Daily Archives: 14 Ottobre 2024

Nations League, l’Italia cala il poker. 4-1 contro Israele

AGI - L'Italia vince e convince anche nella quarta giornata di Nations League e consolida il primo posto nel girone: a Udine, Israele travolto 4-1 e passaggio ai quarti di finale sempre più vicino. Rispetto alla partita contro il Belgio, Spalletti lancia dal primo minuto Vicario, alla prima da titolare con la Nazionale in una partita ufficiale, al posto del diffidato Donnarumma, così come Fagioli e Raspadori prendono il posto di Ricci e dello squalificato Pellegrini.

Avvio arrembante degli Azzurri, ma la prima occasione della partita è di Israele, con Madmon che sfiora il palo dopo una palla persa a centrocampo proprio da Fagioli, tra i meno positivi della serata. Dopo questo brivido, l'Italia ricomincia a imporre il proprio gioco, fatto di cambi di gioco e scambi veloci, spesso a un tocco. Al quarto d'ora, ecco il primo tentativo degli Azzurri: Di Lorenzo lancia in profondità Retegui, ma è ottima la chiusura di Glazer.

 

Il portiere israeliano è reattivo ed efficace nel giro di pochi minuti ancora su Retegui e poi su Tonali. Alla mezz'ora, Frattesi arriva leggermente in ritardo sul cross rasoterra di Dimarco, mentre Retegui manda sull'esterno della rete.

Al 39', contatto nell'area ospite tra Dor Peretz e Tonali su una palla vagante: è rigore, con Retegui che trasforma mandando la sfera all'incrocio. L'Italia si presenta in campo dopo l'intervallo ancora con un ottimo piglio, in costante proiezione offensiva. Dagli sviluppi di un calcio d'angolo nasce una punizione dalla sinistra su cui Raspadori fa partire il cross che premia il perfetto inserimento di Di Lorenzo, che schiaccia di testa per il raddoppio al 54'.

 

Lampo di Israele al 66' con il gol direttamente da calcio d'angolo di Abu Fani: evidente l'ostruzione di Baltaxa su Vicario, ma l'arbitro de Burgos convalida il gol anche dopo il silent check del Var. L'Italia non si disunisce e al 72' torna sul doppio vantaggio sull'asse Dimarco-Frattesi, con gol del centrocampista complice anche la prima incertezza della partita di Glazer.

 

Dopo questa rete c'è spazio anche per il debutto di Daniel Maldini, che entra in maniera decisiva sul quarto gol azzurro con il tunnel a liberare Udogie, che mette in mezzo per la doppietta di Di Lorenzo. Nel finale c'è il debutto anche di Lucca nel proprio stadio, mentre Frattesi esce per una botta al piede. 

 

 

 

Il governo accelera, la manovra arriva in Consiglio dei ministri

AGI - Il governo accelera l'iter della legge di bilancio, che a sorpresa sarà già domani all'esame del Consiglio dei ministri, assieme al documento di programmazione e al Dl anticipi con misure urgenti in materia economica e fiscale e in favore degli enti territoriali. La scorsa settimana il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti aveva parlato dell'intenzione di approvare domani a Palazzo Chigi il Dpb, nell'ultimo giorno utile per l'invio a Bruxelles, e della possibilità che anche la legge di bilancio arrivasse domenica 20 alla Camera.

Ma l'indicazione era passata sottotraccia. I punti cardine della manovra, che dovrebbe aggirarsi attorno ai 25 miliardi di euro, sono stati definiti: conferma del taglio del cuneo fiscale per i redditi fino a 35mila euro e della riduzione a tre aliquote Irpef. Da soli questi due provvedimenti, che il governo è intenzionato a rendere strutturali, valgono circa 15 miliardi. Poi c'è l'ipotesi di ampliare il taglio del cuneo al ceto medio, per i redditi fino a 60mila euro, per la quale però servirebbero tra 2,5 e 4 miliardi.

