Un giovane di Siniscola è stato accoltellato nella notte di giovedì 30 novembre, in un’abitazione della frazione de La Caletta, nella costa orientale della Sardegna in provincia di Nuoro, dove nel corso di una festa è scoppiata una rissa. Subito soccorso, il giovane è stato trasportato in gravi condizioni all’ospedale di Sassari dove è stato sottoposto a un delicato intervento chirurgico.
È accusato di tentato omicidio
Una decina di giovani sono già stati interrogati dai carabinieri della compagnia di Siniscola che cercano l’aggressore e il coltello che ha ferito il giovane. Secondo una prima ricostruzione dei militari la lite sarebbe scoppiata per futili motivi, al termine della quale uno dei ragazzi ha impugnato un coltello e inferto diverse ferite alla schiena al coetaneo, che avrebbe perso la sensibilità delle gambe. I militari cercano di risalire all’aggressore che dopo il fatto è scappato portando con sé il coltello utilizzato. È accusato di tentato omicidio.
Nel corso della semifinale di X-Factor ci sono state nuove frizioni tra Fedez e Morgan che, nonostante sia stato allontanato dal programma, ha attaccato il rapper accusandolo di favoreggiamento nei confronti di un concorrente della squadra di Dargen D’Amico, gli Stunt Pilots, il cui cantante, Lorenzo, avrebbe collaborato a un disco del marito di Chiara Ferragni prima di entrare nel talent show. A queste critiche a mezzo social, Fedez ha risposto in diretta a Morgan, usando dei toni decisamente poco pacifici: «Se pensa che io abbia fatto del clientelismo in questo programma deve dirlo, non insinuarlo».
La conoscenza pregressa, smentita, con il cantante degli Stunt Pilots
«Morgan ha fatto questo dossieraggio venuto male in cui ha raccontato che Lorenzo ha contribuito a lavorare a un mio album lasciando, così, intendere che ci fossero dei favoritismi», ha detto Fedez, che poi ha aggiunto: «Voglio mettere le cose in chiaro: io Lorenzo (il cantante dei concorrenti Stunt Pilots, ndr) non l’ho mai conosciuto, non ci siamo mai visti. Lui ha semplicemente collaborato con Michele Canova a Los Angeles per la produzione di alcuni brani, che è una cosa normalissima. Ma mettiamo anche il caso che io lo conoscessi: quale sarebbe il problema? A me risulta che Morgan, per sua stessa ammissione, conosceva Anna Castiglia. Quindi, quale sarebbe stato il problema?».
Al chiarimento, Fedez ha fatto seguire un nuovo attacco diretto a Morgan, che si è esteso anche oltre la questione di specie ed è arrivato alla vicinanza politica dell’ex giudice al governo di centrodestra e ad alcuni suoi esponenti. «Se vuoi essere davvero un ribelle, caro Morgan, e pensi che qua dentro sia tutto pilotato, queste cose le dici quando sei dentro al programma, non quando ti danno un calcio in c*lo e te ne vai via, perché così è troppo semplice». Poi l’accusa diretta: «Io non sono un ribelle: sono un ragazzo con una piccola azienda che lavora con la mamma e con l’avvocato ma che, per ottenere quello che ha, non ha mai dovuto leccare i piedi né a Giorgia Meloni né a VittorioSgarbi. Ciao Marco».
È on air la nuova campagna istituzionale La parità non può aspettare lanciata da TIM per sensibilizzare e creare consapevolezza sul tema del gender gap. Perché, come sottolinea il manifesto dell’iniziativa, «all’Italia che vuole crescere serve il talento, la passione, il coraggio e l’impegno di tutte e tutti», ed è quindi necessario mettersi «in connessione per superare gli stereotipi, offrire opportunità alle donne e contrastare la violenza di genere». Nelle strade delle principali città italiane – Roma, Milano, Napoli, Venezia e Torino – e sui media, si alternano immagini che lanciano messaggi su cui riflettere, perché se in Italia «la parità di genere sarà raggiunta solo nel 2155», sono tanti gli aspetti con cui si manifesta il divario di genere.
Sofia Goggia e Giulia Dragoni tra le protagoniste della campagna
Protagoniste dei sette soggetti sono Sofia Goggia, campionessa del mondo di discesa libera, Danielle Madam, campionessa italiana getto del peso, Giulia Dragoni della Nazionale italiana calcio femminile, Pamela D’Alessandro, che lavora come tecnica in TIM, Laura De Dilectis, presidente di DonneXStrada, Carla Nisio, manager TIM, e il volto di una giovane ragazza che richiama l’attenzione sulla necessità di accelerare il cambiamento. Sono loro a testimoniare che «la parità non può aspettare» per lo sviluppo sociale ed economico del nostro Paese, dallo sport all’imprenditoria, dal gap salariale alla copertura mediatica degli sport femminili, dalla cultura della leadership all’occupazione delle donne nei settori tecnologici. La campagna è declinata sulla stampa periodica, sul web e sui social.
Campagna istituzionale TIM per la parità di genere (TIM).
Labriola: «Siamo un’azienda all’avanguardia anche sul piano sociale»
Pietro Labriola, amministratore delegato del Gruppo TIM, ha così affermato: «TIM è un’azienda all’avanguardia nell’innovazione e nei servizi e deve essere all’avanguardia anche sul piano sociale e ambientale. Esprimere il valore della parità tra uomini e donne significa molto per la crescita della società italiana perché un’economia che vuole correre ha bisogno del meglio di tutte le sue risorse umane: per questo sentiamo la responsabilità di farci portatori di questo valore».
