Kata scomparsa a Firenze, il padre: «I pm non trovano niente e indagano i miei parenti»

«In procura non mi dicono niente, noi siamo i genitori, vogliamo sapere almeno qualcosa. Siamo con l’angoscia di non sapere nulla, quindi fare questa cosa di indagare mio fratello e mio cognato mi fa pensare tante cose, che non trovano niente e vogliono mettere nei guai noi, la mia famiglia, e questo non va bene». Lo ha detto il padre di Kata, Miguel Angel Romero Chicclo, in un incontro con la stampa organizzato dai suoi legali davanti all’hotel Astor di Firenze. «Ho fiducia in mio fratello e in mio cognato, li conosco bene, sono sicuro che non sanno niente e hanno detto tutta la verità. Incolpare la mia famiglia mi offende», ha aggiunto l’uomo. Poche ore prima la procura aveva notificato un avviso di garanzia a cinque ex occupanti dell’ex hotel per «accertare la presenza di materiale biologico o genetico ed estrapolare eventuali profili del Dna da borsoni, trolley e da rubinetti di stanze per poi compararli con quello della vittima». Tra gli indagati figurano anche due zii della piccola.

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