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Taylor Swift, i documentari in streaming in attesa di Eras Tour

L’attesa è finita. Il 13 ottobre nei cinema italiani, così come in quelli di tutto il mondo, sbarca Eras Tour, il film-concerto di Taylor Swift. Già capace di incassare 5 milioni di dollari nelle anteprime negli Stati Uniti, dove i fan hanno invaso le sale anche di notte, l’evento musicale del 2023 si prepara ad abbattere diversi record. Gli analisti americani infatti ipotizzano un weekend di apertura da 150-200 milioni di dollari, pari a quelli dei maggiori successi di Hollywood. In attesa di comprare il biglietto al botteghino, in streaming è possibile trovare diversi documentari e filmati dei concerti più importanti nella carriera della star 31enne della Pennsylvania. Spazio anche per alcune performance attoriali, tra cui il musical Cats e Amsterdam con Christian Bale e Margot Robbie.

Su Netflix e Disney+ è possibile guardare documentari e concerti di Taylor Swift. In attesa dell'Eras Tour dal 13 ottobre al cinema.
I gadget nei cinema americani per il film-concerto Eras Tour (Getty Images).

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Miss Americana e Reputation Stadium Tour, Taylor Swift su Netflix

Quanto all’Italia, solo due piattaforme streaming presentano nel cartellone show o documentari su Taylor Swift. Si tratta di Netflix e Disney+, mentre non è possibile trovare nulla su Prime Video, Sky Go, Mediaset Infinity e RaiPlay. Sulla piattaforma della Scotts Valley c’è Miss Americana, diretto da Lana Wilson, che trae il nome da un singolo della popstar estratto dall’album Lover. Vantando il brano Only the Young, inedito che Swift ha scritto per il documentario, ne ripercorre l’intera carriera e la vita privata, analizzando anche alcuni disturbi alimentari e il suo rapporto con la politica.

Su Netflix anche Reputation Stadium Tour, film-evento che racconta l’omonima tournée americana della cantautrice di West Reading. È possibile ascoltare, tra le altre, le versioni dal vivo di Long Live, Don’t Blame Me e I Did Something Bad, scritti dopo la lite con Kim Kardashian e l’allora marito Kanye West. Nel 2016, infatti, la popstar aveva litigato profondamente con il rapper, colpevole di averla insultata più volte nella canzone Famous, in cui diceva di voler fare sesso con lei come ricambio per averle dato la celebrità. Sul caso era intervenuta anche Kardashian, dando della vipera a Swift in un breve post sull’allora Twitter. «Ho passato un brutto periodo per quel motivo», ha affermato la popstar in una tappa del tour. «Non sapevo nemmeno se sarei tornata a fare questo lavoro».

Folklore e Amsterdam, cosa trovare su Disney+

Disney+ invece offre agli abbonati la visione di Folklore: The Long Pond Studio Sessions, che accompagna la cantante durante il processo di scrittura delle canzoni in studio durante la pandemia da Covid-19. Nello speciale compaiono anche i produttori Jack Antonoff e Aaron Dessner, che raccontano i retroscena sulle 17 tracce del disco omonimo tra cui Cardigan, August e Betty. Taylor Swift annunciò il documentario come un modo genuino per connettersi con i suoi fan reduci dal lockdown che aveva profondamente condizionato le loro vite, in attesa di tornare a riempire gli stadi del mondo.

Taylor Swift ha affiancato alla carriera da cantante anche alcune interpretazioni da attrice. Su Disney+ si può guardare infatti Amsterdam, film di David O. Russell con Margot Robbie e Christian Bale. Presentato in anteprima alla Festa del Cinema di Roma 2022, racconta la storia di due soldati e un’infermiera americani che stringono una forte amicizia dopo la fine della Seconda guerra mondiale. Un giorno però si ritrovano incolpati di un omicidio che non hanno mai commesso e devono darsi alla fuga mentre cercano di scoprire la verità. Nel film, Swift interpreta una giovane ragazza che rimane vittima di un attentato. La popstar ha anche recitato nel musical Cats, disponibile solo però per il noleggio su Prime Video e YouTube.

Everybody loves diamonds su Prime Video: trama e cast della serie con Kim Rossi Stuart

Everybody Loves Diamonds è l’heist movie italiano che ha come protagonista Kim Rossi Stuart ed è ispirato liberamente alla vera storia del colpo di Anversa del 2003, la cosiddetta rapina del secolo compiuta al Diamond Center. La serie, ambientata ai giorni nostri, racconta con i toni della commedia il colpo avvenuto per mano del rapinatore Leonardo Notarbartolo e della sua gang composta da un hacker, un’esperta di serrature e un esperto di sistemi di allarmi.

Everybody Loves Diamonds: il cast

Everybody loves diamonds vanta un cast internazionale. Kim Rossi Stuart veste i panni di Notarbartolo, Gian Marco Tognazzi quelli di Ghigo, l’installatore ed esperto di allarmi e ladro per hobby, Anna Foglietta interpreta Anna, la moglie di Leonardo Notarbartolo, figlia di un ex generale dei carabinieri interpretato da Remo Girone. E ancora Carlotta Antonelli recita nel ruolo di Sandra, esperta di serrature e casseforti di ogni tipo. Leonardo Lidi interpreta Alberto, il mago dell’informatica e fratellastro di Leonardo Notarbartolo. Rupert Everett veste invece i panni di John Lovegrove, un distinto avvocato internazionale di altissimo livello, mentre Malcom McDowell quelli di Gerald Kahn, un esperto di diamanti che nasconde molte cose. Synnøve Macody Lund è Judith De Witt, la direttrice del World Diamond Center di Anversa, mentre Johan Heldenbergh è Albert Mertens, lo storico capo della Diamond Police, ormai prossimo alla pensione, noto per aver sventato sul nascere un precedente tentativo di furto al Diamond Center. Infine Peter Van Den Begin è Simon Van De Velde, il ladro dei ladri e fonte di ispirazione per Leonardo Notarbartolo e la sua banda. L’uomo fu il primo a cercare di entrare all’interno del Diamond Center di Anversa con la strategia del cavallo di Troia.