Alla fine l'estensione potrebbe essere ridotta ai redditi fino a 40mila. Altro asse portante è il tentativo di contrastare l'inverno demografico tramite un intervento sull'assegno unico o degli sgravi ad hoc. Ma le risorse sono limitate. Qualche risorsa potrebbe arrivare dal buon andamento delle entrate tributarie nel 2024, appare più complesso invece tramite il concordato preventivo biennale. Poi c'è la questione di un possibile prelievo sulle grandi aziende, a partire dalle banche, che da settimane agita la maggioranza dove sul punto ci sono sensibilità differenti tra i partiti: Forza Italia è contraria, Lega ed FdI si sono dette maggiormente possibiliste. Il mantra del governo è che "non ci saranno nuove tasse". Nel testo della manovra, spiegano fonti qualificate, sarebbe atteso un contributo a carico delle banche. Potrebbero figurare anche dei tagli lineari a carico dei ministeri, che i singoli dicasteri sarebbero chiamati a gestire in maniera flessibile. Da giorni il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti ripete che se non saranno i singoli ministeri a presentare una spending review in proprio sarà lui a dover "fare la parte del cattivo", con tagli a tutti i dicasteri ad eccezione del comparto sanità. E che l'approccio del governo ai conti pubblici resta "prudente" e "responsabile". "È stato chiesto di andare a fare una verifica, ministero per ministero, di quelle che possono essere le spese, anche improduttive o che si possono rinviare. I numeri devono quadrare purtroppo", spiega il ministro dell'Ambiente e la sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin.

Da settimane il Mef lavora alle simulazioni per reperire tutte le risorse necessarie per allestire la manovra, in un contesto di risorse limitate. Gli impegni presi con la Ue nel Piano Strutturale di Bilancio approvato nelle scorse settimane chiedono una riduzione del debito pubblico, che è arrivato a sfiorare i 3mila miliardi, con l'obiettivo di ridurre il rapporto deficit/Pil sotto il 3% nel 2026. Se la Ue darà disco verde a spalmare il piano a 7 anni, l'Italia è attesa da una politica di contrazione delle spese da circa 13 miliardi all'anno. Il contesto macro economico e geopolitico non è semplice. L'economia europea manda segnali di crescita debole o moderata. La discussione in Parlamento del Piano strutturale di bilancio nei giorni scorsi ha palesato che presumibilmente la crescita 2024, alla luce dell'ultimo aggiornamento Istat sui conti pubblici, potrebbe non raggiungere l'1% nel 2024 stimato dal governo nel Def, che Bankitalia vede allo 0,8%. "Penso faccia bene il governo a chiamare tutti alla responsabilità. Chiamare alla collaborazione significa concertare la misura dei contributi eccezionali a fronte di eccezionali condizioni che si sono verificate", dice il vice presidente della Camera Fabio Rampelli, di FdI. Le opposizioni attaccano parlando di una legge di bilancio che si annuncia a base di 'lacrime e sangue' nel segno dell'austerità. "La manovra sarà un frontespizio ma non ci sarà un testo. L'unica cosa certa, viste le finte minacce di Giorgetti ai ministri sulle spese, è che ci saranno tagli lineari che si tradurranno in tagli a servizi e assistenza", incalza il capogruppo del Pd al Senato Francesco Boccia. "Ho proposto la tassa sugli extraprofitti bancari più di un anno e mezzo fa, da allora non si è fatto niente se non un provvedimento 'facoltativo' che ha portato zero euro nelle casse dello Stato", ricorda il capogruppo M5s alla Camera Francesco Silvestri. Mentre il segretario di +Europa Riccardo Magi afferma: "Meloni alza le tasse perché ci deve finanziarie i suoi centri di detenzione per migranti che apriranno in settimana in Albania. Un uso vergognoso dei soldi dei contribuenti". 

