Archivio
- Novembre 2024 (39)
- Agosto 2024 (1)
- Dicembre 2023 (73)
- Novembre 2023 (1333)
- Ottobre 2023 (1631)
- Settembre 2023 (1468)
- Agosto 2023 (1417)
- Luglio 2023 (1389)
- Giugno 2023 (441)
- Maggio 2020 (30)
- Marzo 2020 (94)
- Febbraio 2020 (1)
- Gennaio 2018 (10)
Guerra in Ucraina, le aziende europee totalizzano perdite per 100 miliardi di euro
Un’inchiesta realizzata dal Financial Times ha effettuato una stima dei danni causati dalla guerra in Ucraina sull’economia europea. Le perdite dirette delle società del Vecchio continente nel mercato russo ammontano ad almeno 100 miliardi di euro dall’inizio del conflitto. «Un’indagine sulle relazioni annuali e sui bilanci del 2023 di 600 gruppi europei», scrive il Ft, «mostra che 176 società hanno registrato svalutazioni di attività, oneri relativi ai cambi e altre spese una tantum a seguito della vendita, chiusura o riduzione di attività russe».
Gruppi petroliferi e gas in ginocchio, colpite anche le case automobilistiche
«La cifra aggregata non include gli impatti macroeconomici indiretti della guerra come l’aumento dei costi dell’energia e delle materie prime. I settori con maggiori svalutazioni e oneri sono i gruppi petroliferi e del gas, dove solo Bp, Shell e TotalEnergies hanno riportato oneri combinati per 40,6 miliardi», riferisce il Ft aggiungendo che le perdite sono state controbilanciate da enormi profitti aggregati a causa dell’aumento dei prezzi del petrolio e del gas. Le perdite delle società industriali, comprese le case automobilistiche, si sono attestate a 13,6 miliardi di euro. «Le società finanziarie, tra cui banche, assicurazioni e società di investimento, hanno registrato 17,5 miliardi di svalutazioni e altri oneri». Lo scorso 17 luglio anche la presidente della Bce, Christine Lagarde, aveva parlato dell’incidenza che la guerra aveva avuto sull’economia. «La guerra della Russia contro l’Ucraina ha scatenato un massiccio shock all’economia globale, specialmente ai mercati energetici e alimentari, e le economie dei Paesi dell’Europa centrale, orientale e Sud-orientale (Cesee) sono stati particolarmente esposti». Poi la numero uno della Bce dalla conferenza sui 21 Paesi Cesee, aveva concluso: «Le tensioni geopolitiche rischiano di accelerare il secondo cambiamento del panorama globale: indebolire il commercio globale».