Everybody Loves Diamonds: la trama

La storia vera dalla quale è nato Everybody loves diamonds fa da sfondo alle vicende personali della banda di ladri capitanata da Notarbartolo. La serie, tra heist e commedia, racconta il piano geniale con il quale la banda è riuscita ad aggirare il sistema di sicurezza all’avanguardia dell’Antwerp Diamond Centre e a rubare le pietre preziose per un bottino di diversi milioni di dollari. Il tutto nasce dall’ossessione di Leonardo Notarbartolo che, dopo aver provato a cambiare vita per dedicarsi alla famiglia e a un’attività lavorativa legale, comincia a pensare al colpo del secolo al World Diamond Center. La rapina verrà messa a segno proprio quando l’ispettore Mertens sta per ricevere un’onorificenza al merito dal re del Belgio e sarà chiamato a risolvere il caso che rischia di mettere a repentaglio la reputazione di tutto il Paese. La rapina, però, è il cosiddetto colpo perfetto, niente tracce e niente mosse false. Notarbartolo, fiero del successo, si preparerà a tornare a Torino, dalla moglie Ann, con cui ha una gioielleria. Everybody Loves Diamonds è un giusto mix di tensione e risate, indagini e gag. Alla regia della miniserie c’è Gianluca Maria Tavarelli, regista, tra gli altri, anche de Il Giovane Montalbano, mentre la sceneggiatura è di Michele Astori, Stefano Bises, Giulio Carrieri e Bernardo Pellegrini. Gli episodi sono otto, visibili a partire da venerdì 13 ottobre.

Suits, in lavorazione una nuova serie dopo il successo su Netflix

Dal suo arrivo su Netflix, ha sbaragliato ogni record. Dopo aver dominato le classifiche streaming per ben 12 settimane, Suits potrebbe tornare con una nuova serie. Il suo creatore Aaron Korsh, secondo Deadline, sta infatti negoziando l’avvio di un progetto parallelo alla narrazione originale, che dovrebbe vedere il ritorno dell’intero team di produzione, da David Barts a Doug Liman. Non sarà però un sequel oppure uno spin off e nemmeno un remake, ma una «storia ambientata nello stesso universo con nuovi personaggi» sulla scia di quanto visto con CSI e NCIS. Secondo le prime indiscrezioni, da prendere però con le dovute precauzioni, potrebbe svolgersi a Los Angeles, mentre la serie originale si ambientava a New York. Probabile anche un crossover con brevi cameo, ma è difficile che tornino Gabriel Macht e soprattutto Meghan Markle.

Suits, il creatore della serie: «Non sarà una continuazione»

L’idea di procedere con una companion series, una narrazione complementare all’originale, segue il pensiero del suo creatore Korsh, che già in passato si era espresso sulla questione. Parlando all’Hollywood Reporter aveva fatto sapere di non voler allungare il brodo per il semplice gusto di farlo oppure per poter accrescere il proprio guadagno. «Quando finirono le nove stagioni, rimasi molto soddisfatto», aveva detto il produttore ad agosto 2023. «Avrei paura a ricominciare. Se qualcuno mi contattasse e il cast lo volesse, magari potrei prendere in considerazione di tornare ma non per una continuazione della storia». L’autore aveva infatti ricordato come molti fan, fermandolo per strada, gli avessero spesso chiesto il futuro di alcuni personaggi. «Ho sempre risposto di non averne idea», aveva scherzato. «Dopo nove anni di scrittura ero davvero distrutto da Suits».

Dopo il successo in streaming, Suits potrebbe tornare con una nuova serie con personaggi e location inedite. Non sarà un sequel o un reboot.
Meghan Markle ha recitato nella serie Suits (Getty Images).

La nuova serie in cantiere non sarà tuttavia il primo progetto parallelo di Suits. Nel settembre 2019 infatti uscì Pearson, incentrato sul personaggio di Jessica con il volto di Gina Torres. Ex socia di Harvey Specter, che nella serie originale era interpretato da Gabriel Macht, si era trasferita da New York a Chicago per dare una svolta alla sua vita. Subito in contatto con la politica, aveva iniziato una stretta collaborazione con il sindaco della città, finendo spesso ai limiti della legalità. Nel cast anche Rick Hofferman, che aveva ripreso il ruolo di Louis Litt per alcuni cameo. Lo spin off però non convinse il pubblico, portando a risultati deludenti per la produzione, che decise di cancellarlo dopo una sola stagione da 10 episodi.

La serie con Meghan Markle ha superato 2 miliardi di minuti di ascolti

Ultimo progetto di Meghan Markle prima di sposare il principe Harry, Suits sta vivendo una vera e propria seconda giovinezza nel 2023, quando è approdata per la prima volta su Netflix. Secondo la classifica degli ascolti stilata Nielsen, gli spettatori hanno guardato la serie in streaming per un totale di 2 miliardi 359 milioni di minuti, superando il record di Ozark. Un traguardo incredibile per il legal drama, considerando che l’ultima puntata è andata in onda nel 2019. Battuti colossi della piattaforma come Stranger Things, che aveva mantenuto il primato per “soli” due mesi.

Israele, la lettera aperta di 700 celebrità di Hollywood: «Hamas è terrorismo»

«L’incubo che Israele temeva da decenni è diventato realtà». Inizia così una lettera aperta firmata da 700 personalità di Hollywood fra attori, registi e dirigenti dello spettacolo per condannare gli attacchi di Hamas e chiedere la restituzione degli ostaggi. «Questo è terrorismo, è il male. Non c’è alcuna giustificazione o razionalizzazione per le azioni di un gruppo di terroristi». Promotore dell’iniziativa è il Creative Community for Peace, un’organizzazione no profit che lavora per contrastare l’antisemitismo nell’intrattanimento. Tra i firmatari ci sono Amy Schumer, Mark Hamill, Jamie Lee Curtis e Chris Pine, ma soprattutto Gal Gadot, nata a pochi chilometri da Tel Aviv. «Il mio cuore soffre», aveva scritto in numerosi post e storie su Instagram. «Prego per tutti coloro che sono stati colpiti da questa brutalità».

Da Gal Gadot a Amy Schumer, 700 attori, registi e dirigenti di Hollywood hanno firmato una lettera in sostegno di Israele.
Fra i firmatari della lettera anche Jamie Lee Curtis (Getty Images).

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Il contenuto e i firmatari della lettera aperta in sostegno di Israele

«Hamas ha ucciso e rapito uomini, donne e bambini innocenti», hanno scritto le celebrità nella lettera per Israele. «Hanno violentato le donne e mutilato i loro corpi, che hanno fatto sfilare per le strade e sui social media». Gli attori e i registi di Hollywood hanno poi ricordato l’attacco al Supernova Music Festival, il rave nel deserto dove i terroristi hanno «portato morte e distruzione laddove si celebravano amore e amicizia». Per questo motivo, i lavoratori dello spettacolo americano hanno fermamente condannato quelli che hanno definito «atti barbarici che devono essere denunciati da tutti». Invitando amici e colleghi a parlare con forza contro Hamas, il Creative Community for Peace ha poi predicato attenzione verso le notizie da condividere online. «I social saranno invasi da una campagna di disinformazione orchestrata e gestita dall’Iran», si legge nella lettera. «Non amplifichiamo o cadiamo nella loro propaganda».

