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Perché le inesattezze del film Napoleon di Ridley Scott stanno facendo infuriare i francesi

Se non fosse per la concorrenza del sorprendente esordio alla regia di Paola Cortellesi con C’è ancora domani, Napoleon avrebbe forse esordito al primo posto del box office italiano. Uscito il 23 novembre perché potesse riempire le sale cinematografiche nelle settimane che solitamente decisive per gli incassi dell’intera annata, il film di Ridley Scott con le superstar Joaquin Phoenix e Vanessa Kirby non sta però convincendo pienamente la critica, in particolare in Francia, dove ha un certo peso l’inaccuratezza con cui la sceneggiatura di David Scarpa restituisce diversi passaggi storici e dove non mancano nemmeno le accuse di sentimenti anti-francesi nei confronti del cineasta britannico. Per il quale, del resto, la fedeltà storica non è mai dovuta, come era già accaduto con Il Gladiatore e altri suoi blockbuster. A chi ha mosso questa osservazione, lui ha risposto lapidario: «Fatti una vita».

Un colpo di cannone in direzione delle Piramidi: poco credibile

Lo ha fatto quando gli è stato chiesto se avesse visto un video che circola da luglio su TikTok, pubblicato da Dan Snow, autore di un volume sulla battaglia di Waterloo, che ha fatto notare diverse inesattezze storiche contenute nel trailer: innanzitutto non è vero che Bonaparte arrivava dal nulla («suo padre era un aristocratico») e che ha conquistato «tutto» (per esempio non la Gran Bretagna, sottolinea Snow). In più, nel film Napoleone è presente quando la regina Maria Antonietta viene decapitata, cosa che non corrisponde al vero (nemmeno la lunghezza dei capelli di lei è realistica), come non è realistica la scena in cui il celebre condottiero spara un colpo di cannone in direzione delle Piramidi nel corso di una delle sue più celebri battaglie. Dan Snow, tutto sommato, l’ha presa bene: «Non l’ha mai fatto! Ma sembra figo».

Perche? le inesattezze del film Napoleon di Ridley Scott stanno facendo infuriare i francesi
La scena del colpo di cannone sparato.

Ricatti emotivi e dichiarazioni d’amore troppo minacciose

Altri ancora hanno osservato le scelte di casting: nella vita reale, Vanessa Kirby ha 14 anni meno di Joaquin Phoenix, mentre sappiamo che Giuseppina aveva sei anni più di Napoleone. Inoltre i due attori mantengono il proprio accento, ossia Phoenix quello statunitense e Kirby quello inglese. Snow non è l’unico esperto ad aver commentato il film: su The Conversation Katherine Astbury dell’Università di Warwick ha parlato delle lettere dell’imperatore alla sua amata definendole cariche di ricatti emotivi e di ripetute dichiarazioni d’amore che «sembrano minacciose piuttosto che sdolcinate».

Perche? le inesattezze del film Napoleon di Ridley Scott stanno facendo infuriare i francesi
Joaquin Phoenix e Vanessa Kirby nel film Napoleon.

«Colpisce è la totale omissione della schiavitù»

Perciò, se nel film lui dà uno schiaffo a lei, non è solo perché in Giuseppina il regista vede – lo ha dichiarato – un’adultera che portò Bonaparte a voler distruggere se stesso e lei insieme, ma anche perché sul set i due attori hanno lavorato così bene insieme da decidere di autorizzarsi vicendevolmente (lo ha riferito la stessa Kirby) ad aggiungere degli elementi non previsti nella sceneggiatura di Scarpa, ma funzionali all’idea che Scott si è fatto di Bonaparte. Altri ancora, come la testata Mediapart, hanno scritto di come «al di là delle inesattezze e delle invenzioni storiche, ciò che colpisce è la totale omissione della schiavitù».

Perche? le inesattezze del film Napoleon di Ridley Scott stanno facendo infuriare i francesi
Una scena del film Napoleon.

Scott ha preferito raccontare gli amori piuttosto che la politica

«Finitela! Non è un documentario, è un film», hanno replicato puntualmente molti fan del cineasta, dimostrando di non sapere che anche i documentari sono film (la distinzione andrebbe fatta semmai tra finzione e cinema del reale). Ma perché il Napoleon di Scott è in grado di far inalberare così tante persone? Per Liberation il problema è che «non offre alcun punto di vista, né sull’uomo, né sul mito», mentre per Le Monde Ridley Scott ha preferito raccontare gli amori di Napoleone piuttosto che la sua vita politica (e dunque il lavoro di fantasia si può giustificare più facilmente).

Perche? le inesattezze del film Napoleon di Ridley Scott stanno facendo infuriare i francesi
Joaquin Phoenix nei panni di Napoleone.

«Uno storico deve rimanere fuori dalla porta quando parla un regista»

A Fahrenheit, la trasmissione di Radio3, è intervenuto Luigi Mascilli Migliorini, uno dei maggiori studiosi dell’età napoleonica e della Restaurazione in Europa, docente di Storia moderna all’Orientale di Napoli. Ha raccontato come al termine di una proiezione del film diverse persone gli abbiano chiesto se quella dello schiaffo e altre sequenze siano da ritenere credibili: difficile stabilirlo, specialmente quando si tratta di episodi della sfera privata, ma «tutti abbiamo diritto a costruirci il nostro Napoleone», ha concluso il professore, che ha detto anche: «Uno storico deve rimanere fuori dalla porta quando parla un regista».

Cosa può darci nel 2023 l’ennesimo ritratto soggettivo di Napoleone?

La domanda che dovremmo porci è piuttosto: cosa cerchiamo in un film come Napoleon? E ancora: cosa può darci nel 2023 un ritratto soggettivo di una figura storica che ha già avuto oltre mille rappresentazioni tra cinema e televisione? Forse dovremmo essere disposti ad accoglierne i limiti, a contenere le aspettative. Tra tanti film su questa figura amata e controversa non sarà quello di Scott a rimanere nella storia. Di certo non quella del cinema.

Cortellesi batte anche Napoleon: gli incassi al cinema del weekend

Paola Cortellesi continua a dominare il box office italiano. Il suo esordio alla regia C’è ancora domani infatti ha totalizzato altri 3,2 milioni di euro, aggiudicandosi il weekend del 23-26 novembre. Raggiunta così quota 23,9 milioni in totale, entrando tra i 20 migliori risultati italiani dal 1997, l’anno in cui Cinetel ha iniziato a monitorare i botteghini nel nostro Paese. La Top 5, con i 31,2 milioni de La vita è bella di Benigni, non è lontana. Con le festività natalizie all’orizzonte, il film di Paola Cortellesi si candida ufficialmente a diventare il maggior incasso del 2023 in Italia. Attualmente terzo in classifica, potrebbe presto superare il biopic di Christopher Nolan Oppenheimer, che si è fermato a 27,9 milioni di euro, e persino Barbie, leader con 32,1 milioni.

LEGGI ANCHE: Universal acquisisce i diritti francesi di C’è ancora domani

Cortellesi ha battuto anche la concorrenza di Napoleon

Alle spalle di Paola Cortellesi c’è Napoleon, l’ultimo lavoro di Ridley Scott che racconta la vita di Bonaparte. Il film con Joaquin Phoenix, nel suo primo weekend italiano, ha incassato 2,9 milioni di euro, registrando la miglior media per cinema in assoluto. Con 5990 euro per sala, ha strappato il primato a C’è ancora domani, che si è fermato a 4669. Si tratta di un risultato degno di nota per il kolossal distribuito da Eagle Pictures, considerando la durata di oltre due ore e 40 minuti e dunque un minor numero di spettacoli a disposizione. A livello mondiale, l’epopea del condottiero francese ha totalizzato 78,8 milioni di dollari (circa 71,1 milioni di euro), di cui 32 negli States grazie al weekend del Ringraziamento. Dati ancora distanti dai 200 milioni che Apple ha speso per realizzare la pellicola.

C'è ancora domani di Paola Cortellesi incassa altri 3,2 milioni di euro. In totale sono 23,9, terzo risultato in Italia del 2023.
Joaquin Phoenix, Vanessa Kirby e Ridley Scott sul red carpet (Getty Images).

Tornando al box office in Italia, resiste sul podio Hunger Games – La ballata dell’usignolo e del serpente. Il prequel della saga fantasy tratta dai romanzi di Suzanne Collins ha infatti incassato 1,08 milioni di euro, per un totale di 4 milioni dall’uscita. Il capitolo con Rachel Zegler e Tom Blyth ha superato così ampiamente i 3 milioni di euro del primo Hunger Games del 2012 con protagonista Jennifer Lawrence. Distanti invece gli 8 milioni dei successivi episodi, da La ragazza di fuoco alle due parti de Il canto della rivolta. Ai piedi del podio si è invece piazzato Cento domeniche, il nuovo film di Antonio Albanese, che al debutto ha guadagnato 539 mila euro, con una media di 1469 euro per sala.

