, velatamente, Antonio Funiciello, neo Identity manager di Eni dopo esser stato capo di gabinetto di Draghi, pubblicando la dotta requisitoria sulla leadership “Leader per forza”, fondata sulla narrazione di una visione del potere capace di anticipare i cambiamenti per governarli, fautrice di pragmatismo e scelte anti-conflittuali. Un manifesto che da Mosè ad Angela Merkel propone esempi vicini e lontani, letto come un’antitesi all’attuale melonismo di governo.
Antonio Funiciello (Imagoeconomica).
Garofoli, che bocciatura alla riforma della giustizia
Last but not least, è sceso in campo Roberto Garofoli, ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio e figlio del partito dei grand commis del Consiglio di Stato, di cui è presidente di Sezione. Sua la decisione di bocciare la madre di tutte le riforme proposte da Meloni, quella che in materia di giustizia abroga di fatto il reato di abuso d’ufficio.
Roberto Garofoli (Imagoeconomica).
Anche Giugliano nel “partito draghiano” che si muove
Un fuoco di fila che mostra come i protagonisti della stagione draghiana non intendano garantire analoga e simmetrica lealtà a Meloni, che per un anno e mezzo è stata brava e disciplinata scolara dall’opposizione. Salvo poi giocare allo scaricabarile sul suo predecessore. Cosa che ha irritato non poco Draghi e i suoi. Civis Draghianus Sum è la parola d’ordine con cui i protagonisti del fu governo d’unità nazionale stanno tornando in pista ai più alti livelli della società civile e dell’impresa. Ultimo ad aggiungersi a questa lista è Ferdinando Giugliano, già portavoce a livello internazionale, speech writer e consigliere di Draghi, di recente approdato in Unicredit come responsabile delle attività di advocacy e public affairs. Insomma, se non è un “partito” draghiano – termine che l’ex governatore della Bce, forse pensando all’infausta esperienza di Mario Monti con Scelta civica, ha sempre disdegnato – poco ci manca.
Ferdinando Giugliano (Imagoeconomica).
L’ambizioso discorso al Massachusetts Institute of Technology
E se c’è un manifesto del “Draghi-pensiero” per il post Palazzo Chigi lo si ritrova nel discorso tenuto il 7 giugno al Massachusetts Institute of Technology, in occasione del conseguimento del Premio Miriam Pozen. Un discorso definito da molti kissingeriano, di schietto realismo, di riconoscimento delle tare e dei limiti del sistema globalizzato, di esibita aderenza politica euro-atlantica. Un discorso-manifesto che pone di fatto come prioritaria per il Paese la necessità di un’autorevole e profonda visione su scala internazionale. Oltre, chiaramente, a evidenziare in filigrana quali possano essere le grandi ambizioni dell’ex premier e governatore che, nel breve periodo, non possono avere a che fare con incarichi nel settore privato o ambizioni nell’agone politico nostrano. Draghi ha deciso di volare alto. Problemi globali, di sfide a tutto campo: Intelligenza artificiale, inflazione, transizione energetica, sfida delle autocrazie. Nella consapevolezza che «i singoli Paesi europei, per quanto forti siano, sono troppo piccoli per padroneggiare queste sfide da soli. E più queste sfide sono grandi, più il cammino verso un’unica entità politica, economica e sociale, seppur lungo e difficile, diventa inevitabile. Il nostro viaggio che è iniziato molti anni fa, ed è accelerato con la creazione dell’euro, sta continuando».
Mario Draghi (Imagoeconomica).