Tra i firmatari anche Mayim Bialik, celebre per aver interpretato Amy Farrah Fowler in The Big Bang Theory, figlia di genitori ebrei. Con lei anche Michael Douglas, Liev Schreiber, Helen Mirren, Billy Porter, Diane Warren, Zachary Levi, Tia Carrere e Sharon Osbourne, moglie del cantante dei Black Sabbath Ozzy. E ancora, ci sono anche il regista Antoine Fuqua, Tom Rothman, George Lopez, Tracey-Ann Oberman. Hanno firmato la lettera aperta anche il regista Eli Roth, l’attrice Bella Thorne e lo sceneggiatore Ryan Murphy, noto per aver creato tra le altre American Horror Story e Dahmer – Mostro. Presenti anche alcuni cantanti tra cui Ziggy Marley, primogenito di Bob, e David Draiman, frontman ebreo dei Disturbed.

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Da Andrea Bocelli a Kim Kardashian, i messaggi sui social

Si moltiplicano intanto gli appelli sui social network, da Instagram a X. «Come esseri umani, come possiamo non sentire l’eco drammatica di quanti stanno soffrendo?», ha scritto Andrea Bocelli in una storia. «Come genitori, come si può non mettersi nei panni di coloro che non conoscono il destino dei loro figli? In quanto uomini di fede, dobbiamo pregare con tutto il nostro cuore che questo finisca al più presto». Lungo anche il messaggio di Kim Kardashian, che ha mostrato tutto il suo amore e la sua solidarietà a Israele. «Il mio cuore è in pezzi nel guardare i video di bambini e famiglie uccisi di fronte al mondo intero», ha postato la star. Ha poi chiesto a tutti coloro che ne hanno la possibilità di inviare aiuti o fare qualcosa per chi è in difficoltà. Un messaggio condiviso anche dal divo del basket LeBron James, che ha pregato per una pace immediata e per la fine di ogni forma di antisemitismo e razzismo.

Sanremo Giovani 2023, iscrizioni prorogate al 19 ottobre

Qualche giorno in più per iscriversi a Sanremo Giovani. La direzione Intrattenimento Prime Time e il direttore artistico del Festival di Sanremo, Amadeus, con una modifica al regolamento hanno concordato una proroga della chiusura della piattaforma. Termine ultimo per iscriversi le ore 19.00 del 19 ottobre. Alla chiusura delle iscrizioni seguiranno le varie fasi che porteranno alla selezione finale dei brani in gara durante la serata di Sanremo Giovani, in diretta su Rai 1 e Rai Radio 2 il 13 dicembre dal Teatro del Casinò di Sanremo.

Lucio Dalla, arriva al cinema il concerto perduto di Veltroni

Lucio Dalla torna a rivivere in uno dei suoi live più indimenticabili. Dal 20 al 22 novembre, arriverà al cinema DallAmeriCarusoIl concerto perduto, un docufilm diretto da Walter Veltroni e prodotto da Nexo Digital (che porterà in Italia l’atteso film-concerto di Taylor Swift) e Sony Music. A 80 anni dalla nascita del grande artista e oltre 11 dalla sua morte, sarà possibile vedere per la prima volta in Ultra HD le immagini della sua performance al Village Gate di New York del 23 marzo 1986, di cui finora si erano smarrite le tracce. In copertina proprio il cantante, inquadrato a torso nudo di spalle, con le braccia aperte per raggiungere virtualmente tutta la Grande Mela. A cura di Ambrogio Lo Giudice, il film uscirà in parallelo a un album in digitale sulle piattaforme streaming, che dall’1 dicembre sbarcherà anche in versione fisica.

Dal 20 al 22 novembre al cinema DallAmeriCaruso - Il concerto perduto, docufilm di Veltroni sul live di Lucio Dalla a New York nel 1986.
Il poster del docufilm di Veltroni su Lucio Dalla (Nexo Digital, Facebook).

Lucio Dalla fra l’amore per il jazz e la genesi di Caruso

Oltre a far rivivere le emozioni del concerto a quasi 40 anni di distanza, DallAmeriCaruso consentirà anche ai fan di Lucio Dalla di scoprire la genesi di un brano indimenticabile. Il 10 ottobre 1986 infatti, alcuni mesi dopo il live protagonista del docufilm, nacque Caruso, una delle canzoni più emblematiche della carriera del cantante bolognese. Celebrando il suo amore per le città di Napoli e Sorrento, ma anche dell’America e della musica jazz, il progetto ricorderà come, di ritorno dagli States, Lucio Dalla fosse pronto a incidere l’album live Dall’America assieme agli Stadio. Mancava però all’appello una canzone inedita, che stava pericolosamente tardando ad arrivare. Una sera però, come ha più volte ricordato lo stesso artista, scattò la scintilla definitiva. Si trovò a dormire nell’Hotel Excelsior, dove negli Anni 20 Enrico Caruso aveva soggiornato innamorandosi di una giovane cui insegnava musica.

Folgorato dalla storia, Lucio Dalla ha composto un brano in suo onore, unendo assieme la fantasia del pop con la melodia della tradizione napoletana. Nacque così Caruso, la cui storia sarà accompagnata da video e immagini private e del tutto inedite dell’artiste. In sottofondo, il suono del pianoforte di Danilo Rea. Lucio Dalla rivivrà anche grazie ai racconti di numerosi ospiti, che ripercorreranno i pensieri e i ricordi dei giorni a New York. Interverranno infatti la cantante e attrice Angela Baraldi, a bordo dell’imbarcazione con l’artista, Gaetano Curreri e Ricky Portera degli Stadio, i proprietari e il concierge dell’Hotel Excelsior Guido e Lidia Fiorentino. E ancora, parleranno il critico musical Gino Castaldo, il regista Ambrogio Lo Giudice e l’autore televisivo Nicola Sisto oltre a Paolo Glisenti, spettatore del concerto perduto, oggi ritrovato.

DallAmeriCaruso, la tracklist dell’album di quel concerto nel 1986

L’album omonimo che uscirò in digitale il 20 novembre, parallelamente al docufilm di Veltroni, si dividerò in due dischi. Nel primo saranno presenti i brani Viaggi organizzati, L’ultima luna, la celebre Anna e Marco e Tutta la vita. Non mancheranno poi Se io fossi un angelo, Cara e Washington. Nel secondo disco invece ci sarà spazio per La sera dei miracoli, Balla balla ballerino, Tango, e Chiedi chi erano i Beatles. Infine, i fan potranno riascoltare le versioni dal vivo di Futura, Stella di mare, L’anno che verrà e 4/3/1943.

