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Spalletti in pole per la panchina della Nazionale: ma resta il nodo della clausola
Luciano Spalletti sarà il prossimo commissario tecnico della Nazionale italiana? L’ex allenatore di Roma, Inter e Napoli, fresco di scudetto e di addio al club partenopeo, è in pole come successore di Roberto Mancini sulla panchina azzurra. E non sarebbe soltanto il grande favorito, ma avrebbe già raggiunto l’accordo. A esserne certo è il giornalista Alessandro Alciato, che ha lanciato la news su Twitter, condita dalla possibile data d’inizio della nuova avventura. Ha scritto: «Luciano Spalletti sarà il prossimo Ct dell’Italia. Il 16 agosto l’annuncio ufficiale».
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+++Luciano #Spalletti sarà il prossimo Ct dell’
. Il 16 agosto l’annuncio
— Alessandro Alciato (@AAlciato) August 14, 2023
Spalletti in nazionale: dipende dalla clausola
Tutto dipenderà, però, dalla clausola presente nel contratto dell’allenatore con il Napoli. La FIGC dovrebbe pagare una clausola da circa 5 milioni di euro alla società partenopea per poter liberare Spalletti. I vertici della federazione stanno parlando sia con il tecnico sia con il presidente Aurelio De Laurentiis e nelle ultime ore è stata avanzata l’ipotesi di una rescissione senza alcun pagamento. Qualora la trattativa dovesse saltare, risalirebbero le quotazioni di Antonio Conte, ex allenatore di Juventus, Inter e Tottenham.

L’avvocato Grassani: «O si paga o resta fermo»
Intanto il noto avvocato Mattia Grassani, esperto di diritto sportivo e già consulente del Napoli, ha commentato all’Ansa la vicenda. Il legale si è soffermato sulla clausola di non concorrenza e ha spiegato che questa «impegna il Napoli e Spalletti, nessun altro. Poi non è vietato che un club o una federazione, interessati a ingaggiare l’allenatore, possano surrogarsi al tecnico e versarne l’importo». Grassani ha continuato: «Spalletti è padrone del suo destino: se si colloca in un club, piuttosto che in una federazione, quella somma è dovuta. Oppure resta fermo. La clausola aveva lo scopo di ristorare il Napoli qualora Spalletti non avesse mantenuto la promessa di fermarsi per un anno e nella prospettiva che ci fosse una società concorrente. Nessuno pensava a una federazione… E la Figc mai ha pagato un club per un allenatore. Questo è lo scoglio politico da superare».