In Top10 anche Trolls 3, The Marvels e Comandante

Al quinto posto della classifica del box office italiano c’è Trolls 3, film di animazione della DreamWorks con le voci di Lodovica Comello e Stash dei The Kolors. Il terzo capitolo della saga ha incassato 246 mila euro nel weekend 23-26 novembre, issandosi a 2,1 milioni in totale. Alle sue spalle il deludente The Marvels con Brie Larson, che dal suo debutto ha totalizzato solo 3,1 milioni di euro. Numeri lontanissimi dai cinefumetti con Robert Downey Jr. e Chris Evans, tanto da segnare il peggior risultato globale della saga di Kevin Feige. Il nuovo capitolo del Marvel Cinematic Universe ha incassato infatti appena 228 mila euro.

Seguono in classifica The Old Oak di Ken Loach con 193 mila euro e l’horror Thanksgiving di Eli Roth con Patrick Dempsey e la tiktoker Addison Rae, che ha guadagnato 181 mila euro. Chiudono la Top 10 Comandante con Pierfrancesco Favino (126 mila euro) e il film di animazione Mary e lo spirito di mezzanotte con 89 mila euro.

Scream VII, licenziata Melissa Barrera per i post sulla guerra in Medio Oriente

Clamoroso scossone in Scream VII. Melissa Barrera, protagonista dei due precedenti capitoli e prossima a tornare nel settimo film, è stata licenziata con effetto immediato. Secondo quanto ha riportato Variety, è colpa di una serie di commenti su Instagram in merito alla guerra in Medio Oriente. Con diverse stories, il volto di Samantha Carpenter ha infatti definito i raid di Israele una «pulizia etnica e un genocidio» sulla Striscia di Gaza, descritta come «un campo di concentramento». Frasi che hanno spinto Spyglass Media Group, la società di produzione del lungometraggio, a stracciare il contratto. «Abbiamo tolleranza zero per l’antisemitismo e l’incitamento all’odio», si legge nel comunicato, riportato anche da Tmz. «Compresi i riferimenti a genocidio, pulizia etnica e negazione dell’Olocausto».

Scream VII, i commenti di Barrera e la replica del regista Landon

«Gaza è un campo di concentramento», ha scritto Barrera nelle stories. «Mettono tutti all’angolo, senza alcun posto dove andare, senza elettricità né acqua. Le persone non hanno imparato niente dalle nostre storie. E proprio come in quei casi, continuano a guardare in silenzio quello che accade. È un genocidio e una pulizia etnica». In altri commenti online, l’attrice di Scream ha attaccato i media occidentali poiché «mostrano solo il lato di Israele. Perché lo facciano, lo lascio dedurre a voi». Subito dopo il licenziamento, la star messicana di Monterrey ha condiviso martedì 21 novembre un’altra storia molto polemica. «Preferisco essere esclusa per chi io includo, che essere inclusa per chi io escludo».

L'attrice Melissa Barrera licenziata da Scream VII per alcune stories sulla guerra fra Hamas e Israele: «Gaza è un campo di concentramento».
Una delle stories di Melissa Barrera (Screenshot Instagram).

Sul caso è intervenuto anche il regista di Scream VII, Christopher Landon, con un post sulla sua pagina X. «Smettetela di gridare, non è stata una mia decisione», ha scritto il cineasta. «Fa tutto schifo, questa è la mia dichiarazione». Avendo tagliato ogni legame con Melissa Barrera, la produzione andrà incontro a un inevitabile ritardo nella realizzazione e nell’uscita del nuovo film della saga. L’attrice avrebbe dovuto di nuovo interpretare Sam Cartpenter, perno della narrazione sin dal quinto capitolo. Il suo addio prevedrà una completa riscrittura della sceneggiatura prima di poter iniziare le riprese, inizialmente fissate per inizio 2024. In dubbio anche il ritorno di Jenna Ortega, salita alla ribalta per la serie Mercoledì su Netflix.

Incassi in Italia, Cortellesi in vetta batte anche The Marvels

Prosegue l’enorme successo di C’è ancora domani, esordio alla regia di Paola Cortellesi presentato alla Festa del Cinema di Roma. Grazie al terzo weekend in vetta alla classifica degli incassi in Italia, il film ha superato così i numeri de La Sirenetta, issandosi al quinto posto generale per l’anno 2023. Dal 9 al 12 novembre, infatti, ha totalizzato altri 4,5 milioni di euro, arrivando a 12,9 dall’uscita. È così il più grande risultato italiano della stagione, alle spalle solo di colossi Usa come Barbie, Oppenheimer, Super Mario e Avatar – La via dell’acqua, uscito però a fine 2022. Registrata una crescita del 28 per cento rispetto alla settimana precedente, con quasi 2 milioni di biglietti totali venduti.

Incassi in Italia, dopo Cortellesi si piazza il flop dei Marvel Studios

Il film di Paola Cortellesi ha sbaragliato anche la concorrenza temuta di The Marvels, nuovo capitolo del Marvel Cinematic Universe con Brie Larson, che si è dovuto accontentare di 1,5 milioni di euro. Il secondo capitolo sulla supereroina intergalattica ha incassato appena 88 milioni a livello globale, di cui 47 negli Stati Uniti. Frutto di un’apertura al di sotto delle aspettative, il film ha segnato un record negativo per la saga dei supereroi tratti dai fumetti di Stan Lee, prima appartenente a L’incredibile Hulk con 55,4 milioni, uscito però nel 2008 ancor prima del successo degli Avengers. I dati americani risultano persino inferiori a The Flash, peggior incasso della DC Comics. Un flop che risulta ancor più grave se rapportato agli enormi costi per la produzione del film. Stando ai media Usa, Disney e Marvel avrebbero investito 274 milioni di dollari, tanto da diventare il quarto progetto più costoso della saga.

C'è ancora domani di Paola Cortellesi domina il box office in Italia. Regina degli incassi, ha battuto The Marvels con Brie Larson.
Brie Larson è protagonista di The Marvels (Getty Images).

Il podio degli incassi al cinema in Italia nel weekend 9-12 novembre si completa con l’horror Five Nights at Freddys’, adattamento dell’omonimo videogame per console. Pur calando del 67 per cento rispetto al fine settimana precedente, ha totalizzato altri 876 mila euro salendo a un totale che ha superato i 4,8 milioni in due settimane. In Top 5 anche Trolls 3 – Tutti insieme, nuovo capitolo della saga di animazione che vanta anche l’inedito degli Nsync con Justin Timberlake. Il film ha incassato infatti 874 mila euro grazie a circa 127 mila spettatori, superando il milione in totale. Al quinto posto c’è invece la seconda pellicola italiana della classifica, Comandante con Pierfrancesco Favino. Il progetto di Edoardo De Angelis ha guadagnato 700 mila euro nel weekend, per un totale di 2,6 milioni dall’inizio della distribuzione in sala.

Ancora in Top10 Scorsese, i Me contro Te e Saw X

Resta ancora in classifica Killers of the Flower Moon di Martin Scorsese, che sfiora i 5 milioni in totale grazie ad altri 288 mila euro incassati nel weekend. Nel mondo ha raggiunto quindi 137 milioni, di cui 59 negli Usa dopo un’apertura magra da 23,2 milioni di dollari. Settimo posto nel box office italiano per Saw X, pellicola che si svolge tra gli eventi del primo e del secondo capitolo. L’horror ha guadagnato altri 273 mila euro per un totale di 3,3 milioni dall’uscita. Seguono Me contro Te Il film – Vacanze in Transilvania  (180 mila) e la Palma d’Oro a Cannes Anatomia di una caduta (136 mila). Chiude la Top 10 Joika – A un passo dal sogno con incassi per 70 mila euro.

Incassi al cinema, Paola Cortellesi regina del box office in Italia

Paola Cortellesi si conferma regina degli incassi in Italia. Nel weekend fra il 2 e il 5 novembre, il suo esordio alla regia C’è ancora domani ha totalizzato altri 3,5 milioni di euro, superando quota 7 milioni già nella sua seconda settimana in sala. Nel cast del film, in cui l’attrice recita anche da protagonista, figurano Valerio Mastandrea e Romana Maggiora Romano. Presentato in anteprima in apertura della Festa del Cinema di Roma, ha conquistato pubblico e critica aggiudicandosi anche il Premio della Giuria. Al secondo posto del box office italiano c’è l’horror Five Nights at Freddy’s, adattamento dell’omonimo videogioco di Scott Cawthon, che ha incassato poco più di 2,6 milioni di euro per un totale di 3,6 milioni dall’uscita. Chiude il podio Comandante di Edoardo de Angelis, apertura alla Mostra del Cinema di Venezia, con 1,07 milioni, sfondando così quota 1,7 milioni totali.

Incassi in Italia, in Top 5 anche l’ultimo film di Martin Scorsese

Ai piedi del podio si è invece piazzato Saw X, nuovo capitolo della saga horror creata da James Wan e Leigh Whannell nel 2004. Il decimo film, la cui trama si posiziona a cavallo tra primo e secondo, ha guadagnato altri 662 mila euro, arrivando a un totale di 2,9 milioni dall’uscita, su cui ha pesato anche Halloween. Quinto invece Killers of the Flower Moon, ultima fatica di Martin Scorsese con protagonisti Leonardo DiCaprio e Robert De Niro. Con altri 603 mila euro di incassi, il film ha superato 4,4 milioni in tre settimane nelle sale. Deludenti però i risultati nel resto del mondo, dove ha totalizzato 119 milioni di dollari di cui appena 52 negli Usa nonostante sia uscito il 20 ottobre, frutto di un’apertura modesta da 23 milioni.