Stefano Rastelli, chi è il fidanzato di Romina Carrisi e futuro padre di suo figlio

In occasione della puntata di Verissimo trasmessa su Canale 5 il 7 ottobre 2023, Romina Carrisi, una delle figlie di Al Bano e di Romina Power, ha ufficializzato la sua tanto chiacchierata gravidanza. A gennaio 2024 la vip sarà per la prima volta mamma di un bebé nato dalla sua relazione con Stefano Rastelli.

Si sono conosciuti in Rai

Rastelli è un regista di 53 anni (17 più della compagna) che da diverso tempo lavora in Rai. Sembrerebbe che lui e Romina Carrisi si siano conosciuti proprio nel dietro le quinte di una trasmissione dell’emittente pubblica, Oggi è un altro giorno di Serena Bortone (di cui Romina era ospite fissa). I due hanno sempre cercato di rimanere lontani dai gossip il più possibile e non si sono quasi mai fatti vedere insieme sui social prima dell’annuncio, ad eccezione di qualche raro romantico commento apparso sui rispettivi profili e di uno scatto pubblicato in occasione del 35esimo compleanno di lei.

I genitori del bebé in arrivo stanno insieme ormai da un anno e mezzo. Incalzata da Silvia Toffanin riguardo alla loro relazione, Romina Carrisi h spiegato: «Abbiamo iniziato a convivere quasi da subito e questo figlio lo volevamo entrambi». Parlando invece del momento in cui ha scoperto di essere incinta: «Ero sempre stanca, avevo sempre sonno, poi ho fatto il test di gravidanza ed era in croato. Quindi sono uscita dal bagno urlando in croato che ero incinta». Quando ha scoperto di essere incinta, Romina si trovava con la sorella Cristel, in Croazia.

Morto l’attore Henri Serre, protagonista di Jules e Jim

L’attore e cantante Henri Serre, noto per ruolo di Jim nel memorabile film Jules e Jim (1962), è morto lunedì 9 ottobre all’età di 92 anni nella casa di famiglia a Saint-Jean-de-Bruel, nel sud della Francia. Nato a Sète il 26 febbraio 1931, prima di diventare attore era stato cantante, pubblicando una serie di album con Jean-Pierre Suc alla fine degli Anni 50. Aveva poi debuttato al cinema al fianco di Jeanne Moreau (Catherine) e Oscar Werner (Jules), nella pellicola di François Truffaut che sarebbe diventata una delle pietre miliari della Nouvelle Vague.

Morto l’attore francese Henri Serre, protagonista di Jules e Jim, François Truffaut, una delle pietre miliari della Nouvelle Vague.
Oskar Werner, Jeanne Moreau e Henri Serre sul set di Jules e Jim (Getty Images).

La carriera di Serre: non “solo” Jules e Jim

Jules e Jim, storia di un triangolo amoroso nella Parigi bohémienne nei giorni che precedono la Prima guerra mondiale, all’epoca dell’uscita nelle sale suscitò un considerevole scandalo tanto che venne proibito ai minori di 18 anni. E non c’è dubbio che quello di Jim rimanga il ruolo più iconico nella carriera di Serre. Il quale, però, nel corso di una carriera lunga mezzo secolo ne ha interpretati tanti altri. Sempre nel 1962, recitò al fianco di Romy Schneider ne Gli amanti dell’isola e apparve nel ruolo di Emilio Pucci ne Il processo di Verona, così come nell’episodio Antoine e Colette di L’amore a vent’anni, diretto ancora da Truffaut. Tra i suoi lavori poi Fuoco fatuo (1963) di Louis Malle, Fantomas contro Scotland Yard (1967) di André Hunebelle, La mano (1969) di Henri Glaeser, Il romanzo di un ladro di cavalli (1971) di Abraham Polonsky, L’affare della Sezione Speciale (1975) di Costa Gavras, Le Soulier de satin (1985) di Manoel de Oliveira. Nel corso della sua carriera Henri Serre è apparso su numerosi palcoscenici teatrali. Attivo anche in televisione, il suo ultimo ruolo è proprio sul piccolo schermo, nella miniserie Belle Époque diretta Gavin Millar e tratta da un’idea originale di Truffaut, trasmessa nel 1995.

 

La caduta della casa degli Usher: trama e cast della serie Netflix

Giusto in tempo per la stagione di Halloween sarà disponibile in streaming su Netflix a partire dal 12 ottobre 2023 La caduta della casa degli Usher, una nuova mini serie dal sapore horror liberamente ispirata a uno dei racconti più celebri dello scrittore Edgar Allan Poe.

La trama di La caduta della casa degli Usher su Netflix

La serie è incentrata sulle vicende della spietata famiglia Usher, a partire dai due fratelli Roderick e Madeline. Gli Usher hanno fondato la Fortunato Pharmaceuticals, un gigante del settore farmaceutico che ha basato gran parte della sua fortuna sulla vendita di antidolorifici a base di idicodone, una sostanza in grado di creare dipendenza. I membri sono tutti spietati e senza scrupoli e ben presto si ritrovano a dover far fronte al loro oscuro passato, quando una donna misteriosa inizia a ucciderli uno a uno. A indagare sull’inquietante caso ci si metterà l’investigatore Arthur Pym, il cui nome è ispirato a quello di un altro personaggio nato dal genio di Allan Poe.

Il primo episodio si apre con il funerale di uno dei figli di Roderick Usher, anche se non è dato sapere quale. Da subito gli spettatori vengono così trasportati indietro nel tempo con un flashback nel 1953, con Roderick e la sorella che si ritrovano faccia a faccia con il cadavere della defunta madre uscita dalla tomba con voglia di vendetta. Roderick si trova così obbligato a raccontare delle malefatte dei suoi familiari e della maledizione che pende sul suo capo.

Il cast de La caduta della casa degli Usher su Netflix

Il cast de La caduta della casa degli Usher vanta, tra gli altri, Carl Lumbly, Henry Thomas, Kate Siegel, Sauriyan Sapkota, Zach Gilford, Willa Fitzgerald e Katie Parker. Nella mini serie, composta da un totale di otto episodi, è incluso anche Mark Hamill, il celebre volto di Luke Skywalker in Star Wars che interpreta per l’occasione il ruolo del detective Pym.

Massimo Modugno, chi è il cantante figlio di Domenico

Massimo Modugno, nato a Roma il 24 maggio 1966, è un cantante e produttore musicale. Figlio d’arte, ha concluso la sua carriera come artista nel 2004.

