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Abusi paziente incinta, arrestato medico

Un medico di base di 43 anni è agli arresti domiciliari per violenza sessuale su una paziente. L’ordinanza di custodia cautelare è stata emessa dal Gip del Tribunale di Busto Arsizio (Varese). Lo riporta il quotidiano La Prealpina. I fatti contestati risalgono a un mese fa.

Nel computer 2800 immagini 

La giovane paziente incinta si sarebbe rivolta al medico per chiedere la certificazione di alcuni mesi di malattia. La donna si era recata nello studio medico insieme alla figlia minorenne del compagno. Il dottore, invece di visitarla – questo il racconto della donna – l’ha molestata. Una volta sfuggita all’aggressione la giovane ha denunciato l’accaduto ai carabinieri. La procura ha disposto il sequestro dei tre telefonini e del pc del professionista e nel computer gli inquirenti hanno trovato una cartella dove, oltre ad una foto scattata alla ragazza, c’erano altre 2800 immagini: di queste una cinquantina realizzate nello studio del dottore ad altrettanti pazienti. Per il professionista è la seconda denuncia per molestie ad una paziente.

L’audio di Giulia Cecchettin: «Vorrei che Filippo sparisse dalla mia vita»

«Mi sento in una situazione in cui vorrei che sparisse, vorrei non avere più contatti con lui». Lo diceva Giulia Cecchettin in un audio inviato alle amiche riferendosi all’ex fidanzato Filippo Turetta, aggiungendo però: «Non so come farlo perché mi sento in colpa, perché ho troppa paura che possa farsi male in qualche modo». La registrazione, ottenuta da Chi l’ha visto?, è stata poi trasmessa il 22 novembre durante il Tg1 della sera.

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«Mi dice che pensa solo ad ammazzarsi, che vorrebbe morire»

Nell’audio Giulia diceva poi l’altro: «Lui mi viene a dire cose del tipo che è superdepresso, che ha smesso di mangiare, che passa le giornate a guardare il soffitto, che pensa solo ad ammazzarsi, che vorrebbe morire». Una sorta di ricatto, evidenziava la povera Giulia, messo in atto da Turetta. «E allo stesso tempo mi viene a dire che l’unica luce che vede nelle sue giornate sono le uscite con me o i momenti in cui io gli scrivo. E quindi questa cosa con il fatto che io vorrei non vederlo più perché comincio a non sopportarlo più, mi pesa».

Il messaggio audio inviato da Giulia Cecchettin alle amiche: «Vorrei che Filippo Turetta sparisse dalla mia vita».
Filippo Turetta (Ansa).

Turetta ha raccontato di aver pensato «più volte di farla finita»

Filippo Turetta si trova ancora in Germania, chiuso nel carcere di Halle. Il Tribunale regionale superiore di Naumburg ha dato il via libera alla sua estradizione in Italia. Il giovane ha raccontato ai poliziotti di aver ucciso la sua ragazza e di aver pensato «più volte di farla finita», ma «di non aver avuto coraggio».

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Giulia Cecchettin, Turetta: «Ho pensato di farla finita ma non ho avuto il coraggio»

Filippo Turetta, accusato di aver ucciso l’ex fidanzata Giulia Cecchettin lo scorso 11 novembre, ha «pensato di farla finita». Nel giorno in cui il presidente del tribunale tedesco di Naumburg ha dato l’ok all’estradizione, spuntano le parole che il giovane ha rilasciato ai poliziotti in Germania, al momento della cattura.

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Turetta: «Pensato di farla finita ma non ho avuto il coraggio»

Il ragazzo, secondo quanto appreso e rivelato dall’Agi, ha dichiarato: «Ho ammazzato la mia fidanzata, ho vagato questi sette giorni perché cercavo di farla finita, ho pensato più volte di andarmi a schiantare contro un ostacolo e più volte mi sono puntato un coltello contro la gola ma non ho avuto il coraggio di farla finita». Le sue parole sono ora nel verbale redatto dai poliziotti. E questi ultimi hanno anche spiegato di averlo trovato ferito alle mani e alle caviglie. Ma non è ancora chiara la natura delle ferite. Nell’auto di Turetta sono stati trovati un coltello, il terzo, guanti e un cellulare. Inoltre anche nella vettura sono state riscontrate tracce di sangue, oltre che sulle scarpe e sui vestiti del 22enne.