C'è ancora domani di Paola Cortellesi domina il box office in Italia. Sul podio degli incassi anche Five Nights at Freddy's e Comandante.
Leonardo DiCaprio in una scena del film “Killers of the Flower Moon” (X).

Al sesto posto gli youtuber Luì e Sofì, alias Me contro Te. Il loro Vacanze in Transilvania ha registrato altri 527 mila euro, superando 4,2 milioni in tre settimane di programmazione. Al settimo posto Anatomia di una caduta, thriller Palma d’oro al Festival di Cannes 2023 e passato anche per la Festa del Cinema di Roma. Il film di Justine Triet, favorito anche per il premio Oscar straniero, ha incassato 192 mila euro per un totale di 563 mila in 14 giorni nelle sale. Ottava la prima new entry della classifica del box office, Joika – A un passo dal sogno, opera di James Napier con Diane Kruger nei panni dell’allenatrice senza scrupoli di una giovane stella della danza al Bolshoi di Mosca. Secondo i dati Cinetel ha incassato 132 mila euro nel weekend. Chiudono la Top 10 Assassinio a Venezia con altri 99 mila euro e un totale di 8,5 milioni, e Retribution con 91 mila euro.

Chuck Norris torna al cinema con il film Agent Recon

Chuck Norris torna al cinema 12 anni dopo l’ultima volta. La star americana delle arti marziali, celebre per aver recitato in Walker Texas Ranger e al fianco di Bruce Lee in L’urlo di Chen terrorizza anche l’Occidente, sarà in sala nel 2024 con Agent Recon, un film che mescolerà azione e fantascienza. L’ultima apparizione sul grande schermo risale al 2012, quando prese parte a I Mercenari 2 al fianco di Sylvester Stallone. «Siamo davvero entusiasti di lavorare con lui», hanno detto a Deadline i produttori. «È una vera leggenda action in tutto il mondo e i fan saranno al settimo cielo nel ritrovarlo al cinema». Sebbene non ci sia ancora una data di uscita ufficiale, il film dovrebbe uscire nel corso del 2024.

Assente al cinema da I Mercenari 2 del 2012, Chuck Norris tornerà con Agent Recon. Il figlio Dakota è la controfigura per i ciak d'azione.
L’attore Chuck Norris in un evento pubblico del 2018 (Getty Images).

Chuck Norris, nel cast del nuovo film anche il figlio Dakota

Già disponibili dettagli sulla trama. Chuck Norris sarà Alastair, il comandante di una task force segreta che si occupa di mantenere la sicurezza sul pianeta Terra. Quando i segnali radar captano un misterioso disturbo nel campo magnetico, si imbarcherà in una missione nel New Mexico per scoprire eventuali tracce di tecnologia aliena. Assieme a lui ci saranno un novellino di grandi ambizioni di nome Jim, interpretato dall’astro nascente di Hong Kong Derek Ting, tra l’altro anche regista del progetto. Ai due si unirà anche l’esperto colonnello Green, che avrà invece il volto di Marc Singer, celebre protagonista della serie V – Visitors e dell’ottava stagione di Dallas. La squadra si imbatterà molto presto in un essere sconosciuto dotato di forza e velocità sovrumane e della capacità di controllare la mente.

Chuck Norris, che il 10 marzo 2024 compirà 84 anni, non parteciperà in prima persona alle sequenze di azione più intensa. Sua controfigura sarà il figlio Dakota Alan, avuto dalla relazione con Gena O’Kelley. «Ha lavorato a stretto contatto con il padre, che lo ha guidato durante le riprese», ha raccontato Ting, che ha mostrato grande entusiasmo nel lavorare con i veterani di Hollywood. «Essere al fianco di grandi eroi come Chuck e Singer è incredibile, sarà un divertimento epico». Lontano dalla cinepresa dal 2012, Chuck Norris negli ultimi 12 anni ha recitato soltanto una volta, apparendo per un breve cameo nel finale della decima stagione di Hawaii Five-0.

De Niro alla sbarra: l’ex assistente chiede 12 milioni per «danni emotivi»

Robert De Niro è finito alla sbarra a New York per difendersi dalle accuse di una ex assistente. Si tratta di Graham Chase Robinson, che lo ha attaccato e ha chiesto i danni per discriminazione di genere. L’attore l’aveva precedentemente accusata di avergli rubato milioni di miglia di programmi frequent flyer e di aver passato le giornate, anziché a lavorare, abbuffandosi su Netflix. La donna, 41enne, è stata alla dipendenze del divo di Hollywood dal 2008 al 2019.

Chase Robinson: «Mi sottopagava»

L’ex assistente ha dichiarato: «Mi sottopagava, faceva commenti sessisti e mi assegnava compiti stereotipicamente femminili». Chase Robinson, assunta da giovanissima nel 2008, è stata licenziata undici anni dopo quando era vicepresidente per la produzione e le finanze. L’incarico le ha fruttato uno stipendio da 300 mila dollari l’anno. Ora ha chiesto 12 milioni di dollari per aver subito «gravi danni emotivi e alla reputazione». La società di De Niro, Canal Productions, ne vuole a sua volta sei accusando la donna di aver trasferito l’equivalente di 450 mila dollari in miglia di viaggi aerei sul suo conto personale e di aver speso decine di migliaia di dollari in cibo, viaggi e altri servizi non legati al suo impiego. I due processi si svolgono contemporaneamente e dovrebbero concludersi nell’arco di due settimane.

Le accuse di De Niro

Robert De Niro, dal canto suo, ha spiegato che le mansioni di Graham includevano tenergli l’agenda, organizzare i viaggi e acquistare regali per amici e parenti. L’ex assistente ha contrattaccato dichiarando che le faceva rammendare i vestiti, fare il bucato e a volte addirittura grattargli la schiena. Inoltre lo ha accusato di averla chiamata «in ogni ora del giorno e della notte». L’attore ha replicato: «L’ho sempre chiamata in ore decenti fuori dall’orario». Ma quando la donna ha riferito di una chiamata alle quattro del mattino, nel 2017, De Niro ha risposto piccato: «Era la volta in cui mi spaccai la schiena cadendo dalle scale».

Halloween, da Alien a Suspiria: le 10 scene più spaventose nei film

Non c’è Halloween senza un buon film horror. Mentre al cinema è appena sbarcato Five Nights at Freddys’, adattamento dell’omonimo videogame per console, anche in streaming è possibile recuperare cult capaci di far saltare letteralmente dalla sedia. Le jump scare scene, infatti, costituiscono il caposaldo centrale per la riuscita di un lungometraggio terrificante, facendo leva su un evento improvviso o inatteso. Ogni spettatore può stilare la sua personale classifica delle scene più spaventose che provocano terrore e fremiti anche a mesi di distanza. In vista ella notte delle streghe, ecco 10 consigli fra grandi classici del cinema come Alien e Shining e nuove uscite, tra cui spiccano It Follows e A Quiet Place.

Halloween, 10 scene più spaventose nei film da vedere la notte del 31 ottobre

Suspiria di Dario Argento, la morte di Sara girata una volta sola

Maestro del brivido internazionale, Dario Argento ha realizzato in carriera numerosi horror di successo. Fra i più celebri c’è indubbiamente Suspiria, film del 1977 con Jessica Harper nei panni di Susy, studentessa di danza classica che decide di iscriversi all’Accademia tedesca di Friburgo. Qui incontra Sarah, nei cui panni recita Stefania Casini, la cui morte costituisce una delle scene più spaventose dell’intero lungometraggio. A un certo punto della storia, la ragazza si ritrova a fuggire da una misteriosa figura invisibile, finendo per restare intrappolata nel filo spinato. Qui, prima di riuscire a liberarsi, viene uccisa con un rasoio. L’attrice ha raccontato di essere rimasta davvero avvinghiata nella rete, che le provocò varie escoriazioni.

Shining di Stanley Kubrick e la celebre stanza 237

Tra gli horror più terrificanti della storia del cinema e della letteratura c’è Shining, con cui Stanley Kubrick adattò l’omonimo romanzo di Stephen King. Difficile scegliere la scena più spaventosa, tuttavia merita una menzione speciale la stanza 237 dell’Overlook Hotel. Jack Torrance, personaggio interpretato dal grande Jack Nicholson, dopo esservi entrato si imbatte in una donna nuda che gli viene incontro e lo bacia, prima di trasformarsi in un cadavere in decomposizione. La scena è stata ripresa fedelmente anche nel film fantasy Ready Player One di Steven Spielberg.

Alien e Suspiria, ma anche It Follows e A Quiet Place. Le 10 scene più spaventose nei film horror da guardare la notte di Halloween.
Una scena di Shining nella stanza 237 (X).

Non aprite quella porta, tutti hanno paura di Leatherface

Cult del genere horror, Non aprite quella porta di Tobe Hooper ha spaventato generazioni di spettatori sin dalla sua uscita nel 1974. Impossibile dimenticare il momento in cui la giovane studentessa Pam, che ha il volto di Teri McMinn si ritrova appesa a un gancio da macellaio. Lottando per liberarsi, è costretta prima a guardare Leatherface, noto anche come Faccia da cuoio, mentre taglia a metà con una motosega il corpo esanime del suo amico Kirk (William Vail). L’interprete ha detto che, durante le riprese, per facilitare il suo sostegno a mezz’aria fece affidamento su un filo di nylon tra le gambe, espediente alquanto doloroso.