La Nigeria ‘maltrattata’ non gioca con la Libia

AGI - La nazionale nigeriana ha deciso di boicottare la partita di qualificazione alla Coppa d'Africa contro la Libia in programma domani a Bengasi, dopo che i calciatori delle Super Aquile hanno denunciato "un trattamento disumano" per essere stati bloccati per più di 12 ore in aeroporto dalla polizia locale, senza wi-fi e comunicazioni e senza ricevere acqua, né cibo. L'aereo della Nigeria sarebbe dovuto atterrare domenica a Bengasi ma è stato dirottato su Al Abraq che dista 230 chilometri dove i giocatori sono rimasti accampati per tutta la notte.

Il capitano, William Troost-Ekong, ha lamentato che la spedizione nigeriana è stata isolata "per fare pressione psicologica" dopo che la Libia aveva lamentato una brutta accoglienza nella gara di andata venerdì scorso in Nigeria, con l'aereo dirottato su Port Harcourt e costretto a percorrere 130 km per raggiungere Uyo senza che per ore venisse neppure fornito un pullman. "Con gli altri giocatori", ha spiegato Troost-Ekong, difensore ex Udinese che ora gioca all'Al-Kholood in Arabia Saudita, "abbiamo deciso di non giocare e abbiamo chiesto al governo di riportarci a casa, me ne sono capitante tante giocando fuori casa in Africa ma questo è vergognoso".

 

Per raggiungere Bengasi, infatti, ci sarebbero volute tre ore e mezza di pullman senza alcuna garanzia per la sicurezza. "Rispettiamo i nostri avversari quando sono nostri ospiti in Nigeria", ha assicurato il capitano, "gli errori accadono ma queste cose non hanno nulla a che fare con il calcio internazionale". La Federcalcio libica ha espresso "profonda preoccupazione" per la denuncia dei giocatori nigeriani ma ha negato che ci fosse dietro un piano per danneggiarli: "Abbiamo il massimo rispetto per la controparte nigeriana ma vogliamo rassicurarli che il dirottamento del loro volo non era voluto e i disagi sono legati a protocolli aeroportuali e a controlli di routine".

 

A protestare sui social sono stati anche altri giocatori, come Victor Boniface del Bayer Leverkusen e Ndidi del Leicester, e persino Victor Osimhen che non era convocato: "Sono deluso dal trattamento ingiusto che i miei fratelli hanno subito in Libia", ha scritto l'attaccante ex Napoli, "azioni come questa vanno contro lo spirito sportivo. Chiedo alla Caf e alle altre autorità di intervenire, perché i miei compagni di squadra sono ancora bloccati all'aeroporto in Libia". 

 

 

Si gioca troppo. Calciatori e Leghe ricorrono alla Ue contro la Fifa

AGI - Dai musi lunghi alle vie legali. Giocatori, tecnici e addetti ai lavori da tempo protestano contro le troppe partite e i calendari sempre più intasati, un malcontento che oggi è stato messo nero su bianco: i sindacati dei calciatori e le Leghe hanno presentato un reclamo alla Commissione europea "per l'imposizione del calendario internazionale delle partite da parte della Fifa". Il reclamo si basa su alcuni punti, a partire dal "conflitto di interessi della Fifa come organizzatore di competizioni e allo stesso tempo organo di governo, unito alla mancanza di un impegno significativo con le parti in causa", che violerebbe dunque il diritto della concorrenza dell'Ue.

La denuncia si concentra in particolar modo "sul calendario internazionale degli incontri maschili, comprese la Coppa del mondo per club Fifa 2025 e la Coppa del mondo Fifa 2026". A detta di Fifpro Europe e delle Leghe europee "l'eccessiva saturazione del calendario calcistico internazionale mette a rischio la sicurezza e il benessere dei calciatori e minaccia la sostenibilità economica e sociale di importanti competizioni nazionali, apprezzate da generazioni dai tifosi in Europa e nel mondo".

