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Hamas: «Kfir morto in un raid su Gaza». Dieci mesi, era il più piccolo degli ostaggi israeliani

Kfir Bibas, con i suoi 10 mesi il più piccolo degli ostaggi sequestrati da Hamas il 7 ottobre, sarebbe morto insieme alla madre Shiri e al fratello di 4 anni Ariel, a seguito di «bombardamenti sionisti» sulla Striscia di Gaza. Lo hanno annunciato su Telegram le Brigate Al-Qassam, ala militare di Hamas. Nei giorni scorsi i familiari di Kfir si erano mobilitati per chiedere la liberazione del piccolo e della sua famiglia. Non si hanno notizie del padre Yarden, ancora ostaggio nella Striscia di Gaza. Le forze di difesa israeliane stanno  «controllando la fondatezza» dell’annuncio relativo alla morte dei fratellini Bibas e della loro mamma. Lo ha detto il portavoce militare Daniel Hagari, aggiungendo che «Hamas continua a comportarsi in maniera crudele e inumana».

Attesa per la liberazione di altri 10 ostaggi israeliani

Secondo l’ultimo accordo stipulato tra Israele e Hamas, ogni giorno di proroga della tregua prevede la liberazione di 10 ostaggi israeliani e di 30 prigionieri palestinesi. Mousa Abu Marzook, funzionario dell’ufficio politico di Hamas aveva reso noto che gli ostaggi con cittadinanza russa in loro possesso saranno rilasciati «come omaggio al presidente Vladimir Putin». In serata le Brigate Al-Qassam hanno annunciato di aver liberato due donne di, appunto, nazionalità russa.

Dal Qatar filtra ottimismo per la proroga della tregua

«Guardando ai prossimi giorni, ci concentreremo sul fare il possibile per prolungare la tregua in modo da continuare a liberare più ostaggi e a ricevere più assistenza umanitaria». Lo ha detto il segretario di Stato americano, Antony Blinken, dopo l’incontro della Nato a Bruxelles e in vista della sua prossima visita in Israele. Dal Qatar filtra ottimismo per una nuova intesa, ma Tel Aviv ha già fatto sapere di non essere disposto a prolungare la pausa nei combattimenti oltre domenica 3 dicembre, per un totale di 10 giorni. «Dopo questa fase di rientro dei nostri ostaggi, Israele tornerà in guerra? La mia risposta è inequivocabilmente sì. Non c’è possibilità che non si torni a combattere fino alla fine», ha detto il premier israeliano Benyamin Netanyahu.

Hamas: «Kfir ucciso in un raid su Gaza». 10 mesi, era il più piccolo degli ostaggi israeliani. Morti anche il fratello di 4 anni e la madre.
I combattimenti proseguono in Cisgiordania (Ansa).

Ucciso in Cisgiordania il capo delle Brigate Jenin

La tregua riguarda la Striscia di Gaza, ma non la Cisgiordania, dove l’esercito israeliano ha ucciso il capo delle Brigate Jenin, Mohammad Zabeidi. Insieme a lui è stato eliminato anche un altro comandante, di cui non è stato diffuso il nome. Sempre a Jenin due bambini sono morti in un raid delle forze israeliane. Uno, di nove anni, è stato colpito alla testa, mentre l’altro, 15enne, è stato raggiunto al torace. Fonti locali e di sicurezza hanno riferito all’agenzia di stampa palestinese Wafa che l’esercito israeliano ha costretto i residenti del quartiere di ad-Damj a lasciare le loro case sotto la minaccia delle armi.

Hamas: «Kfir ucciso in un raid su Gaza». 10 mesi, era il più piccolo degli ostaggi israeliani. Morti anche il fratello di 4 anni e la madre.
Macerie nelle strade di Jenin (Ansa).

Guterres: «Muoversi verso una soluzione a due Stati»

«La popolazione di Gaza si trova nel mezzo di un’epica catastrofe umanitaria davanti agli occhi del mondo. Non dobbiamo distogliere lo sguardo». Lo ha detto il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres alla riunione del Consiglio di Sicurezza. «Sono in corso intensi negoziati per prolungare la tregua, cosa che accogliamo con grande favore, ma serve un vero cessate il fuoco umanitario e muoversi in modo determinato e irreversibile verso la soluzione a due Stati. Il fallimento condannerà palestinesi, israeliani, la regione e il mondo a un ciclo infinito di morte e distruzione».

In Aula alla Camera il 4 dicembre il salario minimo

Il provvedimento sul salario minimo sarà all’esame dell’Aula della Camera il prossimo 4 dicembre. Lo ha deciso la Conferenza dei capigruppo a Montecitorio. Sempre lunedì e sempre in discussione generale, cominceranno il proprio iter in Aula la legge delega europea e il decreto referendum. Mentre il provvedimento sulle guide turistiche è atteso in Aula per mercoledì 6 dicembre e il voto finale per il giorno dopo, 7 dicembre.

Lollobrigida alla Camera: «Sul treno polemiche pretestuose»

La fermata straordinaria del treno Roma-Napoli su cui viaggiava Francesco Lollobrigida è approdata alla Camera. Il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste si è presentato di fronte ai deputati per un question time durante il quale ha relazionato sulla vicenda. Lollobrigida ha risposto alle critiche: «La mia condotta è ascrivibile al ministero, le polemiche sono pretestuose. Sono certo che, se fossi rimasto comodamente seduto su quel treno, tra quelli che hanno polemizzato per il mio operato in questi giorni, avrei senz’altro trovato qualcuno che avrebbe trovato il modo di accusarmi perché lo Stato non era presente a Caivano».

Lollobrigida: «Nessuna pretesa»

Il ministro Lollobrigida ha proseguito: «Ho ritenuto di chiedere se era possibile effettuare una fermata straordinaria, senza alcuna pretesa di ricevere un trattamento di favore, ma nel pieno rispetto del regolamento delle Ferrovie dello Stato, che ben conosco, avendo svolto l’incarico di assessore regionale ai Trasporti. Aggiungo che, in questo caso, come dichiarato dai responsabili di Ferrovie dello Stato, non v’è stato alcun disagio ulteriore all’utenza, né costo aggiuntivo e che tutti i passeggeri hanno avuto la possibilità di scendere alla stazione di Ciampino. Sono certo di aver fatto il mio dovere: la mia presenza ad un’iniziativa come quella di Caivano rappresentava la vicinanza dello Stato in un territorio martoriato dalla criminalità».