Massimo Modugno: biografia e carriera

Figlio di Domenico Modugno e dell’attrice Franca Gandolfi, Massimo ha altri tre fratelli: Marcello, Marco e Fabio. Ha iniziato a cantare all’età di cinque anni per poi decidere di seguire le orme del padre. A 18 anni ha vinto il premio Talent Scout e ha iniziato a collaborare con il produttore Franco Migliacci, che l’ha aiutato con la creazione del suo primo disco nel 1992, Una notizia come tante. L’album è stato lanciato dopo che Massimo ha presentato al Festival di Sanremo, nella categoria Nuove proposte, il brano Uomo allo specchio.

Massimo Modugno, chi è il figlio di Domenico Modugno
Massimo Modugno (Twitter).

Dopo qualche anno il cantante ha lavorato anche in teatro e in televisione, a Domenica In, incidendo nel frattempo un disco del quale fa parte il brano Delfini (Sai che c’è), cantato con il padre. Si è poi dedicato alla produzione musicale curando un’edizione inedita delle canzoni del padre ed è tornato al Festival di Sanremo nel 2004 insieme ai Gipsy Kings con il brano Quando l’aria mi sfiora, che si è classificata al sesto posto. Dopo questa partecipazione, si è dedicato anche alla sua seconda passione: la recitazione.

Massimo Modugno: la vita privata

Modugno junior è sposato con Susanna Fargo e ha una figlia, Francesca che studia musica.

Pietro Genuardi: età, moglie, figli, film e fiction dell’attore

Pietro Genuardi, nato a Milano il 26 maggio 1962, è un attore, autore e regista. Nella sua carriera si divide tra cinema, televisione e teatro.

Pietro Genuardi: biografia e carriera

Si è diplomato nel 1987 alla Scuola del Piccolo Teatro di Milano, iniziando a lavorare subito con registi come Massimo Castri e Beppe Navello, ed è stato inoltre protagonista di tre film prodotti da Dario Argento nel 1989: Killer Crocodile, diretto da Fabrizio De Angelis, Le porte dell’inferno, di Umberto Lenzi e Paganini Horror, di Luigi Cozzi. Sul grande schermo ha proseguito recitando in pellicole come Il bambino e il poliziotto, regia di Carlo Verdone (1989), Crack, regia di Giulio Base (1991), Facciamo fiesta, regia di Angelo Longoni (1997), Bastardi, regia di Federico Del Zoppo e Andres Alce Meldonado (2008), Il destino degli uomini, regia Leonardo Tiberi (2018) e Brave ragazze, regia di Michela Andreozzi (2019).

Pietro Genuardi, tra carriera e vita privata
Pietro Genuardi e la moglie Linda Ascierto (Instagram).

In televisione, invece, ha interpretato diversi ruoli in numerose fiction, serie e miniserie tv come La famiglia Ricordi, regia di Mauro Bolognini (1995), Vivere (1999-2000), Il peccato e la vergogna 2 (2014), Centovetrine (2001-2014), Solo per amore, regia di Raffaele Mertes e Daniele Falleri (2015), Sacrificio d’amore (2017-2018) e Il paradiso delle signore (2019-in corso).

Pietro Genuardi: la vita privata

L’attrice è stato sposato con la collega Gabriella Saitta, da cui ha poi divorziato. I due hanno avuto un figlio, Jacopo, nato nel 1991. Dal 2003 al 2007 è stato legato all’attrice Valentina Botto e nel 2020 ha sposato l’assistente di volo Linda Ascierto.

Bruno Vespa positivo al Covid conduce da casa Cinque minuti e Porta a porta

Bruno Vespa è positivo al Covid e ha scelto di prendere il timone delle sue due trasmissioni “in smart working”, rimanendo a casa. Ad annunciare la notizia è stato lo stesso conduttore, volto storico della Rai, nel corso del format Cinque minuti, dove si è discusso dell’attacco di Hamas a Israele e che ha avuto come ospiti Licia Ronzulli, capogruppo al Senato di Forza Italia, e Angelo Bonelli, di Alleanza Verdi e Sinistra. Vespa non ha immediatamente fatto riferimento al Covid, ma si è presentato in collegamento da casa con il suo classico look impeccabile, in giacca e cravatta, e con una voce evidentemente provata e molto roca.

«Il Covid è venuto a trovarmi. Devo stare lontano da voi»

Mentre a Cinque Minuti (anche in considerazione della durata molto ridotta del programma) Bruno Vespa è stato costretto ad andare dritto al punto senza dare spiegazioni ai telespettatori, lo stesso ha poi avuto l’occasione di parlare con il suo pubblico precisando, nel corso della registrazione di Porta a porta, di essere risultato positivo.«Vi chiedo scusa ma dopo tre anni e mezzo di attesa, oggi il Covid è venuto a trovarmi in forma leggera ma devo stare lontano da voi», ha commentato il conduttore cogliendo anche l’occasione per ricordare l’importanza della vaccinazione

Caterina Murino: età, biografia e carriera dell’attrice

Caterina Murino, nata a Cagliari il 15 settembre 1977, è un’attrice, modella e showgirl. È stata madrina della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia 2023.

Caterina Murino: biografia e carriera

Nel 1997 si è classificata 52esima al concorso di Miss Italia, facendosi però eleggere Miss Deborah e firmando un contratto come modella per un’agenzia importante. Nel 1999 è stata anche letterina nella prima edizione di Passaparola e in quel periodo ha iniziato a studiare recitazione alla Scuola di Cinema e Teatro di Francesca De Sapio. Dal 2002 ha cominciato a lavorare in produzioni televisive, con delle piccole parti in fiction quali Le ragazze di Miss Italia di Dino Risi, Don Matteo e Orgoglio. Ha esordito al cinema con Nowhere di Luis Sepúlveda, dove ha recitato in un ruolo secondario.

Caterina Murino, tra la carriera e la vita privata
Caterina Murino e il marito Edouard alla Mostra del Cinema di Venezia nel 2023 (Getty Images).

Dal 2004 si è trasferita a Parigi dove ha iniziato a lavorare in numerose produzioni televisive e cinematografiche. È stata protagonista nel film Il bandito corso, con Jean Reno e Christian Clavier, che l’ha resa nota in Francia e nel 2006 è stata scelta per interpretare la Bond girl Solange nel film Casino Royale. Alcuni anni dopo, nel 2008, ha ottenuto il suo primo ruolo da protagonista nel film italiano Il seme della discordia di Pappi Corsicato. Nel 2011 è stata tra i protagonisti della serie tv inglese Le inchieste dell’ispettore Zen, riprendendo il ruolo di Sam nella miniserie canadese XIII. Dal 2010 ha girato i teatri italiani come protagonista di Dona Flor e i suoi due mariti (2012) e Eyes Wide Shut (2015). Alcuni anni dopo, nel 2017, ha interpretato la figlia del protagonista Carlo Delle Piane nel film Chi salverà le rose? di Cesare Furesi.