Un futuro da conferenziere ed editorialista, ma non solo
Draghi ha contezza dei «nostri tempi difficili. Ma i tempi non sono mai stati facili. Sono arrivato qui nell’agosto del 1972. Mentre ero uno studente, abbiamo avuto la guerra del Kippur, diversi shock petroliferi, il crollo del sistema monetario internazionale, il terrorismo imperversava in tutto il mondo e l’inflazione era fuori controllo, solo per citare alcuni eventi di quel tempo e naturalmente eravamo nella Guerra fredda». Da qui può esserci la fine del ciclo del Draghi di potere e l’inizio di quello del Draghi teorico di virtù e miserie dell’economia globalizzata? Forse. Dunque ci si può aspettare nel futuro prossimo un Draghi conferenziere, editorialista, narratore dei grandi scenari di sistema. Interprete insieme del posizionamento dell’Italia sulla scena internazionale e di ciò che i suoi alleati occidentali le chiedono.
Colle, Commissione Ue, Nato: le partite che interessano a Super Mario
Ciò non toglie che la politica sia un capitolo chiuso. L’ex premier è abile nel non chiedere mai ciò che vorrebbe, ma di farselo offrire. Vedi la vicenda Quirinale, che però ha visto frustrate, anche per suoi errori di strategia, le sue aspettative di insediarsi al Colle. Il 2024 sarà l’anno del rinnovo della Commissione europea e della segreteria della Nato. Emmanuel Macron, Joe Biden, Olaf Scholz e gli altri big dell’Occidente non possono che pensare con favore a un ritorno in pista di Super Mario. E il banchiere divenuto premier è nome spendibile per entrambi i ruoli. In quest’ottica, la logica di schierare il suo “partito” trasversalmente costringerebbe Meloni, con cui i rapporti sono attualmente molto freddi per non dire inesistenti, a prendere in considerazione la sua figura, di cui però potrebbe aver bisogno come sorta di testimonial nella sua campagna tesa a spostare gli assetti politici dell’Unione europea. Che poi Draghi accarezzi ancora l’idea del Quirinale non v’è dubbio, ma la rielezione di Sergio Mattarella colloca l’ipotesi molto avanti nel tempo.
YouTube prende posizione e interviene bloccando gli annunci pubblicitari sul canale dei TheBorderline, il collettivo di creator coinvolti nell’incidente a Casal Palocco (Roma) che ha provocato la morte di un bimbo. Come riportato da Tgcom24, l’annuncio arriva direttamente da un portavoce della piattaforma: «Ogni creator di YouTube dovrebbe rimanere responsabile sia all’interno che all’esterno della piattaforma. Di conseguenza questo canale non può più guadagnare dalla pubblicità».
Incidente CasalPalocco, coinvolta auto dei TheBorderline (Getty Images).
TheBorderline, YouTube blocca la pubblicità sul canale
Il portavoce della piattaforma ha parlato di «Comportamenti dannosi» aggiungendo «Siamo profondamente addolorati per la tragedia. Abbiamo rimosso gli annunci dal canale TheBorderline in conformità con le nostre norme sulla responsabilità dei creator a seguito di comportamenti dannosi per la community di YouTube». Qualche ora prima della decisione di YouTube, Matteo Flora, imprenditore e docente di strategie digitali all’università di Tor Vergata (Roma) aveva segnalato a Tgcom24 che i guadagni del canale si erano tutt’altro che interrotti: «Quella della chiusura del canale è una fake news. I video sono ancora online e ancora monetizzati, hanno preferito lucrare da quei video anche in questa situazione. Il problema reale è che più queste challenge sono pericolose, strane e pazze, più hanno visualizzazioni e attirano sponsor che beneficiano della loro popolarità. Questo fa sì che le società che contribuiscono economicamente al loro successo fanno in modo che loro diventino un modello».
Un corteo difficile da ignorare: sei mezzi, due berline e quattro van hanno accompagnato Tom Cruise a Palazzo Chigi. L’attore di Hollywood ha fatto visita alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni. La star di Mission Impossible, che si trova a Roma per girare il suo ultimo film, è rimasto per circa mezz’ora, lasciando Palazzo Chigi poco dopo le 20.30. Entusiasta la premier, che su Instagram ha postato una foto insieme all’attore, accompagnata da queste parole: «Lieta che la Capitale d’Italia sia protagonista dell’ultimo film di Tom Cruise. […] Le mission impossible sono anche il nostro pane quotidiano al governo».