Le altre iniziative di TIM per la parità di genere e contro la violenza sulle donne
TIM si è già mossa in questa direzione con una serie azioni concrete. Tra queste Women Plus, l’app che supporta le donne nella ricerca del lavoro e nei percorsi di carriera. La soluzione, che ha avuto il patrocinio della Commissione Europea, nasce dall’esperienza di Mulheres Positivas – il progetto che TIM ha sostenuto in Brasile insieme all’imprenditrice Fabi Saad – e mette a disposizione in un unico sistema numerose posizioni aperte, grazie a strumenti di matching tra le loro competenze e il lavoro disponibile, ma anche mentoring, formazione e talk ispirazionali. I punti vendita TIM presenti su tutto il territorio nazionale sono inoltre diventati Punti Viola, ovvero luoghi sicuri grazie alla collaborazione con l’associazione no profit DonneXStrada. Gli addetti alla vendita hanno seguito percorsi di formazione e sensibilizzazione, con il supporto di esperti legali e psicologi, per essere pronti ad accogliere eventuali vittime o testimoni di molestie o violenze e intervenire correttamente. Nel corso del 2024, infine, saranno installate le prime cabine digitali che prevedono anche un tasto dedicato al primo soccorso, denominato Women Plus, che permetterà di richiedere supporto in tempo reale a un operatore in situazioni di potenziale pericolo. Si tratta di una funzionalità a forte valenza sociale che mette a disposizione della collettività uno strumento di contrasto agli episodi di violenza e microcriminalità.
Un weekend con abbondanti nevicate al Nord, che dalle Alpi si sposteranno verso le quote collinari e infine, da lunedì 4 dicembre, anche sulla Pianura Padana. È quanto annuncia Antonio Sanò, fondatore del sito www.iLMeteo.it. Nelle prossime ore la neve cadrà molto abbondante sulle Alpi oltre i 1500 metri, con accumuli di circa 40-50 cm/24 ore tra Piemonte, Valle d’Aosta e Lombardia, qualche decimetro in meno sul settore orientale. La pioggia colpirà ancora la Liguria di levante e la Toscana con disagi, con nubifragi e piene fluviali.
Caldo al Centro e al Sud
Il caldo interesserà invece il resto del Centro e tutto il Sud con 20 gradi a Roma e 25 gradi a Siracusa. Nel weekend una nuova ondata di freddo abbasserà la quota zero. Le nevicate saranno ancora abbondanti sulle Alpi, ma questa volta in discesa fino a quote di alta collina e sul settore centro-orientale. Sulle Alpi friulane potremo vedere accumuli estremi, fino a 50-70 cm in 24 ore. Domenica 3 dicembre invece ci regalerà il sole e, complice il cielo stellato della notte, le minime scenderanno sotto zero al Centro-Nord con un freddo pungente. Da lunedì 4 dicembre, poi, sono previste nevicate sparse tra Torino e Milano.
Dopo un lungo contenzioso, la gestione dell’autostrada dei Parchi torna al Gruppo Toto attraverso la società Strada dei Parchi. Nella serata di mercoledì 30 novembre è stato infatti depositato in commissione Bilancio al Senato un emendamento al decreto Anticipi presentato dagli stessi relatori del decreto e dunque blindato. La concessione dell’A24 e A25, la cosiddetta Roma-L’Aquila-Teramo – revocata dal governo Draghi nel luglio 2022 per presunte gravi inadempienze e affidata un mese dopo ad Anas – tornerà nelle mani del gruppo a partire dal primo gennaio 2024 e si protrarrà fino al 2032, cioè fino alla scadenza prevista dalla convenzione prolungata nel periodo in cui la gestione è stata assegnata all’Anas. Secondo l’accordo stretto con il Mit, in cambio della concessione, Strada dei Parchi rinuncerà ai ricorsi pendenti, manterrà le tariffe invariate al 2017 e raddoppierà gli investimenti. In considerazione delle rinunce da parte del concessionario, gli vengono inoltre riconosciuti 500 milioni di euro (250 nel 2023 e 250 nel 2024) e la compensazione dei debiti nei confronti di Anas in cambio della rinuncia all’ulteriore risarcimento.
Carla Gatto, scrittrice e nonna di Giulia Cecchettin, la 22enne uccisa dall’ex fidanzato Filippo Turetta, ha recentemente presentato il suo libro Con lo zaino in spalla, dedicato alla figlia Monica. «Ho iniziato a scriverlo durante il Covid, poi ho deciso di dedicarlo a mia nuora, mancata circa un anno fa. Il prossimo lo dedicherò a Giulia», ha detto in un’intervista al Corriere della Sera.
Carla Gatto: «Sono da sempre un’attivista contro la violenza di genere»
Con lo zaino in spalla ha come protagonista «Emma, una ragazza del Sud vittima di una società patriarcale dove i maschi decidono il destino delle donne. Stanca della violenza del suo patrigno si ribella e, con lo zaino in spalla, scappa al Nord per realizzare i suoi sogni». Proprio per il tema di cui tratta, l’esordio del romanzo di Carla Gatto era programmato in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne. A margine della presentazione del libro, la nonna di Cecchettin ha raccontato a Rovigo in diretta: «Giulia aveva iniziato a leggerlo. Ma Giulia non è Emma, per lei non c’è stato un lieto fine e ora abbiamo un dolore devastante da affrontare. La nostra bambina non meritava un finale così crudele. Io sono sempre stata un’attivista contro la violenza di genere. Certo, chi si sarebbe mai immaginata una cosa del genere proprio a casa nostra?». L’arte è una cosa di famiglia in casa Cecchettin, e sui sogni di sua nipote Carla Gatto ha raccontato: «Mi raccontava che aveva iniziato questo corso di disegno, che era contenta della laurea in Ingegneria biomedica, era pronta. “Mi piace tantissimo fare i disegni, mi dà libertà”, mi diceva». Un futuro spezzato sul nascere da Turetta, che venerdì 1 dicembre sarà interrogato in carcere dal pm di Venezia Andrea Petroni.