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Non è esclusa la richiesta di perizia psichiatrica

Dopo l’ok all’estradizione, l’avvocato Emanuele Compagno, difensore di Turetta, ha parlato della richiesta di perizia psichiatrica. Ha dichiarato: «È molto presto per pensarci, però è ovvio che se ce ne sarà bisogno lo faremo. Questo tipo di aspetto va indagato perché nessuno finora aveva avuto alcun sospetto su Filippo». E ancora: «Perché non dovremmo escludere di ricorrere a una perizia? Questo non per esonerare il ragazzo da ogni responsabilità, ma per capire davvero fino in fondo che cosa c’è stato nella mente».

Padova, mamma e figlio morti in casa per una fuga di gas

Due persone, una mamma e suo figlio, sono morte dopo che nella loro casa di è verificata una fuga di gas nel corso della notte. Le vittime sono Rosa Dalla Valle, di 87 anni, e Paolo Rampon, di 60, decedute all’interno della loro abitazione in via Rialto a Teolo, in provincia di Padova, non molto distante dall’abbazia di Praglia.

I vicini hanno sentito uno scoppio

I corpi delle due vittime sono stati ritrovati dai vigili del fuoco giunti sul posto dopo la segnalazione di una vicina che ha notato qualcosa che non andava. Sembrerebbe che intorno alle 3.30 del 22 novembre si sia verificato uno scoppio all’interno della bifamiliare in cui si trovavano Rosa Dalla Valle e il figlio. L’intervento dei pompieri è avvenuto quasi in concomitanza con quello del personale del 118 che, tuttavia, non ha potuto far altro che constatare la morte della mamma e del figlio, verosimilmente avvenuto per intossicazione da monossido di carbonio che si è propagato nella loro casa.

Il tentativo di fuga

In base a quanto fin qui emerso sulla vicenda, sembrerebbe che l’uomo di 60 anni sia stato trovato disteso in cucina e l’ipotesi sarebbe quella per cui, accortosi della fuga di gas, avrebbe acceso la luce della stanza per poter aprire un finestra, innescando però in questo modo la piccola esplosione che è stata sentita dai vicini di casa. L’intera area è stata transennata dalle forze dell’ordine intervenute, con la bifamiliare che risulterebbe annerita in alcune sue parti per via dei tizzoni del fuoco che era stato acceso dagli abitanti della casa la sera prima della fuga di gas. Sul caso è stata aperta un’indagine volta a comprendere se la fuoriuscita di gas possa essere stata provocata da una disattenzione o dal malfunzionamento della cucina.

Mattia Zaccagni, ladri irrompono nella villa in cui vive con l’influencer Chiara Nasti

Nella serata di martedì 22 novembre dei ladri hanno fatto irruzione nella villa del centrocampista della Lazio Mattia Zaccagni. I malviventi sono entrati nell’abitazione del giocatore in via della Camilluccia a Roma, dove Zaccagni abita con la moglie Chiara Nasti e il figlio Thiago. Secondo quanto riferiscono gli agenti del commissariato di Ponte Milvio e della polizia scientifica, il colpo è stato scoperto dopo le 20 di martedì, quando la coppia è rientrata a casa. I ladri hanno portato via gioielli e contanti, ma è ancora da quantificare il valore del bottino che secondo indiscrezioni sarebbe superiore ai 70 mila euro.

Chiara Nasti: «Non lo auguro a nessuno»

Sul suo profilo Instagram, Chiara Nasti ha voluto ringraziare i fan e gli amici per i messaggi di solidarietà, lamentando la mancanza di sicurezza nel quartiere: «L’unica cosa che mi turba è che già sono stata rapinata prima dell’estate e nonostante questo non gira qualche pattuglia in più per perlustrare la zona. Non lo auguro a nessuno».

 

Aggressione sessuale a Milano: ragazza di 19 anni si salva con il gesto delle dita

Una ragazza di 19 anni è stata aggredita sessualmente a Milano in piazza della Scala, ma per fortuna è riuscita a salvarsi con il gesto antiviolenza delle dita. A comprendere il messaggio di aiuto della giovane è stata una dipendente del McDonald’s, che ha immediatamente contattato la polizia, la quale ha arrestato in flagranza un ragazzo di 23 anni che ora dovrà rispondere dell’accusa di violenza sessuale.

