L’estate degli scontrini e quel pranzo a Milano: il racconto della settimana

Solitamente uso come segnalibri i biglietti da visita dei posti in cui vado quando mi capita di viaggiare. Quasi sempre locali o ristoranti in giro per il mondo, che so, il Mimosa di Parigi in Place de la Concorde, Vino Vero a Venezia in Fondamenta della Misericordia, un beach bar di Antiparos, un’osteria italiana nel Village a New York. Chissà perché però qui dentro oggi ho trovato uno scontrino, 97 euro a pranzo alla Latteria di via San Marco, in un giorno di fine settembre del 2019.

La memoria brucia quando si è costretti a ricordare qualcosa che sappiamo non accadrà mai più. Fu l’ultima volta che ti vidi, quel pranzo di fine settembre alla Latteria di via San Marco e a dirla tutta non mi capitò più di mangiare un piatto di spaghetti limone e peperoncino così buono. L’estate era appena finita

Uno di fronte all’altra ci dividevamo una bottiglia di bianco, indecisi su cosa ordinare da mangiare, mentre le nostre abbronzature iniziavano a sbiadire. Tu eri appena tornata da Filicudi, o forse da Koufunissi, e io indossavo una camicia blu di lino di Tommy Hilfigher aperta sul petto, come una vecchia rockstar. Per tutta la durata del pranzo non mi ero mai tolto gli occhiali da sole. «L’amore è una perdita di tempo», mi avevi detto, e io, per non guardarti negli occhi, continuavo a tormentare la copertina pastello Adelphi di quel libro di Chatwin che avevo appena comprato in una piccola libreria dietro Corso Magenta. Ogni tanto alzavo lo sguardo e vedevo il tuo viso etereo, di una bellezza lucida, con gli zigomi di vetro, le lentiggini e i capelli biondo cenere. Poi presi coraggio e ti dissi: «Ti ricordi quando mi dicesti che non volevi il mio numero di telefono perché sarebbe stato troppo pericoloso?». «Sì», mi rispondesti, «ma fu inutile, perché poi tanto ti scrissi su Instagram».

«L’amore è una perdita di tempo», mi avevi detto. E io, per non guardarti negli occhi, continuavo a tormentare la copertina pastello Adelphi di quel libro di Chatwin che avevo appena comprato in una piccola libreria dietro Corso Magenta

La memoria brucia quando si è costretti a ricordare qualcosa che sappiamo non accadrà mai più. Fu l’ultima volta che ti vidi, quel pranzo di fine settembre alla Latteria di via San Marco e a dirla tutta non mi capitò più di mangiare un piatto di spaghetti limone e peperoncino così buono. L’estate era appena finita.

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