Tom Cruise sul set del film Mission Impossible (Getty Images)
La foto della Meloni con Tom Cruise a Roma
Lo scatto, che ha collezionato oltre 110 mila like, ha scatenato anche numerosi commenti contrari come «Ma dove è finita l’autorevolezza del politico? Questa posta una foto ogni 10 secondi» e ancora «Giorgia per noi la missione impossible è fare la spesa tutti i giorni. La Gdo ha aumentato i prezzi e continua ad aumentarli, ne vogliamo discutere? Non dovevate abbassare l’iva?». Ma non è tutto, un utente ha commentato «Ma se invece di fare la Vip facessi il tuo mestiere? Ti ricordo che sei lì per ridare potere economico agli italiani e non solo ai tuoi amici imprenditori».
Sembra che a urtare i follower non sia stata tanto la foto quanto la frase con la quale la Meloni ha paragonato le attività del governo a delle mission impossibile, come si legge in un altro commento «Veramente la missione impossibile è essere italiani in Italia!» e ancora «Vabbè ormai fra Elon Musk e Tom Cruise siamo alle barzellette, ricevuti come se fossero diplomatici o figure politiche di spicco. Vorrei vederti con Putin a mediare la pace e le relazioni bilaterali facendo il tuo lavoro e il bene dell’Italia. Sei la rappresentante del Popolo Italiano, rappresenti 60milioni di persone, e piegarti a ricevere miliardari o star ti mette al loro stesso livello».
Oggi 20 giugno 2023 alle ore 21.20 andrà in onda lo show Amici Full Out, programmato all’Ippodromo delle Capannelle. Si tratta di un concerto nel quale si esibiranno i giovani artisti e i partecipanti del talent show Amici di Maria de Filippi.
Amici Full Out in onda stasera 20 giugno 2023 su Italia 1: gli ospiti del concerto
Sono diversi gli ospiti che parteciperanno ad Amici Full Out 2023. Lo show verrà inaugurato con l’esibizione del vincitore del talent di quest’anno Mattia Zenzola seguito da Angelina Mango, la vincitrice della sezione canto. Le esibizioni dei giovani talenti saranno intervallate dagli ospiti della serata, ovvero Lorella Cuccarini che intervisterà Giulia e Isobel (ma canterà anche insieme a Cricca), Arisa che proporrà una versione live di una delle sue canzoni e anche Alessandra Celentano.
Alessandra Celentano, giudice severa del talent show Amici (Getty Images).
Amici Full Out in onda stasera 20 giugno 2023 su Italia 1: i conduttori
Il palco del concerto è stato allestito all’Ippodromo delle Capannelle di Roma e i padroni dello show saranno Nicolò De Devitiis e Isobel Kinnear, a cui è affidata la conduzione. I conduttori saranno supportati dalla ballerina Giulia Stabile, in passato vincitrice del talent di Maria de Filippi. Gli artisti si esibiranno in una location che ricorderà quella dello studio di Amici con tanto di banchi con sopra i nomi.