Prima la notizia buona. Sia gloria, si spera duratura, nell’alto dei cieli. Ita Airways ha chiuso i primi nove mesi dell’anno guadagnando soldi: 780 milioni di ricavi e 80 di margine operativo, contro i 240 persi nello stesso periodo del 2022. Non succedeva dall’inizio del secolo, precisamente dal 2002 anno dell’ultimo bilancio in attivo, anche se allora si chiamava Alitalia. Poi la notizia cattiva, o la meno buona. Il dilatarsi dei tempi di chiusura dell’accordo con Lufthansa (giusto giovedì il Mef ha comunicato l’avvenuta formale notifica dell’acquisto del 41 per cento da parte dei tedeschi) impedisce alla compagnia guidata da Antonino Turicchi, in mancanza del via libera di Bruxelles, di incassare i 325 milioni di euro della transazione.
Antonino Turicchi, presidente Ita (Imagoeconomica).
Il prestito da 300 milioni, la partita complicata con le banche e l’ipotesi Sace
La conseguenza è che Ita sarà obbligata a una nuova massiccia iniezione di denaro, sotto forma di un prestito da 300 milioni. Chi ce li dovrebbe mettere? Le banche, ma il condizionale è d’obbligo perché la trattativa con gli istituti di credito si sta rivelando molto complicata. Banca Intesa si è chiamata fuori, sostanzialmente con la motivazione di aver già dato fin troppo. Alla fine la decisione in extremis di rivolgersi a un pool di banche: Unicredit, Mps, Bper, Santander e Credit Agricole Italia, che però vogliono ovviamente essere super garantite. E chiedono in garanzia gli aerei di proprietà, ovvero l’unico asset concreto della compagnia. Senza questa non possono rischiare capitale per un’azienda che ha dalla sua solo l’ultimo esercizio in utile. Se non altro perché occorre vedere se la rondine del 2023 farà anche più avanti primavera. Ma Ita non può dare in pegno gli aerei. Per poterlo fare, poiché essendo in essere il protocollo di intesa con Lufthansa (che solo Berlino può decidere di annullare) deve avere l’assenso dei tedeschi, che però giustamente non hanno alcuna intenzione di entrare nel capitale di una compagnia che ha ipotecato la sua flotta, ovvero l’asset più importante. Non resta allora che rivolgersi alla Sace per avere la garanzia pubblica che vada a coprire l’80 per cento del finanziamento bancario. Dovrebbe essere una formalità, visto che Sace è interamente posseduta dal Mef che a sua volta è l’unico azionista di Ita. Però nella dialettica tra compagnia, banche ed ente garante qualcosa si è inceppato. Forse, azzardiamo noi, la paura che Bruxelles faccia qualche brutto scherzo dilatando ancora i tempi per dare semaforo verde all’accordo?
Ita ha chiuso i primi nove mesi dell’anno guadagnando 780 milioni di ricavi e 80 di margine operativo (Imagoeconomica).
L’iter della trattativa probabilmente andrà in fase 2
Nell’ambito del bilaterale Italia-Germania dello scorso 22 novembre, Giorgia Meloni e Olaf Scholz si sono detti sicuri che in tempi brevi arriverà il via libera dall’Antitrust europeo. Che, una volta ricevuta la notifica, ora dovrà analizzare circa 1.000 pagine di risposte e auspici. Pensare che lo faccia in 25 giorni lavorativi (ovvero quanto prevede la fase 1 appare un eccesso di ottimismo. Anche considerando il passo da bradipo che sta avendo da agosto scorso la Commissione, con tanto di smaccato ostruzionismo da parte di chi, tanto per non fare nomi i francesi, l’accordo italo-tedesco lo vuol far saltare. Facile dunque che si passi alla fase 2, che prevede 90 giorni lavorativi, e la possibilità di andare ai supplementari aggiungendone altri 15. Nell’attesa servono soldi per andare avanti, anche perché dopo che la stagione estiva ha consentito a tutte le compagnie del mondo di mettere a segno bilanci record, ora con l’inverno arriva il periodo delle vacche magre.
La premier Giorgia Meloni con il cancelliere tedesco Olaf Scholz (Imagoeconomica).
Stop all’assenteismo e alle fughe di notizie
Nel frattempo, in Ita Airways stanno provando a limitare i tassi di assenteismo di alcuni dirigenti, a partire dal direttore del personale, Domenico Galasso, su cui l’Inps avrebbe acceso un faro. Nei giorni scorsi è partita una mail per annunciare la riduzione a quattro giorni al mese della possibilità da parte dei manager di fare smart working. E intanto il presidente Turicchi sta cercando di neutralizzare posizioni dominanti della passata disastrosa gestione di Fabio Lazzerini. Per questo nei corridoi di Fiumicino si vocifera che l’area commerciale sia pronta entro la fine dell’anno a un grande cambio nel management, con la possibile uscita del direttore commerciale Emiliana Limosani, braccio destro dell’ex ad.
Dopo sette giorni di stop ai combattimenti, la tregua nella Striscia di Gaza è stata rotta all’alba con la ripresa degli scontri a fuoco tra Israele e Hamas. «Hamas ha violato la tregua e ha sparato anche in territorio israeliano»: per questo motivo «le Forze di Difesa Israeliane hanno ripreso a combattere contro l’organizzazione terroristica nella Striscia di Gaza», ha dichiarato l’esercito in un comunicato. L’ufficio del Primo Ministro israeliano ha poi reso noto in un comunicato che Hamas «non ha rispettato l’obbligo di rilasciare tutte le donne in ostaggio». Almeno sei persone uccise a Rafah e altre due, minorenni, a Gaza City: queste le prime vittime causate dalla ripresa dei bombardamenti di Israele nella Striscia di Gaza, stando al ministero della Sanità della regione.
Un edificio distrutto a Khan Yunis il 1 dicembre (Getty Images)
Hamas: «Raid israeliani hanno colpito il sud di Gaza»
Secondo fonti di Hamas, attacchi aerei israeliani hanno colpito il sud di Gaza, compresa la comunità di Abassan, a est della città di Khan Younis. Il ministero della Sanità gestito da Hamas afferma che tre persone sono state uccise in raid aerei israeliani a Rafah, nel sud della Striscia, come riportano i media israeliani. Altri attacchi aerei avrebbero colpito la città di Al-Karara, a nord di Khan Yunis, nel sud della Striscia di Gaza. L’ufficio governativo per le comunicazioni di Gaza, un ente gestito da Hamas, ha accusato «la comunità internazionale di essere responsabile della ripresa della guerra a Gaza».