Carrie – Lo sguardo di Satana e la scena del ballo a scuola

Stephen King è autore anche di Carrie – Lo sguardo di Satana, romanzo che sbarcò al cinema grazie al film horror di Brian De Palma con Sissy Speck nei panni della protagonista. Fra le scene più spaventose c’è il ballo scolastico di fine anno, le cui riprese richiesero ben due settimane di lavoro. Il copioso sangue di maiale scaraventato su di lei era in realtà amido di mais mescolato con colorante alimentare, ma l’attrice decise di dormire con i vestiti sporchi per tre giorni interi. Una scelta che giustificò per ragioni di continuità.

Alien e Suspiria, ma anche It Follows e A Quiet Place. Le 10 scene più spaventose nei film horror da guardare la notte di Halloween.
La scena terrificante di Carrie – Lo sguardo di Satana (X).

Psycho, fra le scene più spaventose anche un cult del cinema

Miglior film di tutti i tempi secondo Variety, Psycho di Alfred Hitchcock rappresenta una pietra militare del cinema e del genere horror. La scena più spaventosa e indubbiamente la più celebre è quella della doccia, in cui la giovane Marion (Janet Leigh) viene pugnalata più volte da un misterioso assassino. L’omicidio dura ben 45 secondi, 22 dei quali rappresentano in 35 inquadrature diverse i colpi inferti dal killer. Servirono ben sette giorni di riprese, cui l’attrice non prese parte lasciando il posto a una controfigura.

Alien, l’indimenticabile esordio degli xenomorfi

Il primo capitolo di Alien, saga diretta da Ridley Scott, ha segnato decine di spettatori che si recarono in sala nel 1979. Fra le scene più terrificanti c’è sicuramente la prima apparizione degli xenomorfi, le creature che infestano la nave spaziale con a bordo la tenente Ripley, interpretata da Sigourney Weaver. Indimenticabile la morte di Kane (John Hurt), ucciso da un alieno che gli esce dal petto squarciandogli il torace. Un ciak che, visti gli effetti speciali dell’epoca non ancora sviluppati, scioccarono gran parte del pubblico.

L’Esorcista, fra le scene più spaventose anche la possessione di Regan

Icona del genere horror, L’Esorcista di William Friedkin continua a terrorizzare gli spettatori anche a 50 anni dalla sua uscita. Impossible non citare per Halloween la scena in cui la giovane Regan, che ha il volto di Linda Blair, ruota la testa di 180 gradi per guardare in volto i sacerdoti giunti per liberarla dalla possessione del demonio. Il 5 ottobre 2023 David Gordon Green ha diretto il nuovo capitolo L’Esorcista – Il Credente che riporta il personaggio nuovamente al centro della narrazione.

The Omen, fra le scene più spaventose anche la morte della bambinaia 

Fra le scene più spaventose da guardare ad Halloween c’è sicuramente la morte della bambinaia in The Omen – Il presagio, cult del 1976 di Richard Donner. Dopo una giornata tranquilla, infatti, la babysitter del giovane Damien (Harvey Stephens), incurante della folla di ragazzini in festa, si suicida gettandosi dalla finestra con un cappio al collo. Il tutto accompagnato da richiami cantilenanti in sottofondo con il nome del piccolo di casa, dando immediatamente la sensazione che il gesto sia provocato da una presenza maligna.

It Follows, la misteriosa figura che accompagna i protagonisti

Fra i migliori horror del nuovo millennio, It Follows è un’ottima scelta per la notte di Halloween. Il film di David Robert Mitchell racconta la storia di una misteriosa figura che insegue il suo bersaglio fin quando quest’ultimo non trasmette una maledizione ad altri tramite un rapporto sessuale. L’ignoto individuo appare in continuazione durante la narrazione, mostrandosi di sfuggita all’esterno dei palazzi oppure non lontano dalle auto dei protagonisti. Un brivido perpetuo che, come ha ricordato il Guardian, affonda le sue radici nel senso stesso della morte.

A Quiet Place, fra le scene più spaventose anche l’horror distopico di John Krasinski

Uscito nel 2018, A Quiet Place – Un posto tranquillo di John Krasinski ha subito catturato l’attenzione della critica e del pubblico. Con protagonisti lo stesso regista ed Emily Blunt, si svolge in un futuro distopico in cui la Terra è preda di una popolazione aliena che ha decimato l’umanità, costretta a nascondersi nelle proprie case. Fra le scene più spaventose c’è quella in cui la protagonista Evelyn si rifugia nella vasca da bagno del suo appartamento per sfuggire alla cattura di una creatura che si aggira nelle vicinanze.

Tom Hanks, la storia del sorriso d’America

Negli Anni 90 è stato il simbolo dell’America clintoniana, progressista e fiduciosa nel futuro, felice per la vittoria sul comunismo e sicura del suo ruolo egemone nel mondo. È stato lo Spencer Tracy della globalizzazione felice, il suo sorriso ha girato il mondo con quella bontà rassicurante e placida. Proprio quel sorriso è stato qualche settimana fa utilizzato per uno spot di uno studio dentistico, ma Tom Hanks ha avvertito i suoi quasi 10 milioni di follower su Instagram che quell’immagine, riprodotta con l’Intelligenza artificiale, era stata utilizzata senza il suo consenso, dunque di non fidarsi. Tutto questo proprio nel mezzo della vertenza dei sindacati degli attori a stelle e strisce contro le grandi major, per chiedere di tutelare l’unicità di uno sguardo, di un’espressione, di un’emozione, non replicabili solo perché, come si dice in gergo, “funziona” e dunque porta soldi.

Nascita di un capolavoro del cinema ovvero come si pensa a Hollywood

A 69 anni, con un diabete in fase 2 diagnosticato da poco, Hanks mostra di non aver perso la voglia di reagire, di dire la sua, con eleganza e fermezza certo, ma senza indietreggiare di fronte a nessuno. E dopo essere stato diretto da Wes Anderson in Asteroid City (ultima di oltre 50 pellicole da lui interpretate) a suffragare la tesi che certe cose non sono replicabili dall’IA, arriva ora nelle librerie il suo primo romanzo, intitolato Nascita di un capolavoro del cinema (Bompiani). Ovvero il racconto di come nasce un grande film, dalla scrittura della storia fino all’uscita nelle sale. Ma non c’è da spaventarsi: non si tratta di un manuale, bensì di un romanzo pieno di ironia e ritmo che riesce anche a istruirci su come la pensano oggi a Hollywood. Dopo un breve antefatto, la vicenda inizia con un bambino, appassionato di fumetti, che passa un pomeriggio indimenticabile con lo zio, reduce dalla Seconda Guerra mondiale appena conclusa. Una manciata di ore che bastano a rapirne per sempre l’immaginazione e non importa se poi questo zio abbandona il piccolo Robby per andarsi a sbronzare con i suoi ex commilitoni, diventati una banda di motociclisti dedita alle risse, per non tornare mai più. Anni dopo, il piccolo Robbie è diventato uno scrittore di fumetti. Zio Bob, il beatnick con i jeans rivoltati e la motocicletta Indian Four, si trasforma nell’Incendiario, il soldato americano che con il lanciafiamme uccide i cattivi sulla spiaggia di Okinawa. Una sorta di supereroe con la divisa dell’esercito americano, perfetto secondo i produttori per inserirsi in quel filone che sembra non esaurirsi mai, tra un Batman e uno Spiderman. Il romanzo prosegue, sempre con tono brioso, a raccontare come questo plot diventi un film a grande budget, destinato a invadere gli schermi di tutto il mondo. Ci sono le immancabili discussioni fra regista e produttore, le bizze dei divi, ma l’attenzione di Hanks si sofferma piuttosto sui protagonisti invisibili al pubblico, quella pletora di maestranze, tecnici, segretarie, quelle persone comuni che per gran parte della carriera ha incarnato in modo impareggiabile.

Tom Hanks, la storia del sorriso d'America
La copertina di Nascita di un capolavoro del cinema, primo romanzo di Tom Hanks.

Il primo ruolo da protagonista grazie a Ron Howard in Splash

Figlio di un cuoco e di una cameriera, dopo la separazione fra i due Hanks inizia a viaggiare lungo gli Stati Uniti al seguito del padre. Inizia prestissimo a recitare, perlopiù in piccoli ruoli e soprattutto in serie televisive dei primi Anni 80 come Love Boat, Casa Keaton e Happy Days. Ed è proprio l’ex Richie Cunningham compagno di Fonzie della serie cult, ovvero Ron Howard, gli offre la prima opportunità da protagonista. È il 1984, Hanks ha 28 anni e si trova a recitare accanto a Daryl Hannah, la replicante di cui si innamora il cacciatore di taglie Harrison Ford in Blade Runner. Splash. Una sirena a Manhattan raccoglie un buon successo, lanciando la carriera di Hanks.