La ragazza è entrata al fast food con la scusa di andare in bagno

Il gesto antiviolenza, diffuso sui social, consiste nell’alzare la mano, come se si stesse salutando qualcuno, con il pollice che tocca il palmo e le altre quattro dita che si chiudono. Il signal for help ha permesso alla ragazza di salvarsi. Poco dopo la mezzanotte, la 19enne – a Milano per un concerto – ha incontrato un gruppo di ragazzi sconosciuti in piazza della Scala e si è intrattenuta a parlare con loro per qualche minuto. Poi è rimasta sola con il 23enne che avrebbe iniziato ad avere nei suoi confronti un comportamento insistente, sia verbale che fisico, per convincerla ad andare a casa con lui. La ragazza però è riuscita ad entrare nel vicino McDonald’s con la scusa di dover andare in bagno e, in questo frangente, ha rivolto il gesto ad una dipendente del fast food che le ha fornito assistenza.

Signal for help
Signal for help (X).

La polizia ha arrestato il 23enne

Dopo l’allarme lanciato dalla dipendente del fast food, sul posto sono intervenuti gli agenti del commissariato Scalo Romano che hanno intercettato la ragazza e il 23enne all’altezza delle colonne di San Lorenzo grazie alla descrizione fornita. Il 23enne è stato arrestato in flagranza con l’accusa di violenza sessuale.

Filippo Turetta, i genitori: «Non siamo una famiglia patriarcale, qualcosa nella sua testa non ha funzionato»

I genitori di Filippo Turetta, il 22enne accusato di aver ucciso l’ex fidanzata Giulia Cecchettin e in stato di fermo in Germania, sono stremati dal dolore e dalla stanchezza. Martedì 21 novembre sono entrati nella canonica della chiesa di Torreglia, sui Colli Euganei, e hanno avuto un lungo dialogo con don Franco Marin per trovare una risposta al gesto del figlio. In un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, Nicola ed Elisabetta difendono la loro posizione e i valori con i quali hanno cresciuto il ragazzo. «Non siamo talebani», dice il papà.

Il papà di Filippo: «Non siamo genitori inadeguati»

Commentando le manifestazioni che stanno avendo luogo in tutte le piazze d’Italia per dire no ai femminicidi, Nicola Turetta spiega: «Proviamo un immenso dolore per la povera Giulia. Siamo vicini alla sua famiglia, siamo devastati per quello che è accaduto. Ci fa male vederci additare come genitori inadeguati, come una famiglia simbolo del patriarcato. Non lo siamo mai stati, non è quello che abbiamo insegnato a nostro figlio. Anzi, parlavamo spesso in casa di questi temi, soprattutto quando i ragazzi partecipavano agli eventi organizzati dalla scuola. Ora, non sappiamo davvero darci una spiegazione».

Il ruolo della mamma e la fine della relazione con Giulia

In molti hanno accusato la mamma di Filippo di essere stata troppo permissiva. Il padre, però, non ha dubbi a riguardo: «È stato un altro colpo al cuore. Cosa doveva fare mia moglie? Non stirargli la tuta quando doveva andare a pallavolo? Non preparagli la cotoletta quando tornava? Ha fatto quello che fanno tutte la mamme, io credo. No? Questi giudizi sono inutili in questo momento». E sulla fine del rapporto con Giulia Cecchettin afferma: «Sì, soffriva. Ma continuavano a vedersi. I ragazzi a quell’età si lasciano, si mettono assieme. Lui, negli ultimi tempi, sembrava tranquillo. In questi giorni mi hanno detto che dovevo preoccuparmi se quando andava a letto abbracciava l’orsacchiotto pensando a Giulia. Io davvero non ho dato peso a questa cosa. Avrei dovuto?».

Il movente dell’omicidio: «Non c’è una spiegazione»

Filippo ha premeditato l’omicidio di Giulia? Questa è la domanda a cui gli inquirenti stanno cercando di dare una risposta sulla base degli elementi attualmente a loro disposizione. Il padre, però, non lo ritiene possibile: «Mi sembra impossibile. Ma poi dicono dello scotch, del coltello, non so cosa pensare. Forse voleva sequestrarla per non farle dare la tesi e poi la situazione è degenerata. Non so darmi una risposta. Secondo noi, ripeto, gli è scoppiata qualche vena in testa. Non c’è davvero una spiegazione. Parlano di possesso, maschilismo, incapacità di accettare che lei fosse più brava di lui. Non è assolutamente niente di tutto questo. Io sono convinto che qualcosa nel suo cervello non abbia più funzionato».