LEGGI ANCHELa ridicola corsa al giustificazionismo sul treno di Lollobrigida

Il ministro ha citato Don Patriciello

Poi Lollobrigida ha concluso citando Don Patriciello: «Credo che più di quanto possa dire io, valgono le parole del sacerdote simbolo della rinascita di Caivano a dare il senso della mia visita: “È normale che il ministro Lollobrigida abbia fatto di tutto per esserci a Caivano. Va capito, lo aspettavano comandanti dei carabinieri, esponenti della società civile, sottosegretari, ma soprattutto i cittadini. È bello quando lo Stato dimostra di voler essere così presente”». Le opposizioni, però, non sono convinte e il Pd ha chiesto di calendarizzare un’informativa del ministro dei Trasporti Matteo Salvini sul caso.

A2A, il Life Talk dedicato all’ambiente su circolarità e rigenerazione delle risorse

Una nuova tappa del progetto di A2A per promuovere una riflessione sulla gestione responsabile delle risorse e la salvaguardia degli elementi necessari alla vita. Dopo l’appuntamento di luglio dedicato all’acqua, il secondo Life Talk dal titolo Non c’è vita senza terra. Rigenerazioni si è focalizzato sulle tematiche legate all’ambiente. Il Gruppo, in partnership con l’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo (CN) – centro di eccellenza per lo studio della sostenibilità e sovranità dei sistemi alimentari – ha avviato un percorso accademico con il coinvolgimento di key opinion leaders ed esperti del mondo scientifico per indagare il rapporto fra la vita umana e l’ambiente, il cui equilibrio rappresenta una sfida per il futuro.

Circolarità e rigenerazione delle risorse al centro del dibattito di A2A

L’incontro è stato un’occasione per riflettere con gli studenti dell’Ateneo di Pollenzo sull’importanza delle risorse naturali e sulla necessità di ripensare i modelli economici, produttivi, sociali ed organizzativi per renderli più sostenibili. Circolarità e rigenerazione sono state le tematiche al centro del dibattito. Partendo dall’importanza di adottare comportamenti di consumo responsabile e favorire una gestione circolare delle risorse, la riflessione ha infatti abbracciato il concetto di rigenerazione – un ulteriore passo avanti rispetto alla preservazione dell’ambiente e dei suoi elementi, affinché le risorse naturali possano rinnovarsi. L’evento si è aperto con il keynote speech di Stefano Mancuso, neurobiologo delle piante e direttore del Laboratorio internazionale di neurobiologia vegetale (Linv) dell’Università degli Studi di Firenze, incentrato sulla necessità di ripensare le nostre città, tornando a concepire il luogo in cui si vive come un ambiente connesso alla natura, aspetto imprescindibile per la sopravvivenza e il benessere delle specie.

A2A, il Life Talk dedicato all'ambiente su circolarità e rigenerazione delle risorse
Life Talk di A2A (LinkedIn A2A).

Poi si è passati al dibattito sulla rigenerazione, cui hanno preso parte Renato Mazzoncini, amministratore delegato del Gruppo A2A, e Oscar Farinetti, fondatore di Eataly e amministratore delegato dell’azienda vitivinicola Fontanafredda. I due esperti hanno indagato il significato del concetto di rigenerazione declinandolo in quattro ambiti di azione – ecosistemica, energetica, urbana e culturale – e raccontato esempi di filiere sostenibili e di creazione di nuove risorse, sotto forma di materia ed energia, grazie al biometano. In chiusura l’intervista condotta dal giornalista Mario Calabresi dal titolo Cibo e cultura: un approccio rigenerativo per il futuro, con i contributi dello chef Franco Aliberti, della reporter scientifica Silvia Lazzaris, e della ricercatrice e ambientalista Valeria Margherita Mosca.

Mazzoncini: «Investiamo 1,5 miliardi all’anno per l’ambiente»

Questo il commento di Mazzoncini all’iniziativa: «Pollenzo è un’università iconica per le scienze enogastronomiche, che sono uno degli elementi importanti per la decarbonizzazione. Occuparsi di transizione ecologica significa anche occuparsi di uso responsabile del cibo, saper riciclare ad esempio gli scarti agroalimentari o della zootecnia è un elemento fondamentale della formazione dei ragazzi. Come life company A2A sta continuando ad investire circa 1,5 miliardi all’anno sia in impianti per la transizione energetica, per le energie rinnovabili, sia per l’economia circolare, per esempio, con la produzione di biometano. Tutti impianti che concorrono alla decarbonizzazione del Pianeta».

La presentazione del secondo documentario realizzato con Will Media

Durante l’evento è stato infine presentato il secondo documentario nato dalla collaborazione fra A2A e Will Media dal titolo Rigenerazione, in cui Mattia Battagion – head of Sustainability di Will Media – racconta alcuni esempi di come la sostenibilità possa concretizzarsi in progetti di rigenerazione. Grazie al contributo di esperti e addetti ai lavori, viene mostrato come l’innovazione e l’impegno per la salvaguardia dell’ambiente possano contribuire al benessere delle future generazioni.

Ita Airways cancella la tratta Milano-New York dall’8 gennaio 2024

Ita Airways ha deciso di cancellare ufficialmente il collegamento Malpensa-New York, l’unico della principale compagnia aerea italiana nello scalo intercontinentale di Milano e una delle tratte più redditizie del Paese. L’ultimo decollo, del volo AZ604, è previsto per domenica 7 gennaio 2024 con destinazione all’aeroporto JFK.

Cosa fare se si è prenotato un volo dopo il 7 gennaio

Secondo quanto apprende il Corriere, le circa 7 mila persone che hanno prenotato un volo dall’8 gennaio fino a novembre 2024 hanno due opzioni: riprenotare un altro volo di Ita con scalo a Roma Fiumicino, o richiedere il rimborso dell’intero costo del biglietto.

LEGGI ANCHE: Così Ita Airways sta tornando Alitalia

Le motivazioni dietro lo stop

La motivazione principale che ha spinto la compagnia aerea a cancellare il collegamento è l’eccessiva concorrenza sulla rotta Milano-New York, che vede la presenza di compagnie grandi come Delta Air Lines, American Airlines, United Airlines ed Emirates. Inoltre, l’assenza di altri voli di Ita su Malpensa non ha aiutato sul fronte della sostenibilità economica. Ita Airways continuerà i suoi servizi a Linate, il city airport dove ha il 60 per cento degli slot, ma che non effettua voli intercontinentali.