Caterina Murino: la vita privata

L’attrice, che come detto vive dal 2004 a Parigi, è legata a Edouard Riguad, un avvocato francese. In un’ intervista del 2018 ha dichiarato: «Con Edouard ho voglia di costruire. Ogni volta mi dico: ma perché non ci siamo incontrati prima? Alla fine la risposta è che forse 10 anni fa non ci saremmo riconosciuti. E continuo a santificare la sua ex moglie, che lo ha lasciato. Dovrei accendere un cero per lei ogni giorno per il regalo che m’ha fatto».

Elena Cucci: età, biografia e carriera dell’attrice

Elena Cucci, nata a Tregnano (Veneto) il 26 maggio 1983, è un’attrice italiana. Nella sua carriera ha vinto un Nastro d’Argento speciale nel 2018 per la sua interpretazione in A casa tutti bene di Gabriele Muccino.

Elena Cucci: biografia e carriera

Figlia di padre abruzzese e madre francese, ha iniziato la sua carriera nel mondo della recitazione comparendo in un episodio della fiction Provaci ancora prof! nel 2005. Ha poi proseguito la carriera prendendo parte a serie e film tv come Distretto di Polizia (2006), Piper, regia di Francesco Vicario (2009), Sotto il cielo di Roma, regia di Christian Duguay (2010), Un medico in famiglia 7 (2011), CentoVetrine (2013-2014), Il restauratore 2, regia di Enrico Oldoini (2014) e Don Matteo 6 e 8 (2008, 2014).

Elena Cucci, tra la carriera e la vita privata
Elena Cucci e Francesco Capaldo al Festival del Cinema di Roma nel 2017 (Getty Images).

Cucci ha recitato anche sul grande schermo e tra i film a cui ha preso parte vi sono Marcello Marcello, regia di Denis Rabaglia (2008), Io, Don Giovanni, regia di Carlos Saura (2009), Viva l’Italia, regia di Massimiliano Bruno (2012), Mister Felicità, regia di Alessandro Siani (2017), A casa tutti bene, regia di Gabriele Muccino (2018) e Se son rose, regia di Leonardo Pieraccioni (2018). H anche partecipato ad alcune webseries come Forse sono io, regia di Vincenzo Alfieri (2013), The Pills, seconda stagione, regia di Luca Vecchi (2013) e Freaks!, seconda stagione, regia di Claudio Di Biagio e Matteo Bruno (2012).

Elena Cucci: la vita privata

L’ultima relazione dell’attrice è stata con il regista dei The Jackal, Francesco Ebbasta (nome d’arte di Francesco Capalbo). Non si sa se attualmente i due siano ancora insieme.

Stranger Things, in arrivo un romanzo prequel su Eddie Munson

Il suo assolo di Master of Puppets nel Sottosopra è ancora impresso nella mente di tutti i fan di Stranger Things. Eddie Munson, compianto personaggio apparso nella quarta stagione della serie Netflix con il volto di Joseph Quinn, tornerà però come protagonista del primo romanzo prequel, dal titolo Flight of Icarus (Il volo di Icaro), ambientato due anni prima. L’autrice sarà Caitlin Schneiderhan, già parte del team che ha realizzato la sceneggiatura della serie originale. In uscita negli Stati Uniti il 31 ottobre – ancora ignota l’eventuale pubblicazione in italiano – racconterà le origini e il rapporto del ragazzo con sua madre e la musica metal. In copertina proprio l’assolo del brano dei Metallica divenuto celebre sui social. A novembre invece debutterà nel West End di Londra uno spettacolo teatrale che racconterà la storia di Hopper, Joyce e del dottor Brenner.

Stranger Things, le anticipazioni sul prequel con Eddie Munson

Nel romanzo prequel in arrivo negli Usa, come ha riportato in anteprima Entertainment Weekly, Eddie Munson è un adolescente che ama il gioco da tavolo Dungeons & Dragons e ha un debole per la musica metal, una passione ereditata dalla madre. Un giorno si imbatte in Paige, un produttore discografico che offre a lui e alla sua band, i Corroded Coffin, la possibilità di realizzare i loro sogni. Nel primo estratto già pubblicato dalla rivista americana, Eddie entra per la prima volta in uno studio di registrazione e rivela a Paige come sua madre, scomparsa per colpa di una malattia quando aveva sei anni, lo abbia spinto ad abbracciare la musica.

Il 31 ottobre negli Usa uscirà Flight of Icarus, prequel di Stranger Things sulle origini di Eddie Munson. In arrivo anche lo show teatrale.
A sinistra la copertina del libro; a destra Eddie nella serie (X).

Dal suo racconto i fan scopriranno le origini della donna, cresciuta a Memphis, dove ha incontrato il padre del ragazzo. I due hanno poi lasciato la città per trasferirsi a Hawkins, nell’Indiana, dove si svolge Stranger Things. Parlando con Paige, Eddie Munson rivela di aver imparato a suonare la chitarra grazie al padre, ma di aver ascoltato sempre la musica assieme alla mamma. «Quelle canzoni ti spingono verso un’avventura», rivela il ragazzo a un certo punto del libro. «Ti portano in un altro mondo dove devi affrontare i demoni, a viaggiare nelle profondità dell’Inferno». Parole dal sentore profetico dato che, due anni dopo, Munson si troverà davvero a combattere in un’altra dimensione, il Sottosopra, per affrontare Vecna e i demogorgoni.

Non solo un romanzo prequel, in arrivo anche lo spettacolo teatrale

In attesa della quinta e ultima stagione, Stranger Things è pronto a espandersi anche a teatro. A novembre infatti, al Phoenix Theatre nel West End di Londra, ci saranno le anteprime per The First Shadow (La prima ombra), che riporterà in scena alcuni dei personaggi della serie originale. Ambientato a Hawkins nel 1959, racconterà le origini del capo della polizia Jim Hopper e di Joyce, poi madre del piccolo Will che scompare nella prima stagione, che nella serie hanno il volto di David Harbour e Winona Ryder. Ci sarà anche il dottor Brenner, cinico e spietato scienziato alla guida del laboratorio segreto nascosto nel bosco vicino alla città. Con l’arrivo di un nuovo studente in città, Henry Creel, la loro vita quotidiana cambierà per sempre.