 

Da qui il reclamo, formalmente presentato alla direzione generale della Concorrenza della Commissione europea, contro la Fifa "per la sua condotta in merito all'imposizione del calendario internazionale delle partite". Un reclamo che parte da lontano visto che l'azione legale è stata approvata a luglio e "si inserisce nel contesto delle diffuse preoccupazioni espresse pubblicamente dai calciatori sull'impatto che un calendario calcistico insostenibile ha sulla loro salute, sul loro benessere e sulla longevità delle loro carriere". 

In una conferenza stampa a Bruxelles, i dirigenti di sindacati e leghe sono poi entrati nel dettaglio, evidenziando fra le altre cose "l'assenza di un giusto iter decisionale e la mancanza di un impegno significativo da parte della Fifa con i calciatori e le Leghe sulle questioni relative al calendario e come la Fifa abbia usato il suo potere regolatore per promuovere i suoi interessi commerciali a spese degli stakeholder (giocatori e leghe)". Ricordando le recenti sentenze in sede comunitaria sui casi Superlega e Diarra, alla Fifa viene chiesto di "esercitare le sue funzioni di ente regolatore in modo trasparente, obiettivo, non discriminatorio e proporzionato, cosi' da neutralizzare suddetto conflitto di interessi".

 

Le regole e la condotta della Fifa sono ben al di sotto di quanto richiesto dal diritto dell'Ue e danneggiano gli interessi economici delle Leghe nazionali e la salute e la sicurezza dei calciatori del calcio europeo - si legge ancora in una nota congiunta di sindacati e leghe - Un'azione legale presso la Commissione europea è diventata necessaria per salvaguardare il settore calcistico europeo, che è una forza culturale e di intrattenimento globale". Sul tema è intervenuto anche Luigi De Siervo, amministratore delegato della Lega di Serie A, una serie A che "come quasi tutti gli altri campionati europei, negli ultimi 20 anni non ha aumentato il numero di partite.

Al contrario, Fifa e Uefa, ciclo dopo ciclo, hanno incrementato costantemente le dimensioni delle loro competizioni sia per i club che per le squadre nazionali e ora abbiamo raggiunto un punto di saturazione nel calendario. Ma la differenza è che la Uefa ha avuto una significativa consultazione con tutte le parti interessate, Leghe comprese, e ha deciso una riforma del formato delle competizioni per club dopo una lunga discussione. La Fifa - accusa De Siervo - ha imposto il suo nuovo format e le sue competizioni senza alcuna discussione, consultazione e senza accettare di avere alcuna forma di rapporto con gli organizzatori delle altre competizioni". 

 

 

Nel 2023 calano gli infortuni e i morti sul lavoro

AGI - Nel 2023 calano gli infortuni sul lavoro denunciati all'Inail, sono stati oltre 590mila (-16,1% rispetto ai circa 704mila del 2022), di cui 1.147 con esito mortale (-9,5% rispetto ai 1.268 dell'anno precedente). La relazione annuale Inail sugli incidenti sui luoghi di lavoro fotografa numeri in discesa. Ma la piaga delle morti bianche è ancora una emergenza quotidiana, come testimoniano gli episodi che si susseguono ogni settimana tra fabbriche, cantieri e campi agricoli.

 

Gli infortuni riconosciuti nel sono provvisoriamente stimati in 375.578 (pari al 64% delle denunce), il 18,1% sono avvenuti fuori dall'azienda, cioè in occasione di lavoro con mezzo di trasporto o in itinere, nel tragitto di andata e ritorno tra la casa e il luogo di lavoro. Gli infortuni mortali accertati sul lavoro lo scorso anno sono, al momento, 550 (il 48% delle denunce), di cui oltre la metà (52,2%) fuori dall'azienda.

 

Il 79,2% degli infortuni si concentra nella gestione assicurativa industria e servizi, il 4,5% in agricoltura e il 16,3% nel conto Stato, (ovvero i dipendenti della Pa, gli alunni e docenti delle scuole statali). Per i casi mortali, la gestione industria e servizi hanno registrato l'85,3% degli infortuni, quella agricoltura l'11,6%, mentre quella conto Stato il 3,1%".