Neymar lasciato da Bruna Biancardi dopo messaggi a una modella di Only Fans

Non c’è pace per Neymar. Dopo il grave infortunio patito in Nazionale, il calciatore brasiliano è alle prese con la rottura del rapporto con Bruna Biancardi. Ad annunciare la fine della relazione è stata la stessa modella, che sui social ha fatto chiarezza, poche ore dopo la notizia di un nuovo presunto tradimento da parte di Neymar. Biancardi ha dichiarato: «È una questione particolare, ma visto che sono quotidianamente legata a notizie, voci e battute, comunico che non ho nessuna relazione con nessuno. Siamo i genitori di Mavie e questo è il motivo del nostro legame. Spero che smettiate di collegarmi alle frequenti notizie. Grazie mille».

Neymar lasciato da Bruna Biancardi dopo messaggi a una modella di Only Fans
L’annuncio di Bruna Biancardi nelle stories di Instagram

I presunti messaggi di Neymar: «Hai tue foto nude?»

Alla base della decisione sembra esserci la scoperta fatta dalla ragazza dei messaggi inviati dall’ormai ex fidanzato a una modella di Only Fans. Neymar avrebbe scritto: «Hai tue foto nude?». E lei avrebbe risposto: «Sì, ma ti devi abbonare per vederle». I media brasiliani hanno riportato la notizia riscrivendo anche i messaggi privati tra i due. Poche ore dopo è arrivato l’annuncio di Bruna Biancardi. A inizio mese, la coppia ha vissuto momenti di paura quando tre uomini hanno fatto irruzione nella casa dei genitori della modella. Avrebbero tentato di rapire la piccola Mavie, che però non era in casa.

Neymar lasciato da Bruna Biancardi dopo messaggi a una modella di Only Fans
Bruna Biancardi (Instagram).

L’accordo sul tradimento stipulato a giugno

A giugno aveva fatto scalpore un accordo stipulato da Neymar e Bruna Biancardi, con al centro proprio il tema del tradimento. Secondo un giornale di gossip, Em Off, la donna avrebbe concesso scappatelle al calciatore, a patto che quest’ultimo avesse rispettato tre condizioni. Neymar avrebbe dovuto mantenere l’assoluta discrezione, fare sesso utilizzando il preservativo e non baciare mai le amanti sulle labbra. Pochi giorno dopo la notizia dell’accordo, una donna ha dichiarato di essere l’amante del brasiliano, mandando in crisi la relazione già in estate.

Milano, la Latteria di via San Marco chiude: l’ultimo no a Madonna

La celebre trattoria La Latteria di via San Marco, situata nel quartiere di Brera a Milano, si appresta a chiudere i battenti. Il prossimo 22 dicembre cesseranno le attività del locale, che vanta una storia di ben 50 anni. Arturo e Maria Maggi, i proprietari, hanno deciso di andare in pensione, e i loro figli, che attualmente lavorano in sala, non proseguiranno l’attività dei genitori. La notizia è stata riportata dal Corriere della Sera.

La Latteria rifiuta le prenotazioni di Madonna e Trump

In passato lo storico locale rifiutò le prenotazioni di personaggi famosi, come Madonna e persino Donald Trump. La trattoria, infatti, ha il suo giorno di chiusura la domenica, e, nonostante le insistenze del suo staff, persino la regina del pop ha dovuto cercare altrove un posto dove mangiare. In questo locale, infatti, non vengono accettate prenotazioni, neppure quelle dell’ex presidente americano che all’epoca non era ancora inquilino della Casa Bianca e ha dovuto rinunciare a pranzare nella trattoria milanese.

Il destino del locale a Milano è ancora incerto

Il futuro del locale è ancora incerto, e i proprietari hanno dichiarato al quotidiano che l’eredità non passerà ai figli, pertanto venderanno l’attività solo a chi lo merita davvero: «Non è tanto mettersi d’accordo sulla cifra quanto sulle intenzioni di chi entrerà. Questa è un’attività che funziona, sarebbe intelligente non stravolgerla».

Crisi climatica, nel 2050 si rischiano più deserti e specie invasive

Il nostro pianeta sta soffrendo. La crisi climatica, unita all’eccessivo sfruttamento delle risorse naturali da parte dell’uomo, sta mettendo a serio rischio la salute della Terra. La clessidra però sta finendo le sabbie e, senza un intervento urgente, la situazione potrebbe precipitare ancora. Nel 2050, come hanno sottolineato alcuni scienziati e ambientalisti al Guardian, la biodiversità sia animale sia vegetale rischia di sparire, con il 25 per cento delle specie già in via di estinzione. La desertificazione e le massicce quantità di gas inquinanti nell’atmosfera e negli oceani minacciano gli ecosistemi marini e le falde sotterranee. Nulla è però ancora perduto. A fronte di un quadro oscuro, gli esperti hanno anche fornito potenziali rimedi e interventi in grado di invertire la tendenza: «Bisogna agire però subito». Un messaggio indirizzato soprattutto alla Cop28, i cui lavori partiranno a Dubai il 30 novembre.

LEGGI ANCHE: Cop28, le richieste dell’Africa al Nord del mondo per sviluppo e transizione

Crisi climatica e desertificazione, perduto il 30 per cento delle foreste in 10 mila anni

Fra i principali nemici della biodiversità c’è lo sfruttamento del suolo. «Se non si invertirà la tendenza, la salute del pianeta peggiorerà ancora», ha spiegato la biologa argentina Sandra Myrna Diaz. «L’erosione dovuta alle colture intensive, unita a inquinamento da biocidi e salinizzazione ridurrà la natura a contatto con l’uomo». Secondo recenti stime, negli ultimi 10 mila anni l’uomo ha abbattuto un terzo delle foreste per sviluppare l’agricoltura, distruggendo così interi ecosistemi. «Se non agiamo, una sola parola potrà descrivere il nostro futuro: deserto», ha precisato Cristiane Juliao, indigena Pankanaru dell’Amazzonia. «Sarà la fine delle nostre conoscenze e tradizione, che dipendono da animali, piante e clima».

Desertificazione, inquinamento e crisi climatica minacciano la biodiversità. Entro il 2050 a rischio estinzione il 25 per cento delle specie.
Il fiume Po in secca nel 2022 (Getty Images).