Amici Full Out in onda stasera 20 giugno 2023 su Italia 1: la scaletta del concerto
Ecco qual è la scaletta del concerto Amici Full Out:
Mattia – Trumpets
Angelina – Voglia di Vivere
Alessandra Celentano ospite
Wax – Turista per sempre
Samu – Mamacita
Aaron – Universale
Maddalena – Anche fragile
Cricca – Just the way you are
Lorella Cuccarini ospite e intervista doppia a Giulia Stabile e Isobel
Lorella Cuccarini e Olly – La notte vola
Federica – Scivola
Tommy Dali e NDG – Miss
Ramon – Pakita
Piccolo G – Acquario
Vincenzo de Lucia ospite: imiterà Maria De Filippi
Megan – Crazy in love
Niveo – Scarabocchi
Isobel e Gianmarco – Dancing in the moonlight
Mattia e Umberto – Human
Angelina – 9 maggio
Gianmarco – Las Vegas
Federica – Proud mary
Momento di intrattenimento a cura dei ragazzi di Amici
Isobel – Be Italian
Wax – Laurea ad Honorem
Maddalena – Nera
Lorella Cuccarini e Cricca – Se mi guardi così
Lorella Cuccarini e Isobel
Vincenzo de Lucia e le sue imitazioni
Alessio – Fire On Fire
Piccolo G – Hai delle isole negli occhi
Ramon – Schiaccianoci
Niveo – Ma che freddo fa
Arisa ospite e canterà la sua canzone Non vado via
NDG – Fuori
Samu – Cenere
Tommy Dali – Finisce bene
Intrattenimento con Vincenzo de Lucia
Megan – Bon apetite
Aaron – Somebody to love
Wax – Anni 70
Maddalena – This is me
Angelina – Ci pensiamo domani
Mattia e Benedetta – Crazy little thing called love
Questa sera, 20 giugno 2023, andrà in onda su Canale 5 il film Sono solo fantasmialle ore 21.20. Si tratta di una commedia fantastica che ha debuttato al cinema in Italia durante l’anno 2019. La pellicola è stata diretta da Christian De Sica, al suo nono lungometraggio in carriera, e vede come protagonisti lo stesso De Sica, Carlo Buccirosso e Gianmarco Tognazzi. Alla regia del film ha contribuito anche il figlio di Christian, Brando De Sica, anche se il suo lavoro non è accreditato nei titoli di coda. Inoltre, Christian De Sica ha curato anche la sceneggiatura del film coadiuvato da Andrea Bassi, Luigi Di Capua e Gianluca Ansanelli – con quest’ultimo che ha curato i dialoghi.
Sono solo fantasmi, trama e cast del film in onda stasera 20 giugno 2023 su Canale 5
Carlo Buccirosso (Getty Images).
La trama di Sono solo fantasmi ruota intorno a tre fratelli: Thomas (Christian De Sica), Carlo (Carlo Buccirosso) e Ugo (Gianmarco Tognazzi). Non si tratta però di tre fratelli «normali», infatti sono nati da tre madri diverse. Tuttavia condividono lo stesso padre, ovvero Don Vittorio di Paola, originario di Napoli. Dopo la morte di quest’ultimo, i tre, che non hanno legami molto stretti, sono costretti a recarsi nella città partenopea così da sperare di ricevere qualcosa in eredità. Per diverse circostanze personali ogni figlio desidererebbe avere un lascito, così da sistemare problemi finanziari e non solo. Con loro amara sorpresa, i tre scoprono che il padre ha perso tutto perché ha preferito dedicarsi alla bella vita infischiandosene dei suoi figli. L’unica eredità possibile per Thomas, Carlo e Ugo è un immobile posto sotto sequestro.
Pur di mettere le mani sull’immobile i tre hanno una geniale intuizione: improvvisarsi acchiappa-fantasmi e guadagnare grazie alla superstizione napoletana. In realtà, nel palazzo sembra esserci davvero uno spirito maligno e nella loro nuova professione dovranno sconfiggere l’invasione di fantasmi che sta per abbattersi su Napoli. Riusciranno Thomas, Carlo e Ugo a trasformarsi da cialtroni a veri e propri eroi per l’intera città? Con un po’ di pazzia, ironia e forza della disperazione, i tre fratelli da madri diverse otterranno il riscatto e magari anche un po’ di benessere economico.
Sono solo fantasmi, 5 curiosità sul film
Sono solo fantasmi, gli incassi del film di Christian De Sica
Gli incassi del film con Christian De Sica, Carlo Buccirosso e Gianmarco Tognazzi sono stati di buon livello. Infatti, la pellicola di produzione italiana, secondo quanto riportato da MyMovies.it, ha incassato circa 1 milione e 400 mila euro.