Nicola Turetta in lacrime per Giulia Cecchettin

Il fatto che, al momento dell’arresto, Filippo fosse fermo in autostrada senza carburante, per il papà non può essere altro che il segno di uno stato confusionale: «Ha vagato senza una meta, non è tornato perché probabilmente aveva paura. Segno che non aveva un piano. Noi, almeno, ci siamo fatti questa idea. Siamo devastati dal dolore. Pensiamo in continuazione a lei». Alla fine dell’intervista, Nicola è scoppiato in lacrime.

Maltempo, tromba d’aria in Costiera Amalfitana

Nel pomeriggio di martedì 21 novembre si è abbattuta una tromba d’aria al largo della Costiera Amalfitana. Una colonna composta da aria e acqua si è innalzata dallo specchio d’acqua dirigendosi verso la costa. Il vortice ha incontrato la scogliera tra il centro abitato di Maiori (Salerno) e la località Capo d’Orso, priva di abitazioni, dissolvendosi. Non sono stati registrati danni. L’impatto visivo è stato notevole, come evidenziato nei video e nelle foto catturate dagli smartphone, subito diventati virali sui social. L’allerta meteo gialla in gran parte della Campania, compresa la zona costiera, rimane in vigore fino a mercoledì 22 novembre con molte aree interessate da piogge e temporali.

Filippo Turetta, via libera dal tribunale tedesco all’estradizione

Il tribunale tedesco di Naumburg ha dato il via libera all’estradizione di Filippo Turetta, accusato di aver ucciso l’ex fidanzata Giulia Cecchettin. Il tribunale ha affermato che «non ci sono ostacoli» alla consegna dell’indagato alle autorità italiane, e sottolineato che lo stesso Turetta l’ha accettata.

Non ci sono ostacoli all’estradizione di Turetta

Questo il comunicato della magistratura tedesca riportato dal Corriere della Sera: «La prima Sezione penale della Corte d’Appello di Naumburg ha emesso con decreto del 21 novembre 2023 il mandato di custodia in attesa di estradizione nei confronti di un cittadino italiano, precedentemente detenuto provvisoriamente sulla base di un mandato di arresto europeo emanato da un tribunale italiano. Nel mandato di arresto europeo è contestato al perseguito di aver commesso in Italia intenzionalmente lesioni corporali così gravi a danno di un’altra persona da causarne la morte. Tramite la trasmissione del mandato di arresto europeo, le autorità italiane hanno chiesto l’estradizione del perseguito a scopo di persecuzione penale. Dopo che il perseguito ha accettato l’estradizione semplificata e non sono evidenti ostacoli alla sua messa in pratica. Il mandato di custodia in attesa di estradizione emesso ieri (ndr 21 novembre) costituisce la base giuridica per la continuazione della detenzione del perseguito fino alla sua consegna alle autorità italiane».

L’avvocato del giovane ritiene sia utile una perizia psichiatrica

Turetta è stato finora rinchiuso nel carcere tedesco di Halle e, una volta estradato in Italia, potrà avviarsi il processo ai fini dell’azione penale. In Italia i magistrati aspettano di interrogarlo per chiarire tutti i punti della violenta aggressione che ha portato alla morte di Giulia. L’avvocato Emanuele Compagno, che difende il 22enne, ritiene intanto che una perizia psichiatrica possa essere utile per valutare la capacità di intendere e di volere del suo assistito. «È molto presto per pensarci, però è ovvio che se ce ne sarà bisogno lo faremo. Questo tipo di aspetto va indagato perché nessuno finora aveva avuto alcun sospetto su Filippo», ha detto l’avvocato.

Abusi su una calciatrice di 13 anni: avviso di garanzia e divieto di avvicinamento per l’allenatore

Un allenatore di calcio femminile di una squadra di Rimini è indagato per abusi su un’atleta di 13 anni. L’uomo, 43enne, avrebbe abusato della calciatrice in diverse occasioni in cui l’ha ospitata a casa, secondo quanto rivelato dai carabinieri. Le indagini, coordinate dal sostituto procuratore di Rimini Davide Ercolani, hanno portato alla notifica dell’ordinanza di divieto di avvicinamento emessa dal gip del Tribunale riminese, Raffaella Ceccarelli.

La 13enne ha detto di avere una relazione col mister

L’allenatore è difeso dall’avvocato Francesco Vasini, che ha spiegato: «È una vicenda molto delicata. Il mio assistito è stato già interrogato a fine ottobre. Quella del divieto di avvicinamento a meno di 500 metri è stata giudicata una misura sufficiente». L’avvocato della 13enne, invece, è Tiziana Casali. A denunciare il tecnico è stata la madre, quando un medico ha visitato la ragazzina in ospedale e lei gli aveva detto di avere una storia col mister.