Sempre maggiore risulta poi l’impatto delle specie invasive in più zone del pianeta. A livello globale un team di esperti dell’Onu ne ha individuate circa 3500, diffuse dai viaggi intercontinentali oltre che dal commercio. Simbolo della loro influenza sono gli incendi alle Hawaii di agosto, cui avrebbero contribuito alcune piante giunte con la colonizzazione statunitense e capaci di sostituire quelle autoctone. Le lunghe distese di erba infatti non avrebbero fatto altro che favorire la diffusione delle fiamme sull’isola. Fra le nazioni a rischio c’è il Cile, dove il 25 per cento della fauna è unico al mondo. «Senza interventi, entro il 2050 sarà meno adatto alla vita», ha detto Annibal Pauchard dell’Università di Conception. «Le specie aliene stanno sostituendo gli ecosistemi endemici». Non va meglio in Europa, dove si rischia la diffusione di animali portatori di malattie come la zanzara tigre.

Desertificazione, inquinamento e crisi climatica minacciano la biodiversità. Entro il 2050 a rischio estinzione il 25 per cento delle specie.
La devastazione a Maui dopo gli incendi di agosto (Getty Images).

Fondamentale intervenire nell’attività mineraria e nella pesca

Secondo il fabbisogno attuale di risorse, l’uomo avrebbe bisogno di oltre un pianeta e mezzo. Preventivabile dunque un’intensificazione dell’estrazione mineraria, entrando anche in territori che fungono da rifugio per diverse specie in via di estinzione. «Per evitare una catastrofe della biodiversità dobbiamo sviluppare metodi di estrazioni diversi e meno nocivi per l’ambiente», ha spiegato Charles Barber del World Resources Institute. «I minerali ci servono, non potremo farne a meno. Quindi bisogna escogitare metodi più ecosostenibili». Non va meglio negli oceani, dove pesa soprattutto la pesca intensiva unita alla crisi climatica. «Il riscaldamento globale e l’acidificazione dell’acqua minaccia le specie», ha sottolineato il presidente di Palau Surangel Whipps Jr. «La cooperazione globale è fondamentale».

Desertificazione, inquinamento e crisi climatica minacciano la biodiversità. Entro il 2050 a rischio estinzione il 25 per cento delle specie.
L’inquinamento da plastica nei pressi di Manila, nelle Filippine (Getty Images).

Infine, è importante anche sottoscrivere un trattato globale sull’inquinamento della plastica. Assieme a sostanze chimiche, pesticidi e fertilizzanti rappresenta infatti una grande minaccia per la biodiversità, tanto da mettere a repentaglio anche le falde sotterranee. «Al momento ci sono 170 tonnellate di microparticelle negli oceani», ha spiegato Marcus Eriksen, fondatore del 5 Gyres Institute. «Il numero potrebbe tuttavia quadruplicare entro il 2050, cui aggiungere 3 milioni di tonnellate di pesticidi nei campi. Servono controlli più severi e monitoraggio costante».

LEGGI ANCHE: La Cop28, gli obiettivi lontani dell’Accordo di Parigi e la direzione dell’Italia

Chi è Dove Cameron, la ragazza fotografata con Damiano dei Maneskin

Il settimanale Chi ha divulgato alcune fotografie che ritraggono Damiano David e Dove Cameron in coppia. Il leader dei Maneskin, reduci dagli Mtv European Music Awards 2023, e la celebre star della Disney non si nascondono più, alimentando le voci sulla loro presunta relazione. Acqua passata, dunque, la storia quasi decennale con l’attivista Giorgia Soleri.

Chi è Dove Cameron: biografia

Dove Cameron, pseudonimo di Chloe Celeste Hosterman, è nata negli Stati Uniti il 15 gennaio 1996 ed è una famosa attrice, cantante e modella. Buona parte del suo successo e della sua notorietà è attribuibile ai ruoli di Liv e Maddie nella sitcom omonima per ragazzi di Disney Channel, che le hanno fatto guadagnare un Daytime Emmy Award come miglior interprete nella programmazione per bambini. Si è affermata come star per la sua interpretazione nel ruolo di Mal nella serie di film Descendants. Nel campo della sua carriera musicale, nel 2022 ha ottenuto notevoli consensi con il singolo Boyfriend, che ha conquistato posizioni di rilievo nelle classifiche di diversi Paesi, inclusa la Billboard Hot 100 americana e la Official Charts nel Regno Unito.

La vita privata e le foto con Damiano

Per quanto concerne la sua sfera privata, Dove Cameron risiede negli Stati Uniti e utilizza il nome d’arte completo di Dove Olivia Cameron. Originaria di Bainbridge Island, nello Stato di Washington, è cresciuta in una famiglia con genitori separati, Philip Alan Hosterman e Bonnie Wallace. Ha una sorella maggiore di nome Claire e ha traslocato a Los Angeles con la famiglia all’età di 14 anni. In passato, è stata legata sentimentalmente a Ryan McCartan, suo collega sul set di Liv e Maddie, ma la loro relazione si è interrotta nel 2016. Fino al 2020, il suo fidanzato è stato Thomas Doherty, conosciuto sul set di Descendants 2. Nel 2023, dopo vari flirt attribuiti a Damiano David, la coppia è uscita allo scoperto e nelle foto pubblicate sul settimanale Chi i due si trovano in Australia in occasione del tour mondiale della band.

Bonus psicologo, aumentato di 5 milioni il fondo. Come presentare domanda

Il governo ha riformulato un emendamento al decreto Anticipi con il quale ha incrementato di 5 milioni, nel 2023, il fondo destinato al bonus psicologo, che sale così a 10 milioni complessivi. Un raddoppio rispetto ai fondi previsti finora, ma la metà rispetto all’aumento che era stato chiesto da Forza Italia, che chiedeva 15 milioni per il 2023 e 40 dal 2024. La dotazione iniziale, inoltre, era cinque volte inferiore ai fondi stanziati per l’anno precedente, con i quali era stato soddisfatto meno del 10 per cento delle oltre 360 mila domande presentate all’Inps.