Israele: «Impegnati a raggiungere 3 obiettivi di guerra»
«Il governo di Israele è impegnato a raggiungere gli obiettivi della guerra: liberare gli ostaggi, eliminare Hamas e garantire che Gaza non possa mai essere una minaccia per la sicurezza degli israeliani»: è quanto si legge in un comunicato diffuso dal governo dell’ufficio del Primo Ministro di Israele, Benjamin Netanyahu. Hamas, accusa il governo secondo quanto riportato dal quotidiano israeliano Yedioth Ahronoth, «ha violato i termini della tregua e non ha rispettato l’obbligo di rilasciare gli ostaggi e liberare tutte le donne rapite detenute a Gaza».
Grande attesa per l’ultima giornata settimanale per la Borsa italiana e lo spread, soprattutto dopo le chiusure positive di ieri, giovedì 30 novembre. Milano ha ritoccato i minimi dal 2008 guadagnando lo 0,16%. L’indice Ftse Mib è salito a 29.737 punti. Il differenziale tra Btp e Bund tedeschi, invece, è a quota 177,5 punti base.
1.36 – Tokyo, apertura poco mossa (+0,07%)
La Borsa di Tokyo avvia l’ultima seduta della settimana all’insegna della cautela, seguendo la chiusura mista del mercato azionario statunitense, e in attesa delle indicazioni dal settore manifatturiero in Cina. In apertura il listino di riferimento Nikkei segna una variazione appena positiva dello 0,07% a quota 33.510,35, e un aumento di 23 punti. Sul fronte valutario lo yen è stabile al cambio con il dollaro, a 147,80, e sull’euro a 161,10.
Tornato libero il 23 settembre dopo aver scontato il cumulo delle pene definitive, Fabrizio Corona è stato condannato a 7 mesi per resistenza a pubblico ufficiale e danneggiamento: l’11 marzo del 2021 l’ex fotografo dei vip aveva spaccato il vetro dell’ambulanza che era arrivata sotto casa per portarlo in ospedale, dopo che era andato in escandescenza alla notizia di dover tornare in carcere su disposizione del Tribunale di Sorveglianza di Milano.
L’ambulanza danneggiata da Corona (Ansa).
Corona è stato assolto dalle imputazioni di oltraggio a pubblico ufficiale e tentata evasione
Quel giorno Corona, avuta la notizia, aveva protestato ferendosi alle braccia, urlando contro la polizia e spaccando un vetro della vettura che era arrivata sotto casa per portarlo in ospedale. Tutte scene documentate in alcuni video. Corona è stato condannato anche al pagamento delle spese processuali e di 500 euro in favore dei due agenti che si sono costituti parte civile. La giudice giudice Cristina Dani ha invece assolto l’ex re dei paparazzi dalle imputazioni di oltraggio a pubblico ufficiale, perché il fatto non costituisce reato, e da quella di tentata evasione dal reparto di psichiatria dove cui era stato ricoverato dopo l’episodio (il fatto non sussiste).
Il legale di Corona ha parlato di «un uomo eccentrico» trattato «dallo Stato come un criminale»
Su richiesta del difensore Ivano Chiesa di convertire la condanna in pena pecuniaria, il Tribunale di Milano dovrà acquisire le dichiarazioni dei redditi e la documentazione patrimoniale di Corona entro il 20 gennaio 2024, così da stabilire una somma. Durante l’arringa difensiva il legale ha ha parlato di «un uomo eccentrico» trattato «dallo Stato come un criminale», nel corso di una «vera e propria persecuzione». Il processo è stato rinviato al 25 gennaio per l’integrazione del dispositivo.
Non sarà un caso che i candidati a capo ufficio stampa della Camera siano passati dai 270 del 2016 ai 57 di oggi. Perché la nomina, a fronte della selezione pubblica, dovrebbe essere neutra, basata su merito e curriculum, ma forse così non è. Sta di fatto che il nuovo capo ufficio stampa di Montecitorio (ruolo che prevede un’indennità da 160 mila euro l’anno) è Filippo Manvuller, giornalista piacentino che in passato è stato portavoce dell’attuale presidente della Camera, Lorenzo Fontana, quando quest’ultimo era ministro della Famiglia nel governo Conte I. Manvuller aveva a lungo collaborato con Fontana anche all’Europarlamento a Bruxelles e ultimamente era responsabile della comunicazione del sindaco di Ferrara, Alan Fabbri (sempre della Lega).
Filippo Manvuller.
A Montecitorio dal 2013 viene messa in piedi una selezione pubblica
Insomma, una nomina che ha tanto il sapore della chiamata diretta, su cui non ci sarebbe niente da ridire: un politico ha tutto il diritto di scegliersi come collaboratori le persone che ritiene più valide e di cui si fida. Basta però farlo alla luce del sole. E infatti nei dicasteri il ruolo riservato alla comunicazione è sempre su indicazione del ministro di turno, che sceglie portavoce e capo ufficio stampa. A Montecitorio, invece, dal 2013 viene messa in piedi una selezione pubblica: in quest’ultimo caso i candidati erano appunto 57 e tra questi, guarda caso, c’era l’ex portavoce del presidente leghista. «Il suo nome, fortemente voluto da Fontana, ha avuto la meglio su una short list composta da 12 nomi (sei donne e sei uomini), rimasta segreta», ha scritto il Foglio.
Il presidente della Camera Lorenzo Fontana (Imagoeconomica).
Menichini dalla Boldrini dopo aver sempre gravitato a sinistra
Non è la prima volta che accade. Qualche sospetto aleggiò anche su Stefano Menichini, giornalista che ha sempre gravitato a sinistra, prima a il manifesto e poi capo della comunicazione di Francesco Rutelli sindaco, e in seguito direttore di Europa, quotidiano della Margherita che poi chiuse i battenti. Era il 2016, presidente della Camera era Laura Boldrini, e Menichini sbaragliò la concorrenza di altri 269 candidati.