Erba, acido sul volto della ex ragazza: fermato un uomo

Un uomo ha aggredito l’ex compagna, una ragazza di 23 anni, lanciandole addosso dell’acido muriatico. È successo a Erba, nel Comasco, nel pomeriggio di oggi, martedì 21 novembre. Lui, 24enne, è stato fermato dai carabinieri mentre la donna ha riportato diverse ustioni sul viso. Attualmente si trova all’ospedale Sant’Anna. A restare ferito è stato anche un secondo uomo, che ha provato a difenderla. Secondo quanto riportato dal quotidiano La Provincia di Como, l’aggressore era già stato arrestato il 23 agosto scorso per stalking, in flagranza di reato. Il portale ha rivelato che l’uomo avrebbe detto al giudice, in quella circostanza, di essere ancora innamorato della ex.

Ad agosto l’ha minacciata con un cric

La relazione tra i due giovani, entrambi di origine marocchina, è terminata nel 2022. Lui, però, ha iniziato a tormentarla, arrivando anche a danneggiare la sua auto e a picchiarla. Poi, nell’agosto scorso, l’ha attesa fuori dalla caserma dei carabinieri dove la ragazza è andata a denunciarlo e l’ha minacciata con un cric. Lì è stato arrestato, ma poi è stato scarcerato con l’obbligo di dimora a Broni, in provincia di Pavia, e il divieto di rivedere la ex.

Gli studenti rifiutano il minuto di silenzio istituzionale e fanno “rumore” per Giulia Cecchettin

Centinaia di studenti, nella mattinata di martedì 21 novembre 2023, si sono riversati nei cortili e nei corridoi dei licei per fare “rumore” per Giulia Cecchettin e per ogni vittima di femminicidio. Decidendo così di accogliere l’appello di Elena Cecchetin, che a seguito dell’uccisione della sorella aveva proposto: «Per Giulia non fate un minuto di silenzio, per Giulia bruciate tutto».

Gli studenti: «No al silenzio, siamo il grido di chi non c’è più»

A Roma gli studenti hanno manifestano nei licei Manara, Morgagni, Orazio, Tasso, così come al Farnesina, al Virgilio, al Talete e al Mamiani, e in molti altri licei. Anche in tante scuole della Liguria, come all’Andrea Doria, è stato fatto rumore. Gli studenti italiani si sono così opposti al minuto di silenzio istituzionale a cui aveva invitato le scuole il ministro Valditara. «Nelle aule, nei corridoi, diciamo no a un silenzio assordante. Bruciamo tutto. Fate rumore con ciò che potete», è stato l’appello degli studenti. Con chiavi, megafoni, applausi, fischi e colpi sui banchi, gli studenti della Capitale si stanno mobilitando contro la «società patriarcale. Per Giulia, per tutte. Siamo il grido di chi non c’è più. Mai più vittime». I segnali che stanno arrivando dalle nuove generazioni sembrano raccontare l’esistenza di una diversa consapevolezza sul tema della violenza di genere, rispetto all’attuale maggioranza di governo. Una discrepanza che potrebbe venire alla luce nei prossimi mesi quando arriverà nelle scuole il progetto del ministro Valditara, “Educare alle relazioni. Come evidenzia Domani, infatti, il ministro avrebbe scelto Alessandro Amadori come consulente e coordinatore del progetto, uno psicologico che nel 2020 ha autopubblicato La guerra dei sessi, volume in cui ha negato la violenza maschile sostenendo tesi cospirazioniste sul tentativo delle donne di dominare gli uomini.

È morto Carlo Pogliani, volto di Telelombardia e tifoso del Milan

È morto, all’età di 66 anni, Carlo Pogliani, personaggio molto conosciuto dai telespettatori delle trasmissioni calcistiche di Telelombardia, soprattutto di Qui studio a voi stadio. Grande appassionato di calcio, Pogliani aveva avuto anche una carriera da giocatore, per poi dedicarsi ai giovani, nel ruolo di allenatore nei settori giovanili e al fianco di tecnici come Andrea Icardi, Maurizio Ganz, Alessandro Pistone e Walter De Vecchi. Era da sempre grande tifoso del Milan.

«Ospite sempre acuto, milanista di buon senso»

A rendere pubblica la notizia della morte di Pogliani è stato il giornalista e direttore di Telelombardia Fabio Ravezzani che in un post sui social ha scritto: «Una notizia molto triste per noi di Qui studio a voi stadio. Purtroppo ci ha lasciato mister Carlo Pogliani. Ospite sempre acuto, milanista di buon senso. Obiettivo e profondo nelle sue considerazioni. Una persona speciale. Siamo senza parole. Buon viaggio, caro amico nostro».