I requisiti per presentare la domanda e accedere al contributo

 

Il 23 novembre è stato firmato anche il decreto attuativo con i requisiti e le modalità di presentazione delle domande per accedere al contributo. La data non è ancora stata fissata ma probabilmente a partire da dicembre si potrà fare richiesta direttamente sul sito dell’Inps cliccando su “Sostegni”, “Sussidi e Indennità”, poi “Bonus psicologo” e “Contributo per sostenere le spese relative a sessioni di psicoterapia”. È necessario essere in possesso delle credenziali Spid, Cie e Cns. Per presentare domanda è necessario essere residenti in Italia e non avere un Isee superiore a 50 mila euro. Verrà riconosciuto un bonus di 1500 euro in presenza di un Isee inferiore a 15 mila euro, 1000 euro per gli Isee tra 15 e 30 mila, e 500 euro per gli Isee superiori a 30 mila ma inferiori a 50 mila euro. Una volta riconosciuto il contributo, l’Inps rilascerà al richiedente un codice univoco che dovrà presentare al proprio psicoterapeuta.

Minorenne tedesca segregata e violentata per due anni in un maneggio di Roma

Prima le minacce, poi le violenze e gli abusi. Una ragazza di 17 anni è stata segregata e violentata per due anni da due dipendenti pakistani del maneggio “La Melazza”, alla periferia nord di Roma. Ali Roze, quello che ha sempre sostenuto di esserne il fidanzato, di 10 anni più grande di lei, è stato condannato con rito abbreviato, mentre l’altro, Yasir Imran – oggi 39enne – è imputato per i reati di violenza sessuale, sequestro di persona, lesioni personali e maltrattamenti.

A salvare la ragazza fu un automobilista di passaggio

La vicenda, di cui si è avuto notizia dal Messaggero, risale al 2021. A salvare la ragazza fu un automobilista di passaggio, che offrì aiuto alla ragazza dopo averla vista in difficoltà in compagnia del suo fidanzato che la stava strattonando. La giovane riuscì poi a raccontare tutto ai carabinieri, che identificarono e arrestarono i due pachistani, che con la minorenne tedesca condividevano la foresteria del maneggio. Durante il processo hanno parlato diversi dipendenti dell’agriturismo che, come riporta il Messaggero, hanno spiegato di non essersi mai accorti dello stato di segregazioni in cui viveva la ragazza, né di sapere che fosse minorenne.

La 17enne era arrivata in Italia nel 2019 con Roze

La 17enne si era allontanata dalla sua famiglia, in Germania, per venire in Italia con Roze, questo il nome dell’uomo già condannato. Quest’ultimo l’aveva portata a settembre del 2019 nel maneggio alle porte nord di Roma, dove il connazionale e parente Imran lavorava già come stalliere. Qui la giovane, è emerso, è stata privata della libertà personale e della possibilità di avere contatti con il mondo esterno, per quasi due anni. Roze e Imran le avevano infatti distrutto il cellulare e tolto i documenti. Dopo essere riuscita a fuggire e aver denunciato i suoi aguzzini, la ragazza è tornata a vivere in Germania.

Suicidio assistito, in Svizzera morta la 74enne Margherita: indagato Marco Cappato

La procura di Milano ha iscritto nel registro degli indagati per aiuto al suicidio Marco Cappato, tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni, Cinzia Fornero, volontaria dell’associazione Soccorso Civile, e Paolo Botto, fratello della professoressa di 74 anni Margherita. Quest’ultima, malata oncologica, è morta ieri mattina in Svizzera. L’indagine riguarda la morte assistita della docente in una clinica di Zurigo dove è stata accompagnata dal fratello e da Cinzia Fornero.

I tre si sono autodenunciati

Cappato è il presidente dell’associazione che ha organizzato il viaggio. I tre stamani si sono autodenunciati. Quello di ieri è il quarto episodio per cui a Milano è stata aperta una inchiesta. A coordinarla sono il pm Luga Gaglio e l’aggiunto Tiziana Siciliano. Sono gli stessi magistrati che hanno coordinato l’indagine che riguarda Elena Altamira, 69enne veneta malata terminale di cancro, e Romano, 82 anni, ex giornalista e pubblicitario, relegato in un letto da una forma grave di Parkinson, entrambi accompagnati alla clinica Dignitas di Zurigo.

Chiesta l’archiviazione per il caso di Romano

Per questo secondo caso la Procura, con una «interpretazione» più estensiva dell’ormai nota sentenza della Consulta del 2019 sulla vicenda dj Fabo, ha chiesto al gip Sara Cipolla l’archiviazione. Sono stati ritenuti «non punibili» come aiuto al suicidio anche quei casi in cui manca come presupposto il fatto che il malato sia attaccato alle macchine per sopravvivere.

È morto l’imprenditore statunitense Charlie Munger: aveva 99 anni

E morto, all’età di 99 anni, Charlie Munger, socio e amico del grande investitore americano Warren Buffett. A rendere pubblica la notizia é stato un cominciato della Berkshire Hathaway, società che lo stesso ha contributo a rendere un potenza a livello mondiale nel campo degli investimenti. Il decesso è avvenuto nella mattinata di martedì 28 novembre, in un ospedale della California, poco più di un mese prima che Munger potesse compiere 100 anni.

La cassa di risonanza di Warren Buffett

«Berkshire Hathaway», si legge nel comunicato, «non avrebbe potuto essere costruita fino al suo status attuale senza l’ispirazione, la saggezza e la partecipazione di Charlie». Definito come la «cassa di risonanza» di Warren Buffett nell’ultima lettera agli azionisti della Berkshire all’inizio del 2023, Munger è stato a lungo vicepresidente della società portandola a dei traguardi molto alti. Da diversi anni era stato costretto alla sedia a rotelle, ma la sua mente non era stata colpita, tanto che anche quest’anno si era speso molto per interviste e podcast che avevano al centro la Berkshire Hathaway e il mondo degli investimenti.

Warren Buffett
Warren Buffett (Imagoeconomica).

L’amicizia negli investimenti 

Il sodalizio tra Charlie Munger e Warren Buffett è iniziato negli Anni 60. La coppia, nel 1962, aveva cominciato ad acquistare le azioni della Berkshire Hathaway al prezzo singolo di 7 e 8 dollari, prendendo il controllo dell’industria tessile nel 1965. I due seppero rimodellare il conglomerato, sfruttando i proventi per comprare altre società e investendo ingenti somme negli anni in Apple e Coca-Cola. Nella giornata della morte di Munger, le azioni risultavano essere pari a 546.869 dollari. Buffett è sempre stato in prima linea nell’organigramma della holding, ma lo stesso ha in più occasioni sottolineato il ruolo fondamentale esercitato dall’amico Charlie. «Mi ha insegnato molto sulla valutazione delle imprese e sulla natura umana», aveva detto nel 2008 riferendosi a lui.