Stefano Menichini (Imagoeconomica).
Con Fico il giornalista di Sky Marinozzi, sconosciuto ai cronisti parlamentari
La selezione pubblica a Montecitorio si fa dal 2013. La prima ad assicurarsi il posto è stata la giornalista de La StampaAnna Masera, sempre con la presidenza Boldrini, che invece come portavoce volle con sé Roberto Natale, giornalista Rai ed ex segretario del sindacato Usigrai. Nel 2016 toccò a Menichini, mentre nel luglio 2020, con presidente Roberto Fico, la scelta cadde sul giornalista di Sky Moreno Marinozzi. I sussurri di Radio Transatlantico riportarono che a metterci una buona parola fosse stato l’allora portavoce di Fico, Carlo Passarello. Chissà. Sta di fatto che la scelta sorprese tutti, anche perché nessun cronista parlamentare aveva mai visto né sentito Marinozzi, così come totalmente sconosciuta a Montecitorio e agli ambienti della politica era Anna Masera.
Moreno Marinozzi (foto Linkedin).
L’ultimo entrato con una scelta interna è stato Giuseppe Leone
Marinozzi ora è a capo della comunicazione ad Acea e a Montecitorio s’è resa necessaria una nuova selezione, vinta da Manvuller. Prima del 2013, invece, la selezione era tutta interna: l’ultimo che è entrato con questo sistema è stato Giuseppe Leone, nominato nel 2008 da Gianfranco Fini, e prima di lui c’era stato Vincenzo Porcacchia. Lo stesso metodo si segue ancora in Senato, dove il capo ufficio stampa viene nominato dall’ufficio di presidenza tra i dirigenti interni dell’amministrazione, senza dunque spese aggiuntive per le casse dello Stato. Adesso è Federico Toniato, l’enfant prodige dei palazzi romani, che nel 2014, a soli 39 anni, divenne vicesegretario generale di Palazzo Madama, carica che ricopre tutt’ora, insieme a quella di responsabile dell’ufficio stampa dal giugno 2016, nominato sotto la presidenza di Piero Grasso.
Federico Toniato (Imagoeconomica).
La politica, poi, a volte conta anche per gli ingressi nella squadra. L’ex portavoce dell’ex presidente della Camera Fausto Bertinotti, Fabio Rosati, è da molti anni in forze all’ufficio stampa di Montecitorio, mentre in quello di Palazzo Madama c’è Eli Benedetti, che fu portavoce dell’ex presidente Renato Schifani.
Secondo l’ultima Supermedia di Agi/Youtrend, Fratelli d’Italia non riesce a risalire sopra il 30 per cento. I dati dei sondaggi politici mostrano come in una settimana il partito guidato dalla premier Giorgia Meloni sia rimasto stabile a quota 29 per cento, senza guadagnare né perdere sostegno. A crescere, invece, sono stati i due gruppi alleati: la Lega e Forza Italia. Male le opposizioni, soprattutto il Movimento 5 stelle che ha perso mezzo punto. Il Pd di Elly Schlein, invece, cala dello 0,1 per cento.
La Lega cresce più di tutti
A esultare è comunque Matteo Salvini. La Lega è il partito che ha guadagnato di più in sette giorni, con un aumento dello 0,5 per cento. Il Carroccio è ora a quota 9,3, ma sempre distante dal Movimento 5 stelle. Nonostante il calo, i pentastellati sono al 15,7 per cento e quella guidata da Giuseppe Conte si conferma la terza forza nazionale, a livello di singolo partito. Si è interrotta, però, la corsa al Pd, che con un calo dello 0,1 per cento scivola al 19,3, sempre al secondo posto. Bene, intanto, anche Forza Italia. I berlusconiani salgono dello 0,2 e toccano quota 7,4 per cento.
Giuseppe Conte (Imagoeconomica).
Tra i partiti minori bene Azione e Iv
Tra i partiti considerati minori, è Azione quello cresciuto di più. In una settimana Carlo Calenda ha visto aumentare i consensi dello 0,3 per cento ed è salito al 3,9. Italia Viva di Matteo Renzi, invece, ha guadagnato lo 0,1 per cento, salendo a quota 3. Bene anche Verdi e Sinistra italiana, cresciuti dello 0,1 per cento e ora al 3,4.
Eni ha lanciato la nuova versione di eni.com, ridisegnando il proprio sito web con l’obiettivo di raccontare la transizione energetica e tecnologica in una maniera sempre più chiara, efficace e accessibile. Nel contesto in continuo cambiamento in cui l’energia è un tema di stringente attualità, il nuovo eni.com risponde alle esigenze di Eni di comunicare integralmente la propria strategia di decarbonizzazione caratterizzata dallo sviluppo e impiego di tecnologie proprietarie per fornire energia sicura e sempre più pulita e dalla diversificazione delle fonti energetiche.
Il nuovo portale di Eni contribuisce a ridurre le emissioni
Il sito web è stato ideato per permettere agli utenti di scoprire e comprendere Eni attraverso una struttura narrativa che si declina in visione, azioni e prodotti. Il nuovo eni.com unisce e crea una connessione chiara tra la visione strategica della società per traguardare il net zero al 2050, le azioni concrete – quali l’ottimizzazione del portafoglio upstream attraverso la progressiva decarbonizzazione, abbinata all’espansione dei business bio, rinnovabili e di economia circolare – e i servizi e prodotti che ne sono il risultato. Il nuovo portale si pone gli stessi obiettivi di Eni, vale a dire essere sempre più sostenibile, efficiente e accessibile. Presenta un’interfaccia ridisegnata seguendo i principi di semplificazione del linguaggio e della navigazione, contribuendo a ridurre le emissioni, attraverso l’ottimizzazione delle immagini e degli elementi di design per creare pagine più leggere ed efficienti nel caricamento.