 

"Se analizziamo il trend degli ultimi anni, registriamo per le denunce di infortunio in complesso una riduzione del 16,1% nel 2023 rispetto all'anno precedente (calo ancora largamente influenzato dal Covid)", analizza il presidente dell'Inail Fabrizio D'Ascenzo. Poi sottolinea: "La sicurezza sul lavoro, non ci stancheremo mai di ripeterlo, non è un costo ma costituisce un investimento per il futuro e un fattore di successo per le imprese in termini di competitività e produttività e si traduce in tutela della salute dei lavoratori e in benessere organizzativo".

 

Nel 2023in seguito ai controlli degli ispettori Inail sono stati regolarizzati 44.009 lavoratori, di cui 1.708 in nero, e sono stati accertati e richiesti premi per oltre 91,1 milioni di euro. Gli ispettori del lavoro hanno svolto 8.739 pratiche per accertamenti presso le aziende avviati nel 2023 e in anni precedenti. Le aziende irregolari sono risultate 8.191, ovvero il 93,73% delle aziende ispezionate. 

 

Per la premier Giorgia Meloni: "La sicurezza sul lavoro non è un costo, ma un diritto di ogni lavoratore. Garantire questo diritto è una priorità permanente che deve vedere tutti in prima fila".

La presidente del Consiglio auspica: "Più prevenzione, più controlli, pene più severe per chi non rispetta le regole. Questa è la strategia che il governo sta portando avanti". Mentre per la ministra del Lavoro Marina Calderone: "Il lavoro sicuro deve essere il nostro fine. Una sola vita persa è una sconfitta. Bisogna prevenire, è un investimento fondamentale".
Altre considerazioni sottolineate dal report Inail. Le denunce di malattie professionali nel 2023 sono state oltre 72mila, in aumento del 19,8% rispetto al 2022. Questo incremento era atteso dopo la forte flessione che, a causa della pandemia da Covid, ha caratterizzato sia il 2020 (quando sono pervenute circa 45mila denunce) sia, in minor misura, il 2021 (poco più di 55mila casi).


Dalle opposizioni il senatore Tino Magni, presidente della commissione d'indagine sulle condizioni di lavoro, commenta: "Come certifica l'Inail le politiche di prevenzione restano ancora insufficienti e le norme esistenti, troppo spesso non vengono rispettate. La strada è ancora lunga e tutta in salita, affinché si arrivi, come ha ricordato il presidente Mattarella, a un lavoro sicuro, dignitoso e garantito". 

 

Udine blindata, stasera il match Italia – Israele 

AGI - In una città blindata per la sfida tra Italia e Israele di questa sera, alle 17 a Udine partirà il corteo del movimento pro Palestina che si snodera' da piazza della Repubblica per terminare intorno alle 19.30 in piazza XX settembre. Le forze dell'ordine monitoreranno l'intero percorso e i manifestanti non potranno oltrepassare il sistema di sicurezza disposto per cerchi concentrici lungo i chilometri che separano lo stadio Friuli dal centro cittadino, dove si concludera' il corteo. 

A Johnson, Acemoglu e Robinson il Nobel per l’economia 

AGI - Daron Acemoglu, Simon Johnson e James Robinson hanno vinto il premio Nobel per l'economia 2024 "per gli studi su come le istituzioni si formano e influenzano la prosperità": lo rende noto l'Accademia reale svedese delle scienze. Il prestigioso riconoscimento, formalmente noto come Sveriges Riksbank Prize in Economic Sciences in Memory of Alfred Nobel, è l'ultimo premio assegnato quest'anno e vale 11 milioni di corone svedesi (1,1 milioni di dollari).  

