Strage di Bologna, De Angelis: «Io al rogo, pagherò con orgoglio»

«Ho espresso il mio dissenso. E sono finito sul rogo. Da uomo libero». Lo scrive su Facebook l’ex terrorista nero e parlamentare Marcello De Angelis, oggi responsabile della comunicazione Istituzionale della Regione Lazio, dopo le polemiche nate per il post scritto sulla strage di Bologna, nel quale smentiva la matrice neofascista dell’attentato del 2 agosto 1980, così come le responsabilità di Giusva Fioravanti, Francesca Mambro e Luigi Ciavardini (che è suo cognato). De Angelis, che di fatto nega quanto detto dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, è stato aspramente criticato dall’Associazione dei familiari delle vittime della strage di Bologna, dall’Anpi e – tra gli altri – da Stefano Bonaccini, presidente della Regione Emilia-Romagna, e Marta Bonafoni, consigliera regionale del Lazio e coordinatrice della segreteria nazionale del Pd.

«Ho detto quello che penso senza timore delle conseguenze»

«Come ogni libero cittadino di questa Nazione, ho esercitato il diritto di esprimere la mia opinione su un evento solstiziale della nostra storia, fondata su decenni di inchiesta svolta come giornalista e parlamentare. E certo, non lo nego, animato dalla passione di chi ha avuto un fratello morto, vittima di uno degli accertati depistaggi orditi per impedire l’accertamento della verità, con l’utilizzo della falsa testimonianza del massacratore del Circeo Angelo Izzo», ha scritto De Angelis. «E quindi con il diritto personale e familiare di chiedere di approfondire ogni analisi finché non sia dissipato qualunque dubbio. Ho detto quello che penso senza timore delle conseguenze. Se dovrò pagare per questo e andare sul rogo come Giordano Bruno per aver violato il dogma, ne sono orgoglioso».

Strage di Bologna, De Angelis: «Io al rogo, pagherò con orgoglio». L'ex terrorista nero, responsabile della comunicazione della Regione Lazio ha smentito la matrice neofascista.
Marcello De Angelis ai tempi della direzione del Secolo d’Italia (Imagoeconomica).

Cosa aveva scritto in occasione del 2 agosto, «giorno molto difficile per chiunque ami la giustizia»

De Angelis aveva definito il 2 agosto «un giorno molto difficile per chiunque conosca la verità e ami la giustizia, che ogni anno vengono conculcate persino dalle massime autorità dello Stato», De Angelis aveva scritto: «Intendo proclamare al mondo che Cristo non è morto di freddo e nessuno potrà mai costringermi a accettare il contrario. Così come so per certo che con la strage di Bologna non c’entrano nulla Fioravanti, Mambro e Ciavardini. Non è un’opinione: io lo so con assoluta certezza. E in realtà lo sanno tutti: giornalisti, magistrati e “cariche istituzionali”». Poi si era paragonato ai martiri cristiani: «Non accetterò mai di rinnegare la verità per salvarmi dai leoni».

Terza Posizione, il carcere, la politica, la direzione del Secolo d’Italia: chi è Marcello De Angelis

Classe 1960, Marcello De Angelis nel 1977 entrò con il fratello maggiore Nazareno in Lotta Studentesca, dalla cui costola sarebbe poi nato il movimento neofascista eversivo Terza Posizione. Nel 1980, anno della strage di Bologna, Nazareno – detto Nanni – morì in circostanza poco chiare nel carcere di Rebibbia, mentre lui fu arrestato a Londra, dove era arrivato per unirsi ai leader di Terza Posizione. Uscito di prigione, iniziò a lavorare come grafico, costituendosi poi una volta rientrato in Italia nel 1989. Condannato a 5 anni e sei mesi di reclusione per associazione sovversiva e banda armata, ne ha scontati tre. In seguito ha ripreso a fare politica e anche giornalismo. Eletto senatore nelle liste di Alleanza Nazionale in Abruzzo nel 2006, nel 2008 è stato eletto deputato nel gruppo del Popolo della Libertà. In passato direttore del mensile Area della destra sociale, dal 2011 al marzo 2014 è stato alla guida del Secolo d’Italia. Nel 2023 è stato chiamato da Francesco Rocca a fare da responsabile della comunicazione istituzionale della Regione Lazio.

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