Simone Liberati: età, film e figlio dell’attore

Simone Liberati, nato a Roma il 27 aprile 1988, è un attore conosciuto soprattutto per il ruolo di Mirko, braccio destro di Numero 8, in Suburra di Stefano Sollima.

Simone Liberati, biografia e carriera

Dopo aver terminato gli studi alla Scuola d’Arte Cinematografica Gian Maria Volontè, dove si è diplomato in recitazione, l’attore ha iniziato a partecipare a cortometraggi, spettacoli teatrali e produzioni tv entrando nel cast di fiction come I Cesaroni 3, Squadra mobile 2 e Una mamma imperfetta.

Dopo il successo nel 2014 con Suburra, Claudio Amendola lo ha scelto per interpretare Michele in Il Permesso – 48 ore fuori. Il suo primo film da protagonista, che gli è valso anche la vittoria di un Nastro d’Argento come attore rivelazione dell’anno, è Cuori Puri nel 2016, per la regia di Roberto de Paolis. Nel 2018 ha presentato alla Mostra del Cinema di Venezia, nella sezione Orizzonti il film La profezia dell’armadillo, tratto dalla graphic novel di Zerocalcare, dov’è protagonista.

Due anni dopo è uscito il film La partita di Francesco Carnesecchi, in cui ha recitato accanto a Francesco Pannofino e Giorgio Colangeli. Lo stesso anno è stato protagonista, insieme a Miriam Leone, del film di Emiliano Corapi L’amore a domicilio e di quello di Alessandro Lunardelli La regola d’oro. Per la tv, nel 2021 è stato diretto da Gianluca Maria Tavarelli nella miniserie Chiamami ancora amore e poi nella serie tv di Gabriele Muccino A casa tutti bene.

Chi è Simone Liberati, tra film e tv
Simone Liberati al Festival di Roma nel 2021 (Getty Images).

Simone Liberati, la vita privata

Si conosce poco rispetto alla vita privata di Liberati, da sempre molto riservato a riguardo. Come da lui specificato in un’intervista a Elle, si sa che ha un figlio: «In Chiamami ancora amore vengono messe in scena situazioni che ho attraversato anch’io quando sono diventato papà, soprattutto nella fase iniziale della storia: i primi mesi del bambino, le fatiche dell’accudimento, le difficoltà quotidiane. Sono cose che conosco, fanno parte del mio bagaglio, certi aspetti del racconto mi sono sembrati davvero attendibili, terribilmente concreti e vicini alla realtà di come si diventa genitori. L’autenticità del racconto mi ha aiutato molto a tradurre quelle sensazioni nella rappresentazione del rapporto tra Anna ed Enrico, ma è stato anche un forte richiamo alla mia personale esperienza». Parallelamente agli studi di recitazione, l’attore aveva iniziato a frequentare un corso di laurea in Lettere e Filosofia a Roma ma non è chiaro se l’abbia portato a termine.

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