Briatore sui big di Italia Viva al Twiga: «Altro che marketing, è Calenda che mi fa pubblicità»

«Io pensavo di avere tre bravi direttori di comunicazione e marketing, ma ora ho capito che il più bravo è Carlo Calenda: ha messo il Twiga al centro dell’estate italiana». Lo dice Flavio Briatore, il proprietario del locale tra Forte dei Marmi e Marina di Pietrasanta, in un’intervista al Corriere della Sera. Briatore non è colpito dalle polemiche scoppiate dopo la cena dei big di Italia Viva con Daniela Santanchè nel suo stabilimento, anzi secondo l’imprenditore, le cene sono «tutta promozione». E aggiunge: «Naturalmente, in democrazia, non può essere un politico a dire con chi devi mangiare».

I parlamentari al Twiga? «Da noi passano tutti»

Briatore specifica che è «ridicolo» sostenere che il Twiga sia un locale di centrodestra: «Intanto macina utili e diamo lavoro a 150 persone, dovrebbero copiarci tutti e Calenda dovrebbe piuttosto portarci a esempio. Che poi siamo di centrodestra è ridicolo: da noi passano tutti, come al Billionaire o come al resort di Malindi quando Giovanna Melandri disse che non c’era mai stata e poi spuntò la foto in cui ballava da noi». Ma specifica: «Io sono sicuramente più vicino a Giorgia Meloni che a Giuseppe Conte, a Calenda o alla signora del Pd Elly Schlein». E continua: «Bonifazi frequenta il Twiga da anni, Maria Elena Boschi la conosco da anni, non vedo il problema». Smentisce però che Francesco Boccia sia stato nel suo locale. Così come Richetti: «Infatti, questo Richetti non lo conosco. Renzi, invece, in passato è venuto e ha pagato di tasca sua». Infine, durante un passaggio sulla vendita delle quote da parte di Daniela Santanchè a lui stesso e a Dimitri Kunz aggiunge: «E che c’entra? Daniela aveva delle quote e io e Dimitri le abbiamo comprate in parti uguali».

Flavio Briatore e Italia Viva al Twiga: «Altro che marketing, è Calenda che mi fa pubblicità»
Matteo Renzi e Maria Elena Boschi (Getty Images)

Briatore: «Noi più fighi di chi va a Capalbio»

«Io credo che parlare di opportunità dai pulpiti di Capalbio non sia il massimo della credibilità», dice ancora Briatore in riferimento al leader di Azione. Il proprietario del Twiga ricorda di essere stato a Capalbio «una sola volta, anni fa: è il regno dei radical chic, tutti romani, tutti gossippari, gente con un Dna diverso dal mio». L’imprenditore, quindi, invita «a venire pure il direttore marketing Calenda, così vede che noi siamo sicuramente più fighi di chi va a Capalbio. Là è una noia mortale, qui la gente balla, si diverte. Quelli di Capalbio vanno a ballare di nascosto a Montecarlo e al Twiga».
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