Filippo Turetta, salta il colloquio coi genitori: servirà supporto psicologico

Filippo Turetta non incontrerà i genitori. Il colloquio tra papà Nicola, mamma Elisabetta e il figlio 21enne, accusato del femminicidio dell’ex fidanzata Giulia Cecchettin, è stato autorizzato dalla procura di Venezia, ma la coppia ha preferito rinviare. A comunicarlo alla direzione del carcere di Verona è stato l’avvocato di Turetta, Giovanni Caruso. E le motivazioni vanno ricercare nella necessità di preparare tanto il ragazzo quanto i genitori a un faccia a faccia che rischia di essere molto intenso. Turetta si avvarrà di un supporto psicologico e si presume che possano farlo anche padre e madre.

Le dichiarazioni spontanee di Turetta

Nella giornata di ieri, 28 novembre, Turetta si è avvalso della facoltà di non rispondere davanti al Gip ma ha rilasciato alcune dichiarazioni spontanee. Il ragazzo ha affermato: «Sono affranto, dispiaciuto per la tragedia che ho causato. Non voglio sottrarmi alle mie responsabilità, voglio pagare quello che sarà giusto per aver ucciso la mia ex fidanzata. Sto cercando di ricostruire nella mia memoria le emozioni e quello che è scattato in me quella sera. Fin da subito era mia intenzione consegnarmi e farmi arrestare. Questa era la mia intenzione. Ora sono molto stanco e non mi sento di aggiungere altro».

LEGGI ANCHEOggi è Giulia Cecchettin, ieri Giulia Tramontano: con le solite ricette e le promesse non si cambia

I funerali di Giulia slittano 

E intanto a slittare sono anche i funerali di Giulia Cecchettin. Sembrava che potessero essere disposti per sabato 2 dicembre, all’indomani dell’autopsia sul corpo della ragazza. L’avvocato della famiglia della studentessa 22enne, invece, ha comunicato che saranno organizzati per lunedì o martedì. A deciderlo sarà papà Gino. Sicuro, invece, il luogo: la basilica di Santa Giustina a Padova, dove Giulia studiava ingegneria biomedica. All’Adnkronos, don Francesco Monetti, parroco di Saonara, dov’è cresciuta la ragazza, ha lanciato un appello: «Ora è il momento del silenzio. Penso sia nel silenzio che maturino i pensieri più giusti, più onesti».

La Corte europea dei diritti umani condanna l’Italia: «Minori migranti detenuti illegalmente»

La Corte europea dei diritti umani ha condannato l’Italia per aver detenuto illegalmente in condizioni inumane e degradanti quattro migranti minori ghanesi nel hotspot di Taranto per quasi due mesi nel 2017. La stessa Corte ha stabilito che il Paese deve versargli 6.500 euro ciascuno per danni morali più 4000 in totale per le spese legali.

I quattro minori sono stati trasferiti in una struttura adeguata

I quattro, tutti del Ghana e nati nel 2000, erano arrivati sulle coste italiane il 22 maggio del 2017 dichiarando di essere minori. Tuttavia vennero comunque trasferiti nell’hotspot di Taranto, riservato solo agli adulti, dove rimasero fino alla metà luglio quando, in seguito a un primo intervento della stessa Corte di Strasburgo, vennero trasferiti in una struttura per minori. Nel condannare l’Italia per le condizioni in cui hanno vissuto nell’hotspot di Taranto la Corte si è basata sulle prove fornite dai quattro, tra cui delle fotografie che mostravano il sovraffollamento del centro, che è predisposto per ospitare 400 persone ma che in quel momento ne conteneva 1.419, e le condizioni d’igiene inadeguate. Nella sentenza si evidenzia che il governo italiano non ha contestato questi dati, ma ha spiegato che il 22 e 26 maggio 2017 erano sbarcati due gruppi di migranti molto numerosi che comprendevano 202 minori e che questi arrivi massicci avevano reso la situazione particolarmente difficile da gestire.

L’Asgi: «A Taranto trattenuti 200 minori illegalmente»

L’Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione ha dichiarato che la situazione è rimasta ferma, anzi, «attualmente, sono quasi 200 i minori stranieri trattenuti di fatto, in assenza di ogni base legale e di ogni vaglio giurisdizionale all’interno dell’hotspot di Taranto, alcuni dei quali addirittura dallo scorso mese di agosto». L’avvocato Dario Belluccio, che ha seguito il caso con la collega collega Marina Angiuli e si dichiara soddisfatto della sentenza, perché sancisce l’assenza di un motivo giuridico per trattenere i minori all’interno di queste strutture.

Giorgia Meloni prima nella classifica delle personalità più concrete di Politico

La presidente del Consiglio italiano Giorgia Meloni è stata inserita nella classifica delle personalità più influenti pubblicata da Politico, la The class of 2024. Un traguardo importante per la prima donna che siede sulla poltrona più importante di Palazzo Chigi che, entrando più nello specifico, primeggia nella sezione Doers, ovvero quella rivolta ai «leader più fattivi e concreti nella messa in campo delle loro politiche». Viene descritta come un personaggio camaleontico, in grado di muoversi al meglio all’interno delle istituzioni del proprio Paese e in quelle europee, capace di sfidare le aspettative e stupire nella sua politica critica nei confronti della Russia di Putin.

Meloni premiata per il suo attivismo governativo

La testata Politico spiega anche i motivi che hanno portato la presidente del Consiglio italiana a primeggiare su altre figure di spicco della politica europea. Più nel dettaglio, «Meloni si è mossa per attuare riforme costituzionali che aumenterebbero significativamente i poteri del primo ministro». Il riferimento è, in questo, alla riforma del premierato che l’esecutivo a guida Fratelli d’Italia vorrebbe adottare, ma la testata cita anche altri passaggi definiti come significativi del suo primo anno a Palazzo Chigi. Vengono dunque citati il decreto Rave, la lotta all’immigrazione clandestina e i buoni rapporti internazionali ed europei che la premier italiana sarebbe riuscita a creare. Così Politico: «Meloni oggi sembra essere in buoni rapporti con la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, lavorando anche a stretto contatto con lei e il primo ministro olandese Mark Rutte per stringere uno sfortunato accordo con la Tunisia cercando di limitare le partenze dei migranti».

Giorgia Meloni a Palazzo Chigi
Giorgia Meloni a Palazzo Chigi (Imagoeconomica).