Tom Hanks, la storia del sorriso d'America
Una scena di Splash. Una sirena a Manhattan.

Dall’Oscar con Philadelphia a Forrest Gump

Siamo nell’America reaganiana, impazzano gli eroi muscolari di Stallone e Schwarzenegger, Hanks si ritaglia una posizione in ruoli brillanti, ma il momento di svolta nella carriera  arriva alcuni anni dopo, in tutt’altra temperie. Nel ’93 è il protagonista di Philadelphia in cui interpreta il ruolo di Andrew Beckett, l’avvocato yuppie e omossessuale che, scoperto di aver contratto l’Aids, inizia un travagliato percorso di cambiamento interiore. Film di Jonathan Demme, con quella memorabile canzone di Bruce Springsteen, Streets of Philadelphia, a farne il ritratto di una generazione. Hanks vince un Oscar. Ma è solo l’inizio perché l’anno successivo interpreta il suo personaggio più importante, Forrest Gump, l’ingenuo antieroe che attraversa 30 anni di storia americana, trovando ovunque del buono, perfino nella sporca guerra del Vietnam, dove salva i suoi commilitoni e trova una via di salvezza per l’arrabbiato tenente Dan, facendolo uscire dal cliché del reduce senza speranze. È un personaggio che lo plasma e che si porterà dietro per sempre, volentieri o suo malgrado non importa, sulle dune della Normandia di Salvate il soldato Ryan o su quelle di Okinawa. Due battaglie tremende, due carneficine, attraversate con il passo sicuro di chi sente di essere in missione per qualcosa di superiore, forse il diritto alla felicità, forse il buon vecchio sogno americano non importa.

 

È morta Elaine Devry, attrice di Atomicofollia e Perry Mason

Elaine Devry, attrice americana nota per aver recitato in Atomicofollia e Una guida per l’uomo sposato, è morta all’età di 93 anni. La star californiana si è spenta il 20 settembre scorso nella sua casa di Gran Pass, nell’Oregon, dove viveva dopo aver lasciato il cinema. Ad annunciarlo, come hanno confermato Deadline e Hollwood Reporter, il servizio di pompe funebri della sua città sul sito web ufficiale. In carriera ha preso parte a una dozzina di film e serie tivù, di cui una condotta dal futuro presidente degli Stati Uniti Ronald Reagan, prima di ritirarsi dalla recitazione già negli Anni 70. Quarta delle otto mogli del comico premio Oscar Mickey Rooney, grazie a cui ottenne il primo ruolo in una produzione di Hollywood, in gioventù aveva lavorato anche come modella.

Elaine Devry, gli inizi come modella e il debutto al cinema

All’anagrafe Thelma Elaine Mahnken, nacque il 10 gennaio 1930 a Compton, in California. Ancora 15enne, durante gli studi al College della sua città, lavorò come modella posando per diversi fotografi. Si traferì poi nel Montana, a Buttle, dove appena 18enne nel 1948 sposò la sua prima fiamma del liceo Dan Ducich, un giovane talento del basket. Le nozze durarono appena quattro anni, dato che divorziarono nel 1952, poco dopo che l’uomo venne arrestato per rapina a mano armata. L’Hollywood Reporter ha ricordato come Dan Ducich si sia poi suicidato nel 1954 con un colpo di pistola a soli 28 anni, in una stanza d’albergo. Intanto Elaine Devry era tornata in California, dove incontrò la star della commedia di Hollywood Mickey Rooney. I due si innamorarono subito e si sposarono nel 1954.

Elaine Devry ha recitato anche in una serie condotta da Ronald Raegan. Si ritirò negli Anni 70, salvo tornare un'ultima volta nel 1999.
Elaine Devry nel film Una guida per l’uomo sposato (Screenshot YouTube).

Fu proprio Rooney a dare avvio alla carriera da attrice di Elaine Devry, trovandole una parte nel film The Atomic Kid, uscito in Italia come Atomicofollia, dove ha interpretato un’infermiera. Nello stesso anno recitò in un episodio di General Electric Theatre, serie antologica condotta da Ronald Reagan. Nel 1958 la coppia di separò, complice l’ennesimo flirt di Rooney, che nella sua vita si è sposato otto volte. Elaine Devry però proseguì recitando in Bambola cinese del 1958, Man-Trap del 1961 e soprattutto Una guida per l’uomo sposato, diretto da Gene Kelly. È poi apparsa in varie produzioni per la televisione, da Perry Mason a Death Valley Days e Family Affair prima di lasciare la recitazione negli Anni 70. È tornata un’ultima volta nel 1999, entrando nel cast di Heart to Heart.com. Nel 1975 aveva sposato l’attore Will White, incontrato 15 anni prima sul set di The Dick Powell Theatre.

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James Bond, il nuovo film è ancora lontano: «Ci vorrà tempo»

Per il nuovo film di James Bond bisognerà attendere. Lo ha rivelato, in un’intervista esclusiva al Guardian, la produttrice statunitense Barbara Broccoli, che ha preso le redini della saga con Goldeneye nel 1995. «C’è ancora una lunga strada da percorrere», ha spiegato, anticipando tempi lunghi prima di conoscere novità sul prossimo capitolo dell’agente segreto di Sua Maestà. Dopo l’addio di Daniel Craig, che ha lasciato i panni di 007 con No Time to Die del 2021, è in progetto una «reinvenzione del personaggio», che racconterà l’era contemporanea. «Ogni Bond ci occupa per tre o quattro anni», ha proseguito la produttrice al quotidiano britannico, che ha poi puntualizzato come la saga non approderà mai direttamente in streaming. «Il nostro obiettivo è realizzare lungometraggi per il cinema, non abbiamo mai voluto fare televisione».

Barbara Broccoli, produttrice della saga di James Bond, ha parlato del nuovo film. Alcuni rumors anticipano Christopher Nolan alla regia.
Barbara Broccoli, storica produttrice di James Bond (Getty Images).

James Bond, l’addio di Daniel Craig e i rumors su Christopher Nolan

Broccoli, che dirige la saga su 007 con il fratellastro Michael G. Wilson dopo la morte del padre Albert, ha sottolineato come ogni James Bond ricalchi l’epoca in cui vive. È per questo fondamentale modernizzare e ricostruire il carattere e il comportamento del personaggio a ogni cambio di attore. «Con Goldeneye tutti mi dicevano che la Guerra fredda era ormai finita e il muro di Berlino caduto, quindi nessuno aveva bisogno di James Bond», ha raccontato al Guardian. «Si sbagliavano di grosso». Da allora infatti sono sbarcati altri tre capitoli con Pierce Brosnan e i cinque con Daniel Craig, capace di dare una nuova sfaccettatura all’agente segreto. «Ci ha permesso di scavare nella scena emotiva di 007», ha spiegato la produttrice. «I fan inoltre erano pronti per questo cambio di ritmo nella storia».

Prima di delineare i tratti del nuovo James Bond, tuttavia, il personaggio principale dei film è il villain. Dare un’identità all’antagonista è, secondo Barbara Broccoli, il punto di partenza ideale per tratteggiare la storia. «Di cosa ha paura il mondo?», ha spiegato la produttrice all’Hollywood Reporter. «Chi può essere il cattivo perfetto per combattere contro Bond? Sono le domande che ci poniamo quando ci sediamo a scrivere un nuovo progetto». La questione geopolitica si interseca sempre più con la sfera personale, impattando più o meno sulle relazioni sentimentali e sulla famiglia di 007. «Vogliamo considerare tutto quello che affronterà nel corso della sua missione». Sebbene la strada da percorrere sia ancora lunga, però, iniziano a circolare i primi rumors sul prossimo regista. Alcuni media Usa hanno infatti suggerito che Christopher Nolan, autore dell’acclamato Oppenheimer, avrebbe avuto contatti con Broccoli prima dello sciopero a Hollywood per dirigere due capitoli.

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Il nuovo 007 potrebbe essere Aaron Taylor-Johnson

In attesa di annunci ufficiali, sin dall’addio di Daniel Craig i media americani e britannici si interrogano su chi possa prenderne il testimone. L’ultima star a finire al centro dell’attenzione è stato Aaron Taylor-Johnson, noto per i suoi ruoli in Kick-Ass e Nowhere Boy nonché vincitore del Golden Globe per Animali notturni nel 2016. «Non spetta a me dire nulla in proposito», ha dichiarato ad agosto l’attore alla rivista People. «Come ho spiegato altre volte, voglio solo concentrarmi sul mio lavoro e trovare il giusto ritmo». Parole che, per gli insider, rafforzerebbero le voci di corridoio su un suo coinvolgimento. Già a maggio Taron Egerton, volto di Elton John nel biopic Rocketman, si era detto fuori dai giochi in quanto la produzione aveva già trovato il nuovo Bond. Insomma, non solo la morte, ma anche il cinema può attendere.

Barbara Broccoli, produttrice della saga di James Bond, ha parlato del nuovo film. Alcuni rumors anticipano Christopher Nolan alla regia.
Aaron Taylor-Johnson potrebbe essere il nuovo Bond (Getty Images).