«Il cast di Stranger Things: The First Shadow è davvero sensazionale», hanno detto in una nota ufficiale i fratelli Matt e Ross Duffer, creatori della serie Netflix. «Non potremmo essere più entusiasti e non vediamo l’ora che tutti possano incontrarli dal vivo sul palco. Ci vediamo a Londra». Fra gli attori principali figurano Shane Attwool, Christopher Buckley e Isabella Pappas. Non ci sarà nessuno dei volti noti della serie, ma Millie Bobby Brown, Gaten Matarazzo, Sadie Sink e gli altri torneranno nella quinta stagione.

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Massimo Giletti tornerà in Rai «il prossimo anno»: l’annuncio dell’ad Roberto Sergio

Massimo Giletti tornerà in Rai «il prossimo anno». L’amministratore delegato Roberto Sergio lo ha annunciato confermando le voci che per settimane hanno parlato del possibile ritorno del conduttore in viale Mazzini. Dopo la chiusura anticipata di Non è l’Arena su La7, Giletti è stato accostato alla tv di Stato. E l’ufficialità è stata anticipata dallo stesso giornalista in un video pubblicato dal comico Fiorello.

Giletti nel video: «Mi hanno detto di ripartire dal basso»

Nella clip Massimo Giletti è vestito da operaio e impegnato all’interno del cantiere di Viva Rai2!, la trasmissione di Fiorello. Il conduttore, con casco protettivo e guanti, ha dichiarato: ««Il direttore generale mi aveva detto: “Guarda che se vuoi tornare in rai, per noi è ottimo, porte aperte, solo che devi fare un passo indietro, devi ripartire dal basso”. E io ho detto: “Nessun problema”. Poi ci si mette Fiorello che dice: “Massimo, ti do una mano io”. Ecco, ma riniziare dal basso per ricostruire il glass di Viva Rai2!… me lo potevi risparmiare, anche se mi fa piacere. Hai capito, Fiore? Il glass di Viva Rai2! costruito anche da Giletti».

Viva Rai2! in onda dal 6 novembre

Nel post, Fiorello ha scritto: «Massimo Giletti sta costruendo il suo futuro in Rai!». Il video è uno spot con cui è stato rilanciato l’appuntamento per il ritorno dello show su Rai2. Sarà in onda dal 6 novembre alle 7. Per Giletti, invece, bisognerà aspettare l’anno prossimo.

Rai, De Girolamo parte con il 3,6 per cento di share: un anno fa Berlinguer ha fatto il doppio

Il programma Avanti popolo, in onda su Rai 3 e condotta da Nunzia De Girolamo, è stato visto da 574 mila spettatori, per uno share totale del 3,6 per cento. Un debutto amaro, dal punto di vista degli ascolti, per l’ex deputata e ministra di Forza Italia, che ha esordito con la trasmissione che sostituisce Cartabianca di Bianca Berlinguer. Quest’ultima, alla prima puntata su Rai 3 aveva conquistato il 6,6 per cento mentre quest’anno, all’esordio a settembre su Rete 4 con È sempre Cartabianca, ha toccato il 9,6.

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De Girolamo: «Qui solo la voglia di verità»

De Girolamo era stata criticata per aver scelto di invitare, al debutto, il marito Francesco Boccia, deputato del Pd. L’ex ministra De Girolamo, in apertura di trasmissione e prima di presentare il marito, ha dichiarato: «Prima di chiamare l’ospite che fra poco siederà di fronte a me, ho la necessità di dirvi alcune cose. Sono stata ministro per il centrodestra. Conosco tantissimi politici e leader, e con loro ho fatto un percorso professionale molto lungo. È tutto assolutamente vero, così come è vero che sono sposata con un uomo del Partito democratico. Ma tutto ciò che ho fatto nella mia vita, l’ho fatto alla luce del sole e in modo assolutamente trasparente. Ed è per questo che porterò qui la voglia di verità, in questo studio, oltre i pregiudizi e le ideologie, solo e soltanto dalla vostra parte».

Rai, De Girolamo parte con il 3,6 per cento di share un anno fa Berlinguer ha fatto il doppio
Francesco Boccia e Nunzia De Girolamo (Imagoeconomica).

I dati del prime time: vince Rai 1

Con appena il 3,6 per cento, De Girolamo è stata più che doppiata da Francesca Fagnani. Il suo Belve, su Rai 2, è stato visto da 1,2 milioni di spettatori con il 7,7 per cento di share. Il programma più visto è stato però su Rai 1. Si tratta della serie Morgane – detective geniale, seguita da 2,5 milioni di persone con uno share del 13,9 per cento. Si è fermata all’11,9, invece, Come un gatto in tangenziale – Ritorno a Coccia di Morto, commedia andata in onda su Canale 5. Le Iene su Italia 1 hanno toccato quota 9,3 per cento, Berlinguer su Rete 4 il 6,5 per cento. Bene anche diMartedì su La7, con l’8,1 per cento.

Sophie Codegoni in lacrime dopo la rottura con Basciano: «Ci sono di mezzo terze persone»

Sophie Codegoni sta vivendo un momento della sua vita particolarmente difficile dopo la fine della sua relazione con Alessandro Basciano. L’ex gieffina ha avuto occasione di tornare sull’argomento in occasione di una puntata del format social Casa Chi.

«Non sto bene»

Prima di iniziare con i convenevoli con l’ospite di turno (Marco Fortunati), i giornalisti Azzurra della Penna e Valerio Palmieri si sono subito rivolti alla “padrona di casa” Sophie Codegoni, per sincerarsi che stesse bene nonostante la tempesta appena passata. La quale ha ammesso senza troppi giri di parole: «Si va avanti. Non sto bene. Non è il periodo più bello della mia vita». Quando Della Penna e Palmieri hanno voluto accertarsi che la fine della sua relazione non fosse legata a terze persone ed eventuali tradimenti, l’influencer si è in realtà trovata costretta a smentirli, confermando in realtà quello che già aveva anticipato e scoppiando in lacrime: «Non ti posso dire che non ci sono in mezzo persone… Ce ne sono. Ci sono tante cose che non si sanno».

Ancora molto provata dai recenti eventi, Sophie Codegoni ha poi precisato: «Se sto a casa da sola sto troppo male e non voglio fermarmi infatti. Stamani sono uscita con la bimba, poi sono andata dal parrucchiere. Cerco di fare sempre qualcosa e di tenermi impegnata».

Basciano smentisce le accuse di tradimento

Nel frattempo Alessandro Basciano, dal quale a maggio 2023 Sophie Codegoni aveva avuto la piccola Céline Blue, ha presentato via social la sua versione dei fatti. Con una Instagram Stories pubblicata dal letto dell’ospedale dove è stato ricoverato, ha negato di aver mai tradito l’ex spiegando come in realtà la fine della love story fosse legata a diversi altri fattori, tra i quali però non era incluso il tradimento.