«Il camaleonte politico per eccellenza»

Come anticipato, Politico ha definito Giorgia Meloni «il camaleonte politico per eccellenza», riferendosi alla posizione intransigente che la stessa ha assunto nei confronti della Russia e della sua invasione dell’Ucraina. La testata sottolinea che la premier italiana ha, fin da subito, colpevolizzato il ruolo del Cremlino di Putin, per poi recarsi a Kiev come segno di solidarietà al popolo ucraino. Sempre in tema di politica estera, viene ricordato che «a maggio, al vertice del G7 in Giappone, Meloni ha piacevolmente sorpreso i funzionari statunitensi per il suo desiderio di costruire un forte rapporto con Biden; due mesi dopo, ha visitato la Casa Bianca, dove ha ricevuto un trattamento da vip». E ancora, «si è mossa per ritirare l’Italia dall’iniziativa cinese Belt and Road» e in vista della presidenza italiana del G7 da gennaio del 2024, «ha portato sollievo su entrambe le sponde dell’Atlantico».

Giorgia Meloni con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky al G7 di Hiroshima
Giorgia Meloni con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky al G7 di Hiroshima (Imagoeconomica).

Le aspettative ribaltate e lo sguardo alle Europee 2024

Politico sottolinea anche come l’ascesa di Giorgia Meloni avesse fatto molto preoccupare i centristi europei, con Bruxelles e Kiev che temevano che l’Italia «si staccasse dal branco e cercasse di ammorbidire il sostegno all’Ucraina e di revocare le sanzioni contro la Russia». Così non è stato, con la presidente italiana che ha ribaltato le aspettative, e questo rilancia la sua figura anche in vista delle Europee 2024. Meloni è infatti la presidente dei Conservatori e Riformisti europei e «non è un segreto che il Partito popolare europeo di centrodestra abbia corteggiato la leader italiana, forse con un occhio a un’alleanza post-elettorale che potrebbe ridisegnare il panorama politico europeo».

Le altre personalità della classifica Does

Dietro Giorgia Meloni, nella classifica Doers di Politico, troviamo la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, con al terzo posto il presidente francese Emmanuel Macron. Seguono Andriy Yermak, Recep Tayyip Erdogan, Maroš Šef?ovi?, Marine Le Pen, Christine Lagarde e Keir Starmer.

Caso Cospito, Delmastro rinviato a giudizio

Il gup di Roma ha rinviato a giudizio Andrea Delmastro, nell’ambito del procedimento in cui è accusato di rivelazione del segreto d’ufficio in relazione alla vicenda dell’anarchico Alfredo Cospito. Il sottosegretario alla Giustizia andrà a processo e si partirà con la prima udienza il 12 marzo prossimo. L’avvocato di Delmastro, Giuseppe Valentino, ha commentato: «Confidavamo in una decisione diversa perché c’erano tutti i presupposti per una sentenza di non luogo a procedere». Il 6 luglio scorso il gip di Roma ha disposto l’imputazione coatta per il sottosegretario.

L’inchiesta partita dopo le parole di Donzelli

Tutto è iniziato il 31 gennaio. Durante la discussione alla Camera sull’istituzione della commissione Antimafia, il deputato di Fratelli d’Italia Giovanni Donzelli ha fatto riferimento alla visita di alcuni parlamentari del Partito democratico all’anarchico Cospito, in regime di 41 bis, sulla base di documenti teoricamente secretati. In quell’occasione ha dichiarato: «Il 12 gennaio 2023, mentre parlava con i mafiosi, Cospito incontrava anche i parlamentari Serracchiani, Verini, Lai e Orlando. Andavano a incoraggiarlo nella battaglia. Allora voglio sapere, presidente, se questa sinistra sta dalla parte dello Stato o dei terroristi con la mafia». Da lì l’esposto presentato dal deputato dei Verdi Angelo Bonelli e l’apertura delle indagini sulle «intercettazioni ambientali del Dap tra esponenti della ‘ndrangheta e della camorrista con Alfredo Cospito» rese pubbliche in aula da Donzelli. E poi la decisione del gip a luglio.

Caso Cospito, Delmastro rinviato a giudizio
Il sottosegretario alla Giustizia, Andrea Delmastro (ANSA).

Delmastro a luglio: «Nessun segreto è stato violato»

Dopo l’imputazione coatta, Andrea Delmastro ha dichiarato: «Prendo atto della scelta del Gip di Roma che, contrariamente alla procura, ha ritenuto necessario un approfondimento della vicenda giuridica che mi riguarda. Avrò modo, davanti al giudice per l’udienza preliminare di insistere per il non luogo a procedere per insussistenza dell’elemento oggettivo, oltre che di quello soggettivo. Sono fiducioso che la vicenda si concluderà positivamente, convinto che alcun segreto sia stato violato, sia sotto il profilo oggettivo che sotto il profilo soggettivo».

Spotify Wrapped 2023, Sfera Ebbasta è l’artista più ascoltato in Italia

Sfera Ebbasta è ancora una volta l’artista più ascoltato in Italia. Il trapper ha infatti vinto per il terzo anno consecutivo la classifica di Spotify Wrapped, che decreta i mattatori della musica in streaming. Il suo X2VR, disco di platino a una settimana dall’uscita, domina anche fra gli album Fimi GfK, tanto da monopolizzare le prime 12 posizioni della chart dei singoli. Un’egemonia culturale che sottolinea lo strapotere dell’urban nel nostro Paese. Al secondo posto c’è infatti il napoletano Geolier, seguito sul gradino più basso del podio da Lazza. In Top5 anche Shiva e Guè. Solo italiani nelle prime 10 posizioni. In classifica seguono infatti Tedua, Marracash, Pinguini Tattici Nucleari (unica eccezione alla scena rap), Capo Plaza e thaSup. Sfera Ebbasta ha intanto annunciato una seconda data allo Stadio San Siro per il 25 giugno, dopo il sold out della prima.

