Archivio
- Novembre 2024 (39)
- Agosto 2024 (1)
- Dicembre 2023 (73)
- Novembre 2023 (1333)
- Ottobre 2023 (1631)
- Settembre 2023 (1468)
- Agosto 2023 (1417)
- Luglio 2023 (1389)
- Giugno 2023 (441)
- Maggio 2020 (30)
- Marzo 2020 (94)
- Febbraio 2020 (1)
- Gennaio 2018 (10)
Portanova alla Reggiana, Non una di meno: «Stupratori in campo non ne vogliamo»
La polemica sull’ingaggio di Manolo Portanova, calciatore di 23 anni ora alla Reggiana 1919, non si placa. Da giorni a Reggio Emilia tifosi e cittadini si dividono sull’arrivo dell’atleta, in prestito dal Genoa, ma al centro di una vicenda giudiziaria non ancora conclusa. Portanova è stato condannato in primo grado nel dicembre 2022 a sei anni di reclusione per stupro di gruppo. Nonostante il ricorso presentato dai legali del giocatore e l’appello previsto per il prossimo novembre, in tanti condannano il club per averlo accolto. In ultimo anche le femministe di Non una di meno, che hanno organizzato anche un sit-in di protesta «contro l’ennesima offesa alle vittime di violenza patriarcale che ha macchiato la nostra città».
Non una di meno: «Regaliamo prestigio agli uomini violenti»
Come riportato da Repubblica, il collettivo di femministe alza la voce e attacca: «Ecco come li trattiamo gli uomini violenti in questo paese, e ora anche nella nostra città: pur in presenza di una condanna da parte di un tribunale di Stato – anche se di primo grado, non importa – regaliamo loro prestigio e immunità sociale. Tutto questo è spaventoso, ma non ci ferma, non ci intimidisce». Non una di meno ha organizzato il sit-in con cui vuole condannare «una vicenda orribile, di cui si è resa scandalosa protagonista la dirigenza della Reggiana calcio».
Le attiviste: «Gli interessi economici valgono più di tutto»
Le attiviste ricordano che «Portanova non ha toccato un pallone in partite ufficiali dal dicembre scorso, tagliato fuori dallo stesso genoa. A gennaio era previsto il passaggio al Bari ma la protesta dei tifosi ne ha bloccato il trasferimento». Ora l’arrivo in Emilia: «È arrivata la Reggiana ad accogliere tra le sue braccia “materne” come risorsa da valorizzare per il rilancio della squadra, lo stupratore condannato. Che brutta storia». L’attacco prosegue: «In questo caso sono gli interessi economici e di prestigio della squadra a valere più di ogni altra cosa. Si decide di proteggere un uomo accusato e condannato per stupro in primo grado, di chiudere per così dire un occhio, di sminuire l’accaduto perché “la politica in certe cose non dovrebbe entrare, men che mai nello sport”. E poi: “L’iter processuale non è ancora terminato, si vedrà alla fine”».
Lo slogan: «Stupratori in campo non ne vogliamo»
Le attiviste di Non una di meno concludono: «Ci sentiamo dire ogni giorno, con stomachevole enfasi retorica, che le donne devono avere il coraggio di denunciare, ma poi non siamo credute, veniamo silenziate e messe in croce, mentre all’uomo violento viene data non solo un’altra possibilità, basata sulla cieca fiducia che si ripone nella sua innocenza, ma anche, come nel caso di Portanova, una bella e nuova opportunità lavorativa che impatta su una platea vastissima». Da qui lo slogan del sit-in: «Stupratori in campo non ne vogliamo».