Francia, da oggi in classe col divieto di indossare l’abaya

Circa 12 milioni di studenti tornano a scuola in Francia in un clima dominato dal divieto per le giovani musulmane di indossare l’abaya, il lungo abito tradizionale che copre il corpo di cui si era già discusso a fine luglio. Il ministro dell’Interno Gérald Darmanin ha inviato un messaggio alla polizia per sottolineare «la natura delicata di questo ritorno a scuola» sugli attacchi alla laicità nelle scuole.

Il sindacato Cgt è contrario: «Si stigmatizza parte della popolazione»

Il ministro dell’Istruzione Gabriel Attal, alla radio Rtl, ha dichiarato: «Ci sono 513 istituti che abbiamo identificato come potenzialmente interessati da questa questione all’inizio dell’anno scolastico». È l’intero esecutivo che, in nome della difesa della laicità, ha chiesto di unirsi su questo divieto che riguarda anche l’uso del qamis, la versione maschile di questo indumento. La segretaria generale del sindacato Cgt Sophie Binet, ha tuttavia ritenuto «molto pericoloso tornare a scuola con questo annuncio», che «stigmatizza una parte della popolazione». Come previsto dalla legge del 2004 che vieta di indossare simboli religiosi vistosi, gli alunni recalcitranti saranno accolti dall’istituto ma non in classe e si aprirà una fase di dialogo tra la famiglia e l’Educazione nazionale.

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