Gli omaggi da parte di amici e colleghi

Molti i messaggi di vicinanza alla famiglia e di cordoglio per la morte dell’opinionista tifoso di Telelombardia. L’ex arbitro di calcio Luca Marelli, oggi opinionista di Dazn, su X ha scritto: «Carlo Pogliani se n’è andato a 66 anni. Non so che dire, sono senza parole. Riposa in pace».

E ancora, l’ultimo saluto social all’amico e collega è arrivato dal profilo ufficiale della trasmissione che ospitava Pogliani, Qsvs: «Ci ha lasciati mister Carlo Pogliani, schietto opinionista delle nostre trasmissioni calcistiche e caro amico della redazione di Qsvs. Riposa in pace, ci mancherai. Ciao Carlo».

Giulia Cecchettin accoltellata vicino casa e zittita con lo scotch, il gip: «Da Filippo palese volontà di uccidere»

Accoltellata a pochi metri da casa, zittata con lo scotch e portata via in auto. Emergono nuovi dettagli sul femminicidio di Giulia Cecchettin, assassinata dall’ex fidanzato Filippo Turetta e ritrovata senza vita nel lago di Barics, il 18 novembre scorso. Secondo quanto rivelato dalle tracce trovate dai carabinieri, la ragazza sarebbe stata colpita già intorno alle 23.18, quando un testimone l’ha sentita urlare nel parcheggio. Poi, intorno alle 23.30 dell’11 novembre, la sera dell’omicidio, l’aggressione nella zona industriale di Fossò, in provincia di Venezia, ripresa da alcune telecamere. Giulia è crollata esanime al suolo e Filippo l’ha caricata nel bagagliaio della Grande Punto nera su cui viaggiavano, per poi scaricare il corpo in un dirupo.

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La giudice: «Inaudita gravità e manifesta disumanità»

L’agenzia di stampa Agi ha rivelato poi il dettaglio dello scotch, applicato alla vittima per non permetterle di urlare e farsi aiutare. La giudice per le indagini preliminari di Venezia, Benedetta Vitolo, lo ha scritto nell’ordinanza di custodia cautelare. Nel documento ha sottolineato la «pericolosità» di Filippo Turetta, parlando della «inaudita gravità e alla manifesta disumanità del delitto commesso ai danni della giovane donna con cui aveva vissuto una relazione sentimentale». La gip ha sostenuto che ci sia stata una «palese volontà» di uccidere la 22enne. Una tesi supportata anche dalla «un’aggressione a più riprese» e da un omicidio avvenuto in due fasi. La prima è nel parcheggio, la seconda nella zona industriale, prima della fuga.

Giulia potrebbe aver lottato per 22 minuti

La giudice Benedetta Vitolo ha anche spiegato che la vittima potrebbe essersi difesa per 22 minuti. Le prime grida d’allarme sono state lanciate da Giulia Cecchettin alle 23.18, a circa 150 metri dall’abitazione. A sentirle è stato un vicino di casa che ha anche spiegato di aver visto «calciare violentemente una sagoma che si trovava a terra», prima della partenza dell’auto. Alle 23.40, però, i due giovani sono nella zona industriale di Fossò e Giulia, ferita, sarebbe riuscita a fuggire prima di essere raggiunta da Filippo, che l’ha scaraventata a terra, come si vede nei video. Tra la prima e l’ultima aggressione, sono passati quindi circa 22 minuti.

Ritrovati due coltelli

Proprio nell’area mostrata nei video, sono state ritrovate tracce di sangue, un’impronta di calzatura e un coltello senza manico lungo 21 centimetri. Sul marciapiede, inoltre, i carabinieri hanno trovato un pezzo di scotch e capelli con sangue sullo spigolo. E un altro coltello è stato ritrovato nel parcheggio davanti casa della famiglia Cecchettin. Sulla lama, anch’essa di 21 centimetri, saranno effettuati alcuni esami dai Ris. Vicino casa di Giulia, altre macchie di sangue sono ancora visibili sulle mattonelle di cemento del parcheggio.