 

 

"Ridurre le enormi differenze di reddito tra i Paesi è una delle più grandi sfide del nostro tempo. I vincitori hanno dimostrato l'importanza delle istituzioni sociali per raggiungere questo obiettivo", ha dichiarato Jakob Svensson, presidente del Comitato per il Premio in Scienze Economiche. Il premio per l'economia non è uno dei premi originali per la scienza, la letteratura e la pace creati per volontà dell'inventore della dinamite e uomo d'affari Alfred Nobel e assegnati per la prima volta nel 1901, ma un'aggiunta successiva istituita e finanziata dalla banca centrale svedese nel 1968. L'anno scorso, la storica dell'economia di Harvard Claudia Goldin ha vinto il premio per il suo lavoro che ha messo in luce le cause della disuguaglianza salariale e lavorativa tra uomini e donne.

 

  • Daron Acemoglu è nato nel 1967 a Istanbul, Turchia. Ha un dottorato di ricerca conseguito nel 1992 presso la London School of Economics and Political Science, Regno Unito. È professore al Massachusetts Institute of Technology di Cambridge (Usa).
  • Simon Johnson è nato nel 1963 a Sheffield, Regno Unito. Ha un dottorato di ricerca 1989 presso il Massachusetts Institute of Technology, Cambridge, USA, dove attualmente insegna.
  • James A. Robinson è nato nel 1960. Ha conseguito il dottorato di ricerca nel 1993 presso l'Universita' di Yale, New Haven, CT, USA. È professore presso l'Università di Chicago

Donna scopre di avere la “malattia del vampiro”, “l’aglio può uccidermi”

AGI - Da più di 30 anni vive come Dracula e ora vuole farlo sapere a tutti. E' la storia di Phoenix Nightingale, 32 anni, mamma di due bimbi, che dopo anni di attacchi di vomito, crisi neurologiche e di ricoveri ha scoperto che la causa principale è nell'aglio, che potrebbe rivelarsi addirittura fatale. Ma non si tratta di una semplice allergia: la malattia di cui soffre - la “porfiria acuta intermittente” - è una patologia metabolica rarissima che, se scatenata, provoca sintomi come dolore, emicrania, costipazione e vomito per giorni interi. La gente, ha spiegato la donna, la chiama "malattia dei vampiri"; si sospetta, infatti, che il Conte Dracula, Vlad III, fosse affetto da questo disturbo, che ha ispirato la favola dei vampiri che odiano l'aglio e sono avversi alla luce del sole. “Gli effetti collaterali neurologici possono indurre gli altri a pensare che le persone affette da questa condizione siano state dei mostri o siano possedute”, commenta Phoenix spiegando di aver deciso di raccontare la sua storia affinché chi soffre della sua stessa malattia non si senta sola: “Devono esserci più persone là fuori che ne soffrono e che vengono chiamate pazze”.

 

Ma come si convive con la "malattia dei vampiri"? La donna, che vive in Minnesota, racconta di essere costretta a evitare qualsiasi alimento che contenga zolfo, perché mangiarlo in “quantità elevate o per un periodo prolungato potrebbe essere fatale”. I sintomi, ha aggiunto, possono “comparire dal nulla” o iniziare a manifestarsi settimane prima di un attacco. “Sono molto attenta a ciò che metto nel mio corpo. Evito molti cibi. Mi limito agli alimenti che so essere sicuri. Non posso nemmeno prendere la maggior parte dei farmaci”, ha detto.
In particolare, continua Phoenix, “non mangio aglio da quando mi è stato diagnosticato. Non potrei mai mangiare pane all'aglio. Potrebbe farmi venire attacchi pericolosi per la vita".  Si tratta di casi di vomito di due giorni, a volte 60 volte nel corso di un episodio, con anche difficoltà respiratorie.