Il nuovo eni.com (Eni).
Una narrazione lineare per un sito inclusivo e accessibile
Grazie a una innovativa organizzazione dei contenuti, la narrazione è lineare e permette ai visitatori di orientarsi più facilmente, in un racconto diretto e semplice da scoprire. La nuova versione è stata sviluppata seguendo le web content accessibility guidelines (WCAG), per favorire un sito inclusivo e accessibile anche a persone con disabilità. Il rinnovamento del sito eni.com è un progetto a cui la direzione comunicazione esterna e la funzione ICT di Eni hanno lavorato in collaborazione con EY+M&C Saatchi, agenzie leader del settore. La parte tecnologica è stata sviluppata in collaborazione con Exprivia per la System Integration.
Si intitola Timeless il Calendario Pirelli 2024, presentato giovedì 30 novembre 2023 a Londra, in cui Prince Gyasi ha immortalato le figure per lui capaci di imprimere un segno destinato a restare e di ispirare le generazioni future. «Non siamo nati senza tempo, ma lo diventiamo», ha dichiarato il visual artist ghanese spiegando che i suoi personaggi, ritratti con i colori e i contrasti decisi che lo hanno reso famoso, sono per lui, «come dei supereroi nei quali possiamo identificarci». Prince Gyasi è l’ultimo dei 39 artisti che hanno realizzato il Calendario e la sua opera rappresenta la cinquantesima edizione dei 60 anni di storia di The Cal, dal 1964 al 2024, tenuto conto degli anni in cui non è stato pubblicato.
Gyasi si è basato sul senso della comunità dell’Africa occidentale
Incaricato di realizzare il Calendario Pirelli 2024, Prince Gyasi ha iniziato a pensare ai personaggi che voleva inserire e a che cosa rappresentavano per lui basandosi sul senso della comunità dell’Africa occidentale. Per lui, uno dei più giovani artisti chiamati a cimentarsi con The Cal, ha significato tornare alla sua infanzia e pensare alle persone che lo hanno ispirato nei suoi 28 anni. È diventato il racconto di quello che, agli occhi dell’artista, permette alle persone di essere «senza tempo». Per Gyasi si tratta per lo più della loro perseveranza e coerenza. «Quando guardi a un personaggio come Naomi, non è della mia generazione, ma è ancora un’icona per la mia generazione. Può succedere soltanto se sei davvero dedito al tuo lavoro e convinto dei tuoi valori», ha commentato Gyasi riferendosi alla supermodel Naomi Campbell, da lui ritratta in Timeless con il titolo di Time Stopper. All’interno del Calendario, l’artista ghanese ha sintetizzato queste idee in un suo manifesto dedicato a «coloro che potrebbero essere senza tempo» e destinato a incoraggiare le persone, soprattutto i giovani, a imparare, creare e a loro volta ispirare.
I personaggi di The Cal, da Margot Lee Shetterley ad Amanda Gorman
«Tutti i personaggi ritratti hanno saputo riconoscere le proprie capacità e si sono affermati. Hanno trovato il loro punto di forza, cambiando il proprio destino. È questo l’essere senza tempo. Le persone che lo sfidano non seguono ciò che pensa la società, non si lasciano influenzare da età, fama, denaro e sviluppano i propri talenti in modo autentico. Fanno cose che per molti appaiono straordinarie, ma per loro sono normalissime e sono state in grado di cambiare il proprio destino. Non tutti devono essere sotto i riflettori, ma possono cambiare la narrativa nel proprio campo o fare qualcosa di diverso, in grado di ispirare a propria volta altre persone». Uno dei protagonisti del Calendario è Sua Maestà Otumfuo Osei Tutu II, re dello storico impero Ashanti dell’Africa occidentale, ritratto al Manhyia Palace insieme alla sua delegazione reale, con il titolo Royalty. L’attrice statunitense Angela Bassett rappresenta Altruistic. La scrittrice Margot Lee Shetterly e la poetessa Amanda Gorman sono The Blueprint. Mentre l’artista contemporaneo ghanese Amoako Boafo è The Chosen One.
Angela Basset (Calendario Pirelli 2024).
Anche Gyasi protagonista di un mese
Gyasi stesso si è dedicato un mese dal titolo Details. L’immagine scelta per la copertina e per uno dei mesi rappresenta invece lo Studious, un giovane Gyasi interpretato dal piccolo modello Abul Faid Yussif. Sullo sfondo di un vivido turchese, Yussif è ritratto mentre gioca con versioni in miniatura di alcuni degli oggetti che ritroviamo nelle pagine del Calendario: una chiave tenuta in mano da Angela Bassett, pezzi di un orologio provenienti dalla scenografia di Naomi Campbell, scale rosa su cui sale Amanda Gorman, una valigia azzurra trasportata dall’attore, regista, DJ e produttore Idris Elba, Man of Honour.
Prince Gyasi (Calendario Pirelli 2024).
L’attrice e superstar internazionale Tiwa Savage è Resilience. Lo scrittore, il regista e produttore Jeymes Samuel è Visionary. L’imprenditore ed ex calciatore Marcel Desailly è Focus mentre la cantante, artista e attrice Teyana Taylor è Future Forward.
La Bbc ha attaccato i club di Premier League e la Federazione inglese, accusandoli di aver mascherato alcuni casi di abusi sessuali e domestici. Secondo quanto riportato dalla British Broadcasting Corporation, il calcio inglese avrebbe deliberatamente ignorato le denunce di alcune presunte vittime. Questo ha portato a dare il via libera a due calciatori e un tecnico, che hanno continuato a giocare e allenare in Premier League nonostante le indagini aperte. Per la Bbc la Football Association punterebbe più a proteggere i propri interessi commerciali, dando a questi la priorità rispetto al tema della sicurezza e della violenza sulle donne.