L’autopsia e i tempi per l’estradizione

Intanto il procuratore capo di Venezia, Bruno Cherchi, ha invitato alla prudenza: «Abbiamo chiuso l’attività immediata d’indagine, ora mancano tutti gli accertamenti tecnici per capire quello che è successo». Poi ha parlato dell’estradizione di Turetta, attualmente nel carcere di Halle, nella Sassonia Anhalt: «Ci potrebbero volere una decina di giorni». Ci sarà una prossima udienza di fronte al Tribunale regionale superiore, in Germania, si presumo dopo il 23 novembre. Lì Filippo dovrà accettare nuovamente l’estradizione e grazie al protocollo «Mae», che consente ai Paesi Ue i trasferimenti veloci, dovrebbe poi rientrare in Italia. Al rientro potrà partire l’indagine e si potrà disporre l’autopsia, che deve prima essere notificata all’accusato.

Roma, bimbo confida alle maestre che il papà picchia la mamma e lo fa arrestare

A seguito della morte di Giulia Cecchettin, 22enne uccisa dall’ex fidanzato, sono tante le storie circolate in questi giorni a ridosso della ricorrenza della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne, il 25 novembre. L’ultima risale al periodo di poco precedente alla pandemia, quando un bambino di una scuola di Roma si è confidato con le sue maestre raccontando le atrocità a cui assisteva a casa assieme al suo fratellino.

La vicenda: 42enne accusato di violenza domestica

«Quando ho parlato con il bambino da sola, mi ha spiegato che il papà era solito tornare a casa nervoso e picchiare la madre. E allora lui si rifugiava in un angolo con il fratellino, perché si sentiva responsabile anche per il piccolo». Questo è il racconto della maestra della scuola del bimbo che ha deciso di aiutare la mamma del suo alunno, vittima di violenza domestica. «Abbiamo parlato in una riunione. Siamo state franche, anche per le confidenze che il bambino ci aveva fatto. “Ci dica la verità, ci consenta di esserle d’aiuto. Suo figlio è brillante, ma non lo vediamo sereno”. Lei è scoppiata a piangere. “È vero”, ci ha detto, “mio marito maltratta sia me che i bambini. È geloso”», ha continuato la docente. L’uomo è stato condannato in primo grado a 5 anni di carcere.

Schiaffi sul viso e calci, colpi di cintura, acqua versata in testa

Il pm in aula ha detto: «Le insegnanti si sono prestate fuori dal loro compito istituzionale ad accompagnare la donna a riprendere gli effetti personali dopo che era fuggita da casa, a segnalarle centri anti violenza. Sono state le autorità scolastiche ad accorgersi delle stranezze del piccolo». Per la procura sarebbero stati «schiaffi sul viso e calci», colpi di cintura, «acqua versata» in un’occasione «sulla testa del bambino piccolo» e, in un’altra occasione, di riso cotto versato sulla testa del più grande. L’uomo è difeso dalle avvocate Martina Morlani e Giuseppina Tenga. «Situazioni estreme in cui domina un retaggio culturale lontano anni luce dal nostro. Per chi è stato educato in un determinato modo non è sempre facile integrarsi, denunciare o capire il disvalore delle proprie condotte. È molto più facile per le donne inserirsi nel contesto italiano/europeo di emancipazione e libertà», ha dichiarato la legale Morlani.

Crolla il pavimento in una scuola materna, bimbi in salvo nelle aule

Tragedia sfiorata la mattina di martedì 21 novembre, quando una voragine si è aperta nel pavimento del corridoio della scuola materna di via Delpino a Chiavari nella provincia di Genova. Per fortuna il cedimento è avvenuto mentre i 75 bambini, gestiti da una associazione privata, si trovavano nelle aule didattiche.

Scuola sotto ispezione, il sindaco Messuti trova una nuova sistemazione ai ragazzi

Si apposta sotto casa a Roma e aggredisce l’ex moglie

Ha violato il divieto di avvicinamento alla ex moglie e l’ha aggredita in strada ma è stato bloccato in flagranza dai carabinieri. È quanto accaduto nella serata di lunedì 20 novembre intorno alle 21 a Roma, nella zona di piazzale Clodio. L’uomo, 34enne romano, si è appostato nei pressi dell’abitazione della donna e quando l’ha vista si è scagliato con violenza contro di lei. Nei suoi confronti il pm del turno violenze ha chiesto al gip la convalida con l’aggravamento della misura cautelare. Le indagini sono affidate ai militari della stazione di Ponte Milvio.