Sono solo fantasmi, l’interpretazione di Gianmarco Tognazzi apprezzata dalla critica
Gianmarco Tognazzi (Getty Images).
Se il pubblico, almeno al botteghino, ha apprezzato Sono solo fantasmi, la critica ha spesso criticato questa pellicola diretta da De Sica. Tuttavia, in molti si sono complimentati con Gianmarco Tognazzi per la sua parte comica e interessante. Non a caso, per l’interpretazione di Ugo nel film, Gianmarco Tognazzi ha ottenuto una candidatura come Miglior attore commedia ai Nastri d’Argento 2020. Tuttavia, Tognazzi non riuscì a vincere il premio italiano ed è stato battuto dal collega Valerio Mastandrea per il suo ruolo nel film Figli di Giuseppe Bonito.
Sono solo fantasmi, la colonna sonora di Clementino nel film
Per questo film, il rapper campano Clementino ha scritto un brano esclusivo intitolato Fantasmi. La colonna sonora del film, comunque, è stata curata da Andrea Farri. La musica è stata una parte integrante della creazione del film. Il regista Christian De Sica, a questo proposito, ha affermato: «Ci sono tanti miscuglietti in questo film, tanti generi e anche tante musiche diverse, generi musicali diversi che commentano gli stati d’animo del film».
Sono solo fantasmi, le riprese in un luogo esclusivo di Napoli
Alcune delle riprese del film Sono solo fantasmi sono state realizzate all’interno di un luogo esclusivo di Napoli: la Biblioteca dei Girolamini. Si tratta di una biblioteca dall’incredibile bellezza estetica che si trova di fronte al noto Duomo di Napoli. Il luogo è molto antico e venne aperto al pubblico addirittura nel 1586.
Sono solo fantasmi, il cambio di nome per il film in corso d’opera
Il film di Christian De Sica doveva inizialmente intitolarsi Sos Fantasmi. Tuttavia, forse per evitare problemi d’omonimia con il film interpretato da Bill Murray nel 1988, il nome è stato cambiato in Sono solo fantasmi. Inoltre, sembra che inizialmente De Sica volesse fare il remake del film Oscar insanguinato in coppia con Massimo Boldi ma che poi abbia deciso di procedere con questo progetto.
Stasera 20 giugno 2023 andrà in onda alle ore 21.20 su Rai 2 il film Una Famiglia Mostruosa. Si tratta di una commedia fantasy-grottesca del 2021 con protagonisti Cristiano Caccamo ed Emanuela Rei. La pellicola è diretta da Volfgango De Biasi che ha curato anche la sceneggiatura in collaborazione con Tiziana Martini, Filippo Bologna e Alessandro Bencivenni. Nel cast ci sono anche Massimo Ghini, Lucia Ocone, Pippo Franco e Paolo Calabresi.
Una Famiglia Mostruosa, trama e cast del film in onda stasera 20 giugno 2023 su Rai 2
Cristiano Caccamo (Getty Images).
La trama del film ruota intorno a una giovane coppia di studenti fuorisede, vale a dire Adalberto (Cristiano Caccamo) e Luna (Emanuela Rei). I due sono innamorati e portano avanti la loro relazione, tuttavia, quando Luna resta incinta Adalberto si vede costretto a far conoscere i suoi genitori alla fidanzata. Quest’ultima non sa che la famiglia del suo partner è «mostruosa»: infatti, il futuro suocero Vladimiro (Massimo Ghini) è un vampiro, la futura suocera Brunilde (Lucia Ocone) è una strega, lo zio di Adalberto è un mostro di Frankenstein (Paolo Calabresi), la sua piccola sorellina Salmetta (Sara Ciocca) è una vampiretta mentre la nonna Crisilde (Barbara Bouchet) è un fantasma. D’altronde, anche Adalberto è un mostro e durante le notti di luna piena si trasforma in Lupo Mannaro. La coppia, dopo alcune discussioni, decide di raggiungere il castello dove si trova la famiglia di Adalberto. Qui avranno luogo numerosi equivoci e alcune situazioni grottesche visto che la famiglia di lui utilizza uno specchio magico per capire la natura del nascituro Sirio: tutti vogliono scoprire se nasca umano o mostro.