Belve, Stefania Nobile: «Oggi ristrutturo e vendo ristoranti, guadagno bene»

Stefania Nobile è stata ospite della terza puntata di Belve, in onda su Rai 2 martedì 10 ottobre 2023. L’ex televenditrice, personaggio controverso dal carattere forte, si è confrontata con Francesca Fagnani con toni anche piuttosto accesi, raccontando ai telespettatori di che cosa si occupa oggi a più di 20 anni dalla celebre inchiesta di Striscia la Notizia.

Stefania Nobile a Belve: «Oggi ristrutturo e vendo ristoranti, guadagno bene»

Niente più televendite, niente più sciogli-pancia o numeri del Lotto, oggi Stefania Nobile si occupa di tutt’altro. Ristrutturazione e vendita di ristoranti, per essere precisi, tra l’Italia e l’estero. «Oggi lavoro in Albania. Ristrutturo ristoranti e li vendo. Guadagno. Non arriverò mai alle cifre di prima, ma non è nemmeno quello che vorrei. I soldi piacciono a tutti ma con la consapevolezza di oggi so che è sufficiente avere quelli necessari a vivere bene», ha spiegato Nobile, arrestata nel 2002 insieme alla madre Wanna Marchi per associazione a delinquere finalizzata alla truffa aggravata. Sempre parlando di soldi, ha avuto l’opportunità di parlare delle cifre da capogiro guadagnate nel periodo d’oro, gli anni del boom delle televendite, che però non era stata capace di gestire: «Quando ci sono arrivati quei soldi addosso non sono stata in grado di gestirli. Avevo sette macchine ma ne guidavo una. Guadagnavamo tanto e spendevo tanto. I miei amici hanno mangiato con quello che io gli ho dato. Non me li sono ritrovati quando è finita. Sono tornati adesso ma non li voglio».

Il matrimonio in coppia con la madre

Tra le chicche emerse durante l’intervista anche la storia del doppio matrimonio celebrato da Wanna Marchi e Stefania Nobile a Miami nel medesimo giorno. Anche in questo caso la scelta di convolare a nozze era essenzialmente legata ad un tornaconto economico. Nobile a proposito ha raccontato: «Era giusto perché ci ha dato tanti soldi un giornale per fare il matrimonio, questa è la verità. Abbiamo fatto il matrimonio con la consapevolezza che non trascrivendolo qua non valeva niente». In quell’occasione, mamma e figlia si portarono a casa, a testa, ben 50 milioni.

Black Barbie, su Netflix il documentario sulla bambola nera di Mattel

Netflix ha deciso di cavalcare l’onda del successo di Barbie, film con Margot Robbie, acquisendo i diritti per un documentario sulla bambola Mattel. È infatti in arrivo entro fine 2023, anche se non è nota la data ufficiale, Black Barbie: A documentary, un progetto che intende celebrare la versione nera del giocattolo che ha appassionato più generazioni in tutto il mondo. Diretto da Langueria Davis, qui al suo debutto dietro la cinepresa con un racconto a tinte autobiografiche, vanta una produttrice d’eccezione. Alle spalle del documentario c’è infatti Shonda Rhimes, nota per aver dato vita alle serie tivù di successo Grey’s Anatomy e Bridgerton, che ha battuto vari record di ascolti sulla piattaforma streaming. Focalizzandosi sul tema dell’inclusione, Black Barbie passa in rassegna le versioni della bambola uscite negli anni, da Shindana a Ebony Christie, con le parole dei creatori.

Black Barbie, i temi del documentario Netflix sulla bambola Mattel

All’inizio del suo documentario, come ha sottolineato l’Hollywood Reporter, la regista Davis confessa di non aver amato le Barbie da bambina. Fu solo con il suo trasferimento a Los Angeles e il successivo incontro con un’ex impiegata della Mattel che iniziò ad avvicinarsi al mondo delle bambole. Importante anche l’influenza della zia, che in Black Barbie racconta in prima persona il suo rapporto con i giocattoli e la loro storia. Oltre a lei ci sono anche sociologi, intellettuali, ma anche psicologi e scrittori, ciascuno con la propria esperienza personale. In quanto afroamericana, la cineasta ha deciso però di concentrare l’attenzione, come si deduce dal titolo del documentario, sulle bambole nere, le Black Barbie. Partendo da Francine, uscita nel 1967, e da Christie, sbarcata sul mercato l’anno successivo. «Era all’avanguardia», ha spiegato Davis a Vanity Fair. «Non era però protagonista, ma solo la migliore amica di Barbie, una babysitter».

In uscita entro fine 2023 su Netflix, il documentario Black Barbie racconta una storia di inclusione grazie alle bambole nere di Mattel.
Le bambole nere con il look di Diana Ross nel documentario (Screenshot YouTube).

La vera pioniera delle Black Barbie fu però Shindana, l’unica a entrare nella Toy Hall of Fame, che rimase in vendita dal 1968 al 1983. La prima bambola nera a portare il nome della protagonista in Italia arrivò con il nome di Ebony Christie, perdendo però il ruolo centrale che rivestiva negli States. «L’ho creata affinché le bambine afroamericane avessero qualcosa con cui giocare che le rappresentasse», spiega nel docu la loro creatrice Kitty Black Perkins. «Doveva riflettere il loro mondo, anche nel look». Si ispirò alla cantante Diana Ross, dandole anche il suo celebre abito rosso e i tratti somatici. Eppure, anche oltreoceano, dovette faticare per farsi largo. «Non ottenne visibilità», ha proseguito Davis. «Era difficile da reperire, in quanto si trovava negli angoli nascosti dei negozi. Per questo voglio raccontarne la storia».

Dalle disabilità al colore della pelle, Mattel punta sull’inclusione

Grazie all’esperienza delle Black Barbie, Mattel ha rivoluzionato negli anni l’aspetto delle sue bambole, con un’attenzione sempre più importante sull’inclusione. Ne è un esempio la collezione Barbie Fashionistas, la linea di giocattoli che l’azienda ha creato per consentire a più bambini e bambine di trovare la versione più adatta a sé. L’ultima in ordine di tempo a sbarcare sul mercato, nell’aprile 2023, è stata la Barbie con la sindrome di down, che indossa una collana che rappresenta il 21esimo cromosoma che causa un deficit a livello cognitivo o fisico. Non mancano poi le bambole curvy, quelle con sedia a rotelle, oppure quelle con gli apparecchi acustici dietro le orecchie.

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