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Tumore al colon: finanziamento di dieci milioni per lo studio di un ricercatore a Torino
Il consiglio europeo per la Ricerca ha assegnato 395 milioni di euro a 37 progetti europei tramite gli Erc Synergy Grant, finanziamenti dedicati a studi condotti su tematiche ambiziose e complesse. I fondi sono stati assegnati a 135 ricercatori di 114 università e centri di ricerca di 19 Paesi europei. La Germania ospita il maggior numero di progetti (27), seguita da Francia (12) e Paesi Bassi (7). L’Italia è quarta, con 5 progetti, insieme a Spagna, Israele, Svezia e Norvegia.
Results of the 2023 ERC Synergy Grant competition are out!
37 research groups win a total of €395 million in #ERCSyG funding
This will enable them to pool diverse expertise and resources to push the frontiers of knowledge.
Full story: https://t.co/qxp34JIn4u
#EUfunded pic.twitter.com/TavfybjnPQ
— European Research Council (ERC) (@ERC_Research) October 26, 2023
Tra i progetti vincitori, 37 su 395 candidati, quello che coinvolge Alberto Arezzo, docente del dipartimento di Scienze chirurgiche dell’università di Torino e i colleghi Kaspar Althoefer dell’università Queen Mary di Londra, Bruno Siciliano della Federico II di Napoli e Sebastien Ourselin del King’s College di Londra. Per il progetto sono previsti dieci milioni di finanziamento per i prossimi sei anni. L’obiettivo è quello di intervenire nella lotta contro il tumore al colon attraverso una diagnosi precoce e la terapia mininvasiva per le neoplasie del colon-retto. Lo studio infatti, come riportato da Repubblica, permetterà di intervenire con nuovi modelli diagnostici e trattamentali su uno dei tumori tra i più comuni.
In this #ERCSyG call, 37 different research projects were approved for funding.
To give you an idea of the range and breadth of the #FrontierResearch that will be covered, read about some of the new projects & teams.
https://t.co/cTZFWXdDdf pic.twitter.com/epPPW4bYDu
— European Research Council (ERC) (@ERC_Research) October 26, 2023
Il soft robot
Per intervenire precocemente, prima che la malattia possa giungere alle ultime fasi, lo studio del professor Arezzo ha pensato a uno strumento meglio tollerato della colonscopia perché costituito da materiali soffici, un cosiddetto “soft-robot”. Lo strumento diagnostico sarà anche il veicolo che condurrà all’interno dell’intestino un microrobot che, manovrato dall’esterno, consentirà di asportare eventuali lesioni.