Le testimonianze: una donna ha pensato al suicidio
Non sono stati rivelati i nomi né dei due calciatori né dell’allenatore al centro dell’inchiesta giornalistica. La Bbc, non potendoli rivelare per non violare le norme sul rispetto della privacy di sospettati, ha così raccolto le testimonianze delle presunte vittime. Una delle donne che sarebbero coinvolte nel caso avrebbe anche pensato al suicidio. Ha dichiarato: «Non volevo continuare a vivere in un mondo in cui mi viene costantemente ricordato che le accuse di violenza sessuale possono essere ignorate finché hai abbastanza talento».
La Bbc: «Sette club con giocatori o dirigenti indagati»
Inoltre la Bbc ha ricordato che dal 2020 ad oggi sono stati sette i club di Premier con giocatori o dirigenti indagati per reati sessuali. Alcune donne hanno raccontato che quando hanno denunciato le violenze, tra le quali anche uno storico rapporto di abusi sessuali su minori, dalla FA e dalla Premier League hanno ottenuto solo risposte tardive, elusive e soprattutto nessuna azione disciplinare nei confronti dei presunti colpevoli.
I casi di Antony e Greenwood
L’ultimo caso di un calciatore di Premier League denunciato per violenza domestica è stato a settembre 2023. Una donna, Gabriela Cavallin, ha accusato di violenza l’ex fidanzato, il giocatore del Manchester United Antony. Dopo sono arrivate altre accuse e il club ha inizialmente deciso di sospenderlo, prima di reintegralo a fine mese. Sempre nei Red Devils milita un altro calciatore travolto da uno scandalo simile, Mason Greenwood, mandato in prestito al Getafe.
Come sta Papa Francesco? È stato lui stesso a parlare delle sue condizioni nel corso di una udienza con i partecipanti al seminario di Etica nella gestione della salute. «Come vedete, sono vivo», ha esordito nel breve discorso pronunciato in spagnolo. «Il dottore non mi ha lasciato andare a Dubai. Il motivo è che lì fa molto caldo e si passa dal caldo all’aria condizionata. E questo in questa situazione bronchiale non è conveniente», ha aggiunto. Poi ha continuato: «Grazie a Dio non era polmonite. È una bronchite molto acuta e infettiva. Non ho più la febbre, ma prendo ancora antibiotici e cose del genere».
Appuntamenti oltre la media per Papa Francesco
Parlando in generale della sanità, considerata la platea che aveva davanti, Papa Francesco ha sottolineato che «la salute poco curata lascia il posto alla fragilità. Mi piace molto la medicina preventiva, perché previene prima che arrivino gli eventi». Poi ha parlato della necessità di assicurare il benessere della persona e «non cercare solo soluzioni mediche o farmacologiche». Il Papa ha concluso: «Scusatemi se non posso parlare di più ma non ne ho la forza». Nonostante sia sotto cura antibiotica per la bronchite acuta, il pontefice ha avuto la mattina del 30 novembre piena di appuntamenti, oltre la media, ed è anche uscito da Casa Santa Marta per andare nell’Aula Paolo VI per l’udienza con gli organizzatori della Gmg di Lisbona. Nove le udienze della mattinata comunicate dalla sala stampa vaticana.
Oltre agli incontri, firmate diverse nomine
Nel sesto incontro della mattinata ha visto padre Federico Lombardi, con i premiati del Premio Ratzinger. Il Papa ha quindi visto i partecipanti al seminario di Etica nella gestione della salute. In Aula Nervi l’udienza più partecipata con i membri del comitato e della fondazione Giornata Mondiale della Gioventù Lisbona 2023. Nel nono e ultimo incontro della mattinata Papa Francesco ha visto mons. Heiner Wilmer, vescovo di Hildesheim (Germania). Oltre alle udienza, il Papa oggi ha anche firmato diverse nomine. Per l’India ha scelto i nuovi vescovi di Daltonganj, Kottapuram, Amravati, Gumla. Poi il pontefice ha nominato vescovo dell’Eparchia di Saskatoon degli Ucraini (Canada) il rev. Michael Smolinksy. Infine, ha nominato vescovo mons. Giovanni Cesare Pagazzi, Segretario del Dicastero per la Cultura e l’Educazione, conferendogli il titolo personale di arcivescovo.
Marco Nebiolo, agente immobiliare 47enne di Torino, venerdì 24 novembre è stato picchiato dopo un tamponamento al semaforo in corso Unità d’Italia. L’uomo ha riportato pesanti ferite ed è attualmente ricoverato in prognosi riservata nel reparto di Neurochirurgia del Cto di Torino con un trauma cranico, ematomi sparsi e diversi focolai emorragici. Nel corso delle ultime ore è stato individuato dai carabinieri di San Salvario l’aggressore: si tratta di un 15enne che è stato denunciato e che ora dovrà chiarire la propria posizione agli inquirenti.
La moglie di Nebiolo: «Mi chiedo che razza di genitori abbia»
A commentare la vicenda di violenza, aggravata dal fatto che a compierla sia stata un ragazzo di soli 15 anni, è stata la moglie di Nebiolo, Manuela Mareso che al Corriere ha detto: «Provo soltanto una tristezza infinita, mi chiedo che razza di genitori abbia e in quale degrado sia cresciuto. È una notizia che mi addolora: diciamo sempre che i giovani sono il futuro, ma se i giovani sono questi allora la situazione è davvero brutta. Non sarà facile raccontarlo ai miei tre figli, sono già abbastanza in crisi per tutto quello che stanno vivendo. Sapere che è stato un loro coetaneo ad aggredire il padre sarà davvero brutto».
I familiari del ragazzo lo hanno coperto
Oltre al 15enne, ritenuto il responsabile dell’aggressione, a bordo dell’auto macchina c’erano anche la madre del ragazzo e una guardia giurata torinese di 36 anni. Entrambi avrebbero assistito alla scena, senza cercare di fermare il ragazzo. Stando alle ricostruzioni, il 15enne ha aggredito Nebiolo perché aveva rallentato al semaforo. Dopo essere sceso dall’auto, gli ha sferrato un pugno al volto che lo ha fatto cadere a terra. I tre, subito dopo, sarebbero scappati senza prestare soccorso.