Spotify Wrapped 2023, in Italia fra le donne Anna batte anche Taylor Swift

Grazie al programma globale Equal, Spotify promuove la parità di genere ed esalta il ricco contributo delle donne nel mondo della musica. Pensato per dare visibilità alle artiste e compositrici, crea delle playlist e delle classifiche specifiche del genere femminile. In Italia, come testimonia il Wrapped 2023, la rapper di La Spezia Anna ha battuto persino Taylor Swift, raggiungendo la vetta anche grazie all’ultima hit Vetri neri. Al terzo posto c’è Madame, mentre si sono accontentate solo di quarto e quinto posto Annalisa, fra le più in voga soprattutto in estate, ed Elodie, impegnata nel suo tour nei palazzetti. Al sesto posto si è invece piazzata Rose Villain, capace di mettersi alle spalle colossi internazionali come Shakira e Rosalia. Chiudono la Top 10 infine Lana del Rey e Rihanna.

Lo Spotify Wrapped consente anche di scoprire i nomi degli artisti italiani più ascoltati all’estero. Qui, senza grosse sorprese, in cima alla classifica ci sono i Maneskin, che stanno infiammando stadi e club di tutto il mondo. Alle loro spalle i Meduza, trio di produttori musicali che ha collaborato con diversi cantanti della scena house internazionale. Sul podio anche Ludovico Einaudi, che si è aggiudicato la medaglia di bronzo. Seguono Gabry Ponte, Antonio Vivaldi e Laura Pausini, di recente insignita del titolo di Persona dell’anno ai Latin Grammy Awards. In Top 10 anche Eros Ramazzotti, Gigi D’Agostino, Andrea Bocelli e il rapper Baby Gang. Quanto ai singoli, come per Apple Music l’ha spuntata Cenere di Lazza davanti a Gelosa, featuring di Finesse con Guè, Sfera e lo stesso Lazza. Al terzo posto Vetri neri di Anna.

Taylor Swift regina mondiale con oltre 26 miliardi di stream

Grazie a Midnights e alle ripubblicazioni di Speak Now e 1989, Taylor Swift ha dominato il mercato della musica in streaming. Lo Spotify Wrapped 2023 ha certificato circa 26,1 miliardi di ascolti sulla piattaforma, stracciando ogni concorrenza. Battuto anche Morgan Wallen, l’artista country che l’aveva battuta in alcune categorie dei Billboard Music Awards. Nella classifica globale la popstar di West Reading ha superato Bad Bunny e The Weeknd, rispettivamente sul secondo e terzo gradino del podio. Quarto posto per Drake, che ha battuto Peso Pluma e Feid. Seguono Travis Scott, in auge grazie all’album Utopia presentato in Italia al Circo Massimo, davanti a SZA, Karol G e Lana del Rey.

Pur essendo la star di Spotify Wrapped 2023, Taylor Swift non può vantare né la canzone né l’album con il maggior numero di stream globali. Fra i singoli ha primeggiato Miley Cyrus con la sua Flowers, seguita da Kill Bill di SZA e As It Was di Harry Styles. Solo sesta Cruel Summer della popstar della Pennsylvania, che si è arresa anche a Seven di Latto e Jung Kook e Ella Baila Sola dei messicani Eslabon Armado. La star dell’Eras Tour può però vantare due brani in Top 10, dato che al decimo posto c’è Anti-Hero. Fra i dischi invece il suo Midnights è secondo, alle spalle di Un verano sin ti di Bad Bunny.

Usa: Putin aspetterà le elezioni presidenziali americane per un accordo di pace con l’Ucraina

Vladimir Putin non concluderà un accordo di pace con l’Ucraina finché non conoscerà i risultati delle elezioni presidenziali americane del novembre 2024. Lo ha affermato un alto funzionario del Dipartimento di Stato americano, che ha parlato con Reuters in condizione di anonimato, specificando che non si tratta di
un’opinione personale, ma di «un punto di vista ampiamente condiviso» dagli alleati della Nato.

Secondo il Dipartimento di Stato Usa Putin aspetterà le elezioni presidenziali americane per un accordo di pace con l'Ucraina.
Donald Trump (Getty Images).

Nella Nato cresce il timore per il possibile ritorno alla Casa Bianca di Trump

La dichiarazione del funzionario del Dipartimento di Stato americano è arrivata tra i crescenti timori per il possibile ritorno alla Casa Bianca di Donald Trump che, come altri repubblicani, si oppone ad un’ampia assistenza militare a Kyiv. «È in questo contesto che tutti gli alleati hanno espresso un forte sostegno all’Ucraina» durante la riunione dei ministri degli Esteri della Nato, che si è tenuta a Bruxelles il 28 novembre, ha aggiunto.

Secondo il Dipartimento di Stato Usa Putin aspetterà le elezioni presidenziali americane per un accordo di pace con l'Ucraina.
Joe Biden (Getty Images).

Washington ha stanziato più di 60 miliardi di dollari per aiutare Kyiv

Gli Stati Uniti sono il maggiore donatore militare dell’Ucraina. Secondo la Casa Bianca, dall’inizio dell’invasione russa, Washington ha stanziato più di 60 miliardi di dollari per aiutare Kyiv e circa il 96 per cento di questi fondi è già stato speso. Il Congresso degli Stati Uniti non ha ancora adottato un bilancio annuale, che includa pacchetti di aiuti militari per Ucraina e Israele. A ottobre, il presidente Joe Biden ha chiesto al Congresso di stanziare 61,4 miliardi di dollari per aiutare l’Ucraina e 14,3 miliardi di dollari per Israele: all’inizio di novembre, la Camera dei Rappresentanti (controllata dai repubblicani) ha approvato un disegno di legge solo per i 14,3 miliardi di dollari destinati a Israele.

Costantino Vitagliano ricoverato in ospedale: «Ho una malattia rara»

Costantino Vitagliano è ricoverato in ospedale. Lo ha detto l’ex tronista di Uomini e Donne in un video sui social, in cui ha spiegato di trovarsi all’ospedale da una settimana per sottoporsi a degli accertamenti. «Sono qui per una cosa rara, talmente rara che, dopo tutti gli esami che sto facendo, non siamo ancora arrivati alla conclusione di quale sarebbe la migliore terapia da intraprendere», ha detto Vitagliano. Poi Costantino ha proseguito raccontando un dettaglio, da lui considerato un segno del destino, che riguarda colui che ha lanciato la sua carriera, Lele Mora: «Ma la cosa particolare è che oggi sono venuto a sapere, ho conosciuto il primario di questo ospedale. Guardate il caso, come colui che negli anni passati mi ha dato tanto e ringrazierò sempre ossia Lele Mora, anche il primario di questo ospedale si chiama SegraMora, sarà il mio destino che i Mora decidano il mio percorso di vita? Vediamo come andrà questa volta».

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