Sciopero attori, la proposta Clooney non decolla

La generosa proposta lanciata da George Clooney e altre star di serie A per sbloccare la vertenza degli attori di Hollywood è stata prontamente rispedita al mittente: «Grazie, ma no grazie», ha detto la presidente della Sag-Aftra, Fran Drescher, spiegando, in un video postato su Instagram, perchè quanto suggerito dai divi «non avrebbe alcun impatto sul contratto per il quale stiamo scioperando».

La proposta di Clooney era quella di abolire il tetto della quota associativa

Clooney, affiancato da altri attori tra cui, Scarlett Johansson, Kerry Washington, Tyler Perry, Bradley Cooper, Meryl Streep, Robert De Niro, Ben Affleck, Jennifer Aniston, Reese Witherspoon, Emma Stone, Laura Dern e Ryan Reynolds, che erano tutti presenti allo zoom con la Dreschner e il capo negoziatore Duncan Crabtree-Ireland, aveva proposto di abolire il tetto che blocca a un milione di dollari il massimo della quota associativa che le star devono pagare per essere membri del sindacato. Secondo i calcoli di Clooney, questo porterebbe a un’iniezione di fondi da 50 milioni di dollari all’anno (sulla base di un pool di 160 divi che guadagnano una media di 21 milioni di dollari all’anno): una cifra che potrebbe essere usata, ad avviso delle star, per coprire il gap che separa le richieste della Sag con quanto sono pronti a sborsare i produttori.

La presidente Dreschner ha respinto l’idea

«Il problema è che questo non ha nulla a che fare con il contratto. È come paragonare mele alle arance», ha continuato la Dreschner spiegando che sono gli studi a dover aprire il portafoglio per pagare equamente chi sta davanti alla macchina da presa. Clooney aveva proposto inoltre di ristrutturare la distribuzione dei profitti dello streaming in modo che i colleghi che guadagnano meno siano i primi ad essere pagati. Niente spiragli dunque, mentre l’agitazione cominciata a metà luglio si avvia a superare, il 21 ottobre, il traguardo del centesimo giorno. Intanto, a rendere ancora più amara la vita di attori da mesi senza lavoro, la Sag ha vietato agli iscritti al sindacato di scegliere costumi di Halloween ispirati a film e serie tv di successo come Barbie e Mercoledì per poi postare le loro immagini sui social media: sarebbe una forma di promozione indiretta vietata dal codice dell’agitazione.

È morto Burt Young, il Paulie Pennino di Rocky

Burt Young, attore celebre per aver interpretato Paulie Pennino nella saga di Rocky, è morto l’8 ottobre a 83 anni. Lo ha annunciato a distanza di 10 giorni sua figlia Anna Morea Steingieser con una nota riportata dal New York Times. Ex pugile del Queens, ha vestito i panni del migliore amico di Balboa in tutti i sei film dell’esalogia originale, unico personaggio assieme al protagonista e all’allenatore Tony Evers. Per la sua performance ha ottenuto anche una nomination agli Oscar come Miglior attore non protagonista nel primo capitolo della saga. In carriera ha legato la sua celebrità anche a Chinatown del 1974 al fianco di Jack Nicholson e a Il Papa del Greenwich Village con Mickey Rourke. Il saluto commosso di Sylvester Stallone su Instagram: «Addio amico mio, mancherai moltissimo a me a al mondo. Riposa in pace».

Burt Young ha recitato anche per Sergio Leone

All’anagrafe Geraldo “Jerry” Tommaso DeLouise, nacque da genitori di origine italiana il 30 aprile 1940 nel Queens di New York. Suo padre era meccanico che divenne insegnante di liceo, mentre sua mamma era impiegata come sarta. Mentendo sulla sua età, si unì ai Marines a soli 16 anni, prima di studiare recitazione all’Actor Studio di Lee Strasberg. Ha proseguito la sua carriera interpretando principalmente personaggi duri e ruoli italo-americani sia per la televisione sia per il cinema. Fra questi ha vestito i panni di Joe nel film C’era una volta in America di Sergio Leone. Numerose le sua apparizioni come ospite in televisione in serie come M*A*S*H, The Rockford Files, Baretta e Law & Order.

Burt Young, volto di Paulie nei sei film di Rocky, è morto l'8 ottobre a 83 anni. Figlio di italo-americani, recitò anche per Sergio Leone
Burt Young nel 2’13 (Getty Images).

Taylor Swift vince il weekend al botteghino in Italia e nel mondo

Taylor Swift si conferma regina dello spettacolo. Il suo film-concerto Eras Tour, uscito in sala il 13 ottobre, ha dominato il box office mondiale, prendendosi lo scettro sia negli Usa sia in Italia. Oltreoceano ha infatti incassato 96 milioni di dollari, un record assoluto per un progetto musicale al cinema. Battuto il precedente primato di Justin Bieber, che nel 2011 con il suo Never Say Never si fermò a 73 milioni. Nel mondo il docufilm della popstar di West Reading ha raggiunto i 128 milioni di dollari, mentre in Italia ha totalizzato 746 mila euro. Un risultato non indifferente, come testimoniano i dati Cinetel, se si considera che la distribuzione è avvenuta in appena 170 sale e il biglietto è costato circa 20 euro. Nel Belpaese, Eras Tour ha sfiorato le 40 mila presenze, fermando il numero di spettatori paganti a 38 mila 209.

L'Eras Tour di Taylor Swift ha incassato 746 mila euro in Italia. Apertura da 128 milioni al botteghino globale, record per un film-concerto.
Taylor Swift durante un live dell’Eras Tour in Arizona (Getty Images).

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Taylor Swift dall’Italia agli Usa, i record battuti dal suo Eras Tour

In Italia, il film-concerto Eras Tour tornerà in sala per altri tre weekend. Gli Swifties, esercito dei fan della popstar, potranno andare al cinema dal 19 al 22 ottobre, dal 26 al 29 ottobre e dal 2 al 5 novembre. Quasi certo dunque il record di incassi per un docufilm musicale, attualmente in mano ai BTS con 800 mila euro grazie a Yet to Come in Cinemas di febbraio 2023. Il progetto di Taylor Swift ha dominato il box office nel Regno Unito, ma anche in Germania, Australia e Messico. È però negli States che ha fatto registrare numeri finora ottenuti soltanto dai film di Hollywood. Si tratta infatti il miglior esordio di tutti i tempi nel mese di ottobre, di poco avanti a Joker con Joaquin Phoenix.

Entrando nel dettaglio dei biglietti venduti dall’Eras Tour di Taylor Swift, l’Hollywood Reporter ha mostrato un’ampia prevalenza femminile in sala. Le donne hanno rappresentato l’82 per cento del pubblico pagante, il 63 per cento del quale con un’età compresa fra 18 e 34 anni. Il 17 per cento degli spettatori aveva meno di 20 anni, mentre il 32 per cento fra 25 e 34 anni. «Siamo grati a Taylor Swift per averci permesso di dare a tutto il mondo quest’opportunità», hanno spiegato i vertici di AMC, maggiore catena cinematografica americana. «La sua performance ha fatto cantare e ballare chiunque». Prima dell’uscita di Eras Tour, nessun film-concerto aveva raggiunto i 90 milioni di dollari. Il record apparteneva a Never Say Never di Justin Bieber con 73 milioni, uno in più di This is It, docu postumo di Michael Jackson che si fermò a 72,1.

Il botteghino in Italia, da L’esorcista al film di Claudio Bisio

Alle spalle di Taylor Swift si è piazzato l’horror L’esorcista – Il Credente con altri 659 mila euro, salendo così a un totale di 2,2 milioni. Sul gradino più basso del podio Dogman, nuovo lungometraggio di Luc Besson già applaudito alla Mostra del Cinema di Venezia. Al suo debutto, il film ha incassato 466 mila euro con una media di circa 1200 per sala. Fra le nuove uscite, è entrato in Top 10 anche L’ultima volta che siamo stati bambini, esordio alla regia di Claudio Bisio, con 448 mila euro. Resistono ancora Assassinio a Venezia e Io capitano di Matteo Garrone, che rispettivamente hanno raggiunto il totale di 7,7 e 3,3 milioni di euro.

Angelina Jolie è Maria Callas nel film di Pablo Larraín

Angelina Jolie diventa Maria Callas nelle prime immagini del film di Pablo Larraín. Il regista cileno, autore di El Conde premiato alla Mostra del Cinema di Venezia per la miglior sceneggiatura, dirigerà infatti un nuovo lungometraggio che racconterà gli ultimi giorni di vita della cantante lirica nella sua casa di Parigi. Basato su testimonianze reali, il progetto dal titolo Maria racconterà la storia meravigliosa ma anche tragica della leggendaria soprano, considerata una vera icona del suo tempo. «Sono davvero entusiasta di iniziare la produzione», ha dichiarato a Deadline il regista sudamericano. «Spero di far conoscere a tutto il mondo la straordinaria vita di una donna unica come Maria Callas». Nel cast anche gli italiani Pierfrancesco Favino, Alba Rohrwacher e Valeria Golino.

