Perché con Tajani alla guida dell’Ue Meloni vincerebbe due volte

I riflettori dei partiti sono già puntati sulle Europee. Tant’è che è tutto un discettare di papabili capilista, una caccia a nomi di grido in grado di fare incetta di consensi, ma pullulano anche gli abboccamenti e i tentativi di stringere accordi. Qualche formazione politica, in realtà, si spinge già oltre il voto di giugno. È il caso di Forza Italia. Il timore però non è la soglia del 4 per cento che un po’ tutti gli azzurri sono abbastanza fiduciosi di riuscire a superare. E neppure il tanto atteso primo congresso dopo la morte di Silvio Berlusconi, programmato per il 24 e 25 febbraio 2024. Pure su questo appuntamento nessuno si attende scossoni. La stessa minoranza interna, a quanto risulta a Lettera43, è per lo più rassegnata all’idea che sarà ancora il vicepremier Antonio Tajani a guidare la baracca. Anche per evitare contrasti e scontri, che, dicono i più, la famiglia Berlusconi non gradirebbe affatto. Casomai è un altro lo scenario che preoccupa i forzisti, almeno quelli più legati alla storia liberale e moderata del partitio, storia che vede protagonista sempre il ministro degli Esteri.

Perché con Tajani alla guida dell'Ue Meloni vincerebbe due volte
Antonio Tajani (Getty Images).

Perché Tajani alla presidenza della Commissione Ue sarebbe una doppia vittoria per Meloni

Di che si tratta? Della presidenza della Commissione Ue. Alla guida dell’esecutivo europeo potrebbe essere riconfermata Ursula von der Leyen, alla quale è risaputo non dispiacerebbe affatto un bis. Oppure potrebbe toccare a Mario Draghi, altra personalità che continua a essere tirata in ballo. Ma il nome che spariglia le carte è proprio quello di Tajani. In fondo, il titolare della Farnesina conosce bene l’Ue ed è stimato sia dentro che fuori il Ppe. Rimane da capire per quale ragione, eventualmente, la premier Giorgia Meloni dovrebbe avallare o addirittura favorire il gran salto del leader di un (traballante) partito alleato. La spiegazione arriva dagli interna corporis di Fi ed è anche il motivo delle preoccupazioni azzurre: Meloni ci guadagnerebbe doppiamente. Innanzitutto avrebbe un interlocutore amico a Bruxelles. Una sponda sicura, per intenderci. Non stile Gentiloni. Ma soprattutto, sempre se arrivasse il placet della famiglia Berlusconi, con questa operazione si prenderebbe tutta Forza Italia che diventerebbe una sorta di succursale di FdI. Un partito con il baricentro più sbilanciato verso la Capitale.

Perché con Tajani alla guida dell'Ue Meloni vincerebbe due volte
Giorgia Meloni (Imagoeconomica).

Il cerchio magico laziale del ministro degli Esteri

Non che il cuore della Forza Italia post Cav vada molto oltre i confini del Lazio. È questa la fisionomia che il ministro degli Esteri ha impresso al partito dal primo momento e che non a caso è motivo di forti malumori interni. Dietro le quinte, infatti, è tutto un j’accuse contro il segretario traghettatore descritto come «chiuso in una sorta di fortino e circondato dalla cerchia di fedelissimi laziali». Fatta eccezione per il ternano Raffaele Nevi, in effetti, si va da Paolo Barelli al viterbese ex sottosegretario all’Agricoltura Francesco Battistoni, fino al deputato romano Alessandro Battilocchio. «Una sorta di chiusura di sicurezza che fa parte di una strategia ben precisa per raggiungere l’obiettivo minimo del 4 per cento alle Europee e poi giocarsi tutto», spiega una fonte di Fi. «E ovviamente in questa strategia rientra la necessità di tenersi buone la famiglia Berlusconi da un lato e la premier dall’altro». Uno schema che forse con la battaglia sulla tassazione agli extraprofitti delle banche rischia di sfuggirgli di mano? Sono diversi, in realtà, i forzisti che dissentono da questa lettura perché convinti che «quando Tajani dovrà per forza addivenire a più miti consigli, potrà comunque dimostrare ai Berlusconi di aver alzato la voce nel governo e perorato fino all’ultimo la loro causa». Insomma, a guardare questo canovaccio, il futuro non è affatto fosco per il leader azzurro, visto che male che gli vada non troverà grossi ostacoli per vincere il congresso, mentre nella migliore delle ipotesi farà le valigie per Bruxelles…

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