A complicare le cose ci penserà la famiglia della ragazza composta dal padre Nando (Lillo), dalla madre Stella (Ilaria Spada), dal piccolo Ivano (Vincenzo Sebastiani) e dal nonno Paride (Pippo Franco). Questi ultimi si dimostreranno dei «mostri» in senso figurativo visto che avranno dei modi rozzi, volgari e decisamente poco eleganti. Il confronto tra le due famiglie arriverà a un punto di non ritorno, ma il vero amore tra Adalberto e Luna sarà la chiave per sistemare la situazione e trovare una convivenza pacifica e civile tra mostri, metaforici e letterali, e umani.
Una Famiglia Mostruosa, 4 curiosità sul film
Una Famiglia Mostruosa, l’incasso del film di Volfgango De Biasi
Il film di Volfgango De Biasi ha ottenuto un buon risultato al cinema al momento del suo debutto. Secondo i dati raccolti da Wikipedia, ha incassato al botteghino mondiale circa 736 mila dollari.
Una Famiglia Mostruosa, il sequel in uscita nel 2023
Visto il buon risultato, i produttori Fulvio Lucisano e Federica Lucisano hanno deciso di produrre un sequel del film. Quest’ultimo si intitolerà Un Matrimonio Mostruoso e vedrà il ritorno di alcuni attori del cast principale come Massimo Ghini, Cristiano Caccamo, Emanuela Rei, Paolo Calabresi, Ilaria Spada, Sara Ciocca e Vincenzo Sebastiani. Ci saranno anche alcune aggiunte al cast con i personaggi interpretati da Maurizio Mattioli, Ricky Memphis, Claudio Greg Gregori, Irene Girotti e Mattia Lucentini. Il film uscirà nelle sale italiane il 21 giugno 2023.
Una Famiglia Mostruosa, le parole di Massimo Ghini sul film
Massimo Ghini, uno dei protagonisti principali del film, ha parlato in merito alla pellicola. Come riportato da Movieplayer, le sue parole sono state: «Mi piaceva l’idea di una commedia che non fosse scontata. Spero che sia un passo avanti, una provocazione». Ghini ha anche aggiunto: «Ho cercato di far parlare il mio personaggio come l’Avvocato Agnelli perché è un personaggio nato tra il 1300 e il 1400 e non può parlare un dialetto. Mi ha fatto ridere l’idea di mettere insieme delle persone che cercassero di far capire agli altri chi sono veramente i mostri. I mostri veri si impressionano quando arrivano la banda di Lillo con la Hummer gialla. Era interessante perché lì scattava un meccanismo di comicità».
Massimo Ghini (Getty Images).
Una Famiglia Mostruosa, gli effetti speciali un mix tra innovazione e tradizione
Il regista di Una Famiglia Mostruosa, Volfgango De Biasi, ha spiegato che gli effetti speciali del film sono un mix di stili vecchi e nuovi: «Ci siamo seduti con gli sceneggiatori e gli esperti di effetti speciali, dicendoci: mettiamo tutto quello che abbiamo nel fotogramma. Abbiamo cercato di far diventare tutto verosimile: molto umilmente, artigianalmente, abbiamo cercato di arricchire il fotogramma». De Biasi ha aggiunto: «In qualche maniera cerchi di capire cosa viene meglio, giocare con quel cinema di immaginazione, come quello di Méliès».