Angelina Jolie è Maria Callas, le riprese dureranno due mesi

Già in corso le riprese, che dureranno circa otto settimane tra Parigi, Milano, Budapest e zone della Grecia. Come ha riportato l’Hollywood Reporter, infatti, in quanto indipendente la produzione ha potuto firmare un accordo con il sindacato Sag-Aftra, attualmente in sciopero, per poter lavorare nonostante il fermo. Quanto alla sceneggiatura, l’intero copione era stato ultimato già prima della protesta della Writers Guild, conclusa a fine settembre con la ratifica di un nuovo accordo fra showrunner e produttori. L’autore è Steven Knight, già noto per aver lavorato nel team del film Spencer con Kristen Stewart e sulla serie Netflix Peaky Blinders. I costumi che Angelina Jolie indosserà per interpretare Maria Callas si baseranno sugli abiti originali che la cantante lirica utilizzò in scena e durante la vita quotidiana, fra cui anche pellicce d’epoca.

Il regista Pablo Larraín ha rilasciato le prime foto del suo film su Maria Callas, interpretata da Angelina Jolie. Riprese in corso a Parigi.
Angelina Jolie nei panni di Maria Callas in una foto diffusa online (X).

«Raccogliere l’eredità di Maria Callas e raccontarne la vita è una forte responsabilità», aveva dichiarato a ottobre 2022 Angelina Jolie nell’annunciare il progetto. «Darò tutto quello che posso per affrontare questa sfida al meglio. Avere la possibilità di interpretarla sotto la direzione di Pablo (Larraín, ndr.) è un sogno». Per la star di Hollywood sarà il ritorno nella recitazione a due anni di distanza dal suo ultimo progetto, il film Eternals dei Marvel Studios sbarcato in sala nel 2021. Nel frattempo ha infatti iniziato a dedicarsi alla regia con il suo nuovo progetto Without Blood che, girato fra Roma e Puglia, adatterà il romanzo di Alessandro Baricco Senza sangue.

Box Office in Italia, L’esorcista – Il credente re degli incassi al cinema

L’horror domina il box office italiano con due film sul podio dei maggiori incassi nel weekend dal 5 all’8 ottobre 2023. In testa si è piazzato L’esorcista – Il credente, sesto progetto della saga inaugurata nel 1973 dal cult di William Friedkin, di cui rappresenta il primo sequel diretto. Distribuito da Universal in 387 sale, ha totalizzato poco più di 1,1 milioni di euro per quasi 150 mila presenze, con una media di 3800 euro per ogni cinema. Prodotto da Blumhouse, l’horror di David Gordon Green – già dietro la macchina da presa degli ultimi tre film di Halloween – vede il ritorno di Ellen Burstyn nei panni di Chris MacNeil, mamma della piccola Regan posseduta ne L’esorcista. In produzione anche due altri film, in arrivo non prima del 2025.

Box Office Italia, Assassinio a Venezia regge l’impatto degli horror

Secondo gradino del podio per Assassinio a Venezia di e con Kenneth Branagh nei panni del detective Poirot. A un mese dalla sua uscita in sala, il terzo capitolo della saga che adatta i romanzi di Agatha Christie ha infatti incassato altri 574.924 euro sfondando il muro dei 7 milioni in totale. Battuto così il predecessore Assassinio sul Nilo che nel febbraio 2022 si era fermato a 5,6 milioni. Ancora lontano invece il primo film, Assassinio sull’Orient Express, che contando su un cast stellare totalizzò oltre 14 milioni di euro. Horror ancora protagonista del box office in Italia con Talk to Me, opera prima degli sceneggiatori nonché youtuber Danny e Michael Philippou. Il film, nel cui cast recita Miranda Otto (Eowyn ne Il Signore degli Anelli), ha incassato nel Belpaese altri 444.437 euro raggiungendo il totale di 1 milione 405 mila nel suo secondo weekend di programmazione.

Il nuovo capitolo de L'esorcista vince il weekend 5-8 ottobre al box office. Sul podio anche Assassinio a Venezia e Talk to Me. Gli incassi.
Kenneth Branagh, regista e protagonista di Assassinio a Venezia (Getty Images).

Importante da segnalare, tra le nuove uscite, il risultato di Volevo un figlio maschio di Neri Parenti. Il nuovo film con protagonista Enrico Brignano ha infatti incassato al box office italiano 381.889 euro per circa 55 mila spettatori paganti. In Top 10 anche Nata per te, film che racconta la storia vera di Luca Trapanese, il primo single omosessuale ad aver adottato una bambina affetta da sindrome di Down. Il progetto di Fabio Mollo con Teresa Saponangelo e Pierluigi Galante ha incassato 250 mila euro. Male invece The Creator, il capitolo post-apocalittico sull’intelligenza artificiale con John David Washington. A quasi due settimane dall’uscita ha incassato appena 938.073 euro, confermando i dati mondiali sotto le aspettative. Matteo Garrone con il suo Io capitano invece ha quasi raggiunto i 3 milioni di euro,  fermandosi a 2,9 milioni.

È morto Keith Jefferson, attore di Django Unchained e The Hateful Eight

Keith Jefferson, attore apparso in diversi film di Quentin Tarantino, è morto giovedì 5 ottobre all’età di 53 anni. Lo ha rivelato la sua agente Nicole St. John all’Hollywood Reporter. Solo ad agosto aveva annunciato di avere il cancro. «Ogni tanto Dio ti lancia una sfida e lascia a te il compito di risolverla», aveva scritto sul suo profilo Instagram dopo la diagnosi. «All’inizio non l’ho detto a nessuno, nemmeno alla mia famiglia. Grazie alla mia fede ho trovato la forza di parlarne». Per Tarantino ha recitato in Django Unchained, The Hateful Eight e C’era una volta a Hollywood. Il 13 ottobre uscirà su Prime Video il suo ultimo film, The Burial, al fianco dell’amico Jamie Foxx che lo ha salutato in lacrime sui social. «Fa malissimo, ci vorrà molto tempo prima che questa cosa guarisca», ha scritto la star su Instagram. «Avevi un’anima straordinaria e un cuore puro».

Keith Jefferson, la carriera e i nuovi progetti in cantiere

Originario di Houston, dove era nato il 7 aprile 1970, aveva completato gli studi in teatro musicale presso la US International di San Diego, prima di specializzarsi in recitazione all’Università dell’Arizona. Al college aveva già incontrato Jamie Foxx, con cui strinse un legame di amicizia indissolubile che lo ha portato a vari progetti sul grande schermo. Esordì nel 1995 con A proposito di donne, film di Herbert Ross con Woopy Goldberg e Drew Barrymore. Ha poi preso parte al lungometraggio Buffalo Soldiers con Joaquin Phoenix e persino a un capitolo della saga de La signora in giallo con Angela Lansbury nel 2001. Due anni prima aveva anche lavorato con Foxx nel suo Jamie Foxx Show.

Grande amico di Jamie Foxx, Keith Jefferson sarà in The Burial su Prime Video il 13 ottobre. Aveva 53 anni, da agosto combatteva il cancro.
Keith Jefferson assieme all’amico Jamie Foxx (Foxx, Instagram).

Nel 2012 ha poi iniziato la sua collaborazione con Quentin Tarantino, che lo ha scelto per gli ultimi suoi tre film. È infatti apparso nei panni di Pudgy Ralph in Django Unchained, ha interpretato Charly in The Hateful Eight e il pirata Keith in C’era una volta a Hollywood. Fra le ultime performance si ricordano quella nel 2022 in Day Shift – A caccia di vampiri, sempre al fianco di Jamie Foxx, con cui ha recitato anche nel 2023 in The Burial. «Ho lavorato con un cast stellare», aveva scritto Keith Jefferson su Instagram condividendo il trailer del film. «È il progetto più importante della mia vita». Oltre al cinema, ha portato avanti una carriera sul palcoscenico dei teatri, recitando in varie produzioni itineranti negli States, tra cui l’Otello. La sua agente ha rivelato che stava lavorando a nuovi film e progetti su cui «non vedeva l’ora di mettersi all’opera».

Non solo Jamie Foxx, gli omaggi di amici e colleghi

«Ho difficoltà a guardare questa foto», ha postato Jamie Foxx su Instagram. «Rivivere i ricordi di noi che ci divertiamo assieme, da quando ci siamo incontrati al college. Sei stato in ogni modo incredibile, mancherai tantissimo amico mio». Numerosi i commenti al post di amici e maestranze di Hollywood, tra cui spunta la costumista Arianne Phillips. «Sono devastata», ha scritto sotto la foto di Foxx, ricordando i tempi in cui ha potuto lavorare con Keith Jefferson. «Era una persona gentile e divertente, devota ad amici e parenti». Ha consegnato invece a un messaggio su X il suo dolore l’attrice Tangie Ambrose, che ha dovuto «salutare un carissimo amico, la cui anima è ora libera». Assieme alle sue parole, ha pubblicato anche un video con una lunga carrellata di scatti personali con Jefferson.

Morto Michael Gambon, interpretò Silente in Harry Potter

Il cinema piange la morte di Michael Gambon. L’attore britannico, noto soprattutto per aver interpretato Albus Silente nella saga di Harry Potter, è morto in ospedale per un attacco di polmonite. Ad annunciarlo la moglie Anne e il figlio Fergus in una dichiarazione riportata da Bbc e Guardian: «Siamo devastati, era un padre e un marito amato. Vi chiediamo di rispettare la nostra privacy in un momento così doloroso». Noto in patria anche come The Great Gambon (Il grande Gambon), ha legato la sua fama alla saga fantasy tratta dai romanzi di J.K. Rowling, ma ha recitato in decine di altri lungometraggi. Si ricordano, tra gli altri. Il cuoco, il ladro, sua moglie e l’amante del 1988 che lo consegnò al successo mediatico, ma anche Sleepy Hollow e The Insider. Aveva 82 anni.