Giulia Cecchettin, il Consiglio regionale della Liguria le dedica una sedia rossa

È stata dedicata a Giulia Cecchettin una sedia rossa, simbolo della campagna di sensibilizzazione contro la violenza sulle donne, inaugurata martedì 21 novembre 2023 in un corridoio del Consiglio regionale della Liguria. «L’Italia è scossa da quello che è appena accaduto, con l’assassinio di Giulia nel nostro Paese nel 2023 le vittime di femminicidio sono 105, un numero purtroppo rimasto costante negli ultimi anni», ha dichiarato il presidente del Consiglio regionale Gianmarco Medusei.

Medusei: «La vicenda di Giulia scuote tutti noi»

Il presidente Medusei ha poi così proseguito: «Le vittime di femminicidio negli ultimi cinque anni in Liguria sono state 29. L’omicidio di Giulia ha sconvolto tutti noi e l’opinione pubblica e deve scuotere le coscienze di tutti noi. Ringrazio gli operatori degli 11 centri anti violenza presenti in Liguria e quelli del numero gratuito per chiedere aiuto 1522 istituito dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri per il loro costante impegno».

Il progetto di sensibilizzazione #lasediarossa

Presenti alla cerimonia il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti e tutti i consiglieri regionali. Il progetto di sensibilizzazione #lasediarossa è stato ideato nel 2022 da Deborah Riccelli e Gabriella De Filippis con il sostegno di Socrem Genova, sono 17 le installazioni artistiche permanenti finora diffuse sul territorio, la sedia è un simbolo che rappresenta il posto vuoto che la donna vittima di violenza non potrà mai più occupare. La nuova sedia è stata realizzata dall’artista Patrizia Tummolo e rientra fra le manifestazioni organizzate in occasione della Settimana contro la violenza sulle donne.

A Vigonovo e Saonara esposta una gigantografia di Giulia Cecchettin

«Giulia ti vogliamo bene». Sono queste le parole scritte accanto ad una gigantografia di Giulia Cecchettin che resterà esposta sulle pareti del Municipio di Vigonovo (Venezia) e della Biblioteca del polo culturale di Saonara (Padova), paesi dove è cresciuta e ha vissuto la ragazza di 22 anni trovata morta nei giorni scorsi. «La foto è stata scelta dalla famiglia», dice il sindaco di Saonara Michela Lazzaro, «dobbiamo custodire nelle nostre menti e nei nostri cuori il sorriso di Giulia».

La scelta condivisa dai sindaci con la famiglia di Giulia

«La dolcezza, la bontà e la purezza di Giulia possano essere la forza per andare avanti», prosegue il sindaco Lazzaro, «condividiamo la volontà di papà Gino e della sorella Elena di un impegno concreto per contrastare la piaga sociale della violenza contro le donne, perché nessun’altra famiglia e nessun’altra comunità debba vivere dolori così strazianti». Concorde con la collega, è anche il primo cittadino di Vigonovo, Luca Martello: «La terremo esposta fino a fine mese. Sabato 25 novembre è la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Anche così desideriamo testimoniare il ruolo delle istituzioni per dare risposte concrete. Posso dire che tutti i Comuni, non solo a novembre, si impegnano su questo fronte. Da uomo dico che dovremmo porre attenzione a maschi, famiglie, associazioni, istituzioni, e insegnare che nella vita si può anche perdere e che dopo una sconfitta si può ripartire».

Giulia Cecchettin, oggi alle 11 un minuto di silenzio nelle scuole

Martedì 21 novembre alle ore 11 2023 le scuole italiane sono invitate a rispettare un minuto di silenzio in memoria di Giulia Cecchettin e di tutte le donne abusate e vittime di violenze. Una circolare con un invito in tal senso è stata inviata dal ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara.

Presto il sarà presentato il piano Educare alle relazioni

Mercoledì 22 novembre invece sarà presentato il piano Educare alle relazioni, «un lavoro accurato all’insegna di un confronto ampio e di pluralismo di rapporti». Le mobilitazioni per ricordare la giovane, uccisa a coltellate dall’ex fidanzato Filippo Turetta di cui ora si attende l’estradizione, sono cominciate lunedì 20 novembre con il minuto di silenzio nelle aule dell’Università di Padova, dove Giulia avrebbe dovuto conseguire la laurea pochi giorni dopo i tragici fatti. Poi il flash mob rumoroso contro i femminicidi. E ancora, la garanzia da parte della rettrice dell’Ateneo che le sarà garantito quel titolo di studio che nessuno le potrà negare. «Quando sarà il momento li contatteremo per una cerimonia con le tempistiche e le modalità che vorranno accettare», ha detto Maddalena Mapelli. 

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