Nightingale, riporta il New York Post, ha contato più di 480 attacchi nel corso della sua vita, mentre cercava risposte, alla disperata ricerca di una diagnosi che è arrivata solo l'anno scorso. Il dolore, ha aggiunto, non può essere risolto nemmeno con farmaci da prescrizione, insistendo sul fatto che è peggio del parto. “Ho avuto un attacco in cui non sono andata in ospedale ed è durato 40 ore. Vomito ininterrotto, perdita di coscienza, urla e pianti”, ha raccontato. “Ho partorito due bambini ed è peggio del parto. È un'agonia”.
Tutto ciò rende particolarmente difficile cenare al ristorante, dato che l'aglio è un ingrediente popolare in molte cucine, e la donna evita anche l'uva rossa, la soia, l'alcol e il caffè. “Quando esco a cena, a meno che non sia un posto che conosco, guardo il menu e piango perché non so cosa posso mangiare e preferisco attenermi ai cibi sicuri”, ha spiegato.

 

Non solo. Data la rarità della patologia non è facile trovare dottori preparati: “Quando vado da un medico o in ospedale, devono cercare su Google la mia condizione”. La speranza di Phoenix ora è quella di poter “contribuire a cambiare il sistema medico per le diagnosi misteriose e i malati cronici”.
 

 

Vince Carter e gli altri 12 nomi entrati nella ‘Hall of Fame’ della Nba

AGI - La Nba ha inserito 13 nuovi candidati a entrare nella Hall of Fame della pallacanestro americana. Tra questi spiccano i nomi di Vince Carter e Chauncey Billups, che hanno calcato il parquet negli ultimi decenni, e quello del compianto Jerry West, che sarà così premiato per la seconda volta.

 

Vince Carter, 47 anni, ha giocato nella NBA per 22 stagioni, facendo conoscere al pubblico un gioco esplosivo, regolarmente caratterizzato da spettacolari schiacciate. Particolarmente fortunate sono state le sue stagioni ai Toronto Raptors e i ai New Jersey Nets - che nel frattempo si sono trasferiti a Brooklyn. Otto volte All-Star, vincitore della gara di schiacciate nel 2000 e soprattutto campione olimpico con Team USA a Sydney nello stesso anno, nel corso della sua carriera ha avuto una media di 16,7 punti, 4,3 rimbalzi e 3,1 assist. “Ho giocato perché mi piaceva. Non è mai stato per inseguire gli anelli e i titoli”, ha detto il giocatore che si è ritirato all'età di 43 anni senza essere mai stato incoronato campione NBA.

 

 

Chauncey Billups, invece, ha vinto un anello nel 2004 come playmaker dei Detroit Pistons, venendo nominato MVP (miglior cestista) delle finali giocate contro i Los Angeles Lakers. L'attuale allenatore di Portland, 48 anni, è un cinque volte All-Star con medie di 15,2 punti e 5,4 assist in 17 anni di permanenza nella Lega. “Ho dato tutto a questo sport, solo che non si è concretizzato abbastanza velocemente”, ha ricordato Billups, che ha avuto un primo anno complicato prima di trasferirsi nel Michigan e diventarne un punto fermo.

 

 

È stato premiato anche il “logo” dell'NBA Jerry West, il leggendario giocatore e dirigente del basket a stelle e strisce, morto a giugno all'età di 86 anni. Dopo essere già stato inserito nella Hall of Fame come giocatore, è stato nuovamente inserito per il suo lavoro di manager, un caso unico nella storia della Lega. Fanno parte di questa nuova 'classe' anche gli ex giocatori Michael Cooper (cinque volte campione NBA, difensore dell'anno 1987), Walter Davis (sei volte All-Star, campione olimpico nel 1976) e Dick Barnett (due volte campione NBA), l'australiana Michelle Tims, gli allenatori universitari Bo Ryan e Harley Redin, l'allenatore nelle High School, Charles Smith, e la quattro volte campionessa WNBA Seimone Augustus. Doug Collins, ex giocatore dei Sixers, allenatore dei Bulls di Michael Jordan e consulente televisivo, e Herb Simon, proprietario degli Indiana Pacers dal 1983, completano l'elenco.

 

 

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