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Michael Gambon, l’addio alla scuola e il successo al cinema

Originario di Dublino, dove nacque nel 1940, Michael Gambon lasciò la scuola all’età di 15 anni, ma non ricevette alcuna formazione attoriale nella recitazione. Giunto in Inghilterra per seguire suo padre, che fu poliziotto durante la Seconda guerra mondiale, iniziò un apprendistato in ingegneria l’anno successivo, ma molto presto entrò in contatto con il teatro. Inizialmente al lavoro per realizzare la scenografia del palco, passò grazie al suo talento alla recitazione con piccole parti negli spettacoli dello Unity Theatre e del Tower Theatre di Londra. Debuttò però come attore in una produzione dell’Otello nella sua Dublino nel 1962, unendosi rapidamente al National Theatre di Londra e continuando a lavorare sui palcoscenici del Regno Unito, a New York e in Germania.

L'attore britannico Michael Gambon, volto di Silente in Harry Potter, è morto all'età di 82 anni per una polmonite. La famiglia: «Devastati»
L’attore britannico Michael Gambon (Getty Images).

Curiosamente, Otello fu anche il suo primo film al cinema nel 1965. Ha poi preso parte a numerosi film di grande successo tra cui Gosford Park, Sleepy Hollow e la recente dilogia di Paddington. Tuttavia, a dargli la fama in tutto il mondo sono stati i film di Harry Potter, in cui ha vestito i panni del preside di Hogwarts Albus Silente dal terzo all’ottavo e ultimo capitolo. Subentrò nel 2003 per Harry Potter e il prigioniero di Azkaban infatti a Richard Harris, primo volto del professore nato dalla penna di J.K. Rowling, deceduto l’anno prima. La sua ultima apparizione risale al 2019 nel film Judy di Rupert Goold sulla vita dell’attrice Judy Garland. Numerose anche la sue apparizioni a teatro, dove ha recitato in opere di Samuel Beckett, William Shakespeare e Bertold Brecht.

Johnny Depp e il film su Modigliani: le anticipazioni di trama e cast

Con l’ingresso di Luisa Ranieri, si arricchisce sempre più il cast di Modi, film che Johnny Depp dirigerà sulla vita dell’artista italiano Amedeo Modigliani. Sebbene l’uscita sia prevista solo per il 2024, emergono nuovi dettagli sull’atteso ritorno alla regia del divo di Hollywood. Oltre che star del grande schermo, Depp è già stato una volta dietro la macchina da presa nel 1997 per il suo esordio da cineasta Il coraggioso, in cui vestì anche i panni del personaggio principale. Ancora pochi i dettagli sulla trama, che racconterà solo 48 ore che il pittore originario di Livorno trascorse a Parigi nel 1916. Le riprese sono attualmente in corso a Budapest e proseguiranno per alcune settimane. Direttore della fotografia sarà l’italiano Nicola Pecorini, che ha lavorato con Depp nel 1998 sul set di Paura e delirio a Las Vegas di Terry Gilliam.

Modi, trama e cast del film di Johnny Depp sull’artista italiano

Il nuovo film di Johnny Depp sarà un adattamento cinematografico dell’opera teatrale di Dennis McIntyre per mano di Jerzy e Mary Kromolowski. Nei panni del protagonista Modigliani ci sarà Riccardo Scamarcio, che tornerà dunque a interpretare un artista dopo aver vestito i panni di Caravaggio nel biopic di Michele Placido. Secondo le poche anticipazioni disponibili sulla trama di Modi, la storia seguirà dunque un breve lasso di tempo durante il soggiorno parigino dell’artista. Desideroso di mettere fine alla propria carriera e lasciare la città, il protagonista si ritroverà in fuga dalla polizia e si scontrerà con altre grandi personalità bohemien della sua epoca. Fra questi l’artista transalpino Maurice Utrillo, con il volto di Pierre Niney, e la sua musa nonché amante britannica Beatrice Hastings.

Nel 2024 uscirà l'atteso biopic di Johnny Depp su Amedeo Modigliani. Nel cast Riccardo Scamarcio e Luisa Ranieri, riprese a Budapest.
Riccardo Scamarcio al Festival di Cannes 2021 (Getty Images).

Luisa Ranieri sarà invece Rosalie, una modella che in quell’epoca posò per molti artisti, tra cui Modigliani. Sarà una figura importante durante le 48 ore di narrazione, anche se ancora non è noto in quale misura. Il protagonista incontrerà poi anche il bielorusso Chaim Soutine e il mercante d’arte polacco Leopold Zborowski. Tuttavia, la sua strada incrocerà anche quella del collezionista internazionale Maurice Gangnat, che avrà il volto di Al Pacino, pronto a stravolgere la sua vita. Non è ancora ufficiale il budget a disposizione di Johnny Depp ma, stando a quanto riporta il sito Imdb, non dovrebbe superare i 10 milioni di dollari.

Le prime foto dal set e le parole del produttore

Si moltiplicano intanto sui social network gli scatti rubati dal set ungherese della produzione, che mostrano le prime immagini della Parigi degli Anni 10. Johnny Depp non è apparso infastidito dai numerosi fan che si sono accalcati nella zona, dispensando anche sorrisi, selfie e autografi quando possibile. «È un progetto che assieme ad Al (Pacino, ndr.) inseguo da anni», aveva detto a maggio a Deadline il produttore Barry Nvidi nel presentare il film. «L’arguzia e la sensibilità di Depp, unite a un cast incredibile, faranno sì che il mio sogno si avveri».

Oppenheimer da record: è il biopic con gli incassi più alti di sempre

Non si ferma la corsa al botteghino di Oppenheimer. Il film di Christopher Nolan sul padre della bomba atomica ha infatti stabilito un nuovo record. Con oltre 912 milioni di dollari di incassi al 17 settembre in tutto il mondo, è il biopic più redditizio della storia del cinema. Battuto Bohemian Rhapsody, biografia di Freddie Mercury e dei Queen, che si era fermato a 910 milioni. Ottima anche la risposta in Italia, dove ha totalizzato altri 2,1 milioni nell’ultima settimana, arrivando a un totale di 24,7 dall’inizio della distribuzione. L’obiettivo principale è adesso superare 1 miliardo di incassi, insperato alla vigilia ma possibile grazie alle proiezioni del mercato statunitense e internazionale, soprattutto in Cina. «Gli ultimi chilometri della corsa sono sempre i più difficili», ha spiegato a Variety Paul Dergarabedian, analista senior di Comscor. «Ormai è però un vincitore assoluto».

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Oppenheimer e Bohemian Rhapsody uniti dalla presenza di Rami Malek

Curiosamente, sia in Oppenheimer sia in Bohemian Rhapsody, i due biopic più redditizi di sempre secondo i dati Box Office Mojo, è presente Rami Malek. Nel nuovo film di Nolan ha interpretato lo scienziato David L. Hill, apparendo soltanto per poche scene e soprattutto nella sezione finale della narrazione. Nel progetto sui Queen ha invece ricoperto il ruolo del protagonista, prestando il suo volto al frontman Freddie Mercury dagli albori fino alla scoperta dell’Aids e al concerto Live Aid. La sua performance gli è valsa anche il premio Oscar come “Miglior attore protagonista” oltre a un Golden Globe e a un Bafta. Il suo caso ricorda da vicino quello di Zoe Saldana, presente in quattro delle sei pellicole capaci di superare 2 miliardi di dollari al box office. Ha recitato nei due capitoli di Avatar di James Cameron e nei due film Marvel Avengers: Infinity War e Endgame.

Battendo Bohemian Rhapsody sui Queen, Oppenheimer è diventato il film biografico più redditizio. I numeri in Italia e nel mondo.
Rami Malek alla premiere mondiale del film Oppenheimer (Getty Images).

I dati del box office in Italia del weekend: vince Assassinio a Venezia

Quanto ai dati Cinetel in Italia, vincitore del weekend al botteghino è il nuovo film sul detective Poirot con Kenneth Branagh, Assassinio a Venezia. Il terzo capitolo sulle avventure nate dalla penna di Agatha Christie ha totalizzato 2,09 milioni di euro, aprendo meglio rispetto al predecessore Assassinio sul Nilo. Secondo posto per Oppenheimer con 1,3 milioni di euro, poco più rispetto all’horror The Nun 2 che si è fermato a 1 milione. Primo film italiano in classifica è Io Capitano di Matteo Garrone, peraltro fresco vincitore del Leone d’Argento e del Premio Mastroianni a Venezia. Ha incassato infatti 600 mila euro nel secondo weekend di programmazione, issandosi a un totale di poco superiore al milione. Seguono Jeanne du Barry con Johnny Depp e The Equalizer 3 con Denzel Washington, prima di trovare ancora Barbie. Il film con Margot Robbie ha raggiunto i 31,8 milioni di euro.

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