Marco Nebiolo: «È gente più sfortunata di noi»
Marco Nebiolo dall’ospedale, parlando dell’aggressione, aveva commentato: «È gente più sfortunata di noi, probabilmente non ha potuto studiare e vive nel brutto». Sua moglie, che da anni si occupa di volontariato con minori a rischio, aveva aggiunto: «Non riesco a esprimere un giudizio tranchant. Una persona dipende in larga parte dal contesto in cui vive, mi viene solo da pensare al degrado morale in cui deve essere cresciuto questo ragazzo».
La moglie di Nebiolo vuole incontrare il 15enne
Manuela Mareso ha anche espresso la volontà di incontrare il 15enne che ha aggredito il marito: «Mi piacerebbe parlargli per capire che cosa abbia nella testa e che ragionamenti faccia. È un tipo di persona su cui bisogna interrogarsi: che cosa l’ha portato a fare quella cosa? E poi mi chiedo perché i due adulti che erano sulla macchina siano rimasti a guardare, senza neanche provare a fermarlo. Il ragazzo è minorenne, ma attorno a lui c’erano degli adulti. Non risponderanno di nulla? È una situazione molto triste, non si può definire altrimenti. Non sono neanche arrabbiata, sono solo affranta perché è una situazione di degrado bassissima».
Il Nepal ha ufficialmente riconosciuto per la prima volta un matrimonio Lgbtq. Maya Gurung, una donna transgender di 41 anni, e Surendra Pandey, un uomo di 27 anni, si sono sposati con una cerimonia induista nel 2017, ma hanno ricevuto il loro certificato di matrimonio lo scorso 29 novembre in una località nel distretto di Lamjung, nel centro del Paese. «Si tratta di una vittoria non solo nostra, ma di tutte le coppie non eterosessuali», ha dichiarato Gurung. Inizialmente, la richiesta della coppia era stata respinta dalle autorità del distretto di Lamjung, ma il loro avvocato, Rounik Raj Aryal, ha ottenuto successo quando si è rivolto alle autorità di Dordi, che si sono dimostrate molto disponibili.
Il Nepal ha la legislazione più avanzata dell’Asia meridionale per i diritti Lgbtq
Yubraj Adhikari, sindaco del villaggio di Dordi, ha dichiarato che il certificato è in conformità con le istruzioni del Dipartimento di Identificazione Nazionale e del Registro Civile, basandosi su una sentenza della Corte Suprema. A giugno del 2023, la corte aveva emesso un’ordinanza provvisoria che consentiva alle coppie omosessuali e transgender di ottenere certificati di matrimonio, chiedendo al governo di istituire un registro temporaneo per le unioni in attesa di una legislazione dedicata. Secondo Sunil Babu Pant, attivista per i diritti della comunità Lgbtq, Gurung e Pandey hanno fatto la storia. Il Nepal, con una delle legislazioni più avanzate dell’Asia meridionale per i diritti degli omosessuali e dei transgender, vieta qualsiasi forma di discriminazione basata sul genere o sull’orientamento sessuale dal 2007. Dal 2015, inoltre, il Paese rilascia passaporti con tre opzioni di genere: maschio, femmina e altro. Nel 2023, la Corte Suprema ha ordinato al governo di riconoscere i matrimoni non eterosessuali tra cittadini nepalesi e stranieri e di concedere i visti corrispondenti. Nonostante i progressi legislativi, la comunità Lgbtq continua però a essere oggetto di discriminazioni in ambito lavorativo, sanitario e scolastico.
Sono Mia Schem di 21 anni e Amit Sosna di 40 anni le due donne rilasciate da Hamas giovedì pomeriggio, 30 novembre, come previsto dall’accordo con Israele, con il quale le due parti hanno prorogato la tregua per un settimo giorno aggiuntivo. Mia Schem, che ha anche la nazionalità francese, è stata rapita al festival di Reim, insieme a un amico, Elia Toledano, che è ancora in prigionia. La giovane apparve ferita nel primo video di un ostaggio diffuso da Hamas lo scorso 17 ottobre. Amit fu invece sequestrata dal kibbutz di Kfar Aza.
Il gup di Palermo ha condannato con rito abbreviato a 6 anni e 8 mesi per favoreggiamento aggravato e procurata inosservanza della pena uno dei fiancheggiatori di Matteo Messina Denaro:Andrea Bonafede, cugino e omonimo del geometra di Campobello di Mazara di cui il boss aveva preso il nome nell’ultimo periodo della sua latitanza.
L’arresto di Matteo Messina Denaro (Getty Images).
Ha fatto da intermediario tra il boss e il medico Tumbarello
Bonafede, dipendente comunale di Campobello di Mazara, è stato ritenuto colpevole di aver fatto da intermediario tra Messina Denaro e il medico Alfonso Tumbarello nel periodo in cui il capomafia era in cura per il cancro al colon, che poi l’ha ucciso. Nello specifico, Bonafede faceva avere al boss le ricette intestate al geometra e le prescrizioni firmate dal medico necessarie alle terapie. L’imputato si è difeso sostenendo di non sapere che il reale malato era il padrino, sostenendo di aver fatto una cortesia al cugino omonimo, che «voleva nascondere la sua malattia alla sua famiglia». Secondo la ricostruzione della Procura, Bonafede ha fatto la spola tra lo studio di Tumbarello per farsi prescrivere farmaci e visite, oltre a ritirare ricette, quasi 140 volte.
Carabinieri a Campobello di Mazara (Getty Images).
Il fiancheggiatore del capomafia era stato arrestato il 7 febbraio
Il giudice ha accolto solo parzialmente le richieste del procuratore aggiunto Paolo Guido e dei sostituti Gianluca De Leo e Pierangelo Padova, che avevano chiesto una condanna a 13 anni di carcere. Bonafede è stato arrestato il 7 febbraio, poche settimane dopo la cattura di Messina Denaro, avvenuta il 16 gennaio dopo una latitanza trentennale.